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Autore: YourFriend    08/08/2021    0 recensioni
Daika ( Daina x MAIKA) | Coffee Shop AU |
Rating Giallo per la presenza di una parolaccia.
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"Uhm... forse non è un buon momento, ma posso darti dei fazzolettini se ti servono?"
La sua voce era molto incerta e il suo sorriso tirato mostrava quanto a disagio si sentisse. Era nel panico.
Forse avrebbe dovuto far finta di nulla e attendere che la ragazza se ne andasse ad acquazzone finito.
La giovane alzò il viso che si teneva tra le mani, incrociò lo sguardo di Daina e, tra un singhiozzo e l'altro, scoppiò in
un altro rumoroso pianto, incredibilmente più drammatico del precedente. Daina si sentì parecchio idiota in quel momento.
Grandioso, pensò. Ci mancava solo lei a rovinare ulteriormente la giornata già andata in rotoli di questa povera ragazza.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Maika
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Coffe shop of broken hearts
OneShot, 1,131 parole, 6,893 caratteri
Pairing: Daika, Daikashipping ( Daina x MAIKA)
Tema: Coffee Shop AU



Coffee Shop of Broken Hearts


Era una fredda e ventosa giornata autunnale.
Le foglie pigramente cadevano dagli alberi e niente era meglio di una bella tazza fumante di tè in un giorno come quello. Ma come ogni quiete che precede la tempesta, scoppiò un improvviso temporale. Il cielo era grigio e batteva una pioggia quasi torrenziale, Daina si strinse forte nella sua divisa di lavoro fin troppo leggera e corse fuori dal locale per mettere in salvo l'insegna con sopra scritto il menù di quella settimana. Voleva evitare di concedere al vento anche questa lavagnetta, il suo capo le avrebbe scalato il costo dei danni dal suo già magro stipedio.

ACHOO!

Starnutì lei, inevitabilmente fradicia. Odiava il suo lavoro, avrebbe voluto licenziarsi ma le alternative a sua disposizione erano poche e tutte con una paga peggiore dell'altra. Daina però sapeva che gli affari della caffetteria dove lavorava non andavano bene e aveva già origliato l'idea del proprietario di dover chiudere e dichiarare bancarotta da li a pochi mesi, quindi eventualmente avrebbe dovuto accontentarsi ma, fin tanto che la barca va avanti era meglio per lei approfittarsene e metter da parte tutto ciò che poteva. Come al solito il locale era vuoto, di clienti neanche l'ombra e poi, nel bel mezzo di un temporale le probabilità già basse che qualcuno arrivasse erano calate fin sotto lo zero. Se non fosse che... All'entrata si fece sempre più vicina la sagoma di una persona, difficile da distinguere a causa nella luce esterna quasi del tutto sparita. La porta si aprì, facendo suonare per la prima volta dopo settimane, il campanello affisso sopra il battiscopa dell'entrata.

* Dlin dlin *

Daina era quasi sul punto di prendere in mano il menù e servire il cliente quando però ne incrociò lo sguardo, capii che era meglio attendere prima di farsi avanti. Alla porta si fece largo una ragazza da lunghi capelli mossi con a dosso un imbarazzante kuwait a pois rosa e rossi, completamente zuppa e con una faccia stravolta. Poggiò l'ombrello ormai distrutto nel porta ombrelli e si andò a sedere nel tavolino più isolato di tutti, e lì, nel silenzio imbarazzante che aveva creato la sua inattesa apparizione, la fanciulla scoppiò in un pianto così rumoroso che rimbombò in tutto il locale. Daina rimase esterefatta dall'episodio. Che doveva fare? Teoricamente avrebbe dovuto chiederle cosa volesse ordinare, ma quale insensibile cameriere avrebbe mai approciato così un cliente in quello stato? Certo lei era molto goffa quando si doveva consolare qualcuno e non era esattamente la persona migliore a cui chieder consiglio. Combattuta, Daina deglutì nervosamente e con passo titubante sì avvicinò alla sconosciuta.

"Uhm... forse non è un buon momento, ma posso darti dei fazzolettini se ti servono?" La sua voce era molto incerta e il suo sorriso tirato mostrava quanto a disagio si sentisse.
Era nel panico. Forse avrebbe dovuto far finta di nulla e attendere che la ragazza se ne andasse ad acquazzone finito.

La giovane alzò il viso che si teneva tra le mani, incrociò lo sguardo di Daina e, tra un singhiozzo e l'altro, scoppiò in un altro rumoroso pianto, incredibilmente più drammatico del precedente. Daina si sentì parecchio idiota in quel momento. Grandioso, pensò. Ci mancava solo lei a rovinare ulteriormente la giornata già andata in rotoli di questa povera ragazza.

"L-Lui... Lui mi ha lasciata il giorno del nostro anniversario!" Disse tra un singhiozzo e l'altro.

Ouch, che disastro.
Daina ancora più imbarazzata dal suo inopportuno intervento, osservava il trucco di lei lentamente sciogliersi e impastricciare il viso della fanciulla. Non ci sapeva fare con le ragazze, decisamente più abituata a passare il suo tempo con i maschi, non era solita gestire persone così emotive, non era nel suo animo da maschiaccio. Non voleva far piangere le persone ma non sapeva nemmeno come consolarle. Si morse la lingua, maledicendo le sue pessime abilità da consolatrice e, con molta cautela si sedette vicino alla sconosciuta nella sedia di fronte.

"Beh..." Disse con tono incerto " Sai, non sono molto brava a consolare le persone ma se ti va posso ascoltarti? Magari Parlarne ti farà stare meglio" Le porse il sorriso più sincero che aveva, seppur imbarazzata a causa delle poche skills sociali che aveva, voleva essere d'aiuto. Non poteva di certo restarsene in silenzio alla cassa mentre l'unico suono in tutto il locale non era che il pianto di quella ragazza. La sconosciuta inizialmente però parve un poco sorpresa dalla proposta, sicuramente sorpresa da tanta premura da parte di qualcuno che aveva appena incontrato, ma ricambiò il sorriso subito dopo.

Passarono almeno 3 ore prima che il temporale si placasse, ma Daina non ci fece nemmeno caso. Era presa dalle labbra della sconosciuta, inghiottita dalle sue storie, la sua vita e le sue tragedie. La sua voce era la più dolce e confortante che avesse mai sentito. Parlarono prima del suo drammatico appuntamento andato a rotoli poche ore prima, per poi chiacchierare di argomenti totalmente sconnessi e più leggeri. Era una persona con una forte autoironia e le parole in spagnolo che ogni tanto saltavano tra una frase e l'altra non facevano che rendere più intriganti i racconti di lei. Chiunque fosse il bastardo che le aveva spezzato il cuore, doveva essere un idiota per far piangere una ragazza così gradevole e... carina? Daina scosse la testa dal pensiero quasi inappropriato che le era balenato in testa.

"Oh. Devo andare è tardissimo"
"Di già?"

Di già?
Come sarebbe a dire 'di già?!'

La ragazza sorrise imbarazzata.

"Si, devo tornare a casa presto, la mia gattina Nova mi aspetta. Grazie per avermi ascoltata, mi ha fatto piacere parlare con qualcuno,
mi sento decisamente meglio ora e scusami tanto per averti disturbata durante il lavoro" Arrossì mortificata, alzandosi lentamente dalla sedia.

"Uhm, senti..." disse Daina, grattandosi il capo in conflitto con se stessa.
"Si?"

La sua richiesta doveva suonare strana, ma si fece coraggio, quel locale avrebbe chiuso e se ne fosse uscita sconfitta, non avebbe dovuto più mettere piede in quel luogo ricolmo di memorie disagianti.

"Se ti va, potresti tornare domani? Forse non lo sai ma qui vendiamo il tè e la crostata migliore di tutta la zona e magari chiacchierare di nuovo... ovviamente nessun obbligo..."
"Mi farebbe davvero piacere passare di nuovo, grazie!" Rispose entusiasta, quasi emozionata all'idea di tornare.

Il peso al petto che aveva Daina svanì quasi immediatamente nel ricevere una risposta così positiva.

"Uh. Aspetta, prima che vai, come ti chiami?"
"Oh che sbadata, hai ragione non ci siamo nemmeno presentate! Il mio nome è..."

Era una fredda e ventosa giornata d'autunno quella.
Ma quel giorno qualcosa era cambiato dopo il fortuito, quasi destinato, incontro di quelle due sconosciute.
Quello che avvenne dopo però, è tutta un'altra storia che verrà, forse un giorno molto lontano, raccontata a tempo debito.
Fine.
   
 
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