Di nuovo.
Baudelaire.
Bilbo.
Alessandro.
Sodalizio consolidato.
Alle prese con Poseidone, stavolta.
Versi assolati e salati, in un crescendo che conduce agli abissi.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Il corpo che urla
Dolore stridente
Lentamente consuma
Quasi fossi morente.
Sei lì sulla spiaggia
qualcosa ti mangia
il corpo si espone,
celeste visione,
ma dentro lo sento
hai un greve tormento.
le senti le urla?
Mi si squarcia l’animo,
a voce non grido
e l’animo soffoca;
Mi tuffo o rimango?
Troppo invitante
Di Nettuno il richiamo
Dolce, suadente
Mi sussurra "ti amo".
Io amo i tuoi versi
nel cielo dispersi
mi infilo deciso
ti lancio un sorriso.
Di te amo tutto,
sia sorriso o sia broncio,
sia burrasca o bonaccia,
dalle acque tue
mi lascio abbracciare;
Mi immergo
Gelida è l'acqua.
Non ti fermare
splendido è il mare.
il più è non fermarsi,
ma mi spinge il coraggio.
Mille pesci dorati
Un polpo sfuggente
Lo inseguo
Sorrido.
Un semplice polpo?
Che mi prenda un colpo!
Di un polpo sinuoso
mi sento geloso.
Lui può averti vicino,
io no;
lui è sinuoso,
io no;
io che l’acqua la odio,
è fredda e spegne il mio fuoco,
ma quest’oggi l’avverto come il contrario,
sia petrolio, sia miccia;
Il dolore lontano
Il peso annullato
Mi fa l'occhiolino
Poseidone sfrontato.
Il dio col tridente
con fare suadente
è lì a conquistarti
è pronto a baciarti.
Ma io non mi fermo,
vuoi un bacio?
Vieni a prenderlo!
Muovi queste onde, siano loro
A raggiungere le mie dolci fossette;
Galleggio
Mi ormeggio
Al margine blu
Del Dio bagnato
Immenso
Amato.