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Autore: lmpaoli94    31/07/2021    3 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Sguardi controversi mentre una delle due donne si apprestava a parlare.
< Sapete una cosa, Madre Claire? Non avrei mai immaginato che avrei avuto problemi con la chiesa. >
< Vi ho riportato il bambino. Mi apprestavo a ricevere un degno riconoscimento da voi. >
< Volete forse un titolo nobiliare? Duchessa di Slane sarebbe perfetto dopo che avete ucciso quelle due donne. >
< Erano diventate un grande problema per la vostra famiglia. Potevano colpirvi ancora nel vostro punto più debole. >
< Oh, che gradita benefattrice… Ora parlate chiaro Claire. Che cosa volete? >
Avvicinandosi a lei con fare riluttante, la Suora Madre la pregò solamente di dire tutta la verità necessaria affinché Theodore riesca a capire il suo vero posto in quella sua vita difficile.
< Ho già parlato con lui… E’ molto avido di sapere e vuole conoscere altri dettagli sul suo passato. >
< Non avreste dovuto… >
< Fare cosa, Contessa Madre? Dirmi che sono l’erede di una grande nazione? >
Il bambino, s’eppur avesse solo dieci anni, mostrava tutta la sua forza di volontà e tutta l’intelligenza, riuscendo a tenere testa anche alla Contessa Madre.
< Theodore, è molto difficile… >
< Mi avete tenuta lontana della mia famiglia. Perché? Perché mi avete fatto questo?! >
< Non azzardarti ad alzare la voce con me, ragazzino. >
< Altrimenti cosa mi fate? mi ucciderete a sangue freddo come avete fatto con tutti i vostri nemici? >
< E tu come… >
< Ho i miei informatori > la interruppe il ragazzino fissando la Suora Madre < Allora? Cosa rispondete? >
Rimanendo in silenzio alcuni secondi, la Contessa Madre non voleva più parlare di questa storia.
< Il vostro silenzio mi sta ferendo enormemente… Mi avete rovinato la vita nascondendomi questo segreto. >
< Ah, davvero? Chi ti avrebbe mai voluto dopo che eri venuto alla luce? Tua madre era morta e tuo padre doveva badare alla sua famiglia. Chi ti poteva prendere sotto la tua protezione? Eri solo al mondo ed io ti ho dato una casa! >
< Da quello che ho scoperto, sono stato rapido da un uomo senza scrupoli ma che aveva a cuore la mia vera famiglia. >
< Voleva solo riportarti in un luogo che dopo tutti questi anni non esiste più. Buffo il mondo a volte, vero? >
Non riuscendo in nessun modo a far parlare la Contessa Madre e ad ottenere quello che voleva più di qualsiasi altra cosa, non avrebbe mai smesso di lottare, a costo di conquistare l’appoggio della sua vera famiglia rimasta, ovvero suo padre.
< Poi sono stato condotto qui e voi avete impedito… >
< Il tuo posto è a Limerick, come servitore… Mi pento di averti dato tutte le libertà per averti fatto passare una vita facile e senza troppe difficoltà. >
< Voi dite che sollevare indumenti e altri oggetti molto più pesi del tuo corpo sia una passeggiata? Allora è proprio vero che voi avete sempre avuto una vita agiata. >
< Adeso basta, ne ho avuto abbastanza! >
Tirando fuori un tagliacarte dalla sua scrivania, la Contessa Madre si apprestava a colpire il bambino.
< Contessa! No! >
Immobile per quello che stava vedendo, Suor Claire venne intimata dalla donna di non muoversi.
< Fatelo, Contessa! È questo quello che volete, no? accoltellare un povero bambino indifeso. >
< Tu non sei un bambino… Sei il male in persona. >
< Solo perché sto riacquistando la mia libertà, non vuol dire che io sia crudele come voi. >
Lasciando andare la presa su Theodore, la Contessa Madre lo intimò di lasciare subito il castello.
< Andatevene immediatamente. Tutti e due! Non voglio mai più rivedervi qui a Limerick. >
< Non finirà mai in questo modo, Contessa… >
< Se vi azzardate a tornare qui, farò in modo che sia l’ultimo luogo che visiterete. >
< Non vi preoccupate. Ho già pensato a non tornare mai più qui. Non disturbatevi a sporcarvi le mani di altro sangue innocente. >
Uscendo dalle stanze della Contessa accompagnato dalla Suora Madre, l’ira funesta della donna fu ascoltato in tutto il castello.
< Theodore, adesso cosa farai? >
< Sono ancora troppo piccolo per poter viaggiare da solo in una nazione così vasta che ancora ai miei occhi è sconosciuta… Mi piacerebbe tornare da voi a Kylemore. Sempre che… >
< Sarei molto felice di riaverti sotto lo stesso tetto di nostro Signore > rispose immediatamente la donna ritrovando la felicità.
< Vado a preparare le mi poche cose. Aspettatemi fuori. >
 
 
Nel momento in cui stava prendendo tutto il necessario, Theodore non pensò mai d’imbattersi in suo padre e sua moglie.
< Allora sono vere le voci. Te ne stai andando. >
< Conti Grey… Sarei venuto a salutarvi. Ma purtroppo ho molta fredda. >
< Cos’è successo, Theodore? Problemi con la Contessa Madre? >
< Ditemelo voi visto che come lei sapevate a che lignaggio appartengo. >
< Theodore, è molto complicato… >
< Certo. In fondo io sono il vostro figlio bastardo. Non potrò mai avere tutto l’amore necessario. >
< Teddy, non ho mai pensato questo… >
< Non chiamatemi così > replicò adirato il bambino < Mi ci poteva chiamare solo una donna con quel nome. E adesso per colpa vostra non è tra noi. >
< Che cosa vuoi insinuare? > domandò Anastasia con tono furente.
< Che se avessi saputo la mia vera vita, Gwen non avrebbe mai sacrificato la sua. Ma per voi un morto tra la servitù che cosa può importare? Avete ucciso molti più uomini potenti. E solo per cosa? continuare ad annegarvi nei vostri più tetri intrighi? >
< Tu non sai cosa abbiamo passato in tutti questi anni. La nostra felicità è stata messa a dura prova. >
< Padre, mi risulta molto difficile credervi… Chissà com’era mia madre… Sono convinto che durante la sua gravidanza ha dovuto soffrire molto la vostra lontananza. Sempre per colpa vostra. >
< Adesso basta! Non hai nessun diritto di ribellarti a noi, Theodore > sbraitò la donna < Se vuoi scappare dai tuoi problemi, fai pure. Ma la nostra vita andrà avanti e saremo sempre i nobili di questa città. Con i senza di te. >
< Allora ditemi contessa, quale sarebbe il mio ruolo dopo tutto quello che è successo? >
Ma Anastasia non riusciva a trovare nessuna risposta alla domanda del bambino, credendo che i fili erano mossi tutti da sua madre.
< Non c’è posto qui per i purosangue come voi… Phoebe farà un bel lavoro nell’essere la nuova Regina d’Irlanda. >
Una volta preparato la sua roba, Theodore non avrebbe mai creduto di aver potuto mancare di rispetto coloro che potevano essere l sua famiglia.
E nel mentre la sua vita stava prendendo la via della sua spiritualità, alla fine il bambino dovette imbattersi anche in Phoebe.
< Dove te ne vai? >
< Mi ne vado da questo castello pieno di brutti ricordi che hanno offuscato la mia mente. >
< Perché? Cos’è successo? >
< Magari potreste farvelo dire dalla vostra famiglia quando sarà il momento giusto. E non penso prima di alcuni anni. >
< E’ colpa della mia famiglia se te ne stai andando? >
< Non ho tempo per spiegarvelo, principessina. Mi stanno aspettando. >
< Fermati! > gli gridò la bambina mentre si apprestava ad uscire dalla cucina < Tu non vai da nessuna parte finché non mi avrai detto le cose come stanno. >
< Phoebe. >
Il richiamo di suo padre fu molto più imperioso e diretta di molti altri.
< Lascialo andare. >
< Ma padre… >
< Non osare discutere con me. Theodore non fa parte della nostra famiglia. È solo un umile servitore che sta ricercando la sua via. >
< E dovrà rimanere lontano da noi per sempre? >
Avvicinandosi alla sua bambina con sguardo serio e diretto, gli promise che un giorno si sarebbero potuti rivedere.
< So che tieni al futuro di quel bambino. Ma per ora non può stare più con noi. >
< Ma dove se ne andrà? >
< Non lo so, Phoebe. Non l’ha detto a nessuno. >
< Quindi dovrò stare alla larga da Theodore per molto tempo? Forse per sempre? >
< Phoebe… io… >
< Phoebe, vi ringrazio per tutto l’amore che nutrite nei miei confronti > fece il bambino stringendo quelle mani dolci e affusolate < Ma il mio destino mi porta a fare scelte difficili che voi non comprendereste. Ma questo non è un addio… Se Dio vorrà, ci rifarà ricongiungere nel momento adatto della nostra vita. >
< Quindi passeranno degli anni? Ma non voglio stare lontano da te ora che ho trovato un amico. >
Fissando il suo sguardo languido e disperato, Theodore gli confessò che loro due erano più uniti di quello che potessero pensare.
< Che cosa? tu sei… >
< Il fratello sbagliato che vi è rimasto sempre accanto, Phoebe. La Contessa Madre e nostro Padre ci ha tenuti lontano troppo… Ma bisogna fare finta che non sia successo niente. Per il nostro bene. >
< Theodore… >
Mentre suo padre continuava a richiamarlo, il bambino non voleva ascoltare più nessuna parola.
< Come pensi che io… non ci posso credere… >
< Capirete il tempo giusto, Phoebe. E con ciò, capirete perché me ne sarà andato via. >

< Sapevo che eravate una bambina davvero intelligente. >
Dopo aver salutato un’ultima volta la sua sorellastra tanto dolce quanto carina, Theodore si apprestava a montare a cavallo con l’aiuto della Suora Madre.
< Theodore, va tutto bene? >
< No, Claire. Non potrà mai andare bene niente nella mia vita.>
< Non dire co0sì. Con il tempo… >
< Il tempo non ha fatto altro che aprire ferite cicatrizzate nella mia mente. Non avrei mai voluto scoprire il mio passato così. Avrei voluto che fosse stata la mia famiglia… >
< Mi dispiace averti detto…non dovevo. >
< Lasciate stare. Non è colpa vostra > rispose il bambino asciugandosi le lacrime < Adesso andiamo. Abbiamo indugiato fin troppo qui in questo castello. >
Una volta iniziato a cavalcare, Theodore non ebbe il coraggio di voltarsi verso il suo passato e quello che poteva essere il suo futuro radioso in una famiglia importante come quella in cui aveva vissuto.
   
 
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