-Sicuramente quel tipo sarà solo, lì a casa sua. Credo che verrà al ristorante, le sue parole sembravano così serie.. Se non viene e domani lo trovo a scuola lo prendo a calci.-
Esausta di una lunga giornata passata a chiedere qualcosa di impossibile ad uno sconosciuto, era seduta in un poltrone a uovo nel mezzo del salotto.
-Poi, che cosa trova di divertente nel vedere l’odio riflesso su di lui. Non lo capisco… però ho fatto un po’ di ricerche su di lui, quindi può andare bene. Non è tanto bello però la sua intelligenza lascai la sua belezza al secondo posto.-
In una stanza molto ampia con molte decorazioni dei suoi artisti favoriti come: the weeknd, one direction, shawn mendez.
Non trovava risposte a lei e tutto quello che aspettava era che l’ora marcasse le quattro per iniziare ad uscire verso il bar, quando mancavano ancora quarantacinque minuti.
-Dove mai può stare Sophia se non a casa sua. Poi entrambe sappiamo che c’è un motivo del perché di tutto questo… però lei non lo vuole accettare e semplicemente lascia stare come stanno le cose e io non lo posso sopportare.- i suoi passi iniziavano ad essere più pesanti e molto più veloci, non poteva stare seduta e le mani si muovevano in continuazione.
Grain e Sophia sono amiche dalla prima infanzia tanto da considerarsi anche delle sorelle, hanno fatto tutto insieme: da gite, giocare, conoscere, scoprire ecc. Hanno sempre visto il mondo dal loro punto di vista molto allegro,in un momento quando scoprirono il destino che riservava a Sophia, questa meravigliosa vista del mondo spari, da quando si è scoperto questo tediosa cosa entrambe hanno avuto punti di vista molto diversi. Grain non può lasciare morire chi gli è stata accanto da quando ha memoria, invece sophia vuole finire con questa storia senza pentirsi di niente e godersi al meglio tutto quello che può.
-Sento che qualcuno mi stia fissando…-
Improvvisamente la porta si aprì di colpo.
-Salveee! Signorina brontolona.- Entro una figura femminile con vestiti tre volte la sua taglia, capelli scombinati, occhiaie e le mani coperte di olio di patatine fritte. Corse verso Grain. E salto per abbracciarla.
-Sì… per favore spostati e lavati… puzzi di patatine fritte.-
-Ma è il mio nuovo profumo, Les pommes frites proveniente dalla francia.-
-Assurdo! e quanto ti è costato? un euro e cinquanta?-
-Odio il tuo sarcasmo.- Disse la ragazza mettendo il broncio. -Però- esulto. -ogni sei molto elegante, molto bella. Mi piace. Chi stai andando a incontrare? Cosa mi sono persa oggi a scuola? Hai conosciuto qualcuno?-
-Sì, ho conosciuto un tipo tutto strano che si diverte a farsi odiare dal resto.-
-Un momento forse l’ho presente…- Concentrazione... -No… non l’ho presente.-
-Sicuramente è uno del nostro stesso anno però quasi nessuno lo conosce, lui non si lascia conoscere quindi è normale.-
-Aspetta! Non è il ragazzo che tipo. Ha scelto la nostra scuola invece di una università o qualcosa del genere.-
“Non posso dirle che è lui.”
-No. non è lui, e poi chi sarebbe così pazzo da scegliere quello schifo di scuola per un università. Però è piuttosto interessante, forse te lo faccio conoscere se c’è la opportunità.-
-Ancora con quella storia? Basta! Ormai è quasi il quinto quest’anno, non li sopporto più i maschi. E poi perché ti dai tanto da fare?-
-Perché? tu sai molto bene cosa accadrà questo fine anno se non fai qualcosa o trovi qualcuno.-
-Sì… Lo so.- Rispose facendo sparire quel sorriso solare di secondi prima. -Però non c’è bisogno che tu faccia tanto. Ne abbiamo già parlato. Dovresti pensare un po’ anche a te stessa e la tua di felicità. Tanto ho già deciso come finirà.-
-Non puoi di punto in bianco decidere il tuo finale come se nulla fosse! Io non ti voglio perdere!- Grido.
-Lo so che non vuoi perdermi, però non voglio che un’altra persona rimanga colpita da questa maledizione.-
-Però! non ha senso. Se tu dovessi stare con qualcuno la maledizione sparirà. Quindi perché non trovare qualcuno e basta.-
-No. non funziona così. Perché questa maledizione ha un piccolo trucco o meglio, tocca le palle in una maniera che anche se trovassi qualcuno prima che finisca quest’anno semplicemente la maledizione passerebbe alla seguente generazione.-
-Cioè tua figlia?- Chiese sconcertata.
-Esattamente. Non voglio che la mia tra virgolette figlia soffra quanto sto soffrendo io. Credo che se sparissi la maledizione finirebbe con me.-
-Quindi neanche tu sai se questa maledizione finirà con te.-
-Già… ancora non so molto di questa cosa, però nessuno della mia famiglia ne sa niente o non me lo vuole dire. Un paio di giorni fa ho scoperto che anche mia madre soffriva di questo e ugualmente e morta cinque anni dopo che io sono nata.-
L’ambiente era molto teso e interroganti svolazzavano per tutta la stanza.
-Però non puoi arrenderti e basta. Provaci almeno, non fare finire questa storia come quella di Pablo.-
-Ti prego non menzionare quel tipo e gia una rottura vederlo a scuola e fare finta di niente. Però questo tipo mi ha incuriosita. Chi si farebbe odiare apposta per vedere le espressioni degli altri.-
-Non cambiare discorso.-
-Affatto. Solo che ormai non mi resta tanto tempo, e vorrei viverlo al meglio con te la mia migliore amica. Il mio unico amore.- Sorrise.
-Ma falla finita.-
-Che sei Guastafeste, ti offro il mio amore e tu mi rispondi in quella maniera.- Rispose con un broncio.
-Senti, in modo serio, se ti perdo o non riuscissi a fare qualcosa con la tua maledizione, non potrei continuare a vivere senza di te.-
-Visto. Anche tu mi ami. Forse devi essere tu quella persona.-
-Impossibile. Le maledizioni sono omofobe.-
-Sì. hai ragione, però lasciati amare. Daii!- Si avvicinò con intenzioni maliziose e muovendo le mani con molta delicatezza e professionalità.
-OK!- Spinta -Senti ora io esco e cammino un po’.-
-Però dovresti stare un po’ più di tempo con me, invece che con quel tipo strano.- bisbigliando all'orecchio.
-Va bene…- Sospiro. -Guardiamo un episodio di qualcosa in questi venti minuti di tempo che ho?-
-Sìììì!-
Erano solite a sedersi davanti alla TV a guardare un episodio di qualsiasi cosa passasse in quel momento senza mostrare interesse. Solo per il semplice fatto di stare insieme era più che sufficiente.
-Bene. Devo andare. Oggi rimani qui o torni a casa?-
-No, penso di rimanere. Poi voglio sapere tutti i dettagli di questo ragazzo e come si è comportato con il mio amore.-
Infine Grain uscì da casa, in un momento dopo la tempesta e con un sorriso saluto la ragazza in tuta, un sorriso che nascondeva la tristezza di quanto poteva succedere in così poco tempo.