Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Alya__2001    03/07/2021    0 recensioni
Claire non pensa al suo passato da troppo tempo. Vive in un paesino dell’Inghilterra in una serenità che non pensava avrebbe mai ottenuto.
Ma la serenità non è qualcosa che le appartiene.
Claire Salvatore non pensa al suo passato perché non ne ricorda la maggior parte.
Dal Capitolo 4:
- Non mi dite che siete sorpresi, o forse siete così ingenui da credere che bastasse un incantesimo di essiccazione per sconfi...
Le parole sembrarono morirgli in gola nel momento in cui Claire aprì la porta, più curiosa che spaventata da quelle parole. E la strega non poté non seguirlo, quando riconobbe quei tratti così familiari.
- Tu...
L'uomo sembrò riprendersi velocemente, mentre un ghigno gli si formava sulle labbra - non ci conosciamo e già sono il cattivo della situazione?
- Io ti conosco.
Un luccichio illuminò i suoi occhi blu, segno che aveva compreso tutto. Certo che lo conosceva, era lui l'uomo nei suoi sogni. Era stato quell'essere a riportarla lì.
- Mi stavo proprio chiedendo quando saresti arrivata a movimentare le cose – le prese la mano in un perfetto baciamano – Immortale.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie/Damon, Elena/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                             Capitolo 5
 



- Perché sei entrato nei miei sogni?

Klaus l’osservò con calma, quasi gustando quel momento, e Claire poté identificare in poco tempo che uomo fosse. Freddo, calcolatore, una macchina omicida che provava piacere nell’avere il controllo della situazione. La spaventava essere solo una marionetta nel grande palcoscenico che aveva già allestito.

Anche Damon sembrava silenzioso, perfino spaesato per come quegli avvenimenti stessero prendendo una piega sempre più confusionaria.

- E’ stata una strategia di guerra – rispose l’ibrido, sempre lentamente. Aveva in mano la situazione, e scommetteva che ne era molto soddisfatto visto che quelle erano le persone che avevano quasi messo fine alla sua millenaria vita.

Claire stava perdendo la pazienza. Voleva che parlasse, ora. Ma prima che potesse anche solo dirgli qualcosa il rumore della porta anticipò l’arrivo di suo fratello con al seguito Elena.

Appena la ragazza vide l’originale si pietrificò, sapeva della sua presenza ma qualcosa di troppo importante era successo tra loro perché bastasse solo questo a prepararla. Le parole che seguirono glielo confermarono.

- Elena, ma che piacevole sorpresa – la sua smorfia diceva esattamente il contrario, ma nonostante fosse circondato da quattro nemici non perdeva quell’aria rilassata e provocatoria – o forse dovrei chiamarti Petrova. Alla fine hai solo seguito il destino della tua antenata.

- Per questo dovresti ringraziare tua sorella, anche se ci terrei a farlo personalmente.

- Non serve, l’ho già punita a dovere. Inoltre abbiamo problemi più importanti al momento.

Claire deglutì a vuoto, non immaginando quale potesse essere la punizione. L’occhiata grave che si scambiarono i suoi fratelli non la rassicurò: quale pazzo fa del male ai suoi familiari?

- Sta per cominciare una guerra Salvatore, e mi duole dire che ho bisogno del vostro aiuto – la voce dell’originale spezzò quel silenzio pieno di parole, ma il suo sguardo non aveva ancora smesso di osservare la ragazza – in realtà di quello dell’Immortale.

Una risata palesemente finta si intromise nella conversazione, mentre Damon beveva un sorso di bourbon, per poco il bicchiere non si infranse nelle sue mani.

- E cosa ti fa pensare che aiuteremo te dopo tutto quello che ci hai fatto passare?

- Perché questa guerra ha come epicentro vostra sorella, e se non mi aiutate è certo che morirà.

In un attimo quella casa si riempì di un rumore, un rumore assordante, che destabilizzò la sua mente fino a farle sentire le ginocchia molli. Si sedette, cercando di sembrare calma, ma quello sguardo blu non lasciava la sua figura e Claire sapeva che aveva percepito la sua paura. Cosa significa tutto ciò? Quella storia non riguardava i suoi fratelli? E poi la sua morte? Non sapeva neanche cosa significava morire. I suoi erano lunghi sonni con sempre un risveglio, non poteva immaginarne uno eterno.

Disse la prima cosa stupida che le venne in mente, tutto al di fuori di quel silenzio – tu mi hai avvertito riguardo la loro morte – indicò Stefan e Damon, entrambi granitici di fronte quella notizia – non la mia.

- La loro morte sarà una delle conseguenze, se non fermiamo questa catastrofe. Ma tutto gira intorno a te, sapevo che non saresti mai venuta se uno sconosciuto avesse minacciato la tua, a quanto pare non certa, vita eterna.

La sua voce placò quel rumore assordante, quel rumore che non era altro che il suo cuore. Pompava forte, diffondendosi nelle sue vene, nel suo sangue, cercando di scappare da quella verità di cui non si era mai dovuta preoccupare.

- Perché?

Quella sola domanda si elevava sopra le altre, tutte confuse e veloci per essere formulate, ma sorprendentemente non fu lei a farla, Stefan la batté sul tempo.

Klaus finalmente distolse il suo sguardo, lasciandole un attimo di respiro da quell’intensità che si aggiungeva alle troppe informazioni accumulate in pochi minuti.

- Perché cosa, ripper?

La strega si girò istintivamente verso il fratello a quel nomignolo, ma lui scosse la testa come a dirle di non chiedere, o come a voler far sparire quel ricordo dalla sua mente.

- Perché mia sorella e soprattutto perché tu. Perché ci dovresti aiutare.

- Non aiuto voi, aiuto me stesso. Io e Hunter non abbiamo un ricordo piacevole l’uno dell’altro.

- Fammi indovinare, le hai ucciso la ragazza?

Claire si sorprese, non ricordava che Stefan fosse così sarcastico, ma probabilmente quell’uomo gli aveva fatto fin troppo per essere il solito calmo e gentile fratello minore.

- No – Klaus guardò il vuoto, probabilmente perso in un ricordo – ma vuole che paghi per delle scelte passate.

La strega ebbe un solo momento di esitazione, come se non volesse infrangere quel ricordo, prima di alzare lo sguardo – Vuole il mio potere, non è vero? Non è il primo e non sarà l’ultimo.

- Si, vuole il tuo potere. Ma non è come pensi. Dimentica tutti i deboli con cui hai avuto a che fare. Vuole ucciderti per essere l’unico Immortale in circolazione. Secondo lui se fosse come te potrebbe ucciderti, anche se non è certo. Nel frattempo però non aspetta, sta progettando un rituale per diventare come te.

- Un rituale? - chiese con un fil di voce. Tutta quella situazione le sembrava pazzesca. Anni e anni senza nessuno che sapesse di lei, che conoscesse la sua storia o come siano nati i suoi poteri e adesso un uomo sconosciuto era pronto a fare un rituale per essere come lei...per poi ucciderla.

- E tu come sai tutte queste cose? Non sarebbe la prima volta che ti allei con noi contro un nemico comune per poi tradirci e risucchiarci di tutto.

Elena si spostò dal muro a cui si era appoggiata, avanzando verso l’ibrido ad ogni parola pronunciata, dimostrando un coraggio che Claire non aveva notato in un primo momento. Inoltre le sue parole la fecero riflettere, portandola nello stato più completo di paranoia. Sembrava troppo dettagliato per star mentendo, ma come poteva fidarsi di lui? E se fosse in realtà un alleato di Hunter? Se non esistesse nessun Hunter? Si sentiva di impazzire lentamente.

- Le mie intenzioni sono sempre state chiare, doppelganger. Non ho mai negato di come volessi risucchiare ogni stilla del tuo sangue, per utilizzare le tue parole. Anche mentre lottavamo contro il vostro amico.

La bruna indietreggiò, come colpita. Non capì se per il suo discorso ragionevole, o per aver lanciato quel colpo basso al solo scopo di ferirla. Come era riuscito prima con lei. Era fin troppo bravo con le parole, sprizzava veleno da tutti i pori.

- Hunter è in circolazione da molti anni, e ti avrei richiamata prima se avessi saputo che era ancora vivo. Di recente l’ho scovato, e abbiamo avuto uno scontro. E’ troppo forte anche per me. Inoltre sono entrato, anche se per poco, nella sua mente. Uno dei passaggi del rituale è la morte di un essere immortale, e un originale, soprattutto un originale che odia, sarà molto sufficiente. Per adesso è l’unica cosa che so. Soddisfatti?

- Hai così paura di lui? Un banale stregone? - Stefan sembrava il più sospettoso dei tre, ma cercava comunque di ottenere più informazioni possibili dall’ibrido.

- Una volta non era così forte, ha qualcuno o qualcosa che lo aiuta. Ed è antico, antico più di me. Lo percepisco. Mi ha sconfitto in poco tempo, per fortuna ho sempre la mia cerchia di alleati, o sarei già tra le sue mani. E poi, se voi lattanti siete riusciti ad essiccarmi, lui potrebbe benissimo uccidermi.

- E toglimi una curiosità, Claire potrebbe farlo? Perché potrebbe essere l’unico motivo per provare un briciolo di affetto per lei.

Claire nonostante la situazione restituì un sorriso acido a Damon, che sembrava davvero convinto delle sue parole, ma era impossibile che fosse così potente. Lei non aveva mai avuto qualcuno che la istruisse, cercava di provarci ma senza esperienza anche essendo l’Immortale era al pari di qualsiasi normale strega.

- Si, in realtà si – rispose seriamente, forse per la prima volta da quando era entrato da quella porta – ma sicuramente non debole come ora, dovremo allenarti. In tutti i modi cercheremo di impedire che il rituale sia portato a termine, ma se così non fosse e le congetture di Hunter sono reali, tu sei l’unica speranza per poterlo uccidere.

Sentì un brivido carezzarle la schiena, e improvvisamente tutti i suoni scomparvero tranne la voce di quell’essere, quell’essere con quegli occhi così destabilizzanti – perché dovrei fidarmi di te? Non ti conosco e da quello che dicono i miei fratelli non sei un esempio di lealtà.

- Perché love, tutto ciò ha legato indissolubilmente le nostre anime, e perché sono la tua unica possibilità di sopravvivere… - sbatte le palpebre e tutto tornò alla normalità, tutti i suoni tornano ad infastidirla – quindi o collaboriamo e tenti di sopravvivere o ignori il mio avvertimento e ci condanni tutti a morte certa.

Claire rilasciò l’aria ma il peso sul suo cuore sembrava solo essersi intensificato. Non voleva smettere di battere forte, così come il mal di testa che le stava nascendo pian piano.

- E’ così terribile?

La voce di Stefan preannunciò una terribile sentenza, e senza che Claire lo sapesse, quell’inizio avrebbe cambiato del tutto la sua vita.

- L’ho sempre sottovalutato, la mia arroganza ha portato a questo – Klaus si alzò dalla poltrona, il corpo rigido – ma se non lo fermiamo in tempo potrebbe portare alla fine del mondo come lo conosciamo.

 

 

 

 

 

I colori macchiano ovunque, non importa cosa indossi, o quale carta da parati applichi. Uno schizzo e voilà, tutto finito.

Un po' come il sangue, quel colore così rugginoso era difficile da eliminare, e Hunter ringraziò che il corpo che stava rudemente lasciando cadere la sua vittima non fosse il suo.

Gli era bastato dettargli il suo ordine, ma purtroppo non aveva la possibilità di controllare in che modo lo avrebbe applicato, e l’eleganza nell’uccidere non era da tutti.

Un insulto alla morte stessa, così fiera ed elegante, superiore ad ogni piccolo insetto che camminava nella direzione che con un solo battito di ciglia avrebbe potuto cambiare per raggiungerla. Quanto bramava il suo potere, ma non per questo la gelida creatura incappucciata lo odiava. Oh no, lui era riuscito ad ingannarla come nessuno. Vampiri, ibridi, tutti nati dalla morte stessa. Aveva voluto sperimentare, giocare stufa delle solite tragedie, ma non era quello il suo destino. Il destino se l’era scritto da solo, e mancava poco perché in quel gioco battesse la morte.

- Non darti troppe arie, Hunter. Il gioco è nelle mie mani, e finché non avrò quello che abbiamo concordato le carte vincenti saranno di mia proprietà.

La figura quasi bianca, vaporosa, lo guardava dall’angolo più buio della stanza, osservandolo recitare parole in latino e sentendo ogni suo minimo pensiero.

- Ma certo Danielle...- Hunter sorrise con gli occhi ancora chiusi, il suo potere era così forte ormai da permettergli anche la distrazione che gli forniva lo spirito – sai è quasi fastidioso il fatto che tu possa leggere nella mia mente, mentre io invece no.

- Ti è stata data una scelta, ma eri troppo assetato dal potere e troppo spaventato dalla morte per rifiutare. E inoltre – con un singolo gesto della mano riprese il potere che gli aveva donato, facendogli perdere per un secondo il controllo sulla sua marionetta – non tirare troppo la corda, posso smettere in qualsiasi momento di essere la tua fonte di energia.

- Anche tu hai bisogno di me – le parole gli uscirono quasi come un ringhio, come un animale ferito.

Nel suo caso era il suo orgoglio ad essere ferito.

- Hai ragione ma...- un altro gesto e la sua pelle si raggrinzì, i suoi capelli divennero cenere, e lo stregone dovette appoggiarsi al tavolino intagliato in legno per non crollare al suolo – io ho il potere, non è vero?

Ormai Hunter sentiva la sua pelle frantumarsi, i suoi muscoli ridursi e le sue ossa sbriciolarsi. Stava diventando polvere, quello che sarebbe dovuto essere da molto tempo.

- Si...- riuscì a dire con un filo di voce – tu hai il potere.

Danielle lasciò cadere la mano e tutto tornò come prima, al posto di quel mucchio di ossa c’era di nuovo il ventenne pericoloso del suo tempo. I suoi occhi neri brulicavano di odio e rancore, ma i suoi pensieri dicevano ben altro, e lo spirito sorrise sentendoli.

- Non aver timore che io percepisca quanto mi odi. Questo sentimento deriva dalla paura, ed è molto meglio delle manie di grandezza che ho ascoltato poco prima – si allontanò di nuovo verso il suo buio anfratto, come una volpe che saggiamente aspetta il momento più opportuno per attaccare – ed ora torna al tuo lavoro.

Hunter osservò il sangue del colore della ruggine mentre ricominciava il suo incantesimo, chiuse gli occhi e davanti al suo viso si ritrovò il muro di un edificio molto noto in quella cittadina.

- Sarà un bel biglietto di presentazione. Voglio vederla in panico nel mentre che tu riprendi le forze.

Lo stregone non rispose, ma non poté evitare che un ghigno gli solcasse il viso, la posta in gioco valeva qualsiasi patimento.

Sentiva ancora bruciare il collo nel punto in cui Niklaus Mikaelson lo aveva morso, ma anche in quel caso lo sguardo sconcertato dell’ibrido quando aveva visto la ferita chiudersi come un banale taglio lo aveva inebriato e fatto dimenticare il dolore temporaneo.

Purtroppo il suo veleno lo aveva comunque indebolito, e non poteva permettersi di arrivare a Mystic Falls non al massimo delle forze. Stavano aspettando quel momento da troppo tempo.

Immerse una mano nel sangue e la alzò, e così fece il suo pupazzetto, pronto a scrivere.

- Questo sarà solo un assaggio di quello che gli faremo.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Alya__2001