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Autore: ClostridiumDiff2020    28/07/2021    0 recensioni
Questa Storia Partecipa alla 365 Writing Days Challenge 2021
365 finestre...
365 storie, una raccolta di racconti, una raccolta di vite.
Ogni giorno, partendo da una parola, si aprirà una porta verso qualcosa, verso qualcuno...
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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209 - Maschere
 
 
Quando Benjamin si svegliò era solo nel suo letto, Billy doveva essersi alzato all’alba. Quella notte lo aveva sentito agitarsi nel sonno. Incubi?
 “Ben svegliato”
Genya lo osservava con un mezzo sorriso. “Alzati, sei atteso.”
Benjamin si alzò trascinandosi dietro il lenzuolo e sgattaiolando rapido verso il bagno, dove ad attenderlo trovò delle scrupolose serve che lo obbligarono a lasciare da sua protezione di stoffa. 
Non apprezzava essere toccato in quel modo, né che Genya se ne restasse appollaiata come un pappagallo osservando il suo corpo con chirurgica attenzione.
“Sai se Billy…” farfugliò sussultando quando la spugna della serva gli passò lungo la schiena. Voleva chiederle se avesse visto Billy, ma si morse la lingua. Non voleva farlo di fronte a quelle donne. Parlavano tra loro in una lingua che Genya definiva Ravkiano antico e ridacchiavano mostrandosi nei suoi confronti sempre più invadenti.
Lui si scostava ma per quanti passi indietro facesse quelle mani trovavano comunque il modo di raggiungerlo.
Poi Genya compiva la sua magia, rimuovendo ogni minima imperfezione, ogni segno della sofferenza che il suo fisico mostrava dopo ogni fallimentare giornata di allenamento con Baghra. 
 
Genya scacciò le domestiche con un gesto stizzito. “Sai, se non fossi nella stanza… Credo che non si tratterebbero affatto dal mostrarti le loro intenzioni… Una di loro lo ha detto chiaramente…”
Benjamin ripensò a quelle mani lunghe arrivare a parti che avrebbe preferito fossero rimaste fuori portata. “Secondo te si sarebbero trattenute?”
Genya lo osservò e lo spettro di un'ombra apparve sul suo volto.
Quando si avvicinò di nuovo lo invitò a sedere ed attese un suo cenno di consenso.
“Mi assicurerò che nessuno ti tocchi mai più senza che tu lo voglia”
 
….
 
“Posso diventare in grado di riportare in vita i morti?”
Fedyor aprì la bocca incerto su cosa dire poi rivolse uno sguardo smarrito al marito che li scrutava con un fiero cipiglio di disapprovazione. In merito a quell’amicizia, alla confidenza che Fedyor concedeva al suo riluttante allievo, tutto.
Billy attese finché Ivan non cosse con forza la testa, sbriciolando ogni sua speranza.
“Che potere inutile, patetico…” ringhiò Billy ricolmo di frustrazione.
Maledisse ogni suo pensiero. Che senso aveva quella vuota speranza, lei si trovava a molte lune di distanza, in un altro mondo. Eppure, sapere che avrebbe potuto ridarle ciò se sentiva di avergli rubato lo aveva fatto sperare. Poter rivedere i suoi occhi sorridenti e dirgli finalmente di essere felice, perché si era sentito accolto veramente e che era bello poter dire di avere una madre. Non importava che non ci fosse alcun legame di sangue, lei lo aveva scelto, malgrado lui non ne comprendesse la ragione. Di certo le avrebbe parlato di Krista, di quello che sentiva per lei ma poi avrebbe voluto parlargli di Benjamin e di quel tornado di emozioni che lo travolgeva quando lo teneva stretto. Che aveva quasi paura della propria forza, temeva di poterlo ferire.
Ma tutti quei pensieri erano vuoti e futili, dato lo stato delle cose. Perché continuava a desiderare ciò che il destino pareva volergli negare con tanta forza.
La voce di Ivan lo riscosse “Andiamo è tempo che tu abbia il tuo primo incontro con Baghra.”
 
….
 
Quando Benjamin uscì dalla capanna, accaldato, scacciato dalle grida adirate della donna trovò il Generale ad aspettarlo.
Non lo aveva più visto da quando si era presentato nella sia stanza, il solo ricordarlo lo fece avvampare. Era arrabbiato, con lui, con se stesso. Si era mostrato così fragile, perché stretto dalle forti braccia di Billy. Si sentiva così esile, stretto in una morsa tra Billy e quell’oscura presenza che gli si stagliava davanti.
“Generale…” borbottò.
Lo osservava con altezzoso distacco “Normalmente non condivido i miei pensieri con, nessuno. Ma tue il tuo compagno… Avete causato non poco scompiglio con la vostra sola presenza. Il vostro volto, il tuo potere. Potrei sezionare almeno uno di voi per comprendere a pieno la vostra natura, perché siete apparsi nel mio mondo, perché adesso…”
“Non avvicinarti a Billy”
Quando vide un sorriso divertito allargarsi sul volto del Generale comprese, voleva solo metterlo alla prova. “Tu tieni così tanto a lui eppure, gli stai mentendo… Gli hai detto che stai reprimendo il tuo dono per farmi dispetto? Che questo ti sta quasi uccidendo? Pensi di proteggerlo? Pensi di tenerlo al sicuro finché io penserò che tu non sia pronto? Come pensi che reagirà, quando comprenderà, che gli hai mentito fin od adesso…”
Benjamin si strinse tra le braccia, aveva perso peso in così poco tempo e si sentiva costantemente spossato. Solo quando Billy gli sfiorava la pelle si sentiva sicuro, certo di far la cosa giusta.
“Ho atteso così a lungo il tuo arrivo, tu cerchi di proteggere un solo uomo. Io sto lottando per proteggere il mio popolo e combatto questa guerra da così tanto, da solo… Ma per te? Così tante vite sono sacrificabili per una sola?”
Benjamin sollevò lo sguardo, la sua voce si era fatta incerta, tremante.
Una rabbia fremente che gli ricordava vagamente quella che Billy tentava invano di reprimere dentro di sé. Appariva così vulnerabile in quel momento e quel pensiero lo lasciò stordito.
“Voi non siete di questo regno, ho scelto di tenere per me questa conoscenza ma non esiterò a usarla contro di voi, se persisterai. Smettila di resistere, lascia che Baghra ti insegni. Assieme potremo cambiare il mondo, se solo tu ti sforzassi di vedere più in là dei tuoi desideri.”
 
….
 
Quando Benjamin rientrò nelle sue stanze ra ricolmo di timori e dubbi. Le parole del Generale si erano insinuate nella sua mente come tarli, innestando il seme del dubbio.
Che stesse sbagliando a opporsi così tanto a lui?
Avrebbe voluto parlare con Billy ma non lo aveva trovato a cena, così era rimasto seduto, stretto nella sua stoffa nera e oro, da solo. Aveva sbocconcellato poco cibo, aveva ascoltato l’austera voce di Ivan che ad ogni parola lo deliziava di uno sguardo carico di disapprovazione. Ma Benjamin non ci aveva fatto caso. Voleva vedere Billy, quella notte aveva percepito il suo spirito turbato e non aveva più avuto modo di parlargli.
Billy lo attendeva seduto vicino alla finestra e osservava l’oscuro orizzonte.
Quando sentì la porta chiudersi sollevò lo sguardo su Benjamin.
Quando furono seduti l’uno di fronte all’altro rimasero in silenzio, ognuno dei due chiuso dentro i propri segreti.
 
 
Day 209 - Prompt - Cominciarono

 

   
 
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