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Autore: gloria85    11/08/2021    0 recensioni
Tra loro non è mai stato facile.
Sin dal primo incontro il loro rapporto è stato difficile, conflittuale e pieno di alti e bassi. Un giorno andavano d'accordo e il giorno dopo nemmeno si potevano vedere.
Sono entrati a far parte l'uno della vita dell'altro quasi per caso e dopo anni, ritrovarsi, non è poi così semplice.
Le loro vite sono state stravolte, sono cambiate e ora dovranno fare i conti con un passato che forse non ricordano.
Riusciranno a ritrovarsi?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La mattina era il momento della giornata che preferiva.
Era sempre stata un amante dei piccoli piaceri della vita.
L’odore del caffè caldo appena sveglia, l’acqua bollente della doccia contro la pelle mentre, dal telefono, parte la sua canzone preferita. Esattamente quella che voleva ascoltare.
Quella canzone che le avrebbe dato la carica necessaria per affrontare la giornata con entusiasmo.
Aprendo la finestra poteva sentire il profumo del mare e dei fiori.
Del sole, che iniziava a scaldare la strada e del vento che preannunciava l’arrivo di un’altra calda giornata.
Da oggi si ripartiva.
Christine, questo era il nome della ragazza, si era svegliata di buon’ora ed era scesa velocemente diretta al negozio proprio sotto il suo appartamento.
Era tornata per ricominciare e non avrebbe perso nemmeno un istante.
Sapeva che se si fosse fermata a pensare sarebbe nuovamente crollata e questa non era un’opzione al momento.
La sera precedente, rientrando dalla spiaggia, si era seduta su portico di casa di suo fratello per parlare. Era stata impulsiva e testarda a scappare via subito.
Ian le aveva sempre voluto molto bene e, in tutti questi anni di lontananza, era stato sempre molto preoccupato per lei.
Si sedettero sul dondolo e parlarono di tutto, per ore.
Parlarono degli ultimi due anni, del motivo per cui era tornata e delle sue paure nel ricominciare nuovamente tutto da zero.
Era stato difficile raccontare ogni cosa, soprattutto la ragione che l’aveva fatta tornare.
Ian si era arrabbiato molto e ci erano voluti diversi minuti per tranquillizzarlo e calmarlo.
Ora lei stava bene, era lì con lui e non sarebbe andata più da nessuna parte.
Questo era tutto quello che contava davvero.
Si abbracciarono e rientrando, il fratello le aveva proposto di tornare a lavorare al negozio di famiglia.
Quello dove abitavano era un piccolo paesino di provincia, in riva al mare.
Una cittadina che si era fermata agli anni Ottanta, con la sua tavola calda e il cinema all’aperto, che trasmetteva solo film provenienti dal secolo scorso. Con il panificio che sfornava ogni mattina il pane caldo, i negozietti in proprio e la bottega di libri che apparteneva alla sua famiglia da che se ne aveva memoria.
Negli ultimi anni, dopo la morte di suo padre, il negozio venne chiuso.
Ian aveva il suo ristorante da seguire e lei era scappata lontano.
Quella poteva essere l'occasione che serviva a lei e a quel piccolo negozietto per riprendere a vivere.
Ne parlarono a lungo e decisero di trasformare il vecchio concetto del negozio di libri in un bar letterario. La sua idea era quella di creare un luogo dove i ragazzi, i bambini e anche gli adulti, potessero incontrarsi per leggere, bere qualcosa, chiacchierare e, perché no, ascoltare della buona musica.
Ci sarebbe stata solo una piccola parete da abbattere e qualche mobile da spostare per creare la parte del bar e accanto la sala relax con tanto di divanetti e poltroncine, posizionate davanti a un vecchio camino che avrebbero fatto funzionare di nuovo entro la stagione fredda.
Due mani di vernice e quel posto poteva avere una speranza, proprio come lei.
Le piaceva quell'idea. Sentiva dopo tempo, la voglia di rimettersi in gioco.
Accettò felice, ma volle in cambio l'appartamento disabitato sopra al locale.
Voleva la sua indipendenza e, anche se Ian non era molto entusiasta di questa condizione, accettò. L'importante era che lei fosse tornata, finalmente per restare.
Nei giorni seguenti, assieme, sistemarono ogni cosa.
Portarono alcuni mobili e alcune cose di prima necessità nell’appartamento.
Girarono milioni di volte gli scaffali, finché non trovarono la combinazione perfetta per esporre i vari libri suddivisi per argomento e scrittore.
Mancavano giusto alcuni scatoloni da svuotare nel negozio e tutto sarebbe stato finalmente pronto. Scatoloni che erano rimasti nel seminterrato di casa di Ian.
Quella mattina, prima di aprire, si sarebbe recata da lui a prenderli.
Il fratello abitava ancora nella loro vecchia casa di famiglia, casa che li aveva visti crescere.
Amava moltissimo quella casa.
Il portico, il giardino, ma soprattutto la sua vecchia camera, con il balcone che dava su retro.
Era tutto rimasto come l’aveva lasciato.
Passeggiò, attraversando i vicoli e le strade che separavano casa di Ian dal negozio.
I profumi che sentiva erano gli stessi di allora.
I ricordi della sua infanzia le tornavano a galla come legni nel mare e, vedendo che tutto era rimasto esattamente come lo aveva lasciato, una sensazione di protezione le si propagò all’altezza dello stomaco.
Era di nuovo a casa e stavolta nulla sarebbe più andato storto.
 
- Hai intenzione di passare oggi? -
Niente non c’era verso di schiodare quel maledetto testardo da quella villa sul mare.
Ian stava nuovamente discutendo con Lucas, ma senza molti risultati. Era andato a casa sua per convincere l'amico, ma sembrava parlasse da solo.
- Ti avevo suggerito di acquistare questa villa e di ristrutturarla non per isolartici dentro, ma per tornare a vivere qui, vicino a noi. Vicino a lei. -
Era come parlare con il muro.
Lucas ascoltava, ma non reagiva.
Continuava imperterrito a tagliare assi e inchiodarle in diversi punti della casa.
Doveva essere perfetta.
Doveva diventare proprio come l’avevano sognata.
- Uff, sei impossibile. Il negozio oggi riapre, potresti passare da lì con mille scuse e invece cosa fai?! Continui a lavorare a questa casa senza smettere un attimo. Giuro, proprio non capisco cosa tu abbia in quella testa dura che ti ritrovi. -
Sorrise, dando sempre le spalle all’amico.
Quel loro primo incontro l’aveva immaginato diverse volte in quei due anni.
Non aveva paura, voleva solo che fosse speciale.
Non perfetto, nemmeno memorabile, solo speciale.
Lui sapeva esattamente cosa lei ricordasse di lui e cosa no. Ian gliel’aveva ripetuto milioni di volte.
Ricordava la loro infanzia, la loro adolescenza, l’amicizia che legava i loro genitori, quella stessa amicizia che legava lui e Ian, ma niente di più.
Nella mente di lei non esisteva un loro.
Nei suoi ricordi erano spariti tutti i momenti che avevano vissuto assieme solo loro due.
Era tornato ad essere l’amico presuntuoso e arrogante di suo fratello.
Non gli piaceva, ma doveva accettarlo. Era giusto così.
Per questo motivo però non poteva presentarsi da lei come se niente fosse.
Non era davvero il caso di sconvolgerla di nuovo.
- Non preoccuparti amico, so quello che faccio. Tanto ormai lei non va da nessuna parte. -
Detto ciò, salì sul tetto chiudendo l’ennesimo buco e con lui anche il discorso.
Era cocciuto, lo sapeva, ma aveva le sue buone ragioni per esserlo.
 
Non c'era nessuno a casa. Chissà che fine aveva fatto Ian.
Forse avrebbe dovuto chiamarlo prima di precipitarsi lì, non aveva nemmeno le chiavi per entrare a prendere le scatole che le servivano.
Stava per andarsene quando vide un'auto in lontananza che sia avvicinava.
Un Mercedes Classe X grigio. Non era certo l'auto di suo fratello.
Man a mano che l'auto percorreva il vialetto, l'uomo alla guida si faceva sempre più nitido alla sua vista. Due occhiali scuri spuntarono da sopra il volante.
Scesero due ragazzi dall'auto.
Suo fratello, dal lato del passeggero, e Lucas Bailey, un loro vecchio amico d'infanzia.
Più amico di suo fratello che suo.
L'aveva visto, da lontano, sulla spiaggia il giorno che era tornata, ma prima di allora si può dire che erano anni che non aveva più sue notizie.
Mentre era via non si era preoccupata di chiedere a Ian come stava.
Loro due non avevano mai avuto un vero rapporto di amicizia.
Lui era l'amico seccante di Ian e lei la sorellina impicciona e rompiscatole.
Sorrise a quel ragazzo che non vedeva da tempo, con l'intento di essere cordiale.
Andò verso di lui tendendogli la mano in segno di saluto, ma quel momento non andò come se l’aspettava.
Lucas si era appoggiato alla portiera chiusa dell'auto e, sollevando gli occhiali da sole, la fissò con sguardo insolente.
Non le porse la mano, non le fece un sorriso. Non disse una parola.
Christine era rimasta con la mano ferma a mezz'aria, un sorriso che piano piano svanì e un saluto perso nel silenzio.
Fu Ian a interrompere quel momento imbarazzante.
- Ciao sorellina, cosa ci fai qui? -
Non reagì.
Gli occhi di Lucas l'avevano incatenata.
Sembrava che i due stessero parlando silenziosamente.
Quegli occhi erano azzurri, come il mare. Profondi come l'oceano più lontano e contornati da una linea grigia, come il cielo in tempesta.
Mille emozioni attraversarono quello sguardo in pochi istanti.
Si sentiva l’elettricità di quel momento, scorrere tutta attorno a loro.
Fu Ian a interromperli nuovamente, toccando il braccio della sorella per attirarne l’attenzione e frapponendosi fra loro.
Interruppe volutamente quel contatto invitandoli ad entrare.
  
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