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Autore: Duchessa712    23/07/2021    1 recensioni
Merlin attende sempre (da sempre?) e, anche se è stanco, la sua speranza non vacilla. (Mai?)
Morgana attende con lui, anche se lei nella speranza e nel destino non ci crede più.
Ma davvero: quali potrebbero essere le alternative, altrimenti? (Arrendersi? Sbagliarsi? Fermarsi?)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merlino, Morgana | Coppie: Merlino/Morgana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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IV.

Merlin non sogna spesso o, se accade, non lo ricorda mai una volta sveglio.

Questa volta è diverso però. Questa volta è Morgana, vestita di nero, scarmigliata e sporca, trafitta a tradimento e morta tra le sue braccia. Non dice nulla, limitandosi a fissarlo con gli occhi grandi e vitrei dove la sorpresa e la confusione sono fuggiti via insieme alla vita.

Si sveglia di soprassalto, le dita che artigiano il lenzuolo e i capelli appiccicati alla fronte sudata. Si sveglia con uno strano peso sul cuore e uno strano nodo allo stomaco.

La sveglia suona insistente e Merlin la spegne con mano tremante, ancora perso nella nebbia del sogno - ricordo, si corregge - e decide che la deve vedere. Subito.

Manda un messaggio a Jack in cui lo avvisa che non sarà a scuola quel giorno e di non preoccuparsi quando non lo vedrà in giro, poi, senza fermarsi a vedere se lo ha letto, si veste di fretta e si getta un po' d'acqua fredda sul viso, il minimo per tornare presente a se stesso, per lasciare nel sonno i brandelli di incubo.

La trova seduta al tavolino di un bar, una tazza di tè fumante tra le mani, truccata, i capelli raccolti in una treccia. Quando lo vede sedersi davanti a lei, ancora senza fiato per la corsa, inarca un sopracciglia perfettamente disegnato e i suoi occhi non tradiscono alcuna emozione. Merlin si chiede come faccia ad avere in mano le redini anche adesso che è stato lui a cercarla, che è lui a volerle parlare. Sorseggia il tè e non gli mette fretta, sembra quasi divertita dal suo evidente imbarazzo - non sa come iniziare la conversazione e alla fine decide di non pensarci e di buttarsi e vedere come va.

"Ti ho vista morta"

"Naturale visto che mi hai uccisa"

"Si, intendevo..."

"Cosa Merlin?"

"Non lo so cosa intendevo"

"E sei qui perché...?"

"Dovevo vederti"

"Per uccidermi di nuovo?"

"Morgana, non scherzare"

"Non sto scherzando. Non c'è due senza tre, giusto?".

È stata una pessima idea, decide, alzandosi e lasciandola lì. Si aspetta quasi che lei lo fermi, gli chieda ulteriori spiegazioni, invece si limita a osservarlo, le mani che stringono più forte la tazzina e le labbra serrate in una linea sottile.

Non può essere indignato per il sospetto che le è venuto, Merlin a livello razionale questo lo sa: l'ha uccisa a tradimento per poi stringerla tra le braccia e guardarla morire, ma credeva che dopo millenni Morgana gli concedesse un po' più di fiducia.

*

"Non mi hai mai chiesto scusa"

"Come?"

"Non mi hai mai chiesto scusa"

"Per cosa?"

"Già, per cosa? Ci sono tante di quelle cose che hai sbagliato con me, tante che dovresti farti perdonare, metà delle quali credo non siano perdonabili"

"Morgana di cosa stai parlando?"

"Secondo te perché devi chiedermi scusa?".

Merlin abbassa lo sguardo, consapevole di non poter essere arrogante, che se lei lo colpisse sarebbe meritato.

"Per averti mentito" inizia titubante. "Per averti lasciata sola. Per averti fatto credere che davvero non ci fosse un altro modo. Per averti uccisa, due volte" "Non mi hai ancora chiesto scusa"

"Morgana..."

"Sono due parole, Merlin: mi dispiace, non è complicato. Perché per te lo è?". Perché significherebbe ammettere di aver fatto tutto nel modo sbagliato, ammettere che Kilgarrah non era così esatto nelle sue previsioni e nei suoi ordini, che inevitabilmente porterebbe a riconsiderare anche la sua attesa.

"Aithusa"

"Cosa?"

"Mi hai chiesto cosa mi manca del passato, ecco la risposta"

"Non Morgouse?"

"Anche lei mi ha usata. Aithusa, invece, mi voleva bene, è venuto all'inferno con me e ne siamo usciti insieme. Mi hai tolto l'unico amico che non mi avesse mai tradito e neanche per questo ti sei scusato".

Piange Morgana e Merlin continua a non guardarla fino a quando è lei ad alzargli la testa tirandogli i capelli. L'ha vista piangere tante volte, più di quante abbia mai voluto, e gli si stringe il cuore. Eppure non si scusa.

Lei continua a fissarlo, lo sta implorando. "Vorrei che ti vedesse" sibila perché con lei il dolore diventa sempre collera e la collera la porta a ferire. "Vorrei che ti vedessero tutti: tua madre, il tuo maestro, il tuo drago, il tuo Re... Vorrei che vedessero il mostro, l'ipocrita, il bugiardo che sei. Magari accadrà, magari questa tua cieca fiducia sarà ripagata. Quando accadrà, però, raccontami che cosa farà il tuo Re in un mondo che non sa più che farsene delle leggende, che crede a malapena in Dio e di Artù, viziato, arrogante, incapace di badare a se stesso, non avrà più alcun bisogno. Raccontamelo, se ci rivedremo"

"Che cosa intendi?"

"Goditi l'eternità da solo, io mi sono stancata!".

*

Ignora Jack, che gli chiede come sta e se ha più sentito la sua fata dei miraggi - non è una fata, glielo ha dimostrato oggi più che mai.

È seduto sul letto, alla ricerca di uno stato di apatia che l'alcool non riesce più a donargli. Beve un altro sorso e prega che la cacofonia di pensieri che gli ronzano in testa si quieti. Non funziona. Beve ancora un po' e ancora un po' e ancora un po' e poi la bottiglia è finita e la posa insieme alle altre. Ha un problema, ne è consapevole, ma la magia sembra bilanciarne l'effetto.

Si sdraia, una mano tra i capelli che lei gli ha tirato con forza, mentre gli urlava addosso quello che si è tenuta dentro per anni. Sapeva di aver fallito con lei, ma evidentemente non aveva capito fino a che punto. Credeva di conoscerla, ma adesso l'arroganza che ha provato nei confronti di Jack gli sembra non solo ridicola, ma anche immotivata.

Ripercorre tutto quello che gli ha detto, parola per parola e gli sembra di ricevere un pugno ogni volta che lo fa. Non gli ha chiesto nulla di eccezionale, solo delle banali scuse per averla uccisa e averle praticamente rovinato la vita, e lui non è riuscito a offrirle nemmeno quelle.

Sa che se ne è andata e che probabilmente non la vedrà più per molto tempo - quanto lo sa solo lei, perché è sempre lei a decidere tempi e modi e luoghi, anche se qualcosa nell'ultima frase lo inquieta.

Sa che è stanca, lo è anche lui. Anche lui si è stancato tempo fa di non appartenere a niente e nessuno, di non vivere mai, di essere solo in un mondo che cambia costantemente - solo che non è mai stato solo perché lei è sempre stata da qualche parte, a tormentato o a pianificare la prossima mossa in quel loro circolo vizioso di domande che, questa volta, ha raggiunto un nuovo livello.

"Io mi sono stancata" ha detto, ma c'era qualcosa di definitivo nella sua voce, qualcosa di folle nel modo in cui si è avventata su di lui, qualcosa di disperato nelle sue lacrime. Sembrava giunta al capolinea.

"Che cosa hai in mente questa volta, Morgana?" si chiede stancamente, scivolando in un sonno irrequieto.
   
 
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