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Autore: Harry Fine    30/07/2021    2 recensioni
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Morrigan, Nuovo personaggio, Zevran Arainai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Quando Runaan aprì gli occhi, si rese conto prima di tutto di essere ancora vivo e di essere sdraiato tra delle soffici coperte. Inoltre, quello che vedeva sopra di sé era chiaramente il tetto di una casa. Però non aveva la minima idea di come ci fosse finito.
Ricordava la battaglia, la torre di Ishal, di aver combattuto contro la prole oscura insieme ad Iselen e Alistair, un forte dolore alla schiena, qualcosa di forte che lo afferrava e poi buio totale.

Si tirò a sedere, ancora confuso e con una fastidiosa sensazione all'altezza delle vertebre, ma una voce femminile attirò la sua attenzione. 《Ah, sei sveglio. A mia madre farà piacere. Sai dove ti trovi?》
Morrigan, la maga delle Selve che avevano incontrato il giorno prima, era in piedi accanto al letto. Teneva in mano una tazza fumante e gli occhi gialli scintillavano nella penombra. 

《Morrigan? Io… sono a casa tua vero? Che cosa è successo? La battaglia…》
《Lieta che ti ricordi di me.》 Disse lei con un sorrisetto malizioso. 《Per quanto riguarda ciò che è successo, la prole oscura ha prevalso e i custodi grigi sono morti tutti, insieme al re e i suoi soldati. Il vostro esercito è stato annientato, ormai restano solo pochi sbadati.》


Tanta fatica per nulla quindi. Lui, Iselen e Alistair avevano rischiato la pelle per dare quel segnale, ma la battaglia era finita male comunque. Che razza di fregatura. Ma sentì chiaramente una fitta di soddisfazione mista a fastidio nel pensare alla morte di Duncan.
Il dannato Shem lo aveva trascinato via da tutto il suo mondo, lo aveva reso a forza un custode grigio e aveva avuto il coraggio di farsi uccidere. I Numi avevano davvero uno strano senso dell’umorismo. Ma poi gli tornò in mente un ultimo dettaglio.
《Morrigan… ci ha salvati un Drago?!》 
《Mia madre mutata in un Drago, ad essere precisi.》 Rispose la ragazza. 《Non so perché abbia scelto di salvare proprio voi tre o perché si sia presa il disturbo di guarirvi, ma difficilmente mi rivela i suoi piani. Piuttosto, ti interesserà sapere che il tuo amico mago e lo sciocco sono entrambi svegli e stanno bene.》

L'elfo annuì, mentre allungava la mano per rimettersi la sua armatura di cuoio, rimessa a nuovo nonostante i danni che aveva subito nella lotta, insieme all'arco, la faretra e i pugnali. 《Ma Serranas. Grazie per l'aiuto, Morrigan.》 Disse sottovoce.
Non poteva credere di star dicendo grazie ad una shem, ma lei e sua madre lo avevano aiutato senza che facesse nulla. E poi… lei era diversa da qualsiasi altra umana avesse mai visto.
L'altra mostrò nuovamente il suo sorrisetto. 《Di nulla. Anche se è mia madre quella che si è occupata praticamente tutto, io non sono una guaritrice.》


La corvina lo condusse fuori. Doveva essere mezzogiorno, il sole splendeva attraverso le nuvole dense. Iselen, Alistair e la madre di Morrigan erano davanti all'entrata, il ramato che gesticolava concitato, mentre il mago si teneva a distanza di sicurezza.
Ma appena sentirono la porta aprirsi, si girarono tutti verso di lui. 《Runaan! Sei vivo!》 Esclamò l'umano con aria sollevata. 《Temevo che fossi morto!》

《Come stai?》 Domandò invece Iselen. 《Forse dovresti riposare un altro po'.》
Il Dalish scosse la testa. 《Sto bene… più o meno. Voi invece?》

《Come dovremmo stare? Siamo stati traditi! Loghain ha visto il segnale, ma non è intervanuto. Ha abbandonato il campo di battaglia e ha lasciato morire tutti quanti! Duncan, il re, gli altri custodi, i soldati… non è sopravvissuto quasi nessuno.》 Rispose Alistair, stringendo i pugni. 《Perché lo ha fatto!? Il re Cailan era il figlio del suo migliore amico! Il marito di sua figlia! Come ha potuto abbandonarlo così?!》
《Spesso le ombre che si annidano nel cuore di un uomo sono più maligne di qualsiasi creatura corrotta.》 Commentò la madre di Morrigan, il tono tranquillo, quasi casuale. 《Forse si è convinto di poter sopraffare il Flagello, ma non si rende conto che la creatura che lo guida è oltre le sue possibilità.》

《Già, l'arcidemone. Chiunque creda che basti un esercito convenzionale per ucciderne uno non è che uno sciocco.》 Commentò Iselen, il volto buio e pensieroso.
《Mi spiegate esattamente cosa è un arcidemone? So che è un Drago corrotto e che pone un estremo pericolo, ma che cosa ha di diverso da qualsiasi altro Alto Drago?》 Domandò il Dalish, spazientito. Tutti parlavano di quella creatura come se fosse una calamità naturale, ma nessuno si era mai degnato di spiegare cosa fosse in realtà.

《Si tratta di un antico dio del Tevinter corrotto dalla prole Oscura. Il Cantico della Luce dice che furono loro a istigare i sette antichi Magistri del Tevinter a varcare fisicamente il Velo per invadere l'Oblio, il regno del Creatore, e commettere il peccato originale. Per questo, furono rinchiusi sotto terra e i loro seguaci divennero i primi prole oscura, condannati a spargere il Flagello nel mondo come punizione per il loro crimine.》 Disse Alistair.
《Dalle loro prigioni di roccia, però, continuano a chiamare le loro schiere corrotte come una sirena. E quando uno di loro viene ritrovato, viene risvegliato e risorge come un arcidemone, un essere capace di causare le peggiori catastrofi e che solo i custodi grigi possono uccidere. O almeno così si dice.》 Terminò la vecchia.

《Beh, se Loghain pensa di ucciderne uno senza custodi, non è intelligente come i libri di storia lo definiscono. Porterà solo il Ferelden alla distruzione totale.》 Sentenziò Iselen, sorvolando sulla menzione del Cantico e dei Maghi responsabili del Flagello.
《Ed è per questo che dobbiamo avvertire tutti che tre custodi rimangono! Ora che Duncan e tutti gli altri sono morti, spetta a noi denunciare il tradimento di Loghain e sconfiggere il Flagello!》 Esclamò Alistair.
Runaan alzò un sopracciglio. Quel tipo era seriamente convinto che solo in tre sarebbero riusciti a sistemare tutto? Sapeva che certi Shemlen erano sciocchi, ma quel ragazzo stava superando ogni misura.


《In ogni caso, vi ringraziamo tutti.》 Si intromise Iselen, esibendosi in un lieve inchino verso la vecchia. 《Ci avete salvati…》
Un lampo divertito passò negli occhi della donna. 《Ah, che bello trovare delle buone maniere al giorno d'oggi. Sono cosa rara ormai. Voi, mio caro ragazzo, Potete chiamarmi Flemeth.》 

《Asha’bellanar!?》 Esclamò il Dalish, sbrigandosi ad inchinarsi a sua volta. Era davvero possibile? Quella donna era davvero una dei loro Numi? Mythal, Asha’bellanar, la donna dei molti anni!?
《Oh, tirati su giovanotto. Voi del Popolo vi inchinate troppo facilmente. Non sono altro che una donna molto molto vecchia dal nome bizzarro. Nulla di più.》


Il biondo si rimise subito dritto, ma rimase comunque a guardarla con attenzione e deferenza. Una maga talmente potente da potersi trasformare in un Drago che condivideva lo stesso nome con la più potente tra i loro Numi? Non poteva essere una coincidenza.
Ma fu interrotto da Morrigan, che fece loro cenno di rientrare in casa, dove un pentolone di zuppa di carne fumava invitante.
I tre custodi si fecero versare delle scodelle, rendendosi conto solo in quel momento di quanto avessero fame. E dopo tutti giorni costretti a letto per guarire e quello che avevano passato ad Ostagar, quella zuppa era il piatto più delizioso del mondo.


Rimasero in silenzio per vari minuti, godendosi il pasto caldo, ma la quiete fu rotta per l'ennesima volta da Alistair. 《Se vogliamo avere una possibilità di vincere questa lotta contro il Flagello, dovremmo andare da Arle Eamon, l’Arle di Redcliffe. Io lo conosco molto bene. È un brav'uomo ed era lo zio materno di Cailan. So che ci aiuterà!》
《Torna coi piedi per terra. Credi davvero che l'esercito di Redcliffe basti a sconfiggere un Flagello? La prole oscura ha trucidato l'esercito reale e ha distrutto l'ordine dei custodi grigi, insieme a vari gruppi di mercenari, templari e maghi. Un solo gruppo di cavalieri, per quanto bene addestrato, sarebbe inutile.》 Lo freddò Iselen con un tono tagliente.

Da quando il ragazzo gli aveva rivelato di essere stato addestrato come Templare prima di essere coscritto tra i custodi grigi, il mago si era tenuto a distanza e aveva fatto in modo di parlargli il meno possibile, se non quando era strettamente necessario. 
Era incredibile che di tutte le possibili reclute, proprio a lui dovesse toccare un templare. E se prima aveva in qualche modo sopportato le sue battute, trovandole semplicemente bizzarre, ora stava iniziando a perdere più facilmente la pazienza. 

La sua reazione poteva sembrare esagerata, se ne rendeva conto, ma ogni volta che lo guardava, non poteva fare a meno di pensare ai quindici anni che aveva passato alla torre e a tutto quello che aveva visto e passato lì dentro. Il ricordo dello spadone di Gregoir pronto a calare su di lui era ancora fresco nella sua mente, così come il suo sguardo crudele mentre lo trascinava nella sala del Tormento.
E come se non bastasse, più volte nella sua mente il viso di Alistair si era sovrapposto ad un altro: la stessa mascella ben disegnata, i lineamenti virili e la pelle abbronzata. I capelli, gli occhi e il naso erano diversi, ma c'erano abbastanza somiglianze da fargli venire la pelle d'oca.


Il ramato, dal canto suo, dopo quell'affermazione, si rabbuiò e rimase scuro in viso per tutta la cena, rimestando la sua zuppa, fino a quando non alzò la testa di scatto, gli occhi scintillanti. 《Ma certo! I TRATTATI!》
《Cosa!?》 Chiesero i due elfi, confusi.

《I trattati dei Custodi grigi. Sono stati sanciti ai tempi del Primo Flagello e ci permettono di chiedere aiuto agli elfi, ai nani, ai maghi e a chiunque altro ci serva. Possiamo usarli per ottenere nuovi alleati per affrontare la Prole oscura e l'Arcidemone!》 Esclamò raggiante. 《Con un esercito simile saremo in grado di vincere, vero?》
Iselen lo guardò per un attimo. 《Forse. Ma cosa ti fa pensare che quelle persone lasceranno le loro terre per venire a combattere una minaccia letale come il Flagello? Abbiamo già visto con Loghain che non sempre una minaccia superiore spinge la gente ad unirsi.》
Runaan annuì a sua volta. Lui aveva esperienza con le azioni imprudenti, ne aveva commesse molte, però anche lui avrebbe riflettuto molto bene prima di buttarsi in pasto a un Drago e al suo esercito di mostri putrefatti.

《Ma la Prole Oscura è una minaccia per tutti! Se non la fermeremo, distruggerà il Ferelden e tutto il resto del Thedas. Sicuramente tutti quelli a cui chiederemo capiranno di combattere anche per se stessi, non solo per gli umani o i custodi grigi.》 Insistette il ramato. 
Morrigan ghignò di nuovo. 《Quindi hai intenzione di andare da una parte all'altra del Ferelden sperando che elfi, nani e maghi si uniscano a voi quando non avete altro che pezzi di carta? Un piano infallibile.》

《Ce la possiamo fare!》 Ribattè Alistair irritato.
《Prima di fare qualsiasi cosa, vi consiglierei di ristabilirvi. Non andrete lontano se non curerete del tutto le vostre ferite.》 Li ammonì Flemeth.


**


Rimasero con le due maghe per circa un'altra settimana, cercando lentamente di riprendersi. Per i primi giorni nessuno di loro aveva toccato armi e Iselen aveva ridotto al minimo gli usi di magia, seppur avesse dato una mano a Flemeth e Morrigan a preparare garze e pozioni e aiutando persino l’anziana maga con gli incantesimi di guarigione. 
Sembrava aver ritrovato un po' di buon umore, a differenza di Alistair, che dopo la loro ultima conversazione si era incupito. Inoltre, aveva passato tutto il tempo a bisticciare con Morrigan, che sembrava divertirsi a punzecchiarlo in ogni modo.

Runaan invece si sentì meglio solo quando riuscì finalmente a riprendere il suo arco e centrare un bersaglio mobile senza fatica. Quantomeno non era più indifeso o bisognoso di protezione. E per fortuna la sua schiena era guarita del tutto, quindi aveva recuperato la mobilità totale.


Quando finalmente giunse il momento di partire, tutti e tre rivolsero nuovamente i loro ringraziamenti a Flemeth, mentre Morrigan sembrava non vedere l'ora di sbarazzarsi di loro: prima si toglieva dai piedi quello scemo armato di spada e meglio si sarebbe sentita. Anche se doveva ammettere di aver parlato molto con Runaan negli ultimi giorni.
Era un tipo interessante e sembravano condividere molte idee, oltre l'amore per la foresta e ampie conoscenze sulle sue creature. Almeno lui e Iselen erano più sopportabili di quello sciocco in armatura, anche se questo non l'aveva sorpresa: una mentalità così ristretta era tipica di chi era stato addestrato come Templare.
.
Non la sorprendeva neppure che i due elfi avessero infine deciso di imbarcarsi in quell'avventura suicida con lui: lasciarlo ad occuparsi di tutto avrebbe significato condannare il Ferelden a morte certa per mano della prole oscura. Peccato che sua madre sembrava aver avuto una delle sue solite idee.


《Aspettate. Prima che partiate, ho un’ultima cosa da darvi. Sarà di grande aiuto a tutti voi》 Disse infatti.
La ragazza sbuffò. 《Lasciali andare, Madre. Abbiamo già dato loro tempo, cure e cibo. Direi che possono cavarsela.》

《Oh, lo so. Soprattutto perché tu andrai con loro.》
《COSA!?》 Esclamò la corvina, sbarrando gli occhi.

《Mi hai sentito ragazza. L'ultima volta che ho controllato avevi le orecchie.》 Rise la vecchia.
Runaan si fece avanti. 《Vi ringraziamo molto, ma se Morrigan non vuole venire non possiamo…》
《I suoi talenti magici vi saranno utili nel viaggio. E ormai è da un po' che vuole andare via dalle Selve. Consideratelo un mio regalo di addio.》


I due elfi si guardarono un attimo e poi annuirono. Avere un’altra maga abile come lei nel gruppo avrebbe potuto essere di grande aiuto, inoltre nessuno dei due voleva contraddire la vecchia.
《Ehm… non per offendere, ma siamo sicuri che sia una buona idea? Lei è un'eretica.》 Commentò Alistair poco convinto.
《Senza la magia di noi maghe eretiche saresti morto su quella torre.》 Lo rimbeccò Flemeth, e questo bastò per farlo stare zitto, mentre Morrigan sbuffava e rientrava in casa per prendere il proprio bastone magico e alcuni oggetti che ripose nella sua sacca.


《Beh, a quanto pare saremo compagni di viaggio.》 Commentò. 《Madre carissima, grazie per questo bel regalo.》 Disse alla madre, la voce grondante di sarcasmo.
《Oh divertiti, ragazza. E tienili in vita, mi raccomando.》 Rispose la vecchia, guardandoli poi allontanarsi tra le fronde degli alberi, un ghigno ben stampato in faccia.


**


La strada che avevano preso per uscire dalle selve era una poco battuta e coperta di vegetazione. L’avevano scelta per evitare possibili imboscate, ma alla fine dovettero riprendere la Via Imperiale, una delle strade principali di tutto il Ferelden, ritrovandosi in mezzo ad una carovana infinita di persone, tutte intente ad allontanarsi il più possibile dalle Selve Korkari e dalla Prole Oscura che aveva invaso Ostagar.

La notizia della sconfitta dell'esercito e della morte del re e dei custodi grigi doveva essere arrivata ormai in ogni angolo del Ferelden, perché nell'aria c'era abbastanza paura da poterla quasi toccare con mano. 
E Iselen non poteva dare torto a nessuno di loro: poco prima di uscire dalle selve, anche seguendo quella strada così nascosta, avevano incontrato un gruppo di prole Oscura abbastanza nutrito. Per fortuna, se n'erano sbarazzati in fretta e avevano anche incontrato una vecchia conoscenza: il mabari bianco che avevano aiutato alla fortezza.

In qualche modo era scampato al massacro e aveva continuato a seguire le loro tracce da allora, riuscendo persino ad uccidere alcuni di quei mostri. E quando aveva visto l’elfo dalla pelle scura, gli si era buttato addosso, leccandogli la faccia con aria felice e ricoprendolo di bava.
Alistair gli aveva detto che era segno che lo aveva “scelto", che lo aveva riconosciuto come suo padrone e compagno di battaglia.


Iselen avrebbe seriamente preferito un segno meno umido, ma quando il segugio si era messo a fargli le feste non aveva potuto arrabbiarsi con lui: per quanto i cani di grossa taglia gli avessero sempre fatto paura, quel mabari aveva qualcosa di tenero a cui persino lui non sapeva resistere. Gli aveva comunicato una sensazione di affetto e quando Alistair gli aveva spiegato che la “scelta" per i mabari significava essere leale ad una sola persona fino alla morte, lo aveva preso con sé con piacere.
Lo aveva chiamato Invel, pensando al colore bianco del suo pelo che ricordava la neve, e a lui sembrava piacere. E fino ad allora si era trovato bene con il resto del Gruppo, Anche se aveva più volte fatto arrabbiare Morrigan rubando cibo dalla sua bisaccia. Li aveva aiutati a combattere contro la prole oscura che avevano incontrato grazie ai suoi muscoli possenti e ai suoi artigli e portava un'aura di allegria ovunque. .


Anche grazie a lui e al suo olfatto riuscirono ad evitare contrattempi sulla strada, ma ci vollero in ogni caso quasi quattro giorni di viaggio per arrivare al villaggio più vicino, Lothering, un punto di snodo commerciale piuttosto conosciuto, nonostante non fosse un insediamento molto grande. Lì avrebbero potuto acquistare provviste e chiedere informazioni sulla situazione nel Ferelden.

Peccato che appena si avvicinarono all'entrata, un gruppo di uomini armati dall'aria poco amichevole si mise in mezzo ai piedi. 《Fermi. Se volete entrare a Lothering, dovete prima pagare un pedaggio. Dieci monete d'argento ciascuno.》 Disse quello che doveva essere il capo, mostrando la lunga spada, probabilmente per intimidirli.

Runaan sbuffò seccato, mentre Morrigan sorrideva sinistra. 《La stupidità degli uomini non finirà mai di stupirmi.》 Disse, le dita che afferravano il bastone.

Gli altri fecero lo stesso con le proprie armi e l'elfo dalla pelle scura si rivolse a quello che aveva parlato, un uomo bruno dal volto affilato cone il muso di una faina. 《Io vi consiglio di lasciarci stare. Lo dico per il vostro bene.》 Disse gelido, mentre un bagliore azzurro lo avvolgeva.
Un brusio preoccupato si diffuse nel gruppo di malviventi, ma il capo non sembrò dargli retta, perché guardò l'elfo dritto in faccia. 《Ascolta, orecchie a punta, il pedaggio vale per tutti. Sono queste le regole. E sai qual è la punizione per chi non le rispetta?》 Disse, puntandogli contro la spada.


Al mago bastò attingere per un secondo all'Oblio. Un pilastro di ghiaccio trapassò il torace del malvivente di sorpresa, schizzando sangue ovunque, mentre l’elfo si girava per fronteggiare gli altri banditi.
Quelli, nonostante lo spavento, gli si gettarono addosso, però una nube malefica evocata da Morrigan si alzò dal nulla, iniziando a stritolarli tra pesanti volute malsane, togliendogli il fiato e permettendo a Runaan, Alistair e Invel di sbarazzarsi di loro in poco tempo.

Dopo una rapida ispezione, fu chiaro che le armi e le armature di quegli stupidi valevano poco e niente, ma il Dalish trovò un sacchetto tintinnante di monete, decisamente utile vista la loro mancanza di provviste a parte ciò che gli aveva dato Flemeth.
Peccato che, una volta entrati nel villaggio, la maggior parte della gente che videro non sembrasse messa meglio di loro: c'erano soldati, contadini, Templari, persino mercenari Chasind che si aggiravano preoccupati per le strade. Molti di loro sembravano feriti o traumatizzati, borbottavano parole sconnesse sottovoce e si giravano ad ogni rumore, le armi in pugno e gli occhi sbarrati. Altri invece cercavano di aiutare come potevano, ma la situazione sembrava disperata.
Un esempio lampante era il chiaro battibecco che stava avvenendo poco lontano da loro: una donna vestita con i colori della Chiesa Andrastiana stava sbraitando contro un uomo dall'aria seccata, indicando il carro carico di merci che quest'ultimo si portava dietro.

《È assurdo! Fate pagare merci di prima necessità dieci volte di più del loro valore! Merci che avete comprato settimane fa da queste stesse persone!》
《Questi sono affari, Sorella. Se volete la mia merce, pagate o levatevi dai piedi.》 Disse quello, girandosi verso di loro. 《Ehi voi! Vi farò uno sconto su ciò che volete se mi levate di mezzo questa carampana!》 

Alistair si avvicinò con aria indignata, probabilmente pronto a fare un gran bel discorso a quel tipo, ma Iselen si mise in mezzo prima che potesse iniziare. Si piazzò davanti al sedicente mercante, ignorando il fatto che fosse di due spanne più alto di lui, fissandolo dritto in faccia con i suoi grandi occhi scuri.
《Credete davvero che questo sia un comportamento corretto?》 Domandò gelido, cogliendolo di sorpresa. 《Queste persone non vi hanno fatto nulla, e vista la situazione, la cosa più logica sarebbe mostrare comprensione verso chi è in difficoltà, piuttosto che arricchirsi sulle loro spalle.》
L'altro lo guardò storto. 《Ascolta, gli affari sono affari. Io non impedisco a nessuno di comprare, così come non lo impongo e i miei prezzi sono molto più che giusti, anche io devo tirare a campare.》

《Allora mettiamola così.》 Disse l'elfo, facendo un passo avanti. 《Se qualcosa dovesse accadere, per esempio un attacco di prole Oscura, banditi o altre creature, e voi veniste ferito, quanti si fermerebbero ad aiutarvi dopo un simile trattamento? Io certamente non mi disturberei. Inoltre, i vostri non si possono chiamare affari. Prezzi simili sono degni di un usuraio: ve la prendete con persone che non possono difendersi dalle vostre richieste o pagarle. Continuando così, sarete solo voi a rimetterci》
L'uomo rimase di stucco, guardandolo con occhi sgranati, per poi emettere un sonoro sbuffo. 《Eh va bene, ragazzino. Abbasserò i miei prezzi per questi pezzenti, ma adesso voi andatevene di qui!》

Il più giovane annuì, per poi girarsi verso i suoi compagni e allontanarsi con loro, sentendo le parole di ringraziamento della Sorella della Chiesa e le sue benedizioni. Chissà se sarebbe stata così ben disposta se avesse saputo chi stava ringraziando.


《Era davvero necessario quel discorsetto da buonista?》 Domandò Morrigan, sollevando un sopracciglio. 《È una legge naturale permettere al più forte di prevalere sul più debole.》
Iselen annuì, sempre calmo. 《Non mi importa nulla di lui, ma sfruttava la propria posizione per approfittarsi di queste persone nonostante le difficoltà in cui si trovano. Non è giusto che lo faccia solo perché può.》

Alistair annuì con un sorriso sulle labbra. Iselen poteva risultare difficile da avvicinare, ma sotto sotto era una persona gentile. Sarebbe stato un buon custode grigio. 《Secondo me hai fatto la scelta giusta. Queste persone hanno già troppi problemi. Piuttosto… che ne dite di andare alla Chiesa? Potremmo trovare qualcuno a cui chiedere informazioni su quello che è successo ultimamente.》


Iselen guardò l’edificio con diffidenza, in particolare i Templari all'entrata, ma poi annuì. Attorno a loro c'erano solo profughi e abitanti del villaggio e tutti loro sembravano troppo indaffarati e spaventati per poter sapere qualcosa di concreto.
Neanche Morrigan e Runaan sembravano entusiasti. La Chiesa era sempre stata fonte di problemi per tutti e due con i suoi soldati e le sue dottrine, che vedevano gli Eretici come mostri pericolosi da abbattere e i Dalish come “dei poveri pagani illusi e lontani dalla luce del Creatore” che dovevano essere convertiti. Però non c'erano altre alternative.

Passarono attraverso la palizzata, dove si era radunata una piccola folla, ma un attimo dopo un uomo, un Chasind con gli occhi sbarrati per la paura e una grossa cicatrice sulla guancia, si lanciò addosso al biondo, urlando come un pazzo. 《Tu! Tu sei uno dei loro sgherri! Porti la loro oscurità in te! La Prole Oscura ci ucciderà tutti quanti! Ha spazzato via l'esercito del re, e presto verrà qui per inghiottirci!》

L'elfo cercò di toglierselo di dosso, ma quello rimase con le braccia ben piantate sulle sue spalle, continuando ad urlare fino a quando il dalish non gli diede una testata in piena faccia, rivolgendogli poi uno sguardo tagliente. 《Senti, tu sei un povero vigliacco che probabilmente è fuggito da Ostagar per salvarsi la pelle perché se la faceva sotto. Ma sai cosa, Shem? La prole oscura muore proprio come chiunque altro.》 Si rivolse poi alla folla. 《Se date ascolto a quello che dice questo idiota, allora siete già morti. Invece di disperarvi e piangere per la vostra impotenza, fate qualcosa di concreto per proteggere chi vi sta a cuore.》


Si allontanò definitivamente dal Chasind, tornando verso il resto del suo gruppo ed ignorando lo sciocco sorriso di Alistair e il sopracciglio alzato di Morrigan. Non sapeva nemmeno perché aveva detto quelle cose a quel mucchio di Shemlen, di sicuro non perché “era il suo compito in quanto custode”. Scosse la testa irritato. Forse era il frutto di un semplice moto di ottimismo misto a stizza, ma era quello che pensava.
Fino a poche settimane prima, lui e Iselen non erano custodi grigi, Merril e Fenarel non lo sarebbero mai stati, eppure avevano combattuto e ucciso Prole Oscura come avrebbero fatto con qualsiasi altro nemico. Non avevano avuto bisogno dei “doni" dell’Ordine per farlo, solo di armi e abilità. E questo significava che anche quelle persone potevano farlo.

Entrarono nella Chiesa, facendo attenzione alle persone che gremivano l’edificio. Anche lì, in mezzo ai paesani, si vedevano molte persone in armatura che recavano ferite e dall’espressione terrorizzata, mentre le sorelle della Chiesa portavano loro medicinali e bende.

Un Templare dalla pelle scura li accolse con un volto gentile, seppur stanco. 《Benvenuti. Immagino che anche voi siate guerrieri provenienti da Ostagar. Purtroppo non abbiamo più molto spazio, ma potrete riposare comunque. Vi serve qualcos’altro?》
《Informazioni.》 Rispose Alistair. 《Abbiamo impiegato del tempo ad Uscire dalle Selve e vorremmo sapere che notizie avete ricevuto.》

L'uomo si incupì. 《Il re Cailan… purtroppo è stato ucciso dalla prole Oscura. E l’esercito è stato decimato. Il Teyrn Loghain e I suoi uomini sono riusciti a tornare a Denerim per un soffio, e hanno raccontato una storia incredibile: pare che i custodi grigi abbiano tradito il nostro sovrano, che abbiano ordito un piano per appropriarsi del regno. Non ci avrei mai creduto se chiunque altro l'avesse detto, ma il Teyrn in persona lo ha rivelato. Si è persino dichiarato reggente per sua figlia, la regina Anora, giurando di proteggerci tutti. Vorrei dire che questo mi rassicura anche per la nostra sorte, ma ormai non abbiamo più uomini abbastanza sani da difendere il villaggio e l’orda si sta dirigendo qui.》

Alistair, alla menzione del tradimento del suo Ordine, aveva stretto i pugni, ma il suo sguardo rimase fiducioso. 《Non si preoccupi, Ser. Una persona mi ha appena ricordato che c'è sempre speranza.》 Disse, facendo l'occhiolino a Runaan, che sbuffò seccato.
Il templare sorrise un po', apparentemente rincuorato. 《Lo terrò a mente. Abbiate cura di voi.》


Il ragazzo annuì, ma poi il suo sguardo si spostò più avanti, su un uomo in armatura dai capelli castani che recava sullo scudo il simbolo di una torre su un promontorio: il sigillo dell'arlea di Redcliffe.
《Ser Raphael!》 Lo Chiamò, facendolo voltare con aria sorpresa. 
《Alistair? Cosa ci fai qui? Chi… sono loro?》 Chiese, accennando ad Iselen, Runaan, Morrigan e Invel.

《Sono miei compagni, eravamo nell'esercito ad Ostagar. Ci siamo salvati per un pelo dopo che è iniziato l'attacco della Prole Oscura ed è nostra intenzione provare a fermarla prima che inghiotta il Ferelden. Volevamo raggiungere Arle Eamon per chiedergli aiuto. Come sta? Anche lui ha saputo?》
L'uomo si incupì. 《Mi dispiace dovertelo dire così, Alistair, so che tieni moltissimo a lui, ma purtroppo l’Arle è malato. Nessuno ha compreso cosa sia successo, né siamo stati in grado di trovare una cura. Io e altri cavalieri siamo stati inviati da sua moglie alla ricerca della leggendaria Urna delle Sacre Ceneri come ultimo tentativo per salvarlo.》

Alistair lo guardò confuso. 《L’Arle è malato?! Da quanto?! Perché nessuno ha detto nulla?! E… state cercando L'urna? Ma quella non è…?》
《Una leggenda? Lo so. Ma non ci sono altre possibilità. Abbiamo provato con ogni soluzione, ma nulla funziona e ormai sono passate due settimane. Un giorno è svenuto di colpo e da allora non si è più svegliato. Ormai siamo abbastanza disperati da credere che una favola possa salvare il nostro signore.》

《Buona fortuna allora. Spero tanto di rivedervi. Noi ci metteremo subito sulla strada per Redcliffe, tra noi abbiamo un guaritore incredibile, magari potrebbe capire che cosa non va.》
L'uomo annuì. 《Che il Creatore vegli su di voi, Alistair. In questo momento oscuro, Tutti noi avremo bisogno della sua benedizione.》

Il ramato annuì con aria cupa, mentre tutti insieme uscivano dalla Chiesa. 《La situazione è peggiore di quello che temevo. Loghain ha preso il potere, ha accusato noi di tradimento e senza Aemon nessun nobile ha più abbastanza potere da poterlo fermare.》
《Il pronostico non è a nostro favore, ma come hai detto, potremmo scoprire qualcosa di nuovo una volta giunti a Redcliffe. Una consulenza magica potrebbe portare a galla nuovi elementi sulla situazione dell'Arle.》 Disse Iselen con il tono più incoraggiante che possedeva. Il Custode era stato alquanto cupo negli ultimi giorni, probabilmente pensando a Duncan, e se fosse crollato avrebbero dovuto occuparsi dell’ennesimo problema.

《Prima di fare qualsiasi cosa, io dico di andare a riempirci la pancia e fare provviste.》 Sentenziò Runaan, indicando l'osteria poco lontana. Aveva voglia di mettere qualcosa sotto i denti prima di rimettersi in marcia.
Morrigan si disse d'accordo, e Invel abbaiò contento alla sola menzione di Cibo. Anche il ramato annuì appena sentì lo stomaco borbottare.


Entrarono nell’edificio. I tavoli erano gremiti di persone intente a mangiare e bere, ma il loro chiacchiericcio si spense quando loro entrarono, attirando subito l'attenzione dell'Oste, che puntò contro di loro i suoi occhi affilati. 《Prima che chiunque di voi dica qualcosa, non abbiamo più stanze disponibili, non offriamo vino o altri alcolici anche se siete appena scampati alla prole oscura e non pratichiamo sconti per nessuno!》
Il Dalish non si fece intimorire, mettendo alcune monete d'argento sul bancone. 《Ci basteranno delle ciotole di zuppa. E vorremmo acquistare tutte le provviste adatte ad un lungo viaggio che possiamo acquistare con questi.》 Disse, aggiungendo metà delle monete nel sacchetto che avevano preso ai banditi.

L’oste alzò un sopracciglio, squadrando l'elfo da capo a piedi, ma non protestò, prendendo i soldi e recandosi verso le cucine.
Il biondo tirò un sospiro di sollievo, pregustando la sua zuppa. Non aveva proprio voglia di mettersi a discutere con altri Shem cocciuti. Peccato che, appena ebbe finito di formulare il pensiero, una voce arrivò alle sue spalle.
《Dove se li procura tutti quei soldi un orecchie a punta?》 Chiese un uomo dall’aspetto arrogante, mentre altri quattro balordi si avvicinavano.

Runaan era pronto a mettere mano ai pugnali, quando uno dei nuovi arrivati sbarrò gli occhi e si rivolse a quello che aveva parlato. 《Capo, questi sono quelli che il Teyrn ci ha detto di cercare: un elfo scuro, un elfo tatuato e un biondo dall'aria idiota.》
A quelle parole, l'altro osservò meglio lui, Iselen e Alistair, per poi leccarsi le labbra. 《Quindi siete voi i tre traditori? C'è una gran bella taglia che pende sulle vostre teste.》 Disse, sguainando la spada, mentre il dalish faceva altrettanto e i due maghi brandivano i bastoni.

《Signori, vi prego. Non è necessario ricorrere alla violenza. C'è già abbastanza sofferenza in questo periodo, non aggiungiamone ancora.》 Si intromise però una giovane donna. Parlava con un certo accento orlesiano, i capelli rossi tagliati a caschetto incorniciavano un bel viso a forma di cuore dai tratti gentili. Aveva due grandi occhi azzurri, indossava delle vesti da sorella della Chiesa, ma alla cintura teneva dei pugnali e sulle spalle un lungo arco e una faretra piena di frecce. Chiaramente non era una sorella comune.

Il capo del gruppo le rivolse uno sguardo di scherno. 《Non abbiamo tempo per le vostre prediche, sorella. Il Teyrn ha dichiarato i custodi grigi come criminali, facciamo solo il nostro lavoro.》

Alistair li fissò per un secondo, mentre anche Invel iniziava a ringhiare contro quei balordi. 《Aspettate! Non starete pensando di combattere qui!?》 Ma fu costretto a parare il fendente dello spadone di uno di quei tizi che per poco non lo decapitò, mentre Runaan scattava in avanti e si avventava sul capo insieme ad Iselen, spedendolo su un tavolo con un calcio mentre Morrigan fulminava gli altri due con una serie di raggi elettrici sotto gli occhi sbarrati di tutti i presenti.
Il guerriero ramato scansò il colpo di spadone e si preparò a contrattaccare, ma la sorella fu più veloce: scivolò con grazia alle spalle dell’uomo, molto più grosso di lei, e lo colpì alla nuca con i manici dei pugnali, facendolo cadere lungo disteso e privo di sensi, ma vivo.


Il capo sbarrò gli occhi vedendo i suoi uomini a terra, rivolgendo uno sguardo terrorizzato verso il mago elfico quando questi gli puntò contro il suo bastone magico, uno dei pugnali del Dalish piantato nella coscia e l'altro vicino alla gola, ma proprio quando una stalattite stava per colpirlo, la ragazza dai capelli rossi si mise in mezzo, costringendolo a fermarsi.
《Che cosa state facendo!?》 Chiese il più basso senza abbassare l'arma, gli occhi ancora brillanti di azzurro.
《Aspettate, vi prego. Non serve ucciderlo.》 Disse la rossa.

L'elfo sollevò un sopracciglio. 《Lo conoscete?》
Lei scosse la testa. 《No, ma non è necessario fargli del male. Lo avete sconfitto, ha capito la lezione. Togliergli la vita non servirebbe a nulla.》

L'elfo abbassò leggermente l'arma, ma sapeva che Alistair, Morrigan e Runaan erano pronti a combattere ancora se quelli si fossero rialzati. 《Dovete essere una sorella della Chiesa molto particolare per saper combattere così. E dovete essere molto coraggiosa o molto stupida per mettervi tra me e lui.》
《Il mio nome è Leliana. Voi siete i tre custodi grigi di cui tutti parlano, non è vero? Sono venuta qui per unirmi a voi. È il Creatore a volerlo.》

Iselen la guardò confuso, tenendo comunque d'occhio l'uomo per terra. 《Prego?》
La ragazza arrossì un poco, rimanendo però ben dritta davanti a lui. 《Il Creatore mi ha parlato. Mi ha inviato una Visione, dicendomi che dovevo lasciare il monastero in cui vivevo per offrirvi il mio aiuto. Non potevo rifiutare un simile compito e per questo vi chiedo di portarmi con voi.》


Il mago alzò un sopracciglio, mentre Morrigan stava facendo del suo meglio per non scoppiare a ridere in faccia alla rossa e Runaan la fissava con ancora più sconcerto. Quella ragazza aveva deciso di lasciare tutto e di unirsi ad un'impresa possibilmente suicida con un manipolo di persone che nemmeno conosceva… per via delle voci nella sua testa?!
《Mi dispiace sorella, ma credo che abbiate bruciato gli incensi sbagliati nella vostra Chiesa.》 Rispose infatti il mago, tornando a concentrarsi sull'uomo bloccato a terra, ma lei si mise nuovamente in mezzo.
《Ascoltate, lo so che sembra folle, ma vi sto dicendo la verità. La mia Visione mi ha fatto capire quanto sia importante per me unirmi a voi. E anche se non fosse la volontà del Creatore, il Flagello annienterà ogni cosa senza di voi. Permettetemi di aiutarvi.》 Ricominciò lei, gli occhi pieni di determinazione.

Iselen la fissò intensamente, lo sguardo gelido che si ammorbidiva per un attimo. Aveva fegato, doveva dargiene atto. 《Siete certa di volerlo fare? Avete visto come questa gente ci vede e cosa farebbe pur di incassare la taglia sulle nostre teste.》 Disse, accennando all’uomo, ancora bloccato a terra da Runaan. 《E la prole oscura non è un nemico da sottovalutare. Hanno ucciso un intero esercito. Siete davvero sicura di volerlo provare sulla vostra pelle?》
La ragazza annuì. 《Avete visto ciò che so fare in battaglia, non sarò un peso, e sono pronta a qualsiasi sfida.》

Il mago emise un sospiro, abbassando finalmente bastone. 《Se siete davvero così determinata, allora d'accordo, vi unirete a noi.》 
Leliana si illuminò, ringraziandolo profondamente, mentre gli altri fissavano l'elfo sconcertati. 
《Mia madre deve aver seriamente sottovalutato il numero di colpi in testa che hai preso.》 Commentò pungente Morrigan, e persino Alistair non sembrava tanto sicuro che permettere a quella ragazza di unirsi a loro fosse una buona idea.

Runaan concordava con la maga, aveva già uno Shem buonista strapieno di sciocchezze della Chiesa a cui pensare, averne due sarebbe stato un incubo, ma si concentrò sui due uomini ancora vivi: uno svenuto, il secondo proprio sotto di lui, a portata di pugnale. 《Che ne facciamo di loro? Correranno subito da Loghain se li lasciamo andare.》
《No no no! Giuro sul Creatore che non lo faremo! Stiamo solo eseguendo gli ordini!》 Supplicò il capo, pallido come un cencio. 

Il Dalish avrebbe voluto ficcargli una lama nel collo, ma Iselen gli mise una mano sulla spalla. 《Non serve ucciderlo qui. So che non riuscirà ad arrivare tanto presto da Loghain.》

Il biondo lo guardò confuso, ma il mago si limitò ad indicare le ginocchia dei due uomini, e l'elfo capì.
Le sue lame calarono rapide sulle ginocchia e i polpacci di quel tipo e del suo compare svenuto senza che nessuno potesse fermarli. Quello si mise ad urlare come un ossesso mentre schizzi di sangue sgorgavano dai legamenti recisi e imbrattavano il tappeto, ma l'elfo biondo non se ne curò. Ritirò dal bancone le loro provviste come se nulla fosse e si avviò verso la porta.
Iselen lo seguì senza battere ciglio.《Così faranno rapporto a Loghain molto tardi e nessuno morirà. Una soluzione equa.》


Leliana sembrava di nuovo sul punto di protestare, ma scosse la testa, rimanendo in silenzio. Non voleva che il mago tornasse sulla sua decisione di portarla con loro. Quantomeno due degli uomini erano sopravvissuti, li avevano lasciati andare… All’incirca.

Alistair intanto la stava guardando di sottecchi, avvicinandosi poi ad Iselen. 《Sei davvero convinto che sia una buona idea permetterne ad una che crede alle voci nella sua testa di unirsi a noi?》 Chiese in un Sussurro.
《Non ne sarei entusiasta nemmeno io, ma hai visto quello che sa fare in combattimento, non è la classica sorella tutta preghiere e niente sostanza. Inoltre, abbiamo bisogno di aiuto e credo che lei sarà una delle poche facce amiche che vedremo d'ora in poi.》
L'altro suo malgrado annuì senza dire una parola e il Dalish alzò gli occhi al cielo. Due elfi, un cane, una strega delle selve, un Templare cretino e ora una matta che credeva di parlare con una divinità. Intorno a loro si stava creando un gruppo talmente sgangherato da far ridere. Che i Numi avessero cura di loro.
   
 
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