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Autore: Diablitaa    02/07/2021    0 recensioni
In un piccolo regno, tra un Re, un fratello in fuga e mille altre problematiche, c'è Astro: una principessa promessa in sposa ad un principe ma follemente innamorata di un altro uomo.
Astro, mille sogni e bellissima come una stella, tutto il contrario delle principesse, si sente soffocare dalla sua "stressante" vita, cerca di tutto per riuscire a realizzare il suo sogno ed essere finalmente felice. Completamente felice.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
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~~La rabbia. La rabbia, unito al dolore, è una brutta bestia. La rabbia ti fa diventare una bestia, un animale, ed io non voglio esserlo.

La rabbia, cattura ogni tuo pensiero negativo, ogni tuo nervo che salta, ti perfora l'anima, ti fa imbestialire e di dà pura adrenalina. Adrenalina che ti attraversa il corpo, ti perfora le ossa e si insidia nella tua pelle e una volta raggiunta la parte più profonda di te, non hai più il controllo.

Il dolore invece, ti offusca la mente, ti annebbia i pensieri non permettendoti di ragionare. Agisci d'impulso senza pensare alle conseguenze perché in quel momento c'è qualcosa che fa più male al tuo cuore. E purtroppo, se il tuo cuore soffre, tu muori.

Credo che nella vita non sempre, o almeno non tutto, debba andare bene, il dolore ti aiuta a crescere e che quindi, una cosa brutta deve accadere, perché serve, serve alla mente e a me serviva sentirmi viva.

Forse in questo momento mi sentivo anche fin troppo viva. Urlai e cercai un modo disperato di sfogarmi.

Come poteva umiliarmi davanti a tutti così? Come poteva preferire Lei a me? Sono io l'unica erede di questo stupido palazzo!

-Astro! Ma che hai combinato?!- vidi mio fratello entrare in biblioteca e solo allora guardai il casino attorno a me.

Vidi una quantità indecifrabile di libri sparsi per terra, il mappamondo ridotto a pezzi sul tappeto, il tavolo completamente sottosopra.

Solo allora mi resi conto del casino che avevo combinato.

Guardai male Aron senza mai dargli risposta, dietro di lui Nathan mi fissava incredulo.

-Papà ti ucciderà questa volta! Sono alcuni dei suoi libri più cari!- mi disse, avanzando verso di me.

-Se gli importassero non li lascerebbe a impolverarsi sullo scaffale.- dissi, dura.

Aron cercò di parlare ma lo interruppi subito.

-Voglio stare sola, andatevene, grazie.- alzai una mano come in segno di stop, considerando che Aron iniziava ad essere troppo vicino a me.

-Astro...- cercò di aggiungere Nathan.

-No, Nathan. non ti voglio stare a sentire.- dissi, ancora più dura.

-Astro, ti prego, cerca di essere comprensiva, non è stata una sua scelta, come non lo è per te- disse Aron.

Capii che stavano parlando delle nozze, ma Nathan una scelta l'aveva avuta e quella scelta non ero io.

-Non ti azzardare Aron! Io sono stata costretta!- alzai la voce leggermente, intimandolo al silenzio.

-Anche lui Astro! Pensi che abbia avuto scelta?- mi urlò Aron d'altro canto. Pensavo davvero che avrebbe rispettato la mia volontà di silenzio e di tranquillità?

-Oh, ma ti sbagli Aron! Chiedi meglio al tuo amico che tipo di scelte ha dovuto fare!-

Aron guardò subito Nathan dietro di lui, chiedendogli spiegazioni.

-Non ho avuto quella possibilità Astro, sennò pensi che starei con Olivia?- mi chiese, ignorando lo sguardo interrogativo di mio fratello.

-Si Nathan! Staresti con lei in ogni caso! Perché lei è perfetta, carismatica, sa come comportarsi e non è una principessa, il tuo popolo la accettano!- gli dissi.

-Ma non è lei che amo!- urlò.

-Non ha importanza Nathan! Non lo capisci? Tu hai scelto lei ed io non sono la seconda scelta di nessuno! Tantomeno la tua!- gli urlai addosso, andando incontro.

Mi ritrovai ad un centimetro dalle sue labbra, così morbide e rosee che mi fecero venire voglia di baciarle.

Tornai a guardarlo negli occhi, mi persi qualche istante nei suoi occhi color nocciola, mi tornarono alla mente i ricordi di noi due avvinghiati nel mio letto, i suoi sorrisi e i suoi ti amo sussurrati all'orecchio. Mi tornarono i brividi e mi ci volle un autocontrollo incredibile.

-Andatevene via subito, ve ne prego vostra grazia- gli dissi guardandolo negli occhi.

La tristezza e il dolore gli attraversarono il marrone dei suoi occhi, facendoli tornare scuri come lo erano giù con mio padre poco prima della mia confessione.

Feci un piccolo inchino a Nathan e, dopo un ultimo sguardo, uscii dalla stanza, notando che nessuno dei due intendeva andarsene dal mio posto sicuro.


Solo appena varcata la porta, che si chiuse creano un tonfo che rimbombò per tutto il corridoio, capii cosa realmente avevo fatto.


Ho chiuso con Nathan, era una chiusura definitiva ora.

Rimasi qualche secondo attaccata alla porta, per idealizzare quello appena successo e le lacrimi occuparono i miei occhi.

Corsi via appena sentii i loro passi avvicinarsi alla porta.

Le lacrime cominciarono a scorrere lente sulle mie guance, mentre correvo giù dalle scale, nemmeno vedevo niente.

Sentivo il calore scorrere sulle guance ed arrivare al collo, ma dentro la mio petto sentivo solo il freddo glaciale del mio cuore.

Mi fermai solo una volta che toccai terra con il sedere, probabilmente ero scivolata e nemmeno mi ero resa conto.

Rimasi qualche secondo intontita sul pianerottolo delle scale, guardai il dipinto che percorreva tutto il soffitto.

Un angelo, dal viso e corpo bellissimo, lasciava la mano del suo amato, altrettanto bello, sulla quale delle dolci lacrime scorrevano sulle sue guance rosee.

Mai quel dipinto poteva rappresentare me in quel momento.

-Principessa, mi scusi! Sta bene?- solo quando sentii la sua voce, mi resi conto di aver sbattuto contro Olivia.

-Non disturbarti nemmeno ad aiutarmi, sono una donna non una scema del villaggio- dissi, alzandomi e lisciando il vestito più che potevo.

-Fai meno la screanzata, presto anch'io sarò come te- mi disse lei, facendo altrettanto con il vestito.

-Sogna pure, non lo sarai mai-

-Sei tu che devi sognare, perché Nathan è me che sposa-

-Questo è tutto da vedere, cara mia. Sai la perfidia è una brutta bestia, ma l'invida ancora di più- feci per sorpassarla ma mi blocca dal braccio.

-Non sarà mai tuo, l'hai detto tu stessa "ti meriti tutta la felicità di questo mondo. Purtroppo per noi, c'è un oceano che ci divide. Ma il mio amore è sempre andato oltre ogni oceano, e il tuo?" Te lo dico io, principessa, lui non ti ha mai amato, non ha mai e mai vorrà superarlo l'oceano che vi divide. perché in mezzo a quell'oceano ci sarò sempre e solo io.-

Mi tolsi con violenza dalla sua presa, intontita da quelle parole feci un passo indietro. Per qualche secondo le lacrime si impadronirono dei miei occhi, non potevo credere alle sue parole.

-T-tu stai mentendo- le dissi, balbettai e lei sorrise perfida.

-No Astro, non sto mentendo, lui non ha mai ricevuto la vostra lettere, d'altro canto io si- disse beffarda - Ma ormai non potrà più leggerla, è andata persa- aggiunse, avvicinandosi a me.

La guardai con occhi lucidi, ora si spiegavano un po' di cose.

La sua visita a palazzo, non era stata casuale.

-Di cosa stai parlando Olivia?- disse una voce roca dietro di noi, alzai leggermente lo sguardo e incontrai i suoi occhi.

-Mio Principe, io e la principessa ci siamo scontrate sulle scale, stavamo solo discutendo su questioni matrimoniali- disse col tono più dolce e falso che potesse usare, avvicinandosi a Nathan.

-Ho sentito Olivia, di che lettera parlavi?- indagò Nathan.

-Non ha più importanza vostra altezza, una cosa del passato- aggiunsi io. Non permettendo a Olivia di peggiorare la situazione.

-Si che ha importanza, se c'entri tu ha importanza- ammise con fierezza.

Testardo. Il solito testardo.

-Olivia credeva che le lettere che voi mi portavate erano vostre, non sapendo che erano messaggi da parte di mio fratello Aron, assurda l'idea di lettere da parte vostra so per certo che Olivia ha intrappolato il vostro cuore e ne tiene cura.- dissi, con più sicurezza possibile.

-Ora scusate, vorrei fare un giro da sola, vi chiedo di non seguirmi fratello- aggiunsi, per sviare a quella conversazione alquanto stramba.

Senza aspettare ulteriore risposta, feci un inchino veloce e  mi girai trovandomi davanti mio padre, in fondo alla scalinata che mi aspettava.

-Cara, ricorda che più tardi dovrai andare al villaggio al posto mio, purtroppo sono impegnato assai oggi- mi disse, aiutandomi a scendere gli ultimi due scalini.

Manco fossi una bambina.

-Certo padre, faccio preparare la carrozza-

E anche qualche vestito, rimanere non aveva più importanza.

 

 

 


*******

Buongiorno a tutti!p>

Spero la storia vi stia piacendo, fatemi sapere.

-G.

 

   
 
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