Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: syila    24/07/2021    3 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
banner


Capitolo IX
Quando l’allievo è pronto, il maestro compare.

“Maestro Leng Ye Feng, apprendista Lafayette che piacere ricevere la vostra visita, accomodatevi, preparo un tè.”
In realtà Yun Bai non era convinto che quella fosse una visita di cortesia; Ye Xue lo aveva avvertito del loro arrivo con un'espressione accigliata, la stessa che vedeva ora sul viso del francese.
Quando saggiò il suo umore con la magia della mente si stupì nel trovarvi uno strano miscuglio di emozioni: rabbia, confusione, risolutezza, preoccupazione.
Cosa poteva essere successo di tanto grave da richiedere l'intervento di Gege?
“Grazie maestro Sheng, però non ci tratterremo molto.” rispose asciutto il ragazzo.
“Alaric!” lo riprese Ye Feng.
“Nemmeno il tempo di una tazza di tè?”
Ye Xue era apparso dall'ambiente attiguo che fungeva da salotto e stava sorridendo, nonostante la tensione provocata dall'arrivo dei due.
Quell'acqua morta del suo pupillo si era rifiutato di anticipargli la natura problema, tuttavia giudicando dall'espressione da martire che ostentava e da quella incarognita del francese ne aveva una vaga idea.
“Devo solo scambiare due chiacchiere col mio allievo in privato, te lo ruberò per qualche minuto, d'accordo?”
“No. Non sono d'accordo.”
La risposta secca creò sconcerto tra i presenti e diede ad Alaric il tempo di completare il discorso.
“Ma per lui è importante parlarti, quindi ecco quello che succederà: farete queste due chiacchiere, poi noi torneremo alla torre e la faccenda sarà chiusa qui.”
“In caso contrario?” s'informò cordiale Ye Xue, affascinato dal cambiamento che il ragazzo aveva subito dal loro primo incontro.
“Avrai un assaggio dell'accoglienza e dell'ospitalità occidentale.”
Yun Bai provò ad intervenire, però il suo amante gli rivolse un impercettibile cenno d'intesa, come a dire che aveva tutto sotto controllo.
Lo stesso fece con Ye Feng, che rimase in silenzio a guardare l'apprendista.
“Vieni a minacciarmi in casa mia, senza nemmeno conoscere di cosa è capace un Signore degli Shen...” il sorriso di Ye Xue si allargò “Ne hai di fegato giovanotto!”
“Questa non è casa tua, è la pagoda del maestro Sheng e tu ne approfitti alloggiando a sbafo, un'abitudine che hai in comune col tuo allievo.”
“Ahi, queste parole fanno male!”
“Inoltre...” lo interruppe “Ho studiato negli ultimi giorni e so cosa può fare un Signore degli Shen, ma soprattutto so quali sono i suoi punti deboli, specie di un un Artiglio di Drago come te!”



“Hai messo della nitroglicerina nei suoi baozi?” chiese Ye Xue una volta soli.
Avevano lasciato Alaric insieme al maestro Sheng e si erano ritirati in sala chiudendo le ante scorrevoli che la separavano dall'ingresso; una precauzione forse superflua perché il ragazzo non capiva il cinese, tanto meno la forma antica che utilizzavano i due.
“Non sono qui per scusarmi del suo comportamento, voglio rispondere del mio.”
Il più anziano conosceva l'intransigenza di Ye Feng; l'aveva indossata come un'armatura per proteggersi dal senso di colpa che lo stava divorando dopo la rinascita come creatura immortale.
Lui lo aveva incoraggiato all'inizio, spingendolo sull'unico cammino che sembrava dargli un po' di sollievo, però durante il lento scorrere dei decenni lo aveva visto applicare quei principi in maniera sempre più rigida, fino a farsi del male, rifiutando anche il piccolo conforto che poteva trarre dalla compagnia degli umani.
Alaric in questo senso era una novità assoluta: era un mortale, un mago, un occidentale e distava da lui come la Terra dalla Luna. Era maleducato, pigro e sboccato, insomma il suo esatto opposto.
Costringere l'allievo a frequentarlo aveva sicuramente incrinato le sue adamantine certezze.
Le stesse che con infinita pazienza Ye Xue aveva contribuito a costruire...

Il pesante coperchio della botola cominciò a scorrere di lato, producendo un rumore di pietra trascinata su pietra, fino a disegnare un perfetto occhio di luce lunare sul pavimento della camera sotterranea.
“Sei sveglio ragazzo?”
Non era appropriato definirla una cella, in origine era stata una dispensa dove venivano conservati salumi e vini pregiati che necessitavano del freddo e della giusta umidità per invecchiare bene.
Leng Ye Xue aveva dovuto riadattarla in fretta quando aveva capito che era impossibile fare un discorso ragionato con l'ingombrante “ospite” senza tenere una frusta in mano o una lama d'acciaio puntata alla sua gola.
Un disordinato sciacquettio interruppe la calma immobile della prigione e poco dopo una creatura dalle sembianze umane si affacciò furtiva nel cono di luce, poi si ritrasse in fretta gemendo, a causa dell'intenso chiarore che lo aveva accecata.
“Bene, a quanto pare sei ancora vivo.”
“Bastardo, figlio di una cagna zoppa, liberami e ti dimostrerò che ho vita a sufficienza per farti a brandelli!” gli rispose una voce roca, prosciugata dalle troppe urla.
Doveva aver gridato per giorni, probabilmente da quando lo aveva catturato e gettato nello scomodo alloggio del seminterrato una settimana prima.
“Se ti dicessi che è per il tuo bene mi crederesti?” domandò il Signore degli Shen.
“Questi sono per il mio bene, schifoso sacco di vermi?” il prigioniero allungò sotto la luce i polsi bloccati da robusti ceppi di legno.
“Una precauzione contro la tua natura instabile.”
“Anche queste?”
Di nuovo il prigioniero si mostrò alla luce, rivelando a Ye Xue le sue pietose condizioni: una lunga ferita gli attraversava il viso dalla fronte alla mandibola deturpandone l'indubbia bellezza; segni analoghi s'intravedevano sul collo, sulle spalle e sul petto, là dove non c'erano i sudici brandelli del suo abito a coprirle o i lunghi capelli fradici, incollati alla pelle livida.
“Volevi ripagare la mia ospitalità rubando e quando ho provato ad impedirtelo ha cercato di uccidermi. Qualcuno doveva insegnarti un po' di buone maniere.”
L'uomo non rispose subito, tornò nell'ombra e per lunghi istanti il maestro Leng udì solo il suo respiro affannoso e il gocciolare dell'acqua.

Ad essere onesti aveva esagerato con la frusta.
Anche a secoli di distanza la furia e l'irruenza dell'energia Yang erano difficili da controllare, come l'ebrezza che provava nell'infliggere dolore a qualcuno, perché fino a quando durava l'effetto riusciva a dimenticare il suo.
Pensava di essere venuto a patti con la straziante perdita di Jin Yè e tutto ciò che ne era seguito, poi era inciampato in quello scarto del Fato e la commedia del filosofo illuminato si era trasformata in una farsa, rivelando la stessa consistenza di una figurina del teatro di ombre cinesi.
“Bene, ti sei divertito abbastanza.” le parole del prigioniero ruppero il silenzio risuonando in una vaga eco sulle pareti di pietra “Che ne dici se la facciamo finita? Vedilo come un favore personale ad un vecchio amico o un gesto di misericordia verso un animale ferito.”
“Non è mia intenzione ucciderti!” rispose Ye Xue, sorpreso dalla richiesta.
“E allora liberami sporca canaglia!” ringhiò il prigioniero.
“Non dureresti mezza giornata là fuori.”
“Quindi cosa vuoi da me?”
La domanda era una logica conseguenza del suo atteggiamento contraddittorio; cosa voleva da quel giovane Signore degli Shen, buttato fuori dal cerchio del Destino, il cui unico scopo probabilmente era annullarsi in una morte definitiva?
“Hai qualche talento... e sei molto attraente.” iniziò Ye Xue.
“Conciato così potrei interessare solo ad una scarpa rotta come te!”
“Appena avrai raggiunto l'equilibrio tra Yin e Yang le ferite guariranno da sole.”
“Chi ti dice che voglia raggiungere un equilibrio e che voglia farlo col tuo aiuto?”
“Potresti essermi utile in futuro.” rispose Ye Xue, che si sedette sul bordo della botola lasciando dondolare le gambe nel vuoto.
Nei giorni precedenti aveva sguinzagliato delle spie e fatto alcune ricerche; i maledetti dal Fato erano rari e lui era ancora un novellino inesperto.
La sua carriera come Signore degli Shen poteva essere iniziata al massimo un anno prima.
Aveva scoperto che il suo ospite era stato un medico in vita, di buona reputazione.
A seguito di un tragico errore aveva avvelenato il pupillo e da quel momento aveva iniziato un mestiere ancora più redditizio: creare veleni su commissione.
Il suo “capolavoro”, se poteva definirsi tale, era stato di quello di fare in modo che due famiglie nobili rivali si avvelenassero a vicenda, uccidendo non solo i capi clan, ma anche mogli, figli, concubine, fino all'ultimo dei servi.
Braccato dalla giustizia terrena si era dato la morte con una delle sue pozioni.
Il cadavere era sparito in circostanze misteriose poco prima della cremazione e Ye Xue ne dedusse che il medico era riuscito a sfuggire anche alla giustizia divina e a ricuperare l'unico bene di valore che aveva sulla Terra.
Una fatica inutile perché l'alterazione dell'energia spirituale, tutta sbilanciata verso lo Yin, si esprimeva tramite comportamenti bizzarri e irrazionali, rendendolo una preda facile per le scaltre creature del Mondo degli Spiriti.
“Preferisco crepare qui sotto che servirti!”
“Potrebbe essere un processo piuttosto lungo e doloroso, come immortale soffriresti in una lentissima agonia, restando cosciente dentro una carcassa in putrefazione.”
Stavolta il prigioniero non si curò di rispondere a voce, tuttavia gli mostrò un gesto volgare assai eloquente e tornò nell'ombra.
“Mi rendo conto che hai bisogno di un po' di tempo per riflettere sulla mia proposta, tornerò nei prossimi giorni, quando l'acqua e il legno* avranno ammorbidito il tuo spirito lunatico.”
“Aspetta!”
Il giovane corse sotto il cono luminoso, mentre il suo carceriere aveva già cominciato a richiudere la botola.
“Brutto figlio di puttana partorito su un giaciglio infetto!” sbraitò “Gli dei maledicano te e le tue diciotto generazioni di antenati!”
Ye Xue scorse per un attimo il luccichio dei suoi occhi, folli di rabbia e di paura, poi il robusto coperchio di pietra tornò a dividerli, lasciando il ragazzo nell'oscurità assoluta e lui alle prese con ruolo tutto da inventare.


Il maestro Leng aveva impiegato anni per diventare un buon mentore e a dimostrargli che poteva fidarsi di lui, che non lo avrebbe tradito o abbandonato.
Era stato un periodo difficile dove a piccoli progressi erano seguite disastrose ricadute.
Ye Xue vedeva ora gli stessi dubbi nello sguardo dell'allievo.
La paura di sbagliare tutto, di concedere la sua fiducia a chi non la meritava, di trascinare l'apprendista verso la corruzione. “Cosa vuoi che faccia?” chiese infine stanco di quegli occhi silenziosi e disperati, che ponevano domande troppo difficili.



“Quanto ci mettono? Sembra il Conclave Vaticano!” disse Alaric dopo l'ennesima occhiata alla porta chiusa.
“Sono passati dieci minuti, guardi l'orologio quando vai a fare visita ai tuoi vecchi amici?”
Il maestro Sheng aveva riempito il tavolo di prelibatezze, dopo il tè gli aveva offerto dei dolcetti di riso, il cedro candito, una invitante moon cake al cioccolato e la tentazione definitiva: una pirofila di tiramisù che nelle sue intenzioni era destinata ad una romantica cena a lume di candela con Gege.
L'apprendista aveva rifiutato tutto rispondendo picche ai suoi timidi tentativi di conversazione.
“Non ho vecchi amici, ma ho trovato una spina nel culo di recente e anche se è fastidiosa mi seccherebbe perderla a causa di quello stronzo che ti scopi!” lo aggredì il francese.
Il mentalista rimase senza fiato davanti a tanta villania e Alaric ne approfittò raggiungendo in quattro balzi l'ingresso della sala, dove incollò l'orecchio alle ante decorate per origliare la conversazione.
“Non capisco quello che dicono!” sibilò indispettito.
“È ovvio, parlano cinese, anzi la forma più antica di mandarino... Vieni via, è scortese spiare gli ospiti!”
Yun Bai provò inutilmente ad allontanarlo dalla porta.
“Tu lo puoi tradurre!”
“Assolutamente no! È una totale mancanza di rispetto! ”
“Fanculo il vostro rispetto ipocrita!”
Il padrone di casa era pronto a passare a metodi più energici quando le parole che filtravano dalla porta chiusa catturarono la sua attenzione e gli fecero aggrottare la fronte.

“Sei l'unico che possa farlo, ti prego ēn shī.”
“Sbaglio o hai detto che quando sarebbe arrivato il momento avresti saputo come agire?”
“È diverso, non posso assolvere al mio impegno con la mente inquinata da certi pensieri e il cuore in tumulto; senza razionalità sono di nuovo il folle sbandato che vaga nel buio, come potrei occuparmi di lui, proteggerlo e amarlo di un amore puro e nobile? Fallo per me... Ancora una volta.”
“Ho murato la cella sotterranea oltre un secolo fa, non intendo riaprirla, né sfinirti a colpi di frusta o incatenarti in qualche antro sotto la Montagna di Giada. Ormai sei una persona diversa wanbei e lo sono anche io. Accetta i tuoi limiti, fai pace con le antiche colpe e pensa al bene del ragazzo.”



“Che succede?” ad Alaric non sfuggì il mutamento di espressione del Maestro Sheng e neppure il tono concitato e nervoso che stava prendendo la conversazione in sala.
“Niente, stanno solo parlando...” mormorò Yun Bai, senza riuscire a nascondere la sua inquietudine.
“Balle! Io entro!”
“Alaric no!”
Il mentalista si aggrappò al braccio del giovane e cercò di trattenerlo, ma venne trascinato all'interno della stanza dalla sua irruenza.
“Diamine, vi avevo chiesto di lasciarci soli!”
Ye Xue era spazientito, eppure quell'intromissione capitava al momento giusto, perché gli permetteva di uscire da una scomoda situazione di stallo.
“La stavate tirando troppo per le lunghe!”
“Abbiamo una questione da risolvere tra di noi, rimani di là con Yun Bai...” suggerì Ye Xue.
“Alaric stanne fuori per favore...” aggiunse Ye Feng.
Sembrava molto provato, come se l'altro lo avesse rimproverato aspramente e questo fece montare la rabbia al francese.
“E qui vi sbagliate entrambi!” lo investì il giovane mago “La questione riguarda anche me! Anzi riguarda soprattutto me! È colpa mia se il tuo allievo è in crisi!”
“Colpa... tua?”
Ēn shī non ascoltarlo...” lo supplicò il più giovane.
“Esatto! L'ho fatto ubriacare di proposito, nonostante sapessi che è praticamente astemio, poi l'ho sedotto e mi sono approfittato di lui!”
Yun Bai scosse il capo, incredulo, mentre l'espressione costernata di Ye Feng si pietrificò in una smorfia di tragico stupore.
“C'è altro?”
Il viso di Ye Xue invece era una maschera impenetrabile; un leggero tremito gli scuoteva appena le spalle e poteva essere l'indizio di una reazione catastrofica.
Alaric tuttavia era partito a testa bassa, niente e nessuno lo avrebbero frenato dal dire ciò che pensava.
“Si! Non me ne frega un cazzo se lui vuole fare il maestro integerrimo prendendosi la colpa in base ad un codice d'onore ammuffito scritto da un emerito coglione qualche secolo fa, la responsabilità di ciò che è successo è solo mia!”
Nella stanza calò il gelo.
Tenuto conto che era in minoranza e che la sua opinione era perlomeno impopolare tra i presenti, l'apprendista si stupì di non essere stato spalmato sulla parete alla fine della veemente arringa.
“Hai sentito wanbei?”
“Lui parla senza cognizione di causa, è un ragazzo impulsivo, sciocco e avventato, lui...” iniziò Ye Feng.
“Lui è l'unico ad avere le idee chiare qui dentro!” lo interruppe Ye Xue, liberando la risata che teneva da prima.
“Inoltre è stato onesto e coraggioso ammettendo le sue colpe” proseguì e si alzò avvicinandosi al ragazzo, che rimase in allerta, pronto a reagire nel caso avesse captato delle intenzioni ostili da parte del lavativo millenario.
“Così vuoi difendere il mio allievo...”
“Il tuo allievo voleva rispettare a tutti i costi quella stupida promessa e si è gettato in un burrone seguendo un idiota buono a nulla. Voleva aiutarmi e non sospettava che avessi un secondo fine, lo hai istruito troppo male... o troppo bene!”
L'interpellato lo soppesò alcuni istanti in silenzio.
“E tu sei convinto di poterlo cambiare?” chiese “Magari migliorando il suo brutto carattere...”
“Credo proprio di si!” dichiarò il giovane mago entusiasta.
“Sta bene, sono curioso, voglio vedere come intendi procedere.”
“Al solito la mia opinione non conta?” esclamò Ye Feng, esasperato dal modo in cui il mentore disponeva ancora della sua vita “Non intendo frequentare oltre questo zotico lavativo ed ignorante, che inganna, mente, manipola le persone e non conosce la gratitudine.”
“Wow, mi erano mancati i tuoi complimenti!” esclamò Alaric.
“Ēn shī lui spreca il suo talento perdendosi dietro futili sciocchezze, passare del tempo con lui è come gettare perle ai porci!”
“Davvero?” il maestro Leng gli rivolse un sorriso sornione “Appena dieci minuti fa temevi di trascinarlo sulla cattiva strada wanbei... Inoltre ricordo un certo discorso sul tuo modo di gestire il mese pattuito...”
A quelle parole il discepolo abbassò lo sguardo e le sue guance si tinsero di rosso.
Sapeva a cosa stava alludendo Ye Xue: barare sulle ore di studio per continuare a frequentare l'irritante fannullone non lo rendeva certo migliore.
“Tuttavia... mancano ancora due settimane e ho intenzione di mantenere la promessa.” mormorò imbarazzato.
“Chi vivrà vedrà! Ne succedono di cose in quindici giorni...” concluse il francese stringendosi nelle spalle.
“Intanto siete invitati a rimanere a cena. Stare in compagnia e dividere del buon cibo fa vedere tutto sotto una luce migliore.”
propose Yun Bai, che era rimasto in disparte a seguire il confronto “Salite di sopra a rinfrescarvi.”
“Restiamo se c'è il pollo kung pao piccante!”
“Alaric non siamo al ristorante!”
“Beh, chiedere è lecito, rispondere è cortesia!”
“La tua scortesia invece è inqualificabile!”
Prima di una possibile replica Ye Feng afferrò il ragazzo per il bavero della felpa e lo fece sparire insieme a lui. Poco dopo dall'ultimo piano della pagoda si udirono le imprecazioni e gli insulti del francese, alle prese coi fastidiosi effetti collaterali del teletrasporto.



“Cosa fai bǎo bèi?”
“Controllo se abbiamo tutti gli ingredienti del pollo kung pao, hai sentito il nostro ospite? Ha dato istruzioni precise...”
Il mago stava allineando sul piano di marmo le spezie e le verdure necessarie alla ricetta, però il Signore degli Shen aveva altri programmi nell'immediato.
“Senza fretta.” disse e raggiunse l'amante cingendolo alla vita “Non li rivedremo prima di un paio d'ore.”
“Il tuo allievo fa ramanzine molto lunghe.”
“Lo sfinirà, poi faranno il bagno per ritemprarsi, a-Feng vorrà aiutarlo ad indossare un abito appropriato e da cosa nasce cosa...”
“Il pollo in mezzora sarà pronto, quindi abbiamo parecchio tempo libero, come pensi di impiegarlo Gege?” sussurrò il mago strofinandosi languidamente contro di lui.
“Sul tavolo della cucina è avanzato un po' di spazio...”suggerì maliziosamente l'interpellato.
“Sei proprio uno spudorato, pensa se qualcuno entrasse o gli invitati scendessero in anticipo...”
Yun Bai finse un rimprovero, ma il suo sguardo ammiccante dava ad intendere che era intrigato dalla situazione.
“Allora dobbiamo cominciare subito!”
Ye Xue ridacchiò e cercò le sue labbra, tuttavia all'ultimo ebbe come un ripensamento e si allontanò di poco.
“Un dettaglio mi sfugge di tutta la trama: a cosa serviva il cilindro metallico che il ragazzo teneva in tasca?”
“Oh, te ne sei accorto anche tu...”
“Il metallo per me è come il legno per Ye Feng, il contatto prolungato con questo elemento mi indebolisce.”
“Si lo so e lo sapeva anche Alaric; ha portato di nascosto un'arma magica, piuttosto potente a giudicare dalla concentrazione di energia.”
“Quindi quando alludeva ai punti deboli degli Artigli del Drago non stava scherzando, tu lo sapevi e non sei intervenuto? Poteva lanciarmela addosso!”strepitò indignato il Signore degli Shen.
“C'era questa probabilità in effetti...” convenne il mentalista annuendo.
“Sei stato lì tutto il tempo senza fare niente?”
“In realtà ho scommesso sul giovane apprendista, come tu hai scommesso sul tuo allievo e al momento abbiamo vinto entrambi.”concluse Yun Bai soddisfatto.
“Su di me non punta mai nessuno, povero Gege... Maltrattato da tutti, dall'allievo, dall'amante e perfino da quella testa calda di francese.”
“Io voglio puntare sul mio Gege! Scommetto che non riuscirai a soddisfarmi per tre volte di seguito prima che scendano gli ospiti!”
Il maestro Sheng sedette sul tavolo e aprì la scollatura dell'hanfu, offrendosi a lui, come un prelibato frutto da assaggiare.
Ye Xue lo fissò sbigottito poi esclamò: “Gli dei mi sono testimoni: non ho mai desiderato tanto vincere una scommessa come adesso!”

Fine Nona parte


⋆ La voce dell'intraprendenza ⋆

Carissimi con questo capitolo si chiude la parentesi temporale che definirei (passatemi un po' di magniloquenza :) "L'arco della rivelazione e dell'ebrezza".
Nelle nostre due coppie sono accadute un po' di cose: adesso Gege è consapevole che Yun Bai è la reincarnazione della sua amata concubina, anche se ci sono dei punti oscuri, a cominciare dal fatto che il mago non ricorda niente della sua prima vita.
Anche la riottosa relazione tra l'allievo e il lazzarone francese ha fatto progressi, complice una cascata di alcol che li ha spinti a rivelare il reciproco interesse.
Abbiamo dato pure una sbirciata agli esordi di un'altra coppia, quella formata dai maestri Leng, per l'appunto, che non sembrava nata sotto i migliori auspici...
I prossimi capitoli (già in stesura, per la vostra felicità o disperazione ^^) riprenderanno proprio da dove abbiamo lasciato Ye Xue e Yun Bai: col nostro signore degli Shen ancora latitante nel mondo degli Spiriti e la coppia più giovane distaccata alla pagoda col compito di sorvegliare la sua Candida Nuvola.
Ma un mago della mente si sorveglia benissimo da solo e in assenza dell'amante non è stato con le mani in mano...
Le vicende dei tre cinesi (più il francese imbucato) da ora in poi viaggeranno su un binario unico e cominceremo a fare la conoscenza di qualche altro abitante del reame di Serannian sia reale che... virtuale.
Scorrerà tanto alcol, condito con un pizzico di angst, una spruzzata di cialtronaggine gallica e qualche effetto speciale a sorpresa.

Per il momento la cesta ascensore si ferma alla terrazza panoramica per fare una sosta e consentirvi di ammirare il panorama, ma ripartirà in tempi mediamente brevi con un nuovo arco temporale che si chiamerà... Ahm... Devo ancora pensarci, però si accettano suggerimenti! :D
Approfitto per ringraziare i miei inossidabili commentatori: Oldie, Tenar e Primavere e i seguitori silenziosi che osservano dietro le canne di bambù :D
Ni hao e a presto! *o*



   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: syila