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Autore: Francyzago77    01/08/2021    6 recensioni
Questa storia nasce come seguito de "La figlia di Georgie". Sono passati diversi anni, quelli che erano bambini sono ormai cresciuti e coltivano sogni, desideri, amori e sentimenti che s'intrecceranno con le vite dei loro genitori.
Dopo più di un anno che era nel cassetto ho deciso di pubblicare questo racconto...consiglio di leggere "Georgie il sequel" e "La figlia di Georgie" dato che questa ne è la prosecuzione.
La maggior parte dei personaggi presenti non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Izawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salutato Fritz che ripartiva per Sydney, Abel si mise a riparare un pezzo di staccionata mentre Georgie si occupava della cucina.
-Sei qui? – gli domandò Eric vedendolo lavorare – Hai bisogno d’aiuto?
-No, ti ringrazio – rispose laconicamente Abel senza distogliere lo sguardo dal chiodo che penetrava nel legno con difficoltà.
-In due termineremo presto! – esclamò il ragazzo volendosi rendere utile ma Abel lo fermò prima che potesse prendere in mano gli attrezzi.
-Ho quasi fatto – disse ora guardandolo negli occhi – vai, non mi serve il tuo aiuto.
Eric rimase freddato da quel tono serioso ma non si mosse aggiungendo:
-Va bene, me ne starò fermo senza darti una mano ma almeno lascia che parli un po’ con te. È da quando sono tornato dall’università che non ne abbiamo mai avuto l’occasione!
-C’è sempre molto da fare – la buttò lì Abel, tanto per dire qualcosa.
-Capisco che l’annuncio del matrimonio di Sophie ti abbia colto impreparato – spiegò Eric – e che hai tanto da lavorare con la casa degli sposi da costruire ma un attimo per me puoi trovarlo?
Allora Abel posò il martello, lasciò l’ultimo pezzo di legno sul prato e sorrise al nipote:
-Scusami, hai ragione. Ho mille pensieri per la testa in questo periodo.
Si poggiò alla staccionata e disse al ragazzo:
-Ho seguito con apprensione il tuo percorso universitario, ogni lettera che arrivava dai tuoi veniva poi girata a me e a Georgie. Tua madre le ha sempre condivise con noi, hai visto come è fiera di te? E anch’io! 
-Sì, certo – lo interruppe Eric – ma non mi riferivo a quello. Vorrei un tuo parere su Daisy.
Abel tornò ad essere ombroso e si rivolse nuovamente con freddezza al giovane.
-Cosa vuoi che ti dica? – esordì – Che vuoi sapere da me!
-Come? – lo incalzò Eric deluso – Mi sono confidato sempre con te riguardo le ragazze di cui ero innamorato e ora che ho trovato la donna della mia vita non mi chiedi nulla!
-La donna della tua vita! – esclamò Abel con ironia – Non starai correndo troppo? Devi pensare allo studio, dato che hai scelto d’intraprendere una carriera alquanto impegnativa.
-Infatti mi sembra di non aver tralasciato gli studi – ribatté Eric piccato – l’hai affermato te che siete tutti soddisfatti del mio profitto.
-Le donne possono diventare una pericolosa distrazione – sentenziò Abel – e tu sei giovane, hai tempo per trovare quella con cui legarti per tutta la vita.
-Da quale pulpito provengono queste parole! – ora fu il nipote ad essere ironico – Non sei tu che fin da ragazzo hai sempre saputo che avresti sposato zia Georgie?
-La nostra era una situazione molto diversa – rispose immediatamente Abel, seccato e stanco.
-Certo, dite sempre così quando non sapete cosa rispondere voi adulti! – continuò Eric per poi aggiungere:
-E Peter e Sophie allora? – domandò con aria di sfida – Hanno la mia età e presto si sposeranno.
-Loro si conoscono che erano due bambini – disse Abel cercando di mantenere la calma – tu da quanto frequenti Daisy? Cosa sai di lei?
-So che la amo – il tono di Eric era fermo e deciso – e so perfettamente che prima dovrò laurearmi ma saprò aspettare. Comunque ho capito che Daisy non ti piace, me ne farò una ragione. Buon proseguimento di serata!
Si voltò dirigendosi verso l’abitazione lasciando Abel nel silenzio più assoluto.
-Devo convincerla – pensò l’uomo preoccupato – a parlargli altrimenti dovrò farlo io.    
Dopo non molto tempo vide Eric uscire a cavallo. Daisy era con lui.
Percorsero la strada che costeggiava il fiume, era quasi il tramonto, si fermarono sotto un albero e si sedettero sull’erba.
-Questo è il mio posto preferito – asserì il giovane sistemandosi con la schiena appoggiata al tronco – è il mio rifugio personale, quando voglio stare da solo vengo qui, da sempre!
-E allora – domandò la ragazza accoccolandosi fra le sue braccia – perché mi ci hai portata? Ora non sei da solo!
-Perché non ho segreti con te – rispose prontamente Eric spostandole una ciocca di capelli per scoprirle interamente il volto – e magari può diventare il nostro posto.
Iniziò a baciarla, adorava quelle labbra morbide e carnose che si schiudevano con passione.
Si lasciarono coinvolgere e trasportare dall’atmosfera quieta e solitaria del luogo, alternando carezze a baci, sorrisi a dolci parole finché Daisy sussurrò:
-Ti prego Eric basta, meglio fermarci!
-Tranquilla – la rassicurò lui – non avevo intenzione di andare oltre.
La strinse forte a sé dandole un semplice bacio sulla guancia dicendole:
-Non è il posto adatto e so bene che dovrò aspettare.
Lei distolse lo sguardo dal suo per osservare l’acqua del fiume che scorreva placidamente.
Eric non smise di tenerla stretta rimanendo in silenzio e prendendole la mano con delicatezza mentre Daisy tornò a guardarlo con quei grandi occhi scuri da cerbiatta.
-Rimaniamo un po’ così – disse la ragazza candidamente – più tardi mi riaccompagnerai a casa.
Lui annuì sorridendo ed entrambi non parlarono più finché, ad un certo punto, il giovane esclamò:
-Andiamo, zia Georgie avrà già preparato la cena!
Si alzarono, Eric le chiese:
-Come ti trovi a casa degli zii? 
-Molto bene – rispose subito Daisy – Georgie è simpatica, socievole ed è un’ottima cuoca! Insomma è ospitale, come anche Sophie.
-E zio Abel? – domandò il ragazzo con interesse.
La giovane arrossì e incamminandosi   verso il cavallo affermò:
-Oh non c’è quasi mai, è sempre al lavoro o a casa di Peter.
Eric, pensieroso, aggiunse:
-Sei capitata in un periodo frenetico per la nostra famiglia, lui in genere non è così solitario e scontroso ma affabile e generoso. Per me è sempre stato un punto di riferimento.
-È bello aver qualcuno su cui far affidamento nei momenti bui – ammise a bassa voce Daisy – una famiglia dovrebbe servire a questo. Tu hai dei genitori splendidi e poi degli zii e Sophie insomma devi ritenerti fortunato. Io sono sola.
-No – disse fermamente Eric – non più.
Non poté far a meno di baciarla di nuovo, prima di salire sul cavallo.  
Più tardi, era ormai sera inoltrata, Georgie bussò alla porta della stanza di Daisy.
La ragazza era seduta alla scrivania con un foglio in mano.
-La cena è pronta – esordì Georgie – vieni a tavola?
-Sì, grazie – rispose la giovane – finisco di rileggere la lettera e arrivo!
La donna annuì incuriosita, Daisy come se l’avesse letta nel pensiero, aggiunse:
-Ho scritto a Liv, la mia compagna di corso. Domattina andrò a spedirla, in paese.
Georgie sorrise nuovamente e la lasciò sola, richiudendo la porta.
Daisy si alzò, non voleva far tardi a cena, iniziò a leggere in fretta, dopo avrebbe apportato qualche correzione.

“Mia cara Liv,
riesco a scriverti soltanto ora. 
Avrei voluto raccontarti della vastità dei panorami che si vedono qui in campagna, della gentilezza con cui sono stata accolta dai familiari di Eric, della simpatia dei suoi amici e soprattutto della premura e delle attenzioni che il mio fidanzato mi rivolge.
E invece dovrò darti la più assurda delle notizie, la scoperta che mi sta portando ad angosciarmi da una settimana a questa parte.
Lo zio di Eric, il fratello di suo padre, sai chi è?
È Abel! Capisci…il “mio” Abel, non un altro.
Quando l’ho visto ed Eric me lo ha presentato ho creduto di impazzire!
Per giunta sono anche ospite in casa sua, elargisco sorrisi alla moglie e alla figlia.
Cerchiamo di evitarci a vicenda ma lui vuole assolutamente che parli con Eric.
Sarà la fine, per me.
Ricordi quando ti confidavo delle sensazioni che provavo stando accanto ad Eric?
Di come, fin dal primo giorno, lo sentivo parte di me?
Forse perché tutto mi riportava ad Abel.
Liv tu sei l’unica che conosce tutta la storia e comprenderai come mi posso sentire ora.
Perché? Proprio adesso che ero serena e felice!
Ho paura, non so cosa fare. Il peccato mi inseguirà per sempre?
Ti mando un forte abbraccio”.
Daisy
 
Ripose la lettera e si avviò a cena.
Abel era già seduto a tavola.
 
 
 
 
 
   
 
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