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Bussano alla porta, mentre io sono ancora “abbagliata” dalle fotografie <
La porta è chiusa e da dentro proviene una musica assordante che, anche se non sono particolarmente ferrata in fatto di generi musicali, oserei dire metal. Macy prova a bussare, ma com’era prevedibile il fracasso impedisce a Maggie di sentire il lieve toc-toc, così naturalmente non ci risponde. Di conseguenza sono io ad avvicinarmi alla porta e provare ad abbassare la maniglia. Ma non succede niente. La porta è chiusa a chiave. Impreco tra me e me, poi comincio a battere forsennatamente i pugni sul battente. <
Passa un minuto, poi ne passano due <
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È veramente incredibile come il tempo voli quando ci si diverte, ma soprattutto quando si è in buona compagnia. <
Presumo che il bagno sia in fondo al corridoio, eppure quando vi arrivo esito. Ci sono tre porte: una di fronte a me, una alla mia destra e una a sinistra, ma nessuna indicazione. Mi domando quale sia quella giusta, non vorrei sbagliare a fare qualche brutta figura. Il mio potere non mi sarebbe di nessun aiuto, perciò decido di ricorrere al vecchio trucco, quello di accostare l’orecchio ad ogni porta, una alla volta, e captare eventuali rumori all’interno. Da quella di destra non proviene alcun suono, così come da quella centrale. Diversamente da sinistra proviene un rumore a cadenza regolare, come di un rubinetto chiuso male che gocciola acqua nel lavandino. Percependo un rumore paragonabile appunto a quello di un rubinetto, credo che sia la porta giusta che conduce alla toilette, perciò, senza essere minimamente sfiorata dall’idea che sarebbe opportuno bussare, entro.
Non capisco bene dove sono finita, ma sono fermamente convinta che questa stanza non sia per nulla simile a una sala da bagno. Al contrario mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, all’epoca dei grandi saloni letterari, poiché di fronte a me si apre una sala rotonda con un’immensa libreria e un enorme tavolo di mogano al centro. Sono incuriosita, i libri mi hanno sempre affascinata. Mi avvicino a volumi disposti in ordine alfabetico e tutti impolverati. Vago con lo sguardo alla ricerca di un titolo quantomeno familiare, ma molti sembrano essere scritti in altre lingue, anche se non saprei dire quali. Una stella a cinque punte, incisa sul dorso di un libro rosso carminio, attrae il mio sguardo, ricordandomi il pentacolo inciso sulla copertina di alcuni libri di incantesimi della Wicca. Anche questo volume è rivestito da uno strato di polvere e prima di estrarlo per dargli un’occhiata più da vicino – sono così curiosa che non riuscirei proprio a trattenermi – vi soffio sopra. Verosimilmente un qualche granello di polvere mi finisce nelle narici, facendomi starnutire non una, ma ben tre volte. Da un punto indistinto nella penombra, una voce dure domanda <