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Autore: Rox008    21/07/2021    1 recensioni
Merlin si trasferisce a Glastonsbury per scappare da un passato doloroso, ricostruire la sua vita e vivere il presente.
Anche Arthur ha un passato doloroso alle spalle, ma ha imparato ad andare avanti e vivere come nulla fosse, costruendo giorno dopo giorno il suo futuro.
Inevitabilmente i loro cammini finiscono per unirsi.
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Morgana, Principe Artù, Will | Coppie: Gwen/Lancillotto, Merlino/Artù
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
Capitoli:
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-3 anni prima 
 
La casa era esattamente come l’aveva lasciata pochi giorni prima. 
C’era una tazza nel lavandino, un pacco di biscotti sul tavolo, dei vestiti gettati un po' ovunque, il posacenere con dei mozziconi di sigarette abbandonato sul davanzale della finestra.  
C’erano delle ricevute poggiate distrattamente su un mobile all’entrata, delle foto sul comodino, i resti di un pasto dentro il frigo, delle camicie buttate distrattamente sull’asse da stiro. 
C’era un quadro incompleto in mezzo al soggiorno, dei giornali sparsi per casa, un maglione sulla cruccia appesa fuori dall’armadio.  
C’era l’albero di Natale con le luci arcobaleno a disegnare strane ombre sulle pareti; c’erano dei regali sul pavimento, su uno c’era attaccato un biglietto con scritto “Per Merlin”.  
Ciò che non c’era, che non ci sarebbe più stato, era la voce di Will che lo chiamava dal bagno perché aveva dimenticato per l’ennesima volta l’accappatoio fuori, la musica di Will a tutto volume mentre dipingeva, il profumo di Will che restava per ore in ogni stanza, la risata di Will mentre guardava un film stupido. 
Ciò che non c’era e non ci sarebbe più stato era… Will.  
E Merlin ne sentiva disperatamente la mancanza. 
 
Era da poco tornato dall’ospedale, dove aveva dovuto confermare che si, quel corpo senza vita, ritrovato in un vicolo buio, era di suo fratello. 
Quel fratello che lo abbracciava quando a scuola lo prendevano in giro, che gli faceva il solletico quando lo vedeva piangere, che gli preparava i suoi piatti preferiti dopo aver preso un brutto voto per confortarlo o dopo averne preso uno buono per festeggiare.  
Quel fratello con cui aveva litigato furiosamente due settimane prima, tanto che Merlin aveva sbattuto la porta di casa e Will non lo aveva fermato, sapendo che aveva bisogno di tempo per sé.  
Quel fratello che invece aveva disperatamente bisogno di lui, quel fratello per cui non c’era stato proprio nel momento peggiore, nonostante avesse promesso che ci sarebbe stato sempre. 
Perché quel fratello che per lui faceva di tutto era in realtà il più fragile dei due, ma diventava forte per entrambi. 
Merlin si era sempre chiesto come facesse. Quando poi l’aveva scoperto gli aveva urlato contro, e Will non aveva risposto, non si era difeso, non si era giustificato, era rimasto ad ascoltare e incassare la pioggia di insulti con cui Merlin lo stava ricoprendo.  
Anche allora Merlin gli aveva sbattuto la porta in faccia, ed era tornato a casa solo la sera. Aveva trovato Will seduto sul divano, in silenzio, con le luci spente, gli si era seduto accanto e aveva detto “Ne usciremo assieme, te lo prometto”, e lui gli aveva poggiato un braccio sulle spalle, confortandolo anche in quel momento.  
Sapevano entrambi che quella era una promessa pericolosa da fare.  
 
Merlin si sedette nello stesso punto e scartò il pacco regalo con il suo nome. C’era una sciarpa rossa dentro e Merlin sorrise brevemente: lui ne aveva comprata una identica a Will, ma blu.  
Poi realizzò che suo fratello non l’avrebbe mai vista. 
Si prese la testa tra le mani e sapeva che, da quel momento in poi, nessun braccio sarebbe arrivato a circondargli le spalle.  
Pianse e urlò fino ad avere male alla gola, tenendosi le gambe strette al petto mentre tremava.  
Il giorno dopo si era svegliato sul divano e come se nulla fosse era andato nella stanza di Will, aveva preso il suo completo preferito (“Questo lo metterò quando troverai qualcuno così idiota da sposarti” aveva detto suo fratello quando lo aveva comprato) ed era uscito, diretto alla stazione dove sua madre e Freya lo stavano probabilmente già aspettando.  
 
Probabilmente senza Freya non ce l’avrebbe fatta a superare quei giorni. 
Freya fu al suo fianco quando dovette chiamare i vari parenti, conoscenti e amici per comunicargli la data e l’ora del funerale.  
Fu al suo fianco mentre sceglievano la chiesa, la bara e i fiori.  
Fu al suo fianco quando alla fine della messa cadde in ginocchio piangendo e invocando il nome di suo fratello, davanti agli occhi freddi di suo padre e quelli impietositi di sua madre. 
Fu al suo fianco mentre firmava il contratto di vendita della casa per tornare a vivere dai suoi per due mesi. 
Fu al suo fianco quando una notte piangendo le suonò alla porta per farsi ospitare. 
Fu al suo fianco quando prese il treno per andare a Glastonbury, volendo cambiare definitivamente città.  
 
Rimase con lui per più di una settimana, lo aiutò ad aprire gli scatoloni del trasloco e a sistemare la casa vicino al lago dove Merlin avrebbe vissuto.  
All'inizio aveva dovuto costringerlo a mangiare, a dormire, a lavarsi, lo aveva assistito durante gli attacchi di panico e gli aveva tenuto la fronte mentre vomitava anche l’anima. 
Solo quando Merlin riprese il controllo di sé e le disse di poter restare da solo era tornata a casa sua facendogli promettere di sentirsi una volta al giorno. 
Aveva sempre rispettato quella promessa. 
 
O quasi. 
 
- Presente 
 
<< Ciao Freya, scusa se ieri non... >> 
<< Merlin! Perché ieri non hai risposto alla mia chiamata? Cos’è successo?? >>  
<< Niente, stai tranquilla. Sono solo uscito con delle persone che ho incontrato... beh, ieri stesso, ma sembravano affidabili e quindi sono uscito con loro e sono tornato a casa era tardi. >> 
<< Merlin, puoi parlarmi di tutto, lo sai. Dimmi la verità, cos’è successo? >> gli chiese preoccupata. 
<< Ti ho detto la verità, sono uscito con delle persone che ho conosciuto qui. >>  
Le raccontò di come aveva conosciuto i vigili del fuoco, dello scambio di numero fatto da Gwaine e della serata.  
<< Per quanto mi hai detto, penso che potrei andare d’accordo con Gwaine, sembra una persona molto socievole e simpatica. In più è riuscito a farti finalmente passare una serata fuori! >> 
<< Si, è simpatico, ma è un tale casinista! E non ha la minima idea di cosa sia lo spazio personale! O il pudore! >>  
<< Che mi dici invece di quell’Arthur? >> 
Merlin sospirò al ricordo della loro discussione.  
<< Che devo dirti, è un tipo strano: prima non mi parla se non costretto dalle circostanze, poi cerca di diventare il mio psicologo. >>  
<< Magari è una persona gentile che si preoccupa degli altri, ma che non sa bene come relazionarsi. >>   
<< Secondo me è solo un impiccione. Però forse non sono stato poi tanto gent... Ahi! >> 
<< Che è successo? >>  
<< Oh niente, ho una tazza un po’ scheggiata e ho messo la mano proprio sul bordo più tagliente. >>  
<< Perché la tieni se è scheggiata? >> 
<< Mi ci sono affezionato, non posso proprio buttarla via! Comunque, mentre io cerco il cerotto, parliamo di altro: come sta Batuffolo? >> 
<< Oh, il piccolo demonio sta bene. Ieri mentre lo portavo a passeggio ha iniziato a inseguire un gatto, solo che il gatto è saltato su un albero agilmente mentre Bat ci è sbattuto contro. Gli ho dovuto medicare il muso! >> 
<< Oh poverino! >>  
<< Poverino lui? Povera IO che devo avere a che fare con un cane così stupido! >> 
Merlin rise, finché non sentì che gli stava arrivando un’altra chiamata. 
<< Scusami Freya, qualcuno mi sta chiamando. Ci sentiamo dopo. >>  
<< Senz’altro, a dopo. >> 
A chiamare era, con perplessità di Merlin, Arthur. 
<< Pronto? >> 
<< Pronto, ciao, sono Arthur. >> 
<< Ciao, dimmi pure. >> 
<< Volevo chiederti scusa per ieri. Non mi sarei dovuto intromettere. >> 
<< È vero, non avresti dovuto, ma io non avrei dovuto risponderti tanto sgarbatamente e praticamente buttarti fuori dalla macchina. Siamo pari. >>  
<< Tranquillo, capisco il perché della tua reazione, e anche se resto dell’idea che parlarti ti farebbe bene, non voglio forzarti. Piuttosto, stasera nella piazza centrale ci sarà l’accensione dell’albero di Natale, è una tradizione qui a Glastonbury, e noi ragazzi pensavamo che potresti unirti a noi. Probabilmente ci sarà anche tua zia. >>  
<< Ti ha costretto Gwaine a invitarmi, vero? >>  
<< Cosa? No! Semplicemente qualcuno doveva farlo e mi sono proposto io. >>  
<< Beh, grazie davvero del pensiero, però non mi piace molto il clima natalizio. >> 
<< Neanche a me piace, ci vado solo perché Gwaine insiste e sarebbe capace di venirmi a prendere a casa e trascinarmi per i piedi se io decidessi di non andarci. E ti avverto che potrebbe fare lo stesso con te. >>  
<< Allora diciamo che ci penso, e se decido di non venire avrò cura di chiudere la porta a chiave. >>  
<< Come se questo bastasse. >> rispose ridacchiando Arthur. << Comunque va bene, casomai ci sentiamo più tardi e mi dirai se dovrò placcare Gwaine. >> 
<< Grazie, a più tardi. >>  
 
Dopo aver richiamato Freya e aver parlato con lei dell’eventualità di accettare l’invito (o meglio, dopo aver ascoltato la ragazza ordinargli di andare e almeno provare a essere amico del biondo), Merlin decise che forse partecipare ad una tradizionale festa del paese, anche se natalizia, non sarebbe stato poi così male.  
Sicuramente sarebbe stato migliore di ciò a cui Freya l’avrebbe sottoposto se non avesse fatto come diceva lei. 
 
 
****** 
 
 
<< E dimmi, cos'è più fastidioso: le luci a intermittenza o i cori natalizi? >> sussurrò Merlin ad Arthur che era in divisa accanto a lui come gli altri vigili del fuoco.  
Gaius, davanti a loro, si voltò a fissarli con il sopracciglio alzato. 
Oltre a loro e ai ragazzi che aveva conosciuto la sera prima all’Excalibur, c’erano altri tre loro amici, Lancelot, Gwen ed Elyan.  
Ascoltavano il sindaco che teneva il tradizionale discorso annuale davanti ad un albero altissimo e stracarico di festoni e decori di mille colori e fantasie diverse.  
Secondo quanto raccontato da Lancelot, chi voleva veniva ad appendere un addobbo ed esprimere un desiderio, per cui c’era un continuo via vai di gente mentre un piccolo coro di bambini intonava canzoncine. 
<< Penso un po’ tutto. >> rispose il biondo dopo averci riflettuto qualche attimo. << A Natale tutto è pervaso da una sorta di felicità e amore incondizionato, sembra che non esistano i problemi, le tensioni e l’odio. Tutti mostrano una gentilezza e bontà d’animo che in realtà non hanno, una felicità che non provano, e si aspettano che anche tu sia felice e gioioso come loro. È tutto così... >> 
<< Falso? >> finì la frase per lui Merlino. << La penso esattamente come te. >> 
<< Smettetela con questi discorsi sacrileghi voi due! Il sindaco sta per accendere le luci dell’albero! >> disse loro Gwaine da dietro le spalle. 
L'albero si accese di mille luci scintillanti che si riflettevano sui volti delle persone che guardavano affascinate, decorandoli di tanti colori diversi, la banda cominciò a suonare allegramente e tutti applaudirono.  
<< Buon Natale! >> gridarono tutti gioiosamente.  
Quando la folla si disperse un po’, Merlin vide Arthur e Morgana avvicinarsi all’albero e appendere assieme una palla di natale rossa e oro, ma non fece domande in merito. 
 
Passarono il resto del pomeriggio in piazza, tra le diverse bancarelle, per poi spostarsi a casa Pendragon. 
Merlin e Gwen avevano parlato molto, sentendosi fin da subito in sintonia.  
<< Mio padre lavora in un’acciaieria fuori dal paese con mio fratello Elyan. Per un po’ anch’io ho lavorato con loro, prima di aprire la libreria che si affaccia sul lago. Tu abiti lì vicino, vero? Qualche volta ti ho visto con una ragazza. Siete fidanzati? >> 
<< Oh, ehm veramente... >> rispose lui a disagio sul divano.  
<< Oddio scusa, sono stata indiscreta! Non ti stavo spiando, giuro! >>  
<< Tranquilla, va tutto bene. E comunque si, abito lì da poco. Freya invece è solo la mia migliore amica, io sono gay. >>  
Arthur sembrò congelarsi, per poi borbottare delle scuse e uscire quasi correndo.  
<< Tutto bene? >> chiese il corvino, temendo di avere a che fare con l’ennesimo omofobo. 
<< Non ce l’ha con te, e non è omofobo, se te lo stai chiedendo. >> gli spiegò Lancelot sedendosi vicino a Merlin. << Vedi, anche lui è gay, ma è un discorso delicato per lui a causa di alcuni tristi precedenti. >> 
<< Mio padre è uno stronzo, non un “triste precedente”. >> sibilò Morgana mentre osservava il vino rosso roteare nel bicchiere che teneva elegantemente in mano. 
<< Ora vado a parlare con la principessa e tornerà qui come nulla fosse. >> disse Gwaine, alzandosi.   
<< No Gwaine, al momento non ha bisogno di sentirti descrivere le condizioni in cui vorresti lasciare la BMW di Uther. >>   
<< Stavolta puntavo alla sua Lamborghini. >>  
<< Forse... Potrei provare a parlarci io. >> li interruppe Merlin timidamente. << Ne so qualcosa di problemi legati al coming out con la famiglia. >> 
<< Sicuramente sarai più delicato di Gwaine. >> disse Morgana sorridendogli dolcemente << Molto probabilmente è nel balcone della sua camera; sali le scale, segui il corridoio ed entra nell’ ultima porta a destra. >>  
Così Merlin uscì dalla stanza, mentre Morgana e Gwaine battibeccavano sulla loro differente idea di “delicatezza”.  
 
La camera da letto del biondo era, come tutta la casa, arredata in modo elegante ma sobria, con mobili moderni e colori tenui. Protagonista della stanza era il grande letto con il baldacchino in legno scuro e il copripiumone rosso, abbinato alle tende che, spinte dal vento, si muovevano sinuose svelando di tanto in tanto una figura appoggiata alla balaustra del balcone.  
<< Gwaine lasciami stare, non ho voglia di sentirti raccontare per l'ennesima volta di come vorresti ridurre la BMW di mio padre. >> disse Arthur senza neanche girarsi. 
<< Stavolta ha detto che puntava alla Lamborghini, ma non saprai questa bellissima e avvincente storia visto che sono venuto io al suo posto. Posso restare qui? >> rispose Merlin.  
Il biondo si voltò di scatto, evidentemente sorpreso.  
<< Certo. >> 
Restarono in silenzio, guardando le stelle che illuminavano la notte.  
<< Tu quando hai capito di essere omosessuale? >> domandò il biondo. 
<< A undici anni mi presi una cotta per Cedric, il mio compagno di banco. Andai da Freya e le chiesi se secondo lei potessi sposarlo, e lei mi disse che dovevo chiederlo a lui. Per la cronaca, lo feci davvero, e lui rise di me. Invece tu? >>  
<< Mi spiace, ma ci conosciamo da troppo poco tempo per un passo così importante. >> rispose ironico Arthur. 
<< Intendevo quando hai capito di essere gay, idiota! >> 
<< Oh, non avevo capito. >> disse Arthur sorridendo << A 18 anni finì a letto con Gwaine, e la mattina dopo capì che mi dava maggiormente fastidio il fatto che fosse stato con lui in quanto Gwaine che in quanto maschio. Anzi, mi ero sentito più a mio agio con lui che con chiunque altra prima. Andai a letto con un altro uomo, e di nuovo mi sentii meglio che quando andavo a letto con una donna, mi sembrava più... spontaneo. Persino i baci mi sembravano più veri. È stata un'emozione nuova per me. Nuova e paurosa. Chiesi addirittura alla mia psicologa se fosse normale o se si trattasse solo di una reazione ritardataria a un trauma, e lei mi diede uno scappellotto. >>  
<< Non è stata molto professionale. >>  
<< No, ma la dottoressa Mithian è fatta così. Comunque, quando lo dissi a Morgana fu inorridita dal fatto che fossi andato a letto con Gwaine e non con Lancelot, o Leon o chiunque altro del gruppo. >> risero entrambi, poi Arthur si strinse nelle spalle << Non andò altrettanto bene con mio padre, che mi buttò fuori casa il giorno dopo. Fortunatamente Morgana già abitava da sola e mi disse di venire a stare con lei. Mesi dopo lui mi chiamò, chiedendomi di tornare, ed io gli ho riattaccato in faccia; allora lui si è presentato a casa, Morgana l’ha mandato all’inferno e ha minacciato di chiamare la polizia se non mi lasciava in pace. Non lo vedo da quel giorno. >>  
<< Ci sono persone che è meglio tenere fuori dalla propria vita. >>  
<< Parli per me o per te? >> 
<< Per entrambi. Anch’io ho chiuso i rapporti con mio padre per via della mia sessualità. Mia madre soffre per la situazione, a volte quando lui non è a casa mi chiama e mi chiede di ricucire i rapporti, ma ormai è impossibile per me. >>  
<< Mi dispiace terribilmente. Io... so quanto si può star male per la propria famiglia. >> 
Merlin sapeva che non era quello che Arthur voleva dire, ma fece finta di niente; gli poggiò invece una mano sulla spalla e fu ricambiato da un labile sorriso con gli occhi lucidi.  
<< Certo che abbiamo avuto tutti e due una vita facile eh! >> esclamò il corvino.  
<< Si, se ci dovesse vedere un gatto nero, toccherebbe ferro! >>  
Risero leggermente tra le lacrime e continuarono a parlare di argomenti più leggeri.  
I rintocchi di un campanile risuonarono nell’aria annunciando la mezzanotte. 
<< Buon Natale Merlin. >> 
<< Buon Natale Arthur. >> 
<< Buon Natale ragazzi! >> gridò Morgana uscendo sul terrazzo e quasi lanciandosi addosso ai due. 
Subito dopo vennero raggiunti dal resto del gruppo e festeggiarono fino a notte fonda. 
 
****** 
 
Merlin pensava che avrebbe passato il Natale da solo, dato che sua zia gli aveva detto che lei avrebbe servito il pranzo alla mensa per i poveri, per cui aveva pensato di dormire fino a tardi, mangiare un toast al volo, forse farsi una doccia e passare il resto della giornata afflosciato sul divano. 
Invece erano appena le 8 del mattino e lui stava ancora dormendo quando sentì qualcuno suonare il campanello di casa.  
Inizialmente lo ignorò, ma dopo poco suonarono nuovamente.  
Allora si alzò e pigramente andò verso la porta. Guardò dallo spioncino e vide che si trattava di Arthur. 
<< Che ci fai qui? >> gli chiese mentre apriva la porta sbadigliando. 
<< Buongiorno anche a te e soprattutto buon Natale! >>  
<< Buongiorno, buon Natale, che ci fai qui? >>  
<< Come siamo scontrosi >> 
<< Ho sonno e non mi aspettavo visite oggi. >> 
<< E invece guarda che fortuna che hai, ci sono io! >>  
<< Non capisco quale sarebbe la fortuna! >> 
<< Merlin! >> 
<< Dai entra, prima che ti congeli. >> disse il moro mettendosi di lato. 
Merlin si chiuse la porta alle spalle mentre Arthur si guardava attorno.  
<< Carina questa casa, sembra quasi una casetta delle favole. Abiti per caso con i 7 nani? >> 
<< Mi dispiace, niente nani qui. È una casa un po’ vecchio stile, apparteneva a mio zio Larry, marito di zia Claire. >> 
<< Intendi la signora Travis? Era sposata? >> 
<< Si, ma purtroppo è rimasta vedova anni fa. Questa casa sarebbe dovuta andare ad un loro eventuale figlio, ma siccome non hanno fatto in tempo ad averne l’hanno intestata a me e mio fratello. Ogni nuovo proprietario deve aggiungere un dettaglio, ma io non ho ancora aggiunto niente. D’altronde, fino a pochi mesi fa la consideravo solo una casa vacanze, e non so neanche quanto ci starò qui. >> 
<< Pensavo che fosse definitivo il tuo trasferimento. >>  
<< A Glastonbury si, in questa casa non lo so. >>  
<< Cosa non ti piace di questa casa? >>  
Il moro guardò fuori dalla finestra mordendosi il labbro, indeciso se rispondere sinceramente o no.  
<< Io... ho troppi ricordi legati a questa casa. >>  
Arthur restò in silenzio, incerto se Merlin avrebbe continuato a parlare o no.   
<< A mio fratello e mia madre piaceva molto questa casa e cercavano di venirci almeno ogni tre mesi, anche solo per un fine settimana. Io invece ci venivo solo per poter stare con loro senza mio padre in giro, oppure quando volevo scappare e restare un po’ da solo. Ed ero qui quando mio fratello è morto. Ero sulle sponde del lago e ho ricevuto una chiamata da parte di un ospedale. Avevo giurato di non tornarci, ma quando ho deciso di lasciare Londra questo era l’unico posto dove poter stare. >> raccontò, poi più allegramente aggiunse << Ma ora dimmi, cosa ti porta qui la mattina di Natale? >>  
<< Beh, ieri hai detto che oggi saresti stato solo a casa, per cui io e Morgana abbiamo pensato che ti sarebbe piaciuto venire con noi. >>   
<< Venire dove? >>  
Arthur sorrise. 
<< Se vuoi saperlo, devi seguirci. Portati un cappotto pesante e una sciarpa. >> 
 
****** 
 
<< Wow! >> disse Merlin scendendo dalla macchina. 
<< Già! Anch’ io ho detto “wow” la prima volta che sono venuto qui! >> confermò Arthur accanto a lui ridendo.  
<< E ogni anno sembra più bello! >> sospirò Morgana raggiungendoli. << Ormai da tempo passiamo il Natale qui, immersi nella pace e nella quiete di questo piccolo angolo di paradiso. >> 
Erano in mezzo ad una foresta, imbiancata dalla soffice neve caduta nella notte, con il sole che filtrava tra i rami creando giochi di luce e ombre, e in lontananza si intravedeva un laghetto ghiacciato.  
Sembrava un paesaggio uscito da una favola, dove il bianco della neve era rotto dal legno scuro e dai mattoni del cottage davanti a loro. 
L’interno era un po’ polveroso, e c’era odore di chiuso, ma una volta scoperti i mobili dai lenzuoli sbiaditi posizionati sopra per proteggerli, accese le luci e aperte le finestre si dimostrò essere una casa incantevole. 
<< Ci fu lasciata in eredità da nostra madre, raccontava spesso che quand’era piccola passava il Natale qui con la sua famiglia. Certo, lei ci stava una settimana e noi a causa del mio lavoro possiamo starci solo un giorno, ma è comunque un modo di continuare la tradizione. >> spiegò il biondo, dandogli le spalle mentre accendeva il camino.  
Merlin realizzò che né Arthur né Morgana avevano mai accennato alla loro madre prima.  
 
Dopo pranzo uscirono fuori per fare una passeggiata tra gli alberi. 
Arrivarono in un piccolo parco abbandonato, che un tempo doveva essere stato molto carino e adatto ad una giornata in famiglia. 
<< Nostra madre amava questo parchetto, ci veniva sempre a giocare con sua sorella e quelle poche volte che ci siamo venuti noi da piccoli portava anche noi qui. >> sussurrò Arthur sfiorando con la punta delle dita una panchina di legno.  
Sembrava ci fosse un’incisione, ma da dove si trovava, Merlin non riusciva a leggerla e il suo sesto senso gli disse di non avvicinarsi. Morgana invece si avvicinò e imitò il fratello.   
Poi si spostarono lungo il sentiero che portava al laghetto. Morgana si sedette su una panchina e aprì lo zaino di tela che si era portata, uscendone tre paia di pattini.  
<< Mi auguro che tu sappia pattinare sul ghiaccio, Merlin. >>  
<< Diciamo che me la cavo. Ogni tanto andavo in una pista di ghiaccio vicino casa. >> 
<< Ottimo, perché mio fratello invece cade continuamente. >> bisbigliò Morgana al moro, facendolo ridacchiare. 
Effettivamente Arthur scivolava spesso, appoggiandosi a Morgana o Merlin per evitare di cadere ma continuando a mostrarsi sicuro di sé.  
La ragazza approfittò di un momento di distrazione dei due per scattargli una foto, imprimendo i sorrisi di Arthur e Merlin mentre il biondo stringeva la spalla del più mingherlino e rideva.  
Dopo aver fatto un altro giro tra gli alberi, ricoperto i mobili con i teli e chiuso a chiave il portone, tornarono in città. 
<< Grazie per avermi portato con voi, è stata una giornata davvero bella. >> disse Merlin quando arrivarono davanti a casa sua. 
<< Figurati, è stato un piacere averti con noi. >> rispose Morgana. << Nonostante ci siamo conosciuti da poco, mi sembra che siamo amici da secoli. >> 
<< Anche per me è lo stesso. >> 
Arthur si era addormentato a metà viaggio, per cui Merlin ebbe cura di non sbattere lo sportello troppo forte quando lo chiuse.  
Morgana scese con lui. 
<< Ti spiacerebbe farmi compagnia mentre fumo una sigaretta? >> 
<< No figurati. >> 
<< Grazie. E non dire ad Arthur che fumo, sarà il nostro piccolo sporco segreto. Tu fumi? >> 
<< A volte. >>  
<< Tieni >> disse lei porgendogli il pacchetto di sigarette.  
Merlin prese una sigaretta e fumarono per un po’ in silenzio.  
<< Mio fratello è un tipo particolare: quando incontra qualcuno è sempre sospettoso, ma nel momento in cui inizia a conoscerlo si affeziona e se vede che ha bisogno di aiuto si fa in quattro per lui. >> 
<< L’ho notato, ha fatto la stessa cosa con me. >>  
Morgana sorrise.  
<< Troppo spesso le persone hanno provato ad approfittarsi del suo buon cuore e poi l’hanno abbandonato, ma lui non ha mai smesso di farsi in quattro per gli altri. >> 
<< Conoscevo qualcuno così. >>  
<< Will. >>  
<< Già. Gli avrò detto mille volte di stare attento, di tenere gli occhi aperti e non fidarsi troppo delle persone, ma lui non mi ascoltava mai, testardo com’era. Forse, se io avessi insistito di più... >> 
<< Non sarebbe cambiato nulla, perché non ti avrebbe ascoltato. >>  
<< Potrebbe essere. >> 
<< Merlin, non puoi colpevolizzarti per ciò che è successo a Will, lo sai. Ognuno di noi fa le proprie scelte, lui aveva fatto le sue e purtroppo erano sbagliate, anche lui lo sapeva. Ha provato ad uscirne, ma sai che non è facile. >>  
<< Esattamente in che rapporti eravate tu e Will? >>  
Lei sgranò gli occhi e arrossì lievemente.  
<< Io e Will... eravamo grandi amici. Avremmo potuto essere di più, ma non ne abbiamo avuto il coraggio, abbiamo sempre e solo ballato sul confine, finché un giorno abbiamo entrambi incontrato altre persone. Siamo rimasti però amici, abbiamo continuato a scriverci e talvolta a uscire assieme. >> 
<< Eri tu allora la persona con cui si scambiava tutte quelle lettere per cui lo prendevo in giro! Gli dicevo che soltanto qualche vecchio avrebbe accettato delle lettere invece di una chiamata o degli sms. >> 
<< Grazie tante eh. In realtà sono stata io ad avere l’idea di scriverci delle lettere, anche ora con gli amici più stretti uso le lettere scritte a mano per comunicare, trovo che sia più sentito ciò che si scrive. E comunque usavamo anche il classico cellulare, ma per parlare di argomenti più leggeri. >> 
Entrambi finirono di fumare prima di parlare di nuovo.  
<< Nelle lettere ti nominava spesso. >> 
<< Davvero? >> 
<< Si. Non c’era nessuno al mondo a cui tenesse di più. Per questo so che lui vorrebbe che tu fossi felice, anche senza di lui. Il passato, Merlin, non si può cambiare, è il futuro che va scritto. >> 





Ciao!
Mi scuso per non aver potuto pubblicare prima, ma non immaginate il periodo che sto avendo.
Probabilmente il prossimo capitolo arriverà per la fine di agosto/l' inizio settembre, non voglio illudere né me né voi di farcela prima. 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se volete lasciate una recensione o cercatemi nei canali social (li trovate tutti qui https://linktr.ee/RDomini ) che ho aperto proprio per restare in contatto, darvi aggiornamenti e raccontarvi magari qualche aneddoto o curiosità. 
A presto! :)

   
 
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