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Autore: My Pride    21/07/2021    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction e one-shot incentrate sulla coppia Damian/Jon ♥
» 08. Brother can help you
Era divertente vedere come fossero competitivi anche per un semplice gioco e, dal modo in cui contrattaccava, Damian sembrava piuttosto intenzionato a vincere. Lo vedeva scattare a sinistra per evitare che la palla toccasse la sabbia e unire le mani per colpirla, rilanciandola ad uno dei fratelli; a volte si gettava per terra o compiva enormi balzi, con i capelli scompigliati che si incollavano alla fronte a causa del caldo e le goccioline di sudore che gli imperlavano ogni centimetro del corpo, dall'ampia schiena alle gambe toniche.
[ Dedicata a Shun di Andromeda ♥ ]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Bat Family, Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Lost in fever Titolo: Lost in fever
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 1228 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent

Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life, Commedia
Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort, Accenni Slash
Sapori d'estate: 55. "Rimanere sorpresi da un improvviso acquazzone estivo."
Just stop for a minute and smile: 42. "È il meglio che sono riuscito a trovare."


SUPER SONS © 2016Peter J. Tomasi/DC. All Rights Reserved.


    Per l'ennesima volta in quella giornata, Jon passò quella pezza bagnata sulla fronte di Damian, tendendo l'orecchio per ascoltare il suo respiro pesante e il ritmico battere del suo cuore.
    Quella stessa mattina, il compagno gli era apparso più scostante del solito e ben poco collaborativo e, quando gli aveva chiesto se fosse successo qualcosa con qualcuno della sua famiglia - l'aveva visto parlare animatamente al cellulare, ed era stato un signore a non usare per sbaglio il super udito e ascoltare -, Damian si era limitato a grugnire qualcosa e ad agitare una mano in risposta, ignorando volutamente di dare qualunque spiegazione. Jon non aveva insistito troppo, visto che lo conosceva fin troppo bene da sapere che prima o poi avrebbe parlato da solo, e anche l'acquazzone che li aveva colti impreparati aveva fatto sì di mettere momentaneamente in secondo piano la discussione; avevano quindi raccattato le loro cose dalla spiaggia ed erano corsi nel loro bungalow ma, nel notare un paio d'ore dopo che la temperatura corporea del compagno era salita di qualche decimo, il giovane Kent aveva provato a tastargli la fronte, rimediandoci un'occhiataccia che avrebbe potuto fulminarlo seduta stante. Damian aveva cominciato a blaterare che doveva smetterla di usare i suoi poteri su di lui, che c'era una cosa chiamata spazio personale e che doveva rispettarla anche se stavano insieme, e soprattutto ci aveva tenuto a ricordargli che era il figlio di Batman e Talia Al Ghul e quindi, no, il suo corpo geneticamente perfetto non poteva accusare alcun sintomo di qualsivoglia alterazione termica. Tanti bei paroloni che Jon aveva ascoltato con un sopracciglio inarcato, visto che
era stato proprio a quel punto che Damian era svenuto.
    Con un sospiro rassegnato - e soprattutto dopo averlo afferrato letteralmente al volo per evitare che cadesse sul pavimento -, Jon l'aveva messo a letto e aveva controllato tutti i parametri del suo corpo, scuotendo la testa.
Quello scemo si era ammalato e aveva preferito stare zitto anziché parlargli francamente. A voler essere sincero con se stesso, Jon non aveva nemmeno mai preso in considerazione l'idea che Damian potesse ammalarsi, avendolo sempre visto talmente arzillo da sembrare più indistruttibile di lui. Nel corso degli anni, non lo aveva mai sentito lamentarsi di niente, nemmeno di un mal di testa, persino quando si feriva cercava sempre di non abbandonare l'espressione stoica che lo caratterizzava e quell'aria saccente che innervosiva molti. Ma, dopotutto, Damian doveva fare i conti con una realtà che spesso si rifiutava di accettare: era solo un essere umano, e doveva quindi fare più attenzione ai segnali che gli mandava il suo corpo... soprattutto quando passava tre notti intere fuori di pattuglia e dormiva solo due ore.
    Jon scosse il capo per scacciare quei pensieri, immergendo nuovamente quella pezza nella bacinella d'acqua per rinfrescarla prima di strizzarla e tamponare ancora una volta la fronte del compagno. Sapeva quanto odiasse mostrarsi fragile, sia emotivamente che fisicamente, ma ogni tanto avrebbe anche potuto affidarsi a qualcun altro senza doversela per forza cavare da solo. Il cigolio del materasso, seguito da un piccolo lamento, richiamò la sua attenzione e, spostando la pezza, vide gli occhi verdi e febbricitanti di Damian posarsi su di lui, sforzandosi di mettere a fuoco la sua figura.

    «
Ehi...»
    «Ehi, D», ripeté Jon con un piccolo sorriso, poggiando immediatamente una mano sulla spalla dell'altro per tenerlo giù, visto che aveva provato ad alzarsi. «Non sforzarti troppo, lascia che le medicine facciano effetto».
    «...sto bene, Jon. Non avevo bisogno di medicine, ho solo un po' di mal di testa».
    «E anche un febbrone da cavallo, ma ovviamente fingerai che non sia così, vero?» 
    Di tutta risposta, Damian roteò un po' gli occhi. Jon la faceva davvero troppo lunga, ma in fin dei conti in parte lo capiva: era la prima volta che si mostrava davanti a lui in quelle condizioni, così fragile e decisamente poco combattivo. In realtà non avrebbe nemmeno voluto mostrarsi così, ma in quel momento non avrebbe potuto purtroppo fare diversamente.
«Gh... odio questo schifo», rantolò, tossendo qualche attimo dopo. Gli occhi gli bruciavano e gli sembrava che il solo tenerli aperti fosse una fatica immane, ma doveva ammettere che quelle medicine che Jon gli aveva dato stavano cominciando a fare effetto, visto che i giramenti di testa erano passati.
    «Oh, aspetta! So cosa potrebbe tirarti un po' su di morale!» gli rivolse uno dei suoi soliti sorrisi radiosi, prima di schiaffargli in fronte quella pezza senza dar peso al lamento dell'altro. «Dammi un momento, torno subito», accennò e, facendogli poi un occhiolino, si alzò dal letto così in fretta che il materasso cigolò sotto il suo peso.
    Damian sbatté le palpebre con fare stranito, osservandolo mentre si allontanava. E adesso che diavolo gli era preso? Sapeva che Jon certe volte si comportava in modo strano, ma in quel momento aveva troppo mal di testa per cercare di capire le sue ragioni. Si lasciò cadere con il capo sul cuscino, accoccolandosi sotto quel lenzuolo mentre sentiva la pioggia picchiettare contro le finestre. L'idea di andarsene in vacanza non lo aveva entusiasmato, ma una volta tanto aveva voluto dare retta al compagno e persino Grayson gli aveva consigliato di prendersi una pausa, rassicurandolo che ci avrebbe pensato lui a dare una mano a Bruce. Peccato che non avesse messo in conto che sarebbero stati colti da un temporale estivo e che lui si sarebbe ammalato.
    Si rese conto di aver chiuso gli occhi solo quando fu un rumore a ridestarlo, dovendo fare mente locale per un secondo prima di mettere a fuoco la figura di Jon. Il profumo di burro riempì la stanza, tanto che Damian si tirò un po' su per cercare di capire le sue intenzioni, vedendolo con una grossa ciotola di pop corn sotto braccio e quello che aveva tutta l'aria di essere un... 
    «...sul serio, J?» domandò scettico, accennando all'oggetto che reggeva in mano.
    Jon sbatté le palpebre, poi abbassò lo sguardo sul Re Leone. «Ecco... beh... è il meglio che sono riuscito a trovare», ammise imbarazzato, massaggiandosi il collo con la custodia del dvd.
    «Mhn... è praticamente Amleto con i leoni, quindi per questa volta te lo faccio passare», rimbeccò sarcastico, prima di scuotere debolmente il capo con fare divertito. «Apprezzo il pensiero», soggiunse, giacché non aveva mai nascosto la sua predilezione per le tragedie shakesperiane - il suo cane si chiamava Tito in onore di una di esse - e ammetteva che quello scemo aveva fatto una buona scelta... cartone animato o meno. «Grazie... habibi», sussurrò, e Jon sorrise. Era raro che lo ringraziasse così spontaneamente e ancor più che lo chiamasse con nomignoli affettuosi, soprattutto quando non era sicuro di trovarsi da soli, dunque il ragazzo apprezzò ancora di più, tenendo conto che, in fin dei conti, aveva solo provato a distrarlo con un semplice film.
    «E di cosa... scemo d'un pettirosso», rimbeccò, affrettandosi a mettere quel dvd per guardare il compagno con gli occhi divertiti come quelli di un bambino prima di afferrare il telecomando.
    Damian scosse il capo e, nascondendo un sorrisetto, si spostò quel tanto che bastava per permettere a Jon di coricarsi al suo fianco e di cingergli i fianchi con un braccio, sistemandosi contro di lui mentre faceva partire il film. Ammalarsi non era poi così male, una volta tanto
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Trovo sempre molto divertente l'idea di Damian che si ammala e che nonostante tutto cerca di fare il duro, quindi non potevo evitare di richiamare anche qui la situazione. Tra l'altro il tutto è nato per il prompt datomi sul gruppo facebook
Hurt/comfort Italia, per l'iniziativa #100whumpers e la challenge Fluffiness Explosion, con il prompt "Personaggio X non sta bene, personaggio Y pensa a qualcosa che possa farlo stare meglio in attesa che le medicine facciano effetto".
Sapendo quanto Damian abbia visto pochi film, dato che sua madre non era certo un'estimatrice di classici Disney, l'idea di vedere un cartone animato per farlo stare meglio mi sembrava carina... e molto in linea con la semplicità di Jon nonostante tutto.

Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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