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Autore: JAPAN_LOVER    12/08/2021    1 recensioni
Gregor Startseva è il giovane allenatore di 34 anni della nazionale maschile di pallavolo, con una lunga serie di successi alle spalle.
Proprio mentre è intenzionato a godersi le meritate vacanze estive, all'indomani di un trionfo che è valso ai suoi ragazzi la medaglia d'argento, viene convocato dalla Federazione sportiva per un nuovo incarico: guidare ai mondiali 12 ragazze a una settimana dagli esordi.
Tra numerosi punti oscuri e mille difficoltà, deve imparare a gestire una squadra di ragazze che non conosce. A suo modo, ognuna gli darà del filo da torcere e, in particolare una, Lucia, la capitana, rivelerà nutrire un'inspiegabile avversione nei suoi riguardi.
La medaglia è fuori dalla portata di mano, ma riuscirà Gregor a domare le sue 12 leonesse e a tornare a casa, senza rovinare molto la sua luminosa carriera?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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FINAL FOUR
 

GREGOR
Siamo approdati in semifinale con massimo impegno e determinazione. Le nostre ragazze sono arrivare fin qui seguendo perfettamente il nostro gioco, divertendosi e sudandosi ogni singolo match.
Tutte insieme, con tanto lavoro e spirito di sacrificio, sono riuscite ad aggiudicarsi un posto nella final four. Nel corso di questa giornata, insieme a Cina, Russia e Olanda, andremo a caccia della finale, alla ricerca della tanto agognata medaglia.
Proprio quando le ragazze sono impegnate con il riscaldamento, prima di scendere in campo per affrontare la corazzata cinese, ne approfitto per parlare liberamente con Paolo, mio secondo ma anche mio carissimo amico.
So che è completamente all’oscuro di quanto accaduto con Pandolfi, ma sento di doverlo mettere al corrente prima che la vicenda venga a galla. La stampa andrà a nozze appena la notizia comincerà a circolare nell’ambiente, quindi è giusto che sappia da me quanto accaduto nella squadra prima del mio arrivo. Sicuramente all’inizio verrà travolto anche lui, in quanto stretto collaboratore di Pandolfi e secondo allenatore della squadra, ma ne uscirà presto da questa vicenda giudiziaria.
Lo prendo da parte ed esordisco così, perfettamente coperto dal caos proveniente dalla tribuna:
“Ho denunciato Pandolfi!”
Il mio amico spalanca gli occhi e lascia a mezz’aria la borraccia da cui stava per dissetarsi.
“Tu hai fatto cosa …?”
Comprensibilissimo lo sgomento sul suo volto, proprio qualche giorno fa ha avuto luogo la videochiamata con il nostro ex allenatore, conclusasi cordialmente con i suoi cari saluti e i migliori auguri.
“Ho scoperto da alcune ragazze che ha violentato Anna Valente – gli spiego brevemente – credo che sia questo il vero motivo per cui si sia ritirato, di sicuro quella ragazza ha rinunciato a questo campionato a causa di ciò che le è successo!”
Tralascio di raccontargli la circostanza in cui sono venuto a sapere dell’accaduto e cerco di tenere a bada tutto il mio disgusto verso quell’uomo.
“Cosa mi stai dicendo Greg…?” Paolo è incredulo, assolutamente senza parole.
“Scusami se non te ne ho parlato subito, ancora stento a crederci anch’io”
“Non ci posso credere, le ragazze con me non hanno proferito parola…!” il mio amico proprio non riesce a capacitarsi.
Deve essere terribile scoprire che un episodio del genere sia accaduto sotto la propria supervisione, dopo esserne rimasto all’oscuro così a lungo.
“Lo so, lo so! Fra poco si scatenerà il circo mediatico intorno a questa vicenda, ho pensato che sarebbe stato meglio che tu venissi a saperlo da me – affermo, dandogli una pacca fraterna sulle spalle – sai che se dovessi venir coinvolto, puoi contare sul supporto legale di mia madre!”
“Greg…ti rendi conto di cos’hai fatto, vero? Gli avvoltoi si scateneranno e la federazione non sarà contenta dello scandalo…”
“Certo…” rispondo, scrollando le spalle.
Certo che so di essermi buttato a capofitto in un’azione legale che potrebbe costarmi tempo, denaro e una sospensione dall’incarico a tempo pressoché indefinito. So di aver iniziato una partita in cui potrei giocarmi la carriera e il lavoro della mia vita, ma mi basta guardare negli occhi ciascuna di queste ragazze, che con i loro sorrisi, il loro genuino entusiasmo, il loro impegno e i loro sacrifici danno anima e corpo in ciò che fanno, e so per certo di aver fatto la scelta giusta.
I miei occhi si incrociano fugacemente con quelli di Lucia, impegnata negli esercizi di torsione, che ricambia il mio sorriso. So per certo di aver fatto la scelta giusta!
Paolo mi dà una pacca sulle spalle e, con mia grande sorpresa, mi stringe in un poderoso abbraccio.
“Come sempre avrai tutto il mio sostegno – sussurra al mio orecchio – per qualsiasi cosa, conta su di me!”
E su questo, davvero, non avevo dubbi.
Insieme al mio amico mi ricongiungo al resto dello staff, proprio nel momento in cui lo speaker annuncia l’inizio della partita.
Le atlete italiane e cinesi si schierano ciascuna a bordo della propria metà campo, per la presentazione delle formazioni. Naturalmente al fuoco cinese rispondiamo con il fuoco, anche noi abbiamo schierato le titolari per affrontare al meglio questa semifinale che sarà combattutissima.
Lucia Capparelli in qualità di opposto, Camilla Bigonciari nella cabina di regia sottorete, Cristina Deledda come centrale, Certini e De Brasi come nostre schiacciatrici, Giulia Mandelli pronta a difenderci dalla seconda linea: è questo il nostro sestetto che scende in campo carico e sorridente, battendo vigorosamente il cinque.
Tutto ciò che avevo da dir loro dal punto di vista tecnico, l’ho ribadito nella giornata preparatoria di ieri. Sanno già cosa devono fare e come lo devono fare, non rimane che metterlo in atto contro una delle formazioni più forti al mondo.
“Serene come se si trattasse di un’amichevole, determinate come se vi steste giocando la partita della vostra vita!” solo questo che mi sento di suggerir loro, avvicinandomi appena alla linea di demarcazione del campo.
Sento le mie leonesse urlare, ruggire di rimando.
“Ce la metteremo tutta, coach!” la risposta di Rossella arriva ferma, risoluta.
“Venderemo cara la pelle!” Camilla solleva i pugni, infervorata come sempre dalla prima partita disputata.
Mi piacciono i loro occhi, sono quelli giusti, sono gli occhi chi ha il fuoco agonistico dentro.
Appena il fischio arbitrale decreta l’inizio della partita, mi allontano un po' dal campo e mi ricongiungo a Paolo per seguire attentamente l’incontro.
Il primo set inizia in salita per le nostre ragazze che, solo dopo un 5-0 per le cinesi, reagiscono a reagire con un contrattacco messo a segno dal centro da una fast di Cristina.  Il loro gioco delle nostre avversarie è tipicamente orientale, si tratta di un gioco molto rapido in cui difendono tantissimo.
“Bene così!” esulta, Paolo che non smette un attimo di far sentire il suo supporto alle ragazze.
Finalmente le nostre riacquistano grinta e fiducia in loro stesse, cercano di reagire con forza alle furie cinese che non hanno mollano neanche un pallone.
“Fate pressione in battuta! – suggerisco – ci serve una palla lunga e flottante, se vogliamo metterle in difficoltà”
Camilla dalla linea dei nove metri annuisce, prima di servire una cannonata esattamente come le avevo chiesto.
Il libero cinese riesce comunque a recuperare la palla e renderla giocabile, ma il loro attacco non è preciso perché arriva subito un bel muro coeso di Lucia e Cristina.
Questo secondo punto rincuora molto le ragazze, che ritrovano la carica per fronteggiare i ritmi serratissimi di questa partita.
Tuttavia, nonostante il nostro piccolo recupero, le cinesi rimangono sempre in testa in questo primo set che si conclude con un 25-22.
Durante il primo cambio campo le ragazze ne approfittano per rifocillarsi e io per risollevare al meglio il loro morale.
“Abbiamo pagato lo svantaggio di partire intimorite davanti a una squadra di veterane, ma siamo sempre rimasti in partita – lo dico e lo penso veramente – voglio che siate incisive sin dall’inizio, che crediate di più in voi stesse e vedrete che stavolta saranno loro a inseguire noi!”
“Ce la possiamo fare!” la prima è Lucia, la capitana, a spronare le sue compagne.
“Siii!” risponde Giulia
“Facciamogli  vedere chi siamo!” è l’urlo furioso di Camilla.
“Per noi hip hip…”
“Yattaaa!”
Le ragazze esultano e tornano in campo esplosive, animate da tanta grinta e tanto entusiasmo. Comincia così il secondo parziale che le vede combattere ad armi contro le nostre avversarie. Teniamo testa, punto dopo punto, a una squadra di primissimo livello, concludendo stavolta in positivo con un 25-23.
Si sapeva che non sarebbe stato facile ma quello che mi rende assolutamente orgoglioso di loro è che non mollano mai, neanche dopo aver subito un pesante attacco o un clamoroso muro, loro sono sempre lì.
Il terzo set non è altrettanto fortunato, le cinesi riescono stavolta a spuntarla dopo un serratissimo combattimento che le vede concludere con un 29-27.
Con i miei modi pacati cerco di trasmettere alla squadra tutta la calma e la serenità di cui hanno bisogno, nonostante le mille emozioni che mi animano dentro.
“Non lasciatevi abbattere, non è ancora finita – le esorta stavolta Paolo, durante il time-out – possiamo riprendere in questo quarto set”
“Esatto, avete tutte le carte in regola per riagganciarle!” intimo loro, prima di prendere da parte Camilla.
Affido le ragazze nelle mani di Paolo, prima di rivolgermi alla mia palleggiatrice per fornirle mie ultime indicazioni.
“Mi dica tutto, coach!” mi apostrofa lei, detergendosi con un asciugamano la fronte madida di sudore.
“Stai andando benissimo, sia in fase di palleggio che a muro – ci tengo innanzitutto a dirle – quello che sarebbe meglio provare a fare adesso è aumentare la nostra efficacia in attacco, spiazzando le avversarie dal centro. Loro hanno capito che nelle azioni decisive puntiamo tutto su Lucia e Rossella, quindi prendiamole di sorpresa utilizzando maggiormente le nostre centrali”
“Vero, coach – conviene lei, meditabonda – le principali murate le abbiamo subite così!”
“Esatto – le poggio affettuosamente una mano sulla spalla, nel tornare a ricongiungerci al resto della squadra – continuate così! Il modo migliore che avere per diminuire la pressione è mettere sotto pressione le vostre avversarie!”
Mi emozione vedere le ragazze tornare in campo, incoraggiandosi a vicenda, abbracciandosi e battendo il cinque.
Cerco così di distendere la tensione anch’io, sebbene sia difficilissimo tenere i nervi saldi a questo punto del match! È necessario vincere questo set per tenere a galla la speranza, ma ho una fiducia incondizionata in ciascuna di queste ragazze e so che, comunque andrà, daranno il massimo.
Il quarto set inizia combattutissimo: le nostre atlete hanno tutta la motivazione per andare avanti, mentre le cinesi non hanno la minima intenzione di rischiare tutto, finendo al tie-break.
“Camilla ha fatto dei progressi straordinari – commenta Paolo, al mio fianco – non potevi fare scelta migliore, Greg!”
“Ha molto talento come palleggiatrice – concordo – ma il merito è tutto del lavoro che ha fatto finora!”
In questo parziale equilibratissimo la Cina è sempre avanti di un punto, ma noi rimaniamo sempre lì alle calcagna.
Giulia si sta superando, ci sta difendendo come può da ogni attacco ma cominciamo a soffrire un po' in ricezione. Quindi decido di sostituire Rossella Certini con Paola De Brasi, per aiutare Giulia in difesa.
Questa sostituzione si rivela davvero efficace perché Paola è sia brava a ricevere ma anche un abile martello, capace di mettere in difficoltà anche nella zona di attacco.
Finalmente passiamo avanti, 22-20.
“Avanti così!” urlo loro, lasciandomi andare all’emozione del momento.
Le ragazze mi ricompensano subito aumentando ulteriormente il distacco dalle cinesi.
In questo momento di forte tensione, rimaniamo aggrappati alla speranza andando a concludere il set con un’incredibile schiacciata di Lucia, che va a mettere giù il venticinquesimo punto. 25-23 per noi.
“Siiii – urla Paolo – forza così!!”
Le nostre ragazze sono felici, incredule di quello che hanno appena fatto, sono riuscite a imporsi contro la potenza cinese e costringerle al tie-break.
Sono rimaste lucide, non si sono lasciate abbattere dalle mille difficoltà e talvolta sono riuscite a indurre in errore anche le loro avversarie.
L’ultimo parziale comincia con una cannonata messa giù dalla Yang, punta di diamante della formazione avversaria. La stanchezza si fa sentire in ciascuna delle due squadre, che ormai lottano da oltre due ore senza sosta, ma non demordono. 
A ogni punto parte un urlo liberatorio che sovrasta persino la musica e la bolgia sugli spalti. La potente valvola di sfogo di chi mette sangue, sudore e fatica in quello che fa e ne raccoglie i frutti.
Le nostre coraggiosissime ragazze rispondono colpo su colpo alle loro avversarie portandosi su un 10-10, sudatissimo. Le osservo le mie valorosissime atlete buttarsi in scivolata per difendere la palla, combattere incessantemente sottorete, slanciarsi in aria per attaccare con forza.
La Cina riesce a metterci in difficoltà con un attacco dalla linea dei nove metri e Camilla è costretta a servire una palla non precisissima a Lucia, serve a Lucia una palla non che tenta il tutto per tutto un attacco, cercando il mani-fuori delle avversarie, ma non le trova.
Chiedo l’ultimo video-check a disposizione per conferma, ma le mie speranze si dissolvono nel nulla vedendo Lucia scuotere amareggiata la testa. Il challenge dà piena conferma ai miei sospetti, ma la partita va avanti, non tutto è perduta.
Lucia si fa perdonare con un muro invadente ma regolarissimo contro l’attacco della Yang.
Adesso siamo sul 13-12 per la Cina.
“Ci siamo quasi, ragazze, tenete duro!” è il monito accorato di Paolo.
Le nostre speranze si assottigliano davanti al moto di reazione della corazzata cinese, che con un fortissimo attacco scardina il nostro muro ben piazzato. La palla, potentissima, si insacca fra mani di Camilla e Lucia, che proprio non riescono a respingerla al di là della rete.
Le nostre si danno forza a vicenda, stringendosi coese in un abbraccio, prima che l’arbitro fischi l’ultimo segnale per gli assalti finali. Siamo ancora in partita, non dimenticatelo ragazze!
La Xiao serve potentissima in profondità nel nostro campo, ma Giulia si allunga e recupera perfettamente il pallone. Camilla con una finta si volta verso Lucia, ma solleva all’indietro una palla per Cristina che la frusta con forza.
La Cina però è ancora lì, pronta a difendere e ricostruire con la stessa tenacia delle nostre. Le nostre possibilità di vittoria vengono spazzate via dall’ultimo attacco imperioso della Yang, che mette giù la palla e, insieme ad essa, anche le nostre speranze.
Il fatto è che avevamo cominciato a crederci, a sperare con tutte le forze che questo sogno potesse realizzarsi perché quello che hanno fatto fino ad adesso queste ragazze è stato davvero incredibile. La cosa più struggente in questo momento è vedere la delusione e l’amarezza nei loro volti. Camilla non la smette di piangere e le sue amiche di tentare di consolarla in tutti i modi con il loro affetto.
Come lo sport insegna, titolari e riserve sfilano sottorete salutando con onore e a testa alta le validissime avversarie.
Successivamente le cinesi si godono con orgoglio la meritata vittoria che ha consegnato loro l’accesso per la finale più prestigiosa, festeggiano e sorridono con gioia alla stampa e ai fotografi.
Sospiro al pensiero che a breve mi attende la consueta conferenza stampa per commentare la partita. Stavolta sarà ancora più pesante cercare affrontare la stampa, sempre in cerca di un capro espiatorio a cui scaricare tutta la colpa anche quando non c’è.
Un moto di tristezza mi assale nel vedere le mie azzurre imboccare profondamente abbattute il lungo corridoio latere dalla struttura. Senza rifletterci molto, mi allontano l’orda di giornalisti diretti verso la sala stampa e corro verso gli spogliatoi, non posso lasciarle andare via così.


 
LUCIA
Camilla chiude malamente il suo armadietto battendo violentemente l’anta, per poi scoppiare di nuovo a piangere.  A ruota, anche Giulia e Cris cedono ai lacrimoni e alle devastanti emozioni che l’esito della partita ha prodotto in tutta la squadra.
Ormai lontana da quegli occhi grigi e affranti, mi lascio andare anch’io a un pianto inconsolabile. Seduta sulla panca, mi tolgo con rabbia entrambe le ginocchiere per poi raccogliermi fra le mani il viso grondante di lacrime e sudore.
Sento bussare alla porta, ma sono troppo devastata per prestarci troppa attenzione. Volevo solo vincere questo mondiale, desideravo tanto farcela per Gregor. Lui che può dare ancora tanto a questo sport, con lo scandalo che uscirà fuori a breve e un mondiale che non siamo riuscite a conquistare, quante speranze avrà di continuare a fare ciò che ama veramente?
“Coach!!” il sussulto di Camilla fa trasalire anche me.
Mi asciugo le lacrime come posso e mi volto verso la porta blindata.
“Siete vestite…? Vorrei soltanto parlarvi un attimo…” la voce di Gregor giunge cristallina dal corridoio.
“Un attimo solo!” afferma Rossella, rindossando la maglietta della divisa.
“Ci sono quasi anch’io!” esclama Giulia, infilandosi di nuovo i pantaloncini.
Appena pronte, Camilla spalanca le porte al nostro allenatore che entra e ci osserva negli occhi a una ad una. Non sembra arrabbiato né tanto deluso, semplicemente ci scruta con occhi pieni di affetto.
“Scusate l’invasione – sdrammatizza con un sorriso, guardando con circospezione allo spogliatoio femminile – ma non potevo lasciarvi tornare in hotel così, con quest’aria da sconfitte! – la maggior parte di noi lo guarda con perplessità – avrete anche perso questo incontro, ma vi siete battute da vere campionesse contro una delle squadre più titolate di sempre. Non lo dico tanto per dire, oggi ha prevalso la voce dell’esperienza non le migliori in campo! Siamo una squadra composta per lo più da emergenti e abbiamo affrontato una squadra formata fuoriclasse già affermate e per un soffio non siamo riusciti a strappare loro la vittoria. Credetemi, questo vale già una medaglia! – Camilla scoppia di nuovo a piangere a dirotto, ma stavolta di pura commozione mentre abbraccia Gregor che sorridendo ricambia e continua ciò che desidera farci sapere – non sempre in campo vince il favorito, molto spesso vince chi ha più fame e voi fino ad adesso siete state implacabili. Siete arrivate fin qui imbattute, in una competizione che vi ha visto partire svantaggiate rispetto a qualsiasi altra squadra, probabilmente nessuno avrebbe puntato un centesimo su una vostra semifinale, eppure ci siete arrivate. Avete fatto qualcosa di straordinario e forse nemmeno ve ne rende conto! Quindi su con il morale, rialzatevi come sapete fare, con la vostra solita ostinata determinazione, abbiamo ancora un obiettivo da raggiungere, non finisce qui la nostra gara – ci esorta infine, mentre Cami si stacca piano da lui – c’è ancora una medaglia di bronzo da conquistare! Domani voglio vedervi scendere in campo con la stessa energia e lo stesso entusiasmo dimostrato finora! Abbiate fiducia in voi stesse, abbiate fame! Credeteci, metteteci il cuore vi prometto che la vittoria sarà nostra!”
Un lungo applauso colmo di affetto e gratitudine si diffonde in tutto lo spogliatoio facendo avvampare il nostro amatissimo coach.
“Grazie, ma adesso basta! – sorride imbarazzato – adesso resettate tutto, dimenticate completamente il risultato di questa partita!  Mi raccomando, oggi svagatevi, riposate corpo e spirito! Noi ci vediamo questa sera!”
Gregor se ne va, lasciandoci addosso una rinnovata energia e tanta voglia di rimetterci in gioco. All’interno dello spogliatoio sono tornati i sorrisi e quell’ottimismo che sembravano dissoltisi nel nulla alla conclusione di quello sfortunato tie-break!
“Io adoro quell’uomo!” esclama Rossella, completamente estasiata dal suo discorso.
“Io Startseva me lo sposo!” continua a venerarlo Camilla, mentre ci precipitiamo tutte sotto le docce.
“Mettiti in fila – cinguetta Giulia – tu sei fidanzata, Startseva l’ho puntato prima io!”
Prima di entrare nella mia cabina, cerco gli occhi di Cris, che scrolla le spalle e mi restituisce uno sguardo sereno e disteso. So cosa pensa la mia amica, non è colpa mia se non ho avuto la possibilità di essere onesta con Giulia. Tutto è successo così in fretta, il nostro primo bacio, i nostri primi avvicinamenti con la promessa di volerci provare, per non parlare delle direttive di segretezza imposte da Gregor. Prometto a me stessa di raccontarle tutto appena sarà finita la gara, ormai non manca molto! Domani ci giocheremo il tutto per tutto e poi le parlerò con il cuore in mano!
 
La giornata è trascorsa serena e allegra al centro benessere! Sauna, massaggi, fanghi, chiacchiere e tante risate, e tutto grazie alla complicità di Paolo, il nostro più grande alleato!
Non so quanto Gregor sarà felice del nostro spirito di iniziativa, ma se la Federazione farà storie sui conti abbiamo solennemente promesso che pagheremo noi anche la parte di Paolo.
Adesso siamo a tavola e aspettiamo il nostro allenatore di ritorno dalla conferenza stampa, che temo sia andata davvero per le lunghe stavolta. Per ingannare il tempo ci divertiamo a prendere in giro Paolo e il suo outfit da fighetto che ha sfoggiato stasera, con la sua camicia bianca di lino ben stirata e i mocassini chiari!
Lui si gongola e si impettisce tutto, alzandosi un attimo da tavola giusto il tempo di mostrare i pantaloni scuri ben abbinati.
“Tanto sappiamo che appena noi ci addormentiamo voi coach vi infighettate e uscite a fare conquiste!” lo stuzzica Cami.
Cris non dice una sola parola, ascolta soltanto e si gusta divertita il siparietto.
“Voi ragazze non lo sapete, siete ancora troppo giovani, ma noi maschietti abbiamo tutti un debole per le orientali – ridacchia lui – sono il nostro sogno proibito!”
Solo io, fra le risate generali, mi accorgo della smorfia di dolore che per qualche attimo è comparsa sul viso di Paolo. Qualcosa mi suggerisce che Cris gliele farà pagare proprio tutte!”
“Buonasera a tutti! – la voce di Gregor giunge alla mie spalle, facendomi balzare il cuore in gola – che stanchezza, ho una fame da lupo!”
Gli sorrido dolcemente mentre prende posto accanto a Paolo, prima di dare finalmente inizio alla penultima cena di questa avventura. La serata trascorre in perfetta allegria, come se la sconfitta con le cinesi fosse solo un lontano ricordo. Incredibilmente anche Gregor si presta alle battute sull’abbigliamento di Paolo, affermando addirittura che avrebbe contattato il brand dei suoi capi per chiedere se potessero farci da sponsor per le prossime gare.
“Adesso però filate nelle vostre stanze – conclude infine, controllando il suo orologio dal polso – mi raccomando, niente social, niente distrazioni per questa sera!”
“Va beeeeene!” rispondiamo in coro, un po' deluse.
Anche le mie compagne sono rimaste sorprese di questa versione inedita di Startseva, che sembra aver dismesso per una sera i panni di allenatore salvo poi rimetterci in riga una volta scoccata la fatidica ora.
Tornata in camera insieme a Cristina, mi butto sul letto e controllo il cellulare prima di ubbidire agli ordini del coach.
Fra tutti i messaggi ricevuti da parte delle amiche rimango stupita di trovare anche uno di Mirko.
 
Mirko:
Volevo solo darti un grosso in bocca al lupo per domani! Mi dispiace per com’è andata oggi, sei stata davvero bravissima, meritavate la finale! Un bacio (da amico), portate a casa quella fantastica medaglia!
 
Sorrido di gusto davanti alla puntualizzazione “da amico”, e non posso negare l’affetto che per lungo tempo ci ha legati.
 
Tu:
Grazie di cuore per il sostegno e…viva il lupo per la partita di domani! Un bacio (da amica), tranquillo faremo di tutto per strappare quella medaglia!

Invio il messaggio e subito il telefono annuncia l’arrivo di una videochiamata. È incredibile, mia madre sembra essersi sintonizzata perfettamente con il fuso orari.
“Pronto, mamma?”
“Luci, come stai?” domanda con apprensione.
“Va bene tutto bene, mamma, davvero – la rassicuro – ci siamo riprese perfettamente dalla batosta di oggi e sono carica per la battaglia di domani!”
“Sono felice di sentirti così – sorrido perché spesso sono io a tranquillizzare lei – ero sicura di trovarti a pezzi, non è che c’entra qualcosa del famoso allenatore di cui sento tanto parlare ultimamente?”
Mia madre si riferisce alle notizie che stanno circolando anche nei notiziari sulla nostra impresa sportiva, ma la verità è che le ho anche un po' accennato dei miei sentimenti per Gregor recentemente cambiati.
“Sì, oggi il suo supporto è stato davvero fondamentale – le dico, forse con troppo entusiasmo – dopo la partita è stato incredibile, sono bastate le sue parole per risollevare il morale a tutte…”
“Caspita! – esclama – non ti ho mai sentita parlare con così tanta ammirazione di qualcuno, deve essere speciale quest’uomo…”
“…questo allenatore!” puntualizzo.
“Per quando vi aspetto qui a Porto Sant’Elpidio?”
“Mamma...! – arrossisco – ancora è presto…!”
“Fatemelo sapere in tempo, così potrò preparargli al meglio gli astici con peperoni!”
“Buonanotte!” taglio corto, imbarazzata.
“Buonanotte, tesoro! – ridacchia lei, prima di riagganciare – e buona fortuna per domani! So che sarete bravissime!”
Chiudo la telefonata con un sorriso da adolescente alle prime cotte stampato in pieno viso. Incredibile l’effetto che mi fa il solo pensare a Gregor, mi calma e al contempo mi smuove qualcosa di sconvolgente dentro.
Cris esce dal bagno, con un pigiamino fine e attillato che lascia intravedere l’intimo molto interessante. Naturalmente le altre notti non ha mai indossato niente del genere per dormire insieme, quindi aggrotto le sopracciglia sorpresa.
“Cris…?”
Lei ridacchia soddisfatta dell’effetto sorpresa che il suo completino ha suscitato in me.
“Vado addormire da Paolo – ammicca, tutta eccitata – hai camera libera, puoi chiedere al tuo Shiro di venire a passare la notte con te…ma mi raccomando, niente cosacce sul mio letto!”
“Figurati se verrebbe!” sbuffo delusa già solo all’idea del suo due di picche.
“Ma va!! – minimizza la mia amica, con un cenno sbrigativo della mano – Startseva fa tanto il pastore valdese, ma se ti vedesse con dell’intimo da battaglia vorrei vedere se davvero rimarrebbe con le mani in mano!”
Scrollo le spalle sconsolata e saluto la mia amica, che fluttua letteralmente verso la camera del suo amato per una notte di pura passione.  
Non riesco a smettere di pensare a Gregor e alle parole di Cris. Mi giro e rigiro nel mio letto finché non mi decido a compiere la cosa più irragionevole che potessi fare. Esco dalla camera con addosso il mio pigiama a strisce blu e bianco, per niente sexy come quello di Cristina, e dopo aver attraversato il lungo corridoio mi ritrovo a bussare alla porta del mio coach.
Appena Gregor mi vede strabuzza gli occhi, mi trascina bruscamente dentro e richiude la porta alle sue spalle, dopo aver controllato accuratamente che nel corridoio non ci avesse visto nessuno.
“Che ci fai qui?”
Sfoggio un sorrido non troppo delusa, fin qui non mi aspettavo nulla di diverso.
“Ho pensato che magari potessimo dormire insieme le ultime notte qui a Tokyo…”
“Sentiamo signorina, chi le avrebbe dato questa autorizzazione?”
“Il mio coach – rispondo impudente – oggi si è raccomandato di svagarmi, di prendermi cura del mio corpo e della mia mente…”
E oltrepasso veramente il solco del consentito, avvicinandomi al un palmo del suo viso e protendendomi per un bacio. Con mia grande sorpresa Gregor risponde prontamente, premendo con più intensità le sue labbra sulle mie fino a invadermi con la sua lingua per dar vita ad un sensualissimo bacio.
“Cosa devo fare con te?” protesta debolmente, e capisco di averla spuntata io stavolta.
Solo adesso noto la tenuta da notte di Greg, un paio di pantaloncini blu scuro e una canotta bianca aderente che mette in risalto i suoi magnifici muscoli.
Mi permette di entrare per prima nel suo comodissimo letto a una piazza e mezza, per poi prendere posto accanto a me. Si premura di impostare la sveglia per domattina e accendere l’abatjour posta sul comodino, prima di spegnere la luce del lampadario.
“Sono proprio curioso – esordisce, sistemandosi bene sotto le lenzuola – quale scusa hai inventato a Cristina per sgattaiolare qui da me?”
“Le ho detto che avrei dormito con Camilla e Rossella” rispondo, forse un po' troppo in fretta.  
“Ottimo – sospira, prendendosi una piccola pausa – caspita, che testa! Ho dimenticato di dire una cosa molto importante a Paolo per domani, faccio un salto da lui e torno subito!”
Come per un riflesso incondizionato, afferro disperatamente Gregor per la sua canotta. Lui in risposta punta i suoi occhi grigi acuminati su di me e li assottiglia, in attesa di una mia spiegazione.
“Ma è tardi – bofonchio, sentendomi profondamente ridicola – gliela dirai domani!”
Lui si tira il lembo di stoffa che goffamente continuavo a trattene. Adesso so per certo che lui sa, ed è ancora più imbarazzante.
Gregor sospira profondamente mentre io cerco di nascondere con enorme fatica tutto l’imbarazzo.
“Sai che la fiducia è una cosa su cui non transigo? – dice serissimo in volto, per poi cercare di buttarla sul faceto – la cosa che più mi manda in bestia è che Paolo crede di avermela fatta sotto il naso tutto il tempo, ma domani appena tutto questo sarà finito mi sentirà! Eccome se mi sentirà!”
Scoppio a ridere comprendendo che Gregor sapesse della storia fra Cris e Paolo fin dall’inizio e che solo per quieto vivere avesse chiuso un occhio (e anche l’altro!).
“Lo so, anche per me la fiducia è la cosa più importante – gli assicuro poi, stringendogli forte la mano – ma non potevo tradire quella di Cris…”
“So anche questo – mi rassicura, passandomi dolcemente le nocche lungo la mia gota – ed è per questo che non sono minimamente arrabbiato con te, avevi prima di tutto un dovere da rispettare nei confronti della tua amica!”
Ancora una volta mi stringo a lui e lo tempesto di tanti piccoli baci sul petto, sul collo, sulla guancia che lui ricambia a sua volta scatenandomi un vortice di emozioni all’altezza del bassoventre.
Continuo a cercare le sue labbra con urgenza, desiderando di volta in volta sempre di più, finché non mi ritrovo a baciarlo a cavalcioni su di lui.
Non so fino a che punto Greg condivida il mio stesso desiderio, ma si stacca con riluttanza dalle labbra e comincia ad accarezzarmi le mie lunghe ciocche bionde.
“Per stasera facciamocelo bastare…” sussurra con dolcezza.
Io annuisco senza riuscire a nascondere tutta la mia delusione, ma capisco, ce l’eravamo promesso. Tutto rimandato alla fine del mondiale!
Mentre le due dita passano e ripassano quasi ipnotiche fra le mie fronde, comincio a muovermi lentamente sul suo bacino con movimenti dolci e sinuosi.
“Lucia…cosa stai facendo?”
“Shh…” lo zittisco dolcemente, puntandogli un dito sulle sue labbra.
I suoi occhi si spalancano e il suo respiro quasi si spezza mentre sento la sua erezione crescere, a fronte dei miei movimenti del tutto inaspettati.
L’unico modo per fare l’amore con lui senza farci sesso, senza infrangere la promessa!
I miei occhi si perdono nei suoi, a loro volta stravolti dal piacere.
Alla fine Gregor riesce a trovare la forza di porre fine a questa dolce agonia, afferrandomi saldamente per i fianchi.
“Ferma… – sussurra – vuoi forse farmi venire nelle mutande?”
Annuisco e avvampo violentemente per l’imbarazzo, per l’eccitazione, per mille altre emozioni.
“Va bene…” esalo, distendendomi di nuovo accanto a lui.
“Domani sera…” sembra una promessa.
“Sì…” cerco di riprendere a respirare.
“Portiamo un altro po' di pazienza, manca poco – mi rassicura – ti prometto che l’attesa renderà tutto ancora più bello!”
“Buonanotte, ti amo!”
“Buonanotte – ricambia, strappandomi un sorriso – ti amo anch’io, mia bellissima amazzone!”
Gregor mi lascia un bacio a fior di labbra, prima di spegnere la luce e consegnare entrambe nelle braccia di Morfeo.
Sembra un sogno a occhi aperto tutto quello che sto vivendo. Mi addormento cullata dal suono inconfondibile del suo respiro a un centimetro dal suo cuore, con le nostre gambe aggrovigliate e le dita delle mani intrecciate.
Se mi avessero chiesto qualche mese fa che cos’è la felicità non avrei saputo rispondere, ma adesso non avrei dubbi: la felicità è amare ed essere ricambiati con la stessa intensità.
Al mattino dopo sembra quasi una favola risvegliarmi accanto a Gregor Startseva, io un po' sfatta e lui sempre magnifico con quell’aria ancora assonnato. Ci scambiamo ancora qualche tenerezza a letto, prima che arrivi l’ora della mia fuga.
Gregor mi accompagna alla porta e mi stringe in un lungo abbraccio, prima di lasciarmi andare.
“Allora non è stata una cattiva idea la mia sorpresa!”
“Affatto – risponde – potrei abituarmici a queste sorprese…”
Sorrido felice ed esco dalla camera, senza voltarmi indietro a guardare e correndo a perdifiato fino alla mia stanza.  Non vedo l’ora di vedere Cris e raccontale cos’è successo stanotte o cosa non è successo. So solo che sono felice e che oggi come non mai riuscirò a trasferire sul campo tutta l’energia positiva che sprigiono, per guadagnare il terzo posto sul podio.
 
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Ciao^^
Spero che la prima parte di questo capitolo non vi abbia troppo annoiati. Ci tenevo a descrivere la prima sconfitta delle azzurre, fa parte dello sport cadere e rialzarsi (esattamente come avviene nella vita), quello che conta è rialzarsi e avere accanto le persone giuste! Spero di essermi fatta perdonare a sufficienza nell’ultima parte^^
Le sorprese e i colpi di scena non finiscono qui, vediamo se le azzurre riusciranno a guadagnarsi la medaglia di bronzo!
Ancora grazie per continuare a seguire le avventure di Lucia&co!
Un abbraccio affettuoso,
Japan Lover <3
   
 
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