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Autore: OrderMade96    04/07/2021    1 recensioni
Il compleanno di Stiles si avvicina e il branco decide di organizzargli una festa.
Derek si propone per pensare alla torta. Ne preparerà una lui stesso.
Quanto potrà mai essere difficile?
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek/Stiles
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Derek è quasi nel panico mentre fissa il casino imbiancato che lo circonda.

Sta stringendo i resti cartacei di una confezione di farina, il cui contenuto è sparso per la maggior parte sul pavimento del suo appartamento e ricoprendolo da capo a piedi. Piccoli granelli svolazzano ancora nell’aria dopo che il pacco gli si è praticamente disintegrato tra le mani.

Non pensava che preparare una torta sarebbe stato così difficile quando aveva proposto di cucinarne una per il compleanno di Stiles. 

Quando Scott aveva fatto notare che la data si stava avvicinando e che il ragazzo sarebbe tornato dal college la settimana seguente per una breve pausa dagli studi, i membri del branco ancora residenti a Beacon Hills si erano subito messi in moto per organizzare una festa a sorpresa.

Lydia si era autoincaricata dell’organizzazione, come sempre, nonostante fosse a chilometri di distanza. Avrebbe monitorato la preparazione della festa via skype e poi avrebbe apportato le ultime modifiche quando sarebbe tornata in città il giorno prima dell’arrivo del festeggiato, senza esimersi dal rimproverare chiunque per eventuali errori o trasgressioni alle sue precise direttive.

Liam, Mason e Corey erano stati incaricati di fare la spesa. Armati di carta di credito - gentilmente offerta da Derek - avevano svaligiato le corsie del supermercato, tornando a casa Mccall con un quantitativo di cibo sufficiente per sfamare un plotone di marines o un branco di lupi mannari affamati poco più che adolescenti. 

Malia, sotto diretto ordine di Lydia, aveva poi trascinato Derek a scegliere un regalo da parte di tutto il gruppo.

Dopo ore di ricerche e battibecchi su quale sarebbe stato il dono più apprezzato, avevano concordato per acquistare qualcosa di utile, pensando di prendere a Stiles uno zaino nuovo. Il ragazzo continuava ad usare quello che aveva avuto alle superiori, dichiarando ostinatamente di non aver bisogno di uno zaino nuovo, ma la cartella aveva visto giorni migliori. Derek aveva mandato un messaggio con la loro idea al resto del gruppo e tutti avevano concordato che fosse una buona idea. Malia aveva proposto di acquistare uno zaino di Batman, sollevando in aria nel negozio quello che era chiaramente uno zainetto per bambini delle elementari. Derek si era limitato a scuotere la testa con un sospiro rassegnato, indirizzandola verso la parete opposta dove erano appesi zaini più sobri e professionali. Non perché fosse contrario all’idea di regalare al ragazzo qualcosa di tematico, ma avrebbe preferito evitare di dare ai suoi compagni di corso una scusa per prenderlo in giro. 

Alla fine erano usciti dal negozio con un serissimo zaino nero e grigio. 

È noioso. Si era lamentata per tutto il tempo Malia mentre tornavano alla macchina, lanciando occhiatacce al loro acquisto nella busta.

Vedrai che lo apprezzerà. Aveva cercato di rassicurarla Derek, nonostante anche lui avesse come la sensazione che mancasse qualcosa, un tocco personale per rendere speciale e unico il regalo.

Mentre tornavano all’appartamento di Derek, un negozio di ricami cattura l’attenzione del lupo mannaro, facendogli premere il freno della camaro con decisione per fermarsi. 

Che problema c’è ora? Derek, voglio tornare a casa, ho fame. Aveva sbuffato la ragazza seduta sul sedile del passeggero. 

Derek non aveva risposto, recuperando la busta dell'acquisto dal sedile posteriore, entrando nel negozio ad una velocità sovrumana.

Ne era uscito quindici minuti dopo con un sorriso soddisfatto dipinto sul viso barbuto.

Malia lo aveva folgorato con lo sguardo quando era montato nuovamente in macchina, ma un rapido controllo alle modifiche apportate allo zaino era stato sufficiente per far evaporare tutta la rabbia per essere stata abbandonata ad aspettare in macchina.

Ora si che lo apprezzerà. Aveva sentenziato con approvazione. 

Tutti insieme avevano poi addobbato con festoni e lanterne di cartapesta il giardino sul retro di casa Mccall, dove si sarebbe tenuta la festa per gentile e entusiasta concessione di Melissa.

Scott era stato dunque incaricato di tenere impegnato Stiles al suo arrivo finché tutto non fosse stato pronto. Ciò comprendeva andarlo a prendere in aeroporto quel sabato mattina, portarlo a casa sua e convincerlo a restarvi per qualche ora fino al segnale di Lydia.  

L’unico dettaglio ancora mancante all’appello era la torta di compleanno.

Posso farne una. Si era fatto avanti quando insieme agli altri stavano decidendo che tipo di dolce ordinare in pasticceria.

Sei sicuro di non volerne ordinare una? Lo aveva ammonito Lydia con i suoi severi occhi verdi. 

Si, nessun problema. Aveva dichiarato lì per lì Derek, sicuro delle proprie capacità.

Era stato sempre abbastanza bravo in cucina. 

Quando era più giovane, si era divertito spesso ad aiutare sua madre ai fornelli, cucinando per la sua numerosa famiglia, studiando le ricette del vecchio libro della bisnonna Hale. Anche in seguito, dopo l’incendio, aveva continuato a cucinare per se stesso e Laura quando si erano stabiliti a New York. Soprattutto perché l’unica cosa che Laura era in grado di non bruciare erano mac and cheese precotti. 

Ma ora, tutta l’esperienza accumulata negli anni e la sua bravura sembravano essere sparite. 

Derek si passa con frustrazione una mano infarinata nei capelli corvini. Il suo telefono vibra nella tasca dei jeans con l’arrivo di un messaggio. È da parte di Scott e nel gruppo che avevano creato su whatsapp per coordinare l’operazione.

 

Da Scott: Missione recupero festeggiato compiuta. Saremo in città tra meno di un’ora ;) 

Da Lydia: Eccellente. 

Da Lydia: Tutti gli altri, vi voglio a casa Mccall per l’orario stabilito. Nessuno osi creare problemi o avrò la sua testa in un piatto questa sera al posto della bistecca. 

 

Derek deglutisce pesantemente mentre legge la minaccia della banshee. Lydia lo avrebbe ucciso. 

Sospira, lanciando un’occhiata esasperata all’orologio. Ha circa tre ore di margine prima di essere ufficialmente nominato come quello che ha rovinato il compleanno di Stiles. Appena il tempo sufficiente per correre a comprare un nuovo pacco di farina, tornare a casa e riprendere a cucinare. Oppure chiamare una pasticceria e ordinare una torta all’ultimo minuto, corrompendoli con qualche centinaio di dollari di mancia in cambio del favore. 

Sapeva che se avesse scelto questa alternativa, Lydia lo avrebbe perseguitato a vita con le sue frecciatine, ma almeno sarebbe sopravvissuto, no? 

No. Quello che Derek doveva fare, era sbrigarsi a prendere le chiavi della sua camaro e andare al supermercato, ignorare gli sguardi divertiti dei presenti e prendere un dannato pacco di farina 00. 

Di certo non si aspettava di incontrare suo zio Peter in fila alla cassa. 

"Che ti è successo, caro nipote? Hai litigato con l'uomo focaccina?" Lo sfotte suo zio, alzando il cellulare per scattare una foto, ignorando il suo ringhio di avvertimento.

Non ha tempo da perdere con Peter al momento, perciò si costringe ad ignorare il fastidioso ghigno divertito che l’uomo gli rivolge, ripromettendosi di cancellare la fotografia sul suo cellulare alla prima occasione utile. 

Una volta tornato a casa, adagia il nuovo pacco di farina sul pianale della cucina con tutta la cura di cui è capace. Ha ricontrollato la confezione venti volte prima di acquistarla, quindi questa volta spera di evitare un altro spiacevole incidente. 

Il resto degli ingredienti è ancora al suo posto, dove li aveva lasciati.

 

Devil's Food Cake

  • 425g di Farina di tipo 00

  • 4 uova da utilizzare a temperatura ambiente

  • 2g di sale fino

  • 425g di zucchero

  • 65g di cacao amaro in polvere

  • 1 baccello di vaniglia

  • 340g di burro

  • 5g di bicarbonato

  • 175ml di acqua

  • 750ml di panna fresca

  • 750g di cioccolato fondente

 

Cita un foglietto strappato e mezzo accartocciato, di fianco alle uova. Derek tira un profondo respiro calmante prima di rimettersi all'opera. 

Per prima cosa, scioglie il burro e inizia a sbatterlo ,aggiungendo gradualmente zucchero e vaniglia quando il composto diventa chiaro e spumoso. Continuando a sbattere, aggiunge le quattro uova tenute a temperatura ambiente. 

Lascia il composto da parte e recupera una ciotola in cui mescola il cacao in acqua bollente, stando ben attento a non formare grumi. Quando la crema di cacao si è raffreddata, la aggiunge al composto e unisce farina, sale e bicarbonato, avendo cura di setacciare quest'ultimi.

Infine prende tre tortiere che aveva precedentemente imburrato e vi cola l'impasto, mettendole a cuocere nel forno caldo a 180 gradi.

Ora ha circa 30-35 minuti di autonomia prima che i tre soffici piani di pan di spagna cioccolatosi siano pronti e decide di passare questo tempo a preparare la crema per la farcitura. 

Recupera un tegame capiente e ci versa la panna, riscaldandola fin quasi a sfiorare il bollore. Poi aggiunge il cioccolato fondente e mescola fino ad ottenere un composto omogeneo che lascia a raffreddare, mescolandolo ogni tot minuti finché non è pronto per essere riposto in frigo così da raggiungere una consistenza solida e spalmabile. 

Nel frattempo, i tre dischi hanno finito di cuocere e Derek li tira fuori per lasciarli raffreddare su una gratella rivestita di carta forno. 

Dopo un'ora e passa di faticosa tribolazione, l'unica cosa che gli resta da fare è assemblare la torta. Che non avrebbe richiesto un gran sforzo, fortunatamente. Doveva solo cospargere i tre ripiani di crema e ricoprirli grezzamente con altra crema. Un gioco da ragazzi.

Venti minuti più tardi, la torta si erge orgogliosamente al centro di un piatto di plastica argentato, pronta per essere mangiata. Derek la impacchetta con attenzione nella scatola, preparandola per il viaggio e finalmente si concede di tirare un enorme sospiro di sollievo. Ce l'aveva fatta. 

Si strofina il sudore dalla fronte usando il braccio, storcendo il naso. 

Poteva sentire la pelle tirare dove pastella secca gli sporcava mani e avambracci, inoltre la cute sulla testa iniziava a prudergli a causa della farina tra i capelli e aveva macchie di cioccolata su tutti i vestiti. Per concludere la sua cucina sembrava un vero campo di battaglia, ma a quello avrebbe potuto pensare più tardi.

Doveva decisamente fare una doccia. 

Controlla l'orologio e nota di non essere ancora in ritardo, nonostante le lancette siano pericolosamente vicine all'orario stabilito per l'incontro. 

Avrebbe dovuto fare una doccia veloce, indossare la prima maglietta pulita e il paio di jeans che avrebbe afferrato dall'armadio e poi correre dai Mccall il più rapidamente possibile.

 

Da Malia: Dove diamine sei? Lydia sta andando fuori di testa. 

 

Rimprovera il messaggio che legge mentre cerca di infilarsi contemporaneamente maglia e pantaloni. 

 

Da Derek: Sarò lì in dieci minuti. 

 

Digita freneticamente in risposta, infilandosi le scarpe da ginnastica. 

Il suo appartamento non è molto distante dalla sua destinazione ma lui preme lo stesso sull’acceleratore per riuscire ad arrivare il prima possibile.  

Viene fermato da uno dei nuovi vice dello sceriffo, che purtroppo per lui non conosce ancora e non riesce ad affascinare con un sorriso, ricevendo una multa e una bella lavata di capo prima di essere lasciato andare. 

Quando finalmente raggiunge la casa, una Lydia su tutte le furie gli apre la porta.

“Avevo detto alle cinque, Derek. Sono quasi le sei e la cena è quasi pronta...” Comincia a rimproverare la ragazza, mantenendo la voce bassa per non farsi sentire dagli ospiti nell’altra stanza. 

“Lo so. Mi dispiace.” La ferma rapidamente il lupo mannaro, veramente dispiaciuto.

Lydia sospira esasperata, togliendogli di mano la scatola con la torta.

“Stiles non la smetteva di chiedere dove fossi.” Lo informa la banshee, piegando le labbra in un sorriso cospiratorio. “Corri a salutarlo prima che debba minacciarlo nuovamente di non fargli scartare i suoi regali.” 

Derek sbuffa divertito, sorpassandola per raggiungere il resto del branco. 

Non ha bisogno di chiederle dove si trovi Stiles, il suo corpo sembra muoversi con il pilota automatico, seguendo la scia di familiare profumo di cannella, bagnoschiuma al pino silvestre e Adderall. 

Mason e Corey lo salutano con un cenno della mano dal loro posto sul divano quando li incrocia nel salone, superandoli per uscire in veranda, rintracciando la maggior parte degli invitati che si trova sparsa per il giardino. 

Chris Argent sta aiutando lo sceriffo a cuocere la carne sulla griglia, mentre Melissa e Liam passano loro i piatti da riempire.

Il resto del gruppo è seduto a un enorme tavolo da picnic, chiacchierando animatamente. 

Stiles è seduto di fianco a Scott, reggendo una birra in una mano, mentre l’altra è appoggiata sulla spalla del migliore amico. Indossa dei semplici blue jeans e una t-shirt rossa aderente che si aggrappa perfettamente intorno alle spalle e ai bicipiti tonici. I suoi capelli castani sono leggermente scompigliati e ha la testa gettata indietro ad esporre la gola pallida mentre ride sguaiatamente, piccole lacrime che affiorano ai lati degli occhi ambrati. 

Un brontolio felice rimbomba nel petto del lupo mannaro. 

Gli era davvero mancato il suono della sua risata. 

“Ehi.” Saluta con un mezzo sorriso quando raggiunge la tavolata. 

“Derek!” Ricambia gioiosamente Stiles, alzandosi scompostamente per abbracciarlo, finendo per poco con il trascinarsi dietro la tovaglia e tutto quello che vi era posato sopra nel movimento. “Dov’eri finito? Avevo iniziato a pensare che non venissi.” Brontola il ragazzo, corrucciato. 

“Stiles, sei ubriaco?” Chiede Derek, alzando un folto sopracciglio.

“No!” Risponde contrariato Stiles, barcollando sui suoi piedi. “Ok, forse un po’.” Concede, ridacchiando in imbarazzo. 

Derek sospira, sorreggendo il giovane con una mano sul fianco mentre lo aiuta a risedersi. “Quanto ha bevuto?” Domanda accigliato a Scott.

“Amico, non ne ho idea. È difficile tenere il conto per qualcun altro quando state bevendo insieme e tu effettivamente non puoi ubriacarti.” Si discolpa l’altro, rivolgendogli il suo miglior sguardo da cucciolo. 

Derek alza gli occhi al cielo per la sua mancanza di responsabilità. Scott poteva anche essere un bravo alpha, ma a volte non era altro che un idiota. Passa un bicchiere pieno zeppo d’acqua a Stiles e gli ordina di berlo, sentendo lo sceriffo sospirare pesantemente alle loro spalle. 

“Qualcuno tolga la birra a mio figlio, per carità.” Implora Noah, reggendo un vassoio pieno di costolette.

“Sono legale, papà. Non puoi impedirmi di bere.” Fa notare il ragazzo, incrociando le braccia in tutta la sua orgogliosa maturità da ventunenne. 

“Puoi tornare a bere quando avrai del cibo nello stomaco.” Impone Derek, mettendogli di fronte un piatto carico di cibo. Il ragazzo non protesta, la sua attenzione rubata totalmente dall’invitante montagna di carne che gli riempie il piatto. 

Si riuniscono tutti per cenare, divorando rapidamente una portata dopo l’altra, parlando vivacemente di tutto e niente tra un boccone e l’altro. 

Stiles racconta loro della sua vita al college, del suo fastidioso compagno di stanza che ogni sera rientra con al seguito una ragazza diversa e di come lui sia costretto a sgattaiolare dai suoi amici Nathan e Kevin in fondo al corridoio, altrimenti sarebbe costretto ad assistere allo spettacolino della coppia pronta a far sesso davanti ai suoi occhi, fregandosene bellamente della sua presenza.

“Vado a prendere la torta.” Annuncia Melissa a fine cena, alzandosi dal tavolo. 

“Aspetta, ti do una mano.” Offre gentilmente Derek, seguendola in cucina.

Tornano fuori poco dopo con la Devil’s food cake, due grandi candeline blu con i numeri due e uno accese su di essa, dando il via al canto di tanti auguri. 

Stiles spegne le candeline con un energico soffio e taglia la torta cercando di spartirla in fette più o meno uguali. Se qualcuno nota che Derek conserva per il ragazzo la fetta più grande, nessuno lo commenta.

“Gesù Derek, è deliziosa.” Geme con apprezzamento Malia intorno alla forchetta. 

“Linguaggio.” Rimproverano in coro Chris, Melissa e John. 

Stiles lancia a tutti loro uno sguardo confuso.

“Quando ho chiesto chi si sarebbe occupato di ordinare la torta, Derek si è offerto di farne una.” Spiega pazientemente Lydia, rispondendo alla sua muta domanda. 

“Davvero l’hai fatta tu?” Stiles si volta verso Derek con grandi occhi sorpresi. 

Il lupo mannaro annuisce, incapace di rispondere verbalmente per l’imbarazzo. 

“Grazie. È stato un pensiero davvero carino.” Dichiara il giovane, sorridendo dolcemente. “La mamma era solita preparare ogni anno una torta diversa per il mio compleanno.” Aggiunge con un soffio di voce, in una timida confidenza privata.

Derek gli stringe il ginocchio sotto il tavolo, comprensivo.

Quando arriva il momento dei regali, Stiles sta vibrando di eccitazione. 

Ci sono diversi pacchi disposti in una piramide colorata di fronte a lui, pronti ad essere scartati. Evidentemente nessuno sembrava essersi attenuto alla regola dell’unico regalo di gruppo, comprando anche qualcos’altro di personale per il festeggiato. Derek si morde l’interno della guancia, rimproverandosi mentalmente per non aver fatto lo stesso. 

Stiles decide di aprire i regali in ordine di grandezza. Il primo è una semplice busta da lettere, contenente un biglietto per il comicon di San Diego, da parte di suo padre. Poi è il turno di una busta rossa, con un videogioco da parte di Scott. Malia gli passa un piccolo pacco viola, con una confezione di puntine a forma di teste di mostri vari, che strappa una risata a tutto il gruppo. Lydia gli porge una elegante busta nera, regalandogli un profumo. Riceve un vecchio tomo in greco antico - che non vede l’ora di tradurre - da Chris Argent e Melissa gli regala un nuovo paio di cuffie per sostituire quelle che aveva perso il mese scorso. Liam, Mason e Corey gli lanciano un grosso pacco morbido, avvolto in carta regalo degli avengers, con dentro una nuova felpa con cappuccio. Infine è il turno del grande pacco azzurro contenente il regalo da parte di tutto il gruppo. 

Stiles resta senza parole quando stringe tra le mani lo zaino. L’oggetto in sé è bello e gli sarà sicuramente utile al college, ma quello che più lo sorprende e minaccia di fargli lacrimare gli occhi per la commozione, sono i due simboli grigio argentei ricamati sui laterali neri. A sinistra fanno capolino due cerchi, uno più piccolo all’interno di un altro più grande, identici al tatuaggio che Scott ha sul braccio e che è divenuto col tempo il simbolo del loro branco. Dall’altro lato, un triskelion, identico a quello che Derek ha tatuato sulla schiena. 

Stiles passa le dita affusolate con riverenza sui due simboli, sorridendo lacrimevole. 

“Di chi è stata l’idea di questi?” Domanda il ragazzo, alzando lo sguardo sugli amici. 

Malia da un pugno sulla spalla di Derek, sorridendo.

“Così ci avrai sempre a guardarti le spalle.” Borbotta Derek.

Stiles non resiste e lo trascina in un abbraccio stretto. “Grazie, Der.” 

“Prego.” Risponde il lupo, inspirando il suo odore. “Anche se il regalo è da parte di tutti quanti.” Ricorda Derek, cercando di nascondere il suo imbarazzo mentre le braccia del ragazzo di cui è segretamente innamorato da anni gli circondano il collo.  

Il telefono di Stiles squilla nella tasca anteriore dei suoi pantaloni, interrompendo il momento. 

Il ragazzo recupera l'apparecchio per controllare il messaggio ricevuto da un numero sconosciuto, scoppiando improvvisamente a ridere.

“Perchè stai ridendo?” Domanda Scott, avvicinandosi alle sue spalle per curiosare, finendo a ridere anche lui.

Tutto il gruppo si avvicina allora al ragazzo, incuriosito.

Sullo schermo del cellulare di Stiles spunta la faccia infarinata e incazzata di Derek, in fila al supermercato. Sotto un messaggio dice ‘Buon compleanno Stiles. -P’.

“Peter.” Ringhia Derek, cercando di afferrare il telefono del ragazzo per cancellare la maledetta foto che suo zio gli aveva scattato.  

“Giù le mani, sourwolf!” Lo scaccia via Stiles, nascondendosi dietro a Scott per usarlo come scudo.

“Dammi quel dannato cellulare, Stiles.” Intima Derek, allungando la mano. Stiles ribatte facendogli la linguaccia, infilandosi il cellulare in tasca. “Stiles! Cancella quella maledetta foto, ora!” Ringhia il lupo, cercando di eludere Scott per raggiungerlo. 

“Mai! È il mio prezioso tesoro ora.” Rimbecca Stiles, muovendosi a zigzag nel giardino, trascinandosi dietro il suo migliore amico.

“Ragazzi, potreste lasciarmi fuori da questo?” Si lamenta l’alpha, venendo sballottolato da un lato all’altro dalle mani di entrambi. “Ahia! Derek, rinfodera gli artigli.” Ruggisce Scott, osservando il graffio sul braccio lasciato dagli artigli di Derek sparire rapidamente grazie alla sua guarigione soprannaturale.

Derek alla fine rinuncia, seppur riluttante.

Avrebbe trovato un altro modo per sbarazzarsi di quella foto.

 

***

 

È notte fonda quando Stiles si accorge della strana ombra china sulla sua scrivania.

Allunga un braccio, schiacciando il pulsante della lampada sul suo comodino, stroppigliandosi gli occhi assonnati.

"Sul serio, Derek?" Ride, godendosi l'espressione dipinta sul viso del lupo mannaro quando questo si accorge di essere stato colto in flagrante mentre frugava tra le sue cose. 

Derek lo sta fissando come un cerbiatto spaventato investito dalla luce dei fari di una macchina. 

“Il mio telefono è qui, sourwolf.” Lo prende in giro Stiles, sventolando l’apparecchio telefonico in aria.

Derek si sposta rapidamente verso di lui, bloccandolo contro il materasso con un basso ringhio. Stiles fa appena in tempo a girarsi per proteggere il cellulare sotto il proprio corpo, stringendolo contro il petto.

“Cancella quella foto.” Ordina perentorio il lupo.

“Tanto ormai l’hanno vista tutti, Derek. Che senso avrebbe?” Ricorda il ragazzo con uno sbuffo, roteando gli occhi. 

“Stiles. Cancella. Quella. Foto.” Rincara Derek scoprendo i denti, premendosi minacciosamente contro di lui. 

Stiles deglutisce pesantemente, cercando di ignorare il calore che gli si sta formando nello stomaco, le fantasie che gli stanno affiorando nella mente e la probabile imminente erezione che ne sarebbe conseguita se il lupo mannaro non si fosse allontanato nell’immediato futuro.

“No.” Nega ostinatamente, rafforzando la presa sul piccolo oggetto. 

“Elimina quella foto o io…” 

C’è un attimo di pausa in cui il lupo mannaro sembra annusare l’aria, macinando involontariamente i fianchi contro il suo culo.

“O tu... cosa?” Stiles geme, leccandosi le labbra. 

“Stiles.” Il lupo mannaro pronuncia il suo nome nel suo orecchio come se stesse soffrendo. 

Il cuore di Stiles batte forte nel suo petto ed è sicuro che anche il lupo mannaro possa sentirlo con il suo sensibile udito. È un territorio pericoloso quello in cui si trovano al momento, ma è risaputo che Stiles non abbia mai avuto spirito di autoconservazione.

“Derek.” Gli fa eco, inarcandosi all’indietro in un temerario e chiaro invito.

Il lupo mannaro ringhia, cingendogli i fianchi per ribaltarlo con una mossa abile e sbattere le loro bocche insieme, sondando voracemente i confini della bocca del giovane con la lingua. Stiles non ne potrebbe essere più felice. Derek si allontana troppo presto però, fissandolo con occhi spaventati. Stiles non gli lascia il tempo di elaborare qualsiasi pensiero stia ronzando nel suo cervello, alzando una mano tra i morbidi capelli dell’altro uomo, strattonando leggermente le corte ciocche nere per attirarlo nuovamente a sé, ingoiando il gemito sorpreso di risposta del lupo mannaro. 

Velocemente le calde e forti mani di Derek sono dappertutto, facendosi strada sotto i pochi strati di vestiti che Stiles indossa, facendolo rabbrividire di piacere al contatto. 

Il cellulare e la fotografia sono solo un ricordo sfocato ai confini della mente di Stiles, quando i denti di Derek stuzzicano la tenera carne della sua gola e i loro fianchi cozzano insieme con movimenti frenetici.

“Troppi vestiti.” Si lamenta il ragazzo, tirando l’orlo della maglietta del lupo mannaro. 

Quando finalmente riesce a liberarsi dell’indumento, dopo averci lottato per diversi minuti, esulta con un pugno al cielo. Derek sbuffa una risata contro le sue labbra carnose, catturandolo nuovamente in un bacio.

Stiles non riesce ancora a credere di star baciando Derek Hale. 

Lo aveva desiderato per così tanto tempo, lo aveva sognato così tante volte che ora era difficile realizzare quello che stava accadendo. Stiles si ritrova a contare le proprie dita per accertarsi che non stia ancora dormendo e sia quindi intrappolato in un fantastico sogno frutto della sua fervida immaginazione.

“Che stai facendo?” Ansima il lupo, notando il suo strano gesticolare quando si allontana per riprendere fiato.

“Non è un sogno.” Dichiara il ragazzo sollevando lo sguardo verso di lui, meravigliato, accarezzandogli con le mani le guance barbute. I suoi meravigliosi occhi color whisky sono umidi di emozione.

Derek sorride apertamente, girando il viso per baciare uno dei suoi palmi e Stiles sente il proprio cuore esplodere nel petto per la tenerezza del gesto.

“Non è un sogno.” Ripete gentile il lupo mannaro, chinandosi per stringerlo contro l’ampio petto muscoloso. 

Derek è felice, come non lo è stato da lungo tempo. Il suo lupo ulula al settimo cielo sotto la sua pelle, avvolto nel profumo di Stiles arricchito dall’odore ribollente della lussuria. 

“Pensavo non avresti mai colto i segnali.” Sussurra Stiles, strusciando il naso sul punto sensibile sotto il suo orecchio.

Derek si scosta leggermente per guardarlo, sollevando un folto sopracciglio. “Quali segnali?”

Stiles aggrotta la fronte. “Derek, sto flirtando con te da anni.” Dichiara seriamente.

“Davvero?” Domanda scioccato il lupo mannaro, frugando tra i ricordi, sforzando la sua memoria per rintracciare i segnali di cui Stiles sta parlando.

“Si, sai, tipo l’odore di eccitazione, eccetera.” Spiega il ragazzo con un vago segno della mano.

“Puzzi sempre di eccitazione.” Sospira frustrato Derek.

“Ehi, non è colpa mia se sono costantemente circondato da persone attraenti.” Protesta Stiles, stringendogli le gambe intorno alla vita. “Speravo ti accorgessi di come ti guardavo di nascosto. O notassi che ti venivo sempre a cercare dovunque tu ti fossi nascosto. Che fosse la tua vecchia casa, il vagone del treno o il loft. Del modo in cui volevo prendermi cura di te o ti aiutavo con le ricerche. Seriamente, non so come tu abbia fatto ad ignorare come il mio cazzo saltava sull’attenti ogni volta che mi sbattevi contro un muro o come il mio cuore accelerava quando mi ringhiavi contro lampeggiando con gli occhi.”

“Ho sempre pensato fosse una reazione alla paura.” Ammette sinceramente Derek, iniziando a collegare tutti i piccoli tasselli del puzzle.

“Bhe, sei un pessimo lupo mannaro allora.” Lo prende in giro bonariamente l’altro, arricciando le labbra in un sorriso malizioso. “I modi bruschi con cui mi trattavi al liceo mi hanno fatto scoprire kink a cui non pensavo di essere sensibile.” Confessa, spingendo il bacino contro di lui.

“Quindi, ti piace essere maltrattato?” Chiede Derek, inclinando i fianchi per rispondere alle spinte. 

“Chissà.” Soffia civettuolo Stiles, mordendosi il labbro. “Forse mi piace che sia tu a farlo.” 

Un ringhio scuote il petto del lupo e i suoi fianchi scattano in avanti con un movimento più duro e deciso, facendolo gemere ad alta voce. 

“Ci sono ancora troppi vestiti.” Fa notare con frustrazione il ragazzo, rabbrividendo quando le labbra del lupo si chiudono intorno a un punto particolarmente sensibile della gola. 

“Hai ragione.” Concorda Derek, non distogliendo però la propria attenzione dal far sbocciare bei marchi rossi sull’incontaminata distesa di pelle candida del collo del ragazzo. 

“Pensi di fare qualcosa al riguardo?” Ansima Stiles, desiderando di arrivare in tempi brevi al dunque dell’azione, perché non ha la minima voglia di venire nei propri pantaloni del pigiama come un adolescente quando ha appena compiuto ventun anni. Cosa che sarebbe successa nel giro di pochi minuti continuando di questo passo.

“Potrei.” Concede Derek, lasciando scivolare una mano tra i loro corpi per stringerla intorno al rigonfiamento del cazzo vestito del giovane. “Perché non provi a convincermi ad accelerare le cose?”

“Oh, cazzo.” Geme con un verso strozzato Stiles, chiudendo gli occhi per la sensazione improvvisa. Quando li riapre, Derek gli sta sorridendo famelicamente. “Dai, Derek. Non prendermi in giro.” Fa le fusa, sbattendo le ciglia. “Per favore, Der.” Implora bisognoso.

Gli artiglia i bicipiti muscolosi con le dita quando finalmente Derek si convince ad abbassargli i pantaloncini e i boxer, chiudendo la mano sulla carne calda del suo membro pulsante. 

Mezz’ora più tardi sono avvinghiati insieme sotto un lenzuolo, sudati, stanchi e appagati.

“È stato… wow.” Dichiara Stiles con un sorriso sonnacchioso. 

Derek soffoca una risata contro la nuca del ragazzo. “Non riesci a trovare una parola migliore per descriverlo?” Lo prende in giro, tracciando simboli invisibili sul suo petto con la punta delle dita d'una mano.

“Scusa, sono un po’ a corto di parole.” Sbuffa l’altro, accoccolandosi meglio contro di lui.

“Quindi esiste davvero qualcosa che riesce a farti star zitto. Chi lo avrebbe mai detto.” Lo punzecchia il lupo mannaro. 

“Davvero divertente.” Brontola Stiles, rigirandosi tra le braccia dell’amante per essergli faccia a faccia. “Invece a te il sesso rende insolitamente prolisso. Dovresti fare sesso più spesso.”

Derek ghigna maliziosamente, afferrando una manciata del culo del compagno. “Dammi dieci minuti e sarò pronto per il secondo round.”

“Merda. Potrei abituarmi a questo.” Geme Stiles, mordendogli delicatamente la gola.

“Mi piacerebbe se tu lo facessi.” Confessa Derek, inclinando la testa per dargli un maggiore accesso.

“Prima dovresti chiedermi di essere il tuo ragazzo, sourwolf.” Sprona Stiles, accarezzandogli pigramente un fianco mentre tenta invano di lasciare un succhiotto sulla sua pelle abbronzata. 

“Solo se la smetti di chiamarmi sourwolf.” Propone scherzosamente Derek.

“Scordatelo. Le brutte abitudini sono dure a morire.” Sorride il giovane, spingendolo contro il materasso per arrampicarsi e sistemarsi a cavalcioni su di lui. “Inoltre, sono sicuro che segretamente ami quel soprannome.” Sentenzia con sicurezza, chinandosi per premere le labbra gonfie contro le sue. 

Derek sorride ricambiando il bacio, non potendo negare quell’affermazione. 

“Questo vuol dire che posso tenere la foto?” Domanda casualmente Stiles poco dopo, scivolando lungo il corpo del lupo mannaro per sistemarsi tra le sue cosce.

“Mhm… Credo che al mio futuro ragazzo sia concesso avere almeno una mia foto imbarazzante.” Ragiona Derek, sospirando quando il ragazzo inizia ad accarezzare lentamente il suo cazzo semieretto.

Stiles si morde il labbro, alzando lo sguardo per incontrare i suoi occhi. “Ehm… Cora potrebbe avermi mandato di tanto in tanto qualche tua foto... un po’ compromettente.” Confessa. 

“Quanto compromettente?” Chiede l’altro, immediatamente preoccupato.

Stiles cerca di non ridere pensando ad una foto in particolare tra quelle che Cora gli aveva inviato e che prontamente lui aveva salvato in una cartella segreta. 

Derek indossa una piccola coroncina da principessa, i suoi capelli sono cosparsi di brillantini e sta giocando a prendere il tè, con piccole tazzine di finta porcellana insieme alla figlia minore dell’alpha del branco presso cui Cora è affiliata in Messico. 

“Credo che il glitter ti doni davvero, Der.” Dichiara con serietà Stiles, osservando il viso del lupo andare in fiamme. 

Derek impreca contro sua sorella, giurando di fargliela pagare, agitandosi goffamente per cercare di raggiungere i pantaloni e il proprio cellulare.

Stiles è totalmente autorizzato a distrarlo dall’impresa con un pompino, fategli causa. 






Note dell'autrice: buon non compleanno Stiles!
Storia ambientata nel post-canon e scritta per la scorsa edizione del Cowt, che ho finalmente riletto e corretto. Spero vi piaccia <3



 
   
 
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