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Autore: MaryElizabethVictoria    05/08/2021    1 recensioni
Morgan Stark e Sarah Rogers sono partite ormai da un anno, di nascosto dalle rispettive famiglie, in una disperata missione alla ricerca del fratello di Sarah, Philip. Il ragazzo, creduto morto, di recente è ricomparso misteriosamente per aiutarle a fuggire da un laboratorio dell'Hydra dove hanno tentato strani esperimenti sui ragazzi, per poi scomparire di nuovo. 
Le due non si daranno pace finché non capiranno cosa c'è dietro.
Intanto la diciottenne Ellie Smith, una ragazza apparentemente priva di poteri dal passato incerto, si è iscritta all'Accademia SHIELD per diventare un'agente proprio come il suo fidanzato Michael Coulson. Anche Blake Foster, Cali Erikssen, Sebastian Strange e i gemelli William e Tommy Maximoff si sono gettati a capofitto nel loro primo anno di college, dove tra esami incombenti, poteri fuori controllo e drammi familiari in agguato i guai non mancheranno di seguirli...
I fatti narrati si volgono circa un anno dopo quanto accaduto in 'The Young Avengers' di cui è consigliata la visione per contestualizzare meglio i personaggi e il loro percorso. Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sarah e Morgan ancora con la testa che girava vorticosamente si guardarono attorno smarrite. Ritrovarsi improvvisamente a casa loro, circondate da volti familiari seppur preoccupati, fu uno shock potentissimo per entrambe le ragazze. Ormai si aspettavano di tutto tranne la normalità che prepotentemente si abbatte su di loro.

Quello che in particolare per Morgan avrebbe dovuto essere solo naturale, rivedere i suoi amici, riabbracciare sua madre, tornare al suo mondo, ora le sembrava così vuoto e insensato...

-Mamma...papà, io...l'ho perso ancora- riuscì a singhiozzare con un filo di voce.

Pepper non poteva sapere a cosa si riferisse la figlia, eppure un lampo di comprensione le attraversò immediatamente i bei lineamenti e subito intuì cosa fosse successo.

-Pensavamo di aver perso anche te, ma sei qui- la strinse forte a sè, cercando di trasmetterle quella fede più che con le parole con il suo calore- e quello che amiamo trova sempre il modo di tornare da noi.

Mentre Morgan si dibatteva ancora nell’abbraccio di sua madre, Sarah si era a sua volta ritrovata stretta tra Cali e Blake, entrambi immediatamente accorsi ad accertarsi che fosse davvero lei.

-Accidenti ragazzi...che brutto aspetto avete!- ironizzò Sarah ostentando tranquillità di fronte alle loro facce tese- Dico davvero, vi siete visti? Sembrate appena tornati dagli Inferi...

-Ci siamo stati in effetti, posto strano- ribattè Blake in un goffissimo tentativo di ritrovare fiato di fronte alla realizzazione di tutte le sue speranze- ma tu sei viva, sei qui!- constatò mentre la fissava in preda all'adorazione, stringendole le spalle  come a rinforzare quel concetto.

-Certo che sono qui...con te e intendo restarci- sussurrò lei dolcemente, per poi mordersi involontariamente il labbro aggiungendo un flebile- se anche a te va bene...

Lo sguardo luminoso di Blake Foster non lasciava certo dubbi su cosa gli sarebbe stato bene in quel preciso momento ma, forse per pudore, non si azzardò ad aggiungere altro limitandosi a condividere con lei lo stesso pensiero.

Oh, c'erano molte cose che Sarah e Blake avrebbero voluto dire e ancora di più che avrebbero voluto fare... ma non certo in presenza di altri! Quello era un discorso tra loro due che meritava una certa delicatezza.

In particolare modo Sarah doveva ammettere che con Blake, ultima persona al mondo capace di rinfacciarle qualcosa, aveva parecchio di cui farsi perdonare e si ripromise di dargli per prima cosa ogni spiegazione necessaria.

-Tu, stronza, non hai il diritto di farmi preoccupare così...- ringhiò a sua volta Cali e quella fu forse la sua unica missione pubblica di essersi mai preoccupata di qualcuno-...si può sapere dove cazzo eri?

-Alla fiera dell'assurdo, insieme alla versione Romeo e Giulietta di questi due- disse Sarah accennando a Ellie Smith e Michael Coulson poco distanti da loro.

-Orribile- commentò Cali con decisione -fanno già abbastanza impressione nella versione base, sempre appiccicati e così dannatamente...felici.

-Felici da far schifo, puoi dirlo- confermò Michael, passando tranquillamente il braccio attorno alle spalle della sua ragazza.

-Felici da impazzire...o da far impazzire voi, poco importa- lo assecondò Ellie, a un soffio dal baciarlo- Michael mi ha appena promesso che mi aiuterà a cercare mio fratello!- aggiunse elettrizzata.

La ragazza era stata combattuta a lungo nel decidere se dirlo agli altri, non fosse altro che per delicatezza nei confronti di Sarah, ma alla fine era giunta alla conclusione che erano stati i troppi pesanti segreti a tenerli divisi nel corso dell'ultimo anno. Non avrebbe più contribuito consapevolmente a tutto ciò.

-Bè...qualcuno dovrà pur farmi da testimone- mormorò Michael quasi timidamente, sperando che lei capisse.

-Testimone per cosa, non è che devi...oh! Oh!!

-Già.

Ellie non capì subito, ma quando lo fece diventò all'istante più rossa di un peperone.
Immediatamente allacciò lo sguardo nel suo leggendoci tutto quello che avrebbe mai desiderato trovare: considerando che fino a pochi giorni prima era stata quasi pronta a dirgli addio per sempre contemplare ora una vita insieme le sembrava un grado di felicità quasi impensabile.

Ellie avvertì la voce che le tremava.

-Intendi...?

-Solo se lo vuoi anche tu ovviamente - disse Michael, anche lui in evidente imbarazzo.
Non sapeva nemmeno perchè lo avesse detto proprio in quel momento, ma gli era venuto spontaneo...dopo aver rischiato di perderla si era ripromesso che ogni momento di attesa era semplicemente assurdo. Non c'era ragione di rimandare quello che in fondo sapeva essere stato da sempre il suo destino.

-Certo che lo voglio!- affermò lei- E' che siamo così...

-...giovani, lo so. Ma io ormai ne sono sicuro, penso che ormai non potrei più...

-...immaginare una vita senza di te. Si, anche io!

-Vedi? Si finiscono pure le frasi adesso...sono patologici!- sbottò Cali esasperata, ignorando completamente il fatto di aver appena assistito a una proposta di matrimonio in piena regola.

Risero un po' tutti e gli sembrò che fosse passato un secolo dall'ultima volta che lo avevano fatto.

Concedendosi giusto quella breve boccata d'aria Sarah tornò ben presto ad analizzare la nuova situazione in maniera razionale: lei e Morgan erano tornate a casa, le Norne erano state sconfitte, il mondo protetto, finalmente potevano dirsi tutti in salvo...bè, quasi tutti. Rimaneva ancora la questione legata a suo fratello sulla quale la ragazza era ben lontana dall'arrendersi. Non le importava se la loro ricerca aveva subito una temporanea battuta d'arresto, comunque non era ancora detta l'ultima parola...

Certo non si aspettava sarebbe stato semplice, quando mai per loro lo era stato?! Erano ancora molte le sfide che avrebbero dovuto affrontare prima di poter conquistare un agognato lieto fine o anche solo una parvenza di normalità. Accidenti, forse non avrebbero mai avuto una vita propriamente normale!

Fu giusto a quel punto che William Maximoff che fino ad allora aveva resistito con uno sforzo immane crollò esausto tra le braccia di suo fratello Thomas.

Morgan e Sarah vennero a sapere dagli altri che il suo contributo era stato essenziale per il loro salvataggio e che a loro era stato possibile intervenire in loro soccorso solo grazie al fatto che Will avesse dispiegato il suo potere fino allo stremo. E non senza pagare un prezzo.

Dal momento che Wanda era ancora persa nel suo passato, era infatti toccato proprio a loro figlio trovarle, esaminando in rapida sequenza ogni mondo parallelo possibile. Per fare ciò, prevedibilmente, il ragazzo aveva dato fondo a tutte le sue energie proprio sotto lo sguardo sconvolto del suo gemello, che ancora non sapeva di quella sua particolare capacità, sviluppata a sua dotale insaputa durante l’ultimo anno...

-Si riprenderà…tornerà come prima, vero?- domandò Tommy, totalmente disorientato.

Il ragazzo oscillava tra l’incazzatura con suo fratello per avergli tenuto nascosto un segreto di tale portata e la viscerale preoccupazione che abusare di quel potere , come senza pensarci due volte aveva appena fatto per aiutare le loro amiche, lo conducesse inevitabilmente alla stessa condizione di loro madre, che viveva da anni totalmente scollegata dalla realtà.

-Lasciamolo riposare per ora- decretò Visione prudentemente- più tardi ne parleremo con calma...quando anche tua madre sarà nelle condizioni di vederlo.
Pur non desiderando altro che rincuorare suo figlio in un momento del genere, Visione non poteva ignorare quanto era appena successo a Will, che dalla madre aveva ereditato un potere incredibile, forse troppo potere perchè potesse gestirlo senza conseguenze...

Le statistiche parlavano chiaro.

Era pressoché impossibile che tutto tornasse come prima dopo che il ragazzo si era sottoposto a uno stress psichico di tale portata e lui che era suo padre non poteva mentire fingendo che non ci sarebbero state conseguenze. Tuttavia si ripromise che le avrebbero affrontate insieme come avevano fatto quando la stessa cosa era successa a sua moglie anni prima.
Perchè Will non gliene aveva mai parlato? Aveva deciso di affrontare tutto da solo?!

-Da quanto tempo?- volle sapere Visione, che con tutta evidenza si aspettava che fosse suo figlio a rispondere.

Invece, inaspettatamente, a scattare avanti fu Blake Foster.

-Un anno circa- ammise costernato- ma i sogni premonitori sono cominciati soltanto recentemente. Settimane con ogni probabilità. Abbiamo pensato che fosse collegato alle Norne, a quello che ci stavano facendo passare, ma forse...

-Tu- lo sguardo grigio, quasi metallico di Tommy Maximoff si fissò su di lui- Tu lo sapevi!

Lo disse come se si trattasse di un'accusa gravissima e in effetti era proprio così che l'aveva intesa. Una colpa da cui in effetti Blake non sapeva come schermarsi, se non giurando che a sua volta ne era venuto a conoscenza solo di recente, poco prima del suo ritorno dalla California.
Eppure l'espressione ferita del suo amico non lo lasciò per nulla tranquillo.

Blake era stato al settimo cielo fino a poco fa nel rivedere Sarah e nel ricongiungersi finalmente alla sua famiglia. Durante le settimane di ricerca non aveva mai perso la speranza e Jane gli era stata sempre accanto, senza lasciarlo un minuto.
Non sembrava vero essere di nuovo insieme, di nuovo una famiglia. In più, a completare quel quadro, stavolta vi era anche il padre di Blake.

Il dio del tuono traboccava d'orgoglio alla prospettiva di poter finalmente abbracciare quel figlio coraggioso e dallo sguardo limpido che per anni aveva creduto perduto. Quello che il principe aveva patito per anni durante la prigionia ad Asgard non significava d'un tratto più nulla di fronte a una gioia tale. E poi c'era Jane naturalmente, che il dio approcciò non senza un certo imbarazzo dopo tanto tempo passato lontano da Midgard...potevano ancora considerarsi una coppia? Dopotutto anche lei ne aveva passate di ogni: aveva cresciuto un figlio da sola, poi era stata creduta morta dalla sua famiglia e dai suoi amici, infine era stata posseduta per anni niente meno che da una Norna...Solo una persona forte come lei avrebbe potuto sopportare tutto ciò senza impazzire ma Jane Foster aveva coraggio da vendere e in questo non era dissimile da suo figlio, che per altro aveva ereditato tutta la sua prontezza e intelligenza.

'Mio figlio' anche solo pronunciare quelle parole ad alta voce lo riempiva di soddisfazione.

E dunque era deciso. Thor si sarebbe fermato su Midgard per tutto il tempo necessario a costruire un rapporto con il suo erede e a riconquistare il cuore della donna che aveva sempre amato.

Loki, al contrario, al termine della battaglia si era dileguato come suo solito. La mente del dio degli inganni era ben fissa su un altro genere ben più ambizioso di riconquista: quella di Asgard su cui ancora Odino regnava e prosperava, indifferente al destino dei suoi figli ripudiati.

Nessuno si era stupito troppo della sua scomparsa, se non forse Cali, che ancora una volta era riuscita a non incrociarlo nemmeno per sbaglio.

Per quanto la ragazza giurasse e spergiurasse a tutti che non le importava minimamente, ancora una volta era ben lungi dal dire la verità. A che scopo ammettere di voler conoscere qualcuno a cui evidentemente non importa niente di te e che aveva letteralmente fatto di tutto per dimostrarlo?! Sarebbe suonata solo patetica...così non le era restato che fare un gran sorriso a tutti e riaccompagnare a casa quella stordita di madre che si ritrovava e che, come da miglior tradizione, non aveva nemmeno capito cosa fosse successo né da quale fato era appena stata salvata.

-Sono contenta che sei venuta a trovarmi- aveva detto allegramente Ingvild- vuol dire che alla fine mi hai perdonata.

-Perdonarti...a cosa servirebbe?- Cali l'aveva fissata con uno sguardo di ghiaccio in cui era difficile scorgere qualcosa che non fosse rancore- Non ti renderebbe comunque una madre o una persona migliore.

Ma Ingvild non l'aveva neanche ascoltata. Era ripiombata prepotentemente nel suo modo immaginario, un mondo dove un lieto fine era ancora possibile, un mondo dove non aveva tradito sua figlia. Cali aveva l'umore talmente a terra che aveva valutato seriamente di recarsi a trovare la sua sorellastra Hel, il cui regno le sembrava improvvisamente più allettante della sua insulsa quotidianità con Ingvild.

Loki per la verità non era mai uscito da New York.
Il suo piano di conquista prevedeva innanzi tutto di reclutare alleati potenti, perciò una tappa piuttosto significativa era dovuta presso l'unica divinità del caos di sua conoscenza.

-Aiutarti ad assediare Asgard e a spodestare Odino? Non lo so. Sembra divertente...- aveva soppesato Kaya- ma a dire il vero non so dove troverò il tempo: ho un sacco di lavoro arretrato, un marito che è perso senza di me, un figlio da accudire...e il club del libro! Ti piacerebbe il nostro club del libro Loki.

Nel così detto 'club del libro', nome scelto esclusivamente per tranquillizzare i rispettivi mariti con una parvenza di rispettabilità, lei e le sue amiche non avevano mai sfogliato mezza pagina, bensì il club veniva utilizzato come ritrovo fisso per bere e spettegolare.

-E anche tu a ben vedere hai le tue questioni da risolvere qui- aveva aggiunto, determinata a metterlo di fronte alle sue responsabilità di genitore e a convincerlo a contattare Cali.

-Oh, sono davvero immensamente tentato Kaya...- aveva replicato lui tranquillamente, ignorando l'ultima parte- ...ma il trono mi attende. Davvero, non fa niente se non puoi venire- Loki aveva sospirato in maniera esagerata- In fondo Hestia aveva ragione...

Kaya aveva sollevato un sopracciglio, indispettita alla menzione della dea, sua amica da tempo immemore.

-Hestia? Cosa centra Hestia?!

-Niente...lascia perdere.

-No! Voglio saperlo!

-Parole sue, non mie- precisò Loki alzando le mani con fare innocente, come a sottolineare che lui non centrava veramente niente con quelle considerazioni, poi aveva  preso tempo con un lungo sospiro- Detesto essere latore di questo genere di notizie, sai quanto aborra i pettegolezzi di palazzo...ad ogni modo, se proprio vuoi saperlo, Hestia ritiene che tu sia stata molto saggia a seguire il suo esempio di famiglia tradizionale. Una casetta, una famigliola felice, cibo fatto in casa...tutto delizioso, ma questo ti ha resa... com'è che aveva detto?! ...una 'casalinga del tutto inoffensiva'.... Una che non muove un passo senza il benestare del marito, figurarsi andare in guerra. In altre parole una sottona.

Il dio dell'inganno, fatto il suo lavoro, si era goduto l'espressione livida della divinità del caos.

-Casalinga inoffensiva a chi?!?!!!!!!! Io non ho bisogno del permesso di nessuno per scatenare  una guerra!!

-Ci conto, mia cara- aveva sorriso Loki, amabilmente- ci conto...il tuo contributo alla causa sarà prezioso.

-Allora cosa stiamo aspettando?

-Prima dobbiamo organizzare un piano di invasione...ci vorrà del tempo, temo.

-Benissimo. Intanto perchè non vieni a stare da noi?- aveva infine proposto lei allegramente- Ci farebbe davvero piacere- aggiunse, scoccando al marito un'occhiata di fuoco a significare che si sentiva comunque in diritto di parlare a nome di entrambi e che in nessun caso sarebbe diventata una sottona come pensava quell'impertinente ficcanaso di Hestia.

Stephen Strange dal canto suo non era per niente entusiasta all'idea di ospitare il dio dell'inganno in casa sua, ma era anche troppo esausto dal lavoro che aveva svolto per controbattere.

Una volta che William aveva setacciato gli universi paralleli in cerca di Morgan e Sarah, erano stati proprio lui ed Alexis Moore a recuperarle e a riportarle nella dimensione giusta, non senza una certa fatica... in più lo preoccupava tantissimo lo stato di suo figlio, che da quando era tornato non aveva fatto che ubbidirgli docilmente senza la minima protesta, in una maniera quanto mai allarmante. Il motivo di quel cambiamento improvviso non era difficile da indovinare: Sebastian doveva aver incontrato la sua controparte futura ed esserne rimasto comprensibilmente terrorizzato.
Il dottore non aveva mai visto suo figlio tanto mortificato in vita sua.

-Non avrei dovuto usarlo- aveva detto Sebastian, per parte sua ormai deciso a starsene ben lontano da qualsiasi oggetto potente o vagamente magico potesse indurlo in tentazione, restituendogli l'amuleto contenente la gemma del tempo come se scottasse e non potesse sopportare di tenerla un minuto di più- è stato stupido.

-E' stato anche brillante e ci ha salvati tutti- gli aveva risposto suo padre, offrendogli in concreto tutto il suo sostegno, ma il ragazzo era stato inamovibile volgendo una durezza peggiore di quella che rivolgeva agli altri contro sé stesso.

-E' stato stupido- aveva ripetuto atono, quasi non lo avesse sentito- Non ricapiterà.

Il dottore non disse nulla ma aveva capito fin troppo bene a cosa si riferisse suo figlio, il quale si era in realtà appena impegnato a non usare la magia. Mai più, quale che fosse la minaccia incombente, quale che fosse il pericolo da evitare: nulla sarebbe stato più disastroso agli occhi di Sebastian Strange che ritrovarsi a diventare 'quella cosa venuta dal futuro'.

Lui e suo padre non avevano avuto occasione di parlarne perchè con Sarah e Morgan ancora disperse tra i mondi da andare a salvare non ce n'era stato il tempo materiale. Il fattore tempo in quel caso era stato davvero determinante a decretare la loro vittoria.

-Ancora poche ore dall’altra parte e il nuovo universo vi avrebbe inglobato del tutto, facendoci totalmente perdere le vostre tracce- aveva spiegato Lexie, sbuffando per lo sforzo- a quel punto sarebbe stato impossibile per noi recuperarvi.

Mentre Sarah ringraziava di cuore la zia per aver sventato tale funesta ipotesi, Morgan, che non chiedeva di meglio che continuare a far parte della stessa realtà di suo padre, la squadrò al di sopra della spalla della madre con tracce di palese risentimento nello sguardo.

Eppure la ragazza non immaginava che ore terribili fossero state per i loro genitori, ore trascorse nella totale incertezza, aggrappati solo a un flebile speranza che con il passare dei giorni si affievoliva sempre più, ora in cui avevano temuto sul serio di averle perse per sempre…

Steve Rogers non aveva quasi respirato finché non aveva visto sua figlia ricomparire di fronte a lui del tutto illesa. Non stette nemmeno a domandarsi troppo in quale diavoleria mistica si fosse andata a cacciare. Solo riaverla con loro era importante, anche se si aspettava sarebbe stata dura. Lo stesso entusiasmo di essere di nuovo insieme non si aspettava fosse condiviso da Sarah, che se ben conosceva sarebbe stata ancora arrabbiata con lui.

Probabilmente ancora lo incolpava di non aver fatto abbastanza per impedire il sacrificio di Philip…e come darle torto? Lui stesso si tormentava per non aver potuto proteggere suo figlio, che ancora una volta si era sacrificato per loro in una sorta di gioco crudele in cui le parti erano invertite. Invece, ancora una volta, il Capitano rimase sorpreso nel constatare come la recente avventura di Sarah in un mondo parallelo avesse provocato un suo radicale cambio di atteggiamento nei suoi confronti. Non poteva conoscere e nemmeno ringraziare la persona responsabile di ciò.

Per la verità di quell'ambivalenza di Sarah nei confronti di Steve, Ellie Renner si era accorta subito, ancor prima di apprenderne con sicurezza il motivo. Da un lato la ragazzina lo puntava come se s'aspettasse qualcosa da lui, salvo poi intervenire per zittirlo ogni volta che apriva bocca, dall'altro aveva un atteggiamento scostante e quasi deluso da qualsiasi cosa dicesse. Forse perché non aveva ancora detto la cosa giusta, aveva ipotizzato la donna, quella cosa che si aspettava di sentire.
Aveva dunque atteso l'occasione più propizia per rivolgere a Sarah una domanda diretta e molto semplice.

-Sarah...tu per caso hai un problema con Steve?- aveva chiesto molto direttamente.

-Certo che no- aveva negato immediatamente la ragazza, salvo aggiungere un secondo dopo con una chiara vena ironica- E come potrei? Steve Rogers è perfetto e tutti lo adorano.

-No, non lo è- le aveva risposto Ellie molto francamente - Fa del suo meglio, come il resto di noi credo. Forse un po' meglio del resto di noi- aveva ammesso-ma non è facile per lui.

Ricordando quelle parole, che per la prima volta assumevano senso per lei, fu proprio Sarah a farsi avanti per prima affrontando suo padre, questa volta quello vero. Il tempo per far pratica con una sua copia di un altro universo lo aveva avuto, ma non fu comunque meno strano.

-Sarah…riguardo tuo fratello…

-Non lo abbiamo perso- dichiarò la ragazza serenamente- anche se non siamo ancora riuscite a trovarlo…sono sicura che Philip è vivo da qualche parte e che troverà il modo di tornare da noi.

Lo disse con gli occhi lievemente lucidi prima di fiondarsi tra le braccia di suo padre, che per poterla meglio stringere lasciò cadere lo scudo a terra, quasi come fosse un oggetto senza valore. E lo era, se paragonato alla figlia che aspettava da anni e che finalmente era tornata da lui.

Mentre la famiglia si ricostituiva attorno a quella nuova certezza, da qualche parte, perso tra le pieghe del Destino che ormai gli scorreva tra le mani come un flusso chiaro e sereno, Philip Rogers li osservava placidamente.

Il ragazzo che custodiva il futuro il dei mondi era forse  l'unico a sapere con precisione cosa li attendeva ma non sembrava preoccupato. Sapeva bene che a dispetto del destino o delle forze cosmiche, la sua famiglia era semplicemente troppo tosta: avrebbero superato qualunque cosa insieme e se mai ci fosse stato un modo per riportarlo sulla Terra sicuramente lo avrebbero scovato a costo di ribaltare l'universo.

Il Guardiano del Fato sorrise.

...

...


Scena post credits

...

 

Sebastian Strange era rimasto particolarmente sconvolto dopo aver incrociato seppur per poco la sua controparte adulta arrivata dal futuro.
Qualcosa che aveva percepito fin dal primo istante completamente scollegata da sé stesso, tanto che lo spinse a dubitare che il suo piano avesse funzionato. Quella cosa che di umano non aveva veramente nulla non poteva essere veramente lui, rifiutava di crederlo.
Forse era solo una variante oscura da chissà quale universo parallelo, forse la sua magia non aveva funzionato, producendo invece una distorsione aberrante.

Quel dubbio gli era morto sulle labbra non appena aveva visto il suo volto gemello puntare su di lui gli occhi gialli e vibranti di caos e fissarlo di traverso, come quando si incontra per strada un vecchio compagno di classe che a stento si riconosce dopo vent'anni. Un orrido senso di familiare gli aveva aggredito la gola mentre lo coglieva la matematica certezza che qualcosa nel suo futuro doveva esser andato tremendamente storto per produrre quel risultato...

Il Sebastian del futuro, ammantato di un potere distruttivo annichilente, era comparso davanti ai ragazzi con una sola richiesta precisa, anzi un ordine.

-Philip Rogers- erano state le uniche parole da lui pronunciate con estrema calma di fronte al gruppo sbalordito.

Prima ancora che qualcuno di loro osasse protestare, Philip aveva fatto un passo avanti e si era consegnato senza pensarci due volte, certo che qualsiasi resistenza sarebbe stata vana.

Anche Michael era scattato al suo fianco pronto comunque fosse a battersi con lui, ma Philip gli aveva fatto cenno di restare al suo posto; sentiva che quel fardello spettava lui e nessun altro.

Senza batter ciglio Sebastian Strange, o meglio quello che ne restava, lo aveva prelevato e portato presso l'albero del mondo a compiere il suo destino. Gli era toccato assolvere quel compito non senza un vago fastidio, che non avrebbe saputo qualificare, cosa che non faceva che irritarlo in misura maggiore.

Avrebbe forse dovuto mostrarsi sorpreso nel rivedere il sé stesso di vent'anni più giovane che lo fissava con evidente preoccupazione, ma col passare degli anni aveva perso interesse a simulare emozioni di qualunque tipo. Sentimenti che non provava veramente, ma che almeno i primi tempi aveva finto di aver conservato, se non altro per tranquillizzare i suoi compagni oltre che restare attaccato ad una parvenza di normalità.

I ragazzini che aveva ora davanti erano visibilmente spaventati al suo cospetto, compreso il sé stesso di un tempo, forse il più sconvolto. Gli erano tutti sembrati fragili ampolle, che un solo soffio del suo potere avrebbe potuto mandare in frantumi. Era una situazione ambivalente, non priva di un certo fascino accademico: sebbene Sebastian Strange ricordasse perfettamente di essere stato lì quel giorno insieme agli altri, a fissare uno sconosciuto con la sua stessa faccia che portava via il suo migliore amico, non riusciva più ad afferrare il contesto di un’interazione emotiva.

In compenso ricordava perfettamente che cosa fosse successo dopo, dopo che Philip Rogers li aveva salvati diventando il custode del Fato. Già, avevano tutti creduto che il mondo fosse così salvo e che il peggio fosse passato...ma quello non era stato che il principio.
Il Sebastian del futuro ricordava la guerra che di lì a poco era scaturita dalla follia di Morgan Stark.

Ricovrava il corpo di Sarah riverso sul tavolo dell’obitorio e che la mano gli tremava stupidamente quando aveva dovuto aprirla.

Ricordava che che Cali si era rifiutata di guardare mentre lo faceva e che era stato in quel momento che lui aveva preso una decisione che molti avrebbero definito drastica. Aveva fatto quanto doveva fare per acquisire il potere necessario a vincere e, infatti, alla fine avevano vinto anche quella battaglia. Naturalmente c’era stato per tutti un prezzo da pagare e il suo prezzo era stato che da allora cosa provasse un essere umano Sebastian lo aveva semplicemente scordato. Per quanto lo irritasse vagamente perdersi dei collegamenti, lo aveva giudicato tutto sommato poco rilevante rispetto al grande potere acquisito.

Il Sebastian del presente era invece rimasto lì, paralizzato, la gemma del tempo ancora serrata tra le sue mani tremanti... continuava a domandarsi se anche suo padre lo sapesse. E come poteva essere altrimenti? Certo che lo sapeva!! Occhi gialli privi di umanità che avrebbero anche ucciso senza provare il minimo rimorso, senza provare nulla: era questo futuro che vedeva suo padre Stephen tutte le volte che guardava lui?

Non c'era da stupirsi che lo avesse allontanato... francamente era abbastanza singolare che non lo avesse ancora imprigionato da qualche parte buttando la chiave. Se solo Sebastian lo avesse immaginato avrebbe provveduto di persona e si sarebbe autoisolato ancor più di quanto facesse già per sua indole, si sarebbe ritirato dal mondo, seppellito da qualche parte, avrebbe rinunciato alla magia, qualunque cosa piuttosto che diventare un giorno quella cosa terrificante.

Oh, gli era sembrata un’idea così geniale ricorrere allo stratagemma di aprire uno squarcio sul futuro, di richiamare una versione di loro potenziata per venirgli in soccorso…mai avrebbe immaginato che il potere che tanto cercava avesse lo stesso volto dell’orrore più profondo.

-Smettila di pensare così tanto - mugugnò Cali contro la sua spalla- mi stai facendo venire il mal di testa...

Il ragazzo che nonostante la grande stanchezza non era riuscito minimamente a prendere sonno le fu quasi grato di essere sveglia a sua volta.
Si erano coricati tutti esausti dopo le ultime fatiche, ma Sebastian sospettava che nessuno di loro sarebbe riuscito veramente a riposare quella notte. Erano tutti ancora troppo scossi, troppo in pensiero per William Maximoff, che dopo averli aiutati a recuperare Sarah e Morgan era letteralmente crollato in una violenta crisi nervosa e non aveva ancora ripreso conoscenza.

-Come faccio a non pensarci? - mormorò nella semioscurità che li avvolgeva senza nemmeno la necessità di specificare l'oggetto delle sue riflessioni- lo hai visto anche tu.

-Oh si - sghignazzò lei emergendo dal nido di coperte per arrivare a guardarlo negli occhi con aria maliziosa- e se proprio lo vuoi sapere non sei mai stato così sexy...

-Cali...

-Dico solo che dovrò ricordarmi di fare un giretto nel futuro prima o poi...potrebbe rivelarsi interessante!

Sebastian storse il naso infastidito scoccandole uno sguardo colmo di rimprovero. Come poteva anche solo provare a scherzare su un fatto tanto grave?! Fosse dipeso da lui si sarebbe davvero ritirato in una cella buttando la chiave piuttosto che fare quella fine...

-Non è divertente.

-Si che lo è!

La verità era che Cali non era il genere di persona che tendeva a deprimersi e se qualcosa la spaventava piuttosto ci scherzava su per esorcizzarne la portata. Aveva sviluppato la capacità di chiudere con un lucchetto da qualche parte nella sua testa tutto quello che poteva ferirla e non pensarci un minuto in più. Soprattutto aveva imparato a farlo dopo il trauma peggiore e da allora tutto era stato più facile. Restava solo da temere il giorno, forse neanche troppo lontano, in cui quel lucchetto fosse saltato.

-Ma riesci ad essere seria per cinque minuti?

Per tutta risposta vide nei suoi occhi una scintilla provocatoria.
Una mano smaltata di nero gli risalì tranquillamente la clavicola sinistra, con tutta la familiarità del mondo, arrivando infine a stringergli leggermente la gola. Le labbra di Cali fredde ed esigenti furono sulle sue poco dopo soffocando sul nascere ogni moto di banale protesta...

-Questo non significa che il discorso si chiude qui- volle comunque precisare Sebastian prima della resa e Cali non fece altro che ridere di nuovo.

-Sei insopportabile, lo sai vero?! Per oggi abbiamo vinto... cerchiamo almeno di festeggiare degnamente- la ragazza avvertì il fremito nel corpo di lui e la tensione spezzarsi non appena iniziò a risponderle, con mani tremanti che le sfioravano la schiena con assoluta reverenza.

Ottenuto il suo obbiettivo sorrise tra sé: se proprio quel cretino non la smetteva da solo di arrovellarsi il cervello tanto valeva dargli qualcosa di meglio su cui focalizzare l'attenzione, pensò, approfittando della situazione per portarsi lentamente sopra di lui.

-Nemmeno adesso sembro seria abbastanza per sua signoria?!- chiese con un sorriso innocente in totale contrasto con le sue reali intenzioni, lo baciò di nuovo cercando di trasmettergli questa volta tutta la sua decisione a compiere quel passo -Allora?

-Non lo so- azzardò Sebastian, non appena fu in grado di ricordarsi come si faceva a respirare di fronte a tanta grazia- Difficile da stabilire...dovresti farlo di nuovo per consentirmi una valutazione più accurata.

Gli occhi verdi di Cali brillarono nuovamente nella semioscurità della stanza.

Se non altro adesso poteva essere certa che l'attenzione del suo ragazzo era tutta decisamente focalizzata sul loro presente piuttosto che su spaventose ipotesi sul futuro...
Qualunque cosa sarebbe successa era più che certa che insieme l'avrebbero gestita. Che lei non gli avrebbe mai permesso di fare qualcosa di tanto stupido come annullare i suoi stessi sentimenti. Quel futuro non si sarebbe mai realizzato, decise.
Pregò solo di non sbagliarsi.

 

 

TO BE CONTINUED...MAYBE




Salve miei cari! Eccoci giunti nuovamente alla conclusione di questa seconda parte della storia degli Young Avengers e subito sento una lacrimuccia che cade...negli ultimi mesi ho veramente investito molto personalmente ed emotivamente nella realizzazione di questi personaggi e delle loro vicende, sostenuta da amiche speciali che hanno creduto da subito nel progetto e che mi hanno accompagnata ad ogni passo.
Soprattutto non è mai mancato il sostegno costante di InsurgentMusketeer e di Rack12345, due splendide persone e autrici che addirittura mi hanno prestato i loro personaggi originali per arricchire la mia narrazione, dandomi così la possibilità di sperimentare un multiverso variopinto che mi ha letteralmente stregata XD La mia fortuna è stata di esserci incontrate!!!!!!!!
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno ricordato, letto o apprezzato questo secondo tentativo, che ha dichiaratamente il solo intento di intrattenere, divertire o anche solo strappare un sorriso. Ora si prospetta un periodo di vacanza, di riposo e raccoglimento, ma sono fiduciosa che ci rivedremo molto presto! Presumibilmente a Settembre, con chi potrà e vorrà esserci...rinnovo intanto un generale ringraziamento e mando un saluto speciale a tutti augurandovi di trascorrere ovunque siate una splendida estate^^
Un grande abbraccio

Mary

  
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