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Autore: ONLYKORINE    22/07/2021    1 recensioni
Doveva essere una storia dove, al posto dei capitoli, ci dovevano essere delle os autoconclusive, anche se la storia segue una trama comune. Stesse coppie, stesso contesto.
Dovevano essere 100 prompt per 100 capitoli, ma purtroppo solo per una decina di prompt sono riuscita a sviluppare le os. Dal decimo capitolo in poi, saranno capitoli normali. I miei personaggi hanno preso vita e non ne vogliono più sapere di seguirmi!
È il 2024 e sarà l'ultimo anno a Hogwarts per Albus e Scorpius. Lily non vede l'ora di levarseli dai piedi e godersi la sua libertà, finché non si rende conto che non è proprio quello che vuole, e se è una maledizione di famiglia, quella di innamorarsi dei migliori amici, forse, ne sarà colpita anche lei. E chi meglio di una migliore amica come Alice potrà assecondarla in tutte le sue strane idee?
ScorpiusxLily
AlbusxAlice
(non so bene dove mi porterà questa storia, ma per ora scrivo...)
Ah, altra cosa: per sbaglio mi sono immaginata Albus con gli occhiali... Beh, ora non riesco a immaginarlo diversamente quindi sappiate che li porterà! 😅
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Alice Paciock, Alice Paciock II, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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008.sigaretta

Quando la famiglia ti stupisce

008. Sigaretta – 018.Pigiama party – 048.Bambini

 

 

"Ciao, Lily."
Lily si voltò si soprassalto, spaventandosi al suono della voce del fratello. "Al, volevi farmi prendere un colpo?" Albus ridacchiò. "Dovresti crescere…" sentenziò la sorella, sbuffando rumorosamente.
"E se invece facessimo una cosa da bambini piccoli?" Lily alzò un sopracciglio.
"Tipo cosa, di preciso?"
Al sventolò una bustina di plastica con dentro una sigaretta di pergamena e disse: "Ti ricordi quando facevamo i pigiama party?"
Lily arricciò il naso. "Di solito li facevamo con i dolci, non con una, ripeto, una sigaretta. Sei diventato tirchio?"

 

Al rise e mostrò anche il sacchetto di Mielandia. Vide gli occhi di Lily illuminarsi: sapeva di aver pronunciato il giusto incantesimo. "E comunque…" disse, prima di guardarsi intorno per controllare che nessuno li sentisse. "Questa non è proprio una sigaretta…"
Lily si avvicinò, strappandogli dalle mani la bustina. "Al, per Godric, hai una canna?"
"L'ho sequestrata, a dir la verità."
"Sei proprio un Serpeverde!" tentò di offenderlo la sorella, ma Al non ci cascò.
"Sì o no?"

 

Lily aprì la busta di plastica e annusò il contenuto: mmm così odorava in quel modo, quella roba? "Chi viene?" chiese.
Al alzò le spalle. "Io e te" disse.
"Solo io e te? Cos'è, uno scherzo?" Lily si guardò intorno, cercando di capire se ci fosse qualcuno dei Serpeverde nascosto e pronto a saltare fuori all'improvviso per combinarle qualcosa.
"No…" Al sembrava quasi a disagio: dondolava il peso da un piede all'altro. "È tanto che non passiamo una serata da fratelli… Io… ho paura di averti trascurato e… volevo farmi perdonare".
Lily gli sbatté sul petto la bustina. "Ah, ah, bello scherzo davvero. Chi sei? Gira ancora della polisucco, qui in giro, eh?"

 

"No, Lily, sono io davvero" disse Albus, trattenendola per un braccio quando tentò di andarsene.
"Mmm, per me sei quel troll di Growich…" Lily si girò verso di lui e gli tornò vicino, con la fronte corrugata, come se potesse scovare in lui qualche difetto. "Però gli occhiali sembrano proprio quelli di Albus… Te li ha dati lui?"
"Lily… ti ho detto che sono io, sono Al…"
"Aha, aha. Ok…" Albus capì che stava facendo finta di credergli. "E perché mi stai invitando a un pigiama party, solo io e te? Non ti sembra… incestuoso, Al?"
"Per Salazar, Lily! E io che credevo di essere stato io lo stronzo con te, negli ultimi tempi! Non ti ho neanche chiesto del molliccio e mi sono sentito in colpa…"
"Il molliccio? Sei Scorpius? È il tuo modo per chiedermi spiegazioni per quello che hai visto?" Come? Che cosa?
"Scorpius ha visto il tuo molliccio?" Lily non disse niente, guardandosi intorno, ma non tentò più di chiedergli se fosse il suo migliore amico. Ma a lui era rimasto il pensiero: in cosa si era trasformato il suo molliccio? Era come diceva Alice? "Lily… in cosa si è trasformato il tuo moliccio?"

 

Lily guardò Al, ma non era ancora convinta: e se fosse stato uno scherzo davvero? E se… "Non mi conosci, Albus? Sono tua sorella, secondo te in cosa si è trasformato?"
"Qualcosa mi dice che non si è trasformato in ragni e serpenti…" rispose lui, sospirando. Quella era una frase di Alice!
"Alice?" chiese, tentennando. Perché la sua migliore amica dovrebbe farle uno scherzo tanto crudele? "Non puoi essere Alice! A meno che… Per Grodric, Alice non ce l'avrai ancora con me perché ho tentato di farti mettere con mio fratello, vero?"

 

Cosa? Albus aveva drizzato le orecchie e anche la schiena. Cosa aveva fatto Lily? "Hai tentato di far mettere Alice con James?" Ma Lily gli rise in faccia.
"Sei Alice! Altrimenti come avresti fatto a sapere che era James?"
"Perché l'altro fratello sono io, Lily!"
"Sì, come no…" Il tono denigratorio di sua sorella gli fece perdere le staffe.
"Smettila, Lillynilly!" Albus aveva gridato.
"Merlino, non chiamarmi così, Al!" Sua sorella lo prese per un braccio e lo trascinò per una rampa di scale. Quando arrivarono al settimo piano passò davanti al muro tre volte e la porta della stanza delle necessità apparve.

 

Lily spinse la porta e Albus al tempo stesso. Quando furono dentro, suo fratello si guardò intorno: era una stanza dei giochi. Come quelli dei bambini.
"Embhé?" chiese Albus, guardandosi intorno.
"Sei Al" disse. Non era una domanda. Quel nomignolo oltraggioso lo conosceva solo lui.
"Oh, non ti sfugge niente…" disse lui, ironico. Ora che aveva capito che lei si era convinta, iniziò a girare per la stanza. "Oh, bolle di sapone… Ti ricordi quando le facevamo grandissime?"

 

Al tirò fuori la bacchetta e iniziò a muoverla in modo circolare contro la ciotola di acqua profumata posata su un tavolino: era uguale a quella che loro avevano a casa e che sua madre riempiva di magia e sapone. Sussurrò l'incantesimo e una grossa bolla iniziò a formarsi dalla superficie dell'acqua. Divenne sempre più grande, prima come un limone, poi come un'anguria, quando si ingrandì ancora scoppiò prima di diventare grande quanto un anello della porta di Quidditch. "No!" esclamò, sorridendo.
Anche Lily si avvicinò e fece la stessa cosa, ma la sua non raggiunse la grandezza di quella appena scoppiata, così sbuffò e ci riprovò.
"È una cosa che mi piace di te" confidò lui.
"Cosa? Che io non riesca mai a fare le bolle di sapone grosse come le tue?"
"Che tu non ti faccia mai scoraggiare. Vorrei essere come te."

 

Lily si girò alle parole del fratello e lui fece scoppiare la sua bolla con la bacchetta. "Non lo sapevo".
Al alzò le spalle. "Non te l'ho mai detto".
"E perché non me lo hai mai detto?"
Lui alzò ancora le spalle. "Perché sono un cattivo fratello?"
Lily rise arricciando il naso. "Naaa… Non è vero. Sei il mio fratellone" disse e gli diede una gomitata.

 

"Scusa". La voce di Al si sentì a malapena alle sue orecchie.
"Per cosa?" Lily si guardò intorno e si avvicinò a una casa delle bambole. "Per aver segato la testa alle mie bambole quando ero piccola?" Prese una bambolina seduta su un divano e la mise in piedi sulle scale, per poi spingerla giù con la bacchetta.
"Quello lo facevamo insieme, però."
"Vero. Non facciamo più niente insieme" mormorò lei e Al capì che ne era dispiaciuta.
"Adesso siamo qui" disse. "Vuoi giocare insieme a me?" Al prese una racchetta da Ping Pong e cercò la pallina.
"E se ci fumassimo la canna? Voglio proprio scoprire cosa si prova."
Al sorrise e annuì: gliela aveva offerta perché voleva che la sua prima volta fosse con qualcuno che non avesse secondi fini con lei. Prese la bustina che si era messo in tasca e insieme si sedettero su un divano che comparve in uno schioppo.

 

***

"Così Scorpius ha visto il tuo molliccio? Sono quasi geloso."
Lily guardò in alto e il soffitto le sembrò strano: era colpa della stanza delle necessità o della canna? "Eri uno dei miei mollicci, puoi smetterla di essere geloso" gli confidò.
"Davvero?" La voce di Al le sembrò altissima.
Annuì, alzando le spalle. "Sai, pensavo che sarebbero davvero comparsi ragni o cose così. Una mummia o un ladro o un'assurdità del genere. Ma poi Alice mi ha detto che…"
"I mollicci non si trasformano solo in ragni e serpenti. Già, lo ha detto anche a me."

 

Albus era indeciso se chiederle perché il molliccio avesse preso le sue sembianze o chiederle qualcosa di quello di Alice. Per fortuna fu sua sorella a scegliere. "In te, nella mamma, nel papà… oddio, nonna Molly… in tutti voi si è trasformato…" Lily sembrava sull'orlo delle lacrime. "Sono stata così stupida… giuro, sono stata arrogante, pensavo di non aver paura di niente. L'ho sfidato e lui mi ha terrorizzato…"
"Ma perché?" Lily alzò le spalle alla sua domanda.
"Mi dicevate cose brutte, che non ero degna di far parte della famiglia, che avreste preferito che fossi diversa, che…" La voce le mancò e Al le circondò le spalle con il braccio.
"Sei la mia sorellina. E mi piaci così come sei. Sono contento che tu ci sia, anche se non te lo dico mai."
"Quando ero piccola mi hai detto che sono stata adottata, ricordi? Mi hai detto che ero figlia di babbani e che probabilmente non avrei mai fatto una magia…" Al iniziò a ridere. Lily lo guardò malissimo, ma poi rise anche lei. "Eri proprio un troll…"
"Ma dai! James lo aveva detto a me, dovevo dirtelo per forza, altrimenti che fratello maggiore sarei?" Albus rise ancora e Lily gli diede una gomitata sul fianco, ma lui rise ancora di più. "Se tuo fratello maggiore non ti ha mai detto che sei stata adottata non hai avuto un'infanzia, Lily!" La ragazza sbuffò un po', ma non riuscì a non ridere.
"Uffa…"

 

"Anche gli altri la pensano come me" disse Al, dopo un po'. "Nessuno ti vorrebbe diversa".
"Dici davvero?" chiese, un po' intimorita. Non aveva mai detto a nessuno le sue paure. "A te non fa pressione essere figlio di mamma e papà? Di non essere… alla loro altezza?"
"Un po', forse. Ma non troppo. Cerco di non pensare a loro per quello che hanno fatto, ma cerco di vederli solo come mamma e papà. Mi piacciono come genitori, sai?"
"Sì, anche a me. Adoro la mamma quando mi porta in camera una fetta di torta perché ho avuto una brutta giornata e quando papà torna stanco dal ministero ma fa finta di interessarsi a me e mi chiede come sto: è gentile."
"Papà non è gentile, Lily. A lui interessi davvero."
Lily sentì le lacrime premerle sugli occhi, ma non voleva piangere. Voleva crederci, era bello. "E a te?" chiese, con una vocina piccola piccola.

 

Albus fece una smorfia strana con la bocca. Lo fece apposta così che lei potesse vederla e potesse capire che la stava prendendo in giro. "Smettila!" esclamò sua sorella, dandogli una manata su un braccio.
"Anche a me interessi, e anche a James."
"In cosa si trasformerebbe il tuo molliccio?" gli chiese Lily dopo un po'.
"In ragni e serpenti?" rispose lui, con una smorfia.
"Ti piacerebbe!"
"Sì. Sembra che la paura di qualcosa di concreto sia molto più facile da combattere. Penso di aver paura che a qualcuno succedesse qualcosa di brutto a causa mia."
"Tipo?"
Albus si guardò le scarpe e poi si allungò a prendere il sacchetto di dolci sul tavolino accanto al divano. "Vuoi?" le chiese, ma lei non si fece ingannare: era sua sorella, la figlia dei suoi genitori.
"Tipo cosa, Al?"
"Non ho mai visto un molliccio. Ma la volta in cui mi sono spaventato di più è stata quando ti ho legato al lenzuolo del mio letto e ti ho lanciato dalla finestra. Te lo ricordi?"

 

Lily scosse il capo. Non si ricordava. "E cos'è successo?"
Albus divenne rosso, imbarazzato e vergognoso. Prese un rospo alla menta dal sacchetto, lo scartò e lo mangiò. "Tu avevi tre, forse quattro anni. 'Voglio volare, voglio volare!' dicevi. E io ero curioso, avevo visto una locandina, sai quelle immagini ferme dei babbani?" Lily annuì e lui continuò. "C'era un uomo con un grosso pallone di stoffa legato alle spalle. Zia Herm ci spiegò che i babbani lo usavano, perché loro non potevano volare. 'Paracadute' disse". Lily strinse un po' gli occhi: no, quella storia non se la ricordava proprio. Para… che?
"Così ti dissi: 'vuoi provare a volare?' e tu, giustamente hai annuito. Eri così piccola e leggera… pensavo che sarebbe stato bellissimo. Pensavo avresti volato davvero. Ti ho legato il lenzuolo in vita, come nell'immagine e poi ti ho lanciato dalla finestra della camera dello zio Ron, alla Tana, ma tu non hai volato, sei caduta…"
Lily trattenne il fiato. Caduta? E… cosa era successo?
"Quando hai iniziato a cadere lungo il tetto, ridevi, e anch'io, ma poi hai preso velocità e mi sono spaventato. Sono corso giù e ho gridato che eri caduta dalla finestra e tutti sono usciti in cortile correndo. Forse qualcuno è salito in camera, non ricordo… Nonna Molly gridava come una matta, mamma ha preso una scopa ed ha iniziato a correre per il cortile, papà e zio Ron guardavano il cielo e non capivano dove fossi. Io scoppiai a piangere. Ma da me non venne nessuno. Solo zia Herm, dopo un po', mi prese in braccio, ma anche lei sembrava preoccupata, perché mi strinse a sé e io sentivo il suo cuore battere fortissimo. E noi non ti trovavamo. Correvano tutti per il cortile e non ti trovavamo. Poi zia Herm mi chiese cosa fosse successo e io dissi che ti avevo spinto fuori dalla finestra e la indicavo. Zio Ron disse che forse ti eri impigliata sul tetto, ma papà replicò qualcosa sul fatto che allora avresti dovuto penzolare lì da qualche parte. Mamma volò intorno a casa e fece tantissimi giri, ma tu non c'eri: né sul tetto, né per terra, né eri impigliata da qualche parte. Non ti trovavamo più…"
Lily spalancò gli occhi. "E dov'ero?"

 

Albus si tolse gli occhiali e fece finta di pulirli sulla maglietta. "Nonna Molly era sconvolta. Mi chiese un sacco di volte cosa avessi fatto e io continuavo a ripeterlo. Poi zia Herm mi portò in casa e io non so cosa successe dopo. Mamma e papà quella sera mi parlarono e mi dissero che avevo fatto una cosa pericolosa e che non avrei mai più dovuto farlo. Mi sono spaventato tantissimo. Ma ciò che mi fece stare più male in assoluto è stato quando quella notte mi sono svegliato e ho visto la mamma piangere".
"Piangeva?" Lily era stranita e lui la capiva benissimo: mamma non piangeva mai.
"Sì. Era sulla sedia a dondolo e ti teneva in braccio. Piangeva e ti parlava. Non ricordo cosa ti disse, ma lì capii che si era spaventata. Aveva avuto paura di perderti. Per colpa mia."
Lily non disse niente e annuì. Lui si era sentito una merda. Aveva perso la sua sorellina, l'aveva spinta giù dalla finestra del quinto piano e l'aveva persa. Aveva causato un dolore indicibile a sua madre e l'aveva fatta piangere.
Sua sorella gli prese il braccio e ci passò le mani sotto, come in un abbraccio. Gli appoggiò il viso sul maglione della divisa e non disse ancora niente, ma Albus apprezzò tantissimo e rimasero lì, in silenzio, per almeno un quarto d'ora.
"E dov'ero finita?" gli chiese, alla fine.
"Sul pino in giardino."
Lily scoppiò a ridere. "Davvero?" Albus si grattò la nuca e rise, annuendo.
"Per questo odio non sapere dove sei…"

 

Lily smise di ridere. "Oh. Mi spiace. Ecco perché mi sei venuto a cercare quando mi sono addormentata nello spogliatoio…"
"Non è colpa tua."
"E la storia del molliccio…"
"Oh, lì non c'entro io, non lo sapevo. È stata Alice a preoccuparsi per te" ammise il ragazzo.
"Lei si preoccupa un sacco. Ma penso che fosse il molliccio a farla preoccupare. Di solito…" ammise Lily. "È venuta da te per via della mappa, vero?"
Il ragazzo annuì. "Ma perché hai tentato di farla mettere con James?" le chiese.

 

Albus non riuscì a non farle quella domanda. "Sono stata una scema, eh?" Lily rise. "Non lo so perché, effettivamente. Forse mi illudevo che così sarebbe stata sempre con noi. Con me. Sai, non sembra, ma Alice è veramente forte e in gamba. I ragazzi se ne stanno accorgendo e io ho paura di perderla. Se si mette con uno e poi non vuole più stare con me? Quando abbiamo iniziato Hogwarts avevo una paura allucinante che finisse in una casa diversa dalla mia. Penso che avrei pregato il cappello, se fosse successo. Sarei stata felice anche di essere una di voi, pur di stare con lei".
Albus ignorò il velato insulto e qualcosa nel suo petto di strinse quando ripensò alla frase sui ragazzi. Ma aveva un ragazzo, Alice? Probabilmente no, altrimenti Lily non avrebbe tentato di metterla con James. Ma perché allora con suo fratello ma non con lui? Non ebbe il coraggio di chiederlo, così chiese solamente:"E cosa c'entra James?"
Lily rise. "Eh, bo. Noi stavamo sempre con James, l'anno scorso. Pensavo che andassero d'accordo. Pensavo che a lei piacesse".
Albus si fece più attento. "E invece non le piace?" cercò di buttare lì la sua domanda, ma Lily non fu molto collaborativa e alzò solo le spalle.
"Ora non lo so più. Lo pensavo davvero. Li guardavo scherzare e me li immaginavo insieme. Li guardavo sdraiati e pensavo…"
No, no. "Mmm, sì ok, mi sa che ho capito" disse, interrompendola.
"Secondo te sono stati insieme di nascosto? Senza che me lo abbiano detto? Chissà, magari si sono baciati…" disse, un po' sognante, sua sorella.
Merlino, spero proprio di no! "Non penso. James non è capace di mantenere segreti".
"Vero". Lily rise. "Però è divertente. Chissà perché Alice non ha voluto…"
Albus sorrise senza volerlo. Era stata lei a dire di no? Bene!
"Ma James che ha detto?" chiese, ancora sospettoso.
"Oh, lui non lo sa" rispose lei. Ah, ecco  perchè aveva detto così, nel corridoio.
"Comunque è una stronzata. Sarebbe come sperare che Scorpius si mettesse con te".

 

Lily rise un po' nervosamente. "Vero anche questo" ammise, senza dire nient'altro.
"E con Richard come va?" La ragazza si tirò su dal divano per guardare il fratello in faccia.
"Perché me lo chiedi?" Albus alzò le spalle in risposta.
"Così. Litighiamo spesso anche per lui…"
Oh. Ok. Si riappoggiò al suo braccio contro lo schienale del divano. "L'ho lasciato".
Fu il turno di Albus di stupirsi e di guardarla in faccia. "Perché?"
"Avevi ragione: era un troll". Sperò che non le chiedesse altro.
"Cavolo! Ho perso cinque galeoni!"

 

"Come?" La voce di sua sorella sembrava altissima e Albus si rese conto di aver pensato ad alta voce. "Avete scommesso su di me?"
"Mmm, no. Ma Scorpius diceva che era un troll e che lo avresti mollato prima di Natale, appena te ne saresti accorta. Io ho detto che scommettevo cinque galeoni del contrario. Ho perso. Ma ho fatto tutto da solo."
Lily si accontentò di questa spiegazione. E meno male, perché era la verità.
"Scorpius avrebbe potuto dirlo anche a me. Mi sarei risparmiata un po' di tempo…"
"Te lo avevo detto io!" Albus si agitò. Cavolo glielo aveva detto un milione di volte!
Lily ridacchiò. "Ma tu non vali, sei mio fratello!" Come? Ma che voleva dire? Si voltò a guardarla.
"Perché lo hai lasciato?" Lily tornò seria e le sue guance si colorarono parecchio. Cosa aveva fatto quel troll? Aveva tentato di…
"Non eravamo d'accordo su… alcune cose… quelle cose…" Albus sentì i pugni chiudersi da soli. Quel troll meritava una punizione!

 

Lily vide l'espressione di Albus e tentò di cambiare discorso per riportarlo sulla strada della normalità. E sapeva cosa poteva calmarlo.
"Scorpius mi ha salvato dal molliccio. Si è trasformato nella sua paura. Tu sai qual è?"

 

Albus annuì: il biondo non glielo aveva mai confessato, ma lui sapeva di cosa aveva il terrore. O meglio, di chi.
"Suo nonno?" le chiese e Lily annuì. "Scorpius è una brava persona. Anche se so cosa dice zio Ron sulla sua famiglia. Ti ha aiutato anche se avresti potuto vedere la sua paura più grande. Se questo non fa di lui una brava persona, non so cosa potrebbe esserlo, allora."

 

Lily annuì. Suo fratello aveva ragione. Scorpius l'aveva salvata dal molliccio, senza pensarci due volte. Si alzò e Albus la imitò. "Che fai?"
"Pigiama party finito, Al: devo fare una cosa importante. Ma mi è piaciuto tantissimo parlare con te come ai vecchi tempi."
"Non penso che sia notte, non può considerarsi un pigiama party" tentò di ribattere lui.
"Non ci siamo neanche messi il pigiama, se è per questo. Ma è stato… carino."
Albus annuì. "Sì, è piaciuto anche a me".
Lily inclinò la testa di lato e gli chiese: "Al, perché quando si è bambini non si vede l'ora di crescere e poi quando si è grandi si vorrebbe tornare bambini?"

 

Al scosse le spalle. "Se sapessi rispondere a questa domanda, Lily, avrei risolto metà dei problemi della mia vita".
Sua sorella sorrise di un sorriso un po' strano e poi lo abbracciò. "Devo fare una cosa. Ma è stato bello" lo salutò.
Al la guardò andare via e non disse più niente. Pensava di parlarle di Alice. E invece non aveva detto niente.
Raccolse il sacchetto e ci guardò dentro: erano rimasta solo una cioccorana. La scartò e la infilò in bocca prima che scappasse e curiosò a vedere la figurina: da bambino faceva la collezione, ma ora gli sembrava una cosa sciocca. La guardò lo stesso e sorrise nel riconoscere il capitano dei Bats. La mise in tasca, pensando ancora che quando si è piccoli il mondo è molto più bello.

Uscì dalla stanza delle necessità e si incamminò verso i sotterranei: era quasi ora di cena, ma dopo tutti quei dolci non aveva fame per niente.
Nel corridoio del primo piano, vicino all'entrata della biblioteca si fermò quando vide due persone che conosceva in un anfratto: Towlor, il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, e Alice stavano discutendo di qualcosa e a un tratto la ragazza scoppiò a ridere, riempiendo il corridoio di un suono melodioso.
Albus sentì il petto offuscarsi e quando Towlor incrociò il suo sguardo e alzò una mano per salutarlo, strinse i pugni e fece finta di non averlo visto.

Alice si voltò e lo vide: il suo sorriso si congelò e poi scomparve, si rigirò verso il ragazzo, gli disse qualcosa e poi se ne andò, incamminandosi nella direzione opposta a lui.

 

***

 

"Scorpius". La voce di Lily lo fece voltare di scatto e il ragazzo sbatté la testa contro un ramo basso dell'albero. Imprecò. "Non sapevo che fumassi…" disse ancora, forse un po' impacciata, indicando la sigaretta che lui reggeva in mano.
Il biondo si guardò le dita: l'aveva rubata a Scott e iniziava a pensare che non fosse proprio una sigaretta di pergamena, ma qualcosa di più artigianale. Alzò le spalle in risposta.
Lei lo guardò un po', rabbrividendo nel buio della sera, senza dire niente, probabilmente perché lui non le stava facilitando il compito. Ma Scorpius era nervoso da quando l'aveva tirata fuori dallo stanzino con il molliccio. Sapeva che non era colpa sua, ma non riusciva a non essere arrabbiato. Così disse: "Non dovresti stare al buio con me, Lily. Non ti faccio paura?" Fece un altro tiro e poi lasciò cadere la sigaretta nell'erba del parco di Hogwarts.
"Io…" Lily sospirò e continuò a dondolarsi sui piedi, ma lui non voleva aiutarla. "Sono venuta per ringraziarti, per l'altra sera..."
"Stai sprecando tempo, vattene". Scorpius la interruppe sventolando la mano.
"Oh, stammi ad ascoltare, non mi scuso spesso!" Lily esplose e lui le rise in faccia.
"Va bene…" disse, ma poi si girò guardando il lago nero.

 

"Io…" Lily si sentiva un po'in imbarazzo, ma forse a lui non interessava molto. "Volevo spiegarti perché hai visto te…"
"Perché il molliccio ha preso le mie sembianze, intendi?" Il tono del Serpeverde era un po' duro e se da un lato Lily poteva capirlo, dall'altro la faceva veramente arrabbiare.
"Allora, non vorrei darti un dispiacere, ma non sei l'unico in cui si è trasformato… Mia mamma, Albus, mio papà, mia nonna Molly…"
Scorpius la interruppe rigirandosi verso di lei con un'espressione sorpresa ed esclamando: "Tua nonna Molly?"
Lily rise un po' nervosa. "Non voi. Non ho paura di voi…" Per un attimo pensò che forse lui aveva veramente paura di suo nonno, proprio di lui come persona.

 

Scorpius si fece più attento: se non aveva paura di loro, perché li aveva visti?
"Io ho paura di quello che la gente pensa di me" disse la ragazza, tutto d'un fiato. Lui continuò a guardarla più intensamente.
"Sei sicura? Tu hai paura di ciò che pensa la gente?" Lei annuì e quando, alla poca luce della luna, vide i suoi occhi luccicare, Scorpius capì che quella confessione le era costata parecchio.
"Della gente a cui tengo, sì…" disse, voltandosi a guardare il lago per un attimo, prima di riposare lo sguardo sul biondo. Probabilmente il suo atteggiamento era un meccanismo di difesa. Per un attimo il desiderio di proteggerla si impossessò di lui, recandogli un dolore al petto così forte da bloccargli il respiro. "Sei il miglior amico di Albus, ti conosco da tanti anni, sei come un fratello per me, fai parte della famiglia…"
"Un fratello?" chiese lui, con un tono strano.
Un luccichio curioso le brillò negli occhi. "Facciamo un cugino, dai…" Scorpius rise: lei faceva sempre così. Era tremenda. Forse per quello gli piaceva così tanto.
"Un cugino va bene" acconsentì.
"Non ce l'hai più con me, allora?" Scorpius sospirò e scosse la testa. "Allora tornerai a rompermi per i G.U.F.O. e a criticare tutto quello che faccio?" Il naso di Lily si arricciò, e il suo tono ironico gli fece capire quanto fosse infastidita.
"Ma io non ho mai fatto queste cose!" si lamentò lui.
"Probabilmente sei così arrogante che neanche te ne accorgi. Come Albus. Siete proprio Serpeverde…"
"Ma non dovevamo fare pace?"
"Oh, sì giusto!" Lily tornò a sorridere e Scorpius fu ancora più confuso. "Allora tutto a posto? Hai capito che non ho paura di te?" Il biondo annuì. Avrebbe però voluto sapere cosa pensasse di lui. "Vieni qui che ti abbraccio, allora". Cosa? Scorpius spalancò gli occhi. "Oh, non fare quella faccia! Ho appena abbracciato anche Albus, oggi è la giornata in cui faccio pace con la famiglia".
Scorpius si avvicinò a lei, un po' in imbarazzo: doveva davvero abbracciarla? E se… "Mi dispiace contraddirti, ma non siamo una…"
"Hai ripreso a criticarmi?" La voce di Lily, nonostante le sue parole, era melodiosa e Scorpius non capì più niente. La ragazza si avvicinò e in un modo molto maldestro cercò di abbracciarlo. "Se mi aiutassi, forse…"
Per Salazar, Lily, non voglio abbracciarti come una sorella! Scorpius sospirò mentre si obbligava a ricambiare il suo abbraccio. Si nutrì del profumo che emanavano i suoi capelli e, senza accorgersene, la strinse a sé. Scorpius, mollala subito! È la sorella di Albus!

 

Lily sentì Scorpius lasciarla andare velocemente e si bloccò quando capì che avrebbe voluto qualcosa di diverso. Si morse il labbro. Non è che i suoi sentimenti nei suoi confronti fossero cambiati? Non è che, invece di odiarlo, in verità…
"Devo andare…" disse e corse via.

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 ***eccomi!!! una lunga Os, per ben tre promp. Ok, penso di essermi stufata di questa cosa dei prompt, quindi magari i prossimi non seguiranno proprio il giusto ordine, perchè la storia inizia a svolgersi da sola e i personaggi iniziano già a fare quello che vogliono... 🙄🙄 vabbè... di solito cerrco di assecondarli, perciò non so cosa succederà nel prossimo capitolo, mi spiace 😅  ma spero che  sarà buono lo stesso. Grazie a tutti! 

 

   
 
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