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Autore: kibachan    04/07/2021    1 recensioni
Nuova storia a seguito della mia long: Non avere paura. Sarà composta di quattro parti.
E' il 2028. Brando ha 27 anni, Fabio ancora 26. Per il resto.. beh direi che il titolo parli da solo no? ^^
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MOLTO PIU' TARDI

 

Fabio e Brando raggiunsero la porta dell'appartamento con un sospiro di sollievo: finalmente soli. Era stato divertente per carità, ma erano le due di notte ed erano contenti di essere arrivati alla conclusione di quell'infinita giornata.

Brando rivolse un'occhiata a Fabio, che rimetteva le chiavi di casa in tasca, gli sbarrò la strada con un braccio sul petto, quando fece un passo in avanti

“che dici dovrei prenderti in braccio per entrare?” scherzò con un sorrisino ironico, davanti alla sua espressione interrogativa. Fabio gli lanciò un'occhiataccia

“non ci provare o ti taglio le mani!” lo minacciò puntandogli un dito contro per un attimo. Brando roteò gli occhi “mamma mia quanto sei acido... dovevo farti bere di più”

“mi sembra che hai bevuto tu abbastanza per tutti e due” ribattè Fabio spingendo la porta per spalancarla di più. Il riccio a questo punto fece un ghignetto malefico e poi, di colpo, gli afferrò un polso tirandolo per portarsi il suo braccio dietro il collo, e con una mossa rapidissima si chinò facendogli poggiare l'addome sulla sua spalla e sollevandolo come un sacco di patate. Rise mentre lui urlava un'esclamazione di sorpresa.

“Brando lasciami!!!” gli ordinò picchiandogli un pugno sui reni da quell'assurda posizione, mentre lui entrava nell'appartamento a passo svelto, sghignazzando. Si girò per tirare una manata alla porta e chiuderla prima di attraversare il corridoio, mentre Fabio si dimenava per cercare di saltar giù da lì.

“su, non ti agitare che mi caschi!” esclamò il riccio dandogli delle pacche scherzose sul sedere. Fabio drizzò la schiena per stizza, imbarazzato, puntando entrambe le mani sulla sua schiena “Brando questa me la paghi! Mettimi subito g...” non fece in tempo a terminare la frase che Brando lo scaraventò schiena sul letto, iniziando a ridere senza ritegno, per la sua espressione allucinata, strapazzato dall'ennesimo ribaltamento in pochi istanti. Fabio sbuffò guardandolo da sotto in su, sganasciarsi dalle risate

“ecco... mo te ce manca solo la clava e sei proprio il perfetto uomo delle caverne” borbottò tentando a questo punto, di trattenere anche lui una risatina. Brando, continuando a ridere, si lasciò crollare sdraiato accanto a lui e Fabio ne approfittò per girarsi su un fianco, tirandosi su di un gomito, per sovrastarlo leggermente

“è da stamattina che te le cerchi!!” scandì sottolineando le sue parole mollandogli dei leggeri schiaffi su quella bocca impertinente che si ritrovava, che ancora non aveva smesso di ghignarsela. Poi finalmente scoppiò a ridere anche lui ributtando la testa indietro sul materasso.

 

Impiegarono qualche minuto a smettere di ridere e calmarsi, poi rimasero in silenzio a fissare il soffitto per un po', immersi nel ricordo dei dettagli di quell'assurda giornata. Stavano sdraiati uno vicino all'altro, con le gambe per metà penzoloni giù dal letto, le braccia lungo i fianchi, potevano sentirsi respirare ma ancora non si toccavano.

Poi a un certo punto Fabio avvertì la mano di Brando muoversi, vicino alle sua. Gli sfiorò dapprima il dorso, solo con le nocche, e poi quasi timida la sentì sovrapporsi alla sua e stringerla. Girò il viso a guardarlo, ancora fissava il soffitto, con aria concentrata su un pensiero. Lasciò intrecciare le loro dita mentre ammirava il suo torace sollevarsi appena ad ogni respiro.

“il mio discorso faceva cagare” sentenziò Brando a un certo punto, serio “anzi non era neanche un discorso a dire la verità, mi dispiace” ammise continuando a guardare in su. Fabio scosse la testa, anche se lui non poteva vederlo e si tirò di nuovo su di un gomito per sporgersi verso di lui a guardarlo in faccia

“non me ne frega niente Bra” gli disse in tono sicuro, ma dolce. Lui girò gli occhi per incatenarli ai suoi e Fabio aggiunse “io lo so cosa provi”

 

Normalmente a una simile affermazione Brando avrebbe risposto con ironia... qualcosa su da dove gli venisse tanta sicurezza... ma non stavolta. Lo guardò intensamente invece, corrucciando appena le sopracciglia, cercando di trasmettergli con gli occhi quanto sul serio fossero profondi i suoi sentimenti. Aveva finito di scherzare ormai.

“hai degli occhi proprio belli” se ne uscì poi, a voce bassa, e con un'espressione vagamente trasognata. Fabio sollevò un sopracciglio con un mezzo sorriso, mentre ancora lo sovrastava di poco, con il gomito puntato sul materasso “sono del colore del miele” continuò Brando con lo stesso tono “io adoro il miele” Fabio emise un lieve sbuffo di risata a quel punto, dato che il riccio non gli diceva mai cose così

“sei un po' ubriaco Bra?” chiese in tono affettuoso, accarezzandogli i capelli “macchè...” si affrettò a rispondere lui corrugando di nuovo la fronte “al massimo un po' brillo” concesse davanti alla sua espressione di 'si si come no'

Fabio si sistemò meglio accanto a lui, tirandosi su a sedere ma rimanendo con il peso poggiato sulla mano che aveva puntata accanto alla testa di Brando, sul materasso. Lo guardò in silenzio, ancora con un vago sorriso affettuoso sul viso.

Gli passò una mano tra i ricci, portandoglieli un po' indietro, via dal viso. Poi iniziò ad accarezzargli molto delicatamente la fronte, con due dita. Lui aveva lo sguardo rilassato, anche se non gli staccava gli occhi di dosso.

Fabio fece scivolare le dita dalla sua fronte al setto nasale, sfiorandoglielo delicatamente e molto lentamente, lo vide chiudere gli occhi per un attimo, poi scese più giù, accarezzandogli la punta del naso, la pelle sotto, poi le labbra una per una, per poi scendere ancora fino al mento e più giù, sotto la gola, il pomo d'adamo, fino alla piccola fossetta tra le clavicole, che appena si vedeva dato il nodo stretto alla cravatta. Lo vide chiudere gli occhi e riaprirli un altro paio di volte, e sorrise spostando la mano a sfiorargli con le nocche la pelle leggermente arrossata dal vino degli zigomi.

“sei stanco...?” gli chiese a bassa voce. Lui non rispose, tornando però a guardarlo fisso, un po' inebriato da quelle carezze delicate “guarda che non dobbiamo farlo per forza eh?” propose Fabio a quel punto, in tono premuroso. Brando a quel punto si rifece attento però.

 

Ok era stanco. Ma non COSì TANTO stanco.

 

“scherzi?” gli disse a bruciapelo, aggrappandosi alla sua cravatta e contraendo gli addominali per tirarsi su seduto, arrivandogli col naso a pochi centimetri dal suo “è da stamattina che non penso ad altro che a toglierti tutti i vestiti!” esclamò in tono deciso.

Fabio allargò un sorriso dolcissimo a questo punto, scuotendo leggermente la testa divertito, mentre lo guardava negli occhi. E Brando pensò al fatto se avesse potuto spiegarglielo a parole, l'effetto che gli faceva quando gli sorrideva. Ne sarebbe uscito di sicuro il più bel discorso del mondo.

 

Stavano seduti sul bordo del letto, uno accanto all'altro, anche se l'unica forma di contatto che c'era tra loro era il lieve sfiorarsi del ginocchio di Fabio contro la coscia di Brando. Perchè poi, per il resto, non si toccavano. Si guardavano solo negli occhi.

Brando aveva ancora la mano intorno alla stoffa della cravatta di Fabio, e la muoveva appena avanti e indietro, quasi come avesse voluto trasmettergli la sensazione del tocco attraverso quella.

Fabio, senza staccargli gli occhi di dosso, si sfilò la giacca, facendo una mossa rapida con le spalle, che fece stringere lo stomaco di Brando. Poi passò alla sua... gliela fece scivolare giù dalle spalle lentamente e gliela sfilò dalle braccia, stando attendo a non toccarlo più del necessario. Brando fece un vago sorriso malizioso, decidendo di stare al gioco, e toccandolo di nuovo solo sulla cravatta. Fabio allungò le mani verso il nodo della cravatta intorno al collo di Brando, iniziando ad armeggiarci con estenuante lentezza. Infilò un dito tra le spire del nodo, sfiorandogli appena la gola e iniziando ad allentarlo, senza mai smettere di guardarlo negli occhi.

Si avvicinò tanto che Brando poteva contargli i peli della barba, e sentire il suo respiro sulle labbra. Lo trapassò con lo sguardo, non riuscendo ad evitarsi di mordersi appena il labbro inferiore. Si domandò per quanto ancora volesse continuare a torturarlo così. Fabio sorrise leggermente, in modo malizioso, sentendo le dita di Brando che si serravano intorno alla sua cravatta nel tentativo di trattenersi. Gli sfilò la cravatta ormai slacciata, lasciandola cadere per terra e poi passò a lavorarsi il suo di nodo, in modo molto più pratico e rapido, notò Brando, permettendogli poi di sfilargliela dalla testa.

Poi Fabio allontanò le mani da lui, si fece anche un po' indietro, iniziando con solo due dita a sganciarsi i bottoni della camicia. Brando si lasciò scappare un sospiro veloce quando il quarto bottone saltò via e cominciava a intravedergli la pelle. Quando ebbe finito, senza toglierla, Fabio iniziò a slacciare i bottoni della camicia di Brando, avvicinandosi di nuovo, col viso e con il busto. Il riccio lasciò andare ancora un sospiro, questa volta causando brividi su tutta la schiena di Fabio, ce lo aveva scritto negli occhi scuri quanto lo volesse.

Brando spostò per un attimo lo sguardo dagli occhi alla bocca di Fabio, mentre con una lentezza esasperante gli sbottonava la camicia. Sarà stata a non più di due centimetri dalla sua, e lui aveva la testa piena solo della voglia di colmare quella breve distanza e impadronirsene. Sentì le mani di Fabio scivolargli lungo le braccia mentre finalmente gli sfilava la camicia, lasciandolo solo con la canottiera della salute. Si alzò in piedi istintivamente e Fabio fece lo stesso, mettendoglisi di fronte vicinissimo. Cominciava ad essere a sua volta ubriaco di lui. Tra l'altro, pensò, chiunque avesse detto che la canottiera non era un indumento sexy, non aveva mai visto come stava a Brando. Gli prese le mani accompagnandole verso la sua camicia, per invitarlo a togliergliela. Brando non se lo fece ripetere. Gliela sfilò dalle spalle lanciandola poi lontano nella stanza, mentre Fabio gli poggiava le mani sui fianchi e gli sollevava la canottiera, insinuando due dita sotto a sfiorargli la pelle del fianco.

A quel minimo contatto, dopo tanto provocare, Brando tirò fuori un gemito soffocato che fece venire all'altro un brivido enorme lungo tutta la schiena. Gli sfilò la canottiera, stavolta un po' di fretta, e poi tornarono a guardarsi.

Contemporaneamente iniziarono a slacciarsi reciprocamente la cinta e poi i pantaloni. Durante tutta questa operazione non staccarono neanche per un secondo gli occhi da quelli dell'altro, perchè non volevano perdersi neanche una sfumatura dell'eccitazione che gli attraversava le pupille, mentre si spogliavano a vicenda.

Brando fece scendere la zip di Fabio con due dita, con i polsi che ormai gli tremavano dal desiderio. I pantaloni di entrambi scivolarono a terra in un leggero clangore delle fibbie delle cinte. Il riccio sentì di nuovo lo stomaco stringersi e l'amico del piano di sotto andare ancor più in impennata di quanto già non fosse, quando sentì le mani di Fabio sulla stoffa dei suoi boxer. Portò le sue mani dietro la schiena del ragazzo, mentre i suoi finivano a terra, gli infilò le dita sotto l'elastico e glieli tirò giù in una specie di carezza. Sorrise soddisfatto del lampo di eccitazione che attraversò gli occhi di Fabio, quando lo toccò in quel modo. Gli prese poi entrambe la mani nelle sue, intrecciando le loro dita e tenendole così, ferme a mezz'aria, mantenendo quei millimetri di distanza necessari a non sfiorarsi con l'inguine.

A quel punto non resistette più, e decise di prendere le redini della situazione in mano, chinandosi su di lui e iniziando a divorarlo. Inutile dire che Fabio non si oppose minimamente, anzi, ricambiò il suo bacio con altrettanto entusiasmo, succhiando e mordendo le sue labbra come se fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto nella vita.

Poi di colpo Brando si tirò indietro, facendo schioccare le loro bocche. Liberò una sola mano dalle sue. Indietreggiò di un passo fino al letto e si sedette sul materasso, senza mai togliere gli occhi dai suoi, col respiro un po' pesante. Fabio lo guardò intensamente, poi lo vide abbassare un attimo il viso a guardare giù e allargare lentamente un po' le gambe. Si sentì scoppiare in mille pezzi a vederglielo fare. Gli strinse la mano che ancora si tenevano e si avvicinò. Brando lo aiutò a sorreggersi un po', mentre saliva sul letto, a cavalcioni su di lui, e gli si sedeva sulla gambe, puntando le ginocchia sul materasso.

Il riccio emise un verso soffocato, strizzando per un attimo gli occhi con un sospiro, quando Fabio scivolò in avanti col bacino mandando la sua erezione a toccare la sua. Gli avvolse la schiena con la braccia accarezzandolo lentamente ma possessivamente, mentre Fabio gli passava un braccio intorno al collo e iniziava a muoversi, strusciandosi piano contro di lui. Singhiozzò appena di piacere, quando Brando iniziò a baciargli ogni centimetro del petto, con incredibile delicatezza. Gli accarezzò i capelli mentre lo contemplava intento in quell'operazione, senza lasciarsi sfuggire neanche un millimetro della sua pelle. Gli strinse i ricci nel pugno della mano sinistra, mentre con l'altra ancora lo abbracciava e, senza smettere di strusciarsi su di lui, glieli tirò facendogli sollevare il viso verso il suo. Fabio si chinò facendo combaciare di nuovo la bocca con la sua e prese a baciarlo lentamente, mentre lui gli affondava le mani sul fondoschiena accompagnando i suoi movimenti. Fabio schiudeva le sue labbra con amorevole attenzione e rimase comunque dolce, anche quando il bacio si fece più intenso e Brando prese ad accarezzargli la lingua con la sua.

 

Fabio si fece con il viso e il busto leggermente indietro poco dopo, poggiò la mano destra sulla guancia arrossata di Brando e mandò l'altra mano giù, nel punto in cui i loro bacini si univano. Brando sospirò mordendosi il labbro quasi con frustrazione quando gli sentì poggiare la mano al lato del suo inguine e accarezzarlo fino in mezzo alle cosce, a meno di due centimetri dalla sua erezione

“ti diverti eh..” esalò con un mezzo sorriso “a vedermi prendere fuoco così” Fabio non rispose, sorrise e basta, si sollevò un po' puntandosi sulle ginocchia, poi mosse la mano sinistra e strinse le dita intorno all'erezione di Brando, ma solo per guidarla ad entrare dentro di lui da quell'insolita posizione. Entrambi sospirano all'unisono, il riccio gli strinse di più le mani sulla schiena e Fabio si sistemò meglio per permettergli di arrivare fino in fondo, poi iniziò ad ondeggiare sui suoi fianchi provocando scosse di piacere a tutti e due.

“oh mio...” esalò Brando sentendolo muoversi su di lui in quel modo. Fabio gli afferrò una spalla con la mano per avere un punto di appoggio e aumentare i movimenti. Chiuse gli occhi sopraffatto dal piacere, ma solo per un attimo, poi incatenarono di nuovo gli occhi gli uni negli altri altri.

Stavano facendo l'amore con tutti loro stessi.

Fabio aveva il completo controllo della situazione, decideva lui ritmo, velocità e intensità, e magicamente erano esattamente come Brando li avrebbe voluti. Gli piaceva essere nelle sue mani.

Lo attirò per un attimo a sé dal collo, baciandolo di nuovo con trasporto mentre si muovevano, poi portò le mani sul davanti, afferrando l'erezione di Fabio con entrambe e iniziando a masturbarlo allo stesso ritmo che teneva lui col bacino. Fabio emise un verso soffocato “oddio... Brando...” sospirò contro le sue labbra, travolto dal piacere che sentiva.

Continuarono a muoversi così, coi visi vicinissimi, le labbra semi aperte che si sfioravano al ritmico ondeggiare di Fabio su Brando, di tanto in tanto si accarezzavano la lingua a vicenda. Occhi negli occhi, i nasi leggermente sovrapposti.

 

Ad un certo punto Brando rovesciò la testa indietro e lo abbracciò stretto con le mani che gli tremavano, mentre veniva. Fabio lo seguì a ruota pochi istanti dopo, facendo crollare la fronte sulla sua spalla e soffocando un gemito contro il suo collo. Entrambe avevano il respiro pesante. Fabio si accasciò contro il suo petto e girò il viso verso fuori, per riprendere fiato, mentre ancora gli teneva la testa poggiata sulla spalla. Brando gli teneva le braccia intorno alla vita ma senza stringerlo, gli poggiò un bacino sul collo mentre respirava forte.

Rimasero così per qualche istante, completamente esausti, poi Fabio si mosse sollevando appena il bacino e Brando scivolò facilmente fuori da lui. A quel punto il riccio lo sentì muoversi come se volesse alzarsi e serrò di colpo il braccio intorno alle sue spalle “no” disse secco “no resta.... ti prego” aggiunse in tono più dolce “voglio sentirti... ancora un po'” disse ancora, poi si sdraiò tirandoselo appresso contro di sé, senza neanche preoccuparsi di pulirsi il suo sperma dalla pancia. Fabio sorrise, muovendo le gambe per stendersi completamente sopra di lui, e gli poggiò la testa sul torace mentre il riccio iniziava ad accarezzargli la schiena per tutta la lunghezza, su e giù, per un po' di volte, prima di fermare la mano alla base del suo collo e stringere leggermente, come se lo stesse abbracciando “ti amo, Fabio” gli disse con una naturalezza disarmante. Un sorriso spontaneo si dipinse sul suo viso a sentirglielo dire “ti amo, Brando” gli rispose in tono dolce.

 

Fabio guardò la mano destra di Brando, che lui aveva lasciato abbandonata sul materasso e allungò il braccio sinistro per stringergliela. Intrecciò le dita con le sue e rimase per un po' in silenzio, imbambolato a guardare le loro mani strette, e la fede lucente che gli adornava l'anulare.

Smorzò un sorriso nel riportare alla mente un ricordo: pensò a quel ragazzino coi riccioli. Dall'aria tremenda e lo sguardo duro, che lo tormentava a scuola. A lui pieno di rabbia verso tutto e tutti. A lui che aveva paura...e questo gli faceva provare ancora più rabbia.

Era di quel ragazzino il cuore che sentiva battere contro il suo petto in quel momento. Era suo il respiro lento e un po' pesante che lo cullava. Era sua la mano che gli accarezzava la schiena, ed era la sua voce che poco prima gli aveva detto di amarlo, che non aveva più paura di dirlo davanti a tutti che lo amava.

E quel ragazzino, che ora era diventato un uomo, ma che per lui sarebbe stato sempre il ragazzino coi riccioli di cui si era innamorato.... era suo.

 

 

EPILOGO – QUALCHE GIORNO DOPO

 

 

Ludovica scorreva pigramente le pagine di istagram mentre sgranocchiava delle patatine, seduta a gambe incrociate sul divano. La sua attenzione venne catturata da una foto sul profilo di Fabio.

La prima cosa che pensò... mentre contemplava lo scatto in bianco e nero, fu che le foto di Fabio come sempre erano bellissime, anche se era piuttosto insolito che ritraesse sé stesso. Poi improvvisamente focalizzò i particolari:

la foto ritraeva lui e Brando, a mezzo busto. Fabio aveva una mano davanti alla bocca e un'espressione come se stesse dicendo -ops!- anche Brando aveva la mano davanti alle labbra, solo che guardava Fabio invece che in camera, e si capiva che stava sorridendo.

 

Ludovica rizzò la schiena di botto nel notare che la mano che avevano davanti al viso era per entrambi la sinistra... e che per di più avevano tutti e due un anello!

La scritta che accompagnava la foto... finiva di scacciare ogni dubbio

 

-eh sì insomma.... scusate se non ve l'abbiamo detto-

 

“brutti figli di....” l'imprecazione venne interrotta dal vibrare di una chiamata. Rispose al volo. Era Chiara.

“ho visto!” esclamò la brunetta nel telefono sapendo già a cosa la chiamata fosse dovuta

“ma se so sposati senza di noi quelle merdacce????” urlò Chiara dall'altro capo del telefono.

Ludovica si accese nervosamente una sigaretta alzandosi dal divano per iniziare a marciare nel salotto “come gliela facciamo pagare???” chiese in tono cospiratorio, facendo subito scoppiare a ridere l'amica.

 

 

  
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