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Autore: Mariam Kasinaga    11/07/2021    1 recensioni
Da qualche parte si combatteva sempre una guerra, a Nord, a Sud, nelle Skellige, non aveva importanza. Su una cosa tutti gli schieramenti parevano concordare: tutti, dall’impero di Nilfgaard al Regno di Temeria, disprezzavano i Witcher.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Geralt di Rivia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo solo esseri umani
 

When a humble bard
Graced a ride along
With Geralt of Rivia
Along came this song

Da qualche parte si combatteva sempre una guerra, a Nord, a Sud, nelle Skellige, non aveva importanza. Su una cosa tutti gli schieramenti parevano concordare: tutti, dall’impero di Nilfgaard al Regno di Temeria, disprezzavano i Witcher.
Odiati, bistrattatati, trattati come cani randagi persino quando c’era un mostro da uccidere. Persino gli ultimi, gli avanzi della società come tagliagole e puttane, li guardavano dall’alto in basso.
Erano settimane che Geralt si spostava di villaggio in villaggio, cercando contratti sulle bacheche nelle piazze; nonostante la cattiva fama della sua specie lo precedesse, tutti sapevano che i Witcher erano i migliori uccisori di mostri di tutto il Continente.
Ogni singola volta, il copione si ripeteva: il Lupo Bianco contattava chi aveva scritto l’annuncio, sorvolava su un paio di insulti, trattava sul prezzo, uccideva lo spettro o il wrath di turno e tornava al villaggio, ricevendo i suoi soldi e delle occhiate torve.


Toss a coin to your Witcher
O' Valley of Plenty
O' Valley of Plenty, oh
Toss a coin to your Witcher
O' Valley of Plent

Nei luoghi più sperduti di Temeria, dove quattro case una vicino all’altra venivano chiamate “villaggio”, quando compariva un Witcher la prima preoccupazione degli adulti era quella di portare i bambini al sicuro. Alcuni li nascondevano in casa, raccomandando di non rumore, altri li chiudevano nei fienili.
Geralt si limitava a sospirare e scuotere la testa: erano decenni che non venivano più addestrati nuovi Witcher e, se Vasemir diceva il vero, i bambini non erano mai stati rapiti, ma erano gli stessi genitori ad averli dati, volenti o nolenti, ai WItcher.
Quando era giovane, nelle pause tra un addestramento con la spada e l’altro, a Geralt piaceva salire sulla torre più alta di Kaer Morhen e guardare l’orizzonte, chiedendosi come sarebbe stata la sua vita se si fosse comportato come le persone normali: avrebbe potuto comprare un pezzo di terra e coltivarlo, o magari diventare un cacciatore e commerciare pellame; si sarebbe potuto sposare e adottare uno dei tanti orfani che la guerra lasciava dietro di sè.
Ma il problema, ripeteva sempre Vasemir, erano i loro capelli bianchi come la neve e gli occhi gialli come i gatti: era da quelli che si riconosceva un Witcher e, una volta superata la prova delle Dieci Erbe, una vita ordinaria non era più possibile.
Uccidere mostri in cambio di soldi, quella era la vita dei Witcher.


That's my epic tale
Our champion prevailed
Defeated the villain
Now pour him some ale

Mentre conduceva Rutilia tra le strade di Novigrad, le labbra di Geralt si incresparono in un sorriso: nonostante tutto, tralasciando le sue mutazioni, la sua apparente incapacità di provare sentimenti, la sua rudezza e sarcasmo, c’erano delle persone che parevano non infastidite dalla sua presenza.
Certo, qualche volta avrebbe fatto volentieri a meno delle canzoni strampalate di Jasker, della gelosia di Yen, delle continue richieste di Triss o dei capricci di Ciri.
Ogni tanto avrebbe voluto stare semplicemente da solo, lontano da tutte quelle chiacchiere e vitalità; guardare il tramonto in solitudine, cercando ancora di immaginare come sarebbe stata la sua vita se non lo avessero mai portato a Kaer Morhen.
Eppure, dopo aver passato settimane ad inseguire le tracce di mostro, tornare in città e rivedere i vecchi compagni di sempre gli smuoveva qualcosa, in un angolo remoto del suo cuore da Witcher: i più crudeli avrebbero detto che Yen o Triss avrebbero smosso  ben altro a qualsiasi uomo, ma forse alcuni avrebbero ammesso che anche il Lupo Bianco era in grado di provare qualcosa di simile all’amicizia.

 

Toss a coin to your Witcher
O' Valley of Plenty
O' Valley of Plenty, oh
Toss a coin to your Witcher
A friend of humanity

Forse era per quello che di tanto in tanto si faceva coinvolgere nelle missioni più disparate: dall’aiutare Jasker a calmare un’amante furiosa a portare strani ingredienti magici alle streghe della Loggia.
Geralt si lamentava sempre, quando lo sfruttavano in questo modo. Brontolava, accettava di non essere pagato e si riprometteva che quella era l’ultima volta; ma dopo un’ultima volta se ne aggiungeva sempre un’altra ed un’altra ancora.
Forse era per quello che Geralt continuava a muoversi lungo le strade polverose e rumorose del Continente, senza mai darsi un attimo di tregua: nonostante l’umanità gli avesse voltato le spalle, nonostante pareva non esserci un posto per lui all’interno della società civile, c’erano dei brevi momenti in cui l’umanità lo sorprendeva ancora: potevano essere due monete donate da una bambina o un posto accanto al fuoco offerto da un vecchio boscaiolo.
Era in quei piccoli gesti, in pochi secondi o in qualche ora, quando le persone andavano aldilà delle sue due spade, dei capelli bianchi e degli occhi gialli, della forza sovrumana, dell’incredibile velocità e dell’abilità di lanciare segni, che un pensiero sfiorava la mente di Geralt.

 

Forse, dopotutto, i Witcher non sono altro che esseri umani.

   
 
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