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Autore: BeaBia92    20/07/2021    1 recensioni
Un giorno iniziato come tanti altri e che poteva certamente concludersi come tutti gli altri, se non fosse che la storia è ambientata in un periodo in cui persone dotate di poteri e denominati Grisha, non possono considerarsi al sicuro in nessun luogo, neanche in quella che loro chiamano casa.
Questa è la storia prequel di una giovane ragazza Grisha che riesce a penetrare inesorabilmente la corazza e il cuore di un altro Grisha, che apparentemente potrebbe risultare distante, incapace di provare emozioni, insomma un Grisha che ispira reverenza e timore. Sì, avete capito bene, mi sto riferendo al noto Oscuro, o meglio a Kiril, come si faceva chiamare a quel tempo.
Altri però lo avrebbero in futuro conosciuto anche come Eretico Nero.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Darkling, Sorpresa
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

Aleksander aveva creato la faglia tramite l’utilizzo del merzost.

Aveva erroneamente pensato di poterlo evocare e di avere le capacità di poterlo gestire come il suo antenato.

Non aveva considerato quanto in profondità il merzost sarebbe arrivato per nutrirsi. Oltre al suo potere, già grande, la magia aveva infatti utilizzato il dolore della perdita appena subita, e quella era purtroppo immensa.

Aleksander non aveva dato ascolto agli avvertimenti della madre, aveva agito d’istinto e testardamente.

Quello era stato l’unico modo per affrontare i soldati che avevano circondato il santuario, aveva però dato più probabilità ai suoi simili di mettersi in salvo, inclusa Baghra.

Tuttavia non sapeva dove si fossero diretti.

Sarebbe stata una preoccupazione per dopo, ora aveva un altro compito da portare a termine e decisamente più importante.

Guardò in basso dove aveva adagiato con cura il corpo senza vita di Luda.

Prima di affrontare i soldati aveva chiesto alla plasmaforme di operare la sua piccola scienza e di preservare il corpo della sua amata.

C’era solo un posto in cui poteva portarla, solo un posto in cui poteva farla riposare per sempre.

 

Aleksander aveva raggiunto la grotta, il nascondiglio che solo Luda conosceva e che aveva condiviso con lui malgrado all’epoca lo conoscesse appena.

Da come lei guardava con occhi sognanti quel posto, si capiva che lo considerava come casa.

Un luogo sicuro in cui tornare.

E adesso ci sarebbe rimasta per sempre.

Il Grisha oscuro osservò la sua anima gemella disposta vicino al cerchio che ospitava il focolare, ora era spento perché dal soffitto filtrava sufficiente luce per illuminare il nascondiglio.

Il potere della plasmaforme era ancora attivo su di lei, sembrava dormisse.

Aleksander le diede le spalle e appoggiò la mano sulla parete che intendeva utilizzare.

Per il lavoro che aveva in mente sarebbe stato più utile un fabrikator, ma non avrebbe mai permesso a nessun altro di mettere piede lì dentro.

Quel posto apparteneva a loro.

A lei.

La roccia era fredda al suo tatto, lui cercava di percepire le venature della parete e capire dove indirizzare il taglio.

Doveva essere assolutamente preciso o poteva rischiare di far crollare il soffitto.

Dopo un’ultima occhiata lanciò il suo potere e notò stupito che lungo la linea non si era creata una singola crepa.

Era come se anche la roccia grigia rispondesse a lui.

Sembrava che anche lei non aspettasse altro che creare un posto per ospitare l’eterno riposo della guaritrice.

Utilizzò il taglio altre tre volte, creando così una nicchia nella parete, piena però di schegge e pietra frantumata.

Si mise a scavare tra i detriti a mani nude, dapprima con cura e attenzione e successivamente sempre più velocemente.

Si fermò solo quando rimase senza fiato.

Le sue mani erano piene di graffi e non gli importava.

Quel dolore era benvenuto, avrebbe almeno dato il cambio a quello che sentiva nel suo cuore.

Il vuoto che lei aveva lasciato era incalcolabile.

Chiuse gli occhi per cercare di impedire alle lacrime che chiedevano prepotentemente di uscire.

Non avrebbe ceduto, non ancora.

Andò a prendere Luda, era avvolta con cura nel suo mantello preferito e l’adagiò con premura nella nicchia che aveva creato.

“Mi hai insegnato cosa significa veramente amare qualcuno incondizionatamente..” gli occhi di nuovo umidi di lacrime, la voce bassa e leggermente incrinata “Non potevo osare di sperare di più nell’incontrarti..”

Le accarezzò dolcemente la guancia fredda, prima di posarle un ultimo bacio di definitivo addio sulle labbra.

“Non ti dimenticherò mai, moya lyubov’..”

Una lacrima sfuggì al suo controllo e lui la lasciò scorrere sulla pelle del viso, mentre dentro di sé sentiva calare il vuoto più assoluto.

Era di nuovo da solo.

 

Quattrocento anni dopo

Il generale Kirigan, così si faceva chiamare ora Aleksander, venne attirato dalle urla e dalle esclamazioni di stupore, che si sentivano fuori dal suo padiglione.

Non poteva già essere tornata la velasabbia, era partita da troppo poco tempo.

Senza esitazione uscì anche lui a vedere da cosa era dovuto tutto quel trambusto.

Quello che vide lo lasciò senza parole.

Una colonna di pura luce si stagliava all’interno della faglia.

Un’evocaluce.

Non c’era alcun dubbio.

Aveva aspettato a lungo un simile momento.

Il vento si alzò leggero e quella brezza portò con sé una voce conosciuta e amata:

“Speranza, Aleksander..”

Era un flebile sussurro, ma sufficientemente udibile dal Grisha oscuro.

Aleksander aveva ormai imparato a controllare le sue emozioni esteriori, non poteva dominare però il suo cuore, che in quell’istante saltò un battito mentre la sua mente evocava un nome: Luda.

 

Fine

*********
Con questo epilogo si conclude ufficialmente la fanfiction.
Vi ringrazio per aver seguito la mia storia e spero che vi sia piaciuta <3
Vi consiglio di tenere d'occhio il mio profilo, perché potrebbe esserci in arrivo una sorpresa... magari non sono ancora pronta a lasciare Aleksander e Luda ;)
A presto!
  
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