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Autore: Rinalamisteriosa    23/07/2021    1 recensioni
Il piccolo Kalim guardò prima alla sua destra e poi alla sua sinistra. Sembrava che al momento non ci fosse nessuno a disturbarlo nel suo proposito, allora puntò il suo obiettivo e con un ghigno di sfida mise un piede sulla corteccia, tirandosi su grazie al ramo più basso.
[JamiKali appena accennata]
{Flashfic partecipante all'iniziativa «Our Summer • If we're together, feel like summer» sul forum Torre di Carta.}
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jamil Viper, Kalim Al-Asim
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Un obiettivo, un grazie

Personaggi: Jamil Viper, Kalim Al-Asim

Prompt: 70. Arrampicarsi su un albero

Parole: 436

Iniziativa: «Our Summer • If we're together, feel like summer» sul forum Torre di Carta.

__________

 

 

 

 

 

Il piccolo Kalim guardò prima alla sua destra e poi alla sua sinistra. Sembrava che al momento non ci fosse nessuno a disturbarlo nel suo proposito, allora puntò il suo obiettivo e con un ghigno di sfida mise un piede sulla corteccia, tirandosi su grazie al ramo più basso.

Quella volta non si trattava di una palma, perché la corteccia delle palme, a parte il non avere appigli, pungeva e non aveva ancora trovato il modo di scalarle senza ferirsi le mani, bensì di un albero sempreverde che suo padre aveva fatto importare da un altro luogo.

Il bambino iniziò ad arrampicarsi su esso: voleva salire su, fin dove gli era possibile, perché era sicuro che sarebbe stato prudente, che non si sarebbe fatto del male.

Ignorando che a pochi metri da dove si trovava l’albero era comparso a un tratto Jamil, con un cestino di frutta fra le braccia. Il coetaneo, non appena si accorse di Kalim e di ciò che stava facendo, posò immediatamente il cestino a terra lì dove si trovava e corse verso di lui.

«Kalim! Non farlo! È-» esclamò, nel panico.

«È tutto sotto controllo, mi sto reggendo Jamil, vedi?» rispose con un sorriso il figlio dei suoi padroni, ma Jamil, da sotto, notò bene che uno dei rami non era perfettamente sicuro: rischiava di spezzarsi da un momento all’altro. Egli aveva già scoperto di saper usare la magia e un po’ la sapeva controllare, perciò biascicò una formula e sperò che bastasse per impedire il peggio.

Il ramo, fortunatamente per loro, resse il peso di un bambino. Kalim sedette sopra il ramo più robusto, con le spalle seminude rivolte alla corteccia, ed esultò.

«Ce l’ho fatta!»

 

***

 

«Jamil, te lo ricordi? Quella volta sono stato bravo, non sono caduto!» riporta, con la voce più matura e squillante rispetto ad allora, il Capo Dormitorio di Scarabia.

«Forse perché anche quella volta ho provveduto affinché tu fossi al sicuro?» replica il suo vice con un sospiro. Gli stava ancora strofinando i capelli con un asciugamano, dopo la caduta nella fontana che gli aveva impedito di farsi male seriamente.

«Lo so che mi avresti preso, in caso. La verità è che ti preoccupi sempre per me e questo mi rende davvero felice! Grazie!» si esprime Kalim, afferrandogli una mano senza preavviso, schietto e sincero come non riesce a fare a meno di essere. Jamil si imbarazza soltanto perché lo prende alla sprovvista, mica per il gesto in sé. Il giovane si nasconde mezzo viso, le guance imporporate, col cappuccio e strofina con più energia quell’asciugamano, facendo ridere l’altro cuore e non di fastidio.

 

 

  
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