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Autore: dirkfelpy89    26/07/2021    1 recensioni
Marzo 1968. I Magonò sono in subbuglio e, dopo le nuove leggi più restrittive nei loro confronti introdotte dal nuovo Ministro della Magia, marciano in tutto il paese per reclamare più diritti. Quando, nel corso di una di queste manifestazioni, cinque Magonò cadono uccisi da un misterioso terrorista, toccherà ad alcuni Auror indagare e scoprire, forse, quanto il male sia vicino a loro e quanto possa affascinare le menti dei più deboli.
-“Questa storia partecipa al contest Come to the dark side? Ehm… indetto da Severa Crouch sul forum di EFP”
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mangiamorte, Marius Black, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 3, la Genesi del tuo Cognome

 

 



Quella marcia di protesta era davvero una delle più grandi che Marcus avesse mai avuto occasione di vedere. Non solo erano presenti una cinquantina di Magonò inglesi, ma anche irlandesi, scozzesi e addirittura qualche francese e tedesco.
Tutti uniti a dimostrare che i Magonò esistevano e avevano voce in capitolo.
Patetica feccia.

Marcus e i suoi tre compagni erano riusciti a infiltrarsi con facilità nella manifestazione; nessuno sospettava qualcosa ed erano ormai in marcia da più di mezz’ora, scandendo i soliti, tristi, slogan.
Marcus avrebbe voluto agire da solo, i suoi compagni erano bravi nei duelli e tante volte, nel corso delle sue avventure, erano stati preziosi ma per il resto erano piuttosto stupidi e litigiosi. Voldemort però lo aveva tassativamente vietato e così l’uomo aveva passato la mattina a istruire i suoi compagni ed a modificare un piano che, originariamente, era pensato per una persona sola.

A un certo punto la marcia raggiunse un piccolo centro abitato e la folla improvvisamente si arrestò, pronta per organizzare un sit-in di protesta. Troppo velocemente perché Magnus, uno dei suoi compagni evidentemente sovrappensiero, era finito addosso a un paio di giovani Magonò.
“Ehi, cazzo, guarda dove vai!” il manifestante si rivolse, con sguardo e modi ostili, a Magnus che subito, senza nemmeno pensare, estrasse la sua bacchetta magica e la puntò al Magonò che si ritrasse, urlando.
“Magnus, no!” urlò Marcus, cercando di intervenire prima che le cose prendessero una brutta piega. Ma non fece in tempo.
“Un mago! Un infiltrato!” urlò il Magonò, spintonando Magnus. Grosso errore.
“Avada Kedavra!”

/ / / / / / /

Augustus osservava attentamente il lento scorrere della marcia. Bob si trovava vicino a lui mentre i tre Auror che il Ministero aveva messo a disposizione erano sparsi lungo la fila di manifestanti.
Jeremiah avrebbe voluto usare più Auror ma Bob era stato categorico: il loro obiettivo era trovare il colpevole, perciò sarebbe stata necessaria un’operazione in incognito con pochi, fidati, Auror.
La loro fonte altri non era che Aberforth, il gestore del “Testa di Porco”, il quale, silenziosamente, da anni era in contatto con diversi Auror.
Il patto con il Ministero era semplice: le autorità avrebbero chiuso un occhio sui traffici e sugli avventori del pub di Aberforth ed in cambio il gestore avrebbe dovuto mantenere informate le autorità in caso di situazioni molto “scottanti”.

Improvvisamente delle urla, seguite da un lampo di luce verde, attrasse la sua attenzione. Poi fu il caos. La folla di manifestanti perse il lume della ragione e, come una mandria di fronte al pericolo, prese a scappare in ogni direzione possibile. Urla, spintoni, manifestanti che cadevano a terra, feriti.
“É lui, muoviamoci!” sbraitò Bob, guidando Augustus verso la direzione di quella confusione.

Un paio di Magonò giacevano a terra, inequivocabilmente morti, mentre un gruppetto di persone incappucciate era intento a duellare con gli altri Auror presenti. La disparità tra le forze con gli aggressori era evidente: non erano minimamente preparati e subito due di loro caddero a terra, doloranti.
“Copriteli” urlò Bob. Augustus, un po' titubante, si nascose dietro un piccolo cespuglio ed iniziò a bersagliare i terroristi con alcuni schiantesimi. Troppo tardi e troppo poco, visto che un’altro Auror cadde a terra vicino al ragazzo, colpito a morte.
Bob e Augustus si trovarono, in breve, circondati da altri cinque incappucciati. Erano in trappola.
"No, se morirò mi porterò qualcuno di voi nella tomba, ci potete giurare!" sbraitò Bob, lanciando uno schiantesimo. Tutto inutile.
Udirono un coro di “Incarceratum” e poi quattro grosse corde che li bloccarono a terra. L’ultima cosa che Bob vide fu un grosso uomo che si avvicinava, poi il buio.

/ / / / / / /

Augustus si risvegliò lentamente. Era dolorante e si trovava legato in una stanza che con conosceva ma per lo meno era vivo. Volse lo sguardo a destra e vide un’altra sedia, poco distante dalla sua, con sopra Bob a sua volta legato e privo di conoscenza.
“No, tranquillo, non è morto!” disse una voce suadente alle sue spalle. Era Rosier.

“Rosier, si può sapere cosa…” sibilò Augustus. Dove si trovava e cosa c'entrava quel Purosangue rispettabile con gli incappucciati?
“Relascio!”
Immediatamente le corde che legavano l’Auror alla sedia si sciolsero, liberandolo.
“Troverai la tua bacchetta in tasca!” disse un’altra persona, grossa e dai corti capelli biondi, con uno strano accento, “Non vogliamo farti del male… se collaborerai!”
“Sai, sono felice. Abbiamo creato un po’ di baccano con quella feccia Magonò e, a coronamento del tutto, Marcus e i suoi vi hanno portato qui!” disse Rosier, sorridendo, "Anche se, spero, avrai punito quel Magnus. Rischiava di rovinare tutto!" Marcus annuì.
“Ma si può sapere cosa volete da me? Che cosa sta succedendo?” chiese Augustus, spaventato da quella situazione che proprio non capiva. Rosier rise.
“Perdonami, ma adesso comprendo come il mestiere di Auror per te sia solo un ripiego. Non l’hai ancora capito che dietro agli ultimi attacchi ci siamo noi?” chiese, con calma.

E tutto, improvvisamente, ebbe senso. L’accusa di Bob ai Purosangue, il comportamento di Bellings e le parole criptiche di Rosier…
“Perché?” chiese infine.
“Perché possiamo, perché sono feccia, perché se permettiamo loro di alzare la testa allora anche gli ibridi, gli umanoidi e i Babbani faranno lo stesso!” rispose Marcus.
“Perché il Ministero sta andando a pezzi. Noi non possiamo starcene con le mani in mano, osservando lo sfacelo della nostra Comunità Magica. Non possiamo osservare il lento declino dei nostri valori, non riusciamo a concepire dei Babbani appropriarsi dei posti che contano senza fare niente, senza ribellarci. Senza neanche reagire! Sono sicuro che lo stesso varrà anche per te!” concluse Rosier.
Nonostante la situazione folle, Augustus non potè non essere d’accordo con loro. Ma c’era una cosa che non capiva.

“E come possiamo cambiare la situazione… uccidendo dei Magonò?”
“Oh, uccidere i Magonò è solo la prima cosa. L’obiettivo ultimo è raccogliere più seguaci possibili, uomini e donne fidati che possano lottare per questo cambiamento. I Magonò sono un mezzo, non il fine.”
Un’altra persona, alta e pallida, era entrata e al suo cospetto sia Marcus che Rosier si erano inchinati.
“Lord Voldemort ha visto il tuo cuore, Augustus, i tuoi sogni e le tue paure più recondite e nascoste. Sei deluso perché ti stai rendendo conto che il tuo sangue puro, di questi tempi, non ha valore per chi ci governa. Provi rabbia perché ti sembra di sprecare il tuo tempo, lottando contro un Ministero cieco e sordo; sei disilluso perché la legge che servi non funziona. Sei confuso perché sei un Purosangue e sei costretto a ubbidire a feccia e Babbani. Ma le cose possono cambiare, se tu vuoi…” disse il nuovo venuto, con voce fredda e acuta.
“Co… come?” chiese l’Auror, incapace di non pendere dalle labbra di quell'uomo così strano ed enigmatico.
“Unisciti alla mia, alla nostra, causa. Unisciti alla lotta per creare una Comunità Magica diversa, che ponga al centro le tradizioni, la purezza del sangue, il valore e il coraggio. Che ponga i Babbani e la feccia al loro posto naturale: al nostro servizio. Sei un Purosangue, eppure prendi ordini da un inetto Sanguesporco! Questo non deve accadere mai più!” fece notare Voldemort.

Il cervello di Augustus lavorava velocemente. Poteva davvero cambiare le cose? Poteva davvero, lui, dare una svolta alla Comunità Magica?
“Sì, puoi!” disse Voldemort, leggendo la sua mente.
"Non vuoi migliorare le cose? Non vuoi vedere i Purosangue trionfare?" chise Rosier.
"A volte per cambiare le cose servono le maniere forti. A volte la semplice politica non basta contro certa gente..." aggiunse Marcus.

Era folle, forse, ma allo stesso tempo tremendamente vero e reale. Provava un fascino irresistibile per quell’uomo e per le sue parole che accendevano i suoi pensieri più cupi e profondi.
Si sentiva pervaso da un'energia, da una voglia di fare che non provava da anni. Lentamente annuì.
“Così si fa!” esclamò Rosier “Ti osservo da settimane, studiando le tue mosse e sapevo che avresti accettato, che ti saresti unito a noi. Volevi lavorare per l’Ufficio Misteri, dico bene? Ci servirà qualcuno di fidato laggiù… fammi mandare qualche gufo ed entro un mese il posto da apprendista Indicibile sarà tuo!”
“Non così in fretta, però!” esclamò Voldemort: “Prima devi dimostrare la tua lealtà.”
Detto questo slegò Bob.

“Non voglio ucciderlo…” disse subito Augustus, spaventato. Marcus rise.
"Una volta che avrai tolto la tua prima vita diventerà una droga. Per il momento non servirà, però dobbiamo fare in modo che Bob non ci dia fastidio…” si intromise Rosier.

“Reinnerva!” disse Marcus, puntando la sua bacchetta verso l’altro Auror che, subito, prese conoscenza.
’É una prova!’ si disse Augustus.
“Ag… che cosa succede?” chiese l’uomo, cercando di liberarsi dalle corde.
“Perdonami…” sussurrò il ragazzo, prendendo la bacchetta e puntandola contro l’uomo, il collega, l’amico.
“Si può sapere cosa…” sbraitò l'uomo, osservando con disgusto i due Mangiamorte.
“Impero!” disse infine Augustus.

Era una sensazione mai provata prima. Aveva in pieno potere la vita di una persona.
“Quando torneremo al Ministero, racconterai un'avvincente storia sulla nostra fuga da un covo di alcuni stramboidi che ci avevano catturato. Ti comporterai normalmente, continuerai le tue attività da Auror ma ogni settimana verrai da me e mi riferirai tutto quello che sai sulle operazioni degli Auror!” disse ad alta voce. “E ti prego, amico mio, non odiarmi" aggiunse sottovoce.

Mise la bacchetta in tasca e Bob rimase fermo, seduto, con lo sguardo vitreo. Aveva funzionato.
“Niente male, niente male davvero!” esclamò Rosier. Augustus fece per alzarsi ma, improvvisamente, sentì un dolore lancinante provenire dall'avambraccio. Dovette accasciarsi a terra, era come se fosse colpito da dieci pugnali.
Dopo qualche istante però tutto finì e Augustus vide, tatuato sul braccio, uno strano simbolo… come un serpente.

“Hai superato la prima di tante prove, Augustus. Ora sei degno di poterti chiamare Mangiamorte!” sibilò Voldemort. “Ricordati che è un servizio a vita che avrà fine solo con la tua morte!”
Augustus annuì, osservando il suo nuovo Marchio Nero.
"Diventerai un indicibile, la nostra fidata spia all'Ufficio Misteri. Allo stesso tempo controllerai anche Bob di modo che in un solo colpo avremo due informatori in due settori di vitale importanza al Ministero!" annunciò Rosier.

“E ora alzati, Augustus Rookwood e prendi il posto che ti meriti, nel Ministero, nei Mangiamorte e nella vita!” sibilò Voldemort
"A Lord Voldemort, ai Mangiamorte e ad una nuova Comunità Magica!" urlarono Rosier e Marcus. Augustus, per la prima volta da anni, finalmente sorrise soddisfatto.
Era uno di loro. Avrebbe cambiato le cose. Era una Mangiamorte.
Augustus Rookwood, il Mangiamorte dell'Ufficio Misteri!

/ / / / / / /

Si conclude così questa mini long incentrata sulla nascita di un Mangiamorte, Augustus Rookwood, che mi ha sempre affascinato perché uno dei pochi Mangiamorte che conosciamo a non provenire da una famiglia delle Sacre 28. Per questo ho voluto narrare un po' le sue origini, per questo ho voluto cercare di farvi capire il fascino che il male può avere avuto su alcune persone perché non tutti i sostenitori di Voldemort erano Purosangue da generazioni.
Non tutti erano sotto l'influsso della maledizione Imperius e non tutti erano con Voldemort dagli inizi. C'era chi veniva ricattato, chi si univa alla ricerca di un ideale, di una comunità, di un modo per sfogare la sua violenza, di guadagnare più profitti. Sono mille i motivi e con questa umile fic spero di avervi potuto farvi capire i motivi che hanno spinto Augustus alla sua scelta. Richiamato dal 'fascino del male'

  
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