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Autore: DanzaNelFuoco    22/07/2021    1 recensioni
Rin/Bon
COW-T #11: Labirinto
--- Sarebbe, avrebbe, dovrebbe. Fare il confronto con la normalità era da stupidi.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rin Okumura, Ryuji Suguro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COW-T (Sagra): Labirinto
851 parole 

Warnings: plot inesistente (e l'autrice ha visto solo l'anime). 
 

- Condizionale, ma non troppo - 
 

Doveva essere un lavoro semplice, che due Esorcisti appena abilitati sarebbero stati in grado di portare a termine da soli, per questo Bon aveva accettato di lavorare con Rin Okumura anche se era l'idea più idiota che Mephisto potesse avere, far lavorare una coppia di novellini insieme invece che appiopparli ciascuno ad un esorcista più esperto. 

Ma forse in fondo Mephisto lavorava davvero per l'altra parte - si stavano davvero fidando di un demone? Davvero? 

In ogni caso, siccome nessuno voleva lavorare con il figlio di Satana - nemmeno Yukio, l'altro figlio di Satana - Bon aveva sbuffato e con espressione scocciata aveva detto, "oh, quanti problemi! Ci lavoro io con Okumura". Fine della storia ed erano stati contenti tutti. E non doveva davvero saperlo nessuno della capriola che aveva fatto il suo stomaco quando il viso di Rin si era illuminato, le sue orecchie si erano drizzate e la sua coda aveva cominciato a guizzare nell'aria nemmeno fosse un cane alla vista del suo padrone - no, buono, Bon, che non è caso di fare questo tipo di pensieri. 

Così si erano trovati in quel parco giochi abbandonati a seguire una serie di spiritelli minori dentro un labirinto fatiscente. La paglia che costruiva gli ostacoli era umida, ammuffita dal tempo e mezza marcita. Sarebbe dovuto essere facile distruggere quelle pareti improvvisate, ma quando Bon aveva provato a spingere via quei covoni pressati insieme, quelli avevano opposto resistenza nemmeno fossero stati cemento e mattoni invece che blocchi leggeri soltanto impilati. 

"Lo sapevamo che era infestato, no?" si era stretto nelle spalle Rin prima di estrarre la spada e provare a farsi strada a colpi di lama. La paglia aveva preso fuoco, ma non aveva ceduto, non si era disintegrata. 

Rin aveva emesso un verso strozzato, di frustrazione e Bon aveva ghignato. 

"Lo sapevamo che era infestato, no?" gli aveva fatto il verso. 

Rin aveva rugliato qualcosa, troppo basso perché Bon potesse capire le parole, ma il senso era chiaro e l'umano avrebbe preso le proprie soddisfazioni da dove poteva. 

"C'è un solo modo per arrivare al centro, allora." 

"Percorrere il labirinto." 

Non sarebbe dovuto essere difficile - sarebbe, avrebbe, dovrebbe, dannazione a loro, quella non era una situazione normale e fare appello al confronto con la normalità era da stupidi. Il labirinto da fuori non era più grande di un quadrato di trenta metri per trenta. Una volta al suo interno però, Bon e Rin avevano camminato per ore, tracciando col gesso ogni bivio, ogni deviazione, ogni sentiero, eppure le scelte erano sempre nuove, le strade sempre diverse, sembravano moltiplicarsi sotto i loro occhi, come un caleidoscopio che ruotasse intorno al suo asse, cambiando attorno a loro mentre rimanevano fermi nello stesso punto. 

Bon aveva recitato un sutra, ma non era servito a nulla. 

Il centro sembrava sfuggire loro. 

"Moriremo qui dentro," aveva sospirato Rin con la sua solita aria melodrammatica e Bon avrebbe voluto alzare gli occhi al cielo, ma la verità era che il senso di inquietudine che l'aveva pervaso sin dal primo passo che avevano fatto all'interno di quel diventava più forte ad ogni metro che guadagnavano.

"Dannazione, sopravvivere a Satana, al Re Impuro, al Vaticano... tutto per crepare in uno schifoso labirinto infestato da uno stupido demone minore!" Rin sbottò e quasi cadde, scivolando sul terreno fangoso di paglia marcia impastata nella terra. 

Li avrebbe ammazzati quel pavimento prima della disidratazione, pensò Bon. Sarebbero scivolati e si sarebbero rotti l'osso del collo e... 

"Okumura, ti fidi di me?" 

"Uhmf," Rin aveva annuito con uno sbuffo, - che domanda idiota.

"Tira fuori la spada." 

"Perché, vuoi che provi a bruciare un'altro po' di paglia?" 

"Sì, qualcosa del genere." 

Anche se era stato inutile le sei volte precendenti che ci aveva provato, Rin estrasse la spada e cercò di tagliare le pareti di paglia. Inutilmente di nuovo. 

"Visto?" 

"Non metterla via." 

Bon gli aveva afferrato la mano, stringendola insieme all'elsa della spada sottostante e aveva cercato di ignorare l'ennesimo sfarfallio nello stomaco. Non era questo il momento dannazione a lui e dannazione all'espressione sorpresa sul volto dell'altro. 

"Ma che -?" Rin era arrossito, ma non aveva fatto per spostarsi. 

Bon che doveva essere della stessa gradazione di rosso, aveva guidato la spada verso il terreno conficcandogliela dentro. 

Con un grido che doveva davvero provenire da un altro mondo, la fanghiglia aveva preso fuoco, la paglia si era disintegrata in cenere e l'intero labirinto si era imploso sotto i loro occhi, lasciandoli a pochi passi dal punto dove si trovava ancora il cartello d'ingresso. Non si erano mai mossi dall'entrata. 

"Come lo sapevi?"  Rin lo aveva guardato con ammirazione e Bon era arrossito ancora di più. 

"Continuavamo a scivolare, se non erano le pareti e non potevamo raggiungere il centro..." 

"...doveva essere nel terreno." 

"Esatto." 

"Sei un genio!" 

Bon avrebbe dovuto mantenere il distacco, avrebbe dovuto rimanere lucido, avrebbe dovuto fare un passo indietro e lasciargli andare la mano. 

Sarebbe, avrebbe, dovrebbe. Fare il confronto con la normalità era da stupidi. 

Così Bon lo aveva baciato. 

"Pensavo non ti decidessi più." 

  
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