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Autore: Undead    03/07/2021    0 recensioni
Dal diario di Clarisse viviamo brevi momenti relativi all'impresa effettuata da Percy, Annabeth e Grover, sia di quando erano in viaggio sia di quando tornano.
Poi abbandoneremo il diario e andremo a vivere una giornata un po' particolare tra Clarisse ed Annabeth.
Questa storia partecipa al contest "A Reality contest: Amici edition - contest fiume" indetto da BessieB sul forum.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Annabeth Chase, Clarisse La Rue
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ma tanto tutto questo un giorno passerà / Comunque vadano le cose qui con te / Va tutto bene
Giulia Molino - Va tutto bene
 
Rivelazioni?
 
(Diario di Clarisse durante l'impresa di Percy, Annabeth e Grover )

12/6
Annabeth è partita per un impresa, si è offerta volontaria per accompagnare Percy, il nuovo arrivato... il figlio di Poseidone.
Già lo detesto, mi ha messo in ridicolo ben due volte e si crede così speciale soltanto perché è figlio di uno dei pezzi grossi.
Lui però non ha nessuna preparazione, la sua è stata tutta fortuna. La fortuna di riuscire ad usare inconsciamente i poteri che suo padre gli ha trasmesso, lontano dall'acqua non avrebbe nessuna possibilità e quando tornerà, se tornerà, lo dimostrerò a tutto il campo. Sono io la regina delle battaglie e di certo un ragazzino che controlla l'acqua non mi porterà via il titolo.

14/6
Il campo è un casino, le fazioni che si sono create per sostenere Poseidone o Zeus, dopo essere venuti a conoscenza dell'imminente battaglia che potrà esserci tra i due, stanno facendo uscire di matto Chirone. Certo io non è che sono molto d'aiuto per calmare gli animi dato che spesso sono la prima a inneggiare le battaglie. Insomma devo pur trovare il modo di non pensare a tutte le cose terrificanti che potrebbero succederle là fuori, da sola, con un satiro inetto e il semidio che Zeus in persona, e pure Ade a quanto ho capito, vogliono uccidere più di tutti, oltre che essere perfettamente senza addestramento.
Ah insomma, nemmeno adesso voglio pensarci, lei è figlia di Atena e sicuramente avrà un piano e lo farà funzionare. Certo mi fa strano che abbia deciso di andare con Percy, insomma Atena e Poseidone si odiano... anche nelle nostre fazioni la casa di Atena, seppur la loro capogruppo è in missione con il figlio di Poseidone, si è schierata dalla parte di Zeus, insomma li capisco il contrario li avrebbe messi contro loro madre e non è mai una cosa buona mettersi contro un dio.
Spero che Atena non se la sia presa con Annabeth per essere andata in missione con Percy e che in caso di bisogno sia pronta ad aiutarla.

16/6
Oh no! Ho scoperto che la loro impresa implica andare nel regno dei morti, un posto dal quale non è per nulla facile uscire. Certo lei è forte, è tremendamente forte e abile ma questo potrebbe non bastare, spero che prima di buttarsi negli inferi abbia organizzato un piano, in questo lei è la migliore.
Devo dirglielo quando torna.
Devo dirle un sacco di cose quando torna...
Lei deve tornare.

21/6
Evvai, oggi sono così felice!! Annabeth è riuscita ad uscire dagli inferi.
La missione è giunta al termine anche se con non pochi ostacoli.
A momenti dovrebbe varcare la soglia del campo.
Quanto mi piacerebbe poterle correre incontro e abbracciarla quando torna, ma non succederà dovrò sforzarmi di fare l'antipatica con lei.
Ancora una volta. Per l'ultima volta.
 
 
***
 
(Diario di Clarisse post impresa)
4/7
Oggi ci sono i festeggiamenti per il compimento dell'impresa, da una parte sono felice di festeggiare Annabeth ma non posso esserlo esternamente e anche una parte dentro di me non lo è perchè quel maledetto Percy ha deriso mio padre, lo ha fatto passare per un imbranato nella sua specialità. La nostra casa da giorni, da quando si è saputa la notizia che il Dio della Guerra è stato sconfitto in battaglia dal figlio di Poseidone senza nemmeno un minimo di esperienza, viene derisa da tutti... certo noi ci sappiamo difendere e in poco tempo li facciamo e li continueremo a far tacere, dimostreremo ancora una volta a tutti che la battaglia è la nostra specialità.
Io dimostrerò a tutti che la battaglia è cosa mia e quel poppante non deve nemmeno provare ad intromettersi, ha solo avuto fortuna. Mio padre è stato costretto a fermarsi altrimenti Jackson non avrebbe avuto scampo.
Resterò in disparte, insieme ai miei fratelli e alle mie sorelle, aspetterò il momento giusto per parlare con Annabeth.
Sì lo so che da quando è tornata è passato molto tempo ma...
Tutti erano sempre attorno a lei e a Percy, tutti che facevano domande, non ho trovato il momento giusto.
Ho solo bisogno di un po' di tempo per riuscire a stare da sola con lei.
Non vorrei ammetterlo ma ho paura.
Ho paura che mi spezzi il cuore.



10/7
Non è nemmeno ancora l'alba ma questa notte non ho praticamente dormito, sta diventando sempre più complicato.
Nei miei pensieri è tornato un episodio di qualche mese fa quando ci stavamo allenando e io ed Annabeth ci siamo affrontate in duello. Cavolo quanto mi eccita battagliare con lei.
C'è stato un momento, mentre avevo preso il sopravvento e stavo per mettere fine alla battaglia, nel quale ho avuto un cedimento e per poco non rischiavo di permetterle di ribaltare la situazione.
L'avevo disarmata, sbattuta faccia al muro, poi bloccata tenendole fermo il braccio dietro la schiena, la lama sotto la gola... il mio corpo era appiccicato al suo e il suo profumo mi inebriava i sensi, inspirandolo avidamente ho allentato leggermente la presa permettendole di fare qualche movimento, se mi fossi lasciata abbagliare da lei ancora per qualche istante e non avessi scacciato, all'istante, dalla mente l'immagine della mia bocca sulla sua si sarebbe liberata, disarmandomi e mettendo me al muro. Il mio istinto da guerriera però ha, fortunatamente, avuto la meglio, ho ripreso il controllo delle mie emozioni, ristretto la presa e costretto Annabeth ad arrendersi.
Sono certa che vorrà una rivincita e sarò felicissima di concedergliela.
Anche se forse, dopo che le avrò parlato potrebbe preferire di non trovarsi per un po' corpo a corpo con me e questo mi dispiacerebbe molto.
Sì, perché ho deciso. Oggi le parlerò, le dichiarerò i miei veri sentimenti.
Spero di poter riportare aggiornamenti positivi.
 
 
***


Sorge il sole, il Campo pian piano si inizia a svegliare. Le prime attività inizieranno a momenti, un bel risveglio muscolare prima della colazione.
Nella casa V il mattino è sempre un trambusto ma oggi per me è solo un sottofondo lontano, sono pronta da parecchio ormai, mi sono piazzata alla finestra che da sulla porta della casa VI così da essere pronta ad uscire appena vedo Annabeth varcarne la soglia. Ho imparato a conoscerla e so che è sempre la prima ad uscire, come faccio io d'altronde e un po' tutti gli altri capo-casa, dobbiamo pur sempre dare il buon esempio.
Non devo aspettare molto, esco salutando i miei fratelli e le mie sorelle raccomandando loro di non perdere tempo e di raggiungere il Campo di addestramento, accelerando un po' il passo raggiungo Annabeth e. sfiorandole una spalle, le dico «Ehy». Lei si gira, pronta ad attaccare in caso di bisogno, quando vede che sono soltanto io, sbuffando mi dice «Che vuoi Clarisse?».
È arrivato il momento, devo solo trovare il modo di convincerla a darmi corda per un po'...
«Niente di particolare Chase, volevo solo proporti un combattimento, una rivincita. Solo tu ed io, sulla spiaggia.»
«Quando?»
«Adesso».
Mi guarda, vedo i suoi occhi analizzarmi, sta cercando di capire se nascondo qualcosa. Effettivamente sì, nascondo qualcosa, ma non lo ha capito in tutti questi anni e di certo non nascondo quello che sta cercando, quindi non troverà nulla.
Almeno spero.
«Con che armi? Non possiamo andarle a prendere in armeria e poi tornare indietro, perderemmo tempo e ci vedrebbero.»
Un sorrisetto tra il malizioso e il perfido appare sul mio viso mentre, estraendo due spade dai foderi che ho in cintola le dico «Con queste. Scegli pure quella che preferisci.»
«Ehm» un po' sospettosa prende le spade, le studia, le prova «prendo questa, non è un problema vero anche se è quella che usi sempre tu?»
Sta cercando di punzecchiarmi e questo mi piace, ma mi ha un po' deluso il fatto che un'osservatrice attenta come lei non si sia accorta che uso più o meno allo stesso modo entrambe, devo saperle maneggiare alla perfezione, anche simultaneamente, per essere pronta ad affrontare anche la più pericolosa delle imprese e i mostri più potenti.
«Certo, prendila pure» allungo la mano per farmi restituire l'altra e una volta afferrata le dico «ci muoviamo? Va a finire che poi facciamo tardi a colazione»
«Sì, sbrighiamoci!»
Nessuno, o quasi, si sarebbe accorto della nostra assenza al risveglio muscolare.
Arriviamo in spiaggia, come speravo era deserta, iniziamo il combattimento. Ogni volta che combatto con lei sento delle scariche pazzesche, non è solo adrenalina, il mio istinto per la battaglia, no è altro... è un qualcosa che mi scalda da dentro. Sono i suoi movimenti, le sue espressioni mentre mi attacca, il suo odore che diventa più forte, la nostra pelle che entra in contatto, i sudori che si mischiano, i respiri che diventano affanni. Lo trovo veramente inebriante, una goduria per tutti i miei sensi e succede solamente con lei, solo lei mi riesce ad accendere dentro.
Lo scontro è magnifico, forse il migliore che abbiamo mai avuto. Stiamo combattendo alla pari, durante l'impresa deve essere diventata più forte, la mia insistenza e forza non le fa lo stesso effetto che le faceva un mese fa, non sto però mettendo la massima potenza, non sto ancora attingendo a tutti i poteri di mio padre, voglio divertirmi ancora un po' prima...
Il sole si fa più intenso, gli altri ormai staranno per terminare la lezione, è il momento di concludere il combattimento.
Con una sterzata improvvisa le faccio perdere l'appoggio, mi avvento poi su di lei utilizzando il fisico, Annabeth riesce a mantenere l'equilibrio, le nostre spade si incrociano e inizia una battaglia di spinte. Per quanto lei sia forte però alla lunga non può competere con la mia stazza, la battaglia ci ha sfiancate e riesco finalmente a spostarla. Ormai siamo al termine, l'ho appena intrappolata tra me e un masso, districo le spade, facendole finire a terra entrambe, poi le blocco le braccia sopra la testa con una mano e con l'altra estraggo un coltellino puntandoglielo alla gola, premo ancora di più il mio corpo al suo e mi avvicino al suo orecchio «Annabeth io...» un'ondata mi travolge trascinandomi via e facendomi quasi affogare. Sono bocconi sul terreno e vedo una sagoma stagliarsi sopra di me, per istinto cerco di recuperare qualcosa da usare come arma e difendermi, la vista però è appannata e il fiato veramente corto. Sento indistintamente dei passi avvicinarsi e poi la sua voce «No Percy fermo! Ci stavamo allenando lasciala!»
«Cosa? Ma, ma eri in trappola, ti puntava il coltello alla gola?»
«Avevo appena perso, Testa d'alghe. Era il momento della resa, non mi avrebbe fatto del male.»
Percy si sposta, sento l'aria tornare pian piano nei polmoni, ma sono debole, estremamente debole, non riesco a muovermi o ad emettere suoni, le forme e i colori sono ancora indefiniti.
Sento che qualcuno si accovaccia accanto a me, con le poche forze che mi rimangono riesco a capire che si tratta di Annabeth, riconoscerei il suo odore ovunque e in qualsiasi circostanza.
«Clarisse? Ehy Clarisse mi senti?»
"Certo che ti sento", pensa il mio cervello dalla bocca però non esce alcun suono, non sono nemmeno sicura che si siano mosse le labbra.
«Percy dobbiamo portarla subito in infermeria» Annabeth mi passa le mani sotto al corpo e mi prende su, non aspetta una risposta di Percy, inizia ad incamminarsi in infermeria poi d'un tratto volta la testa, non sentendo altri passi seguirla e grida «Forza sbrigati, prendi le spade e seguimi, veloce!»
Non sembrava affatto che avessimo appena combattuto, non so da dove aveva tirato fuori tutta quella forza. Insomma non sono proprio un fringuello da trasportare.
Lui come risvegliatosi da una trance risponde «Sì, sì, certo subito».

«Forza Clarisse, resisti! Siamo quasi arrivate»
Respirare è sempre più difficile, ogni secondo che passa, ma sono tra le sue braccia, posso resistere ancora.
«Eccoci, ci siamo!» Annabeth fruga nei cassetti e dopo qualche istante riesce a trovare quello che stava cercando, una boccettina con del liquido ambrato.
«Clarisse, Clarisse, forza prendi del nettare! Vedrai che starai subito meglio»
A fatica deglutisco e sento scorrere lungo la gola il liquido magico, dopo qualche istante riesco anche a percepirne il sapore, quello di una bella bistecca al sangue.
Le forze iniziano a tornarmi, il respiro si fa regolare, la vista si spanna e quello che emerge dalla foschia è il bellissimo viso di Annabeth.
«Ehy» tento di dire con voce roca «Annabeth»
«Clarisse, come ti senti?»
«Meglio, grazie... quando mi riprendo però quello lo uccido»
«Sì, stai meglio» dice ridendo sollevata «Adesso riposati e domani sarai come nuova»
«Resta con me» i nostri occhi si incrociano e noto nel suo sguardo un po' di sgomento «ti prego.»
«Ehm va bene, avviso Chirone e poi torno» la guardo implorante, probabilmente le facevo anche un po' pena e un po' si sentiva in colpa perché aggiunge «te lo prometto.»
Rassicurata dalle sue parole chiudo gli occhi e lascio che Morfeo si impossessi di me e mi porti nel mondo dei sogni per abbandonarmi ad un sonno rigenerante.

Mi sveglio all'improvviso con un dolore inspiegabile al fianco, cerco di tirarmi un po' su, l'infermeria sembra deserta.
"Dov'è Annabeth".
Mi guardo intorno e ai piedi della mia brandina vedo una sagoma, è Annabeth, stesa a terra. Sforzandomi e ignorando il dolore mi accascio al pavimento accanto a lei, la ruoto, il suo respiro è debolissimo. Prendo la boccettina di nettare rimasta sul comodino, le lascio scorrere il liquido giù per la gola, in pochi istanti il respiro le torna regolare, apre gli occhi e di scatto si alza in piedi.
«Clarisse, stai bene?» cerca di alzarmi ma il dolore al fianco è ormai insopportabile, cedo ad un lamento sofferente, lei si accorge che ho la maglietta impregnata di sangue, si china e mi prende su, ancora una volta, di peso, mi fa sedere sulla brandina e mi dice «Mi spiace, non sono riuscita a fermarlo, non l'ho sentito arrivare.» la guardo interrogativa «Ora ci penso io a te, vedrai che guarirai. Ti farà un po' male, ma devo vedere la ferita.»
Senza aspettare una risposta o un commento, che comunque non avrei fatto, mi toglie la maglietta, cerco di trattenere i lamenti che ogni minimo movimento mi portano alla gola. Mi fa stendere, mi lava la ferita «Cavolo, è proprio un brutto taglio» l'analizza, corre per l'infermeria a prendere bende, pomate e tutto quello che le serve per medicarla. Io stringo i denti, non voglio farmi vedere troppo sofferente, devo essere forte, sono una guerriera in fondo. Quando però passa con l'ennesimo unguento non riesco a trattenermi e un piccolo grido roco scappa al mio controllo.
«Scusa» non avevo mai visto Annabeth così, aveva gli occhi gonfi e pieni di lacrime «ti prego Clarisse, scusami».
Prendendo un gran respiro e cercando di modulare la voce per non far percepire quanto facesse male le sussurro «Tranquilla Annabeth, va tutto bene. Finchè sei qui con me, qualsiasi cosa accada, va tutto bene.»
Silenzio. Attimi di un silenzio carico di tensione.
«Clarisse, è colpa mia se sei ridotta così. Ho... ho tardato a tornare. Dopo aver parlato con Chirone mi sono fermata al banchetto per prendere qualcosa da mangiare e non lo so, non ero all'erta, non mi sono resa conto che qualcuno mi faceva domande strane. Non so chi fosse, o forse non voglio immaginare che sia stato davvero lui.»
«Lui chi? Percy?»
«No... hai... hai per caso litigato con... con Luke?»
«Luke? No, non ho contatti con lui dalla caccia alla bandiera»
«Allora perchè?»
«Ehy Annabeth, guardami. Ti prego guardami.» Gira la testa e i nostri occhi si incrociano «Lascia perdere Luke, non mi importa perché lo ha fatto, ci penserò quando mi riprenderò. Vorrei solo che tu restassi qui con me. Ti prego.»
Annabeth si asciuga le lacrime «Certo, certo resto qua. Non vado da nessuna parte.»

Il resto della mattinata scorre abbastanza tranquillo, Annabeth non si è allontanata un momento da me, se non quel tanto che bastava per prendere nuove boccette di nettare e di ambrosia.
Con tutto quello che avevo già preso però ormai sarei dovuta essere in forma, invece la ferita non accennava a migliorare, anzi la sentivo se possibile peggiorare. Nel primo pomeriggio il dolore era di nuovo insopportabile.
«Annabeth, credo che la lama fosse avvelenata. Servono gli antidoti di Chirone.»
«Io, sì.... ci ho pensato anche io. Credo che tu abbia ragione ma io non voglio lasciarti.»
«Chiedi a qualcuno di chiamarlo, nemmeno io voglio che mi lasci.»
Dopo alcuni minuti Chirone entra nella tenda, fa scostare Annabeth e analizza la ferita, paciuga con i suoi intrugli e dopo aver rifasciato il tutto dice «Dovrei aver fermato il veleno, se tardavate ancora un po' probabilmente non avrei potuto fare nulla.» Ci guarda con il suo sguardo di disappunto e rimprovero «Non mi aspettavo che voi due non riconosceste subito una ferita avvelenata, forse dovrei rendere più partecipi anche i veterani alle lezioni teoriche.»
Noi stavamo per rispondere ma Chirone ci interrompe «Non voglio scuse o altro. Annabeth starai a sorvegliare e accudire Clarisse tutto il tempo necessario, se tutto va bene domani mattina dovrebbe essere di nuovo in grado di alzarsi e fare piccoli passi. Non voglio sentire obiezioni e quando si sarà ripresa vi aspetto per scambiare due chiacchiere nel mio ufficio e assegnarvi la giusta punizione.»
Io e Annabeth praticamente all'unisono rispodiamo «Sì, certo Chirone. Scusaci hai ragione.»
Il Centauro fa per andarsene ma Annabeth, come se le fosse tornato alla mente in quel momento lo ferma dicendo «Chirone! E Luke? È stato lui a ferire Clarisse.» Arrossendo specifica «Insomma dopo il combattimento di stamattina voglio dire.»
«Mi occuperò anche di lui, lo stiamo cercando, sembra essersene andato dal Campo. Sembra che anche la questione della Folgore e dell'Elmo siano causa sua.» Le nostre facce erano sbalordite ma prima che potessimo intervenire in alcun modo Chirone conclude «Non pensate a questo ora, ne riparleremo. Clarisse pensa a rimetterti e Annabeth fai in modo che vada tutto liscio. A domani mattina.»

Ero davvero stanchissima, facevo fatica a tenere gli occhi aperti ma volevo continuare a bearmi della semidea che avevo come infermiera personale, non volevo sprecare nemmeno un attimo del tempo che avevamo da passare insieme. Lei però era sempre in movimento, continuava a sistemare, spostare, controllare che le medicine, i cuscini, le bende fossero al loro posto e che facessero il loro dovere. Era una trottola e a seguirla mi veniva il mal di testa. Mi dispiace vederla così preoccupata e dispiaciuta ma allo stesso tempo mi fa piacere, insomma se fa così è perché a me ci tiene, almeno un po'... Però io non volevo che passasse tutto il suo, il nostro, tempo a correre di qua e di là, volevo che si fermasse lì con me. Così quando, dopo il suo millesimo giro a vuoto, si avvicina per chiedermi come sto le rispondo «Annabeth sto bene. Ti prego fermati. Vieni qui» le indico la sedia accanto alla mia brandina «Non serve che ti agiti così, dobbiamo solo aspettare che il rimedio di Chirone faccia effetto.»
«Cosa dovrei fare allora? Non sono brava a stare ferma a non fare nulla, dovresti saperlo bene.»
«Potresti tenermi la mano e vegliarmi mentre dormo, non vorrei dormire ma sto davvero crollando e...» divento tutta rossa, abbasso lo sguardo «... se percepisco la tua presenza, il tuo tocco, so che riposerei meglio.»
Annabeth mi guarda confusa «Clarisse ma sei sicura di stare bene? Ti rendi conto di quello che stai dicendo?»
«Sì, Annabeth.» La guardo nuovamente negli occhi «So perfettamente quello che dico, per favore resta qui con me. Poi quando sarà finita farò tutto quello che vuoi, promesso.»
La confusione non da cenno di andarsene dal viso di Annabeth però annuisce, si accomoda sulla sedia, l'avvicina alla brandina. Mi guarda e poi un po' esitante mi prende la mano.
Il mio cuore accelera il suo ritmo, le sorrido, chiudo gli occhi ma il sonno è come scomparso. Provo per un po' a regolare il respiro e il battito, ma senza grandi risultati, decido allora, sempre tenendo gli occhi chiusi, di provare ad aumentare il contatto. Allungo la mano libera verso le nostre intrecciate, sfioro l'unione e proseguo sull'avambraccio di Annabeth, con le dita le lascio delle piccole carezze, in un primo momento la sento irrigidirsi, poi però si lascia andare alla piacevole sensazione e sento che le scorre un brivido lungo la schiena.  
L'imbarazzo è diminuito e il sonno sta tornando, sento il respiro farsi più pesante, così come le palpebre già chiuse. Poco prima di farmi abbracciare da Morfeo sento le dita di Annabeth sfiorarmi il viso, mi sposta i capelli dietro l'orecchio e con le dita delinea il mio profilo, arrivando fino al collo per poi risalire, questa volta sono io ad avvertire un brivido di piacere lungo la schiena.

La mano di Annabeth continua a disegnare il mio corpo, non si ferma però più al collo, continua a scendere, salire e riscendere provocandomi continui brividi. Le nostre mani, nel frattempo, si sono lasciate per consentirci maggiore movimento. Mi giro su un fianco e mi sposto un po' indietro per lasciarle lo spazio di stendersi accanto a me.
Ora siamo l'una accanto all'altra, corpo contro corpo, una delle mie mani scorre tra i suoi capelli mentre l'altra, partendo da quella che lei ha ferma sul mio fianco, la sfiora fino al collo, per poi delinearle il viso, scendere ancora per il collo e poi verso il suo petto.
Le nostre gambe sono un meraviglioso groviglio.
L'odore di lei mi riempie le narici, la voglia di baciarla è sempre più forte.
Mi avvicino ancora di più, ora siamo praticamente pelle contro pelle, solo un leggero strato di stoffa ci separa. Con la mano che ho tra i suoi capelli la stringo più forte, bloccandole ogni movimento, il mio viso si avvicina al suo, le nostre labbra sono ormai quasi a contatto, mi faccio passare la lingua sul labbro e lei si morde il suo.
Finalmente le nostre labbra entrano in contatto, un'esplosione bollente divampa nel mio petto, mi sento al settimo cielo, come se avessi vinto una battaglia impossibile tutta da sola.
Il bacio prosegue, sento che anche lei apprezza, è arrivato il momento di far danzare le lingue, in modo dolce e sensuale sfioro la sua che subito accetta l'invito per il ballo.
Anche le nostre mani hanno intrapreso una danza lungo i nostri corpi, che chiedono sempre più carezze l'una dell'altra.
Dopo un tempo che sembra brevissimo ma infinito, interrompiamo il bacio per poter intrecciare i nostri occhi, alla vista del meraviglioso grigio dei suoi non riesco a trattenere il sorriso che mi si apre in faccia e mi fa sembrare una ragazzina innamorata.
Ma in fondo è questo che sono...


«Ti amo Annabeth» dico mentre mi risveglio con il sorriso ancora stampato in faccia.
Nessuna risposta, solo buio e silenzio.
Quando mi riprendo e mi sveglio meglio mi accorgo che lei non è stesa accanto a me.
È ancora seduta che mi tiene la mano.
È stato solo un sogno...
Lei sta dormendo, non ha sentito quello che le ho appena detto, o almeno non sembra. Forse è meglio così, in fondo la sicurezza in quelle parole erano frutto di un sogno, bellissimo certo, ma pur sempre un sogno. Meglio dirle quello che provo in maniera più sottile e indiretta.
Se invece avesse sentito sarebbe fatta e spetterebbe a lei la prossima mossa.
O forse dovrei lanciarmi e basta.
Sì, farò così. Domani mattina quando ci svegliamo la bacio e vediamo che succede.
Dopo aver deciso cosa fare intreccio meglio la mia mano a quella di Annabeth, richiudo gli occhi e tento nuovamente di immergermi nel mondo dei sogni.
 

Questa storia partecipa al contest fiume "A reality contest: Amici Edition" indetto da Gaia Bessie sul forum di EFP. L'obiettivo è di scrivere tre storie con tre pacchetti diversi - esclusivi - ispirati ai cantanti di Amici di Maria de Filippi. Il mio pacchetto è: 
2) Giulia Molino: Ma tanto tutto questo un giorno passerà | Comunque vadano le cose qui con te |Va tutto bene (Va tutto bene)
Obbligo: fluff
Bonus:
“Generale” (F. De André) cantata da Gaia Gozzi → prompt: è quasi amore


NOTE:
Non so bene come sia venuta fuori questa storia, l'idea iniziale non era proprio così ma le parole sono uscite e la storia si è scritta, come sempre, da sola.
Negli avvertimenti ho inserito OOC anche se personalmente non lo considereri veramente OOC dato che trovo il carattere burbero e duro di Clarisse principalmente una facciata e che in realtà sia molto fragile e romantica. Probabilmente ci può stare maggiormente per il fatto di aver modificato l'orientamento sessuale.
Ma ehy siamo nelle FF se non si cambiano orientamenti o coppie canon non saremmo qui ahahah
E non so perché ma io Clarisse ed Annabeth ce le vedrei proprio bene insieme.
Detto questo spero che questa OS possa piacere a qualcuno.
   
 
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