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Autore: neveah    05/07/2021    0 recensioni
"Unus pro omnibus, omnes pro uno"
"Uno per tutti, tutti per uno!" Il motto dei quattro moschettieri, la promessa di proteggersi a vicenda.
Un'alleanza forte che sosterrà i giovani Braccialetti Rossi quando uno di loro risprofonda nell'inferno della malattia.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vale
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nora è svegliata da un bubbolio simile ad un tuono che brontola con voce da orco. Al secondo rumore sospetto capisce che qualcuno è già sveglio ed operativo in cucina e, controvoglia, decide di alzarsi dal letto.

È sorpresa quando nel corridoio quasi si scontra con un Marco che sta sbadigliando con gli occhi semichiusi, che però si spalancano subito appena si rendono conto che nessuno di loro due sta preparando la colazione.

Il trambusto continua. Sono rumori di chi apre il frigorifero, cerca nella dispensa, tira i cassetti.

"Credi ci siano i ladri?"

Butta lì l'uomo, attirandosi un'occhiata scettica da parte della (quasi) ex moglie. Come avvocato conosce le attività di home-jacking ma non abitano in un quartiere pericoloso, dove si possono aggredire le persone cogliendole di sorpresa.

"Se sono dei malviventi allora sono davvero troppo chiassosi!"


La cucina, messa a soqquadro, è un vero caos: il lavello straborda di piatti e ciotole da lavare, nella farina sparsa sul pavimento sono incise delle impronte che Marco rimane a fissare con un'espressione indecifrabile e l'aria è intrisa di un profumo delizioso ed intenso di vaniglia e cioccolato.

Un mezzo miracolo perché nelle ultime settimane sono dovuti stare attenti a quegli odori che facevano star male il loro ragazzo.

Vale stamattina non è sopraffatto dalla nausea. Si stacca dall'angolo cottura e accoglie i genitori con un sorriso, inclinando la testa, completamente calva, con un cenno leggero.

"Accomodatevi! Ho trovato la ricetta delle crêpes su internet!"

È uno spettacolo rassicurante e confortante, lontano dalla fatigue da cancro , vederlo gustarsi questi sprazzi di quotidianità e di ritrovata energia dopo i primi cicli di chemio.

Ha annodato un buffo grembiule rosso e bianco e cerca di destreggiarsi con disinvoltura tra spatole e padella nonostante il bendaggio del dispositivo PICC che si intravede sotto la manica sinistra della sua t-shirt.

D'impulso Nora gli si avvicina stampandogli un bacio sulla fronte e uno sulla punta del naso mentre Marco, osservandoli, ha la sensazione che sarà una giornata da ricordare, una di quelle da cerchietto rosso sul calendario anche se non accadrà nulla di particolare.

Una giornata benedetta dalla felicità trovata nelle cose semplici, apparentemente irrilevanti, nei rapporti veri e nei piccoli fatti quotidiani.

In Vale che li coccola e li vizia, riscoprendosi utile nel suo ruolo di figlio e facendoli sentire importanti, apprezzati ed amati.

Quanta vita intorno a quel tavolo da pranzo dove la famiglia si è riunita a far colazione! Un quadretto idilliaco interrotto dall'inopportuno trillo del telefono. Con espressione colpevole ed imbarazzata, Marco si allontana per rispondere.


Vale si offre di aiutare sua madre a sparecchiare. Ostenta più forza di quanta ne abbia in realtà e tenta la strada dell'archiviazione: vuole scordarsi i giorni in cui Nora gli tergeva la fronte madida e Marco gli teneva la mano durante le infusioni, vuole rifuggire i momenti in cui Leo gli massaggiava le scapole mentre lui vomitava anche l'anima o i pomeriggi in cui era così debilitato e sfinito che non riusciva a rispondere nemmeno con uno stentato sorriso alle battute di Toni, alla dolcezza di Rocco o ai tentativi di Cris di farlo mangiare.

Il peggio non è ancora alle spalle. E’ un sorriso incongruo quello che gli si dipinge sul volto pallido mentre il fiato non sale, mentre il debito d’ossigeno costringe i suoi bronchi all’estremo fischio d’aiuto.

L’aria gli stride nei bronchi e si sente meno pesante di una stoffa, ma non lieve come una nuvola, mentre sua madre lo fa sdraiare sul divano.


Da quando lotta di nuovo contro il mostro , Vale ha imparato ad accorciare le frasi lunghe, recidendo quello che non gli pare essenziale, potando aggettivi e avverbi ma sorridendo sempre.

"Lavoro?"

Chiede soltanto, quando suo padre gli si accovaccia accanto per assicurarsi che il malore sia passato. Non è questo Vale esile, magrissimo e delicato a mettere a disagio Marco ma quel suo modo obliquo e sornione di guardarlo sollevando un sopracciglio.

"Soltanto una trasferta di lavoro improvvisa. Non me la sento proprio di preparare le valigie per un viaggio last minute in questo momento!"

Il ragazzo si gira sulla schiena, punta gli occhi al soffitto e prende dei respiri profondi.

"Per quanto?"

"Solo pochi giorni. Nulla di importante!"

I sensi di colpa e i tabù legati alla malattia si levano nei pensieri di Vale come mulinelli di foglie destinati a cadere in pezzi. Si rivolge all'uomo con uno sguardo critico, ansioso e carico di aspettative.

"Vai papà. Non rinunciare per me!"

Sono soltanto pochi giorni e Marco sa quanto Nora sia abile nel prendersi cura del loro figlio ma percepisce una paura intensa che si traduce in un tuffo al cuore e alla quale non vuole assolutamente dar voce.

Vale però pare leggergli nel pensiero.

"Io non vado da nessuna parte. Mi troverai qui al tuo ritorno!"

   
 
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