Fanfic su artisti musicali > EXO
Segui la storia  |       
Autore: I_Want_Wonderland    05/07/2021    1 recensioni
Raccolta di One-Shot sui nostri amatissimi EXO (OT9)
.
Il colore dei titoli indica il rating delle One-Shot.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Summertime -KAI

 

«Allora verrai alla festa in piscina di Mattia questo sabato?»

La voce super eccitata di Stephanie, la mia amica super bionda con il fisico da modella, sovrastava l'aria afosa del pomeriggio mentre si crogiolava al sole nel terrazzo del mio palazzo. Ci eravamo appena diplomate, Steffy vedeva questo come un traguardo importantissimo, visto che era stata bocciata innumerevoli volte,che meritava dei festeggiamenti quindi la mia bella amica stava organizzando nel dettaglio le nostre vacanze estive.

«E chi sarebbe questo Mattia?»
Chiesi alzando di poco gli occhiali da sole che proteggevano i miei occhi castani.

«Hai presente quel ragazzino biondino, del terzo anno con la quale ci siamo scontrati alle macchinette tipo verso fine aprile? Ecco Mattia è suo fratello maggiore, è all'ultimo anno di ingegneria ed è bono come non mai»

Sorrisi nel vedere i suoi occhi a cuoricino. Lei era così, si innamorava in zero secondi di chiunque le facesse un complimento, ed inoltre aveva un discreto successo con i ragazzi, ma quando sei bellissima e più grande ( si Stephanie aveva 21) la strada è in discesa.

«Allora? Attendo risposta»

«Non lo so, ci devo pensare»

«E se ti dicessi che ci sarà anche il coreano?»

Mi bloccai.
Nella mia mente si palesò l'immagine di quel ragazzo: Kim Jongin. Era uno studente universitario trasferitosi in Italia per un anno, e divenne una sorta di assistente del nostro professore di educazione fisica, il quale gli aveva affidato l'organizzazione di vari tornei sportivi.

Mai come in quest'anno scolastico appena trascorso, ci fu un'affluenza alle partite della scuola. Calcio a 5, basket, pallavolo. Quando le squadre maschili della scuola orde di ragazzine si presentavano negli spalti, ma non per fare il tifo per farsi notare da Jongin.

Io le capivo, poiché quel ragazzo era di una bellezza rara, fuori dai soliti canoni asiatici.

Era alto, terribilmente alto, il suo incarnato ambrato faceva risaltare la sua muscolatura; le labbra erano carnose che si aprivano in un meraviglioso sorriso.

Non saprei definire il tipo di rapporto che si era creato tra noi. Non eravamo amici, ma nemmeno semplici conoscenti; ci trovavamo a chiacchierare spesso dopo l'ora di ginnastica, o durante la ricreazione, poiché aveva stretto un buon legame con i ragazzi della mia classe. Ma ovviamente, uno come lui non avrebbe mai “perso la testa” per una semplice e comune diciottenne. Così mi sono sempre limitata ad osservarlo da lontano, senza farmi illusioni.

«Qualcuno ci sta pensando... e non mi riferisco alla festa» disse la bionda al mio fianco.

Evito di rispondere bevendo un sorso di ice-tea con la cannuccia.

«Senti Fabiola, puoi mentire a tutto il mondo, ma non a me. Tu hai una cotta per quel ragazzo dalla prima volta l'hai visto»

«Non è vero»

«Beh forse non dalla prima volta che l'hai visto, forse dalla prima volta che ci hai parlato. E poi ricordati che ci hai “limonato” pesantemente» .

Era vero! Io e Jongin ci eravamo baciati. Ci incontrammo ad una festa in discoteca, dopo qualche drink e qualche piroetta in pista, finimmo in un divanetto a divorarci le labbra e a toccarci in modo troppo lascivo, e ammetto di aver desiderato con tutta me stessa di fare l'amore con lui. Dopo quel bacio avevo iniziato pian piano a limitare i nostri contatti, evitando di rimanere da sola con lui, e anche se attorno a noi c'erano altre persone rimanevo nel mutismo più assoluto.

«Come mai Kim Jongin conosce il tuo spasimante?»

«Credo che glielo abbiano presentati i maschi della classe, sai che organizzano partite a calcetto e quelle robe strane da maschi» mi spiegò velocemente agitando la mano come per sbarazzarsi della mia domanda.

«Allora verrai, si o no?»

 

 

E così mi ritrovai a cedere alle pressioni della mia amica, ritrovandomi davanti l'ingresso di una villa in mezzo alla campagna, dalla quale provenivano le hit estive del momento nel mezzo di una festa nella quale giravano fumo e alcool come nei peggior bar di Caracas.

Durante il tragitto in macchina Steffy mi spiegò che Mattia (la sua preda) ci aveva invitato a dormire e a pranzo il giorno seguente, una grigliata con pochi intimi.

Sapevo che la mia amica non avrebbe mai accettato un no come risposta, così con un po' di rassegnazione preparai un borsone con il minimo indispensabile.

Appena varcata la soglia di quella lussuosa dimora ci venne incontro un ragazzo davvero carino, e da come la mia amica gli si gettò addosso capii subito che era il famoso Mattia. Con una galanteria insolita per il terzo millennio, prese le nostre borse e ci condusse nella stanza nella quale avrei passato la notte. Si, uso il singolare perchè ero certa che Steffy avrebbe passato una notte bollente con il padrone di casa.

Ci cambiammo. Io optai per un semplicissimo due pezzi nero, alla quale abbinai un copricostume del medesimo colore, poiché non pi piaceva girare in casa mezzo nuda, e acconciai i miei cappelli in un mess bun; Steffy invece aveva scelto un costume intero rosso acceso, che tuttavia le lasciava la schiena scoperta e aveva una scollatura profonda sul suo seno, si legò i capelli in una coda alta.
Era da mozzare il fiato, ero sicura che avrebbe mietuto tante vittime in quei due giorni.

Una volte ritornate al piano inferiore, parlammo un pochino con alcuni nostri compagni di classe, e non so bene come nel giro di poco rimasi sola nel grande salone. Passarono cinque minuti, e un ragazzo, con una scusa banale mi si avvicinò continuando a parlare, invitandomi ripetutamente a ballare o a seguirlo in piscina. Io rifiutai educatamente, continuando a godermi il mio drink e a scrutare l'orizzonte nella speranza di scorgere Steffy dalla vetrata che dava sulla piscina. Tuttavia quel ragazzo continuò ad insistere e ad un certo punto
Rifiutai una seconda volta, poi una terza... ad un certo punto mi stufai.

 

«Oh, mi hai rotto il cazzo! Ti ho detto no!»Urlai.

Quel ragazzino si dissolse alla velocità della luce, così velocemente da far concorrenza Flash Gordon!

Nonostante le finestre del salone fossero tutte aperte iniziavo a sentire caldo, e avevo veramente voglia di tuffarmi in piscina e ballare in mezzo alla folla. Tuttavia per fare ciò avevo bisogno di qualcosa di fresco da bere.
Una ragazza, che probabilmente aveva bevuto troppo e starnazzava come un'oca, mentre usciva fuori in piscina con al seguito uno stormo di sue simili, mi urtò con il braccio facendo cadere a terra il bicchiere che mi ero versata.
Istintivamente presi alcune salviette di carta per asciugare il liquido che andava a spargersi sul pavimento. Presi velocemente dei fazzoletti di carta per asciugare il piccolo danno che avevo fatto.

«Hai bisogno di una mano?»
Con la coda dell'occhio notai una figura affiancarmi.
Oh no! Era lui!
Mi rialzai subito, senza sapere esattamente cosa dire o cosa fare. Probabilmente ero diventata rossa dall'imbarazzo.

«No traquillo faccio da sola, grazie» farfugliai cercando di non incontrare il suo sguardo.

Erano mesi che non rivolgevo al parola a Jongin, o meglio le uniche frasi che scambiammo dopo il nostro bacio erano dei semplici convenevoli, ed io ovviamente mi comportavo sempre come una fuggitiva.

«Speravo saresti venuta.» disse regalandomi un luminoso sorriso, mentre si inchinava a ripulire il pavimento con uno straccio umido.

«Sono venuta solo per accompagnare Steffy»

Lui mi sorrise una seconda volta e aggiunse: «Stephanie... credo abbia un flirt con Mattia. Quindi ero praticamente sicuro che sarebbe venuto con te alla festa»
Solo ora notai il suo abbigliamento; portava un costume a calzoncino nero e una camicia camicia a maniche corte che riportava il logo GUCCI su tutta la stoffa, aperta sul suo fisico statuario.
Il mio sguardo fu attratto come una calamita dai suoi addominali definiti e dai suoi pettorali sodi, messi in risalto dalla sua pelle leggermente abbronzata. Sentii le guance sempre più in fiamme, deglutì pesantemente e mi schiarii la gola, versandomi un bicchiere d'acqua.
«Fabiola stai bene? Sei tutta rossa?»

Annuii cercando di stare calma.
Jongin sorrise, sentii una le sue mani sulla mia fronte, disse che forse potevo avere la febbre. Mi prese per mano e mi condusse in cucina, aprì il frigorifero e mi porse una bottiglia d'acqua invitandomi a metterla dietro la nuca, per abbassar eun po' la temperatura.

«Noto che ti muovi molto bene per essere un ospite»

«Sono venuto per la prima volta in questa casa per festeggiare il Natale con Mattia e la sua famiglia. Da noi in corea non è una festa religiosa sentita, a me no che tu non sia cattolico.» dice mentre mi prende la bottiglietta dalle mani e me la apre, invitandomi a berne un sorso.

«Poi ho passato il resto delle vacanze qui. Siamo venuti anche per pasqua e per qualche altro compleanno... comunque si la frequento abbastanza da sapere dove si trova il frigorifero»

La sua mano si poggia nuovamente sulla mia fronte, con molta delicatezza la sua mano scese ad accarezzare la mia guancia, per poi scendere verso il collo.

«Non sembra tu abbia la febbre. Tuttavia sei ancora rossa». Sussurra, noto il suo sguardo e come il suo viso si stia avvicinando pericolosamente al mio. Notai gli occhi di Jongin, che esplorarono attentamente ogni centimetro del mio corpo; il suo sguardo, provocatorio e pungente, mi fece sentire nuda. D'istinto mi allontanai di qualche passo, cercando di mettere più distanza possibile fra di noi.

Lui sembra deluso da questo mio gesto, tanto che sbuffa leggermente, e con uno sguardo leggermente deluso:«Perché mi eviti?»

«Io non ti evito» mentii, cercando di mantenere un tono indifferente.

«No?!- disse lui con fare ovvio- Sono mesi che a scuola mi eviti come se avessi la lebbra o qualcosa di male» disse senza guardarmi mentre si stava preparando un mjito.

«Ma... no... non ti stavo evitando. Solo che avevo le ultime interrogazioni, lo studio dell'esame...»

«Sarà... io sono convinto che questo tuo cambio di atteggiamento sia dovuto al nostro bacio. Perchè da allora non mi hai più degnato di uno sguardo.»

Colpita ed affondata! Era palese, e lui non mi sembrava un idiota, e a giudicare dalla sua espressione affranta capii che la cosa l'aveva fatto rimanere parecchio male.

«Se non volevi avere nulla a che fare con me... Se ti facevo schifo,bastava dirlo. »

«Oh no, tu mi piaci» Stupida com'ero di mesi due secondi a realizzare ciò che avevo detto. Chiusi istintivamente gli occhi e cercai di formulare una giustificazione a quella mia affermazione.

Ma fui interrotta dai miei compagni di classe, che con troppa euforia entrarono in cucina facendo un trenino al ritmo di “Disco Samba”, nel quale coinvolsero anche me e il coreano.

Dopo un girovagare per la casa a ritmo di musica brasiliana, i miei compagni di classe pensarono bene di prendermi di peso e buttarmi in piscina, poiché ero l'unica che ancora non si era fatta un tuffo.

Incuranti che indossassi un copricostume, mi afferrarono per bracci a e gambe lanciandomi in aria.

L'impatto con l'acqua fresca fu qualcosa di rigenerante, che poco prima andava in fiamme. Iniziai a schizzare i ragazzi per vendetta, e risi a crepapelle per le loro battute stupide, o per le loro imitazioni di nuoto sincronizzato.

Mi dimenticai per un momento che anche lui fosse a quella festa, che magari mi stesse guardando divertirmi con i miei amici, mentre con lui ero evasiva. Notai con la coda dell'occhio che si tuffò, approfittai di quel caos per uscire dall'enorme piscina.

Mentre mi avvicinai a uno dei lettini per prendere un asciugamano e il mio telefonino ( disperso in cucina), notai Steffy comodamente seduta sulle gambe della sua cotta, mentre si cambiavano baci e languide carezze.

Cercai un posto isolato e al sole, dove potermi asciugare senza essere disturbata. Davanti a me c'era una bellissima campagna, colorata dai caldi colori del tramonto. Quell'immagine mi rilassava, ma questo mio momento zen venne interrotto da una voce che conoscevo troppo bene.

«Allora? Mi devi ancora una spiegazione?» Disse Jongin sedendosi al mio fianco. «Perchè mi eviti?»

«Perchè sei il ragazzo più popolare e desiderato da tutta la scuola. E non volevo passare casini gli ultimi mesi di scuola, rischiando di essere bullizzata da delle ochette per un ragazzo con la quale c'è stato solo un flirt. Ma che dico, c'è stato un bacio da ubriachi tutto qui.»

«Quindi per colpa di quelle stupide primine che mi inseguono nei corridoi chiamandomi “oppa” hai chiuso i rapporti con me?»

«Non che prima avessimo chissà quale rapporto...» mormorai

«Questo mi ferisce» commentò lui con voce triste.

«Non volevo offenderti, ma sarebbe da stupidi dire che eravamo amiconi»

«Tu mi piaci!» sputò tutto d'un fiato. «E poco prima in cucina hai detto che anche io ti piaccio. Quindi non capisco davvero questo tuo atteggiamento» commentò stringendosi le ginocchia al petto e poggiandovi il mento.

«Scusa Jongin, ti sembrerò una stronza insensibile, ma non so cosa cosa dire. Non so come giustificare il mio comportamento»

Sentii il suo forte braccio stringermi il fianco e le sue soffici labbra, morbide e piene, posarsi sulla mia guancia. Iniziò a lasciarmi due, tre baci leggeri come fiocchi di neve.
Non ebbi tempo di ribattere, che le mani di Jongin afferrarono il mio viso, le sue labbra si scontrarono con le mie.
Mi ha baciata... anzi, mi stava baciando. Per la seconda volta le nostre labbra si unirono; era un bacio diverso rispetto a quello che ci eravamo scambiato qualche settimana prima in discoteca. Sentivo le labbra carnose di Jongin muoversi e assaporare le mie, leccandole ogni tanto, gesto che mi fece socchiudere la bocca. La sua lingua entrò delicatamente cercando la sua gemella, dando così vita ad un bacio bagnato, lento e voglioso.
E si stava bagnando qualcos'altro, ma cercai di non farci caso, e di non pensarci.
Continuammo a baciarci per un tempo indeterminato, ed io iniziai davvero a ritrovarmi a corto di fiato.
Mentre lui a quanto pare aveva dei polmoni super resistenti, perchè la sua lingua continuava a giocare e rincorrere la mia, mentre le sue mani, dalle mie guance erano scese; approfittandosene dell'occasione, mi palpò il seno, di nuovo i fianchi, e poi il mio sedere.
Decisi di metter fine a quel bacio così lungo, duraturo e peccaminoso, voltando la testa di lato.
Avevo il respiro affannoso, tentai di farlo ritornare regolare.
Jongin avvolse il mio busto tra le sue braccia, e mi riempì la guancia di tanti piccoli baci.


 

«Tu non sai quante volte ho sognato di baciarti, ancora e ancora» sussurrò al mio orecchio.

Non risposi, mi limitai a nascondere il viso nell'incavo del suo collo. Ci eravamo baciati e non era stato di certo un bacio qualunque, e la cosa mi imbarazzava non poco.

Rimanemmo in silenzio a guardare il tramonto, abbracciati respirando l'aria che intorno a noi si faceva un po' fresca.
«Sta facendo freschino, è meglio cambiarci per la cena. Il tuo costume è ancora umido» disse toccando il mio fondoschiena.

Si alzò porgendomi una mano per farmi rialzare.
Improvvisamente, mi trascinò con se dentro la grande villa, conducendomi direttamente in una delle camere al piano superiore. Deglutii, entrando nel panico non appena chiuse la porta alle nostre spalle.
Sembrava pure un'altra persona in questo momento, il suo sguardo non era più dolce, aveva una luce diversa negli occhi. Si passò la lingua sul labbro inferiore, e notai il modo in cui osservò ogni centimetro del mio corpo.
Avevo ragione a pensare che il suo sguardo, aveva il potere di spogliare le persone! Poichè mi sentii nuovamente nuda sotto il suo sguardo di fuoco.
«Sul serio Fabiola, credimi quando prima ti ho detto che avevo sognato questo momento tantissime volte.» sussurrò sulle mie labbra, mentre tastava i miei fianchi delicatamente.
«Perchè?» chiesi con un filo di voce perdendomi nei suoi occhi cioccolato.
«Come perchè? Perchè mi piaci, pabo!» esclamò, per poi afferrare di nuovo con le mani il mio viso, e baciarmi ancora, e ancora...

«Non mi hai risposto prima.»Disse poi, con sguardo serio.

«Cosa?»Chiesi confusa.

«Prima... ti ho detto che mi piaci.» disse con la voce che le vibrava leggermente dall'emozione.
«Beh si sei carino» dissi io provando ad essere indifferente.

«Sembra che tu mi stia dicendo così, giusto perchè ti faccio pena.» sorrise.

«Naaaa... giusto per farti contento.»

«E allora fammi contento.» sussurrò con voce roca.

Molto velocemente, posizionò le mani sotto le mie cosce sollevandomi e distendendomi delicatamente sul letto, per poi farmi distendere delicatamente sul suo letto.
Jongin salì di me, iniziò a baciami con molta lentezza e potei sentire il mio cuore, scalpitare impazzito. Fu uno di quei baci che riescono a toglierti il respiro, e farti perdere il lume della ragione. La sua lingua leccò il mio labbro inferiore, lo mordicchiò, e poi dedicò attenzione alla gemella, intrecciandosi con lei, e giocandoci rincorrendola.

Baciava talmente bene, che mi sentivo già appagata così senza aver avuto un rapporto sessuale completo.
Sentii le sue mani che iniziarono ad accarezzare il mio corpo da sotto il copricostume, per poi sfilarmi quell'indumento. Io lo imitai privando della sua inutile camicia sbottonata.
Si rialzò un attimo per osservare il mio corpo, coperto solo dal costume nero.
La lussuria e l'erotismo si riflettevano nei suoi occhi.

«Fabiola, se non te la senti possiamo fermarci. Non voglio che ti senti forzata o che tu ti penta di qualcosa»

Il modo in cui mi aveva rivolto quelle parole, scatenarono in me un effetto strano; sentii il mio cuore esplodermi nel petto, e il mio viso avvampare.
Con quel po' di coraggio che avevo in corpo mi avvicinai a lui sussurrandogli, nel tono più sensuale che la mia voce potesse assumere.

«Se non faccio l'amore con te ora me ne pentirò per sempre» Sussurrai al mio orecchio.

Tornò a dedicare attenzione al mio collo; lo baciò, lo mordicchiò, lo succhiò e leccò... provocandomi qualche segno scuro qua e là.
Mi sganciò il reggiseno, e me lo tolse, in un primo momento provai vergogna; anche se non ero più vergine, era comunque la prima volta che mi stava per vedere nuda.
Mi coprii il viso con le mani, ma Jimin afferrò i miei polsi, e li posizionò ai lati della mia testa. «Non devi assolutamente provare vergogna, sei perfetta.»

Si dedicò al mio seno; tormentò un capezzolo con la lingua, leccandolo e succhiandolo, mentre stuzzicò l'altro con le dita.
Intanto sentii il calore crescere all'interno del mio basso ventre.
Le mie mutandine del mio bikini si stavano decisamente bagnando.
E nemmeno a pensarlo, la mano che prima stuzzicava il mio seno, si infilò nei miei slip di pizzo. Non potevo far far tutto a lui, decisi di imitare i suoi movimenti. Una mano si inoltrò sotto il suo costume, afferrando il suo membro semi eretto ed inizia a frizionarlo leggermente
Il coreano mi guardò ghignando in modo malizioso, io sarei voluta morire di vergogna. Ma ero troppo impegnata a godermi le piacevoli sensazioni che quel ragazzo mi stava regalando.
Continuò a baciarmi, mentre il suo pollice giocherellò con il mio clitoride.
Sgranai gli occhi, e gemetti, ma i miei gemiti furono prontamente soffocati dalle labbra di Jongin.
Continuò a stimolare il clitoride con le dita, dopodiché infilò un dito all'interno della mia intimità. Misi fine al bacio, perchè iniziava a mancarmi il respiro, e la mia mente era troppo offuscata da .
Lui scese con tutto il corpo, e vidi il suo viso vicinissimo alla mia parte intima.
Tolse gli slip lentamente, lanciandoli poi sul pavimento, e leccò il clitoride con la lingua.
Aiuto.
Il ragazzo continuò a darmi piacere con la sua lingua, tolse con dedizione via tutti gli umori che stavano per colare da tanto che ero bagnata, e poi la infilò dentro la mia femminilità, facendomi gemere e ansimare eccitata.
«Oddio...»ansimai
Strinsi tra le dita i suoi morbidi capelli neri, e la stanza ben presto si riempì dei miei versi più osceni e proibiti.
Il coreano rialzò la testa, spezzando quel piacere assoluto che mi stava donando.
Sorrise, ma io cercai di spingere la sua testa in giù, per fargli capire che doveva continuare... cavolo, non poteva fermarsi in questo modo!
Alzò il suo busto, e ridacchiò, appena vide lo sguardo assassino che gli stavo lanciando.
«Non voglio farti venire con la mia bocca.»

Si tolse il costume da bagno, rivelando così la sua pulsante e grossa erezione.
Spalancai gli occhi, avevo sempre sentito che gli asiatici avessero un chicco di riso in mezzo alle gambe, ma lui era messo bene. Fin troppo bene. Ok, non avevo altri termini di paragone, in quanto nei miei 18 anni di vita sono stata solo con un ragazzo, però cavolo.
Prese un preservativo che era nascosto nel cassetto del comodino, che si trovava accanto al letto.
Se lo mise, e tornò sopra di me.
Iniziai ad essere ancor più agitata, quando vidi il suo membro posizionato davanti all'entrata della mia intimità.
«Fabi... rilassati. Sei ancora in tempo per tornare indietro» disse dolcemente. Probabilmente aveva notato l'agitazione e l'ansia, riflettersi nei miei occhi.

«Uff... non sono vergine, quindi tranquillo non mi farai male!» sbuffai roteando gli occhi al cielo.

Senza esitazione il suo membro penetrò la mia intimità con una lentezza atroce.

«Oh cazzo... sei strettissima.» sospirò, mentre si muoveva piano dentro di me, mentre le sue mani stringevano i miei fianchi, il suo sguardo era incatenato al mio.

E lo credevo bene, non facevo sesso da quasi un anno!
Gli ordinai di andare più veloce, lui mi sorrise maliziosamente, ed aumentò la velocità.
Il suo membro continuava ad entrare e uscire ripetutamente dalla mia femminilità; dalla mia bocca uscivano gemiti e ansimi spudorati, che mi facevano vergognare un sacco.
Tentai di sopprimerli, di trattenerli mordendomi fortemente il labbro inferiore.

Ad un certo punto, un gemito più forte e acuto sfuggì dalle mie labbra; Jimin aveva appena colpito il mio punto più sensibile.
Sentii il ragazzo sghignazzare, e continuò ad abusare di quel punto, colpendolo con forza.
«Oddio, Jongin!» urlai reclinando la testa all'indietro.

«Oh si di il mio nome, ti prego!» esclamò con voce roca, aumentando in modo spasmodico la velocità delle sue spinte.

Sentii il mio viso diventare sempre più caldo; posai il mio sguardo su di lui, la sua fronte era imperlata dal sudore, le sue labbra erano schiuse dal piacere e l'espressione che aveva sul viso in quel preciso istante, era intriso dalla goduria e lussuria.
Continuò a sbattermi violentemente sul suo letto, facendomi urlare e gemere sommessamente.
Continuai a pronunciare il suo nome, e vidi il suo sguardo divenire sempre più soddisfatto, ed eccitato dall'intera situazione.

Le nostre pelli si scontravano tra loro, i nostri corpi si erano uniti in una cosa sola, le nostre labbra si erano fuse, formando un bacio voglioso e lascivo.
Sentii le pareti della mia intimità, restringersi intorno al membro di quel dio coreano che mi possedeva passionalmente, che in risposta ringhiava sul mio collo.
Stavo per venire.
Il mio corpo venne pervaso da una serie di brividi, che percossero ogni centimetro della mia pelle, e il mio cuore minacciava di scoppiarmi dal petto.
Inarcai la schiena, gettai la testa all'indietro, e gemetti fortemente.
Venni, e JJongin venne dopo di me, liberando il suo orgasmo nel preservativo.

I nostri respiri erano corti e irregolari, i nostri corpi nudi, sudati ed accaldati; in sottofondo, continuavamo a sentire le grida e la musica che il dj stava dando al piano di sotto.
Jongin fece uscire il suo membro, tolse il preservativo e lo buttò nel piccolo cestino della spazzatura, all'angolo della stanza.
Tentai di far tornare il respiro regolare; il moretto mi raggiunse, si sdraiò sul letto accanto a me mostrandomi un dolce sorriso, che io non potei ricambiare.

«La prossima volta, ti porto a cena fuori! Ti riempirò di tutte le carinerie che piacciono a voi ragazze ad un appuntamento»

«Sei così sicuro che ci sarà una prossima volta?»domandai, con un po' di tristezza nella voce.

«Sono sicuro che passeremo molto tempo insieme.»«»
Jongin sorrise, poi sentii la suoneria del mio cellulare, riecheggiare all'interno della stanza.
Lo avevo appoggiato sul comodino; allungai il braccio e lo presi. Il display segnava il nome di Steffy.
«È Stephanie?»

Annuisco mostrando il mio cellulare, rifiutai la chiamata e mi accoccolai sul suo petto.
«Se avessi saputo che ti piacevo così tanto, sarei venuta a letto con te molto tempo fa!» ridacchiai divertita.

«Eh si, è questo l'effetto che mi fai!» ridacchiò
Posai le mani sul suo viso perfetto e gli detti un veloce bacio sulle labbra.
«Mi piaci, Kim Jongin. Ma non voglio illudermi» Non avrei mai pensato di dire queste poche parole alla mia cotta.

«Lo sapevo». Esordì lui con sguardo trionfante, tutto allegro «E credimi che non ti illuderò. Vediamo come va l'estate.»

Dopodichè appoggiò la testa sull'incavo del mio collo, che baciò subito, provocandomi qualche brivido sulla schiena.
Poi iniziò di nuovo a mordicchiarlo, e a prendere un lembo di pelle con i denti, che succhiò, lasciandomi così l'ennesimo marchio color violaceo.

Abbiamo appena finito! Dammi un attimo di tregua!» lo rimproverai scherzosamente.

«Va bene! La smetto. Sai, forse potrei partire verso Ottobre. Quindi abbiamo tanto tempo da passare insieme, divertendoci» Mi disse con voce sensuale lasciandomi un lungo bacio sulle labbra

Non sapevo se questa relazione sarebbe durata anche dopo il suo, ma sicuramente sarebbe stata una delle migliori estati della mia vita.


 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: I_Want_Wonderland