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Autore: cassiana    09/07/2021    2 recensioni
L’Olimpo in teoria dovrebbe essere un luogo tranquillo e pieno di ieratica pace. Tranne quel giorno in cui viene scosso da un rumore terribile. Zeus invia Hermes a investigare.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Gilmour, Nick Mason, Richard Wright, Roger Waters, Syd Barrett
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: ovviamente non possiedo nessuno dei Pink Floyd (sob). Questo è un lavoro di finzione e nulla di quanto raccontato è realmente accaduto. Nessuna diffamazione o calunnia è intesa. I personaggi sono la mia rappresentazione di fantasia delle persone reali, ma non c’è nessuna pretesa di verità dei dati biografici o storici.





A Saucerful of Gods




Di solito il Monte Olimpo era un luogo piacevole e ameno in cui soggiornare, si stagliava contro il cielo di un terso ceruleo macchiato solo da stracci di nuvole soffici come batuffoli di dente di leone e dominava una fitta foresta di balsamici sempreverdi dove spesso Artemide si attardava nella caccia con le sue schiere di ninfe e i satiri facevano festa al calar del sole, quando Apollo riportava il suo carro a posto.
Ma quella chiara mattina di primo autunno il monte era scosso da un rumore come di mille anime in pena che stessero pestando i propri capi incorporei contro cimbali di duro metallo. Ininterrottamente da ore ormai. Il Possente Zeus si teneva la testa in preda all'insofferenza agitandosi per le aule celesti.

“Hermes, Hermes!”

Chiamò più volte con voce reboante, facendo tintinnare le colonne dorate della sua reggia. Il messaggero degli dei apparve, al fine.

“Per tutti gli Dei Celesti che cos'è questo baccano infernale?”
“Non è Ade, Potente Signore.”

Rispose quello scuotendo i riccioli neri con un sorriso impudente:

“Sono Efesto e Ares che hanno scoperto la musica degli uomini.”

In quel mentre si alzò una serie di stridii e urla agghiaccianti. Zeus sobbalzò:

“Sei sicuro che Ade non stia torturando qualche anima dannata?”
“Oh no, quello è Ares che canta.” “Oh, povero me. Mi esplode la testa!”

Il Re degli Dei si piegò su sé stesso in preda a un dolore lancinante. Ermes aprì la bocca stupefatto quando vide uscire dalla testa del Padre una fanciulla abbigliata di tutto punto completa di elmo e lancia. Lei scivolò a terra e si mise dritta con un’espressione caparbia negli occhi azzurri:

“Il mio nome è Athena, Dea della Sapienza! - Esclamò sbattendo a terra la lancia - Dea della Ragione, delle Arti e della Letteratura - Un nuovo colpo di lancia - Parthenos, perché vergine, Soteira, perchè salvatrice - Altro colpo - Glaucopsis dagli occhi scintillanti, Promocos, perchè combatto nelle prime …”
“Buona, buona, bella di papà. Sii brava, abbassa un po’ la voce. Oh, la mia povera testa!”

Rantolò il Dio con un filo di voce, ancora accasciato sul suo scranno. Ermes volteggiò intorno ad Athena canticchiando:

Watching buttercups cup the light Sleeping on a dandelion. Too much, I won't touch you But then I might.

Ma Zeus gli lanciò un’occhiata sofferente scuotendo il capo:

“Ti ci metti anche tu?”

In quel momento il suono di tamburi si fece più intenso. Sembrava che qualcuno stesse battendo una lastra di metallo con quanta più furia potesse.

“Ma perché deve essere tutto così rumoroso?”
“Io non credo sia rumoroso.”
“Per me è assordante. Và e dì loro che il Re degli Dei è tremendamente seccato e che comanda loro di smettere immantinente. Ho detto.”

In quel momento le tre teste di Cerbero iniziarono ad ululare:

“Persino questa povera bestia non ne può più. Và, Messaggero e porta la mia parola!”

Con un'alzata di spalle Hermes si apprestò a compiere il suo incarico, seguito da un Athena tutto sommato curiosa.
Ai piedi del monte c’era una piccola piana dove gli uomini avevano ricavato un anfiteatro in cui un tempo, secoli e secoli addietro, solevano deliziare gli Dei con soavi liriche e cori commoventi.
Quella mattina, invece, sotto al sole che picchiava implacabile sulle loro schiene nude c’erano quattro Dei che avevano preso possesso dell’anfiteatro a lungo abbandonato. Efesto picchiava sui tamburi e piatti di metallo con foga, mentre una farfalla gli svolazzava intorno alla testa. I lunghi riccioluti capelli scuri trattenuti da una fascia sulla fronte, le braccia tornite che battevano a un ritmo preciso, sorrideva sotto i baffi che gli coprivano anche parte del mento. Ares sbatteva con furia un martello su un grosso piatto di metallo appeso ad una struttura di legno, i muscoli delle braccia tesi e una smorfia sul volto grondante di sudore.
Eros era seduto davanti a una tastiera e muoveva le dita in modo convulso per seguire i compagni, poi fece scorrere le mani di piatto e appoggiò un gomito a produrre suoni stridenti e sincopati. I suoi lunghi capelli svolazzavano nella brezza leggera e le ali della farfalla, volata fino a lui, accarezzarono delicate le sue labbra e la barba che aggiungeva fascino al suo viso fanciullesco. Infine Apollo seduto a terra, completamente impolverato e incurante, era concentrato su una chitarra un tempo nera: con un collo di bottiglia strusciava le corde dello strumento facendolo stridere e miagolare, il liscio torso squisitamente definito e i lunghi capelli biondi che gli coprivano il viso cesellato.
Intorno al gruppo si erano via via radunate altre divinità: Afrodite si avvolgeva civettuola intorno al dito uno dei lunghi riccioli biondi, le Muse lanciavano occhiate sognanti ora all'uno ora all'altro dio soffiando dolcemente al loro indirizzo i propri talenti, Dioniso ballava al ritmo della musica con movimenti sincopati, naiadi, driadi e satiri si accalcavano tra loro, spintonandosi e rimediando qualche palpatina inopportuna, persino Ade dai capelli fiammeggianti sedeva discosto, le braccia incrociate, ad osservare. Ermes si accorse di Psiche, che svolazzando si allontanò da Eros, per sedersi accanto a lui.

"Immagino non gli dirai di smettere."

Disse, tornata alla sua forma di fanciulla.

"E far perdere loro il divertimento?"

Rispose il dio indicando il pubblico. Atena si chinò preoccupata verso di loro:

"Ho paura che il Magnifico Zeus scaglierà presto su loro una delle sue saette, se non la fanno finita subito."

Proprio mentre il caos sembrò raggiungere il suo apice, persino Orfeo si era messo le mani sulle orecchie, una musica delicata pervase l'anfiteatro. Apollo modulò con la sua voce celeste un canto sublime che sembrò quietare persino i raggi solari che avevano battuto impietosi su di loro fino a quel momento, la Musa Euterpe svenne, lasciando cadere il flauto, Zefiro si dimenticò di spirare, Afrodite s'innamorò e tutte e tre le teste di Cerbero si addormentarono. Con un ultimo acuto divino il canto terminò e un sognante sospiro corale riempì la radura.

Acciottolio di stoviglie, chiacchiere e risate accolsero un David sbadigliante nella sala comune. Richard stava togliendo del nastro adesivo dai suoi cereali, Roger ne approfittò per rubargli le sigarette, mentre Nick entusiasta stava raccontando qualcosa.

"Che succede? Posso prendere il latte, Rick?"
"No - Con nonchalance David si portò il bicchiere alle labbra - Va bene, solo un sorso."

Nick mescolò il cappuccino ed esclamò:

"Siedi, Dave. Stavo raccontando ai ragazzi il più fantastico dei sogni! Scusa, mi puoi portare una fetta di torta? Senza crosta, per favore. Allora noi eravamo degli dei greci…"
"Questo succede quando si cena con pizza e cappuccino."

Interloquì Roger esalando uno sbuffo di fumo. David ghignò appropriandosi dei cereali senza fare caso all’occhiataccia di Rick. Nick nel frattempo stava studiando una fetta di dolce, punzecchiando la pasta frolla con la forchetta.

“Qui non hanno le torte, si chiama crostata - Gli spiegò Rick - Dai, continua a raccontare!”

Nick assaggiò un pezzetto di dolce, poi approvando il sapore si riempì la bocca con buona parte della fetta.

“Si, allora: Roger era Ares - Sghignazzò - Rick era Eros...”
“Uuuuuh!”

Strillarono all’unisono David e Roger all’indirizzo di Rick e lui per tutta risposta lanciò loro un pezzo di pane, che venne preso al volo da Mademoiselle Nobs con grande divertimento di tutti.

“E David, naturalmente era Apollo!”

Roger sollevò gli occhi al cielo, mentre David imbronciò le labbra segretamente compiaciuto.

“E tu chi saresti stato?”

Cambiò discorso il chitarrista. Nick tambureggiò sul tavolo e rispose:

“Ma Efesto, ovviamente! Insomma eravamo là a suonare A Saucerful of secret, con tutti gli altri dei intorno, le muse...c’era anche Hermes - Il volto di Nick s’immalinconì un momento nel ricordare l’amico perduto e gli altri non fecero commenti - E Zeus si stava incazzando a morte…”
“Si, vabbè, falla breve: e poi?”

Lo interruppe rude Roger, mentre David gli dava un calcio sotto il tavolo e Rick si distrasse accarezzando la cagnolina. Nick fece spallucce:

“E poi, niente. Mi sono svegliato con la tua brutta faccia davanti.”

David e Rick scoppiarono a ridere, mentre Roger senza rispondere schiacciò con furia la sua sigaretta sul piatto di Nick.
In quel momento Adrian fece la sua comparsa nella sala, chiedendo loro se avessero finito ed esortandoli a muoversi, che quel giorno c’era un sacco di lavoro da fare.
I quattro si alzarono in una grande confusione di sedie strascinate e tintinnio di posate e uscirono, pronti per il nuovo giorno di lavoro, in un vortice di battute e spintoni amichevoli. Mademoiselle Nobs li seguì abbaiando e agitando la coda entusiasta.







Spazio autrice:

No, vabbè, scusate: sto inquinando il fandom con le mie idiozie! XD Per questa mi sono ispirata ovviamente al film Live at Pompeii.
La canzone che Hermes canticchia a Athena è Flaming.
Alcune frasi le ho estrapolate da alcune interviste (tipo il colloquio sul rumore tra Zeus e Syd/Hermes) e documentari vari.
Ho immaginato che i Floyd stessero ancora in Italia durante la colazione per questo i riferimenti ai cibi locali e la differenza tra la torta (pie) chiesta da Nick e la crostata che invece gli arriva.
   
 
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