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Autore: Ale Villain    07/07/2021    0 recensioni
AGGIORNATA CON IL CAPITOLO 26 - MARZO 2024
Era così lei: niente di più che una studentessa dalla vita semplice, circondata da pochi affetti e con un passato misterioso, ma che ormai per lei non rappresentava che un mero ricordo. Era così lei, da quando era in quel mondo: ma per quanto ancora le sarebbe andato bene?
---
I.V era stranamente agitato. Non sapeva cosa aspettarsi, non sapeva nemmeno come approcciarsi e che motivazione dare a questa sua “visita” inaspettata.
[...]
Stava per muovere un altro passo quando sentì un rumore veloce, alla sua sinistra, proprio dove si trovava il soggiorno.
Si bloccò e si girò piano.
Finalmente la vide.
Era a pochi passi da lui.
E gli stava puntando contro una pistola.

---
Sospirò nervosa e fece per chiudere la porta; I.V, però, non glielo permise e posizionò con uno scatto il piede tra la porta e lo stipite.
Mise una mano sulla porta, spingendola fino ad aprirla nuovamente.
"Non costringermi a usare questi metodi" sussurrò, guardandola intensamente negli occhi.
Ambra deglutì. Quel timbro di voce l’avrebbe fatta impazzire, prima o poi.
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo XX: Veritas III
 
 











 
 
 
Non ci poteva credere. Non ci voleva credere.
No, sicuramente il biondo aveva mentito, oppure lo aveva fatto Fabian stesso. Lo conosceva piuttosto bene per sapere come si comportava di solito. Probabilmente aveva raccontato qualche cavolata ai suoi uomini per spingerlo a fare qualcosa di più.
Eppure, il suo cuore non la voleva smettere di battere a ritmo accelerato. Oltre a ciò, sapeva anche che rivedere I.V avrebbe significato entrare in uno stato di ansia costante.
Non è vero, Ambra. È una menzogna bella e buona.
Si stava sforzando in tutti i modi di crederlo, ma anche autoconvincendosi che non era assolutamente vero, la sensazione di angoscia non la lasciava.
E di nuovo, sentiva un cocktail di emozioni contrapposte. Le piaceva e al tempo stesso non le piaceva quello che stava provando dopo quella rivelazione.
Era così persa nei suoi pensieri che non si accorse minimamente che più persone avevano salito le scale in fretta e furia. I passi si stavano avvicinando, ma lei non li stava sentendo.
Era ancora con lo sguardo perso nel vuoto, rivolto verso il cacciatore che era riuscita ad affrontare e ‘sconfiggere’ da sola. Chissà se I.V sarebbe stato fiero di lei.
Si morse il labbro ed indietreggiò, facendo poi per girarsi e scappare da lì.
Si voltò e sbatté contro qualcosa di duro.
Aprì gli occhi e alzò lo sguardo.
Lo vide alzare il sopracciglio. Quello con il piercing.
“I.V…” sussurrò debolmente. Con che coraggio poteva guardarlo in faccia senza pensare alle parole del cacciatore? No, appunto, non ce la faceva.
Abbassò lo sguardo all’altezza del suo collo.
Il cacciatore si fece serio, mentre la osservava e la studiava, cercando di capire cosa fosse successo. Sicuramente qualcuno era stato lì e le aveva fatto qualcosa: aveva gli occhi lucidi, l’espressione stanca e un buco sulla felpa.
Oltre che un taglio sullo zigomo, che stava sanguinando.
“Ambra…” sospirò piano lui.
Allungò una mano verso il viso, accarezzandole piano il sangue che era colato sulla guancia. Non era molto, per fortuna.
“Sei ferita” commentò, prima di portare la mano dietro la nuca per tirarla verso di sé. Ambra trattenne il respiro a quel gesto e spalancò le palpebre.
I.V poggiò le labbra sulla fronte e chiuse gli occhi per qualche secondo “E hai ancora la febbre, cazzo”
La sentì tremare leggermente, mentre si staccava da lei.
Ambra deglutì, prima di mordersi il labbro e fare uno scatto in avanti per attaccarsi al suo petto.
I.V venne colto alla sprovvista: rimase immobile per qualche istante, cercando di capire perché stava avendo quella reazione.
La rossa non si mosse per qualche secondo, fino a quando non fece scorrere lo sguardo alla destra di I.V. E fu in quel momento che si accorse che lì con loro c’era anche Yunho.
Spalancò gli occhi e si staccò, con uno scatto, dal petto di I.V. Gesticolò per qualche istante con le dita, non sapendo bene cosa fare né come giustificarsi.
“S-Scusami!” mormorò, a voce più alta “Davvero… Ero… Ero solo preoccupata per te, ma vedo che stai bene… Fortunatamente”
I.V strinse le labbra e la osservò con fare sospettoso.
“Io sì, sto bene” rispose lui, con sicurezza “Tu, piuttosto, sei ferita”
“I-Io?” domandò Ambra. Si toccò il viso e sibilò immediatamente per il dolore.
Sentendo bruciore sulla guancia destra, si ricordò improvvisamente che le si era conficcata una scheggia nella pelle. Si toccò appena il puntò dolorante, di nuovo, e si guardo le dita. C’era del sangue.
Rialzò lo sguardo verso I.V, mentre Yunho la superava.
Era già pronta a spiegare cosa fosse successo, quando si rese conto delle condizioni di I.V: aveva lo sguardo stanco, il labbro inferiore un po’ più gonfio del solito e dall’angolo della bocca era uscito un rivolo di sangue. Aveva dei segni di artigli vicino alla bocca e sotto il collo. La camicia era graffiata e strappata in più punti e c’erano dei tagli sul braccio lasciato scoperto dalle parti lacerate della stoffa. La mano destra – compresi gli artigli - era ricoperta di sangue. I polsi erano marchiati da degli strani segni circolari e aveva delle piccole piaghe, come se in quei punti si fosse ustionato.
“Io sto benissimo, I.V” mormorò lei con fare preoccupato “Sei tu che sei ferito… Sia in viso che sul corpo…”
I.V scosse la testa con fare disinteressato.
“Non ho un cazzo” rispose, continuando a guardarla negli occhi con fare serio “E poi non ti ho detto che potevi staccarti”
Ambra lo guardò senza capire, ma I.V non attese molto per afferrarle un polso - con la mano del braccio sano – e tirarla verso di sé. La strinse al petto, premendo la schiena con il palmo della mano. L’altro braccio lo lasciò dritto lungo il fianco; preferiva non fargli fare altri sforzi.
Ambra, a primo impatto, rimase interdetta, senza muovere un muscolo esattamente come aveva fatto lui prima. Subito dopo, però, circondò il torace di I.V con le braccia per stringerlo a sua volta.
I.V poggiò il mento sulla sua testa. Fu allora che si accorse del ragazzo steso in terra.
“Cosa ti ha fatto?” le domandò, con voce più bassa.
Ambra sospirò. Odiava e al tempo stesso adorava il timbro vocale di I.V, ma quando abbassava volutamente il tono era qualcosa di devastante. La voce sembrava ancora più calda del solito.
Si prese il tempo per fare qualche sospiro, prima di rispondere alla sua domanda.
“Niente di che, in realtà…” rispose lei “Sono stata stupida io ad appoggiarmi alla porta un attimo prima che lui la sfondasse. E mi si è infilata una scheggia nella pelle”
Sentì I.V annuire appena.
“A te, invece… Cosa è successo?” domandò, con riluttanza. Aveva un po’ paura della risposta di I.V, perché se gli avesse detto contro chi aveva combattuto, sarebbe stata una piccola conferma delle parole del biondo.
“Ho avuto un paio di scontri con un ragazzetto che ho atterrato in poco tempo” spiegò brevemente.
Ambra rimase in ascolto, senza chiedere altro, con lo sguardo basso. Era questa, quindi, la delusione? Ci si sentiva così? E perché sentirsi in questo modo? Non era forse lei la prima a dare per scontato che non fosse la verità, quello che le aveva detto il cacciatore?
Vaffanculo.
Sospirò tra sé e sé, prima che I.V prendesse nuovamente parola.
“Chi mi ha dato qualche problema in più è stato Joseph” proseguì lui.
Ambra corrugò le sopracciglia.
“Joseph?” ripeté, senza capire.
“Ah-ha” fece I.V “Il biondino che è sdraiato dietro di te”
Ambra spalancò gli occhi.
Cosa?
“Hai… Hai combattuto contro di lui?” domandò, deglutendo in attesa di una risposta.
“Sì, Ambra, te l’ho appena detto” rispose I.V, con fare un po’ stranito. In realtà, la ragazza si stava comportando in modo strano da quando lui era entrato nella stanza. Che fosse stata colpa del piccolo scontro avvenuto con Joseph?
“Ambra”
La voce di Yunho era seria, forte e chiara. Era esattamente in quella maniera che generalmente chiamava i suoi uomini. Fu per quello che Ambra, sentendosi nominare da lui, si staccò immediatamente da I.V per volarsi verso il maggiore.
“Come hai fatto a stenderlo?” le domandò.
“Ehm…” cominciò a dire lei, mentre guardava a terra e spostava con la punta delle scarpe alcuni pezzettini di vetro che erano per terra.
Yunho la osservò a fronte corrugata, cercando di capire cosa diavolo stesse facendo.
“Prima di ritrovarmi qua Won Hu mi voleva far prendere delle gocce per il mal di testa. Non sapendo cosa fosse non ne ho presa neanche una, ma…”
“Anestetico” rispose I.V dietro di lei, mentre premeva una mano contro una delle ferite del braccio.
Ambra si girò qualche secondo verso di lui. Era bellissimo anche in quelle condizioni.
Trattenne il respiro e ritornò con lo sguardo verso Yunho.
Smettila, Ambra.
“Però l’ho annusato. Ed evidentemente è bastato a farmi svenire… Quindi le ho versate in faccia a lui”
I.V, dietro di lei, emise uno sbuffo divertito.
Yunho osservò lei ancora per qualche secondo, poi abbassò lo sguardo sui pezzi di vetro.
“Gli hai lanciato addosso la boccetta?”
“No” rispose immediatamente lei, corrugando la fronte. Seguì lo sguardo di Yunho sul pavimento.
Giusto, la boccetta si era disintegrata al suolo. Ma l’aveva lasciata cadere senza rendersene conto, perché aveva appena scoperto che…
Si batté una mano sulla guancia.
Sia I.V che Yunho rialzarono immediatamente lo sguardo su di lei.
Lei ridacchiò nervosa.
“Già, ehm… Mi è caduta per sbaglio” fu alla fine la sua risposta.
I.V spostò la testa da un lato e alzò il sopracciglio, mentre la guardava da dietro. Continuava a pensare che ci fosse qualcosa di anomalo nel suo comportamento, ma non riusciva a capire cosa.
Yunho, dal canto suo, si fece bastare quella risposta e smise di considerare la ragazza. Si abbassò verso Joseph e sfilò dalle tasche il suo portafoglio, dal quale estrasse la carta d’identità e altri documenti. Non toccò soldi o le carte di credito.
Ambra lo osservò tutto il tempo con uno sguardo che andava dallo stranito all’incuriosito. A Yunho non fregava niente dei soldi, voleva solo sapere con chi aveva a che fare.
Finito il lavoro, Yunho rimise il portafoglio dove lo aveva trovato. Guardò Ambra.
“Andiamo giù”
La superò, fermandosi di nuovo una volta che fu perfettamente laterale ad I.V.
“Anche tu” disse, guardandolo negli occhi.
I.V ricambiò lo sguardo, con fare serio. E ora perché aveva usato quel tono?
Sapeva che era stato un azzardo, quell’abbraccio davanti a Yunho. Ma in quel momento, sentirla così vicina gli aveva fatto bene. Gli aveva fatto dimenticare tutte le ferite che aveva, tutta la preoccupazione. Gli aveva anche ricordato quanto fosse bello stringerla tra le braccia, lasciare che lei si appoggiasse a lui.
E l’aveva trovata incredibilmente bella. Era una cosa a cui lui non aveva pensato così tanto nemmeno quando erano alla festa, dove era perfettamente in ordine e vestita bene.
Eppure la vedeva in quel momento, con i capelli disfatti, la felpa un po’ più larga della sua solita taglia, le labbra leggermente più gonfie per via della febbre.
Dio, quanto la voleva toccare ancora. Voleva sentire ancora il suo profumo, sentire quanto fosse morbida la pelle… sentire che sapore avesse.
Si morse la lingua. Non era il caso di pensare a quelle cose in momenti come quello. C’era appena stato uno scontro, erano tutti più o meno feriti e avevano delle cose con lei da chiarire.
Ma la sua mente, ormai, stava cominciando a non frenare più i pensieri. Era sempre stato bravo a controllare le emozioni, ma le pulsioni che sentiva verso il suo corpo cominciavano ad essere più difficili da controllare.
La guardò ancora qualche istante, seguendola con lo sguardo mentre lo superava e si avviava verso il corridoio, proprio dietro Yunho.
Sapere che da lì a breve sarebbe tornata a casa lo faceva stare tranquillo.
Ma poteva sempre esserci Richard ad aspettarla.
Sei geloso, I.V?
I.V evitò accuratamente di darsi una risposta, ma le iridi avevano stranamente ripreso a colorarsi di un rosso acceso.
 
 

 
***


 
“Voglio vederla!”
“Non cominciare a rompere i coglioni, rossa!”
“Fammela vedere e non ti romperò più le palle!”
“Ma chi ti credi di essere per parlarmi in questo modo?”
“Voglio vedere Rafael-“
“Smettetela, cazzo!” tuonò alla fine Yunho.
Ambra e Jeim, che si erano urlati in faccia l’uno contro l’altro fino a quel momento, si girarono di scatto verso di Yunho. Ambra aveva di colpo perso l’espressione combattiva, mentre Jeim si era girato verso il capo ancora con espressione arrabbiata.
I.V aveva sospirato alla vista di quella scena. Era seduto al tavolo dello studio, mentre Won Hu si era occupato di lui. Gli aveva fatto togliere del tutto la camicia e gli aveva disinfettato le ferite, aggiungendo qualche punto dove necessario.
Aveva ghignato appena quando aveva visto Ambra distogliere lo sguardo da lui con fare imbarazzato, una volta messosi a petto nudo.
Hoseok, nel frattempo, si era occupato di sistemare i tre cacciatori catturati – e ancora privi di senso - contro le catene a muro, mentre raccontava a Won Hu le sue eroiche gesta.
“Sai che ad un certo punto ho detto a Jeim di sciogliere le catene, no?”
Won Hu annuì. Ormai stava annuendo ad ogni frase che diceva. Non lo stava minimamente ascoltando.
“Ecco, lui allora ha lanciato una fiammata verso I.V! E io pensavo lo avesse preso in pieno! Ma stranamente no… è proprio attento!”
“Ti ricordo che non sono te! Le cose le faccio bene” ribatté subito Jeim, guardandolo di sottecchi “E poi l’idea di sciogliere le catene è venuta a me”
“Se dobbiamo glorificare qualcuno quello è Won Hu” fece I.V, mentre Won Hu gli tamponava il labbro ferito “Visto che è stato lui a sparare il tranquillante contro Fabian”
“Sì, ma io ti ho liberato! Non Won Hu!” ribatté ancora il rosso, affiancandosi ad Hoseok.
I.V fece per ribattere, ma Won Hu gli fece segno di no con la testa. Era inutile replicare. Si sentivano fieri e contenti del loro lavoro, non aveva senso denigrarli.
Ambra era rimasta in silenzio e con sguardo vuoto per tutto il battibecco. Sapere che c’era Rafaelle lì nel covo, l’aveva in qualche modo tranquillizzata. Almeno non era completamente da sola in mezzo ad una miriade di cacciatori.
Allo stesso modo, però, sapere che l’amica era solo un’umana indifesa – quasi come lei, d’altronde – la metteva un po’ in ansia. Però, da quel poco che era riuscita a carpire da Jeim, Rafaelle stava bene. E questo era l’importante.
Un secondo prima di mettere piede sul primo gradino delle scale, per scendere, Jeim le si era parato davanti. Lei era quasi caduta all’indietro per lo spavento.
“Dov’è Rafaelle?” le aveva chiesto, con un tono che non ammetteva repliche.
“Rafaelle?” aveva ripetuto lei, cercando di capire se la sua fosse una domanda seria o meno.
“Non cominciare a fare la finta tonta” aveva replicato lui, subito dopo “Allora? Dov’è Rafaelle?”
Ambra lo aveva guardato ancora per qualche istante, senza realmente capire cosa stesse dicendo.
“Ma… Rafaelle è qui?” fu l’unica cosa che riuscì a dire, alla fine.
“Certo che è qui!” aveva urlato, scattando verso di lei. Ambra si era tirata indietro spaventata “Avanti, dimmelo. L’ho vista con i miei occhi salire qui”
Ma a salvarla da quella situazione, in realtà, ci aveva pensato I.V: perché lei era indietreggiata da sola, ma I.V l’aveva letteralmente presa per un braccio e tirata via da Jeim.
Quest’ultimo aveva guardato il compagno con fare severo.
Mi spieghi come cazzo fa a sapere dove sia? Ti ricordo tu e Hoseok l’avete chiusa a chiave in una stanza senza spioncino
Ambra non aveva idea di cosa gli aveva detto, ma lo aveva comunque ringraziato mentalmente, perché a prescindere dalle sue parole, Jeim sembrava essersi calmato.
I.V e ancora I.V. Era sempre lui che, in qualche modo, ritornava nei suoi pensieri.
E adesso che lo vedeva a petto nudo, con le garze attorno al braccio e le labbra socchiuse mentre Won Hu lo medicava, un po’ sperava che le parole di quel Joseph non fossero del tutto una finzione.
Ambra rinsavì, sentendo il suono di una pistola caricata da Yunho. Quest’ultimo si scambiò uno sguardo d’intesa con Won Hu, che fece un brevissimo inchino e disse qualcosa ad I.V prima di lasciare la stanza e dirigersi nella sua infermeria.
Yunho si schiarì la voce. Hoseok, che era ancora intento a spiegare il perché tutta quella situazione l’avesse risolta lui, si girò verso il capo. Annuì appena, mentre si girava verso la rossa smettendo di darle le spalle.
Hoseok fece un mezzo giro intorno ad Ambra.
Sospirò, quando le fu di spalle.
“Certo che te le vai proprio a cercare” commentò poi.
Ambra fece per girare la testa verso di lui, quando sentì Hoseok armeggiare con qualcosa e puntarle il coltello al lato del collo. La ragazza sobbalzò e fece per allontanarsi, ma Hoseok le circondò il petto con l’avambraccio e la strinse, per impedirle di scappare.
Sentendo dei rumori strani, I.V si girò verso di loro.
Ma cosa?” mormorò, a voce bassa. In quel preciso istante, sentì un rumore strano sotto la sua sedia, quasi come delle foglie calpestate. Si rese conto che erano comparse delle radici, di colore scuro e che si stavano piano piano legando alle sue caviglie alle gambe della sedia. Delle altre radici, invece, erano risalite lungo le sue gambe, e poi si erano attorcigliate attorno alle sue caviglie.
I.V seguì il percorso delle radici, rendendosi conto che provenivano dall’infermeria. Won Hu.
Sospirò. Davvero erano arrivati al punto in cui anche lui era considerato un pericolo per la banda?
Si girò verso Ambra. No, era sicuro che in realtà non volessero che intervenisse per impedire che le venisse fatto del male, perché sapevano che lo avrebbe voluto fare. Ed era ovvio che lo avrebbe fatto, se avesse potuto.
Yunho si avvicinò ad I.V. Gli batté una mano sulla spalla nuda.
“Bravo, I.V” gli disse, con un tono di voce particolarmente alto, quasi a voler farsi sentire da tutti “Sei stato proprio bravo”
I.V alzò un sopracciglio, con fare sospettoso.
“Cosa stai dicendo?”
Yunho ridacchiò appena, in modo strano. Gli batté anche l’altra mano sull’altra spalla, vicino all’incavo del collo. Ed I.V sentì improvvisamente bruciare; Yunho aveva creato un sottilissimo ago fatto di acqua bollente, che gli stava ferendo la pelle.
Bruciava da morire. Dannato Yunho.
“Mi sto complimentando per il compito che hai svolto. Mi sembrava ovvio” proseguì lui, come se niente fosse “D’altronde, dovevi avere la completa fiducia di Ambra di modo che noi potessimo ottenere le informazioni necessarie per risolvere questo mistero. Devo dire che sei proprio bravo a fingere”
I.V strabuzzò gli occhi. Ecco perché lo stava ferendo e stava parlando ad alta voce, in italiano. Non voleva che lui ribattesse in qualche modo e voleva che anche Ambra lo sentisse.
Voleva mettere la parola fine al rapporto tra lui e Ambra.
Il problema era che sembrava stare funzionando: Ambra, nonostante fosse ancora tenuta da Hoseok, stava osservando la scena con fare preoccupato e lo sguardo verso I.V. Come se si aspettasse che lui controbattesse a quelle affermazioni. Ed I.V moriva dalla voglia di farlo, perché quello da parte di Yunho era davvero un colpo basso.
Ma quella cazzo di lama incandescente che gli si era infilata vicina al collo sembrava avergli bloccato ogni movimento. Non riusciva neanche a lamentarsi del dolore.
“Ora finalmente puoi smettere con questo teatrino. So quanto ti è costato dover fare la parte di quello disponibile, quasi protettivo… Ma il grosso è fatto. Puoi smettere definitivamente di avere a che fare con lei”
Yunho aveva marcato quelle due parole apposta. E I.V sapeva benissimo il perché.
Il capo lo osservò ancora qualche istante, poi si allontanò da lui – lasciando l’ago nella sua pelle - e mosse qualche passo nella direzione di Ambra. Sempre con gli occhi puntati su di lei, allungò il braccio verso destra e sparò un colpo di pistola. La ragazza sobbalzò, facendo ghignare Hoseok dietro di lei.
Il proiettile sfiorò il capo di Fabian, tanto che gli fece muovere qualche capello.
“Mi sembra carica” fece poi Yunho.
Mosse un altro passo verso di lei. Puntò l’arma sotto il mento di lei, fissandola nelle iridi. Lo poteva vedere che non era più semplicemente spaventata: era confusa, delusa, triste. Lo sapeva che si stava chiedendo perché I.V non avesse ribattuto e se davvero le sue parole fossero vere.
“V-Vi prego…” cominciò a dire, con voce implorante.
Yunho alzò un sopracciglio.
“Non ho ancora fatto niente” disse, con tono calmo.
Ricaricò l’arma, senza staccarla dalla pelle della ragazza.
Si avvicinò pericolosamente al suo viso.
“Adesso tu rispondi a tutte le domande dicendo la verità. Se non sei abbastanza credibile” spinse ancora di più l’arma contro di lei “Partirà un colpo. Tanto ormai hai capito che qui, della tua vita, non interessa a nessuno”
“O verrai trafitta da una lama” proseguì Hoseok.
Ambra sentiva gli occhi pungere. Non ebbe il coraggio di replicare, né di annuire. Rimase lì inerme, a tremare di paura, con le lacrime che piano piano stavano scendendo lungo le guance.
Deglutì a fatica. Ogni volta che muoveva la gola, la punta del coltello sembrava entrare un po’ di più nella pelle del collo.
“Chi sono questi tre?” domandò Yunho, indicando brevemente i tre prigionieri con un cenno del capo.
Ambra fece qualche respiro profondo – o almeno ci provò – prima di rispondere.
“I-Io conosco solo Fabian…” mormorò con voce rotta.
Yunho non mosse un muscolo. Sapeva che era la verità, perché Ambra davanti a lui e ad I.V aveva fatto chiaramente intendere che non avesse la minima idea di chi fosse il biondo. Quello aveva portato Yunho a pensare che conoscesse Fabian, ma non i compagni di banda.
“E cosa sai di Fabian?” domandò ancora.
Ambra soffocò un singhiozzo.
“È un cacciatore… Del ghiaccio…”
Yunho spostò la testa di lato. Anche questa, fortunatamente, era la verità.
“Ed è lui ad aver scritto la lettera?”
Ambra provò a fare un cenno negativo con la testa.
“Non…”
“Mi sai dire chi è SDTS?” insistette.
“No, no!” esclamò lei, quasi urlando “Vi posso dire di Fabian, ma non della lettera! Non so niente della lettera, ve lo giuro!”
“Va bene, allora dicci perché non mi hai detto la verità quando ti ho chiesto se conoscessi dei cacciatori!”
Ambra deglutì, facendo sempre più fatica a mantenere la voce ferma.
“Mi ha minacciato” rispose, con voce tremolante “Mi ha minacciato di fare del male a me e mio fratello se lo avessi detto a qualcuno…”
Yunho corrugò la fronte.
“Racconta tutto” fece ancora lui “E non tralasciare dettagli”
 












 
Angolo Autrice
Sono davvero contenta della piega che sta prendendo la storia: per ora sta andando tutto secondo quanto avevo pianificato nella mia mente e sto riuscendo a trascrivere quello a cui avevo pensato. D'ora in poi, vi avverto, gli aggiornamenti potrebbero diventare più lenti perché sta per arrivare un periodo abbastanza impegnativo a lavoro e poi, ovviamente, ci sono le ferie di mezzo.
Ad ogni modo credo che per la prossima settimana e quella ancora dopo pubblicherò regolarmente. Non vi assicuro però cosa possa succedere dall'ultima di luglio fino ad, almeno, agosto. 
Ho trascritto però un sacco di appunti su fogli e ho intezione di finirla questa fanfiction, spero e mi auguro entro l'anno! Ormai è il mio piccolo gioiellino che voglio portare avanti fino alla fine.
Ringrazio ancora per le numerose visite, alla prossima!
  
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