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Autore: LeanhaunSidhe    02/08/2021    2 recensioni
Piccoli brani che cercano la loro strada e la trovano forse mano mano. Uno scorcio sui personaggi, sulle questioni irrisolte, per chi ha voglia di saperne di più... (obbligatoria la lettura della long Bentornati in quest'altro inferno)
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Aries Kiki, Aries Mu, Cancer DeathMask, Nuovo Personaggio, OC (Original Character)
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ballata dei finti immortali'
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Era stata una giornata dura, seguita da una notte anche peggiore. Gli incubi non le avevano dato pace per molte ore. Solo dopo che era rimasta sola lui aveva deciso di palesarsi nella sua stanza. Haldir arrivava sempre non visto, nel momento esatto in cui c'era davvero bisogno, anche se l'unica cosa che poteva era mostrare la sua silenziosa presenza. Lei ed il gigante bianco, uniti in quel loro modo peculiare, spesso non necessitavano di parole per comprendersi. Lui l'aveva squadrata fugace, mentre cercava di portarsi seduta sul letto e le offriva il braccio, che l'afferrasse per sollevarsi. I capelli le erano scivoalti davanti, mentre le dita esili, di bambina, si flettevano nello sforzo di aggrapparsi al metallo freddo ed accogliente, conosciuto. Quante volte Haldir l'aveva protetta nella sua stretta? Seleina conosceva le incisioni che coprivano gomito ed avambraccio, una per una. Avrebbe potuto tracciarne il contorno su un foglio bianco persino al buio. Tuttavia, c'erano segreti del gigante bianco che non le era dato comprendere. Domande su cui aveva il diritto di chiedere ma non di pretendere risposte. Eppure, ci provava ogni volta, come poteva, Quel giorno, Haldir era più ombroso del solito. Glielo leggeva nello sguardo più torvo, nei gesti più misurati. Forse, era solo in pena per lei: le sue crisi andavano peggiorando da un po' di tempo.

"In quante parti può spaccarsi un cuore, secondo voi?"

Per una frazione di secondo, le era parso sorpreso attraverso la tenda delle ciocche bionde ancora davanti al viso, mentre faceva leva sulle gambe malferme per tentare di alzarsi. Aveva riavviato i capelli, fissandolo eretta, in attesa di una risposta.

Haldir aveva esitato, misurando le parole nella matassa aggrovigliata dei suoi pensieri. Le aveva posto l'altra mano dietro la schiena, fino a che non raggiunse la finestra. Oltre il vetro, si scatenava una nuova tormenta. La neve vorticava allo schiocco delle sue dita. Un passatempo innocuo per uno come lui, un piccolo dono, per divertirla. Un cristallo di ghiaccio che si protendeva più vicino a loro pareva aver catturato la sua attenzione. Era una piccola esitazione. Pochi attimi, per trovare le giuste parole. Poi, l'aveva ricambiata sicuro.

"Per quante siano le parti, un cuore forte come il nostro deve continuare sempre a battere."

 

❄️❄️❄️

"Dite un po', mio Sire..."

Taka aveva stirato la ragnatela di rughe sul viso nel porre quella domanda apparentemente innocente. Eppure lei usava poche frasi a sottindere molti sensi, soprattutto da quando i suoi occhi si erano chiusi alla vista del mondo, aprendosi a quella delle dimensioni.

"... secondo voi, in quante parti può spezzarsi un cuore?"

Haldir aveva lasciato che il vento rinfrescante del prossimo inverno gli solleticasse le narici,senza voltarsi. Posare lo sguardo su di lei non era certo il modo migliore per avere davanti qualcosa di bello.

"Non ha importanza il numero. Per quante siano le parti in cui è scisso, un cuore deve continuare a battere."

Ne aveva percepita l'attenzione, focalizzata in un unico punto gelido lungo la spina dorsale. Sapeva benissimo che gli dava del lei per prenderlo in giro. Gli epiteti che rivolgeva ad entrambi, a lui ed il suo gemello, erano molto meno lusinghieri, sempre identici. L'ultimo era stato coppia di vecchi caproni. Probabilmente, nel suo sorriso gualcito ed affilato, Taka rimproverava loro di essere i primi a non aver la forza di seguire quel proposito. Haldir aveva deciso di non controbattere. Il silenzio era l'arma migliore, sia per l'indifferenza, sia quando si è in torto.

"Piuttosto, perchè mi fai domande di cui conosci già la risposta, vecchia?"

Lei aveva battuto il bastone a terra, per scuotere il fango secco che era rimasto appiccicata lungo il sentiero.

"Per ricordare ad un amico decrepito che non è il solo a dover essere forte per tutti. Troverete il modo di ricondurre a noi persino il vostro gemello. Concedetevi pace o non giungerete alla fine di questa storia. Io lo so che avete fatto tutto il possibile."

Poi, lo aveva trapassato con le sue iridi vacue.

"Concedetevi pace."

Aveva ribadito, mostrando le spalle ricurve ed allontandosi con la sua andatura incerta.

"Vecchio caprone testardo."

Haldir aveva inarcato un sopracciglio. L'udito ancora non lo tradiva. Era in quelle rarissime e singolari premure che Taka, nonostante tutto, conservava la gentilezza rassicurante di una femmina. La simulava almeno.


 

   
 
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