Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: pokas    05/08/2021    1 recensioni
Una giovane donna, una pianta di rose e un nonno amorevole. In questo racconto tra passato e futuro c'è un solo protagonista: il cambiamento inesorabile che la vita ci propina ogni giorno, possiamo accettarlo o farci travolgere, a noi la scelta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando ero piccola, mio nonno mi portava sempre in giro per il suo orto, era orgoglioso del suo pollice verde.
Aveva ereditato un pezzo di terra dal padre e lo aveva trasformato in un secondo lavoro. Amava ogni sua pianta, dalle viti alle zucchine, ma la pianta che preferiva di più era la sua amata rosa.
Aveva coltivato una rosa selvatica in un angolo dell'orto, se ne prendeva costantemente cura, motivo per cui era sempre rigogliosa e con dei bei fiori sempre freschi.
Un giorno, senza preavviso, una brutta malattia lo trattenne nel letto, non potè più girare per il suo orto, ma soprattutto non potè più vedere la sua amata rosa.
 
-Rose, vieni qui mia cara… come stai oggi?- mi chiedeva ogni volta che facevo visita a casa sua, ed io, piccola com'ero dicevo sempre "bene" per poi iniziare a raccontargli ogni avventura che vivevo con i miei amichetti.
Lui mi ascoltava sempre felice, mi sorrideva, poi guardava la finestra e mi chiedeva se potevo aiutarlo a sedersi davanti ad essa.
Mia madre e mio zio non volevano che il nonno si affaticasse, ero troppo piccola per poterlo alzare da sola e poterlo sorreggere, ma al nonno non importava l'opinione dei figli.
Lui li aveva cresciuti con tanto amore, era grato della loro preoccupazione, ma non avrebbe mai accettato di stare allettato tutto il tempo, di non poter vedere il cielo azzurro, il verde del prato, il rosso del tramonto.
 
Lo mettevo seduto davanti alla finestra e lui sorrideva sospirando, chissà quante avventure aveva trascorso in mezzo a tutto quel verde.
-Perché ti affacci sempre di qui? Da questa finestra si vede a malapena il tuo orto- gli chiesi un giorno
-di quello non mi preoccupo, gli irrigatori e i tuoi cugini se ne prendono cura, io mi affaccio di qua per vedere lei- disse indicando la pianta di rose -Rose, è per questo che ti chiami così- mi disse.
Io ne rimasi sorpresa -pensavo fosse il nome della nonna-
-lo era, poi mi è stata portata via e il vento portò le sue ceneri in quell'angolo del mio terreno. Ci piantai una vecchia piantina che la mia Rose teneva sul balcone ed ecco cosa è successo. È cresciuta sana e forte, nutrita con l'amore e il ricordo della nonna-
-che storia romantica…-
-già…- mi disse asciugandosi gli occhi.
 
Amava davvero la moglie, si erano conosciuti da bambini e furono l'uno il primo amore dell'altra, due anime che si sono riconosciute tra mille. Dal giorno in cui era morta, il nonno non ha più cercato l'amore, lo aveva nel suo cuore, nei suoi ricordi e ciò gli bastò sempre.
 
Era affacciato ancora quando sentì lo scatto della chiave nella serratura
-stanno tornando- gli dissi e lui piano piano si rimise a letto. Era così ogni volta, ma da quel giorno non feci solo visita al nonno, ma anche alla nonna. Accarezzavo i petali rosati dei fiori, le piccole spine che cercavano di difendere quella meraviglia. Le davo da bere e le raccontavo le mie giornate come facevo col nonno.
 
Lui ne fu davvero felice, talmente tanto che un giorno, avrò avuto 15 o 14 anni, mi fece trovare sul suo comodino una piccola pianta.
-Ho visto che siete diventate molto amiche, quindi ho pensato di darti una piccola parte di questo giardino. Lei è Piccola Rose, è un pezzo della pianta grande che c'è giù, piccola come te. Voglio che te ne prendi cura e che cresca con te, così terrai il ricordo di noi che passiamo oltre-
-non dire sciocchezze, non andrai da nessuna parte è solo la febbre a che ti fa parlare così- dissi mettendogli una mano sulla fronte
-ascoltami, io sono troppo vecchio e non voglio avere la presunzione di potermi prendere cura degli altri quando è il contrario. Non riesco più a fare nulla da solo da anni, e nonostante le cure dei tuoi cugini anche Rose non ne può più della nostra separazione, i rami le cadono, i fiori non riescono più a sbocciare. Lei mi sta aspettando, è rimasta in questo mondo a farmi compagnia fin troppo tempo… -
-non dire altro, pensa a riposare- gli dissi per poi allontanarmi, lui mi afferrò la mano
-Ti prego, non lasciarmi solo, non ora… non potrà fare nulla tua madre, non è abbastanza forte come te. Diventerai una donna capace e determinata,  promettimi che non cambierai… promettimelo e potrò andare felice-
-allora non ti prometto nulla così non vai da nessuna parte-
-lo sai che non funziona così…-
-lo so…. Ma sarebbe bello, non voglio perderti-
-tu non mi perdi, io sarò sempre qui- disse poggiando un dito sul mio petto.
Io sorrisi, poi i miei occhi si colmarono di lacrime -te lo prometto nonno- dissi stringendo la mano, cerando di sembrare forte.
Lui sorrise, mi strinse la mano e poi si addormentò.
 
Sono passati anni  da quando mio nonno mi ha regalato Piccola Rose, ho mantenuto la mia promessa, non mi sono arresa e sono diventata la donna che dovevo essere, che avrebbe voluto che io diventassi.
 
È stato difficile, ero così fragile dopo avergli detto addio, io e Piccola Rose eravamo così fragili che in poco tempo ci sembrò di non avere scampo.
La scuola era stressante, le aspettative, le amicizie dannose, tutto mi avvolse in un turbinio di tristezza tale che persi interesse nella pittura e nel giardinaggio.
Piccola Rose si ritrovò invasa dagli insetti, ma quando me ne resi conto, non c'era una sola foglia senza un buco.
 
Forse fu quello il periodo della nostra rinascita, tagliai i suoi e i miei rami secchi, mi sbarazzai dei parassiti nelle nostre vite e iniziò la nostra rivincita contro il mondo. Sbarazzandoci del superfluo, delle ferite, delle foglie secche, rimaneva solo l'arbusto, il nostro fulcro, ed era da noi stesse che abbiamo ricominciato, trovando la forza dentro di noi.
 
Ora Piccola Rose è davvero grande, sfoggia rose color pesca, tra arancio e rosa, un colore magnifico e molto richiesto dai miei clienti. Ho aperto un negozio di piante, a dare il benvenuto siamo io e la mia Piccola, non abbiate paura, pungiamo solo se ci attaccate.
 
"Benvenuti dalle due Rose" questo è ciò che oramai ripeto ogni giorno per ore, e ne sono così orgogliosa…
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: pokas