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Autore: GiakoXD    07/07/2021    1 recensioni
Questo è un universo AU dove i witcher esistono ancora oggi, in una tranquilla ed ignara Padova universitaria.
Cosa succederebbe se una studententessa venisse salvata da uno strego? E se nemmeno lei fosse una ragazza qualunque?
Questa è la revisione globale della mia storia La discendente di Ithlinne, che avevo già pubblicato tempo fa. Spero di aver fatto progressi!!!
ecco un estratto:
“La ragazza non riusciva a staccare gli occhi da quell’essere, dall’aspetto mostruoso e orrendamente letale, da quelle orbite vuote. Fredde lacrime iniziarono ora a scendere dagli occhi della ragazza, mischiandosi alla pioggia e raccogliendosi sotto al mento tremante. Ancora paralizzata dal terrore, la giovane non si accorse della figura che spuntò alle sue spalle fino a che questa non la ebbe superata con un balzo, atterrando proprio davanti alla creatura. Con un movimento fulmineo, quest’ultima tranciò di netto uno degli arti artigliati della belva, facendogli descrivere un lungo arco in aria; un denso fiotto di sangue scuro schizzò dappertutto, lungo la parete, sul terreno e sul cappotto della ragazza che, sbigottita, indietreggiò spasmodicamente fino a sbattere contro il muro alle sue spalle.
Era una scena surreale.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cirilla Fiona Elen Riannon (Ciri), Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Katherina si svegliò di soprassalto e si sedette sul letto con uno slancio. Aveva il respiro mozzato, la bocca spalancata alla ricerca di ossigeno che non arrivava ai polmoni. Nelle orecchie il sordo martellare del suo cuore. Si portò le ginocchia al petto e si raggomitolò su sé stessa, cercando di calmarsi, cercando di riscaldare il gelo che aveva nel petto. I muscoli faticavano a risponderle, preda dei tremori.
Le sembrava ancora di sentire la pioggia che le bagnava il volto, e quei neri abissi infetti che la osservavano. Le sembrava ancora di sentire la bava tiepida del lupo mannaro sulle braccia. Si raggomitolò ancora di più in sé stessa, affondando le unghie nella pelle.
Nel suo incubo, babau e lupo mannaro erano diventati un tutt’uno indistinto, ma che incuteva il terrore sommato di entrambi.
 
Ci volle qualcosa che le sembrò un’eternità, ma finalmente riuscì a recuperare un respiro regolare e, alzando cauta la testa, si accorse che la stanza in cui si trovava non era completamente al buio poiché una tenue luce lunare riusciva a filtrare dalle imposte semi aperte. Scoprì di essere nella camera che le avevano lasciato gli streghi, la sua valigia era addossata all’armadio, dove l’aveva lasciata ore prima. Si rese conto di non essere arrivata lì con le sue gambe e un lieve calore le riscaldò le guance. Involontariamente le si formò nella mente l’immagine di Anatolij che la portava in braccio e la metteva a dormire, ma si diede subito della cretina, cercando di scacciare quella fantasia dalla mente. Scrollò la testa nell’oscurità.  
C’erano altre mille possibilità più realistiche di quella, a ragionarci: era più fattibile fosse stata un’infermiera, oppure Fabio che aveva approfittato per palparle il sedere, oppure magari Viktor... che però aveva mal di schiena... però era più credibile il vecchio strego che la portava con una carriola invece di Anatolij... lui l’aveva trattata in modo talmente gelido, quel pomeriggio…
Si riscosse di colpo cercando di fermare la sua mente insolitamente creativa e guardandosi intorno trovò il cellulare posato sul comodino. Controllò l’ora: erano appena le tre. Katherina prese un profondo sospiro e scostò la coperta: di rimettersi a dormire, in quello stato e in quella stanza estranea non se ne parlava, così prese il cellulare e usò la luce del flash per uscire nel corridoio. Le sembrava di aver intravisto una specie di salotto nel pomeriggio e sperò di poterlo ritrovare, sperò che ci fosse una TV e sperò anche che dessero uno di quei bei programmi noiosi che potessero farle da anestetico: un bel documentario sull’oceano sarebbe stato il top, ma nella condizione attuale si sarebbe fatta andar bene anche un dibattito politico.
 
Non era possibile. Settanta canali e non c’era niente di niente. Il vuoto cosmico. Aveva già fatto quasi il terzo giro completo. Già durante il giorno si faticava a trovare qualcosa di passabile, ma alle tre di notte era praticamente una battaglia persa in partenza.
Katherina stava ragionando se ritornare indietro fino alla replica di Law and Order quando un rumore proveniente dal corridoio le fece balzare il cuore in gola. Sembrava fosse una porta che si chiudeva, la ragazza quasi si slogò le orecchie per captare qualcos’altro.
«Toc toc...» sussurrò debolmente una voce, poi dalla porta spuntò lentamente una testa. Era Fabio. «Ti ho spaventato?» disse, ma era più una domanda retorica, data l’espressione atterrita che si ritrovò davanti. «Scusa… Ho pensato che potessi avere freddo, qui in sala. Di notte spengono il riscaldamento in quasi tutto lo stabile.»
Era scalzo e indossava un pigiama di pile a righine orizzontali. Nonostante si fosse palesato nel modo più delicato possibile, era innegabile che Kat si fosse spaventata lo stesso. Aveva ancora in testa l’immagine del lupo mannaro e faticava a scacciarla. «Sì, in effetti ho preso un colpo, ma non è per te...figurati...» abbozzò un sorriso tirato che doveva essere rassicurante. «Ti ho svegliato? Ho la TV troppo alta?»
«No, no, tranquilla. Anche io mi sveglio spesso durante la notte. Ho immaginato che potevi essere tu, quindi ho pensato di portarti una bella coperta!». Le porse il fagotto e Katherina lo accettò traboccante di gioia, dato che effettivamente aveva mani e piedi già mezzi gelati.
«Sono un cavaliere, eh?» si vantò Fabio quasi gongolando.
Kat annuì mentre scompariva nella coperta. In effetti era stato gentile. Dopo il loro primo incontro disastroso e la figuraccia che le aveva fatto fare lo aveva bollato malamente come invadente e petulante, però forse poteva dargli un’altra chance. Con questo gesto aveva sicuramente guadagnato una seconda valutazione!
«Non riesci a dormire?» le chiese lui distogliendola dalle sue classifiche, l’espressione ritornata seria.
«...no» ammise Kat. «Ho sognato una specie di mix tra babau e lupo mannaro che mi inseguiva. Tremendo...»
«Beh, allora se sono un cavaliere non posso esimermi dal rimanere un po’ qui a farti compagnia! Sempre che tu mi voglia... Posso sedermi?» era ritornato nuovamente allegro, sembrava sempre allegro. Le fece l’occhiolino alla luce bluetta del televisore.
«In effetti non mi va moltissimo di rimanere da sola. Ti avverto però che non c’è un cavolo di niente in TV...»
«Come no???» Fabio si lanciò sul divano «Metti sul 43, di solito a quest’ora fanno una replica di un programma di viaggi... eh, lo so perché anche io vengo qui spesso, di notte...visto? Eccolo! Ah, però sta quasi per finire...» le disse lui con lo stesso slancio, e da quel momento sembrò un fiume in piena di parole. Non la smise un secondo di commentare i programmi, di raccontarle i fatti suoi o semplicemente dare aria alla bocca, e quando Kat girò su un canale in cui trasmettevano una telenovela portoghese sui mezzadri del Novecento si esibì addirittura in una imitazione in lingua dei personaggi. Kat non sarebbe riuscita a trattenere le risate neanche volendo.
Era talmente coinvolgente che Katherina si ritrovò ben presto a non pensare più al suo incubo e alle sue paure, ed era quello a cui il ragazzo puntava: immaginava che lei avesse bisogno di distrarsi e aveva deciso di unire l’utile al dilettevole facendo quello che gli piaceva di più: dare aria alla bocca. Rispose anche volentieri a tutte le domande che la ragazza gli poneva in merito alla sua specie di famiglia e in meno di dieci minuti Fabio si era conquistato il telecomando e un pezzo di coperta.
Ormai, così stravaccato, occupava quasi metà del divano, per quanto la ragazza cercasse di raggomitolarsi continuava a sfiorarlo con i piedi. Non era abituata a questa confidenza, anche se a quanto parere lui era di tutt’altro avviso. Quasi senza preavviso, infatti, lo strego le prese i piedi avvolti nella coperta e se li mise sulle gambe. Katherina, colta alla sprovvista, lo fissò interdetta, ma Fabio si giustificò: «Non ci stavi… Così stiamo comodi entrambi, no?». La guardava con un’espressione talmente ingenua e sincera, che la ragazza concluse che realmente avesse agito per praticità e che non avesse secondi fini. Dal momento che sembrava non ci fosse nulla di male, quindi, lasciò là i piedi e non disse nulla.
Lo osservava, alla luce cangiante della tivù: stava lì, spaparanzato sul divano con un’espressione di totale relax e spensieratezza, l’occhio felino quasi socchiuso. Eppure da quello che le aveva detto, anche lui spesso faticava a dormire ed era costretto a fare come lei, a venire in salotto a farsi distrarre dalla TV. In quel momento, invece, sembrava che niente potesse scalfire la sua tranquillità e, per quanto Kat lo ritenesse impossibile, piano piano finì per trasmetterne un po’ anche a lei. Il mormorio della TV a basso volume e le chiacchere del ragazzo ben presto sortirono l’effetto sperato e finalmente Katherina iniziò a sentire la testa leggera e le palpebre che si chiudevano come quelle delle bambole. Vide Fabio girarsi verso di lei e mormorarle qualcosa: «Ti proteggiamo noi, dal lupo mannaro, dal babau, da tutto quanto. Non devi avere paura…gli incubi… non possono farti nessun male…» sembrava essersi un po’ impappinato, ma la sua voce era un sussurro gentile e comprensivo. Katherina annuì quasi senza rendersene conto, poi abbandonò la testa sul poggiolo imbottito del divano.
 
Fabio rimase a guardarla in silenzio. Li ricordava, gli incubi. E li odiava.
Quando era stato accolto in quella famiglia anche a lui avevano detto le stesse parole: “non avere paura degli incubi, non possono farti male”. Ma quelle parole pronunciate da perfetti estranei raramente servivano a qualcosa. Per mesi interi si era svegliato nel cuore della notte gridando, zuppo di sudore e lacrime. Nelle narici aveva l’odore della sporcizia, del sangue e di quegli uomini, sulla pelle sentiva ancora il dolore delle bastonate e il bruciore dei legacci, e quelle mani che lo stringevano e lo toccavano. Allora urlava per coprire i ricordi e picchiava la testa sul pavimento per scacciare le immagini, finché non giungeva uno degli streghi più grandi, fino a uno di questi non abbracciava il suo corpicino debole e malnutrito. Uno strego addestrato, possente, con le cicatrici sul corpo e i calli sulle mani che coccolava e calmava un bimbetto gracile e appena arrivato e che cercava di accarezzargli la testa con movimenti impacciati, riempiendosi i vestiti di moccio e di lacrime.
Quello era servito contro gli incubi, certamente più delle vuote parole.
 
Delicatamente, Fabio si alzò, spostandole le gambe.
Sì, decisamente odiava gli incubi.
Le coprì i piedi che erano usciti dalla coperta e le mise un cuscino dietro la testa, lentamente, come avevano fatto a lui per tanto tempo molti anni addietro.
Li odiava perché dopo così tanti anni, nonostante fosse anche lui diventato forte e addestrato, nonostante i calli sulle sue mani, accadeva che gli incubi tornassero a tormentarlo, improvvisi, traditori, per ricordargli quanto fosse ancora impotente contro di loro.
Con un sospiro Fabio spense la TV. Il buio in cui piombò la stanza non era un problema, ci vedeva perfettamente. Gli bastava l’occhio sinistro, quello che non tornava mai all’aspetto normale.
Senza produrre alcun suono uscì dalla stanza.
 
 
**************
Salveeee! Per il ciclo "a volte ritornano" ecco finalmente la parte 2, purtroppo non riesco in nessun modo ad essere costante... nonostante ogni volta mi dica di riuscire a prendere il via... abbiate pazienza...

In più questo mezzo capitolo ho finito per riscriverla tipo 3 volte perchè mi sembrava mancasse sempre qualcosa... che ve ne pare? Piaciuto il semi POV di Fabio? perchè non è che esiste sono Anatolij, no? e i lievi accenni alla sua brutta infanzia?? Pian pianino cercherò di infilare altri ricordi o dettagli di ciascun personaggio...
in ogni caso fatemi sapere cosa ne pensate su su, magari mi velocizzo!!! basta anche un "bah" o un "carino..."
e nel frattempo ho sistemato i dialoghi che perdevo sempre pezzi per strada... ho ricevuto una dritta e spero di aver sistemato!!!
ciauuuuu!!!
   
 
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