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Autore: Izayoi_1    08/07/2021    0 recensioni
Può la nostra anima spaccarsi letteralmente in due pur di provare a salvarci?
Può la confusione volerci dire qualcosa?
Tosca tutte queste cose non le sa e una parte di lei non vuole vederle ma può l'amore salvarla anche da se stessa?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lei
Perché in fin dei conti sin da bambina non le erano mai piaciute le cose banali, odiava il principe azzurro biondo e virtuoso, mentre guardava con occhi sognanti il cavaliere nero colmo di contraddizioni e con l’animo inquieto; non le piacevano i cuccioli di foca che tanto intenerivano i cuori delle sue compagne di classe, piuttosto preferiva i spietati squali che popolavano i profondi mari che vedeva così distanti da lei; non le erano mai piaciute le favole che camuffavano la realtà dei fatti, quando scoprì la verità sulla Sirenetta o Quasimodo di Notre Dame si sentì profondamente presa in giro, decidendo di bandire quelle videocassette dalla sua collezione. Con il crescere la cosa non si era affatto attenuata e nonostante non avesse nessun problema con i suoi compagni di classe durante la ricreazione, mentre le adolescenti delle medie sfogliavano estasiate le pagine patinate delle riviste di gossip, lei se ne stava seduta sulla panchina rannicchiata su se stessa per coprirsi dal frizzante vento primaverile mentre si trovava a vivere la dolorosa fuga di Jane Eyre dal suo amato Mr Rochester, in quei momento la sua anima si trovava così lontana dal giardino di quella scuola che sarebbe potuto accadere di tutto ma lei non se ne sarebbe accorta. L’idea dell’amore che stava prendendo forma nella sua giovane mente non era affatto semplice e costellato di frasi dolci e sorrisi candidi, il suo era fatto di fumo denso, così scuro da rendere i contorni confusi e poco nitidi, da rendere le cose difficili da raggiungere, da far agognare ogni singolo respiro.  Non c’era che dire, era sempre stata strana, fuori dagli schemi, timorosa delle cose comuni e semplici ma mai avrebbe immaginato che una cosa del genere potesse esistere, mai avrebbe immaginato potesse esistere tale difficoltà…
 
 
Capitolo 1
Tosca&Cole
L’odore di mandorla e cannella le fece chiudere gli occhi per quel profumo che le era arrivato alle narici, quella fragranza significava solo una cosa e arrivava puntuale come ogni sera, la fine di un’impegnativa giornata di lavoro. Per Tosca era diventato un rituale notturno prezioso per rilassarsi, poggiare la schiena sulla spalliera color panna del letto e spalmarsi delicatamente le mani di crema era diventato un appuntamento al quale non poteva rinunciare. Allungò le gambe e sorrise felice per il contatto liscio delle lenzuola sulla pelle, lasciò andare il corpo seduto e riaprì gli occhi guardando la luce del bagno che si rifletteva per il corridoio buio. Sentiva i rumori provenienti dalla toilette leggermente ovattati, l’acqua del rubinetto cadeva fredda e veloce come piaceva a lui, questo le faceva immaginare i gesti di chi stava occupando il bagno, chiuse gli occhi ed ebbe davanti a se l’immagine di un uomo che si lavava con forza il viso e il collo, con ancora in dosso la camicia bianca, il colletto di questa umido, mentre qualche coraggiosa goccia scendeva giù fino alla schiena, la visione riusciva a farle sentire persino il forte odore di pino silvestre. Gli odori, i rumori ovattati, la luce soffusa riuscivano a dare un gran senso di pace. Sorrise per quel piccolo angolo di perfezione, sorrise come fanno i bambini soddisfatti e stremati dopo una stancante giornata di giochi e cercando di lottare contro Morfeo sentì le sue palpebre chiudersi pesantemente. Si era leggermente appisolata, era stata svegliata dall’arrivo di Cole, che per quanto avesse fatto attenzione i suoi passi sul parquè  le avevano fatto riaprire gli occhi. Tosca lo trovò così, seduto sul bordo del letto mentre con gesti sicuri si sbottonava il polsino della camicia, lasciando al polso l’orologio d’acciaio che lei gli aveva regalato. La ragazza lo guardò in silenzio, gli piaceva osservarlo, non si perdeva mai nessuno dei suoi gesti. Gli piaceva la sua nuca, le spalle così larghe che aderivano alla perfezione alla stoffa, il suo odore sapeva di acqua fredda e di pulito, le sue mani che con impazienza e che con un po’ troppa forza sbottonavo i bottoni dell’indumento. Metteva una così gran pace godersi quella loro quotidianità, era vero, far combaciare gli orari lavorativi di entrambi non era semplice, Tosca lavorava in redazione per tutta la giornata, mentre Cole con i locali era costretto a rientrare in casa solo in tarda notte, eppure una volta chiusa quella porta, a qualsiasi ora del giorno o della sera, il loro piccolo mondo e i gesti che condividevano insieme li immergeva in una realtà molto diversa dalla frenesia dell’ufficio e il chiasso dei ristoranti. Tosca si mosse leggermente, quasi non volesse distrarlo ma non appena sentì quel corpo così minuto allungarsi l’uomo interruppe i suoi gesti e girò leggermente il viso, facendo vedere, però, solamente la linea della mascella, rigida e seria.
“E così mi trovo ad essere costretto a dover preparare io il caffè domani mattina, non è  così signorina?”.
Tosca sorrise, nonostante l’uomo cercasse di mantenere una tonalità seria il suo tentativo falliva parola dopo parola, poiché troppe volte le sue labbra si piegavano cercando di trattenere una risata e le spalle si alzavano e abbassavano nel tentativo di evitare di prendere ulteriormente in giro la compagna.
“Cole Eric Turner, non provare a fare la vittima, sappiamo entrambi che dovrai solamente prendere una piccola tazza, posizionarla e premere un pulsante”.
Ogni sera era la stessa storia, ci si trovava sul tavolo, che in quel caso era un letto, delle trattative a decidere le sorti del caffè del giorno seguente.
“Facciamo che se tu farai il caffè, io cercherò di sgattaiolare- Tosca accompagnò la parola a due piccole gambine fatte con l’indice e il medio- via dalla redazione per pranzare con te”.
Stavano per iniziare le trattative finali. Le più importanti.
“Sta per caso cercando di corrompermi signorina?”
Il tono dell’uomo era un falso sconvolto e ormai gli occhi di Tosca erano vigili e il suo corpo pimpante come appena sveglio. Si ritrovò a mettere fine a quella loro breve distanza gattonando sulle ginocchia, fingendosi silenziosa come un felino un attimo prima di attaccare la propria preda alle spalle, desiderosa di gettargli le braccia al collo e sentire quel profumo forte darle alla testa. La luce era soffusa, veniva solamente dalla parte sinistra del suo lato di letto, Cole era ancora seduto all’angolo, la mascella tirata da una risata divertita dallo scambio di battute, e così continuò ancora un po’ la nottata tra le risate, le prese in giro, il freddo dell’acciaio dell’orologio a contatto con la pelle di lei mentre facevano l’amore, per poi crollare stanchi e abbracciati insieme.


E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE”
D. ALIGHIERI
******* Questa storia l’ho iniziata a scrivere molti anni fa, i suoi personaggi fanno più parte di me di quanto potessi immaginare, mi sono sempre stati vicini in tutto questo tempo; a volte loro agiscono diversamente rispetto quanto io immagini, ma li lascio fare. Perciò perdonate qualche mio errore e ditemi ciò che ne pensate. Al prossimo capito
   
 
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