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Autore: Feisty Pants    01/08/2021    2 recensioni
La banda è ormai fuori dalla banca di Spagna e cerca di ricominciare a vivere in piena tranquillità spostandosi da un luogo a un altro. Alicia Sierra, Cesar Gandia e la polizia segreta, però, cercheranno in tutti i modi di trovare i Dalì per porre fine a una guerra che ormai stava durando troppo tempo. I veri protagonisti, questa volta, saranno i sentimenti, le emozioni e le storie personali di ogni membro della banda obbligato a fare i conti con i fantasmi e tesori della propria vita.
(Alcuni elementi della trama originali sono stati modificati. Nairobi, infatti, è ancora viva e il professore è riuscito a portare fuori la banda dalla banca di Spagna senza aver incontrato Alicia Sierra)
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, FemSlash | Personaggi: Il professore, Nairobi, Rio, Tokyo
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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CAPITOLO 20
IL SORRISO

 
6 anni dopo…

In un’isola meravigliosa dell’oceano pacifico, i Dalì avevano trovato la propria serenità vivendo senza tecnologia, senza contatti con il mondo esterno, se non con le popolazioni e le piccole istituzioni delle zone limitrofe. Sei anni di pura pace, tranquillità e normalità che aveva ringiovanito tutti mettendo nei loro cuori semi di gioia e di felicità.

“Cinci piano, rallenta!” urla una bambina dai capelli neri e la carnagione scura, tipicamente gitana, mentre cerca di raggiungere l’amichetto di otto anni che stava macinando chilometri con la sua nuova bicicletta.

La bambina di soli sei anni, ancora inesperta nell’uso dello strumento, perde l’equilibrio scaraventandosi a terra e cominciando a piangere per il piccolo trauma subito.

Una bambina di circa sette anni, con i capelli lisci e mori e i profondi occhi castani, la raggiunge con il proprio mezzo per poi scendervi e assisterla.

“Ines, tutto bene?” domanda l’amica aiutando l’altra a rialzarsi.

“Perché i maschi fanno sempre così?! Io ho appena imparato ad andare in bici! Non sono brava come voi!” piange Ines, indicando il ginocchio sbucciato da cui usciva un po’ di sangue.

“La mia mamma dice che non bisogna mai arrendersi! E che i maschi sono sempre più zucconi, quindi quando vediamo zio Denver glielo diciamo, ok?” afferma la maggiore delle due, porgendo una bottiglietta d’acqua alla cuginetta.

“Grazie Nieves, scusa se piango. Oggi è anche il tuo compleanno! Ci staranno aspettando per festeggiare!” risponde Ines, pulendosi il naso e gli occhi dalle lacrime residue.

“Lo so, ma ho paura a fare la festa” dice Nieves incupendosi all’improvviso.

“Perché?!” domanda la più piccola, corrugando la fronte e non capendo il motivo per cui una bambina non volesse festeggiare il compleanno.

“Perché la mamma pensa tanto al papà il giorno del mio compleanno e io non voglio farla restare male” spiega addolorata la piccola Nieves, innamorata follemente della propria mamma.

“Sono sicura che zia Tokyo ha tanta voglia di fare festa, dai andiamo!” la incoraggia la piccola gitana, prendendola per mano e indirizzandosi verso le rispettive case.

Tutta la banda aveva deciso di vivere vicina, ognuno nella propria abitazione per consentire la privacy, ma pur sempre a due passi di distanza per qualsiasi evenienza. Gli unici che avevano costruito una casa comune erano Nairobi e Tokyo, fedeli a quella promessa di non lasciarsi mai. La villa era divisa rispettivamente in due appartamenti comunicanti grazie a un enorme giardino che dava poi sulla spiaggia e sul mare.

“Axel, potresti aiutarci a portare i dolci in tavola?” grida Bogotà, intento ad accendere il fuoco insieme ad Helsinki per preparare una grigliata.

Il giovane dai ricci capelli neri e la pelle scura, però, era intento a camminare lungo la spiaggia con Paula. I due, ormai sedicenni, trascorrevano la maggior parte del tempo assieme cominciando a scoprire la bellezza dei primi sentimenti d’amore.

“Io non sono pronta alle cotte, ti avverto!” afferma Raquel guardando torva Nairobi, indaffarata ad apparecchiare la tavola in giardino.

“Si stanno solo conoscendo, non vedo ancora il campanello d’allarme” ride Nairobi, guardando negli occhi l’amica.

“Se lui si azzarda a portarmela via vi rovino!” la ammonisce Raquel, in tono divertito ma con un velo di preoccupazione per il periodo adolescenziale della figlia.

“Cazzo, Raquel! Non resteranno i nostri bambini per sempre… noi alla loro età non eravamo manco più vergini” scherza la gitana, mostrando il suo meraviglioso sorriso, mentre aggiunge i bicchieri in tavola.

“Stai all’occhio Nairobi! Stai giocando con il fuoco!” la minaccia Lisbona, puntandole il dito contro per poi scoppiare a ridere.

La conversazione viene interrotta dall’arrivo di Nieves e Ines che, zoppicante per la brutta caduta, raggiunge gli adulti in cerca di soccorso.

“Oh no, tesoro che è successo?” domanda Nairobi raggiungendo la figlia e valutando il danno al ginocchio.

“Cincinnati mamma! Lui va troppo veloce e io volevo raggiungerlo, ma mi fa sempre gli scherzi!” borbotta Ines, aggrappandosi al collo della mamma e sedendosi sulle sue gambe per farle vedere il graffio.

“Tranquilla dopo diciamo a Cincinnati di stare attento perché tu hai appena imparato, ok? Comunque è solo un graffio, vai da papà che ti disinfetta e ti mette un cerotto!” conclude Nairobi dando un bacio sulla fronte della sua piccola goccia d’acqua, indirizzandola alle cure paterne per poi rivolgersi alla festeggiata.

“Ciao principessa, buon compleanno!” la saluta Nairobi, aprendo le braccia a Nieves che si accoccola in esse riscoprendoci sempre il solito senso di protezione e sicurezza.

“Perché quella faccia? Che succede?” chiede l’adulta non vedendo il meraviglioso sorriso di Rio sul volto della bambina. Nieves abbassa lo sguardo sulle dita della zia, prendendole tra le mani e giocando con i suoi innumerevoli anelli.

“La mamma non è scesa. Non vuole fare la festa vero?” chiede allora Nieves, sentendosi in colpa.

“No! Si sta preparando! Non vede l’ora di scendere sai? Perché dici questo?” cerca di capire Nairobi, mettendo una mano sulla pancia della bambina e dandole conforto avvolgendola ancora di più tra le braccia.

“Perché ormai sto diventando grande e so che la mamma soffre tanto il giorno del mio compleanno… perché le ricordo papà” spiega Nieves, vedendo nella somiglianza con il padre, la causa della nostalgia di Tokyo.

“Per la mamma sarà sempre difficile tesoro mio, ma tu sei il suo regalo più bello. Sei la sua gioia, la sua ragione di vita e sei anche la fotocopia del papà. La mamma, però, è una guerriera e ti ha cresciuta e amata moltissimo. È giusto che ti preoccupi per lei, ma ricordati che lei è riuscita ad andare avanti e devi farlo anche tu. Che ne dici di andare in camera sua e invitarla a scendere?” propone Nairobi, per poi mordicchiare la guancia della bambina proprio come era solita fare quando era più piccola. Nieves risponde al gesto ridendo a crepapelle per il solletico e, recuperate le energie, si dirige verso la stanza matrimoniale della mamma.

Tokyo era intenta a truccarsi con matita nera e mascara quando sente la porta aprirsi. La donna si gira e vede entrare la figlia che, silenziosamente, si limita a guardarla.

“Sei bella mamma” esordisce Nieves, avvicinandosi a Tokyo ammirandola allo specchio.

“Grazie amore mio, per un giorno speciale come questo è giusto farsi belle” la ringrazia Silene, mettendosi un orecchino, per poi accorgersi dell’aria cupa e abbattuta della piccina.

“Hey, che cosa c’è che non va?” domanda allora la donna, inginocchiandosi davanti alla figlia in modo da guardarla dritta negli occhi.

“Gli altri bambini quando compiono gli anni hanno vicino sia mamma che papà. Io ho solo te e ho paura che tu ci stia male. Dici sempre che sono uguale a lui, ma non voglio farti soffrire” dice Nieves permettendo a una lacrima di scorrerle lungo il viso. In quelle parole la bambina dimostra la sua forza e, allo stesso tempo, il dolore per non avere un papà accanto a differenza di tutti i suoi amici.

“Nieves, ascolta…” la chiama Tokyo, prendendole le mani e deglutendo spesso per iniziare il discorso.

“Quando sarai più grande e ti innamorerai, capirai che cosa significa amare una persona e sarà una delle esperienze più belle della tua vita. Rio mi manca ogni giorno, ma non perché lo vedo in te! Mi manca perché lo amavo e lo continuo ad amare moltissimo. Il fatto che tu gli assomigli così tanto non è un motivo di sofferenza! Anzi, per me è una gioia perché lo vedo vivere attraverso i tuoi occhi, i tuoi sorrisi, i tuoi modi di fare… e a volte anche nei tuoi capricci” la stuzzica Tokyo, punzecchiandole la pancia con un dito e ammonendola con un’espressione severa per poi riprendere il discorso.

“Il giorno del tuo compleanno mi fa sempre pensare e riflettere, ma non mi fa soffrire. Sai perché? Perché tu sei nata in un giorno inaspettato, durante un pericolo, all’interno di un ascensore e con zia Nairobi che si è occupata di te per ore ed ore. Io ripenso spesso alla forza che abbiamo avuto tutti noi in quel momento. Tu, così piccolina e indifesa, sei venuta al mondo in un momento così delicato, il papà a combattere per noi e io a trovare le energie per farti nascere” racconta Tokyo, per poi avvicinarsi al comodino del letto matrimoniale e prendere la bambina sulle proprie ginocchia.

“Quel giorno il papà non c’era. Io ho dovuto partorirti senza di lui e inizialmente pensavo di non potercela fare. Ho mollato subito la spugna, cercando di evitare la situazione, ma tu facevi di tutto per venire al mondo. Io ti ho fatta nascere senza il papà… eppure lo sentivo vicino. Capisci perché il giorno del tuo compleanno è così importante? Perché mi ricorda che io e te siamo fortissime, che supereremo tutto e che, soprattutto, abbiamo accanto il papà ogni istante” conclude Tokyo, per poi indicare quelle quattro fotografie del cuore scattate da Nairobi qualche giorno prima del suo matrimonio.

“E il papà ci ama… con lo stesso sorriso che vedi in queste foto” aggiunge ancora la mamma, sorridendo malinconica a quei momenti di serenità che le mancavano come l’aria. Nieves appoggia la nuca alla spalla della mamma, ricevendo subito un bacio sui capelli neri, per poi rilassarsi e sentirsi meglio grazie a una motivazione e a una storia che la fa sentire speciale.

“Ci siamo tutti?” chiede Nairobi richiamando tutti i Dalì al tavolo per il dolce.

“Non ti stai affaticando troppo? Sei incinta e con un polmone e mezzo!” consiglia con premura il dolce Bogotà, posando una mano sul pancione della donna.

“Avete altamente rotto il cazzo. Uno e l’altra! Ho combattuto, sparato, rapinato banche e ora che sono alla mia terza gravidanza dovrei mollare?!” si difende subito Nairobi con la tenacia di sempre, rivolta alle paranoie di Tokyo e del marito.

Un mese dopo l’arrivo nell’isola, Nairobi scoprì di aspettare un bambino. La gioia fu tale da portarla al pianto per giorni interi, visto il suo desiderio di poter rivivere la maternità serenamente senza vedersela portare via. Axel arrivò poco dopo, accogliendo felicemente la nuova realtà e recuperando con la madre un rapporto interrotto troppo presto. L’arrivo di Ines fu un toccasana soprattutto per Tokyo che fece crescere Nieves insieme a lei. Le bambine, infatti, avendo solo un anno di differenza, erano due gemelline inseparabili affezionate alle rispettive zie. Il sogno di Nairobi si stava per consolidare ulteriormente grazie all’arrivo di un nuovo maschietto che, a breve, avrebbe portato nuovamente dell’azione nella vita dei Dalì.

“Forza Ninì, preparati a spegnere le candeline!” la incoraggia Monica, dando una carezza alla bambina che si posiziona al centro della tavolata di fronte a una torta con accese le sue 7 candeline.

“Chiudi gli occhi ed esprimi un desiderio!” le consiglia il prof, intonando il tipico “tanti auguri” mentre la piccina si appresta a vivere il momento più magico.

Nieves chiude gli occhi, si estranea dalla realtà per qualche secondo, per poi pensare a una cosa speciale e personale che la porta a sorridere e a spegnere, grazie a un sospiro rilassato, le sue candeline.

“Brava! Auguri! Che cosa hai desiderato?” domanda Ines curiosa come sempre, leccandosi i baffi nell’attesa di ricevere la propria fetta di dolce.

“Ines! Non si dice se no non funziona!” la frena immediatamente Bogotà, mettendo una mano sulla bocca della figlia che stava già parlando troppo.

“Veramente io non ho espresso nessun desiderio… ho solo mandato un messaggio” spiega Nieves, catturando l’attenzione di tutta la banda.

“A chi hai mandato messaggio piccola?” chiede curioso Helsinki, con il solito vocione.

“Al papà” risponde la bambina, provocando un profondo silenzio nei presenti che aprono bene le orecchie ponendosi in ascolto.

“Gli ho detto che gli voglio bene e di continuare a starci vicino come ha sempre fatto” afferma Nieves con sicurezza, orgogliosa del proprio gesto.

“Ben fatto cucciola!” si congratula subito Nairobi emozionata, battendo le mani alla nipotina che aveva cresciuto amorevolmente. A Tokyo, invece, si inumidiscono immediatamente gli occhi e, emozionata dalle parole della sua piccola grande bambina, le si avvicina aprendole le braccia.

Nieves accetta il gesto agganciandosi al collo della madre nascondendo il viso nel petto di lei e sentendo la mano confortante della mamma, spingerla ancora di più contro di sé. Alle due non servono più parole, ma solo gesti, solo il profumo della propria essenza reciproca, solo il tocco dei propri corpi, la vicinanza dei cuori e quel sorriso che avevano a lungo ricercato.

In un universo parallelo…

Alcune figure vestite elegantemente camminano in un grande prato fiorito. Il luogo, dotato di vasti ettari di terra occupati da giardini, fiori, alberi e foreste, presenta anche un’abitazione molto simile al casale di Toledo dove venne progettata la rapina alla Zecca.

Un giovane dai capelli ricci tiene tra le mani una margherita, accarezzandola delicatamente con il sorriso stampato sulle labbra. I suoi occhi si spostano dal fiore a una porzione di cielo dove vedere riflessa la scena appena vissuta della bambina.

Gli occhi del ragazzo sono sereni, così come quelli delle altre figure presenti, portatori di una pace interiore mai assaporata prima.

“Hai fatto un bel lavoro sai?” chiede un uomo con la barba sedendosi accanto all’amico.

“In che senso?” domanda confuso Rio, guardando il suo compagno di eternità.

“Hai creato una bambina meravigliosa come quella e con il tuo gesto le hai permesso un futuro roseo” spiega Mosca colmo di ammirazione per quel ragazzino che in vita era considerato solo immaturo e istintivo.

Rio risponde al complimento abbozzando un sorriso, per poi sollevare il viso e, mentre tuffa i propri occhi nel cielo blu, si lascia accarezzare il viso da una dolce brezza che pare portargli il tocco della sua bambina.

Rio esce da quello stato di quiete grazie a un profondo sospiro per poi, con il solito sorriso e fossette sulle guance annesse, esprimere il miglior pensiero di umiltà e rispetto:

“La verità è che il miracolo con me l’ha fatto quella bambina. Nieves mi ha insegnato a reagire, ad amare, a ricominciare. Se devo qualcosa a qualcuno, lo devo a Nieves: perché è stata la mia rinascita”
 
NDA:
Ciao a tutti, dico subito che cercherò di essere breve (anche perché mi sta venendo da piangere al solo pensiero di aver concluso questa storia).
Questa storia rimarrà per sempre nel mio cuore per essere stata quella con miglior organizzazione, termini e con una trama soddisfacente che ha coinvolto anche me stessa. Sono davvero felice di essere riuscita a scrivere su questo fandom, conoscendo il mondo di LCDP da solo un mese.

Venendo alla storia… spero che l’idea di questo piano rinascita vi sia piaciuto e spero anche di non avervi fatti soffrire troppo, avendo alla fine mostrato una sorta di tregua e abitudine a un dolore per una perdita che la banda e, soprattutto Tokyo, riusciranno a sopportare.

Che dire… non mi rimane che arrivare ai ringraziamenti. Ringrazio tantissimo le due amiche che mi hanno permesso di conoscere il fandom e divorare la serie in soli 3 giorni facendomi innamorare di ogni singolo attore (tranne Arturo!) e vicenda. Grazie quindi Ivy ed Eternal Rome per essere state con me sempre, instancabili e cariche ai miei aggiornamenti. Vi auguro tanta ispirazione e spero di poter leggere presto qualcosa di vostro!

Spero vivamente di tornare a scrivere su questo fandom anche se, per ora, non ho ancora ispirazione.

Grazie meravigliosa LCDP per questa avventura! Grazie ancora a tutti coloro che hanno letto in silenzio e con rispetto. Spero di potervi sentire sempre!

Chiki boom chiki boom chiki boom

La vostra Anna aka Tokyo
  
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