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Autore: _Trixie_    25/07/2021    0 recensioni
[Good Girls]
Cinque momenti della storia di Beth e Rio, dal primo incontro fino al finale della seconda stagione. Pov alternato.
[Questa storia partecipa alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP.]
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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[Questa storia partecipa alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP.] 


 
But it's fair to say, you will still haunt me
 

 
I
 

Flechazo (spagnolo) | Colpo di fulmine, amore a prima vista, una freccia scoccata da Cupido. È quel momento in cui vediamo una persona per la prima volta e capiamo che vorremmo averla al nostro fianco per tutta la vita.

 
La prima volta in cui la vide, a Rio venne da ridere. Nemmeno sapeva chi fosse o che faccia avesse quella figura incappucciata, con stivali dal tacco troppo alto per essere pratici durante una rapina e una pistola giocattolo tra le mani. Rio si mise a ridere non appena comparve nei filmati di sicurezza di uno dei negozi in cui riciclavano denaro, quel Fine & Frugal che avevano inserito da poco nel giro. Rio non avrebbe saputo descrivere bene cosa gli accadde, guardando quel filmato, fu solo cosciente di un improvviso moto di euforia che gli strinse il petto ed eruppe in una risata fragorosa, incontrollata, tanto improvvisa da coglierlo di sorpresa e disarmalo, impedendogli di reprimerla.
Lo avevano derubato in tre, tutte e tre donne, sicuramente principianti, ma spinte da una disperazione e da un sentimento di rivalsa in cui Rio, pur con fastidio, si riconobbe troppo facilmente. Era solo un ragazzino quando aveva deciso che, se doveva stare al mondo, ci sarebbe stato secondo le sue regola, e non aveva dimenticato come ci si sente a girare intorno e intorno a una giostra che non accenna a rallentare, sulla quale non puoi salire finché sono altri a manovrarla. Ma un giorno Rio aveva smesso di correre. E aveva iniziato a sparare. Ora poteva diventare lui il giostraio.
Solo, lei lo fece ridere. E lo fece anche infuriare. Perché aveva rubato a lui – ma questo lo poteva risolvere, Rio, era un territorio a lui familiare, quello delle rapine e dei soldi e dei debiti da ripagare. Con gli interessi, naturalmente. No, quello che lo faceva infuriare davvero era… Era l’incomprensibile e repentino cambiamento che Rio aveva percepito intorno a sé, dentro di sé, nel momento in cui i suoi occhi avevano individuato la figura di quella donna nel filmato. Era stato come ritrovare l’equilibrio dopo aver mancato un gradino, come accendere la luce dopo aver brancolato alla cieca in una stanza buia, come risolvere un problema che fino a pochi istanti prima era sembrato impossibile. E non era riuscito a tenersi tutto quanto dentro, perciò aveva riso.
E Rio si era ricordato di dove fosse – di chi lui fosse, lui era il fottuto giostraio – solo quando Mick, alle sue spalle, si era lasciato sfuggire uno sbuffo divertito. «Che puttane» aveva detto. Rio aveva smesso di ridere, si era accarezzato il mento con una mano, riflettendo brevemente. «Trovale» aveva ordinato, indicando le tre donne del filmato di sicurezza con un cenno del capo.
Mick non ci aveva messo molto a individuarle, sfruttando la rete di contatti che Rio aveva speso anni a costruire per tutta Detroit, così che nulla potesse succedere in quella città senza che lui venisse a saperlo. Aveva degli affari da proteggere, Rio, e non gli piacevano le sorprese. Affatto. Soprattutto se gli costavano soldi.  
Elizabeth Boland, si chiamava così quella donna, quella che sembrava la puttana al comando. Sposata, quattro figli, un cane. Un pessimo gusto in fatto di arredamento. E di uomini, a giudicare dalle foto che Rio osservò, incuriosito, dopo essersi introdotto in casa Boland. Era sicuro fosse lei, la donna che lo aveva fatto ridere in quel video – e che lo faceva infuriare tanto da offuscargli la mente, un solo pensiero fisso in testa, un’ossessione soffocante. Di starle vicino. Fisicamente vicino. Di toccarla.
Rivoleva i suoi soldi, si diceva Rio. Era solo questo, solo il desiderio che gli fosse restituito ciò che gli apparteneva.
La prima volta in cui la vide, in cui la vide davvero, Elizabeth portava un paio di jeans scuri e una camicia blu. E lo guardò dritto negli occhi. Era terrorizzata, certo, ma non provò a scappare nemmeno quando notò la pistola. E Rio non poté fare a meno di avvicinarsi a lei. Voleva provocarla. Voleva spaventarla ancora di più. Voleva allontanarla da sé.
Ma Elizabeth rimase lì. Il cuore tremante e il respiro strozzato.
E i passi di Rio si fecero pesanti e i passi di Rio si fecero inevitabili.
E ineluttabili come il fato.



 

NdA 
Ehi!
Il titolo della raccolta è tratto da una canzone, Tassellate (alt-j). Saranno cinque capitoli, ciascuno ispirato a una diversa "parola intraducibile" (qui il link alla challenge) e a pov alternato (Rio nel primo e nel terzo capitolo, Beth nel secondo e nel quarto, entrambi i pov nel quinto). 
Grazie per aver letto! 
A presto, 
T. <3 
   
 
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