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Autore: Maggiechan_75    02/08/2021    2 recensioni
Che ci faranno Miki, Kaori ed Eriko in un night?
La risposta a questa domanda la troverete leggendo questa Song-fiction che, a differenza del solito, vi propongo con un tema quasi comico.
Per scrivere questa storia sono stata ispirata da Gianna Nannini e dalla sua canzone "I maschi"
Buona lettura
Genere: Comico, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Miki, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ridono le mie amiche ridono come non mai questa sera.
Non le ho mai viste così e loro non hanno mai visto me così euforica.

- Dobbiamo brindare - 

Alzo il bicchiere portandolo verso il centro del tavolo. 
Devo urlare perchè la musica in questo locale è sempre troppo alta. 
Non sono abituata a serate del genere. 

Ma Eriko e Miki hanno insistito.

- Kaori è la tua serata. Non puoi tirarti indietro! -

Mi guarda euforica. 

Il locale che è così lontano da quello a cui sono abituata. Mi osservo intorno imbarazzata. 
Questo è il tipico Night che frequenteresti tu.

Sul palco ho davanti a me sei spogliarellisti.

Chiudo gli occhi imbarazzata. Davanti a me appare la tua immagine con quell'espressione malinconica che ritrovo solo nei rari momenti in cui sei sincero con me.

Tu, quell'espressione malinconica
E quel sorriso in più
Cosa mi fai?

Il mio sorriso si spegn,e ma solo per qualche istante. Eriko e Miki mi ricordano in due secondi dove sei.

- Ti proibisco di pensare a lui questa sera. Ti ricordo che non stai facendo nulla di più di quello che non sta facendo lui! - 

Miki ha ragione, tu lo fai non solo questa sera ma tutte le santissime sere,

 “Ti giuro Kaori questa è l’ultima volta!” 

mi hai detto prima di uscire di casa con Mick e Ciorba Pelata.

La mia espressione cambia trovando il coraggio finalmente di aprire gli occhi per guardare quei sei fustoni che sono a pochi metri da me.

 
I maschi disegnati sui metró
Confondono le linee di Mirò
Delle vetrine, dietro ai bistrot
Ogni carezza della notte è quasi amor
I maschi innamorati dentro ai bar
Ci chiamano dai muri di città
Dalle vetrine, dietro ai juke box

Dopo tre bicchieri di sangria sono già bella che ubriaca.

Belle amiche che sono quelle due!
Solo dopo che mi sono alzata per andare in bagno,e sono inciampata sui miei passi, mi hanno detto che quello non era succo di frutta.

Quel moro al centro mi confonde!
Ha un fisico perfetto, due pettorali che battono persino i tuoi caro il mio Ryo.

- Kaori stai cambiando idea? - 

Mi stuzzicano quelle che domani potrebbero non essere più mie amiche.

- Che cosa?! - 

Biascico in tutta risposta, costringendomi a distogliere lo sguardo da quei pettorali da paura.

- Dopo tutta la fatica che ho fatto a convincerlo a sposarmi. Non ci penso proprio - 

Urlo nell’istante in cui la musica si ferma e sta per iniziare l’applauso.

Se volevo far passare il mio addio al nubilato inosservato, ho scelto proprio il momento meno opportuno. 

Complimenti Kaori che figura di merda!

- Dai bella sposina vieni su da noi che balliamo un po’ - 

Alzo lo sguardo e mi ritrovo sei uomini completamente nudi.

- Noooo questo è troppo!! - 

Urlo più di prima. Gli volto le spalle e me ne vado.

Sono sulla soglia quando quelle due sceme se ne escono con la frase che mi ha completamente ridicolizzata

- Ma guarda che hai fatto gli hai smosciati! - 

Sono furente! 
Ma che me ne frega se loro si sono smosciati. Quello che sto realizzando è che questa sera invece tu sarai in piena forma!

Non la scorderò mai quell’espressione che hai avuto quando mi hai detto 

“Questa è l’ultima volta te lo prometto” 

Ma che diavolo di espressione era quella! 
Sembrava che stessi mandando il tuo amichetto alla ghigliottina.

 
Tu, sotto la giacca cosa avrai di più
Quando fa sera
E il cuore si scatena
Mi va, sulle scale poi te lo darò
Quello che sento
Parlami ancora un po'

Pensavo che da quella volta avessi capito che delle altre puoi farne a meno. 

Non lo reggo proprio l’alcol!

Dalla macchina non riuscivo proprio ad uscire. Mi hai preso come un sacco di patate e mi hai caricato sulla tua spalla destra.

“sei proprio una bambina” 

mi hai detto rimproverandomi. 

“non fare tutto questo casino che sveglierai tutti!”

Mi hai detto mentre io ti stavo picchiando e mi dimenavo.

“mettimi giù non lo sono più una bambina. Ho appena compiuto trent’anni”

Si è svolto tutto nel giro di pochi secondi mentre stavamo salendo le scale.
Un passo falso e ci siamo ritrovati per terra.

La tua espressione è cambiata. Decisamente non mi stavi considerando una bambina in quel momento e l’alcol ingerito quella sera ha fatto il resto.

Quanto abbiamo bevuto quella sera. 
Quanto ho bevuto quella sera!

Avete voluto per forza festeggiare il mio compleanno vero?!

Perchè trent’anni è una tappa importante. 
Perchè trent’anni si è donna e non più ragazza.
E più pensavo a quello più bevevo.

Ti guardavo con espressione malinconica e sognante. 
Sognavo, quella sera, una vita completamente diversa da quella che avevamo.

“Tu ed io se fossimo due persone normali staremmo insieme” pensavo sognante al mio primo bicchiere di birra

“Tu ed io se fossimo due persone normali ci saremmo mai innamorati l’uno dell’altro?”
pensavo malinconica al mio secondo bicchiere di birra.

Al terzo ero già completamente ubriaca e quello che credevo fossero solo pensieri uscivano dalla mia bocca senza che me ne rendessi conto.

“Tu ed io” ti ho detto guardandoti dritto negli occhi “se fossimo due persone normali saremmo già sposati e avremmo come minimo due figli”

Mi hai guardato e mi hai sorriso malinconicamente.

“Quanto hai bevuto questa sera?”

Mi hai detto dandomi un bacio sulla fronte perchè mi zittissi.
Lo sapevi che quello mi avrebbe spiazzato, mi fa sempre lo stesso effetto.

“non sono una bambina Ryo”

Ti ho detto biascicato mentre mi hai caricato in macchina.

- E’ successo proprio qui! - 

Mi dico. 

Mi fermo e mi siedo nel punto esatto in cui tu mi hai fatto capire che ero davvero diventata una donna.

- Sei tornata finalmente! - 

Nella penombra del vano scale non mi sono accorta che tu sei seduto due scalini più in alto.

- E’ questo lo scalino non quello -

Mi tendi la mano. Ti sorrido e ti raggiungo. 
Questa sera non ho voglia di litigare con te.

- Non qui stasera. Qui no! -

Ti dico invitandoti ad alzarti.

“L’ultima sera da celibe e nubile dovremmo passarla separati, ma questo lo fanno solo le persone normali, ma noi non lo siamo e non lo saremo mai.”

Penso mentre tu mi spogli e mi corichi nuda nella nostra camera da letto.
   
 
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