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Autore: LorasWeasley    12/07/2021    0 recensioni
11 Luglio 2021
"Come ogni quattro anni, le nazioni europee si erano tutte riunite per vedere la finale degli Europei di calcio 2020 che si sarebbe giocata tra Inghilterra e Italia."
[Brevi accenni a Spamano | Gerita | FrUK]
Genere: Generale, Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
Non so se vi ricordate di me o se in generale avete letto altre mie storie.
Ho scritto tantissimo in questo fandom ma ormai non lo faccio da diverso tempo, è comunque un fandom che mi è rimasto nel cuore e proprio ieri mattina ho detto al mio ragazzo "se l'Italia vince gli Europei ci scrivo una OS", quindi eccomi qui ventiquattro ore dopo!
Non vi aspettate grandi cose, è davvero solo una breve storia per celebrare questo momento, nulla di troppo pretenzioso, solo un mio modo di voler ricordare questo giorno.
Ho chiamato le nazioni con i loro nomi umani perché sarebbe stato troppo confusionario il contrario considerando già tutte le volte che dico "Italia" e "Inghilterra", inoltre non ho voluto dire alcun nome dei giocatori per rimanere nell'ambito "ff di Hetalia generale".
Detto questo, buona lettura!
Spero di ritornare nuovamente in questo fandom prima o poi,
-Deh
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11 Luglio 2021
 


-Ve, fratellone… possiamo vincere, vero?
-Noi vinceremo.
Come ogni quattro anni, le nazioni europee si erano tutte riunite per vedere la finale degli Europei di calcio 2020 che si sarebbe giocata tra Inghilterra e Italia.
La partita si teneva allo stadio di Wembley dove quasi tutti i tifosi erano inglesi, non sarebbe stato facile per gli italiani ma non avevano mai perso le speranze, non quando tutta Europa tifava per loro.
Feliciano, con la faccia colorata dei colori della sua bandiera, stava disegnando direttamente con le dita delle strisce verdi, bianche e rosse sul volto di Ludwig. Antonio si stava appuntando la bandiera italiana intorno al corpo come un vestito, aiutato da Romano. Il gruppo dei paesi nordici si erano vestiti tutti di azzurro e non facevano altro che sventolare bandiere italiane, in onore alla sconfitta scorretta (a detta loro) della Danimarca da parte degli inglesi. Ivan aveva cambiato la sua solita sciarpa con quella italiana e anche tutte le altre piccole nazioni indossavano diversi accessori con scritto “Forza Italia” o con i semplici colori verde, bianco e rosso.
L’unico in quella stanza a tifare Inghilterra era la nazione stessa. Arthur era l’unico che indossava vestiti solo bianchi e rossi e che svetolava la sua bandiera con orgoglio e fierezza. Il biondo, dopo un rapido sguardo in giro, si rese conto che persino i suoi fratelli avevano deciso di tifare per l’altra squadra, portando addirittura un cartello con scritto “FORZA ITALIA – Non dategli la possibilità di vantarsi per i prossimi cinquant’anni!”
Arthur strinse i pugni e digrignò i denti: l’avrebbe fatta pagare o ognuno di loro.
Francis lo raggiunse e il biondo lo scrutò sospettoso, notò subito che il francese aveva disegnato la bandiera italiana in una guancia e quella inglese nell’altra, solo che questa era molto più piccola del tricolore.
Corrugò la fronte e domandò indispettito –Hai deciso chi odi meno?
Francis alzò le spalle –è stato fatto un sondaggio e sembra che il 70% dei francesi preferisca la vittoria dell’Italia.
-Un po' ipocrita dopo aver detto che l’Italia era una delle squadre scarse di quest’anno.
Francis rise e la conversazione venne troncata dal commentatore che iniziava le presentazioni delle squadre che entravano in campo, ognuno di loro prese quindi posto sui vari divani e si prepararono a novanta minuti di pura ansia.
Nonostante tutta Europa tifasse per l’Italia, la favorita alla vittoria era la squadra che stava ospitando la finale. La cosa divenne molto più chiara quando gli inglesi riuscirono a fare il primo goal a due minuti dall’inizio.
Arthur esultò e sorrise soddisfatto guardando tutti con sufficienza, quella era la punizione che meritavano per aver tifato contro di lui.
Romano aveva lanciato una bestemmia e Feliciano aveva iniziato a mangiarsi le unghie.
Più il tempo passava e più la squadra italiana faceva errori perché scoraggiati dai fischi dei tifosi avversari, dal campo nemico e da quel goal che era stata una mazzata in faccia proprio all’inizio.
-Stanno camminando!- urlava Romano –Perché non corrono verso la porta? Fanno solo dei passaggi a perdere tempo come se stessero vincendo!
Andò avanti così per tutti e quarantacinque i minuti e al momento dell’intervallo c’era Arthur sempre più soddisfatto mentre i fratelli italiani stavano solo perdendo la speranza.
-Romano- Antonio gli mise le mani sulle spalle e lo fissò serio –Non mi avete battuto solo per farvi battere in finale dai bevitori di the, tutta l’Europa è con voi! Fagli solo riprendere il ritmo e vedi che quella coppa sarà vostra.
Il fuoco nello sguardo di Romano tornò e annuì convinto –Hai ragione! Se non sono il primo a credere nella nostra nazionale, chi altri dovrebbe farlo?
Fu così che si rimise accanto a suo fratello e insieme tornarono a sperare, imprecare ed esultare.
Le cose cambiarono quando, quasi venti minuti dopo, l’Italia riuscì a pareggiare.
Quello fu il momento di svolta: non importava più se gli fischiavano o se gli prendevano la palla, i giocatori italiani avevano pareggiato e adesso c’era di nuova speranza. Da quel momento in poi iniziarono a giocare come si deve, fecero tantissimi tiri in porta e avevano una percentuale di possesso palla molto più elevata dell’altra squadra.
Quella inglese era però una buona difesa, così come quella italiana e la partita finì in pareggio.
I supplementari furono motivo di nuova ansia, ma anche questi non portarono ad alcun cambiamento nel punteggio. Si arrivò quindi ai rigori.
-Odio i rigori- si lamentò Feliciano –per quanto i rigoristi e i portieri siano forti, è quasi sempre questione di culo.
Erano tutti in piedi, gli occhi fissi al maxi schermo e la tensione che gli attanagliava lo stomaco.
Arthur aveva un brutto presentimento, era stato così tranquillo quando la sua squadra aveva fatto goal al secondo minuto che se lo sentiva che sarebbe arrivata qualcosa… e infatti eccolo ai rigori.
Iniziò l’Italia che riuscì a segnare, ma anche l’Inghilterra non si fece trovare impreparata.
Al secondo turno l’Italia sbagliò mentre i bianchi riuscirono a metterla in porta. Erano uno avanti e l’ansia si faceva sempre più palpabile. Feliciano aveva già gli occhi lucidi mentre Romano aveva stretto così tanto il braccio di Antonio da lasciargli delle mezzelune rosse di sangue.
Infine, la situazione si capovolse perché l’Inghilterra riuscì a sbagliare ben tre rigori, uno perché prese il palo della porta e gli altri due parati. E fu così che l’Italia vinse 3 a 2 ai rigori.
Durante l’ultimo tiro c’era Feliciano che era finito inginocchiato a terra, le mani intrecciate a coprirsi il viso, nonostante gli occhi fossero ben puntati verso il loro portiere. Lo stava pregando di fare un miracolo: cosa che riuscì a fare con quell’ultima e formidabile parata.
Alla consapevolezza della vittoria italiana tutta la stanza esplose in urla e festeggiamenti: c’era chi aveva iniziato a intonare il tipico coretto, chi stava saltando sul divano sventolando la bandiera e chi stava solo urlando e abbracciando gli altri.
Poi c’era Romano che era saltato sopra Antonio e aveva iniziato a urlare e ridere –SIAMO CAMPIONI D’EUROPA! SIAMO I CAMPIONI!
Antonio era solo felice per lui e se lo strinse contro facendolo volteggiare e girare –Sì, amore mio, ce l’avete fatta! L’avevo detto che avreste vinto!- si baciarono felici ed euforici.
Feliciano aveva iniziato a piangere nello stesso momento in cui aveva visto il suo portiere parare il rigore decisivo, piangeva con i singhiozzi e dovette aiutarlo Ludwig ad alzarsi da terra mentre rideva –Perché piangi? Avete vinto! Siete stati così bravi!
Feliciano tirò su con il naso e si strinse a lui – Sono così felice!- pianse più forte e il tedesco poté solo accarezzargli i capelli aspettando che si calmasse, il leggero sorriso divertito e commosso che non aveva abbandonato il suo volto.
Arthur aveva gli occhi lucidi e si strinse le braccia intorno al corpo come a volersi proteggere da tutta la felicità che lo circondava, felicità dovuta a una sua sconfitta.
Francis lo raggiunse e gli mise un braccio intorno alle spalle per abbracciarlo, poi cercando di consolarlo disse –Dai… sempre meglio di perdere prima ancora di arrivare ai quarti.
Quella citazione alla sconfitta francese lo fece sorridere un poco, per poi rispondere a tono –Spero che tu abbia intenzione di consolarmi come ho fatto con te.
Il sorriso di Francis si fece malizioso –Andiamo subito allora.
-Devo prima fare una cosa- l’inglese si staccò da lui e si diresse verso i due fratelli italiani, gli arrivò di fronte e gli porse la mano –Congratulazioni- disse sincero –avete fatto una bella partita.
Arthur era sempre stato orgoglio e, ovviamente, patriottico. Odiava il fatto che gli italiani avessero vinto, ma non poteva mentire davanti le evidenze e dal secondo tempo l’Italia aveva giocato molto meglio: più tiri in campo, più possesso palla. Senza dimenticare che dall’inizio della competizione non avevano perso neanche una partita.
L’inglese lasciò la stanza subito dopo e tutti gli altri continuarono a festeggiare per tutta la notte.
-È nostra, fratellone- sussurrò infine Feliciano, erano entrambi sdraiati e abbracciati sul divano, stanchi ma felici.
-Lo sentivo che quest’anno era diverso, ce lo siamo meritati.
Avevano lottato tanto, tre anni prima non erano riusciti neanche a classificarsi per i mondiali, la squadra aveva tantissimi problemi e il covid non aveva di certo migliorato la situazione. Ma ce l’avevano fatta, avevano lottato tutti insieme ed erano diventati una vera squadra. Amici e uniti per rappresentare un’intera nazione. Nonostante tutti i fischi e tutti i pronostici a loro sfavore, erano arrivati alla vetta.
Dopo l’Eurovision, l’Italia era nuovamente sul tetto d’Europa. Quello era il loro anno.
  
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