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Autore: dragun95    02/08/2021    3 recensioni
Valtur è un membro degli inquisitori, un gruppo votato alla lotta alla piaga che da più di un secolo sta causando morte e dispirazione. E da cui non vi è una cura.
Il mezzelfo è stato incaricato di dirigersi in una delle città umane più avanzate, dove la piaga ha iniziato a diffondersi. In concomitanza con un'incontro molto importante.
Tra i tetti e i vicoli il nostro inquisitore dovrà affrontare la piaga e forse qualcosa di più di quanto avesse potuto immaginare.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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Capitolo 4
Battaglia nella notte


Dall'alto i tetti sembrano tutti uguali, anche se da come aveva visto quel poco della città, Valtur aveva capito che era a forma circolare e che le strade si assomigliavano tutte come un labirinto.

Non sapeva se fosse un'effetto voluto, anche se di certo iniziava a chiedersi chi avesse progettato il tutto. Uno a cui piacevano i labirinti o gli indovinelli.
Scacciò quel pensiero, non era quello il momento per perdersi in domande inutili, doveva trovare gli infetti dalla piaga che avrebbe potuto essere in giro. Ma le dimensioni non erano certo di aiuto, per sua fortuna aveva in tasca un'arma segreta.

Portando la mano da sotto la giacca ne estrasse un contenitore a disco in argento delle stesse dimensioni di un orologio da taschino collegato all'abito con una catenella.
Aprendolo con un movimento del polso; all'interno vi era un fiore simile ad un loto di un colore azzurro con al centro altri petali chiusi a sfera come un bocciolo.

Rimase ad osservare aspettando che il fiore facesse qualcosa, ma non successe niente in quella zona.
Così continuò a spostarsi saltando sui tetti evitando di non attirare l'attenzione. Fuori c'era ancora qualche persona ubriaca o alle taverne della città ancora aperte, di certo non voleva creare il panico.

"Ancora niente?" Mentre si faceva quella domanda, alcuni dei petali cambiarono colore da azzurro a nero.

Quel fiore era conosciuto come "loto della verità" o anche "il fiore degli Inquisitori", quest'ultimo nome gli era stato dato perché venivo coltivato e usato da loro, per via delle sua incredibile sensibilità. 
Di fatti per individuare dei possibili infetti si servivano o delle informazioni certe o quel fiore, che non appena percepiva la presenza di un'individuo infetto dalla piaga cambiava colore e i petali al centro si aprivano indicando il punto dove si trovava l'infezione.

-Trovato- sussurrò cominciando a correre nella direzione indicata dal fiore, quando il bocciolo al centro iniziò ad aprirsi lentamente, segno che era più vicino. Saltò su un tetto in pendenza scivolandovi fino al bordo dove si appese restando aggrappato.
La strada in cui si era fermato erano circondata da negozi ormai chiusi. 
Diede un'altro sguardo al fiore che era totalmente dischiuso, l'infetto doveva essere lì.

Da una delle stradine vide una figura che correva, si trattava di una ragazzina di circa dodici anni, dai capelli neri e gli occhi azzurri. Dalla sua espressione sembrava terrorizzata continuando a guardarsi indietro, senza prestare attenzione alla strada finendo per cadere a terra.

Una sensazione di pericolo iniziò ad investirlo come un'onda, mentre un'altra figura si stava trascinando verso la bambina venendo illuminata dai lampioni.

Si trattava di una donna anche lei con i capelli neri e lunghi. Ma un particolare inquietante gli saltò subito all'occhio. Il suo braccio destro così come la spalla erano ricoperti di spine verdi nerastre grosse quando dei coltelli che spuntavano dalla carne.
Le stesse spine erano presenti anche sul collo e il lato destro del volto.
Su tale lato le vene del corpo con le spine si erano tinte di un colore verdastro. 

"Dannazione, un'infetta mutata parzialmente" imprecò riconoscendo gli aculei causati dalla piaga. La donna infetta guardò la bambina ringhiando con la schiuma alla bocca, guardandola con gli occhi completamente bianco lattiginosi. Segno che aveva perso anche la ragione.

"Non va bene" doveva mettere il salvo la bambina, ma prima prese una freccia con la punta a sfera caricandola nella sua balestra e sparandola in cielo. Quest'ultima esplose provocando una nube bianca per segnalare la sua posizione.

-Mamma cosa ti prende?- la piccola bambina era terrorizzata mentre vedeva il suo genitore o quel che ne restava avanzare verso di lei come una bestia. Proprio quando l'infetta stava per avventarsi su di lei delle frecce la raggiunsero al fianco e alla gamba facendole lanciare un grido di dolore.

-Meglio per te se non sprechi fiato!- il Purificatore si mise davanti alla bambina con la balestra da polso puntata davanti a se. L'infetta lo guardò mentre da sotto alla schiuma che le riempiva la bocca iniziarono a cadergli i denti che vennero sostituiti da delle spine nere.
Lanciò un grido facendo per avventarsi su di lui, ma il Mezzelfo le lanciò in volto un sacchetto pieno di sale. Appena venne in contatto con esso l'infetta si portò le mani dove era stata colpita, mentre il sale produceva un'effetto ustionante su di lei.

Approfittando di quella distrazione Valtur prese la bambina sotto braccio per poi saltare su uno degli edifici raggiungendone il tetto per mettere distanza tra loro e l'infetta.

"Sta mutando più velocemente di quanto pensassi" doveva ucciderla prima che la mutazione fosse completa, per sua fortuna aveva chiamato i rinforzi, ma doveva occuparsene ora.

-Che è successo alla mia mamma?- la piccola bambina era ancora spaventata e la presenza del Purificatore non la aiutava per niente. Lui si tolse la maschera guardandola negli occhi.

-Come ti chiami piccola?-

-Karmen- 

-Mi spiace dirtelo, ma la tua mamma non c'è più! Ormai non è altro che un mostro pronto a infettare e uccidere tutto ciò che gli capita- disse rimettendosi la maschera ed estraendo la spada con un sibilo metallico.

-Cosa...vuoi f...fare?- il tono era terrorizzato e con le lacrime agli occhi, più che comprensibile visto cosa stava passando. 

-Darle la pace- rispose soltanto, prendendo una delle sfera dalla cintura e lanciandola vicino all'infetta. 


Appena la sfera si spaccò una vampata di fiamme si produsse da essa facendo indietreggiare la donna.
In quel momento il Mezzelfo saltò giù dal tetto, correndo attraversò le fiamme venendone avvolto mentre spingeva avanti la spada per un'affondo infilzando l'infetta al fianco. 
Questa gridò di dolore, urlandogli in faccia ed alzando il braccio mutato per colpirlo, Valtur ruotò abbassandosi per evitarlo, estraendo la spada ed assestargli un calcio spedendola a terra.

Nonostante avesse attraversato un muro di fuoco non stava bruciando. Proprio perché i suoi abiti erano totalmente ignifughi, oltre che impermeabili e a prova di spine. Erano stati progettati proprio per resistere alle mutazioni degli infetti dalla piaga.

Intendo la donna si rialzò, la ferita al fianco non presentava emorragie come se fosse stata cauterizzata. Urlò a pieni polmoni muovendo il braccio e lanciandogli alcuni degli aculei presenti su di esso.
L'albino alzò il braccio ed una fiammata si generò dal palmo della sua mano bruciando e polverizzando le spine.

-Non funziona!- affermò scattando in avanti muovendo la lama dal basso verso l'alto ferendo l'infetta al torace, al contatto con la lama la carne venne lacerata e cauterizzata. 

Questo perché le armi degli Inquisitori erano forgiate con l'Ignis, un metallo che sopportava bene le alte temperature e che si surriscalda facilmente. Ogni volta che un'arma forgiato con questo metalli veniva mossa abbastanza forte producendo calore d'attrito con l'aria produceva sia ferite da taglio che da ustione, cauterizzando le ferite.

Valtur ruotò su se stesso per tagliargli la testa con un fendente circolare, ma l'infetta si abbassò giusto in tempo. In quel momento dal braccio mutato uscirono fuori dei rovi spinati che si avvolsero intorno al Mezzelfo.
Quest'ultimo imprecò mentre veniva sollevato in aria e lanciato contro un muro schiantandovi contro.

"Cazzo, mi ha fregato" sputò riprendendo aria nei polmoni dopo l'impatto rimettendosi lentamente in piedi. L'infetta nel frattempo stava agitando i rovi come delle fruste in modo confusionario e violento, mentre avanzava verso di lui, il suo unico scopo era quello di distruggerlo per averla attaccata.
Quando si udì uno sparo e un proiettile la colpì al ginocchio spappolandoglielo e facendola cadere a terra.

-Vuoi una mano Purificatore?- gli gridò Blossom sul tetto insieme ad altri quattro Inquisitori. La Minotaura aveva appoggiato sulla spalla, il fucile con cui aveva appena sparato. 
Lui si rimise in piedi facendo scrocchiare le ossa del collo e sistemandosi la maschera.

-No!- rispose seccò afferrando il manico della spada con ambedue le mani e caricando a testa bassa. 
I rovi si mossero verso di lui per afferrarlo nuovamente, ma questa volta non si fece cogliere impreparato, gli bastarono un paio di fendenti per farli a pezzi.
Senza lasciarle il tempo di reagire ruotò su se stesso facendo una piroetta, lanciando la spada che si conficcò nel petto dell'infetta, quest'ultima emise un rantolo strozzato prima di cadere all'indietro di schiena.

Si avvicinò verso di lei tenendo la guardia alzata, anche se l'aveva trafitta al cuore doveva ancora fare una cosa per portare a termine la purificazione. 
Rimase in piedi sopra al corpo prendendo il manico di Durendart con una mano e con l'altra una delle sfere alla cintura e rompendola sul corpo. 
Entrambi vennero avvolti da una violenta fiammata, gli altri rimasero a guardare increduli, mentre dopo un'istante una figura veniva fuori da quell'inferno.

L'albino si incamminò verso di loro con la spada appoggiata sul fianco, totalmente incurante di alcune fiamme che ancora avvolgevano i suoi abiti. In quel momento sembrava proprio un giudice infernale venuto fuori dall'inferno stesso.

-Che fate lì impalati? Bruciate le altre parti!- gli altri Inquisitori si riscossero iniziando a bruciare i pezzi dell'infetta recisi per completare il lavoro. Dopo avergli dato l'ordine Blossom scese giù con un balzo.

-La bambina?-

-L'abbiamo controllata e non risulta essere infetta. Ma la terremo sotto controllo per un po'- rispose la Minotaura, sentendo lo sguardo della piccola che li osservava dal tetto. Potevano percepire nello sguardo che gli stava lanciando: dolore, tristezza, disperazione. Ma anche rabbia e odio nei loro confronti.

-Pensaci tu a fare rapporto- gli disse lui voltandosi per andarsene.

-Non avevi scelta. Era l'unico modo per evitare che contagiasse altri condannandoli al suo stesso fato-

-Anche se è vero, non rende la cosa più facile- rispose lui incamminandosi.


Si lasciò cadere sul letto della sua stanza, dopo aver fatto un bagno nel fuoco con tutti gli abiti e la sua arma per eliminare ciò che poteva restare dell'epidemia su di lui.

Lo sguardo della bambina era ancora stampato nella sua mente, come se stesse rivedendo ancora quel momento. Scosse la testa decidendo di farsi un bagno per togliersi dalla mente quella storia.
Andò nella stanza adiacente a quella dove alloggiava trovando all'interno una grossa vasca in legno riempita d'acqua. Si liberò degli ultimi indumenti che indossava lasciando il suo corpo completamente nudo, per poi entrare nella vasca.

Rabbrividì al contatto con l'acqua gelata ma si rilassò subito dopo, dopo tutto quel movimento l'immersione in qualcosa di freddo lo aiutava molto.
Si rilassò restando a mollo in acqua chiudendo gli occhi per godersi la sensazione, ma l'immagine di odio della bambina non voleva andarsene dalla sua testa. Non era insolito che gli altri lo odiassero perché aveva ucciso i loro cari infettati dalla piaga, anche se questi avrebbero potuto ucciderli a loro volta.

Mentre ci pensava su, iniziò a chiedersi di come doveva essere il loro rapporto della bambina con sua madre, sicuramente molto forte da come era preoccupata per lei. A quel pensiero non poté che ritornargli in mente il rapporto con la sua madre biologica e l'ultima volta che l'aveva vista.

Il suo volto rigato di lacrime, non di tristezza ma rabbia. Rabbia nei suoi confronti, mentre lo lasciava appeso ancora in fasce al ramo di un'albero spoglio e contorto. C'era la luna piena ed era di un colore rosso sangue, le labbra di sua madre che pronunciavano un qualcosa di incomprensibile.
Mentre i suoi capelli biondo chiarissimi venivano oscillati dal vento, lo malediva con ogni singola fibra della sua anima.

Riaprì gli occhi quando sentì qualcosa vicino a lui. Si trattava di un'altro corvo meccanico appollaiato sul bordo in legno della vasca.

«Ho ricevuto il rapporto della ronda. Ottimo lavoro!»

-La ringrazio Vicario Evereth- rispose soltanto, guardando il corvo meccanico come se si stesse aspettando una domanda, per lo più la solita. Sapere come si sentiva dopo aver posto fine ad una vita.

-Gradirei che non mi faccia quella domanda!- rispose subito per poi restare soprappensiero per qualche secondo -Per caso c'è una chiesa da queste parti?-

«Si c'è ne sono in città»

-Può darmi il posto della più vicina-

«Dovrebbe essere segnata sulla mappa, che ti ha dato Blossom»

-La ringrazio. Le auguro una buona notte- disse infine immergendosi di più nell'acqua.

«Buona notte anche a te. E ricordati che tra due giorni ti voglio qui puntuale per la riunione. Altrimenti mando Blossom a prenderti» Valtur ringhiò appena, non gli dava per niente di partecipare alla riunione, ma non aveva scelta.






Note dell'autore

Finalmente in questo capitolo diamo uno sguardo ad una persona infetta dalla tanto citata Piaga delle spine, ed ecco perché si chiama così. E anche cosa comporta esserne infettati.

Vediamo anche la capacità di combattimento di Valtur nell'affrontare gli infetti. Il Mezzelfo se la cava anche quando arrivano gli altri. Ma nonostante tutto vediamo che anche se è dedito al suo dovere per far in modo che la Piaga non si diffonda, non trova facile uccidere ciò che un tempo erano persone.

Inoltre scopriamo che il protagonista è stato abbandonato dalla propria madre in fasce, che lo ha lasciato appeso ad un'albero. Questo spiega anche perché odia tanto gli elfi.
Ringrazio anche solo chi ha letto il capitolo e ci vediamo al prossimo.
  
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