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Autore: Maggiechan_75    15/07/2021    1 recensioni
Questa storia è molto particolare e delicata.
Questa storia, racconta della trasformazione di un rapporto tra un uomo e una donna.
Questa storia racconta di quanto un uomo possa amare una donna
Questa storia racconta di quanto una donna possa amare un uomo
Questa storia racconta anche di un amore diverso. Quello tra madre e figlia. Quello tra figlia e madre.
Questa storia mette a risalto i rapporti tra tutti loro.
Questa storia narra come l’amore non basta solo riceverlo ma deve essere interpretato tra le righe, anche quando un gesto sembra indicare esattamente il contrario.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: City Hunter
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Ci prendiamo tutto il tempo necessario per riprenderci da questa esperienza prima di tornare dalla nostra famiglia.

Ho voglia di stare con loro. 
Per la prima volta sento davvero il desiderio di farlo. 

Mamma! 

Ho sempre avuto paura di affrontare i miei figli. 
Ho sempre avuto paura di scoprire cosa potessero realmente pensare di me.
Come … come possono amarmi? 
Come possono amare la persona che li ha rifiutati per così tanto tempo?!

Ho sbagliato, mamma, e solo ora me ne rendo conto.
Ho chiuso il mio cuore. 
Ho negato l’amore che io provo per loro. 
Eppure stamattina i miei figli mi hanno dimostrato quanto mi amino nonostante io li abbia sempre tenuti lontano da me.
Anche se Ryo ha compensato tutto questo con il suo amore, non è la stessa cosa.
Stanno crescendo senza la presenza di una mamma.
Mamma! 
Da quando Sayuri mi ha raccontato la tua storia io ti ho sempre criticata. 

La paura ci ha bloccate. 
La paura ti ha fatto sbagliare. 
La paura mi ha fatto sbagliare.
Ma ora basta! 
Voglio cambiare. Lo voglio fare per loro!

Voglio finalmente dimostrare loro che sono sempre nei miei pensieri e nel mio cuore. 
Tutti e tre.

Tre… 

Alzo gli occhi al cielo rendendomi conto quanto per me lui, il “mio nulla” sia sempre nei miei pensieri.
Lui esiste, come esistono Hideyuki e Milagros.
Lui… il mio nulla. È figlio mio quanto loro. 
Fa parte di me quanto loro. 
Quanto Milagros e Hideyuki.
Sorrido alzando gli occhi al cielo, finalmente sorrido pensando a lui.

È un sorriso amaro pensando al passato.
È un sorriso pieno di speranze pensando al futuro.

Con lui ho provato la sensazione di abbracciare il vuoto!
E da quel giorno il mio cuore si è chiuso.
È rimasto chiuso fino a questa mattina.

Ma questa mattina ho provato cosa significa essere amata.
È una sensazione che non posso non donare a loro.
Li amo troppo per non farglielo provare.
Sono stanca di avere paura!
Sono stanca di scappare! 

Da quando mi hanno abbracciato questa mattina. 
Da quando ho sentito il loro amore non riesco più a farne a meno.
Non vedo l’ora di poter provare di nuovo quella sensazione.
Non voglio più che le mie braccia rimangano vuote! 

Milagros cresce troppo in fretta, per quanto tempo la potrò ancora chiamare “bambina”?!
È stata Sayuri a farmelo notare quando mi ha proposto di portarla allo spettacolo del Re Leone a Broadway. 
Ha esordito con “ormai è grande, regaliamole un compleanno diverso dalla solita festicciola.” 
Quest’anno non ha scartato nessun regalo.
Quest’anno non ha fatto nessuna richiesta particolare.
Il suo abbraccio e il suo sorriso sono la testimonianza di quanto questo compleanno sia il più bello della sua vita. 
Sorrido pensando a quando torneremo a casa. 
Chissà come reagirà Mia quando Milagros glielo racconterà. 
Anche Mia adora il “Re Leone”: era il film che lei e Ryo guardavano piu’ spesso quando erano insieme.

Ecco mamma sono questi i momenti che mi sono persa e non voglio più perdere, ora l’ho capito!
Non voglio più perdere la felicità e il sorriso dell’infanzia nei volti dei miei figli. 
La felicità “bambina” che si accontenta. 
Che gioisce delle cose “semplici”.

Milagros però, si sente già grande!
La osservo mentre stiamo entrando in ascensore. 
Lo specchio riflette le sue emozioni. 
Gli occhi le brillano: per la prima volta si sente grande. 
Per la prima volta è attenta al suo aspetto, sta diventando una donnina.

È la prima volta che ha scelto lei cosa indossare.
È la prima volta che si è fatta pettinare senza fare storie. 
Mi ha chiesto addirittura di farle la treccia. 
Ho chiesto a Sayuri di aiutarmi perché io le trecce non le avevo mai fatte, né a me stessa né a mia figlia.

Non lo sapevo mamma, non lo sapevo cosa mi stavo perdendo!

L’ho capito ieri sera quando mia figlia mi ha pettinato con tanta dolcezza.
Sono anche i piccoli gesti come questo che possono trasmettere i nostri sentimenti.
La delicatezza che usava, il sorriso che, attraverso lo specchio, ci scambiavamo, le piccole confidenze che ci rivelavamo.
Io non mi aspettavo che si aprisse in questo modo con me...come se si fidasse di me...come se volesse condividere con me i suoi sentimenti, le sue emozioni, i suoi innocenti segreti...

Credo proprio che questo diventerà un nostro momento di quotidianità.

La guardo come fiera si sta specchiando e sistemando il grazioso vestitino a fiori che ha scelto ieri pomeriggio quando siamo andate con Sayuri e Sharon a fare shopping.
Osservarla come si guardava attorno e commentava con la cugina la moda newyorkese mi ha leggermente scioccata. 
Eriko ancora adesso dopo tanti anni mi rimprovera spesso per come mi vesto.

A me non è mai interessato al dire il vero. 

Al ricordo di intesa tra Sayuri e Sharon in quel negozio, tuttavia, il mio sorriso si spegne per qualche secondo. 

Ora che ho scoperto quanto mi sono mancati e quanto sono belli questi momenti tra madre e figlia, un po’ mi rammarica non averne mai avuti.

Il sorriso si riaccende pensando allo scambio di ruoli. 
Sarà Milagros a suggerirmi cosa comprare, il che pensandoci potrebbe essere un ottimo compromesso.
Quest’immagine di noi due mi scalda il cuore.

L’ascensore è troppo veloce nel percorrere il suo tragitto. 
Siamo già al piano terra.

Avrei voluto avere più tempo per poterla guardare ancora. 
Cresce così in fretta che ora, per la prima volta, ho paura di perdermi le sue tappe più importanti. 
Voglio esserci mamma!

Per la prima volta sento davvero il desiderio di esserci.

Ora finalmente capisco fino in fondo anche quell’espressione che Ryo ha quando li guarda.

Anche lui ha paura di perdersi questi momenti!
 

Il concierge, appena ci vede, ferma un taxi nel quale entrano i bambini assieme a Sayuri e Jason. 

Dietro al loro taxi se n’è fermato un altro. 
È per noi. 
Per me e per Ryo. 


Salgo con il cuore finalmente leggero. 
Salgo con l’emozione per questo nostro primo incontro.
Non avrei mai immaginato di provare queste sensazioni, dopo tutto ti sto venendo a trovare al Green Wood Cemetery di Brooklyn.
Salgo con il sorriso tra le labbra.

Grazie mamma, per essermi stata vicino e avermi fatto capire quanto io e te siamo legate e quanto continueremo ad esserlo eternamente. 

L’ho capito solo ora.
Ho capito solo ora quanto tu mi ami.
Grazie.

Il taxi si ferma davanti ad una delle entrate di questo meraviglioso luogo dove Sayuri ha scelto di custodire il tuo corpo.
Mi ha raccontato quanto amavi i luoghi verdi.
Quanto amavi stare all’aria aperta.
Quanto ti sentivi libera.

In pace però lei non ti ha mai visto. 

I tuoi occhi sono sempre stati tristi e malinconici.
Spesso Sayuri ti ha sentita mormorare il mio nome.
Spesso Sayuri ti ha vista sfogliare un vecchio album.
Sempre lo stesso… l’unico in cui c’erano le mie foto!

Il cuore reagisce a quell’emozione.
Non ci sono più sassolini che lo scuotono. 
Il cuore ora si sta riempiendo del calore e di quell’amore che io ho sempre rifiutato di sentire.
Del tuo amore nei miei confronti.
Grazie, mamma!

Il cielo inizia a colorarsi dei nostri colori preferiti, il sole sta tramontando.
Sayuri mi ha raccontato quanto adoravi questo momento.
Quanto quei colori ti scaldavano, come scaldano il mio di cuore.
Proprio per questo ha scelto una collina ad ovest per te.

Mi sento prendere la mano con dolcezza e amore. 
Anche la sua trema lievemente.
Sai mamma, anche lui è orfano.
Ha perso i suoi genitori quando era piccolo, troppo piccolo per ricordare.
Come me mamma!
Eravamo troppo piccoli per ricordarci di voi.

Quando due giorni fa ti ho visto in quella foto per me eri un’estranea.
Anche se siamo quasi due gocce d’acqua.
Io ora ho una tua fotografia. Ma lui?!
Come vorrei che anche lui avesse almeno una foto!
Solo ora ho capito quanto sia importante averti vista.
Ora se penso a te, il ricordo del tuo volto si forma nella mia mente.
Ora sei più reale e più vicina a me di quanto fossi prima.

Ora, finalmente libera da tutti i miei sassolini, riesco ad ascoltare le sue emozioni.
Le emozioni di un figlio orfano e cresciuto senza nessuno accanto. 
O meglio, con un uomo, che non era il suo vero padre.
Ryo lo amava come un padre, ma Shin Kaibara si è rivelato un uomo egoista che pensava solo a sé stesso. 
Sono passati parecchi anni ormai e ancora mi domando se lui, Kaibara, lo avesse mai amato!
Secondo Ryo lo ha fatto fino all’ultimo secondo, quando ha sacrificato la sua vita per quella di Ryo.
Chi lo sa mamma… di certo non è cresciuto circondato dall’affetto di un padre o di una madre. 

La senti anche tu vero, mamma?  
La senti anche tu la sua vibrazione?
La vibrazione di chi ha dovuto imparare a cavarsela nella vita. Da solo!
La vibrazione di uomo che ha scoperto solo in età adulta il significato di “essere amato”! 
La senti quella sensazione di sincero affetto che ha nei tuoi confronti?
Sembra che anche il suo cuore abbia trovato un po’ di pace. 
Batte reagendo al mio.

Il mio cuore è più leggero, mi fa sentire bene tanto da farmi apparire un sorriso nel volto.

Scommetto che stai comunicando anche con lui.
Scommetto che un po’ lo senti come tuo figlio.
Scommetto che il tuo amore di mamma riesce a volergli bene come ad un figlio.
Proprio come io e Ryo vogliamo bene a Milagros.

Grazie mamma!
Grazie per essere in parte anche la sua mamma!

Ci avviciniamo all’entrata, ma prima di varcare il cancello mi guardo attorno in cerca del negozio di fiori di cui Sayuri mi aveva accennato. È proprio là dove me lo aveva descritto.

L’occhio è attratto dalle stupende Dalie in vetrina. 
Mi sono ripromessa di portarti i fiori che vogliono dire grazie.
Temevo di non riuscire mai a trovare le parole per pronunciarlo quel “Grazie” che sento da molto tempo nel cuore, ma che ho sempre avuto paura di dirti.

Ci è voluto molto tempo, mamma, per capirlo. 
Se sono qui è solo grazie a te e al coraggio di avermi voluta nonostante tutto.
Grazie mamma! 
Grazie per avermi donato la vita.

In Giappone, credevo fosse solo questo il motivo per cui volevo ringraziarti. 
Quanto mi sbagliavo, mamma! Ho molti più motivi per farlo.

Le Dalie hanno delle sfumature stupende che ricordano il tramonto. E lo sembrano davvero un tramonto.
Le loro punte hanno un colore caldo, un arancione vivo come il centro del fiore.
Il colore dei petali hanno diverse sfumature, tra il rosa e l’arancio, che rendono il fiore ancora più particolare e meraviglioso.
Sono davvero stupende!
Sembrano rappresentare il sentimento che, in questo momento, io provo per te.
Mamma!

- A ella le gustarán, ya verás! –
(le piaceranno vedrai!)

Ryo mi guarda sorridendo mentre sceglie un garofano bianco.

Gli sorrido, dolcemente capendo che questa volta non lo ha scelto per me.
Mamma! Ryo vuole donarti il mio fiore preferito, l’unico che probabilmente conosce.

Con questi pensieri prendo tra le mie braccia il mazzo di Dalie.
Ho il sorriso tra le labbra, mamma, mentre cammino lungo i viali di ciottolato del cimitero, mi rendo conto che lo sto facendo.
Sorrido.
Sorrido alla vita. 
Sorrido perché non mi sento più sola. 

Ryo è qui a fianco a me. 
Non mi ha lasciato sola nemmeno ora.
E’ vero, avrebbe dovuto essere solo mio e tuo questo momento.
Mi conosce così bene che ha capito che, se non mi fosse accanto, non riuscirei ad essere così serena.
Sono felice che non lo abbia fatto.
Sono felice che non mi abbia lasciata da sola. 
Sono felice che voglia farne parte.
Anche questo è amare.
Anche questo è famiglia.
 

Ci siamo! 
Siamo di fronte alla tua tomba.

Ho fatto un volo di 5.424,34 km credendo che solo qui avrei potuto salutarti.
Ero davvero convinta di poterti parlare solo qui dove riposa il tuo corpo.
Quanto mi sbagliavo mamma!
Grazie per avermi fatto capire che non è così!
Tu sei qui, nel mio cuore, come sei nel cuore di Sayuri e di chi ti considera parte della famiglia. 
Grazie per avermelo fatto capire prima. 
Prima che io mi ritrovassi qui, davanti ad una fredda tomba di marmo.

Ti cerco e ti ritrovo ritratta sulla foto che Sayuri ha scelto per te....
Oh, mamma, sei ancora più bella qui!
Sei così giovane.
Il cuore mi batte fortissimo.
Sayuri questo non me l’aveva detto.
Lacrime, altre lacrime scendono, rigano tutto il mio viso.

Nella foto ci siamo tutte e tre. 
Tremo nel notare il fagottino che tieni tra le braccia.
Sayuri è accanto a noi.
Mamma, hai un sorriso meraviglioso qui!
Come ho potuto…
Mamma come ho potuto credere anche solo per un secondo che tu non mi volessi bene?!

Sto per prendere il vaso dei fiori per potergli cambiare l’acqua, ma Ryo mi anticipa.
Silenziosamente allunga le mani sorridendo.

Ha capito quanto è importante per me rimanere qui a parlare con te, mamma.
Come se fino ad ora non lo avessimo fatto!
Gli sorrido mentre lo vedo fare una selezione dei fiori da tenere e quelli da buttare.
Lo fa con una delicatezza tale che non avrei mai creduto
Ultimamente sta passando troppo tempo in compagnia di Haruo, l’uomo della primavera, il fidanzato di Hana.
Chissà cosa avranno da raccontarsi, ma da quando Ryo frequenta lui e Hana è cambiato. 
Molto cambiato!
E’ molto più attento nel cercare di capire ogni mio gesto. 
Hana gli ha insegnato che dietro a tutto si nascondono le verità dell’animo umano.
Lei, che è una parrucchiera, lo ha sperimentato per anni, attraverso gli sguardi dei suoi clienti.
Ormai riesce a capire che tipo di taglio vogliono solo dal passo che hanno quando entrano nel suo salone.
Haruo ha un animo sensibile, lui capisce le persone attraverso i fiori.
Sono una coppia perfetta. 

Lo seguo con gli occhi mentre ritorna qui con noi mamma.  

Riporto lo sguardo verso la tua foto. 
Spero che Sayuri ne abbia conservato un’altra copia. 
La vorrei avere per poterla portare a casa nostra e conservarla.
La vorrei posizionare ben in vista accanto alla foto di noi quattro il giorno in cui Milagros ha visto per la prima volta Hideyuki.
Quanto felici eravamo quel giorno mamma!
Il tutto è durato il tempo di una foto, un istante di felicità perchè subito dopo Hideyuki ha iniziato a strillare e Milagros ha iniziato ad esserne gelosa.

Ti voglio accanto a noi e un giorno dire orgogliosa ai nostri figli:  “è vostra nonna”.

Mi inchino per poter sistemare le Dalie nel vaso.
Le mie mani tremano.
Sono emozionata e allo stesso tempo felice.

- Il garofano lo mettiamo al centro -

Lo sento proporre mentre me lo porge perché io possa inserirlo nella composizione che ho creato.

Ryo con questo gesto mi ha sorpreso.
Ti ha regalato un pezzo di me.
Proprio come questo pezzo di puzzle che tengo tra le mani.
Un microscopico pezzo di puzzle che insieme a molti altri pezzi può creare qualcosa di meraviglioso.
E noi mamma nella vita non siamo forse come un puzzle?
Un singolo pezzo è solo uno come tanti altri.
E’ insignificante!
Ma man mano che il puzzle si compone con tanti pezzettini diventa unico per quell’immagine e allo stesso indispensabile.

Grazie mamma! Grazie per avermi fatto capire che essere una famiglia è come essere una parte del puzzle.

Scusami mamma!
Scusami per aver tolto un “pezzo” dal tuo puzzle!

Non riuscivo ad amarti e questo mi ha impedito di far parte del tuo cuore.
Voglio restituirtelo simbolicamente con questo pezzettino.
Voglio di nuovo far parte del tuo puzzle mamma!
Ti voglio bene!

Mi sento avvolgere dall’abbraccio caloroso di Ryo che ha intuito quanto sia emozionata in questo momento.

Alzo gli occhi sorridendo. 
Alzo gli occhi!

Il sole è esattamente a metà del suo percorso. Abbiamo ancora un po’ di tempo per mirare il tramonto in silenzio. Quel silenzio che ci fa stare in pace con noi stessi.

Il sole ha lo stesso colore del fuoco. Lo stesso fuoco che ora è presente anche nel mio cuore.
Lo sento battere, lo sento reagire.
Ora vi sento tutti!
Sento il vostro abbraccio.
Rispondo al vostro abbraccio.
Rispondo regalandovi il mio amore.

Rimaniamo con te mamma fino a quando l’ultimo spicchio di sole scompare all’orizzonte.

- Grazie mamma! Grazie per essere rimasta con me fino a questo momento - 

Te lo dico con il sorriso in viso, consapevole che finalmente è giunto il momento anche per te di liberarti dai tuoi sassolini.
Chiudo gli occhi mentre sento le calde labbra di Ryo sulla guancia.
Cerco nella mia mente il lago a me tanto caro. 
Lo ritrovo e insieme ad esso ci sei tu. 
Sulla riva.
Che mi aspetti.

Siamo in piedi una di fronte all’altra e ci guardiamo negli occhi. 
Finalmente lo facciamo! 
Hai un viso così sereno, così felice. 
Hai le braccia aperte e mi sorridi. 
Anche tu lo fai!

Mi avvicino a te e mentre il mio corpo, quello che Ryo sta abbracciando sta di nuovo vibrando.
Ma  lo lascio fare, c’è Ryo con lui.  
Voglio avere il tempo per abbracciarti e finalmente lasciarti andare!

- Grazie, mamma! – 

Ti sussurro.

Arretro di un passo mentre ti vedo alzare e, levitando, andare al centro del lago. 
Nello stesso punto dove mi trovavo io nel sogno di questa notte.
Ti volti verso di me e muovi le labbra, non sento cosa dici, ma attraverso il labiale lo capisco perfettamente.

Mi stai dicendo “Grazie”, mamma. 

Osservo la tua anima salire fino a scomparire nel cielo.

Mamma....

 

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Eccoci arrivati all’ultimo capitolo di questa storia molto particolare.
Una storia che, apparentemente ha messo in secondo piano il rapporto di Ryo e Kaori, ma che nella realtà è sempre in primo piano.
Kaori con il cuore in mano racconta alla madre quello che sua madre non ha mai potuto conoscere.

Vi ringraziamo per essere arrivati fino a qui!

Grazie a chi ci ha messo messo “mi piace”. 
Grazie anche a chi ha avuto il coraggio di commentare ogni singolo capitolo! 
Grazie a chi da dietro le quinte mi ha dato delle dritte per rendere questa storia più completa possibile.
Grazie a tutte voi!

Ora lasciate ringraziare me stessa.

Grazie Daniela,... grazie per aver avuto il coraggio di pubblicare una storia così particolare.
Grazie Daniela… grazie per avermi dato la conferma di essere cambiata e aver capito che stai scrivendo per te stessa in primo luogo.
Grazie Daniela… grazie per essere uscita dal tunnel “Fantasma del passato” Grazie di cuore. Grazie per aver ritrovato la voglia e il desiderio di scrivere di nuovo.

Grazie grazie Grazie!!

 
   
 
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