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Autore: Delsin98    27/07/2021    2 recensioni
“Non so cosa mi mantenne in vita quel giorno…. quello che so è che non avrò pietà per miei nemici, non dopo quello che hanno fatto"
30 anni dopo l'avvento dell'ex Simbolo della Pace Deku, una nuova generazione di eroi inizia a farsi strada nella società. Ma la fiamma allora sopita dei Villains ricomincia a diventare un enorme incendio che minaccia di ardere e demolire tutto quello che è stato costruito finora. Nuovi pericoli incombono all'orizzonte e oscure figure tramano nell'ombra, pronte a rovesciare le sorti dell'intera umanità, gettando il mondo nel caos, ma qualcuno sarà pronto a fermarle o almeno morirà tentando...
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1  

 

La pioggia cadeva fitta, implacabile e senza sosta, quasi come se fosse una lama tagliente, inondando quello che doveva essere uno dei quartieri più malfamati della grande metropoli che si stagliava sullo sfondo. Un’insistente foschia simile a dita spettrali aleggiava in esso, facendogli assumere un’atmosfera così lugubre, tipica di alcune città fantasma, con le strade fangose invase dai detriti, gli edifici distrutti e accostati l'uno sull'altro come giganti feriti e sventrati, il latrare lamentoso di qualche cane tra i rifiuti e la desolazione a perdita d'occhio svelata dalle saette che cadevano in uno sfolgorante bianco e si diramavano in una ragnatela elettrica, illuminando il cielo notturno e terso di nuvole, seguite dal rombo dei tuoni.  

Lì, in piedi a contemplare quel fenomeno così singolare, due bambini, un maschio e una femmina di età non superiore ai dieci anni danzavano completamente zuppi d’acqua e ignari di quello che di lì a poco sarebbe avvenuto.

«Mar....Marsh.....» sussurrò la più giovane. Un rivolo color cremisi si fece lentamente largo tra le sue labbra, gli occhi si strinsero per il fastidio. Ella giaceva a terra, riversa in una pozza di sangue, incapace di muoversi e con nient’altro che un filo di voce rimastole. La ferita all’addome era veramente profonda e neanche un tempestivo intervento l’avrebbe salvata.  

Avanti a sé si ergeva una figura di media statura, dallo sguardo impassibile e indecifrabile, che osservava quella scena così raccapricciante con un sorriso stampato in volto, stringendo il manico della katana nella mano destra, da cui gocciolava copiosamente il liquido fresco e cremisi. A pochi metri da lei, il compagno di giochi di sempre, accovacciato e sotto shock, si teneva la testa con le mani entrambe impregnate del sangue dell’amica, incapace di realizzare cosa avesse appena visto, mentre le lacrime volavano via e si mescolavano nella tempesta. Poi, scattò in piedi e.…fu il buio... 

 

 

**** 

 

 

 Era ormai notte fonda. La luna e le stelle rischiaravano con la loro pallida luce i tetti delle case e vegliavano sulla città addormentata come una madre premurosa. Le strade erano ormai quasi deserte, fatta eccezione per qualche ubriaco che si trascinava barcollando verso casa dopo l'ennesima serata passata a far baldoria o qualche criminale di piccola taglia che si aggirava per i vicoli in cerca di qualche malcapitato da aggredire e derubare o il duo occasionale di Hero in lontananza che usciva per il giro di ronda, controllando ogni anfratto. Gli unici suoni udibili erano il richiamo di qualche uccello notturno o il miagolio di qualche felino randagio che rovistava tra i rifiuti. L'atmosfera sembrava tranquilla, troppo tranquilla. La classica calma che precede la tempesta.  

Ed ecco che un tonfo sordo si levò dai uno dei vicoli più malfamati della metropoli, riecheggiando nell'oscurità. Scuotendo il capo, come a voler dissipare quel turbine di ricordi, una sagoma scura se ne stava appollaiata su un cornicione, intenta a scrutare il territorio circostante.  

L’odore familiare di questa particolare zona di Shizouka mista ai gas di scarico e al cibo di strada gli stuzzicava il naso e la fresca brezza che vi spirava contribuiva a riempirgli i polmoni. Sarebbe stata una notte perfetta, ignara degli affilati artigli che ghermivano la città e libera da ogni forma di corruzione e violenza e da piccoli litigi facilmente risolvibili con una comunicazione adeguata, ma impreziosita dalla presenza di uno scopo, motivo per il quale egli era lì, sperando che nessuno l’avrebbe mai scoperto o saputo.  

Nulla era cambiato da quel fatidico giorno, tale era la natura del mondo, del resto come diceva un vecchio saggio “Più le cose cambiano, Più rimangono le stesse”, se ne rendeva conto solo adesso.  Per tre anni, aveva scovato ogni possibile covo di villain, che fossero ladri o assassini, criminali di poco conto o mostri con quirk devastanti e organizzazione altrettanto mostruose, sgominando tutti quelli che si paravano sul suo tortuoso cammino. Per tre anni aveva cercato di scoperchiare ogni ombra alla ricerca di semplici frammenti di informazioni, qualsiasi cosa potesse condurlo nella giusta direzione, verso l’identità del responsabile della sua eterna infelicità, ma più scavava, più scopriva quanto fosse putrido e maleodorante il marciume che ne veniva fuori e ora per grazia degli dei, ne aveva uno stralcio, o almeno così credeva.  

Nelle mani di un manipolo di villain giaceva l’ultima posizione conosciuta di colui che era responsabile del massacro a cui assistette e senza dubbio di molti altri. A causa delle numerose e false voci che circolavano, ogni Hero era in allerta ed ecco che ogni agenzia presente nelle varie città si adeguava di conseguenza, aumentando i ritmi e le pattuglie con il solo scopo di garantire la sicurezza degli abitanti. Ma dietro il loro volto così sorridente però, si celava una maschera di sgomento e tristezza, essendo non più capaci di adempiere alle sicurezze che una volta offrivano.  

Con la stessa rapidità di informazione, egli riuscì a recepire e risolvere intrigati ed oscuri schemi che gli si riproponevano, giungendo alla conclusione che lo vedeva oggi protagonista, nel cuore di Shizuoka, inconsapevole che il parassita covava proprio sotto i suoi piedi.  

Con un balzo felino, si gettò nel vuoto, atterrando con grazia sul terreno. Si muoveva rapido e silenzioso, quasi fosse uno spettro, saettando da un vicolo all'altro, impercettibile, inafferrabile, scivolando nell’ombra. Si arrestò solamente poco più avanti, dinanzi ad un edificio diroccato in una zona isolata della periferia, avvolto in un’aura misteriosa e lugubre. Difficilmente in mezzo a tanta devastazione, una struttura del genere avrebbe potuto attirare l’attenzione, e proprio per questo, rappresentava un luogo ideale da utilizzare come nascondiglio. 

  «Sei in ritardo» 

Una voce calda e autoritaria lo costrinse a voltarsi, capendo come il suo intento di apparire discreto fosse ormai miseramente fallito. Esaminò attentamente quel misterioso individuo appoggiato dirimpetto alla parete di un’abitazione adiacente, con il busto rivolto verso di lui: si trattava di un ragazzo di statura abbastanza alta e dalla folta zazzera di capelli argentei. Degli abiti scuri quasi quanto le tenebre che inghiottivano i dintorni, fasciavano un fisico all’apparenza atletico e slanciato. Doveva trattarsi di un giovane abituato all’azione e agli spostamenti, nonché un amante della vita notturna e un abile segugio nell’individuare tracce, vista la sua presenza.  

Il vigilante gli rivolse uno sguardo minaccioso, eppure così vuoto «Guarda, guarda, in effetti avvertivo nell’aria una certa puzza di cane bagnato» esordì

L’altro in risposta si limitò ad abbozzare un sorrisetto, tornando poi a scrutare il paesaggio spettrale e tetro, ignorando completamente il secondo, come se fosse l’unica altra cosa nell’universo a parte sé stesso. 
 
«Comunque, se un individuo del tuo calibro si è scomodato fin qui significa che le mie supposizioni erano esatte e che sono sulla strada giusta, o mi sbaglio?» continuò il vigilante avanzando verso di esso di qualche passo 

L'uomo voltò il capo nella sua direzione, inchiodandolo con i suoi intensi occhi argentei, trasmettendo quasi un segno di inquietudine. «Non ti sbagli, ma entrambi abbiamo mancato il bersaglio stanotte. Qualcuno avrà cantato...oppure la tua crociata da vendicatore avrà fatto troppo chiasso, attirando attenzioni indesiderate. Non è certo la prima volta che qualcuno commette un errore da principiante, capita e basta...» concluse sollevando le spalle con nonchalance  
 
«C****» ringhiò il primo, svanendo in un istante, quasi come se fosse stato inghiottito nell’oblio. Per un attimo aveva creduto che anni di ricerca avrebbero finalmente portato a qualcosa, ma invece... avrebbe dovuto prevederlo e agire con logica, ma invece si era fatto prendere dalle emozioni, come un principiante. Come avrebbe dovuto tener fede a quella promessa se poi si lasciava guidare dal puro istinto? Si trattava di una domanda alla quale avrebbe dovuto trovare al più presto una risposta concreta  
 
«“Devo dire che la giornata si è dimostrata tutt’altro che noiosa e presto ci sarà da divertirsi”» affermò il secondo, dileguandosi tra gli oscuri recessi dei palazzi, anche lui rimasto a bocca asciutta, lasciando ai muti astri la testimonianza di tale evento. 

   
 
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