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Autore: Rosette_Carillon    10/07/2021    2 recensioni
Marta continua la sua vita nella New Avengers Facility e continua a lavorare per lo S.H.I.E.L.D. come infermiera, nonostante vivere con dei supereroi non sia sempre facile.
Dal testo:
Marta guarda la porta chiudersi.
Sospira.
La Vedova Nera non è più sé stessa.
Forse non la conosce abbastanza bene da poter affermare ciò, ma la conosce abbastanza per essersi accorta che qualcosa è cambiato.

[ Captain America; Knives out ]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Natasha Romanoff, Steve Rogers, Tony Stark
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Black and white photos'
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NOTE.
L’uscita al cinema di ‘Black Widow’ mi ha ispirato questa ff (non ci sono spoiler, non preoccupatevi). Forse rimarrà una one shot, forse diventerà una long fic, o una raccolta.
Fa parte di un crossover che ho scritto qualche mese fa ( Black and white photos ), ma si può leggere (credo ^.^; ) anche senza aver letto il crossover.
Sarebbe ambientata dopo Infinity War, ma dopo un’Infinity War che è terminata prima e in cui nessuno degli Avengers si è dovuto sacrificare.
Altra ispirazione per questa ff è stata la serie tv ‘Agent Carter’, in cui si parla del progetto Vedova Nera.
Se vi va, fate mi sapere cosa ne pensate. Grazie e a chiunque leggerà :).
 
 
 


 
                                                                                                              Nero e rosso
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



 
Il capitano geme piano, e Marta si scusa subito.
L’uomo la tranquillizza, non è colpa sua, mentre lei continua a tenere il ghiaccio premuto contro la parte destra del suo volto.
Steve tiene un cuscino fra le mani, e lo stringe convulsamente: quel gelo contro il viso non è per nulla piacevole. Gli da sollievo, certo, gli ricorda quando c’erano Bucky, o sua madre, a prendersi cura di lui, ma quei ricordi si sovrappongono ad altri in cui lui sta pilotando un aereo che finisce fra i ghiacci.
<< Natasha ha un destro davvero niente male. >>
<< Avete esagerato con l’allenamento? >>
L’uomo non risponde subito. Marta attende, sperando di ricevere una risposta seria, una risposta che le permetta di capire cosa stia succedendo alla Vedova Nera in quel periodo.
<< Non esattamente. L’ho- >> si interrompe e ridacchia, una risata nervosa << l’ho sorpresa alle spalle. Non volevo, >> specifica poi, come se ve ne fosse stato il dubbio.
Marta annuisce.
In quei giorni Natasha è… strana. Bè, lo sono un po' tutti, dopo quello che è successo.
Se solo ci fosse Occhio di Falco…lui ha sempre saputo come prenderla, è sempre riuscito a parlarci, a convincerla a confidarsi e farsi aiutare.
<< Se solo Clint fosse qui… pazienza, ha tutto il diritto di stare con la sua famiglia, ora che può. >> A quanto pare è arrivato il momento di convincere Natasha ad aprirsi anche con gli altri.
L’infermiera lo osserva attentamente: il capitano non sembra molto convinto delle sue parole, ma lei non chiede altro.
Toglie il ghiaccio. << Fa ancora molto male? >> chiede esaminando la pelle leggermente arrossata dal freddo.
Lui scuote la testa e sorride. << Nah. Ho avuto di peggio. >>
<< Oh, non lo metto in dubbio. Bucky mi ha raccontato i suoi trascorsi, capitano. >>
Lui ridacchia imbarazzato. Si alza, e la saluta prima di uscire dall’infermeria.
Marta guarda la porta chiudersi.
Sospira.
La Vedova Nera non è più sé stessa.
Forse non la conosce abbastanza bene da poter affermare ciò, ma la conosce abbastanza per essersi accorta che qualcosa è cambiato.
Indubbiamente, gli ultimi avvenimenti sono stati un duro colpo per chiunque, ma lei sembra averne risentito più degli altri. Sembra agitata, e nella costante attesa che capiti qualcosa.
Si riscuote dai suoi pensieri e si dà uno sguardo attorno.
L’infermeria della New Avengers Facility è piena di scatole di farmaci e forniture mediche arrivate quella mattina, e lei deve ancora mettere tutto in ordine.
Armata di taglierina, si inginocchia davanti al primo pacco.
Qualcuno bussa alla porta mentre lei sta svuotano la scatola. << Avanti, >> risponde. Sente la porta aprirsi lentamente alle sue spalle, poi richiudersi.
Si volta e si alza. << Natasha? >>
<< Hai visto Steve? >> lo sguardo della donna è stanco. Ha le occhiaie.
<< Era qui poco fa. >>
<< Come sta? >>
<< Tutto intero. Gli ho messo del ghiaccio. >>
Natasha annuisce. Si passa una mano sul volto, e la manica della maglia si scosta appena rivelando un segno rosso sul polso.
Marta fa per chiedere spiegazioni, ma l’altra ringrazia e apre la porta per andarsene.
L’infermiera, nuovamente sola, fissa interdetta la porta che si è appena chiusa davanti a lei. Che diavolo ha appena fatto? Natasha era ferita e lei non ha fatto nulla.
Bè, forse ferita è una parola grossa, ma quel segno rosso…
Si segna mentalmente di affrontare l’argomento con la donna, poi torna ai pacchi.
Ci sono davvero tante cose da sistemare attorno a lei. Dentro quella stanza, e fuori.
E lei che pensava di aver visto il peggio dopo la morte di Harlan.
In quel periodo aveva davvero invidiato l’uomo: essendo morto, non aveva dovuto vivere quell’inferno.
 
                                                                                                                                                             §
 
Bucky torna dalla missione stanco, ma soddisfatto. È stato via un mese, in Wakanda, con Falcon e il dottor Banner.
Non è un Avenger, l’ha messo in chiaro più volte, ma vuole fare qualcosa, essere utile. Vuole aiutare come può.
<< Cos’è successo a Natasha? >>
Quella domanda fa calare il silenzio nel salotto della New Avengers Facility.
<< Non che prima della mia partenza fosse un’altra persona, ma ora… >>
<< Bè, direi che è arrivato il momento di smettere di fingere, >> è Tony a rispondere << Barnes, se riesci a farla parlare potresti addirittura essere considerato un dio della grandezza di Thor. Con grandezza, non mi riferisco alla taglia dei pantaloni, >> si schiarisce la gola << ma- >>
Wanda sbuffa roteando gli occhi, e lo interrompe << è qualcosa legata al suo passato, >> mormora poi, e ammette di aver cerca di leggerle nella mente. Almeno per capire se stesse diventando pericolosa, si difende.
Bucky si volta verso Steve, poi verso Marta, ma nemmeno loro hanno molto da dirgli.
<< Temo toccherà a te, soldato, >> riprende Tony. << Solitamente l’addetto era Occhio di Falco, ma ora lui è impegnato con la sua famigliola felice. Il che è giusto, insomma, se lo merita, ma noi siamo rimasti qui con un’assassina indemoniata. Avresti dovuto vedere l’occhio nero che ha fatto al capitano…qualcuno dovrebbe dirle che bisogna rispettare le persone anziane. >>
Bucky si volta verso Steve, l’esasperazione sul suo volto. Non conta la situazione, l’epoca…<< devi sempre prenderle da qualcuno tu, vero? >> poi sospira. Non sa davvero cosa possa fare per Natasha, insomma, sono successe tante cose…ma vuole aiutarla. << Le parlerò, >> dice infine.
<< Solo… >> si intromette Wanda << attento. >>
Attento a cosa? A non farsi menare anche lui? È abituato.
Attento a non peggiorare la situazione di Natasha? Non forzarla a parlare? Può farlo.
O almeno è ciò che pensava.
Succede sotto lo sguardo spaventato di Marta che, per un momento, teme il peggio e non riesce a reagire.
L’uomo afferra Natasha per un braccio, poco sotto il polso, e solleva la manica con un gesto rabbioso. Urla qualcosa in russo, e Marta si pente per l’ennesima volta di non aver ancora imparato quella lingua.
Forse si stanno insultando, minacciando di morte, oppure stanno solo parlando a voce alta.
Non ne ha la minima idea.
La Vedova Nera si infuria.
In quel momento l’infermiera vede in loro le persone che erano prima, vede i due assassini al servizio della Grande Madre Russia, vede la rabbia e l’odio per un passato che non possono cambiare e che, quando le ombre della notte cominciano a calare, torna a tormentarli.
L’ex Soldato d’Inverno è a terra, e la Vedova Nera si allontana furiosa.
<< Me lo sono cercata, >> ammette Bucky, calmatosi,<< me la sono cercata. >>
<< Sei tutto intero? >> chiede Marta. << Scu-scusa, sarei dovuta intervenire e- >>
<< No, assolutamente. Quando succedono queste cose devi starne fuori. >>
Ed ecco che si sente subito come la nipotina redarguita dal saggio nonno.
<< Ti ha detto qualcosa? >>
<< No. Ma non era necessario. Quel segno rosso attorno al polso? Si è ammanettata al letto. >>
Nel salotto cala il silenzio. Tony, Steve e Marta lo guardano incerti.
<< Non stiamo parlando di qualche pratica erotica, vero? >>
<< Sta’ zitto, Stark. >>
<< Chiedevo. Insomma, sarebbe meglio quello, no? >>
<< Le bambine che venivano addestrate nel programma Vedova Nera, la notte venivano ammanettate ai loro letti, in modo che non potessero scappare. Solitamente è un’abitudine che rimane anche quando crescono… ma credevo che Natalia fosse riuscita a smettere. >> Stringe le labbra pensieroso.
<< Bè, >> tenta Marta << magari la prossima volta potresti provare a parlarle con più calma. Non so…magari senza metterle le mani addosso. >>
Lui annuisce << mossa stupida, lo so. Non so se sono la persona migliore per aiutarla. >>
<< Forse no, ma credo tu sia l’unico in grado di capirla davvero e, a volte, si ha solo bisogno di poter parlare con chi ci capisce, con chi ha vissuto le nostre stesse esperienze, o qualcosa di molto simile.  >>
 
                                                                       
 
 
 



 
  
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