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Autore: Star_Rover    12/07/2021    7 recensioni
Durante la Battaglia d’Inghilterra i cieli sopra alle verdi campagne irlandesi sono spesso oscurati da stormi di bombardieri tedeschi che pericolosamente attraversano il Mare d’Irlanda.
Quella notte però è un Heinkel solitario a sorvolare le montagne di Wicklow e il suo contenuto più prezioso non è una bomba.
Un ufficiale della Luftwaffe paracadutato nella neutrale Irlanda è un fatto curioso, potrebbe sembrare un assurdo errore, ma la Germania in guerra non può concedersi di sbagliare.
Infatti il tenente Hans Schneider è in realtà un agente dell’Abwehr giunto nell’Isola Smeraldo con un’importante missione da portare a termine.
Il tedesco si ritrova così in una Nazione ancora divisa da vecchi rancori e infestata dagli spettri di un tragico passato. In questo intricato scenario Schneider entra a far parte di un pericoloso gioco che potrebbe cambiare le sorti della guerra, ma anche per una spia ben addestrata è difficile riconoscere nemici e alleati.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
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24. L’unica certezza
 

Qualcuno bussò alla porta.
Il capitano Maguire alzò lo sguardo, poi con voce ferma e decisa diede il permesso di entrare. Un suo compagno si presentò sulla soglia, aveva il volto pallido e l’aria stanca. 
L’ufficiale restò impassibile, attendendo che l’altro iniziasse a parlare.
«La missione è stata portata a termine con successo» affermò.
«Bene. Spero che questo sia stato un chiaro avvertimento»
«Sono certo di sì signore. Un cadavere non si dimentica facilmente»
Charles annuì in silenzio. Già da tempo aveva il sospetto che un traditore stesse vendendo informazioni alle autorità, una volta scoperto il colpevole non aveva avuto scelta, aveva dovuto agire di conseguenza.
Il comandante assunse un’espressione pensierosa, era sempre convinto che tra le fila dell’IRA si stesse nascondendo una spia, qualcuno di ben più astuto e intelligente di un ragazzino che accettava denaro sporco per disperazione.
Il problema era che nessuno dei suoi fidati compagni era riuscito a individuare questo infiltrato. Doveva sperare che il messaggio intimidatorio avesse svolto la sua funzione, in questo caso la spia avrebbe presto commesso un passo falso e allora avrebbero potuto riservargli il medesimo trattamento.
Il suo informatore al Castello non aveva scoperto nulla a riguardo, dunque era probabile che a fare il doppio gioco non fosse un agente del G2 sotto copertura.
Il comandante si riprese da quei pensieri udendo la voce del suo sottoposto.
«Il tenente O’ Connor è in attesa dei suoi ordini»
Egli consegnò una lettera nelle mani del messaggero: «queste sono informazioni altamente riservate, sai bene cosa fare»
L’uomo annuì, poi nascose la busta all’interno della giacca.
«E per l’altra questione?»
Lo sguardo di Maguire si incupì: «il Comando ha preso la sua decisione»
Il suo sottoposto accettò quella vaga risposta, consapevole di non essere autorizzato a sapere di più. Senza aggiungere altro il militante si congedò ed uscì dalla stanza.
Il capitano restò seduto al tavolo, si accese una sigaretta ed espirò una nuvola di fumo. Inevitabilmente pensò a tutto ciò che era accaduto da quando quella spia tedesca aveva raggiunto l’Irlanda.
Maguire abbassò lo sguardo, si sentì in colpa per aver coinvolto Declan in una missione così pericolosa. Aveva avuto prova che il ragazzo si era lasciato coinvolgere fin troppo in quella vicenda, anche se non sapeva esattamente in che modo. Pensò che fosse stata la sua inesperienza a fargli commettere degli errori, forse aveva preteso troppo da lui. Era anche certo che fosse stato l’agente segreto a manipolarlo, non c’era altra spiegazione, altrimenti per quale motivo Declan avrebbe dovuto rischiare tanto per difenderlo?
Il capitano sospirò, non era in grado di prevedere le conseguenze di tutto ciò, ma sperava ancora di non dover essere costretto a prendere una decisione definitiva. 
 
***

Declan si avvicinò alla finestra, quella notte Dublino apparve come una città oscura e misteriosa. Ombre furtive vagavano nel buio, l’eco delle campane in lontananza suscitò nel suo animo una profonda inquietudine. 
Ripensò alla conversazione appena avuta con Nigel, il suo compagno aveva sostenuto di non sapere nulla a riguardo dei piani dell’IRA. Era certo che fosse stato sincero, non avrebbe avuto motivo di nascondergli la verità.
Il giovane strinse il pezzo di carta tra le dita tremanti. Non aveva idea di come avrebbe dovuto considerare quel messaggio, potevano esserci vari motivi per cui il capitano Maguire aveva organizzato un altro incontro con il tenente. In fondo egli era l’unico in grado di poterlo realmente aiutare, ma se davvero questa avrebbe dovuto essere una buona notizia, allora perché non riusciva a disfarsi di quei pessimi presentimenti?
Ovviamente era preoccupato per la sorte di Hans, temeva sempre che l’IRA potesse decidere di tradire gli accordi.
Declan fu assalito dai dubbi, forse proteggere la spia non era più una priorità per i repubblicani. In quel caso che cosa sarebbe potuto accadere? 
Se l’agente dell’Abwehr non si fosse più rivelato utile alla Causa quale sarebbe stata la sua sorte?
Non aveva modo di sapere la verità, poteva solo credere alla parola di Maguire, il quale aveva garantito che l’IRA si sarebbe occupata di proteggere Schneider, almeno finché avrebbe continuato a credere nella sua onestà.
O’ Riley si domandò quanto avesse potuto davvero fare affidamento su quella promessa. Conosceva il suo superiore da molto tempo, quella faccenda però aveva cambiato tante cose, finendo per mutare anche il loro rapporto. Non poteva più affermare nulla con certezza. 
La sua amicizia con Charles non era più una garanzia e il suo tradimento l’aveva posto in una situazione davvero pericolosa. Sapeva di non poter incolpare nessun altro se non se stesso per questo.
Declan si domandò se il suo comandante avesse intuito la verità, forse decidendo di non sollevarlo prima dal suo incarico aveva voluto metterlo alla prova. Una prova che sicuramente non aveva superato.
Il ragazzo comprese l’importanza dell’errore commesso, eppure non provò alcun rimorso.
Fino a quel momento non aveva mai messo in discussione le decisioni dell’IRA, non si era mai rifiutato di obbedire agli ordini. Aveva sempre ritenuto che tutto fosse lecito in onore della Causa, senza preoccuparsi delle possibili conseguenze. Era un soldato, il suo dovere era eseguire i comandi dei suoi superiori.
Adesso però le forze in gioco erano differenti, la sua missione si era tramutata in una questione personale.
Declan percepì un’intensa fitta al petto, dentro di sé sapeva che Hans non era colpevole, ma non avrebbe potuto dimostrarlo. E se l’IRA avesse deciso di condannare la spia niente avrebbe potuto cambiare le cose, nemmeno la sua onesta testimonianza e la sua reale innocenza.   
Il ragazzo strinse i pugni avvertendo una profonda sensazione di rabbia e frustrazione. Ricordò il suo giuramento, non era così che avrebbe voluto agire in nome della Causa, nella quale continuava a credere.
Ripensò ai veri valori dell’IRA, a quelli era sempre rimasto fedele. Sapeva cosa significava lottare per la libertà e conosceva il reale valore del sacrificio.
In quel momento comprese che se i suoi timori si fossero tramutati in realtà avrebbe avuto solo una possibilità per salvare la vita del tenente.
 
Schneider ebbe un’ulteriore conferma della sua condizione di prigionia. Sapeva che l’IRA aveva buone motivazioni per tenerlo sotto controllo, ma la situazione stava peggiorando inesorabilmente.
Ormai non sapeva più se egli fosse ancora considerato come un prezioso alleato da parte dei militanti. Poiché la situazione non gli permetteva in alcun modo di mettersi in contatto con i suoi superiori la sua presenza sul suolo irlandese non era più sfruttabile dai repubblicani, anzi, era diventata estremamente pericolosa.
Non aveva più alcuna certezza, l’unico a cui poteva realmente affidarsi era Declan, ma purtroppo nella sua posizione non avrebbe potuto fare molto per aiutarlo. Inoltre non era sua intenzione esporlo al pericolo.
Hans fu costretto ad ammettere che se l’IRA avesse scelto di tradirlo la sua determinazione non avrebbe potuto salvarlo. Forse in quel caso tentare di scappare sarebbe stata la sua unica speranza, ma senza un valido supporto non avrebbe potuto avere alcuna libertà d’azione. Inoltre in questo modo O’ Riley sarebbe stato colpevole e responsabile per la sua fuga. 
Non poteva abbandonare Declan, conosceva bene quali sarebbero state le conseguenze, e non poteva nemmeno coinvolgerlo in un rischioso piano con scarse probabilità di successo.
Non c’era altra soluzione, doveva rassegnarsi al volere dell’IRA, e nel peggiore dei casi accettare la sua sorte.
Schneider era sempre stato consapevole dei rischi di quella missione, al momento della partenza aveva giurato a se stesso che avrebbe affrontato il suo destino come un ufficiale tedesco.
Il tenente sospirò, l’idea di voler proteggere Declan era soltanto una complicazione. Doveva considerare il fatto di non essere nella Luftwaffe, nel mondo delle spie non c’era spazio né per cameratismo né per la solidarietà, ognuno doveva pensare solo a se stesso per portare a termine la missione ad ogni costo. Dunque avrebbe dovuto tentare il tutto per tutto? In quelle condizioni non sarebbe stato difficile convincere il soldato O’ Riley a collaborare, magari sfruttandolo per ottenere qualche informazione utile, e poi fuggire con i documenti dell’IRA.
Hans rabbrividì al solo pensiero, era convinto che sarebbe riuscito a ingannare e tradire in nome della Germania, era stato addestrato per questo, ma non avrebbe mai potuto fare tutto ciò con Declan. Si fidava di lui, lo stimava…lo amava.
Il tenente scosse la testa, rammaricandosi ancora una volta per aver ceduto alla sua debolezza.
Nonostante tutto erano sempre le parole dell’Oberleutnant Farnbacher a vagare nella sua mente.
Noi non abbandoniamo mai i nostri compagni.
 
Era ancora tormentato da quei pensieri quando Declan rientrò nel salotto. Il giovane non si preoccupò di nascondere al compagno la sua angoscia, mostrandosi turbato da timori e incertezze.
Egli avrebbe voluto rassicurarlo, ma non osò dire nulla.
L’irlandese si avvicinò finendo per rintanarsi tra le sue braccia in cerca di conforto.
Schneider lo strinse a sé. Erano di nuovo soli e in quel momento nulla aveva più importanza.
Nel calore di quell’abbraccio le paure svanirono per lasciare spazio solo ai sentimenti.
Il tenente sfiorò i capelli castani del giovane accarezzando dolcemente la sua nuca, poi lo attirò verso il suo volto. Le loro labbra si unirono in un lungo bacio appassionato.
Si distaccarono a fatica, avvertendo un intenso fremito che come una scossa elettrica scosse i loro corpi. Si guardarono negli occhi riconoscendo l’uno nell’altro il medesimo desiderio.
Non dissero nulla, non ebbero bisogno di parole per comprendersi. Schneider l’afferrò per la manica e rapidamente l’accompagnò nella sua stanza. L’altro lo seguì lasciandosi condurre dal suo compagno nel suo intimo rifugio.
Appena la porta si fu richiusa Declan si ritrovò con le spalle al muro, trattenuto dal corpo del tedesco che premeva contro al suo.
Nella sua mente ripensò a quando si erano ritrovati nel vicolo pigiati l’uno sull’altro contro alla parete umida. Le circostanze erano differenti, ma doveva ammettere che più di una volta gli era capitato di fantasticare a riguardo.
In quel caso non dovette preoccuparsi di trattenere i suoi istinti, così strinse il compagno a sé, poggiando una mano sul suo fianco e l’altra dietro alla sua nuca, affondando le dita nei capelli dorati.
Hans lo baciò sul collo, mentre le sue mani si insinuarono sotto ai vestiti. Con foga cominciò a spogliarlo gettando gli abiti a terra.
Le calde mani del tenente sfiorarono il suo ventre, scendendo lascive verso il basso. 
Hans avvertì che il ragazzo era ancora rigido e incerto, in quella situazione l’irlandese si rivelò stranamente insicuro. Intuì che non dovesse essere abituato a quel genere di contatto fisico. D’altra parte doveva ammettere che nemmeno lui si era mai spinto così oltre, eppure stava facendo ciò con spontaneità e naturalezza. Stava esplorando il suo corpo per la prima volta, ma le sue dita scorrevano sapientemente sulla sua pelle, come se già conoscessero il modo per sollecitare il giovane.  
Declan sussultò, il suo corpo rispose con fremiti di piacere alle attenzioni e alle carezze del tedesco.
Il giovane socchiuse gli occhi, lasciandosi sfuggire un gemito.
Declan si lasciò travolgere da quel turbine di emozioni e sensazioni, fremendo dall’eccitazione ad ogni tocco.
Con impeto Schneider lo spinse verso il letto, liberandosi freneticamente degli ultimi indumenti. Il ragazzo restò immobile ad ammirare il corpo del suo compagno nella penombra. Aveva un fisico aitante, i muscoli ben definiti risaltavano ad ogni suo movimento. Il suo sguardo si soffermò sulle sue ampie spalle e le forti braccia, proseguì lungo il torace e l’addome scolpito, infine maliziosamente scese anche sotto alla vita.
Hans lo raggiunse sdraiandosi al suo fianco, l’avvolse in un abbraccio e lo baciò sulle labbra. Declan rispose con sempre più ardore, manifestando senza più alcun timore il suo coinvolgimento.
Il tenente si fermò all’improvviso, sollevandosi leggermente per osservare il giovane coricato sul materasso, il quale giaceva supino, accaldato e ansante, i suoi occhi verdi brillavano dal desiderio.
Schneider faticò a riconoscere in lui lo stesso soldato che l’aveva accolto con diffidenza ed estrema freddezza. Al loro primo incontro si era rifiutato di stringergli la mano, ed ora si trovava nudo nel suo stesso letto, voglioso e impaziente di fare l’amore con lui.
Il tedesco sorrise a quel pensiero, le cose avevano decisamente preso una svolta inaspettata per entrambi.
 
Nel silenzio poterono avvertire soltanto i loro respiri ansanti e i gemiti soffocati. Avvinghiati l’uno all’altro si abbandonarono all’irrefrenabile ondata di passione che li aveva travolti. Declan inclinò la testa all’indietro e si morse il labbro inferiore. Aveva gli occhi socchiusi, il volto arrossato contratto dal piacere e i capelli scompigliati. Hans trovò quella visione particolarmente eccitante, rafforzò la sua presa e aumentò il ritmo con veemenza.
Il ragazzo inarcò la schiena, stringendosi ancor di più al corpo vigoroso del compagno.
Alla fine crollarono entrambi sul letto, spossati e appagati.
 
Restarono avvolti in un caloroso abbraccio. I battiti dei loro cuori e i ritmi dei loro respiri erano tornati lentamente alla normalità. I due corpi, nudi e intrecciati, giacevano placidamente sotto alle coperte.
Declan si destò accanto al suo compagno ancora assopito.  Il ragazzo accennò un lieve sorriso e con un tenero gesto scostò una ciocca bionda dal viso del tenente. Rimase ad ammirare il suo profilo e i suoi lineamenti armoniosi. Il volto era leggermente accaldato, mentre le sue labbra appena dischiuse sembravano invitarlo a risvegliarlo con un bacio.
Quando riaprì gli occhi le sue iridi cristalline luccicarono nella semi-oscurità. Immediatamente si guardò intorno, scrutando l’ambiente con attenzione e diffidenza, come per sincerarsi di essere davvero al sicuro.
Quel suo comportamento, così accorto e prudente, ricordò a Declan la vera identità del giovane con cui aveva giaciuto. Tristemente tornò alla realtà.
«Non so per quanto tempo l’IRA potrà continuare a proteggerti» ammise.
Schneider era ben consapevole di ciò.
«Non ho altra possibilità se non quella di affidarmi ai tuoi superiori»
L’irlandese si preoccupò: «il capitano Maguire potrebbe non rispettare gli accordi»
«Stai dicendo che non dovrei più fidarmi di lui?»
«Charles è un uomo d’onore, non si abbasserebbe mai a ricorrere a menzogne e inganni per raggiungere i suoi obiettivi. L’IRA però è in difficoltà e non può permettersi di commettere altri errori»
Il tedesco si insospettì: «che cosa intendi?»
«Negli ultimi tempi i servizi segreti hanno arrestato molti dei nostri compagni, alcuni comandanti sono stati costretti a fuggire e nascondersi. Per noi è sempre più difficile continuare a combattere in questa situazione»
Hans aveva già intuito la gravità della situazione. Ripensò a ciò che gli aveva riferito Maguire durante il loro breve incontro, pur rivelando la presenza della spia britannica aveva omesso ogni dettaglio riguardante le difficoltà riscontrate dai militanti. Era ovvio che l’IRA volesse mostrarsi come un’organizzazione ben più unita e strutturata di quel che fosse in realtà per convincere l’Abwehr a concludere gli accordi.  
«Charles ha bisogno di te per portare a termine il suo piano, ma temo che non sarà disposto ad aiutarti finché continuerà ad avere sospetti sulle reali intenzioni della Germania» proseguì il giovane, esternando i suoi pensieri.
«Il tuo compito per ordine dell’IRA è quello di sorvegliarmi, sai bene qual è verità»
Il ragazzo dovette ammettere che obiettivamente non aveva ragioni per diffidare di Hans.
Restava però la sua parola contro quella del capitano.  
Declan esitò prima di porre la fatidica domanda: «che cosa accadrebbe se l’IRA dovesse negarti il suo supporto?»
Il tenente rispose sinceramente: «forse la mia unica salvezza resterebbe la fuga, ma temo che a quel punto sarebbe troppo tardi»
Il ragazzo non volle credere in quelle parole: «dunque non ci sarebbe più alcuna speranza?»
Hans accarezzò il suo viso e rispose senza alcun rimorso: «se la mia missione dovesse fallire affronterò il mio destino come un ufficiale della Luftwaffe»
Declan avvertì gli occhi umidi, nella sua mente rivide il volto di Blaine, aveva già sofferto per la sua condanna, non avrebbe potuto sopportare un’altra perdita. Non avrebbe potuto sopportare di perdere lui.
  
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