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Autore: luvsam    27/07/2021    1 recensioni
Quella mattina il buonumore di Dean gli stava dando veramente ai nervi e Sam avrebbe dato qualsiasi cosa per farlo tacere, ma papà era ancora arrabbiato per la scenata del giorno prima e non poteva certo permettersi di iniziare un combattimento anche con suo fratello.
E dire che fino a poche ore prima si era sentito davvero felice perché il coach Maverick aveva diramato le convocazioni per la finale di calcio under 16 ed era dentro, non poteva crederci. Era stato su di giri per tutta la giornata discutendo con i suoi compagni degli avversari, di schemi ed eventuali rigoristi, e già si immaginava a correre sul campo.
Uscendo da scuola aveva visto l’Impala e aveva riconosciuto subito suo padre. Era una rarità che andasse a prenderlo alla fine delle lezioni e aveva pensato che ne avrebbe approfittato subito per chiedere il permesso per andare ad Austin con la squadra, ma qualcosa nella postura rigida del genitore lo aveva messo in allarme. Si era avvicinato e aveva riconosciuto il signor Rhodes e da lì tutto era andato storto.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dean aveva mantenuto la calma durante tutti i preparativi del rito che avrebbe portato suo padre e Lenora in presenza di Abyzou e aveva ripetuto senza esitazioni le istruzioni che la donna gli aveva dato per riportarli indietro, ma, quando vide John entrare nella panic room con Sammy tra le braccia, le cose cominciarono a cambiare. Osservò il genitore stenderlo su uno dei tre letti che lui e Bobby avevano sistemato nella stanza segreta del Singer Salvage e il cuore prese ad andargli più forte.
Su un tavolino Lenora aveva sistemato due bicchieri con un liquido ambrato al suo interno e delle scodelline con delle erbe, poi aveva iniziato ad accendere candele e a recitare qualcosa che Dean non riusciva a capire.
“John, sei pronto?”
“Sì”
“Bene. Prendi uno dei due bicchieri e siediti prima di bere”
“Ho lo stomaco forte”
“Fidati, mi ringrazierai”
“Okay”
L’uomo fece quello che gli era stato detto, poi chiamò a sé suo figlio maggiore.
“Dean”
“Niente discorsi d’addio, non ci provare”
“Dean, devi ascoltarmi. Hai sentito Lenora, le cose potrebbero andare male e se dovesse accadere tu…”
“No, fermati”
“Ascoltami”
Il tono di rimprovero di suo padre fece sentire il ragazzo molto più giovane della sua età e finalmente tacque.
“Dean, se qualcosa dovesse andare storto, se non dovessi riuscire a tornare, voglio che resti con Bobby. Non fare il pazzo mettendoti a bere e a scorrazzare con l’Impala. Voglio che non ti allontani da qui fino a quando non ti senti a posto e abbastanza lucido. E niente patti, mi sono spiegato?”
“Papà, se tu non torni, non tornerà nemmeno Sammy e io…”
“So che sarà dura, ma sei un Winchester e ti ho insegnato che la vita ci tira dei gran calci nelle palle, ma noi torniamo sempre in piedi”
“Non posso farcela senza te e Sam”
“Dean, voglio che mi giuri che non farai nessun patto”
“Papà”
“Giuramelo, figliolo”
Dean mandò giù a fatica il groppo che aveva in gola e annuì.
“Voglio sentirlo dalla tua voce”
“Te lo giuro”
“Okay. E un’altra cosa: devi dare a me e a Sammy un funerale da cacciatori”
A quelle parole il maggiore dei figli di John crollò e si lanciò in lacrime tra le braccia del padre. L’uomo lo abbracciò e cercò di consolarlo, ma in cuor suo sapeva che nulla avrebbe lenito la sofferenza di Dean. Non voleva mettere ulteriore pressione sul figlio, ma, mentre lo teneva stretto, gli sussurrò precise istruzioni, poi gli afferrò il viso e disse:
“Devi fare quello che ti ho chiesto”
“Ma papà…”
“Esegui gli ordini, qualsiasi cosa succeda”
“Sì, signore”
Lenora e Bobby si sentirono di troppo in quel momento, ma la donna sapeva che non potevano attardarsi oltre.
“John, dobbiamo andare, Sam è sempre più debole”
“Okay, sono pronto”
L’ex marine guardò dritto negli occhi il suo ragazzo e gli sorrise.
“Sono fiero dell’uomo che sei diventato”
“Io sono fiero di essere tuo figlio”
“Resta a guardia del forte”
“Lo farò e aspetterò, come sempre, il tuo ritorno”
Dean ricambiò il sorriso, poi si allontanò dal padre, che guardò Lenora e mandò giù il contenuto del bicchiere. Non appena il liquido scivolò lungo le pareti del suo stomaco, John avvertì una fitta fortissima e si piegò in due.
“Papà”
“Cazzo”
“Che cos’hai?”
“Ti avevo detto che non sarebbe stato facile”
“Sto bene, Dean, tranquillo. Devo solo riprendere fiato, è tutto okay”
“Sarai cosciente ancora per poco, stenditi, stiamo andando”
L’uomo fece quello che gli era stato detto e voltò il capo verso suo figlio minore.
“Sto arrivando, Sammy, vengo a prenderti”
Questo fu l’ultimo pensiero che riuscì a formulare perché poi lo accolse l’oscurità e tutto si fermò fin quando non si sentì chiamare per nome.
“John”
Dal profondo del buio della sua mente riconobbe la voce di Lenora e si sforzò di riaprire gli occhi.
“John, sei con me?”
“Sì, credo di sì”
“Forza, tirati su. Non siamo al sicuro qui, dobbiamo nasconderci”
“Okay”
L’uomo si mise faticosamente dritto sulle gambe e chiese:
“Ci siamo?”
“Sì”
“Puoi sentire Sam?”
“Non è vicino, ma riesco a percepirlo. Non sta bene però, Abyzou ha continuato a tormentarlo”
“Le romperò il…”
“Risparmia la foga per quando la vedrai, per ora dobbiamo muoverci con cautela”
“Fai strada”
“John, ti ricordi quello che ti ho detto, vero? Non sarà una passeggiata di salute”
“Sì, me lo ricordo, ma rivoglio mio figlio. Come la staniamo?”
“Quando sono venuta per Vincent, ho girato a vuoto per ore, poi all’improvviso me la sono trovata davanti, ma questa volta non si esporrà. Sa che sei un cacciatore e che sei molto abile, quindi si guarderà bene da affrontarci a viso aperto”
“Ho una domanda”
“Dimmi”
“Mi hai raccontato che, quando sei venuta per Vincent, ti ha lasciata andare e non capisco perché l’ha fatto”
“Quando Abyzou fuggì dal Tempio, era ferita e stava per morire nel deserto, ma fu aiutata da una tribù nomade. La accolsero e a lungo ignorarono la sua vera natura. La trattarono come una di loro e pare che le cose siano andate lisce fin quando la figlia del capo non rimase incinta. A quel punto la sua natura demoniaca prese il sopravvento e una notte tentò di provocarle un aborto. Era quasi arrivata fino in fondo quando provò pietà per la ragazza e per non fare del male a chi l’aveva soccorsa, se ne andò. Non dimenticò mai la loro generosità e per riconoscenza a quella tribù, decise che avrebbe sempre offerto una possibilità di salvarsi a chi l’avesse sfidata”
“Ancora non capisco perchè non ti abbia uccisa"
La donna trattenne a stento le lacrime pensando al figlio, poi rispose:
“La verità è che sono una vigliacca”
“Che cosa hai fatto, Lenora?”
“Quando mi ha proposto di andare via, io ho accettato! Ero terrorizzata e le ho lasciato mio figlio. Ero sola in quel posto orribile, la cosa più raccapricciante che abbia mai visto in vita mia”
“Mi hai mentito”
“Non proprio”
“Hai detto che Alison ti ha portata indietro, non mi avevi raccontato che hai lasciato volontariamente tuo figlio a quel demone”
“Alison mi ha riportata indietro, ho solo omesso una parte della storia”
“Come hai potuto? Era tuo figlio”
“Me lo domando ogni giorno della mia vita”
John fissò la sensitiva e avrebbe voluto provare solo disprezzo per lei, ma non riusciva a farlo. Lui non aveva abbandonato i suoi figli quando Mary era morta, ma c’erano stati giorni in cui il peso della responsabilità lo aveva schiacciato al punto che la proposta del suo ex commilitone Frank non gli era sembrata del tutto folle.
Aveva pensato che Dean e Sammy sarebbero stati più felici andando a vivere in una bella casa fuori Sacramento, in fondo i bambini hanno bisogno di stabilità e lui non era in grado di dargliela, ma poi, quando si era arrivati al dunque non aveva potuto lasciarli. Aveva guardato gli occhi smarriti di Dean mentre la moglie del suo amico gli tendeva le braccia e gli diceva che poteva chiamarla zia Milly e lo aveva tirato dietro di sé, mentre con l’altro braccio teneva stretto Sammy.
Frank aveva provato a convincerlo che era solo una soluzione temporanea, che avrebbe potuto riprenderli appena si fosse rimesso in sesto, ma John aveva scosso la testa e li aveva portati via.
“Lo so, faccio schifo come madre, ma non guardarmi in quel modo”
“Non ti sto guardando male, tu hai la tua storia e io la mia. Sono affari tuoi quello che hai fatto , io voglio solo riprendermi Sammy! Mi dicevi che Abyzou tiene prigionieri i bambini”
“Sì”
“Sono ancora vivi?”
“Non proprio, lei li consuma un po' alla volta e poi svaniscono. Quando non ne ha più, ritorna a caccia e prende altri innocenti”
“E Sammy?”
“Te l’ho detto, avverto ancora la sua energia, ma si sta affievolendo”
“Quanto tempo tiene i bambini?”
“Giorni, anni, per lei non c’è una regola. Finchè la divertono, immagino”
“E se muoiono qui, muoiono anche nella realtà?”
“Sì, è la fine di tutto”
 
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“Sammy, indovina chi sta venendo a trovarci?”
L’adolescente aprì gli occhi e fissò Abyzou senza replicare. Si sentiva molto debole e a stento riuscì ad alzare la testa dal pavimento. Il demone lo aveva tormentato con ricordi spiacevoli che riguardavano suo padre e ad un certo punto era svenuto.
“Non lo sai? Te lo dico io! Quel maledetto di John Winchester è venuto a sfidarmi in casa mia e non se ne pentirà mai abbastanza”
Sam ebbe un sussulto e la speranza di essere salvato riprese posto nel suo cuore. Lacrime di sollievo gli riempirono gli occhi, papà non lo aveva abbandonato e stava arrivando per lui. Tentò di alzarsi, ma i suoi sforzi non furono ricompensati, anzi si ritrovò, in posizione prona, a fissare il soffitto.
“Cosa c’è? Pensi che ti libererà? Pensi che gli permetterò di togliermi il mio bambino? Non accadrà mai, lo farò a pezzi”
Abyzou fluttuò sul corpo inerme del suo prigioniero e aggiunse:
“Non capisci che è uno sporco bastardo e che non ti merita? Lui ti ha ferito continuamente, ti ha rovinato la vita. Vuoi che ti rinfreschi ancora la memoria? Non ho che l’imbarazzo della scelta, te ne ha fatte talmente tante. Sai qual è la mia preferita? Quella in cui avevi quattordici anni e i servizi sociali ti portarono via mentre eri a scuola. Te lo ricordi, vero, Sam? Tuo padre e tuo fratello ti avevano mollato in un motel pidocchioso e la zelante proprietaria ha chiamato la polizia”
(Inizio flashback)
“Sam Winchester nell’ufficio del preside Sterling”
Il professor Mount alzò gli occhi dal registro in direzione del suo alunno e chiese:
“Che succede, Sam?”
“Non lo so, signore”
“Beh, non possiamo ignorare la chiamata, hai il permesso di uscire”
“Ma il compito di scienze?”
“Lascia il foglio sul banco, te lo farò finire dopo”
“Grazie”
L’adolescente si alzò e si avviò verso la porta con una strana sensazione nello stomaco. Non aveva combinato guai, era sempre presente e puntuale a lezione, non aveva una sola insufficienza, quindi in teoria non c’era una ragione per quella convocazione, eppure il suo nome era uscito dall’altoparlante dell’aula.
Arrivato alla porta del preside, bussò e fu invitato ad entrare. Non appena lo fece e vide chi lo attendeva all’interno, sentì il suo battito cardiaco aumentare. 
Oltre alla familiare figura del preside Sterling c’erano due agenti e un altro uomo in borghese e subito pensò che fosse successo qualcosa a suo padre e a suo fratello, che erano sulle tracce di una Banshee da più di una settimana.
“Figliolo, siediti”
“Preferisco restare in piedi, signore”
“Come vuoi, Sam. Ti presento il signor Walker, lavora per il CPS”
“CPS? Non capisco”
“Sam, qualcuno ci ha segnalato che vivi da solo in una stanza del motel di Broadwich Street”
“Non sono solo, sono in città con mio padre e mio fratello”
“La persona, che ci ha chiamato, ci ha detto che sei arrivato con loro, ma che sono giorni che non si fanno vedere. E’così, figliolo, sei solo da una settimana?”
Sam deglutì nervosamente e cercò di dire qualcosa, ma lo sguardo del signor Walker e la presenza dei due agenti gli dissero che si trovava in un mare di guai.
“Non devi aver paura, ci occuperemo noi di te”
“Che vuol dire?”
“Devi venire con noi, Sam, da questo momento sei una responsabilità dello Stato”
“Non potete portarmi via, mio padre sta tornando. Si è dovuto allontanare, ma mi ha lasciato i soldi per mangiare e mi chiama tutti i giorni per sapere se sono venuto a scuola e sto bene”
“Sam, siamo entrati nella vostra stanza e non c’era molto di commestibile. Inoltre al centralino del motel non risulta nessuna chiamata in entrata”
“Mi chiama al cellulare”
“Stai mentendo e lo sappiamo tutti e due”
“Non sto mentendo”
“Sam, tuo padre ti ha mai messo le mani addosso?”
“Che cosa? Mio padre non è uno sporco pedofilo, che cosa le viene in mente?”
“E tuo fratello?”
“Dean è fantastico, non mi farebbe mai del male”
“Sei proprio sicuro? Non devi vergognarti, non è colpa tua”
“Papà e Dean non mi fanno niente”
“Davvero? Fa caldo, perché porti le maniche lunghe?”
“Non mi piacciono le maniche corte”
“O forse vuoi nascondere dei lividi o altri segni? Figliolo, te lo ripeto,se tuo padre o tuo fratello ti costringono a fare cose che non vuoi, puoi dircelo, ti aiuteremo”
“Lei è malato”
“Non lo sono e ho affrontato molti casi come il tuo”
“Io non sono un caso, lei non sa un bel niente della mia famiglia”
“Parlamene tu”
“No, non sono affari suoi”
“Sam, è vero che tuo padre ti costringe ad allenarti all’alba?”
“Non mi costringe”
“Vuoi dire che sei contento di correre per miglia prima di venire a scuola?”
“Dean e io ci teniamo in forma”
“E che succederebbe se non lo facessi? Abbiamo indagato prima di venire e sappiamo che John Winchester è un reduce del Vietnam. Era sposato con Mary Campbell e dopo la sua morte ha mollato casa e lavoro ed è sparito con te e tuo fratello. Perché è scappato?”
“Non voglio parlare di questo”
“Ti sposti continuamente, cambi scuola anche quattro o cinque volte in un anno”
“Sì, ma non è un problema”
“Effettivamente i tuoi voti sono perfetti, ma ciò non toglie che tuo padre non si cura di te”
“Mio padre è una brava persona e ha fatto del suo meglio per crescere me e Dean senza la mamma.”
“Sam, stai mentendo, vero? E’ normale che cerchi di proteggerlo, ma è evidente che subisci abusi”
“Non è vero”
“Allora alzati la maglietta e fammi vedere che è tutto okay”
“Mi sa che è lei il pervertito, la mia maglietta sta bene dove sta”
“Mi fai vedere le braccia-?”
“Non le faccio vedere proprio niente, io…”
La risposta fu interrotta da dei colpi alla porta e dall’entrata della signora Golborne, che aveva tra le mani il suo zaino e il giubbotto.
“Andiamo, vieni con noi”
“No, non mi muovo. Mio padre non mi ha abbandonato, lui tornerà a prendermi”
“Sam, non costringermi a farti portare via con la forza da questi due agenti, evitiamo piazzate nei corridoi”
L’adolescente tentò a quel punto la fuga, ma fu bloccato al volo dai poliziotti, che faticarono non poco a contenerlo e a trascinarlo verso l’auto di servizio.
“Toglietemi le mani da dosso”
“Calmati, ragazzo, smettila di tirare calci”
Il signor Walker li raggiunse e disse:
“Sam, andrà tutto bene, te lo prometto. Capisco che tu sia spaventato e che pensi che non ci sia niente di male nel comportamento di tuo padre, ma non è così. Non può lasciarti da solo per giorni, sei solo un ragazzino ed è suo dovere prendersi cura di te”
“Lui si prende cura di me”- urlò.
“Adesso ti portiamo nella nostra sede, ti daremo da mangiare e dei vestiti puliti e non appena sarai più calmo, parleremo del futuro”
“Il mio futuro è con papà e con Dean e non li voglio i tuoi fottuti vestiti”
L’uomo era abituato, dopo tanti anni, agli scoppi d’ira dei bambini che allontanava dalle famiglie di appartenenza e sapeva che doveva dare tempo a Sam di fare i conti con la realtà.
Gli tolse il cellulare e lo tenne in sede per circa una settimana cercando di instaurare con lui un minimo di rapporto, ma l’adolescente continuò a respingerlo convinto che suo padre avrebbe fatto irruzione da un momento all’altro.
Ma la sua famiglia non si fece vedere e Sam abbandonò la rabbia per sprofondare nello sconforto. Smise di inveire contro chiunque entrasse nella sua stanza e ad un certo punto apparve così calmo che i signori Russel, i suoi aspiranti genitori affidatari, furono invitati per incontrarlo. Non rispose a nessuno dei loro tentativi di intavolare una conversazione e non degnò nemmeno di uno sguardo la felpa che gli avevano portato in regalo, ma i coniugi accettarono comunque di portarlo a casa loro.
Sam si ritrovò così a vivere a Leavenworth, ridente cittadina dello stato di Washington e i primi giorni furono veramente duri. Non ce l’aveva direttamente con i Russel perché erano molto gentili con lui, soprattutto la signora Kate, ma non riusciva a rassegnarsi all’idea di essere stato separato dalla sua famiglia.
Pensò più volte di fuggire e di andare da Bobby o dal pastore Jim, ma il Minnesota e il South Dakota erano molto lontani e senza mezzi era quasi impossibile raggiungerli.
Sam non si era mai sentito tanto solo in vita sua e iniziò a rifiutare il cibo. Passava le giornate senza nemmeno alzarsi dal letto e fu lì che una notte una mano sulla bocca gli impedì di urlare e degli occhi verdi lo fissarono con un gran sorriso.
“Ciao, principessa! La vacanza è finita, si torna sulla strada”
“Dean”
“L’unico e solo, fratellino. Sbrigati, papà ci aspetta fuori”
Sam si alzò e si lanciò singhiozzando tra le braccia di Dean.
“Ehi, Samantha, ricomponiti, non siamo mica in una soap”
“Scusa, è che sono felice che sei qui, pensavo di non rivedervi più! Perché non tornavate? Dove siete stati?”
“Parliamo dopo, dobbiamo uscire in fretta”
In pochi minuti i due fratelli furono fuori casa e entrarono nell’Impala, che partì a tutta velocità.
Non appena John pensò di aver messo abbastanza distanza tra loro e i Russel, si fermò in una strada secondaria, scese dall’auto e abbracciò forte suo figlio minore.
“Stai bene?”
“Adesso sì”
“Sei dimagrito”
“Un po'”
“Più di un po', direi. Che cosa è successo?”
“Hanno notato la vostra assenza e la polizia mi ha portato via da scuola”
“Ti hanno messo le manette?”
“Dean, piantala! Adesso ci rimettiamo in viaggio, andremo a stare per un po' in uno dei rifugi del Pastore Jim e aspetteremo che le acque si calmino”
“Papà”
“Incidente chiuso, Sam, e la prossima volta stai più attento e non attirare l’attenzione”
“Non l’ho fatto”
“Ho detto incidente chiuso, andiamo”
(fine flashback)
“E’ venuto a prendermi, non mi ha lasciato in affido”
“Ma è stata colpa sua se hai dovuto subire quell’umiliazione! Ammettilo, i Russel stavano cominciando a piacerti e saresti stato felice di diventare loro figlio se avessero deciso di adottarti”
“No, volevo papà e Dean”
“Sì, e paparino era così entusiasta di riprenderti che alla prima occasione ti ha rimproverato perché ti eri fatto scoprire”
“Smettila”
Abyzou passò uno dei suoi artigli sulla guancia del suo prigioniero e disse:
“Sai che mi è venuta un’idea? Vuoi vedere il tuo papà, Sammy? Adoro le riunioni di famiglia”
Il ragazzo spalancò gli occhi e cominciò ad ansimare a causa della pressione che avvertiva sul petto, poi, quando cominciò seriamente a mancargli l’ossigeno, perse conoscenza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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