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Autore: Allen Glassred    22/07/2021    1 recensioni
Ivy è una giovane ragazza, figlia di due Hunters molto famosi. Dopo il brutale assassinio dei suoi genitori da parte di Vanitas, il così detto re bambino e sovrano di Veritas, la ragazza vive insieme al fratello Garry, ed entrambi hanno un solo scopo: trovare ed uccidere l'assassino dei genitori. Ma cosa succederà quando Ivy si troverà faccia a faccia con il re dei vampiri, ora ventenne è più spietato di prima? Quale tremenda verità emergerà dal loro incontro? E cosa succederà in seguito? Ragione o sentimento, cosa seguirà la bella cacciatrice? Vi ho incuriositi? Allora leggete la mia storia, e scoprirete tutto quanto.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La diciottesima Luna '
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Veritas, diversi anni prima.

 

La luna blu è sorta in cielo da un pezzo. Un bimbo di circa sette anni sta piangendo: ha sentito cosa suo padre sia intenzionato a fare, ma lui non è affatto d’accordo. “ Lasciatemi! Lasciatemi stare! “. Continua a protestare, mentre alcuni fedelissimi di colui che gli sta di fronte lo tengono fermo. “ Io vi ammazzo! Giuro che vi ucciderò! “. Continua a gridare il bambino, i cui occhi si tingono per un momento del riflesso blu della luna che, incontrastata, domina i cieli del regno. “ Vi ucciderò se oserete fare una cosa simile… giuro che lo farò… “. Ripete mentre continua a piangere, mentre un uomo lo guarda gelidamente.

 

“ Smettila subito! “. Ordina, mentre di riflesso il piccolo lo guarda con ira, un’ira che sostituisce per un attimo la paura di ciò che potrebbe accadergli in quella notte di luna blu.

 

“ Non voglio! “. Grida, mentre alcuni fedelissimi del re lo tengono fermo di fronte alla bara di qualcuno di ancora misterioso. “ Non lo voglio fare! “. Continua a gridare il bambino dalla chioma corvina, ma l’uomo lo afferra malamente per i capelli per poi prendere parola di lì a poco con un tono decisamente alterato: la resistenza del bambino lo sta mandando fuori dai gangheri e non poco, ma ci penserà lui a farlo calmare pensa, ci penserà lui con le buone o con le cattive a fargli accettare l’inevitabile sorte che lo attende.

 

“ Credi davvero che, arrivati a questo punto mi interessi ciò che vuoi tu? Ho aspettato così tanto tempo per poter porre fine a questa storia, non saranno certo i capricci di un bimbo infantile a fermarmi o farmi desistere: non ho paura di far del male al sangue del mio sangue, se servisse a realizzare il mio grande obiettivo “. Continua, mentre un riflesso blu passa nei suoi occhi. Mosso a pietà ed allo stesso tempo sconvolto da quelle parole, uno degli uomini che tiene fermo il bambino osserva il suo signore per poi prendere parola di lì a poco.

 

“ Lord Kaname, se permettere...”. Ma al solo sentirlo parlare e con il solo sguardo, l’altro lo fa volare contro la parete che si disintegra parzialmente, sotto lo sguardo spaventato di tutti gli altri che, seppur tremando ed alcuni riluttanti tengono fermo il bambino.

 

“ No, non permetto “. Sibila solamente il Re di Veritas, mostrando le zanne affilate all’altro uomo, che spaventato non può fare a meno di tornare alla propria postazione. “ Ed ora lurido servo che non sei altro, torna alla tua postazione se non vuoi che ti dilani con queste stesse zanne! Muoviti! “. Gli ordina, mentre l’altro corre terrorizzato alla sua postazione.

 

“ Perdonatemi, Principe… “. Sussurra, mentre un giovanissimo Vanitas lo guarda chiedendogli aiuto.

 

“ Aiutami, ti prego… “. Sibila, mentre inizia istintivamente a tremare come una foglia malgrado nella sala ci sia quasi un calore anomalo. “ Non voglio… non voglio diventare il tramite di quell’uomo! “. Fa, agitandosi nuovamente mentre suo padre stringe maggiormente la presa sui suoi bellissimi capelli corvini, guardandolo intensamente ed avvicinando il viso al suo.

 

“ Ascoltami bene, ragazzino: questo è l’unico modo! L’unico modo che ho per portare a termine il mio obiettivo, per ciò che ti piaccia o no, sarai tu il tramite per l’anima di Vanitas Lunettes! È imperativo per il mio scopo finale, che quell’uomo torni tra noi, ma non posso rimettere l’anima nel suo corpo: occorre un discendente diretto, e chi meglio del nipote che ha ereditato il suo nome e la sua maledizione? “. Fa enigmatico, mentre Vanitas non capisce il senso di quelle parole, sa solamente che ha un’improvvisa paura mista a collera: suo padre è un mostro disposto a sacrificare suo figlio, il sangue del suo sangue, per arrivare a chissà quale misterioso obiettivo. Un obiettivo che implica la rinascita di suo nonno Vanitas tramite lui. Il più piccolo porta lo sguardo verso la luna blu, non riuscendo a smettere di piangere: vorrebbe combattere, vorrebbe reagire. Ma come può fare? È suo padre a detenere il potere del Re e quello della luna blu, lui non può nulla. In oltre i suoi polsi sono legati dietro la schiena, non ha modo di liberarsi e di tentare una difesa: è completamente alla mercè di Kaname, e questo lo manda decisamente su tutte le furie. Una lacrima furtiva scende dai suoi bellissimi occhi, così uguali a quelli di quell’uomo e, soprattutto, a quelli dell’uomo nel ritratto appeso alla parete. Quello sguardo di cui anche suo padre si accorge: è lo stesso del suocero, per lui guardare suo figlio è come rivedere redivivo Vanitas Lunettes. Ma nonostante questo… no. No, pensa: non deve pensare ad altro che a quello che deve fare, non deve fare altro che pensare alla sua missione ed annullare qualsiasi altro sentimento possa provare. Invece suo figlio non riesce a calmarsi: è terrorizzato anche se non vorrebbe darlo a vedere. Perché suo padre lo ha portato nella stanza dove c’è la bara di suo nonno ed il suo ritratto? E dov’è sua madre? Perché non è lì con lui e non ferma Kaname, prima che gli faccia qualsiasi cosa?

 

“ Madre… “. Mormora, continuando a piangere e pensando alla sola ed unica persona che lo potrebbe aiutare, alla sola ed unica persona che in quel palazzo lo abbia amato dato che, lo sa, dal suo stesso padre non ha mai avuto vero amore o affetto: Re Kaname è sempre stato freddo e distaccato con lui, ed ora capisce perché: si stava preparando a sacrificarlo. Invece sua madre è stata sempre diversa: lo ha amato sin dal primo giorno in cui è nato, lo ha amato e protetto e lui ama lei più della sua stessa vita: per Luna sarebbe disposto a morire senza rimpianti, pensa il piccolo. Ma morire così? Per mano di suo padre? No: no, non lo potrà mai accettare.

 

“ Non pensare che non ti abbia mai amato… “. Mormora ad un certo punto il Re, in un briciolo di umanità e guardando intensamente il figlio. “ … prima farò ciò che devo fare, poi ti raggiungerò anche io “. Questa frase tuttavia, solo il bambino riesce a sentirla ma non ne capisce il senso. “ O forse chissà, tu ti salverai e sarò solo io a… “. Prende una pausa, non finisce la frase se non di lì a poco. “ Ti amo così tanto che sarò io stesso a compiere questo estremo sacrificio “. Conclude poi, mostrando le zanne affilate al bambino che di riflesso inizia a tremare, spaventato e senza poter reagire: il potere della luna blu lo sta letteralmente immobilizzando. Improvvisamente avverte il gelo di due mani che afferrano le sue spalle, mentre uno spirito nero dagli occhi blu incandescente si manifesta dietro di lui.

 

Nello stesso istante la Regina Luna è chiusa nelle sue stanze, con lei una bella bimba di circa tre anni ed un neonato. La donna cerca a fatica di trattenersi: gli effetti della Luna blu stanno iniziando a farsi sentire su di lei, malgrado abbia imparato da anni a dominare i propri impulsi talvolta le risulta difficile. Specie in certe notti, quando la luna blu è molto luminosa e la sua luce è così forte ed intensa. La donna ansima pesantemente mentre stringe tra le mani il vaso che ha preso solo poco prima: la gola le brucia, lei è accaldata e fatica a trattenere gli impulsi e l’aggressività. Proprio come il figlio Vanitas, pensa: il suo bambino, il suo primogenito è quello che le assomiglia più di tutti, forse pensa, è per questo che hanno creato un legame così forte: certamente, ama alla follia anche gli altri suoi figli ma con Vanitas è stato tutto diverso: sin da quando è nato ha avvertito un potente legame con lui, lo ha protetto ed amato con tutta sé stessa, proteggendolo più che ha potuto dalla maledizione del Re Pazzo, che sapeva si sarebbe manifestata, prima o dopo. E tutt’ora ne è spaventata: un giorno pensa, il suo bambino dovrà affrontare la maledizione del Re pazzo, allora cosa succederà? Come potrà lei proteggerlo, se…? Il filo dei suoi pensieri viene bruscamente interrotto: no, pensa. No, non deve pensare a queste cose o potrebbe turbare anche gli altri due figli. Improvvisamente tuttavia, alla donna cade un vaso: l’acqua si riversa a terra mentre, chinandosi per raccogliere i cocci la regina finisce per ferirsi al dito. I suoi occhi si tingono di un blu intenso, cercando a stento di trattenere l’istinto irrefrenabile di bere il suo stesso sangue. Afferra una bambola che si trovava sul tavolino, piantando nel collo di essa le zanne affilate e cercando di quietarsi. Senza che se ne accorga, la piccola dalla lunga chioma corvina le si avvicina, prendendole dolcemente la mano nelle proprie mentre, stranita, la madre la osserva con le zanne ancora affondate nel collo della bambola: ma che le prende, si chiede? Come mai è così nervosa, da non riuscire a controllarsi si chiede? La voce della figlia interrompe i suoi pensieri, riportandola alla realtà. “ Madre, vi siete fatta la bua? “. Chiede innocentemente, per poi proseguire di lì a poco. “ Perchè fate la bua a Coco? È forse stata cattiva? “. Chiede, notando come la madre abbia ancora le affilate zanne affondate nel collo della bambola. La bimba la osserva curiosa, mentre a quella frase la figlia di Vanitas ed Ivonne la osserva a sua volta per qualche, interminabile istante. Il neonato nella culla inizia a piangere: il suo pianto riscuote violentemente la donna dalla lunga chioma bionda e, dopo aver estratto le zanne dal collo di Coco ed averla gettata sul letto, la regina prende tra le braccia colei che è la sua secondogenita: Ivy Hikari.

 

“ Tranquilla, piccola mia. Tranquilla, la mamma sta bene… “. Mormora, baciandole la fronte e stringendola forte a sé mentre la piccola avverte il suo turbamento, in base allo scorrere del suo sangue. La madre le porta una mano dietro il capo, stringendola forte a sé come avesse paura di perderla mentre le porta il capo vicino al suo collo, come fa sempre d’altronde. Per questo la bimba dalla chioma corvina non si stupisce di quel gesto, mentre la bionda riprende parola. “ Andiamo a vedere il fratellino? Sta piangendo, forse si sente solo… “. Sussurra, mentre Ivy annuisce. La regina si alza da terra, poi va a prendere tra le braccia il piccolo cullandolo e cercando di farlo quietare, mentre la figlia si aggrappa alla sua gonna. “ Shhh… tranquillo amore, sta tranquillo. Non piangere più “. Sussurra, mentre i suoi occhi osservano la luna blu. “ Vanitas, Vincent, Ivy… la mamma vi proteggerà a qualsiasi prezzo. A qualsiasi prezzo “. Precisa, senza ancora sapere cosa il marito stia per fare al suo primogenito e, di fatto, domandandosi che fine abbia fatto dato che, solitamente, è sempre accanto a lei e non la abbandona mai. Ritiene sia altamente improbabile sia con suo padre: non ha mai avuto un bel rapporto con lui, ha sempre preferito rimanere affianco a lei e, da quando è nata Ivy è sempre rimasto accanto alla sorellina per proteggerla, sapendo che un giorno sarebbe stata la sua sposa. Allora pensa, perché adesso non è lì con loro? Rimane un po' perplessa, domandandosi cosa stia succedendo in quella notte di luna blu: i suoi istinti si sono quietati un po', eppure ha un presentimento nefasto a cui non riesce a dare un nome ma che, ha capito, riguarda il suo Vanitas. Ma forse, qualcuno sta per andare ad avvertirla: un uomo dalla chioma arancione che, di nascosto, ha assistito a quanto è successo nell’altra sala e, intuendo le intenzioni del Re decide che è per lui tempo di intervenire per la salvezza del suo amato principe.

 

In un regno che, a quanto sembra non è Veritas, il cielo è illuminato dalla luce lunare.

 

Un uomo vestito di nero entra nell’immensa sala del trono, dalla cui vetrata la sovrana del cielo è ora ben visibile. L’uomo si ferma ad una certa distanza dal trono, inchinandosi rispettoso malgrado, di fatto, la sala sia totalmente oscura e non faccia presagire la presenza di altre persone. Porta una mano accanto al cuore e chiude gli occhi, togliendo il cappello e prendendo parola di lì a poco. “ Mio signore “. Sussurra mentre, a quella frase un essere totalmente in ombra si manifesta: da quella sagoma si può solamente intuire che abbia dei lunghi capelli e che sia seduto sul trono. L’altro capisce di avere l’attenzione di colui che ha definito il suo signore, così prosegue la frase di lì a poco. “ Sono di ritorno da Veritas, il dominio del clan della Luna Blu “. Sentenzia, mentre l’altro rimane in silenzio ma, nonostante ciò l’uomo sente chiaramente il suo sguardo su di sé. “ A quanto sembra c’è una guerra in corso tra i due eredi al trono, senza contare la presenza dei ribelli di cui il minore è il capo. A quanto sembra, re Vanitas ha un bel po' di grattacapi da risolvere “. Ammette, mentre la luna inizia lentamente ad assumere un colore differente. Il misterioso ascoltatore ghigna malignamente e, in seguito prende parola.

 

“ Ma bene: anche senza il nostro intervento, quel folle si sta mettendo nei guai da solo “. Fa semplicemente, mentre l’uomo lo osserva e, nel solo sentirlo parlare avverte il suo immenso potere e non può fare a meno di tremare. “ Ho fatto bene ad ascoltare te e quell’uomo, quando mi avete detto di non intervenire: colpiremo quando gli Hikari si saranno indeboliti. Lasciamo che si distruggano tra loro, ci renderanno il compito molto più semplice “. Finalmente la luna assume un intenso colore rosso, illuminando parzialmente il viso di quel giovane dagli occhi di ghiaccio, i quali si tingono di scarlatto nel giro di poco.

 

“ Siete sicuro che funzionerà? Potrebbe rivelarsi controproducente, far scontrare nuovamente i due clan. In oltre, pensateci: se gli Hikari andassero a chiedere aiuto agli altri Clan? Come la Luna Argento o la Luna Viola… “. Ma il più giovane si alza dal proprio trono: il suo lungo mantello ha su di sé uno stemma, il colore scarlatto di esso ricorda inevitabilmente la luna che, improvvisamente, giunge al culmine del suo splendore.

 

“ No! “. Fa semplicemente il giovane dalla chioma corvina, avvicinandosi alla finestra e guardando fuori da essa con il solo occhio rimasto scoperto, dato che l’altro è coperto dalla frangia dei suoi lunghi capelli. “ Strauss e Castiel, i re dei clan della luna argento e della luna viola, non sono più un problema e lo sai. Per quanto riguarda invece il clan della luna blu… “. Sussurra, mentre nei suoi occhi il bagliore rosso inizia a farsi notare. “ Nessuno si aspetterebbe una nostra mossa e credimi, sarà allora che faremo cadere Veritas sotto il nostro dominio: quando meno se lo aspettano, quando già saranno indeboliti, sarà allora che noi sferreremo il nostro attacco finale ed avremo la nostra vendetta e quel regno: cadrà irrimediabilmente sotto il nostro dominio “. Sentenzia risoluto, mentre il suo occhio si accende di un rosso incandescente. “ Il dominio dei Baskerville, il clan della Luna Rossa “. Sibila, prima che la finestra vada in frantumi a causa delle sole vibrazioni del suo immenso potere. Colui che senza ombra di dubbio è il suo maggiordomo lo osserva, non potendo fare a meno di rabbrividire un po': sarà meglio che non insista, non è il caso di far infuriare il suo Re o ne è certo, di lui non rimarrebbe che polvere. “ Pagheranno per quello che è successo anni fa. Pagheranno ogni cosa “. Conclude in fine il giovane re, mentre l’uomo lo osserva un momento.

 

“ Lord Ace… “. Sussurra, mentre osserva distrattamente una vecchissima ed ormai logorata foto.

 

“ Ora siediti, Sam: siediti e goditi questa bella luna rossa “. Ghigna il giovane re, per poi andare nuovamente a sedersi sul trono e, inevitabilmente, notando l’espressione turbata del suo maggiordomo. “ E gioisci: pregusta il momento in cui, finalmente, Veritas cadrà sotto il dominio di Sabrie una volta per tutte “. Commenta poi, mentre l’altro non può fare a meno di osservarlo, preoccupato.

 

“ Oh, mio signore: spero solo che abbiate ragione. Lo spero davvero… “. Mormora, mentre una folata di vento gelido entra dalla finestra disintegrata, così come i raggi della luna rossa che, lentamente, illumina la sala con la sua intensa luce.

 

“ Io ho sempre ragione, Sam. Io ho sempre ragione “. Fa con un ghigno malefico il giovane vampiro, per poi proseguire la frase. “ Lo abbiamo già fatto con gli altri due regni, non sarà diverso per Veritas. Dobbiamo solamente essere pazienti ed attendere che siano loro a distruggersi da soli, poi toccherà a noi intervenire “. Fa con un ghigno crudele, mentre il maggiordomo annuisce mestamente ricordando di come, tempo addietro, il suo Re abbia attaccato il clan della luna argento e quello della luna viola, approfittando della loro debolezza ed affondando il colpo letale, mandando in rovina i due regni e facendoli cadere sotto il dominio della Luna Rossa, forte della debolezza dei Re.

 

“ Spero davvero che abbiate ragione: abbiamo perso già parecchie forze negli scontri con la Luna Argento e la Luna Viola, non vorrei che… “. Ma a tutte quelle reticenze, il giovane Re si infuria: i suoi occhi si tingono di un rosso incandescente mentre, in un istante la finestra va in frantumi ed i vetri colpiscono e feriscono il viso di Sam, senza naturalmente provocare gravi conseguenze.

 

“ Ti ho detto che andrà tutto bene! Ora, siediti e chiudi quella bocca: ho bisogno di pensare e di concentrarmi, ma con i tuoi continui piagnistei non ce la farò mai “. Sussurra e, a quella frase al maggiordomo non resta che obbedire e mettersi seduto, in silenzio seppur le sue perplessità non siano cessate.

 

A Villa Veghner intanto, Jeanne è sola in corridoio: sospira pesantemente e non può fare a meno di ripensare agli ultimi eventi. In oltre le sembra strano, ma proprio in quello stesso corridoio avverte l’odore del sangue di Dominique e di quello di Mina. “ Ma che è successo qui dentro? “. Chiede più a sé stessa la giovane principessa, chinandosi e trovando così una traccia di sangue. Sta per raccoglierlo per poter percepire di chi sia, quando dei passi la fanno desistere.

 

“ Jeanne “. La chiama, mentre la donna si mette in piedi per poi sorprendersi: l’ultima persona che si sarebbe aspettata avrebbe fatto la sua comparsa è quella donna.

 

“ Mina? “. Chiede, notando la cacciatrice di fronte a lei: la ragazza indossa un semplice abito blu ed osserva la bella principessa, che non può fare a meno di ricambiare sorpresa quello sguardo. “ Cosa ci fai qui? Credevo fossi con tuo marito “. Fa semplicemente la bionda, mascherando la propria amarezza ed un pizzico di acidità tipico di tutti i membri della sua famiglia. A quella frase tuttavia, la cacciatrice scuote il capo per poi avvicinarsi lievemente.

 

“ Lui ti ama, Jeanne. Ti ama più di chiunque altro al mondo: lo sai tu e lo so io, questo matrimonio è stato solo e puramente di convenienza, per il bene delle nostre casate e per nascondere… “. Esita un momento, per poi in fine prendere coraggio e parlando apertamente. “ Per nascondere la mia situazione “. Fa, mentre la bionda porta istintivamente lo sguardo sulle zanne di lei.

 

“ Ho notato come mi ama: talmente tanto da non esitare a sposare un’altra donna, malgrado le sue promesse “. Sussurra la Principessa, ancora evidentemente amareggiata. In seguito sospira pesantemente, per poi riprendere parola di lì a poco. “ Dominique non si è certo risparmiato, vedo: arrivare a mordere una cacciatrice… “. Mormora solamente la sorellastra di Vanitas, mentre a quella frase Mina non può fare a meno di deglutire un paio di volte.

 

“ E tu stai per sposarlo: sei convinta delle tue decisioni? “. Chiede ad un certo punto la mora, spiazzando letteralmente l’altra che, di certo, non si aspettava preoccupazione da parte di Mina verso la sua persona, considerando come stanno le cose tra loro e che è solo a causa sua che suo marito non potrà mai amarla.

 

“ Mi sorprendono queste tue parole, cacciatrice… “. Fa, ma la donna dalla chioma ebano la osserva risoluta per poi interromperla.

 

“ Mina. Il mio nome è Mina, non cacciatrice “. Fa, ricordando come solo Dominique avesse usato quell’aggettivo per chiamarla e di come la cosa la disturbasse. A quella risolutezza, a quello sguardo persino Jeanne rimane colpita: deve dargliene atto, Mina è molto più coraggiosa e forte di quanto voglia far vedere e questo è sempre stato un pregio che ha ammirato nelle persone che lo possiedono, umani o vampiri che fossero: la forza di volontà e la risolutezza, anche di fronte alle avversità.

 

“ Hai ragione, scusami. Ma i fatti rimangono: mi hai sorpresa con le tue parole, credevo che mi odiassi “. Fa semplicemente la Principessa, ma a quella frase l’altra scuote il capo per poi prendere parola.

 

“ Non ti odio, Jeanne: sapevo anche prima delle nozze che il cuore di Garry apparteneva… appartiene a te e sempre ti apparterrà. Quindi ti prego, rifletti sulla tua decisione: sei ancora in tempo a salvarti “. Fa, mentre la giovane Hikari fiuta dall’odore del sangue di Mina che c’è un altro sentimento in lei, un sentimento del quale forse, nemmeno la bella cacciatrice si è resa conto.


“ Avverto un odore ben specifico: una sensazione che forse, nemmeno tu sai di provare. Ma a me non può sfuggire “. Si avvicina di un passo all’altra donna, che rimane ferma nella sua posizione sapendo che non le farà del male. Jeanne arriva a pochi millimetri di distanza da Mina, per poi chinarsi lentamente ed odorando il suo collo, confondendo così la corvina.


“ Cosa…? “. Mormora semplicemente la giovane signora Perry, ma Jeanne le intima di stare zitta un istante, come stesse fiutando qualcosa ed avesse bisogno di concentrarsi per capire cosa sia.


“ Cos’è quest’aroma? È particolare… “. Sussurra sul collo di lei, che la guarda perplessa. “ Nelle tue vene scorre sangue Hikari e Lunettes… “. Commenta, ma a quella frase la ragazza sgrana gli occhi mentre l’altra prosegue. “ E no, non è a causa del fatto ce hai bevuto il sangue di Dominique. È come… “. Si blocca. Si alza nuovamente in posizione eretta, guardando intensamente l’altra fanciulla che, spaesata porta una mano al collo, come percepisse ancora il morso ricevuto diversi mesi prima da quel maledetto, bellissimo vampiro. Un momento, pensa: bellissimo? Lei lo odia, come può venirle in mente di definirlo bellissimo?

 

“ Non… non capisco cosa voglia dire con questo… “. Sussurra semplicemente Mina, mentre Jeanne rimane in silenzio qualche momento per poi, in seguito, riprendere il discorso di poco prima.

 

“ Avverto anche l’odore della gelosia: sai, ha un’essenza ben specifica, così come gli altri sentimenti: nessuno può nasconderla al fiuto di un vampiro “. Ammette, mentre Mina scuote il capo con enfasi.

 

“ Gelosa? No: te l’ho detto, sapevo di te e di Garry da… “. Ma la bionda le mette un dito sulle labbra per farla rimanere in silenzio, prendendo parola di lì a poco.

 

“ Non parlavo di Garry, ma di Dominique “. Rivela, mentre l’altra sgrana gli occhi sconvolta. “ Perchè avverto gelosia verso di lui? È forse questo il motivo per cui non vuoi che mi sposi? Tu… “. Rimane stupefatta la bionda, ma la corvina scuote il capo con enfasi ed indietreggia, quasi inciampando e cadendo a terra. È solo l’intervento provvidenziale di Jeanne, che la afferra prima che cada a terra e possa farsi male, ad impedirle un imbarazzante capitombolo.

 

“ Io odio quell’uomo con tutta me stessa, Jeanne! Come puoi solo pensare che possa provare altro, oltre al disprezzo che sento ogni volta che lo incontro? “. Chiede, mentre la sorellastra di Vanitas continua invece a percepire ben altre sensazioni provenire da Mina: certo c’è anche un odio profondo, ma non è la sola cosa che avverte. “ Lui mi ha morsa e resa quella che sono! È… è anche colpa sua se ho dovuto sposarmi con Garry, per far sì che le Grandi Casate mi accettino come Hunter malgrado la mia condizione. Dominique Lunettes Hikari mi ha rovinato la vita, quindi no: non sono gelosa. Ma sono preoccupata per te: se io conosco i tuoi sentimenti per Garry, anche lui finirà per scoprirli. Credi davvero che li accetterà senza protestare o fare nulla? “. Chiede, spiazzando Jeanne: certo pensa, Mina non ha poi tutti i torti. Cosa succederà se Dominique si accorgesse che ancora ama Garry? Cosa succederebbe non solo a lei, ma anche a Garry, Luca ed alla sua famiglia affidataria? La donna lascia libera Mina di muoversi, mentre la fanciulla non può fare a meno di osservarla attentamente per poi decidersi a prendere parola. “ Pensa bene alle mie parole, e soprattutto fatti questa domanda: una vita da amante sarebbe peggiore di una vita da schiava? “. Chiede, per poi avviarsi verso le sue stanze. Mentre Jeanne rimane interdetta a riflettere su quelle parole, la donna si ferma a metà strada dandole le spalle. “ Jeanne? “. La chiama, mentre lei alza lo sguardo che ha abbassato senza nemmeno rendersene conto. “ Grazie di tutto. Sai, anche se potrà suonare strano io ti ho sempre ammirata per la donna forte che sei, una donna che ha lottato per il suo amore e che continua a farlo. Ho imparato tanto da te “. Sorride lievemente, voltandosi a guardare l’altra per poi riavviarsi verso le sue stanze, lasciando una stupefatta Jeanne immobile, nel belmezzo del corridoio.

 

“ Anche io ti ammiro, Mina Veghner. Ti ammiro davvero tanto, anche se ammetto, se me lo chiedessero lo negherei “. Mormora la bionda, parlando ovviamente a sé stessa dato che, di fatto, è rimasta sola in corridoio e pronunciando quelle parole che mai riuscirà a dire apertamente alla rivale in amore, ma che come donna e cacciatrice, rispetta davvero molto.


Salve miei fans, come state? Ed eccomi con il capitolo 28, che ne dite? Abbiamo visto un altro flashback della terribile infanzia di Vanitas: perchè mai Kaname voleva usarlo per far rinascere Vanitas Lunettes? Cosa ci sarà dietro? Intanto vediamo quanto la Regina Luna fosse simile al figlio, anche per il fatto della bambola che in seguito, verrà tramandata da madre in figlio. Il clan della Luna Rossa si sta muovendo, ma per ora Re Ace decide di rimanere nell'ombra in attesa di potersi finalmente muovere ed assestare il colpo finale a Veritas. Intanto, Mina e Jeanne hanno un confronto, in cui scopriamo che le due donne nutrono un profondo rispetto l'una per l'altra ma in cui, a sorpresa, Jeanne avverte nella cacciatrice del sangue Hikari Lunettes. Perchè? Cosa mai nasconderanno i Veghner? Seguitemi e lo scoprirete!
   
 
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