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Autore: Fiore di Giada    22/07/2021    0 recensioni
[Uchuu no Kishi Tekkaman Blade]
[Uchuu no Kishi Tekkaman Blade][Partecipante alla challenge "i fiori sanno". Prompt 26]
Nella loro fragile bellezza, racchiudevano quell’amore da lui provato, che non era svanito, nonostante la tragica fine di lei.
E rinvigorivano i suoi rimpianti e il suo senso di colpa.
Se fosse rimasto con loro, si sarebbero salvati?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I raggi del sole vespertino, ancora alto, si irradiavano ora in cielo, ora sulla terra e tingevano le nuvole, simili a balle di cotone abbandonate in un campo, d’arancio e rosa.
L’orizzonte, sfiorato dai barbagli dell’astro diurno, pareva percorso da una cortina di fiamme, mentre le montagne risaltavano contro il firmamento, come un cammeo abilmente lavorato.
Di tanto in tanto, il silenzio era interrotto dai richiami, lugubri e malinconici, dei condor, che sorvolavano l’ambiente, bramosi di carogne.
Seduto davanti ad una finestra, Balzac lasciava vagare lo sguardo sul paesaggio. Tanti, differenti ricordi si mescolavano nella sua mente.
Il deserto, seppur in modi diversi, era legato alla sua esistenza con un filo sottile come seta, ma più forte dell’acciaio.
In quell’ambiente aspro, privo di clemenza, aveva rischiato la vita, eppure la sua anima era risorta ad una nuova, meravigliosa esistenza.
Aveva conosciuto la dolcezza dell’amore e delle premure.
Rachel e suo fratello Rick, con il loro altruismo, gli avevano concesso di vedere la realtà da un punto di vista differente.
Pur non conoscendolo, lo avevano salvato e gli avevano dato il calore di una famiglia, che gli era sempre mancato.
Per nove, lunghi mesi aveva creduto di potere aspirare ad una esistenza tranquilla.
Un singhiozzo salì sulle sue labbra e le lacrime luccicarono negli occhi cerulei del giovane. Il Fato era di un parere differente e si era divertito a rimescolare le carte.
Aveva deciso di porre sul suo cammino i Cavalieri dello Spazio.
E Nick, pur in modo indiretto, gli aveva offerto la possibilità di combattere al loro fianco.
Pur dilaniato dall’indecisione, aveva accettato e si era impegnato in aspri combattimenti.
Desiderava vendicare la morte di Marlo, il suo amico mai dimenticato, e donare a Rachel e a Rick un futuro luminoso, libero dall’ombra di Darkon.
Ella e suo fratello erano degni di un simile dono.
Scosse la testa, amareggiato. Spinto da un incoercibile desiderio di onestà, aveva schiuso a Rachel le porte del suo cuore e le aveva svelato il suo passato, greve di sangue e morte.
In quelle lunghe, tese ore, aveva conosciuto l’aspro sapore del rimorso, ma aveva perseguito il suo imperativo morale.
Rachel non era una bambina e non meritava pietose bugie!
Ed ella, pur turbata, non lo aveva giudicato e aveva continuato a riempirlo d’affetto e premure.
Il passato non si può cambiare. Sta a te però creare un futuro diverso. Puoi farcela. Quando aveva concluso il suo racconto, gli aveva stretto la mano e gli aveva detto quelle parole, vibranti di incoraggiamento.
I suoi lucenti occhi ambrati lo avevano fissato e non vi aveva scorto alcuna ombra.
La sua purezza d’animo irradiava l’intera sua persona ed egli si era impegnato a costruire un’esistenza differente, lontana dall’edonismo passato, fine a se stesso.
Con un gesto nervoso, il giovane si terse le lacrime. Era riuscito a sopravvivere ad un aspro duello contro il Teknoman Spada e, per lunghi mesi, il suo corpo, straziato da ferite gravissime, era stato costretto ad un sonno artificiale, privo di sogni.
Ma, in quei brevi attimi di coscienza, il suo pensiero era rivolto a Rachel e Rick.
Costituivano un faro flebile, ma tenace in una tenebra densa, che tutto pareva ingoiare.
Strinse i pugni e nuove lacrime bagnarono le sue guance. La loro casa, che aveva resistito per tanto tempo alle tempeste della guerra, era stata devastata e si era tramutata in uno scheletro carbonizzato.
Non era rimasto nulla di loro, se non l’olezzo della carne bruciata e ceneri impalpabili, disperse dal vento.
Un effluvio dolce, quasi zuccherino, solleticò il suo olfatto e il giovane si voltò e alzò lo sguardo.
Appeso al soffitto erano due panieri di sughero di forma semicircolare, lunghi quanto un avambraccio, rigogliosi di orchidee bianche e vermiglie.
Un effimero sorriso sollevò le labbra dell’ex guerriero. Quelle piante davano consolazione al suo spirito angosciato.
Rachel amava le orchidee e, in quei fiori, gli pareva di sentire la sua presenza.
Forse, una parte di lei si era fusa con quei fiori splendidi.
Ti amo., sussurrò. Quei lunghi, dolci mesi gli avevano dato la possibilità di conoscere profondamente Rachel.
Aveva potuto osservare i suoi vezzi, le sue virtù e i suoi difetti, che contribuivano a costruire lo splendore della sua persona.
E si era accorto di essersi innamorato di lei.
Ella, per lui, era la compagna con cui proseguire sull’erto cammino dell’esistenza.
Hai ricambiato il mio amore, Rachel. E guarda cosa è successo. – mormorò. Poco dopo una festa di paese, si erano ritrovati soli nella stanza di lei.
Egli sentiva il cuore martellargli le costole, quasi volesse frantumargliele, ma le aveva stretto le mani nelle proprie.
Nessuna parola era risuonata in quel silenzio. Entrambi, quasi d’istinto, avvertivano la brama della quiete.
Ne erano certi, qualsiasi frase avrebbe rotto la magia di quel momento.
Pochi istanti dopo, le loro labbra si erano unite in un bacio ardente, che si era trasformato in un amplesso.
Rachel si era abbandonata alle sue mani e alle sue labbra e aveva goduto tra le sue braccia.
Ricordava il suo splendido viso, lucido di sudore, su cui risplendevano gli occhi ambrati, scintillanti di godimento.
In quegli istanti, si era sentito invaso da una voluttà sconosciuta, ben lontana dal piacere effimero da lui conosciuto tempo prima con donne e uomini.
L’amore e il godimento si erano uniti in una ineffabile armonia e una indicibile felicità si era impadronita del suo cuore.
Sospirò. Tanti sogni, in quei lunghi mesi, si erano plasmati nella sua mente, solitamente concreta.
Voleva invecchiare e morire con lei e vedere crescere suo fratello.
Ma non si sarebbero mai potuti concretizzare, a causa della crudeltà della guerra.
Guardò i fiori e scosse la testa, amareggiato. Quelle stupende creazioni della natura davano riposo al suo spirito sofferente, malgrado il tempo trascorso dal termine del conflitto, ma acuivano la sua pena.
Nella loro fragile bellezza, racchiudevano quell’amore da lui provato, che non era svanito, nonostante la tragica fine di lei.
E rinvigorivano i suoi rimpianti e il suo senso di colpa.
Se fosse rimasto con loro, si sarebbero salvati?

   
 
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