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Autore: sweetstrvwberries    09/08/2021    2 recensioni
E smuove qualcosa in lui. Qualcosa di nostalgico e di caro, che lo fa sentire lieto e sopraffatto. È un dolore al petto che non sa spiegare a parole. È un po' come guardare il suo cuore camminargli di fronte. Lui ha Tohru adesso. Lei l'ha scelto, ha lasciato che fosse sua, per un contorto colpo del destino – ma Kyo è sicuro che continuerà a desiderarla come se ciò non fosse mai accaduto.
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In cui rubare i vestiti del tuo ragazzo è un'arte, e Tohru Honda ne è maestra.
[Traduzione]
Scritta originariamente da miss_coverly
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyo Soma, Toru Honda
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Si era scordata di nuovo il cappotto. Ovviamente se l'era scordato.

Tohru é... calorosa. Non nel vero senso della parola, ma come persona.

È la prima parola con cui la descriverebbe Kyo, se mai qualcuno glielo chiedesse. Lei gli fa pensare ai fiorellini che crescono sulle crepe dei marciapiedi in primavera, che sbocciano mentre l'inverno si scioglie. È dedita e determinata, come il sole estivo che gli batte sulla schiena. È la calma d'autunno quando le foglie cadono, che gli dice che le maledizioni spezzate e i cambiamenti vanno bene. Anche nel cuore dell'inverno, lei gli ricorda un fuoco scoppiettante, un delicato bagliore che impedisce a chi vi è intorno di cadere nella disperazione. Lei è l'unica cosa che resta costante, immutata, eterna nel suo calore.

Ma questo non le impedirà di congelarsi se non mette un cappotto a scuola.

Kyo le mantiene la porta mentre lasciano l'edificio, e sente la folata di vento non appena mette piede fuori dietro di lei. Tohru non dice nulla, ma la sua uniforme scolastica non la proteggerà in alcun modo dal freddo.

Kyo le sfiora la testa con le nocche mentre camminano. "Hai freddo?"

Tohru lo guarda, gli occhi grandi. "Che? Oh, certo che no. Sto bene."

"Sul serio?"

"Sí! Non fa poi così freddo fuori," mente con i denti che le battono — e comunque, è una pessima bugiarda.

Kyo sbuffa. "Se lo dici tu," ma nel frattempo si toglie la giacca. Tohru capisce immediatamente cosa vuole fare e comincia a scuotere la testa, muovendo le braccia con vigore.

"No, poi sarai tu ad avere freddo!"

"Non sono io quello con la gonna. Starò bene." Le prende il polso, sottile nella sua mano, e lei lascia che si fermino a un lato del marciapiede.

"Kyo-kun..." protesta, ma quando lui mantiene la giacca aperta dietro di lei, Tohru tira un sospiro prima di farci scivolare dentro entrambe le braccia. Muove le spalle e la giacca le si sistema addosso, mentre tira su la cerniera.

"Ecco. Meglio?" le chiede continuando a camminare.

Le guance di Tohru si tingono di rosa. "... può darsi," dice sottovoce.

"Bene," ride lui.

Tohru non ha mai indossato suoi vestiti prima d'ora – del resto, perché avrebbe dovuto? Lei e Kyo erano solo amici fino a qualche settimana fa. Questa vista è strana, è nuova e affascinante agli occhi di Kyo, che cerca di non fissarla troppo mentre cammina di fianco a lei. Le maniche sono leggermente lunghe, lasciano intravedere solo le sue dita mentre le braccia dondolano avanti e indietro. La doppia fodera sul colletto le copre il collo, l'unica cosa che spunta è la sua testa, e Kyo non capisce perché il modo in cui il tessuto in eccesso si arriccia sulle spalle sia così ammaliante. La giacca é rossa, cosa alla quale lui non aveva mai fatto molto caso fino ad adesso, quando nota come si abbina al rosso che il freddo le porta sulle guance, sul naso, sulle labbra.

Se ne avesse il coraggio, la bacerebbe.

Kyo trema – forse per la temperatura, forse al pensiero che baciarla è qualcosa che adesso può fare. Spera che non se accorga. Ma lei è Tohru, e ovviamente se ne accorge.

Gli fa un sorrisetto, uno sguardo che raramente adorna i suoi lineamenti gentili. "Vedi, fa freddo, persino per te."

Va bene. Forse fa un pochino freddo. Persino per lui.

"Nah, sei tu che fai la bambina," dice lui, invece di ammetterlo.

Lei ride, e il cuore di Kyo perde un battito.

"Allora," Tohru inclina spavaldamente il mento mentre lo guarda "visto che la giacca ce l'ho io, dovrò tenere al caldo entrambi."

Prima che capisca cosa stia succedendo, Tohru avvolge un braccio intorno alla sua vita. È scomodo camminare così, ma Kyo ripensa a tutto il tempo che hanno sprecato prima di adesso, quando dovevano tenersi a distanza di un braccio per via di una maledizione che impediva ogni loro contatto. Quindi non gl'importa del loro goffo barcollare, se questo significa poterla avere al suo fianco, stretta contro di lui.

"Non hai intenzione di fermarti, eh?" le dice, passando un braccio sulla sua spalla. "Che scema."
 
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Kyo comincia a pensare che Tohru lo faccia apposta. Il clima invernale si fa più freddo ogni settimana che passa (Kyo lo sa, perché controlla le previsioni).

Eppure, ogni volta che Tohru sente freddo, ha sempre dimenticato misteriosamente il cappotto. Mentre torna a casa da scuola, dal supermercato, dal lavoro. Sono le sue gambe scoperte, le maniche sottili che le coprono le braccia, e il suo sorriso mentre insiste dicendo che, davvero, non sente freddo.

Kyo la rimprovera ogni volta che le copre le spalle con la sua giacca, ma si è anche stranamente abituato a vederla indossarla. Non riesce a fare a meno di pensare che il rosso si intoni con i suoi nastrini e le sue guance rosa.

La loro vita poteva essere cambiata ultimamente, ma continuavano a passare gran parte del tempo con Uo e Hana, con Haru e Momiji, con Yuki e adesso anche Machi. Anche se avevano cominciato a pranzare da soli qualche volta, sgattaiolando sul tetto della scuola. Vedere Tohru illuminarsi quand'è con gli amici lo fa sempre sorridere, però Kyo fa tesoro del tempo che riesce a passare da solo con lei.

Comunque, non c'è modo di proteggersi dal freddo pungente a questa altezza. Kyo la vede tremare mentre lei tira fuori i loro bento dal suo zaino, e sta per andare a prendere la sua giacca quando Tohru gli afferra il polso.

"Kyo-kun" dice, e Kyo non capisce perché sembri così agitata.

"Sì?"

"Volevo chiederti," si blocca, e poi dice tutto d'un fiato, "se-per-piacere-posso-mettere-la-tua-maglia?"

Kyo sente la sua faccia scaldarsi. È tutto così nuovo... che a volte si dimentica che sia tutto reale. Che lei può chiedergli una cosa del genere. Che lui può lasciarglielo fare.

"Eh, perché?"

"Non lo so," dice lei, guardandosi le mani. "È solo che... ne avevo voglia? Va bene se dici di no, non mi arrabbio."

Kyo si gratta il collo, nervoso, un pesce fuor d'acqua, ma prima che cambi idea prende il colletto della maglia e se la sfila. "Certo," le dice, sentendo il freddo toccarlo adesso che è solo in canotta. Le porge la maglia e cerca di non soffermarsi sui suoi occhi grandi e il viso arrossato.

Le va grande, la inghiotte proprio come fa la giacca. Tohru la mette e le arriva ai fianchi, non tanto più corta della sua gonna. E di nuovo le sue mani quasi non arrivano ai bordi delle maniche. Lo stomaco di Kyo fa un tuffo all'indietro senza una ragione particolare.

Ah, probabilmente è perché adesso lei è la sua ragazza. Ed è molto carina. E sta indossando i suoi vestiti e questo lo fa sentire strano, gli fa asciugare la gola e gli manda in tilt il cervello.

"Aspetta," si accorge lui. Prima che Tohru possa andare nel panico, Kyo le si avvicina e le prende una mano, piccola e delicata. "Ti finirà cibo sulle maniche se non le arrotoli," dice mentre le guance gli vanno a fuoco, e poi prende il lembo della manica e inizia a piegarlo pian piano. Lei resta ferma mentre lui passa all'altra mano, e Kyo starebbe mentendo se dicesse di non indugiare ogni volta che le sue dita sfiorano la sua pelle.

"Grazie, Kyo-kun." Gli sorride non appena ha finito, e lui si accorge che è un sorriso diverso da quello che mostra ad amici, adulti, insegnanti. Sembra quasi che lo riservi solo a lui.

"Non mi ero mai accorto che le tue braccia fossero così corte." Tiene ancora la sua mano nella sua, giocando con le sue dita.

Tohru arrossisce. "Non è vero, le tue maniche sono troppo lunghe!"

"Le mie maniche sono normali. Sei tu che sei piccolina."

"Kyo-kun," lei ride e s'avvicina, e lui crede che stia per baciarlo solo una volta. Ma quando lei avvolge le braccia intorno a suo collo, e le sue mani girano intorno alla maglia – la sua maglia – Kyo decide che la sorpresa non gli dispiace.

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Per la prima volta in vita sua, Kyo deve ammettere che gli mancherà l'inverno.

Inverno significava pioggia fredda, meno luce e la seccatura di dover indossare cose strette per stare al caldo. La pioggia gli dà ancora fastidio, ma è l'unica cosa che è rimasta così. Non importa la stagione, Tohru riesce a portare la sua luce nel mondo, con sorrisi dolci, tocchi gentili e un intenso calore – e Kyo finisce con l'essere una parte di questa luce, per qualche motivo. E adesso, più di ogni altra cosa, inverno vuol dire Tohru che mette le sue giacche, i suoi maglioni a scuola, qualsiasi cosa per non sentire freddo. E Kyo per ciò la prende in giro, ma a dire il vero il fatto che possa prendersi cura di lei a modo suo lo rende orgoglioso. E forse un giorno potrà essere degno di lei.

Ma le stagioni cambiamo prima che Kyo se ne accorga, e mentre sistema l'ultimo dei suoi indumenti invernali nell'armadio, crede che sia tutto finito.

Almeno finché, uscendo dalla sua camera, vede dal corridoio Tohru fare il bucato.

Con indosso la sua maglietta.

È quella giallo acceso, che tutti gli dicono che è orrenda, e che lui a questo punto tiene solo per ripicca (e comunque Kyo non crede sia poi così brutta, gli piace il colore). Su di lui è praticamente un crop-top, su Tohru invece è leggermente più lunga, finisce dove comincia la sua gonna.

Ovviamente le va grande, ma ciò che Kyo non s'aspetta è il modo in cui poggia storta, pendendo da una spalla e mettendo in mostra la pelle nuda del suo collo e un po' della sua schiena.

Kyo comincia a camminare lungo il corridoio prima di poter dire a sé stesso di correre nella direzione opposta, e poco dopo si affaccia alla porta, vendendola appendere le lenzuola mentre canticchia sottovoce. (Kyo ha notato che s'inventa sempre qualche melodia).

"Quella dovrebbe essere una canzone?" le chiede, sorridendo affettuosamente. Tohru si gira, la sua concentrazione va in frantumi.

"Oh, ciao Kyo-kun!" gli sorride e la luce solare sembra le rimbalzi sul viso, i capelli fuoriescono dal suo codino disordinato. "Non ti avevo neanche sentito arrivare. Da quanto tempo sei qui?"

"Non molto," dice lui, e tutto ciò che riesce a guardare è dove finisce la maglietta e comincia la spalla di lei.
"Ehm, dove hai trovato la maglia?"

"Oh, in verità è finita nel mio mucchio di vestiti da lavare... e il clima si sta finalmente scaldando di nuovo! Quindi ho pensato che fosse bello... indossarla." Il suo sorriso lascia il posto a due occhi spalancati dal panico. "Ma se non vuoi posso ridartela. E comunque avrei dovuto prima chiedere–"

"No, non ti preoccupare." Kyo cammina verso di lei e poggia gentilmente la mano sulla sua spalla nuda, facendo scorrere il pollice sulla pelle. "Puoi farlo. Se ti va."

"Va bene. Mi va." Tohru gli sorride, le sue guance si tingono di rosa. "Mi piace mettere i tuoi vestiti. È come avere sempre con me una parte di te."

E questo dà a Kyo una scossa per l'intero corpo. Sta per tornare dentro, ma lui e Tohru sono vicini, lei ha un profumo di mela misto ad ammorbidente e la sua pelle è davvero morbida sotto la mano, quindi prima che possa cambiare idea, la bacia.

Tohru si lascia andare al suo tocco, premendo il petto contro quello di lui. Kyo fa scivolare una mano sulla sua schiena e l'altra dietro la nuca, le mani di lei tra i suoi capelli. Tohru lo lascia senza fiato quando gli lecca la bocca, e come ogni altra volta in cui si toccano così, Kyo ringrazia in silenzio ogni dio immaginabile di averne la possibilità adesso.

Si stacca solamente per cominciare a lasciare una scia di piccoli baci lungo la mascella di lei. Okay, Kyo scopre che non gli dà neanche un po' fastidio il fatto che Tohru rubi i suoi vestiti. E forse l'imbacuccarsi di Tohru nella sua giacca invernale non gli mancherà come pensava.

I suoi sospiri giungono come musica alle sue orecchie mentre preme la bocca sul collo, la pelle nulla della sua spalla, la clavicola scoperta–

"Tohru? Potresti venire ad aiutarmi con una cosa?"

La voce di Shigure che risale dalla cucina taglia l'atmosfera come una motosega, e i due si staccano all'istante. Il viso di Tohru è arrossato, e Kyo è sicuro di non essere da meno.

"S-sì, certo!" gli risponde. "Solo un minuto, Shigure-san!"

Gli occhi di Tohru ritornano su Kyo e comincia a ridere. Lui cerca di fare l'infastidito, e lo è, ma la sua risata è contagiosa. "Potrei giurare che lo fa apposta. Bastardo."

"Non sempre il suo tempismo è perfetto," dice lei, sporgendosi verso l'alto e baciando Kyo su una guancia prima di tornare dentro casa. Lui comincia a seguirla, ma lei si gira con un luccichio negli occhi. "No, resta qui. Torno tra un attimo."

"Ah... va bene." risponde, e la testa gli gira quando nota il suo salto di gioia, e la maglietta le scivola ancora di più lungo la spalla mentre scende le scale.

Kyo può aspettare. E sicuramente farà in modo di far finire quella maglietta nel cestino di Tohru più spesso.
 
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"Aw, non sapevo ce l'avessi ancora."

Kyo apre gli occhi, sbattendo le palpebre finché non vede Tohru rovistare nel suo armadio al buio. In verità, stava per appisolarsi quando l'ha sentita– ma anche se ultimamente gli incubi arrivavano meno spesso, addormentarsi accanto a lei lo fa stare meglio. La luce che entra attraverso le tende illumina la sua figura nuda, e lei sembra quasi un angelo, le braccia alzate mentre si infila una maglietta rosa che si ferma all'altezza della coscia; troppo grande, proprio come tutte le volte che lei indossa i suoi vestiti.

E smuove qualcosa in lui. Qualcosa di nostalgico e di caro, che lo fa sentire lieto e sopraffatto. È un dolore al petto che non sa spiegare a parole. È un po' come guardare il suo cuore camminargli di fronte. Lui ha Tohru adesso. Lei l'ha scelto, ha lasciato che fosse sua, per un contorto colpo del destino – ma Kyo è sicuro che continuerà a desiderarla come se ciò non fosse mai accaduto.

"Ho ancora cosa?" chiede.

Lei si gira, e Kyo capisce subito non appena legge la parola ONIGIRI scritta a caratteri cubitali e il familiare disegnino di una palla di riso.

"La maglietta del festival culturale! È del primo anno." Gli sorride. "Te lo ricordi?"

"Credo di ricordare te che cucinavi palle di riso, Momiji che rompeva e Yuki che indossava un vestito."

Lei ride dolcemente. "Credo che quelli fossero i momenti salienti."

"Solo uno conta come momento saliente, in verità."

Tohru ritorna sul futon, tira l'angolo della coperta e ci si infila con lui.
"Perché la conservi? Credevo che odiassi queste maglie."

"Non sapevo di averla ancora." Kyo avvolge le braccia intorno a Tohru mentre lei si accoccola affianco a lui.

"Beh, incidente o no, sono contenta che tu l'abbia conservata, Kyo-kun. Adesso è un ricordo prezioso."

"Dici? Era solo una cosa di scuola." Ti conoscevo appena, allora, Kyo pensa, ma non dice.

"Credo che sia prezioso perché ti conoscevo da poco," dice lei dolcemente. "Probabilmente è una cosa stupida, perché avevo appena cominciato a passare del tempo con te... a conoscerti." Tohru sfiora appena il petto di lui con le dita, il suo tocco dolce e intimo. "Ma adesso ti amo. Quello era solo l'inizio, quindi voglio ricordare tutto."

Kyo arrossisce alla sua trasparenza, il sentimento, la semplicità e la libertà con le quali lei ama. "È solo una maglia." Affonda la faccia nella sua clavicola, dove il collo della maglietta è allentato, e ci lascia un bacio.
"Sta comunque meglio a te che a me," dice contro la sua pelle mentre lei ride.

Il futon è visibilmente piccolo per entrambi, ma mentre Tohru sospira e si gira dall'altro lato, premendo la schiena contro il petto nudo di lui, a Kyo non dispiace. Si rannicchia accanto a lei, e la maglia di cotone e il suo calore lo fanno sentire come avvolto da una calda coperta.

"Posso... tenerla?" gli chiede.

"Certo."

Kyo la stringe più forte.
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La pioggia ha sempre reso Kyo praticamente inutile. Subito dopo la rottura della maledizione, questa cosa si è tramutata in acciacchi e brividi che non gli permettevano di andare a scuola (Tohru insisteva per prendersi cura di lui ogni qual volta accadesse, quindi era una cosa che non detestava totalmente). Col passare del tempo, la pioggia gli porta solo mal di testa. È un noioso rimando al passato, ma Kyo si ritiene fortunato se pensa che questo è l'ultimo residuo della maledizione.

Finalmente la settimana prossima se ne andranno dalla casa di Shigure – il che è una cosa strana se ci pensa – e così Kyo stringe i denti sopportando il dolore e sistema attentamente tazze e piatti in una scatola mentre ascolta il rumore della pioggia che cade. Si gira quando sente qualcuno trottare giù dalle scale e correre nella cucina.

"Kyo-kun! Guarda che ho trovato."

E c'è Tohru sul ciglio della porta, distratta dal fare le valigie per mostrargli... che sta indossando i pantaloni mimetici di Kyo.

Lui la guarda a bocca aperta. "Dove? Perché?"

Tohru gli sorride orgogliosa, anche se deve tenere i pantaloni da entrambi i lati per non farli cadere. "Stava nell'ultimo cassetto del comò." È senza fiato, probabilmente per l'aver corso. "E perché volevo vedere come mai ti piacciono così tanto. Effettivamente sono davvero comodi."

Kyo ritorna a imballare i piatti, rabbrividendo. "Non li metto da una vita."

"In che senso? Ce li avevi al nostro primo appuntamento."

"Non ne voglio parlare."

Kyo sente i suoi passi, più lenti stavolta e poi la sente avvolgere le braccia intorno a lui, abbracciandolo da dietro.

"È tutto okay, Kyo-kun," dice contro la sua schiena. "A me piacevano."

"Mi fa piacere che lo pensi," ridacchia lui mentre un rossore raggiunge le sue guance. "Sei la sola."

C'è una pausa, poi Tohru dice, più piano, "Hai paura di andartene? Perché io sono terrorizzata."

"Sì," ammette, "Anch'io."

Tohru passa il pollice sul tessuto della maglia. "E credo che vada bene. Possiamo avere paura insieme."

E questo gli ricorda della pioggia, del modo in cui non gli permette di dimenticare il passato anche quando sta per vivere il futuro. Alcune cose cambieranno – ma lui sa che ci saranno sempre ricordi e richiami, belli e brutti, che legano tutto insieme. Kyo si gira la tre braccia di Tohru e l'avvolge in un abbraccio come si deve, stringendola stretta.

"Sembri ridicola," le dice arruffandole i capelli.

Lei gli sorride innocentemente. "Beh, adesso sai che aspetto hai quando li indossi."

"Smettila," dice mentre lei ride, portando le mani al suo viso. Lo tira giù e lo bacia mentre la poggia scende contro la finestra. Ha il suono di qualcosa che finisce e che incomincia.
 
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Kyo è stato l'intera mattina a guardare Tohru sistemare cose, muovere le cornici, aggiustare la terrina con dentro le perle e assicurarsi che le statuette dello zodiaco fossero posizionate perfettamente. Finalmente lei si sposta per ammirare il suo lavoro.

"Credi che così sia meglio?" gli chiede.

Kyo non capisce bene in che modo la mensola dovrebbe apparirgli diversa da com'era mezz'ora fa, ma annuisce comunque. "Decisamente."

"Bene!" Tohru si accovaccia di nuovo sullo scatolone, mancano solo le ultime cose prima che abbiano definitivamente terminato il trasloco.
Kyo sente una strana stretta al petto quando lei caccia fuori un cappellino rosso.

Tohru si alza, tenendolo stretto al seno. "Kyo-kun, ti ho mai raccontato come mai ho questo cappello?"

Kyo fa finta di non averlo mai notato in tutti quegli anni. "Era di un ragazzo che ti aveva aiutata, giusto? Quando ti eri persa da bambina."

"Certo che te ne ricordi." Tohru sorride e attraversa la stanza per avvicinarsi a lui. "Lo so che è sciocco rimanere affezionati a una cosa così vecchia, ma per me significa ancora tanto..."

"Non è sciocco," dice Kyo deciso, mentre lei avvolge un braccio intorno a lui. Poi aggiunge, più dolcemente, "Sono grato che ci fosse qualcuno a prendersi cura di te quando io non c'ero." E stavolta lo pensa davvero. Kyo si sente in pace.

Tohru alza lo sguardo su di lui e gli sorride teneramente. "Adesso sei qui, ed è questo l'importante. E ora posso prendermi anch'io cura di te."

Kyo prende il cappello rosso dalle mani di Tohru e glielo mette in testa. Il rosso le dona, come sempre, e riesce a fargli perdere un battito il modo in cui quell'affetto gli riempie il petto. Kyo crede che non smetterà mai di sentirsi così ogni volta che la guarda.

"Ti va ancora, eh?" dice.

Tohru ride, accoccolandosi nel suo petto. "Così pare."

È proprio come ogni volta che lei indossa qualcosa di lui, anche se Tohru non se ne accorge, è come se in qualche modo questa volta ci riuscisse. Gli fa sentire cose che Kyo non sa come esprimere, e non crede che sarà mai in grado di farlo. È come se piccole parti di lui adesso diventassero parti di lei.

Tohru sposta di nuovo lo sguardo sul mobile. Kyo le accarezza la schiena, sentendo il tessuto contro il palmo – è la sua maglia, quella che Tohru si era messa ieri notte e che ancora non aveva cambiato.

"Ah aspetta, ce l'ho – se lo sistemassimo vicino alla pianta?" chiede Tohru, sfilandosi il cappello e ritornando al mobile.

"Certo," risponde lui. "Mi sembra perfetto."

E mentre la guarda allungarsi per poggiare il cappello sulla mensola più alta, Kyo sente di aver trovato finalmente il suo posto, di appartenere a qualcuno.
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Autrice: miss_coverly
Fanfiction in lingua originale: https://archiveofourown.org/works/25752121 
   
 
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