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Autore: ScoSt1124    15/07/2021    0 recensioni
[Sterek]
Spesso i conti con il passato li devi fare, che tu lo voglia o no. A volte, però, non è un male.
***dal testo***
Odiava ancora di più il suo collega. Quello, tuttavia, era un dato di fatto. Purtroppo quando Peter gli aveva offerto il lavoro, sapeva già che sarebbe andata a finire in quel modo. Non aveva potuto rifiutare. Non aveva altre soluzioni in quel momento, più avanti forse. [...] Il fatto era che in quegli otto anni era diventato ancora più figo e a lui la cotta non era passata manco per nulla. Però lo odiava, l'aveva già detto che l'odiava?
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Peter Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: da questo capitolo in poi ci saranno dei flashback per far capire cosa è successo in passato. Saranno divisi da due asterischi all'inizio e alla fine. Non saranno in ordine cronologico ma saranno richiamati da qualcosa presente nella linea temporale del presente.
Buona lettura e grazie se siete arrivati fin qui.





Dopo una settimana passata lì, Stiles non si aspettava proprio quella domanda. Lui era e continuava ad essere arrabbiato con Derek, dai tempi dell'università. Lavorare con lui - in quei giorni - non gliel'aveva fatta passare. Portava anche rancore, ma per la sua sanità mentale aveva cercato di essere sempre cortese e non tirare fuori cose successe anni prima. 

Non poteva nemmeno permetterselo visto tutte le cose a cui doveva pensare. Quindi aveva semplicemente lasciato scorrere tutto, le battute del moro, il suo continuo provarci - come se potesse cancellare tutto quello che era successo tra di loro in passato - e persino il suo atteggiamento, come a volersi avvicinare di nuovo a lui. 

Su una cosa però non poteva lasciare scorrere: quando mettevano in mezzo sua figlia, non poteva proprio passarci sopra. Anche se Derek l'aveva sussurrata quella domanda, quasi a voler entrare in punta di piedi - per la prima volta da quando si erano rivisti - nella vita del più piccolo.

<< Come sta Claudia? Peter mi ha detto che siete qui per lei >> ed era vero, Derek l'aveva sentito da suo zio e si era anche sentito un verme a vedere la faccia che aveva in quel momento. Non aveva mai tirato su lo sguardo verso di lui. Stiles sapeva anche che Derek capiva qualsiasi emozione provasse in quel momento e solo per quella volta era contento. Contento che riuscisse a sentire quello che provava, perché sì, aveva sempre odiato quel potere lupesco. Non era possibile nascondere nulla a loro. Nei periodi peggiori non poteva far finta di nulla. Dopo essere tornato a Beacon Hills, Scott non l'aveva neanche sentito parlare che aveva capito.

Per quello Stiles non ci aveva messo molto a ribattere, anzi. Aveva usato anche un tono abbastanza duro << Non vedo perché ti interessi. Soprattutto ora, visto che hai passato una settimana a provarci con me senza mai porti il problema >> non gliele aveva di certo mandate a dire. Derek aveva alzato lo sguardo verso il collega e << Scordati che ci provi con te >> aveva detto con tono fermo. Stiles aveva fatto un sorrisino ironico, seguito da uno sbuffo, figurarsi se lo ammetteva. Il moro poi si era avvicinato a lui prima di dire << Lo so, Stiles. Non pensavo ti fossi trasferito per lei >> il castano aveva scosso la testa prima di dire << Fortuna che te ne sei accorto, anzi che Peter ti abbia aperto gli occhi >> Derek aveva abbassato di nuovo lo sguardo. Aveva iniziato poi a dire << Senti… so di essermi più fatto sentire in questi anni ma- >> Stiles aveva alzato di nuovo lo sguardo e << Evita, tanto non sei tu la parte peggiore della famiglia >> gli aveva detto secco. Non avrebbe aggiunto altro. Lui non avrebbe detto nulla.

<< In che senso? >> Il moro l'aveva chiesto con sincerità, ma Stiles non poteva credere che fosse vero quello che stava pensando. Per quello aveva detto << Dovresti saperlo, no? >>. Quello che non si aspettava, però, era ricevere quella risposta << Io non so che fine abbia fatto >>. No, non se lo aspettava minimamente. Non credeva nemmeno che le cose tra loro potessero finire così, non per come si ricordava essere il loro rapporto. 

 

(11:12) Non vede Malia da anni. SS

(11:53) Questo ti fa stare meglio? SM 

 

Sì, decisamente. Solamente perché non correva il rischio di trovarsela davanti da un momento all'altro. Sapeva che non aveva più legami con suo padre, almeno da quanto diceva Peter, ma già all'epoca andava male con lui. Con Derek, invece, erano sempre stati assieme. Vivevano quasi in simbiosi ai tempi dell'università, quindi credeva che in qualche modo lei si facesse sentire almeno con lui. E invece non era così. 

 

(12:09) Diminuisce la probabilità che me la ritrovi davanti. SS

(12:13) E Derek? SM

(12:15) Il passato resta nel passato. E lui fa parte del passato tanto quanto Malia, né più né meno. SS

(12:18) Okay. SM

 

Scott non aveva insistito, non era il momento migliore per farlo e Stiles era convinto delle sue idee. Quindi meglio evitare. 

 

**

 

Stiles non ci stava capendo niente. Non potevano strutturare gli edifici con un ordine logico? In più perché diamine aveva accettato di farsi vendere i libri da un ragazzo che doveva andare a cercare in altri dipartimenti solo perché aveva cambiato facoltà. Poteva benissimo dirgli che si sarebbero visti alla loro, e invece… 

Invece, ora, si ritrovava davanti alla cartina per cercare di capirci qualcosa. Almeno fino a che non aveva sentito un << Ragazzino, ti sei perso? >>. 

Stiles si era guardato un attimo in giro prima di chiedere << Chi? Io? >>

Il ragazzo davanti a lui aveva solamente alzato le sopracciglia come per indicare qualcosa di ovvio. Stiles era rimasto sorpreso, in fondo era uno sconosciuto, cosa gli importava? Così aveva risposto un << Bel gioco di sopracciglia, davvero >>. Bel gioco di sopracciglia? davvero? Stiles si era dato mentalmente dell'idiota perché non poteva fare altrimenti. Dai, da dove gli era uscita quella risposta?

Il ragazzo moro - davanti a lui - gli aveva  fatto notare che << Se smetti di fissarmi, magari. Non è colpa mia >> e Stiles aveva capito qual era il problema. 

<< Nemmeno mia, se stai davanti alla cartina >> non ci aveva messo molto a ribattere. 

<< Quindi ho ragione... Ti sei perso >> aveva risposto l'altro alzando nuovamente le sopracciglia. 

<< No, cerco il dipartimento di scienze naturali >> Ecco, non si era perso, non si era ancora nemmeno orientato e non aveva ancora visto dov'era. Il moro, nel mentre, si era girato verso la ragazza accanto a lui e aveva chiamato la sua attenzione << Mal, cerca il tuo dipartimento >>.

<< Chi? >> aveva chiesto la ragazza prima di guardarlo e << Ciao >> per poi girarsi di nuovo verso il moro e dirgli sottovoce <>

<< È una matricola, gli do fastidio apposta >> aveva ribattuto il moro alla ragazza.

Stiles l'aveva trovata simpatica quasi quanto lui, così aveva risposto un acido << Non credevo di avere la forma di un sasso e nessuno ti ha detto che sono una matricola. Sarà meglio che vada >> detto questo si era allontanato dai due, fino a quando non aveva sentito il ragazzo richiamarlo << Ehi, fermati. Ti ci accompagno >>.

Se l'era ritrovato accanto poco dopo << Non credo che la tua ragazza sia d'accordo >> gli aveva fatto notare Stiles. Il moro aveva alzato di nuovo le sopracciglia prima di dire << Chi? Mia cugina? Lasciala stare, oggi ha la luna storta >>. 

<< Ah >> Non aveva ribattuto altro. Perché, insomma, non poteva mica far notare che il giorno dopo c'era la luna piena. Non avrebbe avuto nessun senso per loro. Con Scott era abituato a far battute del genere, solo che probabilmente a New York - il soprannaturale - non era così presente e lui voleva starci lontano. Si era rigirato a guardare la ragazza e in effetti non ci aveva fatto caso, ma si assomigliavano parecchio. Forse per il taglio degli occhi, anche se lui li aveva verdi e lei castani. 

 

**


Stiles ci aveva pensato un po' prima di dirglielo. Tanto l'avrebbe comunque scoperto da Peter, tanto valeva parlargliene, anche se non se lo meritava. 

<< Siamo in attesa che ci chiami un emissario, comunque >> aveva detto all'improvviso. Derek aveva tirato su lo sguardo e << Hanno trovato u- >> Stiles non gli aveva chiesto quanto ne sapesse, da quando e né cosa sapesse perché altrimenti avrebbe peggiorato le cose scoprendo che nonostante tutto non aveva fatto nulla, non aveva neppure alzato il telefono, neppure un messaggio.

<< Non ancora, stiamo studiando dei libri, sta provando delle cose per vedere se posso aiutarla io in qualche modo, anche se sono solo uno stupido umano >> aveva optato, così, per una risposta il più possibile tranquilla. Sì, aveva sempre amato il suo essere umano, ma in quella situazione lo odiava con tutto se stesso. Da otto anni a quella parte era la parte che odiava di più di sé. Perché sì, se non fosse stato uno stupido umano forse non sarebbero stati in quella situazione, in quel momento.

<< Non è una colpa essere umani e lo sai, te l'ho detto più volte. Non ci sono soluzioni concrete? >> aveva chiesto Derek e la cosa più irritante era che sembrava davvero interessato. Era vero, gliel’aveva chiesto più volte, ma dov’era quando aveva bisogno di lui?

<< Deaton e l'emissario di qui stan valutando >> la voce di Stiles si era leggermente spezzata in quel momento. Derek aveva lasciato la sua scrivania e si era avvicinato al castano mettendogli una mano sulla spalla e <> Stiles si era scostato quasi subito da quel tocco. Voleva chiudere l'argomento. Non voleva parlare di Malia. Così era finito per tirarsi la zappa sui piedi con una frase che sarebbe stata la sua rovina << Sai qual è la cosa che mi fa più ridere? Che mi fidavo di te all’epoca, credevo nel nostro rapporto. Penso rientri anche questo nell'essere uno stupido umano >>.

<< Stiles… >> aveva risposto il moro. 

<< Evita >>.

<< Non- >>.

<< Evita, davvero. Son successe troppe cose nel mentre >> Non ne voleva parlarne, non voleva sentire più nessuna parola uscire dalla sua bocca. Doveva parlare con Peter. Non poteva continuare a stare lì. Né ad ingoiare bocconi amari pur di non mettersi a fare una scenata in ufficio.

<< No. Che tu ci creda o no, voglio sapere >> Stiles iniziava a credere che Derek era un caso perso, sul serio. 

Il vero problema era che, nonostante tutto, per quanto si ostinasse a ripetere che “il passato resta nel passato”, non poteva nascondere che un po’ gli facesse piacere che si interessasse. Ma ci dovevano davvero volere otto anni? Poteva accorgersene prima… Invece no.

<< Hai fatto tutto tu l'ultima volta, mi sembra >> aveva detto poi. Stiles aveva visto l’altro aprire la bocca per dire qualcosa, per poi vederlo richiuderla e tornare a sedersi alla sua scrivania.


Ovviamente quello che non poteva sapere era quello che stava per scoprire. 

Come sempre era fuori dal cancello ad aspettare la piccola Claudia, la quale ora gli stava correndo incontro insieme ad un altro bambino. 

<< Papà, lui è Rob! >> aveva detto velocemente la bambina. Stiles si era abbassato al loro livello e << Ciao, Rob, piacere >> gli aveva detto sorridendo. Claudia aveva sorriso prima di dire << Può venire a giocare con noi? >> e Stiles non aveva resistito, era una bella giornata e Claudia non sembrava troppo stanca, quindi aveva proposto << Volete andare al parco? >>. 

I due bambini erano entusiasti e avevano chiesto al ragazzo se poteva chiedere lui alla mamma di Robert se poteva andare con loro. Stiles si era avvicinato alla donna e << Salve, è lei la mamma di Robert? >> aveva una faccia molto familiare, l'aveva già vista. 

<< Sì, piacere, Pai- >> aveva capito. Sì, si ricordava. Il karma lo perseguitava. In fondo anche dell'iscrizione a scuola della bambina si era occupato Peter, di cosa si meravigliava?

<< Paige >> la ragazza l'aveva guardato un po' prima di dire << Ci conosciamo? >>.

<< Stiles, l'am-amico di Derek >> aveva tentennato sul “amico”. Si potevano davvero definire amici? Robert era intervenuto subito e sorridendo aveva detto << Conosci il mio papà? >> e Stiles aveva capito che forse non tutto era rimasto com'era otto anni prima. 

E forse quella era solamente la conferma che l'unica cosa rimasta uguale era la testa di Derek, quella non gliela cambiava nessuno. 

 
   
 
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