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Autore: debby90    12/08/2021    0 recensioni
Amu Hinamori ormai ha sedici anni e va al liceo con i suoi amici. Ci saranno amori, intrighi e molti colpi di scena. Immergervetevi in questa storia!!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Kukai Soma, Utau Hoshina
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Triangolo
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SHUGO CHARA HIGH SCHOOL Prologo: La nostra protagonista Amu di sedici anni va al liceo con i suoi amici. Nuovi amori, intrighi e molto altro. Buona lettura. Capitolo 1 “Un nuovo inizio” Era settembre e nell’aria c’era una brezza invernale. Amu come sempre si era alzata in orario per andare al liceo in modo efficiente e aveva indossato la nuova divisa alla marinara, di cui trattava una maglia a maniche lunghe bianca con le maniche blu e bianche, un foulard blu a mo’ di sciarpa tenuta da un nastro bianco, una gonna blu, delle calze nere e le scarpe ballerine nere. “Ecco fatto, sono pronta. Allora? Come mi sta ala nuova divise del liceo ragazze?” “TI STA PERFETTAMENTE BENE!!!” Esclamarono in simbiosi le sue shugo chara. “Addirittura? Eh eh, grazie.” Sorrise orgogliosamente. “Amuuuu, è pronta la colazione. Fai presto, altrimenti arrivi tardi anche al liceo.” Gridò sua madre al solito. “Sì, arrivo mamma.” Amu prese il suo porta shugo chara e la sua cartella. “Su forza entrate qui dentro, e guai a voi se fate chiasso. Sennò, mi prenderanno per pazza.” “VA BENE, AGLI ORDINI.” Ran, Miki e Suu andarono dentro al porta shugo chara. “Bene. Ehi un attimo, ma Dia resta sempre chiusa dentro all’uovo?” “Bè… sai com’è fatta. Non è una tipa che esce sempre.” Le rispose Ran sorridendo. “Ah capisco. Va bene, andiamo.” Scese di sotto a fare colazione. “Buongiorno a tutti.” “BUONGIORNO TESORO!!!” Dissero in coro felicemente i suoi genitori. “Aaaah la divisa alla marinara ti sta benissimo.” “Grazie mamma, ma Ami non scende?” “Si sta ancora preparando.” Infatti Ami visto che ora andava alla Seyo Academy dove una volta ci andava Amu, aveva indossata la sua ex divisa. Si guardava allo specchio. “Wow Ami, la ex divisa di tua sorella ti sta bene.” Disse felicemente Kimmy. “Grazie Kimmy, ma sinceramente avrei preferito mettere un'altra divisa al posto di mia sorella.” Disse Ami irritata. “E vabbè pazienza, su andiamo Kimmy.” “Sì.” Annui. “Mi raccomando, non parlare davanti ai miei genitori.” “Certamente.” Detto questo prese la cartella e uscì dalla sua camera. “Eccomi, scusate il ritardo.” I suoi genitori e Amu la guardarono incantati. “Bè? Che avete da guardare?” “Niente tesoro, ma la ex divisa di tua sorella ti sta d’incanto.” Esultò suo padre. “Sì, lo penso anche io sorellina.” “Ah uffa, non vi ci mettete anche voi ora.” Ami si sedette e fece colazione. “Perché? Chi altro te lo ha detto?” Le domandò Amu. Ami roteò gli occhi verso Kimmy che la salutò con la mano. “Eh eh.” “Ah capisco…” “Di cosa parlate?” Domandò la mamma perplessa. “No niente, cose tra sorelle. Vero Ami?” Amu gli fece l’occhiolino. “Ah ah, sì.” Ami finì di fare colazione. “Ok io ho finito, vi saluto.” “Ma come? Non vuoi che ti accompagno a scuola, piccola mia?” Ami lo guardò male. “No grazie papà, non voglio fare una figuraccia. E non chiamarmi più piccola mia chiaro?” “Ah ok, scusami.” Ami prese la cartella e uscì. “La mia Ami sta crescendo. Mi sembra ieri che era piccola.” Pianse come al solito. “Dai papà, è normale. In fondo ora ha undici anni. Non può restare piccola per sempre.” “Sì tesoro, ha ragione Amu. Oh tesoro, sei molto saggia adesso.” “Veramente, lo ero anche prima. D’accordo, io vado. A più tardi.” “CIAO TESORO!!!” Amu prese la cartella e uscì di casa incamminandosi per il liceo. “Ehm… scusa Amu.” “Che cosa ce Ran?” “Ma tu sai dov’è il liceo?” “Oddio, adesso che ci penso no.” Amu si mise le mani nei capelli. “Ecco, siamo alle solite.” Ironizzò Miki. “Grr… sta zitta Miki.” Amu si fermò. “Perché ti sei fermata?” “Temo di essermi persa.” CHE COSA? NOOOO E ORA?” “Aaaah… non lo so. Possibile che in questa strada non ce nessuno a cui chiedere dove possa essere il liceo “Human Academy?” Amu si guardò in giro. “Mm… ah guarda. La ce un ragazzo che va nella tua stessa direzione.” Lo indicò Miki. “Perfetto, fermiamolo.” “Ehi scusa…” Il ragazzo si fermò. “Sì dimmi.” “Tu vai al mio stesso liceo Human Academy?” “Si certo, perché?” “Ecco, mi sono persa. Mi potresti accompagnare?” “Ma certo, non ce problema. Dai andiamo.” Il ragazzo gli sorrise. “Oh grazie.” “A proposito, come ti chiami?” “Amu Hinamori, piacere di conoscerti. E tu?” “Io sono Toshio Yamabuki, piacere mio.” Toshio aveva la stessa età di Amu, Ha i capelli biondo castani e gli occhi verdi. “Se non erro, tu sei la tipica ragazza fredda che non lascia trasparire nessuna emozione, vero?” “Qualche volta, ma ora un po’ di meno. Chi te l’ha detto?” “Un mio ex compagno di classe.” “Ah sì? E chi era?” “Ikuto Tsukiyomi.” Appena pronunciò quel nome Amu diventò molto seria. “Hai detto Ikuto?” “Eh? Sì, lo conosci?” “Sfortunatamente sì, ma non osare nominarlo in mia presenza. Hai capito?” Toshio vide che Amu aveva un’aura rosso fuoco violenta. “Ah sì, scusami. Comunque, siamo arrivati. Guarda.” “Ooooh che bello!!!” Amu vide davanti a se un imponente scuola con i mattoni arancioni e un grande giardino pieno di fiori colorati con una fontanella. Amu e Toshio entrarono. “EHI TOSHIA, ANDIAMO!” Lo richiamarono i suoi amici. “Perdonami, ma ora devo andare. Ciao Amu.” “Sì. Grazie mille.” Toshio corse dai suoi amici. “EHI AMU ECCOTI FINALMENTE!” Rima, Yaya e Nagihiko raggiunsero Amu. “Buongiorno ragazzi.” Anche i suoi amici indossavano le divise. “E’ davvero incredibile, sei in ritardo anche al tuo primo giorno d liceo.” La criticò Rima. “Scusami tanto se mi sono persa per strada, Rima.” “Ah ah ah.” Kusu Kusu lo shugo chara di Rima rise come sempre. “In che sezione siamo, ragazzi?” “Non lo so, andiamo a dare un’occhiata.” Propose Nagihiko. Amu e i suoi amici entrarono dentro per vedere in che sezione erano nella bacheca. “Dunque io sono nella sezione Quinta A, e voi?” Rima e Yaya guardarono i loro nomi. “AH ANCHE NOI!” Esultarono Yaya e Rima. “E tu Najihiko?” Najihiko osservò la bacheca. “Io sono nella sezione Quarta B.” “NOOO NON SEI CON NOI, UFFA!!!” “Tranquille ragazze, sono solo a un passo da voi.” Najihiko gli fece l’occhiolino. “VA BENE.” Fatto questo ognuno di loro andò nelle proprie aule. Mentre il professore spiegava la storia Amu si perse nei suoi pensieri pensando all’ex compagno di Ikuto. Ah dannato Ikuto, dovevo proprio farmi accompagnare dal suo amico al liceo? Che nervi!!! Purtroppo per lei però il professore se ne accorse. “Ehi signorina Hinamori, le ricordo che siamo a scuola.” “Ah mi scusi professore.” Le loro tre shugo chara si misero a ridere, Amu le guardò male. “Va bene, visto che è nuova la scuso. Ma che non ricapiti mai più ok?” “D’accordo professore.” Il professore i capelli grigi e gli occhi castani e si chiamava “Tsubasa Benkei.” Venne l’ora della ricreazione e Amu, i suoi amici con i loro shugo chara fecero la merenda in terrazza. “Aaah… come si sta bene quassù.” Yaya si stiracchiò. “Sì, sono d’accordo anche io” Disse Pepe. “Condivido in pieno pure io.” “Amu, toglimi una curiosità.” “Sì dimmi, Rima.” “A cosa stavi pensando prima?” Amu gli stava per rispondere ma Yaya la precedette. “Non è che forse stavi ripensando al tuo ex Tadase?” “Sì, è molto probabile Yaya.” Ipotizzò Rima. “Non siate sciocche, non lo stavo affatto pensando. E’ solo che sento nostalgia di lui solo come amico.” “Sì bè ci sta… eravate sempre insieme. Anche se ora Tadase è a Londra a studiare, sono sicuro che penserà sempre a noi. Anche da lontano.” Disse saggiamente Nagihiko. “Sì, hai ragione Nagihiko.” Amu sorrise. La campanella suonò e lezioni procedettero fino alle cinque, Amu salutò i suoi amici e percorse la strada di casa. “Oh che stanchezza…” “Ma se sei stata solo seduta a scrivere prendendo appunti?” Ironizzò Miki. “Guarda, che per me è faticoso lo stesso. E come se non bastasse il Professore Benkei mi ha dato da fare un sacco di compiti da fare. Aaaah lo detesto già!!!” Amu strinse i pugni con rabbia. “Sinceramente te lo sei meritato cara Amu. Visto che ti sei distratta come di tua consuetudine.” La criticò Miki. “Cosa hai detto scusa? Prova a ripeterlo.” Amu la fulminò con lo sguardo. “No, non dico più niente scusa.” Miki alzò le mani in segno di arresa. “Meglio così.” Amu camminò velocemente senza rendersi conto che era finita al Luna-park. “Amu, perché sei finita al luna-park?” Domandò Ran. “Non lo so. E’ colpa di Miki che mi ha distratto con le sue critiche inutili.” “Cosa? Non è assolutamente vero.” “E invece sì…” “GRR…” “Dai ragazze, non litigate.” Intervenne Suu. “Sì concordo con Suu, scusa Miki.” “Scusami anche tu.” Amu e Miki sorrisero. “Qui molto tempo fa ci ero venuta con Ikuto.” Amu sorrise ai cari ricordi. “Ah accidenti, ma perché penso a quel maledetto gattaccio pervertito?” “Forse perché ne sei innamorata dalla elementari?” Ipotizzò Ran. “Non dire scemenze Ran, io a quell’epoca stavo con Tadase.” “Sì, ma una parte di te era innamorata di Ikuto.” “No, no e ancora no. Io mi rifiuto categoricamente di essere innamorata di quell’idiota.” Amu scuote violentemente la testa. “Va bene, continua pure a negarlo.” Sorrise Miki. “Ora basta, andiamo a casa.” “OK AMU!” Amu uscì dal luna-park e ritornò a casa. “Sono tornata, scusate il ritardo.” “Tesoro, eccoti. Dove sei stata?” Oh mamma, ora che scusa invento? Ah sì, ho trovato! “Un bambino aveva perso il suo gattino, e io l’ho aiutato a ritrovarlo.” “Che bello il tuo altruismo.” “Eh eh, grazie mamma. Ami?” “E’ già in camera sua, quando è pronta la cena, vi chiamo.” “Va bene.” Amu salì su e bussò nella camera di Ami. Toc-Toc… “Sì, avanti…” Amu entrò. “Com’è andata a scuola Ami?” “Normale, come al solito.” Ami era sdraiata nel letto a leggere una rivista. “Ah capisco, ciao Kimmy.” “Ciao Amu e shugo chara di Amu.” “CIAO KIMMY!!!” Le shugo chara la salutarono allegramente. “Sei sicura?” Amu si sedette nel letto. “Certo, perché cosa ti aspettavi? Un grande party alla Seyo Academy?” “No no, figurati. Cavoli, sei davvero cresciuta. Sembri più adulta di me.” “Per essere una ragazza più grande devo atteggiarmi da adulta… affinché tutti i miei compagni cadano ai miei piedi.” Ami sorrise diabolicamente. “Caspita, fai sul serio. Senti, se hai qualche problema puoi sempre contare su di me ok?” “Va bene grazie, ora se non ti dispiace vorrei continuare a gustarmi questa rivista di moda.” “Non sapevo che t’interessasse la moda.” Kimmy s’intromise. “Sì perché il grande sogno di Ami è…” Ami la zittì tappandogli la bocca. “Non aprire bocca Kimmy, è un nostro segreto.” “Ah scusa, ah ah. Mi dispiace ma non possiamo dirtelo. E’ un nostro segreto.” Kimmy gli fece l’occhiolino. “Capisco, allora non insisto. Ora vi lascio…” Amu uscì dalla camera di Ami e andò alla sua chiudendo la porta. “Sono orgogliosa di avere una sorella come Ami.” “CHE BELLO, SIAMO CONTENTE PER VOI!!!” Le tre shugo chara di Amu sorrisero. Amu si spogliò e si mise il pigiama sdraiandosi sul letto. A un certo punto il cellullare di Amu squillò. “Eh? Chi sarà?” Amu si alzò dal letto e guardando il display vide che era Utau. “Ma è Utau, cosa vorrà?” Prese il cellullare e rispose. “Pronto Utau sei tu?” “E’ ovvio che sono io, non hai letto il mio nome nel tuo telefono?” “Eh eh, hai ragione scusa. E’ un pezzo che non ti vedo, come stai?” “Tutto bene grazie. La mia carriera da cantante va a gonfie vele.” “Bene, sono contenta.” “Sai, ho un nuovo aiutante.” “Cosa? E chi sarebbe?” “Aspetta, ora te lo passo. KUKAI, VIENI SUBITO A RISPONDERE AL TELEFONO!!!” “Sì arrivo, mia cara.” Kukai appoggiò un po’ di scartoffie sul tavolo e prese il telefono. “Ehilà ciao Amu.” “Oddio Kukai, sei proprio tu. Come stai?” “Bene grazie, ma sono un po’ stanco.” “Come mai? E cosa ci fai da Utau?” “Bè… in realtà io e lei…” Utau gli prese il telefono dalle mani impedendogli di finire la frase. “Utau, non si fa così.” “Sta zitto, e sistema quei documenti.” “Uffa, va bene.” “Ah ah ah…” Daichi se la rise. “Bando alle ciance, domani sei libera?” “Mm… aspetta.” Amu guardò il calendario. “Domani è martedì e ho il liceo fino alle cinque, perché?” “Perfetto, quando finisci le lezioni io e Kukai ti aspettiamo fuori dal liceo.” “Ah va bene, ma sai dov’è?” “Ah no giusto, mi diresti cortesemente l’indirizzo?” “Sì certo è Suzuki Airstream 12.” “Ok l’ho segnato, ci vediamo domani pomeriggio.” “Sì, non vedo l’ora.” Amu sorrise. “Anche io, ho tante cose da raccontarti. A domani.” “Sì, a domani Utau.” Amu chiuse la chiamata. “Era Utau Amu?” Domandò Ran. “Sì, domani pomeriggio mi aspetta fuori dalla scuola. “Ah ottimo, così rivediamo anche Eru e Iru.” Esultò Miki. “Chissà cosa vorrà dirmi Utau domani, sono curiosa.” “SI’ ANCHE NOI!” “Amu, è pronta la cena.” “Sì, scendo subito mamma.” Nel momento in cui Amu uscì dalla camera, lo fece anche Ami anch’essa in pigiama. E scesero insieme… “ECCOCI QUA MAMMA!!!” Dissero le sorelle in sintonia. “E’ andata bene a scuola ragazze?” “SI’ CERTO!!” “Caspita, ora parlate sempre all’unisono.” “Scusa mamma, è colpa della sorellona. Che a quanto pare gli piace parlare sopra di me.” Puntualizzò Ami. “No, non è vero. Dai Ami scusami, non parlerò più sopra di te.” “Così va meglio.” Accidenti, me la sono vista brutta. Non la facevo così puntigliosa a Ami. Amu finì di cenare. “Ah basta, sono piena.” “Sì, anche io. Posso andare in camera mamma?” Domandò Ami. “Certo tesoro.” “Bene, con permesso.” Ami si alzò e ritornò in camera. “Non pensate che Ami abbia qualche problema?” Si preoccupò il papà. “No, non credo caro. Ami ormai sta attraversando la tipica fase di adolescenza.” “Ma non è possibile, Ami ha solo undici anni.” Disse il papà con le lacrime agli occhi. “Mio caro, non c’entra niente l’età. E così e basta…” “Oh va bene.” “Sì, la penso anche io così. Bene, ora vado a letto buonanotte.” “BUONANOTTE TESORO!” Amu salì le scale e diede la buonanotte a Ami. “Buonanotte Ami. Oh dev’essersi già addormentata.” Fatto questo rientrò in camera sua e si sdraiò subito nel letto. “Qualcosa non va Amu?” Le domandò Ran. “No niente Ran, tranquilla. Ma ora voglio dormire, puoi spegnere la luce?” “Sì certo.” Ran spense la luce e Amu si addormentò subito… e per sua sfortuna sognò Ikuto. Capitolo 2 “Una strana ma bella novità” “AMUUUUU SVEGLIATIIIII, DEVI ANDARE AL LICEO!!!” Disse Ran esultando con molta vivacità ed energia. Amu si svegliò di soprassalto spaventando le sue shugo chara. “AAAH ACCIDENTI AMU. CI HAI SPAVENTATE A MORTE!!!” “Scusatemi tanto ragazze, ma ho fatto un terribile incubo.” “Eh? Quale incubo?” Domandò Ran. “Fammi indovinare, hai sognato il tuo nuovo amore Ikuto vero?” Sorrise ironicamente Miki. “Uno, non è il mio nuovo amore e due lo detesto a morte.” S’infuriò Amu. “Che sogno hai fatto su Ikuto?” Domandò Suu. “Eeeh… non me lo ricordo.” Amu s’imbarazzò. “Mm… non è che per caso non ce lo vuoi raccontare perché t’imbarazza?” Dedusse Miki. “No, non me lo ricordo per davvero. Ora basta, devo prepararmi.” Si spogliò e si mise la divisa del liceo. Si pettinò i capelli… “Et voilà, sono pronta. Su entrate qui dentro.” “AGLI ORDINI!!!” Ran, Miki e Suu entrarono nel porta Shugo chara. “Ehi sentite, volevo dirvi una cosa.” “CHE COSA?” “Voi pensate che Dia uscirà mai dal suo uovo?” “Bè… Dia esce poche volte dal suo uovo.” Rifletté Ran. “Oh capisco…” “Però, quelle poche volte che esce dal suo uovo non conta, perché Dia è sempre accanto a te.” Sorrise Miki. “Sì, è vero.” Suu gli fece l’occhiolino. “Vi ringrazio ragazze. Dai ora scendiamo.” Appena Amu scese di sotto, trovò Ami già pronta con la divisa della Seiyo Academy che mangiava solo uno yogurt. “Buongiorno a tutti.” “BUONGIORNO TESORO!” Amu si sedette. “Buongiorno Ami.” “Ciao sorellona…” “Ami scusa, oggi non mangi i pancake per colazione?” “No grazie, non voglio ingrassare.” “Oh andiamo, tu non sei per niente grassa.” Le sorrise sua sorella. “Prevenire è meglio che curare, cara sorella” “Ma dopo ti reggerai in piedi?” “Certo, tu mi sottovaluti.” Ami sorrise diabolicamente. “Tesoro, bevi almeno un succo d’arancia pieno di vitamine.” “E va bene, mamma.” Ami si versò l’aranciata nel suo bicchiere e bevve con voracità. “Ora sono a posto, ciao a dopo.” “CIAO AMI!!” Ami prese la cartella e andò via insieme a Kimmy che salutò anche lei. “Amu, tu non vai? Sono già le sette e mezzo.” “Oh cavoli, è vero. Ciao!!” Amu uscì di corsa da casa. “Dai sbrigati Amu, corri!!!” La incitò Ran. “AAAH… STA ZITTA RAN!!!” Amu corse finché poteva, arrivò all’ingresso e entrò nella sua classe. “Ah ah… appena in tempo.” Ansimò… “Buongiorno Amu.” Sorrise Yaya. “Ah buongiorno Yaya…” “Come mai hai il fiatone?” “Perché ho corso da casa mia, per paura di arrivare in ritardo.” “Sei fortunata, oggi abbiamo un’ora buca.” Disse Rima. “Ah meno male, e Nagihiko?” “Sta già facendo lezione.” “Ah ok. Ah ragazze, devo dirvi una cosa.” “Che succede?” Domandò Rima. “Oggi pomeriggio dopo la scuola viene Utau.” “Oooh… che bello. E’ un pezzo che non la vedevamo.” Esultò Yaya. “Sì è vero, ma perché viene?” Volle sapere Rima. “Non saprei… mi vuole parlare.” “POSSIAMO VENIRE ANCHE NOI?” “Ah certamente, se fa piacere a Utau.” La prima ora finì e Amu e le sue amiche proseguirono le loro lezioni. Poi nella ricreazione Amu, Rima, Yaya e Najihiko fecero la merenda come al solito in terrazza. “Che bella giornata che ce oggi.” Sorrise Amu osservando il cielo. “Concordo in pieno. Comunque ragazze, si sente che non ce Tadase. Sembra ieri che andavamo a scuola insieme.” “Eh sì. Ma sapete, io sono sicura che lui ci pensa sempre da Londra.” “Sì, non dobbiamo mai intristirci per lui.” “Amu, dimmi una cosa.” “Cosa Najihiko?” “Perdona la mia domanda, ma per quale motivo vi siete lasciati tu e Tadase?” “Perché non provavamo più gli stessi sentimenti e non eravamo più in sintonia come prima.” “Sei sicura che il motivo fosse solo questo?” Domandò Rima. “Assolutamente sì, perché dovrei mentirvi? Non mi credete?” “No no, ti crediamo. Anche se mi dispiace comprendo a pieno la tua scelta nel lasciarlo definitivamente.” Sorrise Nagihiko. “Grazie della tua comprensione.” In realtà Tadase si era accorto da molto prima che io ero innamorata di Ikuto. E così avevamo deciso di lasciarci per il bene di entrambi. Da quanto mi ha detto Ikuto ora si trova a Parigi per cercare notizie di suo padre. Ma che mi prende? Non posso pensare a quel gattaccio pervertito, visto che non si è nemmeno degnato di farsi sentire. Basta, devo smetterla. Najihiko vide che Amu era persa nei suoi pensieri. “Amu, ti senti bene?” “Sì sì, scusa stavo pensando.” “A cosa?” “A cosa? Eeeh… cosa ci sarà a pranzo?” “Sì in effetti… anche io sono curiosa. Ho già un certo languorino.” “Ah Yaya, sei sempre la solita.” “AH AH AH AH!!!” Tutti risero. La campanella suonò, proseguirono le lezioni fino all’ora di pranzo. Amu e le sue amiche insieme a Najihiko stavano pranzando assaporando il cibo con gusto. “Mm… che buona questa lasagna.” Yaya aveva gli occhi a forma di stelle. “Ehi, voglio assaggiarle anche io.” S’intromise Pepe. “Va bene, tieni.” Yaya ne tagliò un pezzetto e Pepe la divorò in un nano secondo. “Sììì… è buonissima.” “Ah ah ah ah.” Kusu Kusu rise come sempre. “Cavoli, questa sala mensa è gigantesca.” Osservò Amu. “Sì. Secondo le mie fonti dovrebbe essere venticinque metri.” Analizzò Rima guardandola da cima a fondo. “Scusa Rima, da quando in qua sei brava a matematica? Io pensavo che ti dilettavi sempre nella comicità” Si sorprese Amu. “Eh eh mia cara Amu. Questa è un'altra mia dote.” “Sono contenta che hai anche questa dote della matematica.” Amu sorrise a Rima. “Sì bè, grazie…” Rima s’imbarazzò. “Oh… la nostra Rima si è imbarazzata.” Yaya gli diede una gomitata. “Sta zitta Yaya!” Finito di pranzare prima del grande incontro con Utau Amu e gli altri si concessero una piccola pausa in terrazza. Tutti di sdraiarono per terra. “Questo relax dopo pranzo ci voleva proprio, vero ragazzi?” “SI’!!!” Amu chiuse gli occhi per rilassarsi e poi si appisolò. “Ehi Amu, oh si è addormentata.” Nagihiko sorrise. “Svegliamola verso le quattro e mezzo.” “D’accordo…” Rispose Rima. Le ore passarono e si fecero le quattro e mezzo. “E’ quasi ora dell’arrivo di Utau, svegliate Amu.” “Ci penso io.” Rima sorrise diabolicamente. “Quello sguardo malefico non porta nulla di buono.” Yaya si spaventò. Rima fece un bel respiro e urlò. “SVEGLIATIIIII AMUUUUUU!!!” Amu si svegliò di colpo. “Sì, sono sveglia. Insomma Rima, ti sembra questo il modo di svegliarmi? Potresti essere un po’ più delicata, non credi?” La rimproverò Amu. “Tsk, non è da me.” “L’ho notato…” “Su scendiamo giù, tra un po’ arriva Utau.” “Sì andiamo, non vedo l’ora.” Amu e i suoi amici andarono nelle loro aula, presero le cartelle e scesero giù all’ingresso della scuola ad aspettare Utau. “Bene, siamo in perfetto orario.” Najihiko guardò l’orologio. “Evviva, Yo!!” Esclamò Ritmo. Chissà cosa vorrà dirmi Utau… sicuramente delle cose importanti. Dopo un po’ una macchina blu Folk Swaghen si fermò davanti all’ingresso. E dall’auto scese Utau insieme a Kukai. Tutti rimasero sorpresi nel vedere Utau con Kukai. “Ciao Amu.” Utau stranamente l’abbracciò. “EHI, CI SIAMO ANCHE NOI!!!” Esclamarono Rima, Yaya e Nagihiko. “Che cosa? Che cosa ci fanno loro qui? Avevo detto solo a te di aspettarmi fuori scuola o sbaglio?” “Dai non arrabbiarti, anche loro volevano rivederti a tutti i costi.” “E va bene, tanto ormai siete qui quindi va bene?” “Sì, ma tu hai preso la patente?” “Certo, ora ho diciannove anni.” Utau gli fece l’occhiolino. “Veramente l’auto…” “Sta zitto Kukai!!” Utau lo fulminò con lo sguardo.” “CIAO RAGAZZE!!!” Dissero insieme Iri e Eru. “CIAO ERU E IRU!!” le salutarono allegramente le Shugo chara di Amu.” “Ciao a tutti, ragazzi!” Salutò Kukai. “CIAO KUKAI E DAICHI!!” “A proposito, perché Kukai è con te?” Kukai s’intromise. “Bè vedi io e Utau…” “Insomma Kukai, ho già detto che glielo dico io a Amu!!” S’infuriò Utau. “Va bene, tesoro.” “COSA? TESOROOOO??” “Ecco, io e Kukai stiamo insieme.” “Ma dai, che bello. Sono contenta.” Amu li abbracciò entrambi. “Davvero? Ti ringrazio.” Utau le sorrise. “In realtà ho sempre saputo che tu e Kukai vi sarete messi insieme, perché voi due avete una perfetta sincronia. Amate le sfide e siete entrambi testardi.” Amu gli sorrise. “Non per rovinare il momento, ma non tutto rosa e fiori la nostra storia perché Utau mi schiavizza molto, soprattutto quando mi costringe a tenere i sacchetti nel centro commerciale e varie cose.” “Smettila di lamentarti, sei un uomo. E in quanto tale devi supportarmi e aiutarmi. Hai capito?” “Va bene, mia cara. E’ per questo che ti amo.” Utau sorrise. “AAAH CHE CARINI!!” Esclamarono Yaya e Rima. “E chi se lo aspettava che vi sareste fidanzati? Però sono contento.” Nagihiko mise un braccio dietro al collo di Kukai.” “Eh eh, grazie.” “Ah devo dirti un'altra cosa, ma in privato. Vi dispiace ragazzi?” “No no…” Amu e Utau si allontanarono un attimo da loro. “Dimmi tutto Utau.” Utau la osservò bene. “Caspita, sei veramente cresciuta. Sembra ieri che ti detestavo.” “Eh lo so, il tempo è volato.” “Già. Ascolta Amu… una settimana fa mi ha chiamato Ikuto.” Appena nominò il suo nome Amu diventò seria. “Ah davvero? E che cosa ti ha detto?” “A primavera inoltrata ritornerà.” “Cosa? E perché mai dovrebbe ritornare qui in Giappone?” Utau vide che era irritata. “Ritorna per te.” “Ha detto così eh? Mi dispiace dirtelo, ma non m’importa più niente di lui.” “Sei sicura? Perché Ikuto tiene molto a te.” “Se teneva a me avrebbe potuto telefonarmi in questi giorni, e invece non l’ha fatto.” “Amu devi capirlo, è molto impegnato. Sta cercando…” Ma Amu la interrompe. “No basta, non voglio più sentir parlare di lui.” Utau gli sorrise. “Sei diventata una ragazza molto matura e decisa per prendere queste decisioni. E lo sai? Sono orgogliosa di essere tua amica.” “Grazie Utau anche io… ma in ogni caso, io non cambio idea su Ikuto.” Incrociò le braccia. “Sì lo so, ma intanto io te l’ho detto. Ora vedi tu cosa puoi fare…” “Lo eviterò a prescindere.” “Eh eh, non sarà facile. Mio fratello è molto tenace nell’inseguire te.” Amu s’imbarazzò. “Aaaah… non è assolutamente vero.” Strinse i pugni per aria. “Ehi voi due, avete finito di chiacchierare? Si è fatta una certa ora, dobbiamo ritornare a casa.” Gridò Yaya. “Sì giusto, Utau dobbiamo andare.” “Ho capito Kukai, non mi scocciare. Adesso ti saluto Amu, ma tu ripensa a quello che ti ho detto.” Gli fece l’occhiolino. “Ok andiamo Kukai, muoviti. Ciao a tutti ragazzi.” “CIAO UTAU, CIAO KUKAI!!!” Utau salì nel secondo posto. “Ma non guidi tu?” “No, sono stanca. Guiderai tu.” “E va bene, dolcezza.” Kukai le sorrise e andarono via. Poi mu salutò i suoi amici e ritornò a casa. “Sono tornata.” “Bentornata tesoro, dove sei stata? Sono quasi le sei.” I preoccupò sua madre come al solito. “Scusami mamma, ma avevo incontrato una mia vecchia amica e ho perso la cognizione del tempo.” “Ah capisco… vabbè ci può stare. Chi avresti incontrato?” “Utau Hoshina.” Appena nominò Utau sua sorella uscì di corsa dalla camera sua. “Cosa? Veramente sorellona?” “Sì Ami…” “Che ti ha detto?” Ad Ami gli si illuminarono gli occhi. “Mah le solite cose… che la sua carriera di cantante va alla grande. E poi ho una novità.” QUALE NOVITA’?” Volle sapere tutta la sua famiglia. “Reggetevi forte: Utau si è fidanzata con Kukai.” “OOOOH CHE BELLO, UNA SUPERSTAR CHE SI E’ FIDANZATA!!!” I suoi genitori erano molto entusiasti al contrario di Ami, che li guardò disinteressata. “Utau si sarebbe annoiata? Uffa, che noia. E io che pensavo che avrebbe fatto un concerto da queste parti.” “Ma come sorellina? Non sei contenta che il tuo idolo si è fidanzata?” “No per niente, io sono contraria all’amore. E ora se volete scusarmi, me ne ritorno in camera.” Ami smosse i suoi capelli e ritornò in camera sua. “Oh… è davvero un bel sollievo sapere che Ami odia l’amore.” A suo padre gli brillarono gli occhi. “Non è detto mio caro, per ora l’amore non gli interessa. Ma poi crescendo come Amu…” “Noooo, non dirmelo.” “Ok anche io vado in camera mia, mi chiamate per la cena?” “CERTAMENTE!!” Amu andò in camera sua chiudendo la porta e appena si sdraiò nel letto si intristì. “Che cos’hai Amu?” Si preoccupò Ran. “No niente. E’ che ripensavo ai giorni felici trascorsi insieme a Ikuto un po’ di tempo fa.” “Ah allora, avevo ragione quella volta. Ikuto ti piace ancora.” Ipotizzò Miki. “Sì hai detto bene Miki, ma una volta mi piaceva. Adesso non più.” Amu strinse i pugni con rabbia. “Oh Amu…” Suu si intristì. “Ascolta, anche se lo neghi il tuo cuore batterà sempre per i tuoi sentimenti.” Le disse Ran sorridendo. “No non è vero, i miei sentimenti sono morti per lui.” Le sue tre Shugo chara videro che era molto seria. “Amu, non puoi scappare dai tuoi sentimenti.” A parlare era stata Dia. “Oh? Dia…” Dia uscì dal suo uovo.” “DIA!!!” “L’amore è sempre bello ed è una forza piena di bellissime emozioni.” Sorrise Dia. “Sì lo so. Una volta io questi sentimenti li provavo solo per Tadase.” “Sì lo immagino, e ora lui è a Londra giusto?” “Sì.” “E tu non vuoi innamorarti di qualcun altro per paura di essere ferita di nuovo vero?” “Come fai a saperlo?” “Sono il tuo shugo chara, ormai ti conosco bene. Non opprimere i tuoi sentimenti della tua luce interiore.” “Anche se dici così, io penso le stesse cose.” “Capisco, io ti ho dato dei consigli. Ora sta a te scegliere cosa fare.” Detto questo Dia ritornò dentro al suo uovo. “Accidenti, Dia è molto più saggia di noi tre.” “Eh già. Sapete, ci sono due parti di me: una ama Ikuto e l’altra lo odia. Sono sempre in guerra tra loro due.” “Quindi non si sa chi vince…” “Eh no.” Amu si spogliò e si mise il pigiama. “Ah niente da fare, io continuo a odiare quel gattaccio.” “AH AH AH AH!!!” “Oh uffa, cos’avete da ridere voi tre?” “NO NIENTE!!” Amu cenò con la sua famiglia e poi andò subito a letto ripensando di nuovo a Ikuto. Capitolo 3 “Un nuovo compagno di classe” Ami si alzò all’ora giusta. “Ehi buongiorno Ami.” Esclamò Kimmy felice. “Buongiorno a te.” Le sorrise Ami. “Oggi sembri molto allegra, come mai?” “Mi sono svegliata così…” “A me non la dai a bere, dai dimmi perché sei felice?” “E va bene, ieri una mia compagna di classe ha detto che oggi arriva un nuovo studente.” “Ah ho capito. Dev’essere una cosa fantastica conoscere nuove persone.” “Sì infatti.” Ami si spogliò e si mise la divisa. “Ecco, sono pronta. Andiamo Kimmy, entra qui dentro.” “Sì.” Kimmy entrò dentro alla cartella e scesero di sotto. “Buongiorno a tutti.” “BUONGIORNO AMI!!” “Sorellina, oggi sei più felice del solito.” “Bè vedi… “Kimmy stava per dirglielo ma Ami gli tappò la bocca. “Scusa, ma sono cose private sorellona.” “Ok, non insisto.” Ami finì di fare colazione e si preparò a uscire di casa. “Io vado, ciao a tutti.” “CIAO AMI, BUONA SCUOLA!!” “Grazie, ciao.” Uscì di casa correndo, ma un certo punto vide un ragazzino con i capelli neri e gli occhi castani insieme ad altri bambini che si divertivano a rubare una pallina a un bambino più piccolo di loro. E allora intervenne. “Ehi voi, non è carino prendersela con bambino più piccolo.” “E tu chi diavolo saresti, ragazzina?” S’intromise un ragazzino con il ciuffo bianco e i capelli biondi. “Ami Hinamori.” “On interessante… ma aspetta tu sei la sorella di Amu.” “Sì esatto perché?” “No niente, notavo una certa somiglianza.” “Ragazzi, finiamola qui.” A parlare era stato il ragazzino dai capelli neri. Ami lo osservò bene. “Eh? Ma…” “Restituite la pallina a questo bambino.” “Ah va bene…” Il ragazzino restituì la palla al bambino. “Tsk, sei fortunata. Seiji non è sempre così clemente.” “Su ragazzi andiamo…” “VA BENE SEIJI!!” Seiji e i suoi amici andarono via. “Che strano ragazzino…” “Ami devi andare a scuola.” “Oh dannazione, è vero.” Ami ripartì di corsa alla Seiyo Academy entrando velocemente in classe, e si sedette al suo banco. “Ah appena in tempo…” Dopo un po’ entrò il maestro Nikaido. “Buongiorno a tutti.” “BUONGIORNO MAESTRO NIKAIDO!!!” I bambini si alzarono per salutarlo. “Tranquilli, sedetevi pure. Oggi avrete un nuovo compagno di scuola.” Tutta la classe s’incuriosì facendosi le domande sotto voce. “Prego entra pure, Seiji Yureihama.” Seiji entrò in classe. Non è possibile, è proprio quel ragazzino che si divertiva con quel bambino. Accidenti, ci mancava pure lui ora. “Allora Seiji, vuoi dirci qualcosa su di te?” Seiji lo guardò molto freddamente. “No grazie, non amo parlare della mia vita privata.” “Ah va bene, non ce problema.” Nikaido era molto scettico. “Posso andare a sedermi ora?” “Ma certo, vai pure.” Seiji si sedette nell’ultima fila, dopo il banco di Ami. “Molto bene, iniziamo la lezione bambini.” “Ami ascolta…” Kimmy parò sotto voce per non farsi sentire dal maestro Nikaido. “Cosa ce?” “Avverto la presenza di uno shugo chara.” “Sei sicura?” “Sì, è qui vicino. Ma non so dirti chi ce l’ha.” Ami si guardò intorno… Nikaido ovviamente si accorse che Ami si guardava in giro. “Hinamori Ami, hai perso qualcosa per caso?” “Eh? No no…” “Mi fa piacere, smettila di distrarti e resta concentrata sulla mia lezione.” “Va bene, mi scusi. Eh eh…” “Cavoli, sei tale e quale a tua sorella.” “Sì, me lo dicono tutti.” Ami sorrise. Nikaido proseguì la sua lezione. Poi ci fu la ricreazione. Ami mangiò nel corridoio… e invece Seiji mangiò in terrazza da solo. Il suo shugo chara uscì improvvisamente dal suo uovo. “Aaah finalmente posso respirare un po’ d’aria fresca.” Esclamò Deku stiracchiandosi. “Deku, ti avevo detto di non uscire dal tuo uovo fino al mio ordine.” “E dai Seiji, qui non ce nessuno. Almeno in terrazza posso uscire?” Seiji ci pensò un attimo e poi decise. “E va bene, ma solo qui.” “Evviva, grazie.” A un certo punto Seiji sentì dei passi. “Sta arrivando qualcuno, nasconditi.” “Va bene.” Deku andò dentro al suo uovo. Dalla porta della terrazza uscì proprio Ami. “Che bella giornata oggi.” “E tu cosa ci fai qui, mi stai seguendo?” “Ah Seiji… no figurati. A me piace fare merenda quassù.” “Bè… falla in silenzio.” “Ok scusa tanto.” Ami mangiò in silenzio ma poi ci ripensò perché voleva fargli una domanda. “Senti Seiji…” “Che cosa vuoi?” “Tu hai uno shugo chara?” “Non sono affari tuoi, perché te ce l’hai?” “Sì, eccomi qua. Ciao, io sono Kimmy.” Kimmy salutò Seiji allegramente, ma lui non batté ciglio. “Bene, buon per te.” Detto questo Seiji se ne andò via. “AAAARGH, CHE RAZZA DI MALEDUCATO! NON LO SO SOPPORTOOOO!!!” Ami si arrabbiò alzando le braccia al cielo. “Io penso che Seiji ha uno shugo chara.” “ne sei certa Kimmy?” “Sì, ma non capisco perché lo nasconde…” “Sì, in effetti è strano.” La campanella della ricreazione suonò. “Su ritorniamo in classe.” “Va bene…” Ami e Kimmy ritornarono in classe. Le lezioni procedettero fino al pomeriggio inoltrato. Tutti iniziarono ad andare a casa. “Ehi Kimmy, ho deciso.” “Che cosa?” “Inseguiremo di nascosto Seiji per vedere che tipo di shugo chara ha, sei d’accordo?” “Sì, andiamo…” Quindi Ami e Kimmy si apprestarono a seguire di nascosto Seiji mentre ritornava verso casa. “Bene, pare che non si è accorto della nostra presenza.” “Ottimo. Continuiamo così.” Sorrise Kimmy. “Ehi Seiji, ce qualcuno che ci insegue.” Lo avvertì Deku. “Sì lo so, finora ho fatto finta di non accorgermene. Ma adesso basta…” Seiji si fermò. “Eh? Perché si è fermato?” “Puoi anche smetterla di inseguirmi mocciosa.” “Cosaaaa? Come hai fatto ad accorgertene?” Ami era perplessa. “Sei veramente un’ingenua. Ho solo finto di non sentire la tua presenza.” “Ah cavoli…” “Che cosa vuoi ancora?” “Io so che tu hai uno shugo chara, non mentirmi.” “Che ragazzina impertinente sei. E va bene, Deku fatti vedere.” Deku uscì dal suo uovo. “Eccomi qua.” Ami vide uno shugo chara con un lungo copricapo viola. “Ma io non ti vedo bene, potresti toglierti il cappuccio?” “Sei sicura?” Deku sorrise. “Certo, vai.” “Eh eh, come vuoi.” Deku si levò il cappuccio e vide che aveva una testa scheletrica e due occhi gialli. “Allora, non sei spaventata?” “Oooh che bello, un mini scheletrino.” Ad Ami gli brillarono gli occhi. “Non è possibile, non sei spaventata? E dire che di solito tutti scappano via terrorizzati da me quando faccio…” Seiji lo interrompe. “Deku…” “Oh scusa Seiji.” “Quando fai cosa?” Volle sapere Ami. “Impicciati degli affari tuoi, mocciosa. Hai già conosciuto Deku, fattelo bastare. Su andiamo…” “Va bene.” Seiji e Deku andarono via. Anche Ami e Kimmy ritornarono a casa… “Sono ritornata.” “BENTORNATA TESORO!!” Esclamarono contenti i suoi genitori. “Grazie.” “Ehi sorellina eccoti, temevo che non arrivassi più.” Sorrise Amu. “Sorellona, devo parlarti in privato.” “Di cosa?” Ami per tutta risposta la prese per mano velocemente trascinandola in camera sua chiudendo la porta. “Insomma Ami, perché mi hai trascinato velocemente in camera tua?” “Sta zitta e siediti sul letto…” “Ok come vuoi.” Amu si sedette nel letto. “Dimmi tutto.” “Nella amia classe ce un nuovo studente.” “Aaah e ti piace eh?” Ami la guardò male. “Ho capito, sto in silenzio.” “Si chiama Seiji Yureihama. E anche lui ha uno shugo chara.” “Ah ottimo, che tipo è?” “Innanzitutto si chiama Deku ed è…” “Sì?” “Una specie di mini scheletro.” “NON E’ POSSIBILE, NON PUO’ ESISTERE UNO SHUGO CHARA SCHELETRO!!!” “E invece a quanto pare esiste veramente, l’ho visto con i miei occhi sorellona.” “Caspita, è davvero incredibile. Uno shugo chara scheletro è davvero raro. Ma tu non hai avuto paura?” “Assolutamente no. Anzi, la cosa m’intriga parecchio.” Ami sorrise malvagiamente. “Ah mi mancava la sorellina malefica.” “Però da quello che ho potuto vedere, Seiji è polemico, freddo e costante.” “Io penso che non è il suo vero carattere.” “Tu dici?” “Ma certo. Sicuramente fa il duro perché è troppo timido per fare amicizia. Mi ricorda tanto me, eh eh.” “Sì può essere... scusami se ti ho detto questa cosa.” “Ma no tranquilla. Se ha qualche problema non esitare a venire da me va bene?” “Sì certo…” Tutta la famiglia cenò chiacchierando allegramente del più e del meno, poi andarono a letto. Capitolo 4 “Il mistero di Seiji” In una serata di fine settembre alle dieci a casa di Seiji i suoi genitori litigavano come sempre gridando in tutta la casa. Seiji era rintanato in camera sua sdraiato nel letto. “Che scocciatura, i tuoi litigano come al solito.” Seiji si alzò improvvisamente e andò ad aprire l’armadio tirando fuori la sua vecchia chitarra. “Quella per caso è la tua chitarra che suonavi da piccolo?” “Sì esatto, suonavo sempre a scuola e ai miei genitori. Mi ricordo che erano tutti felici quando suonavo.” “Oooh che bello…” “Già lo era una volta, adesso non più. Su dormiamo…” “Ok.” Deku si chiuse nel suo uovo e anche Seiji. Però mentre dormì accadde qualcosa alla chitarra che fece svegliare Seiji. “Cosa succede?” Aprì la custodia della chitarra e vide che era pervasa da un’aura nera. “Capisco, anche la mia chitarra è stata influenzata dai miei pensieri negativi e dall’odio. E’ tutta colpa dei miei genitori. Me la pagheranno cara…” Seiji prese la chitarra con sé e uscì di casa andando verso il parco. “Vi odio mamma e papà…” Seiji fu circondato da un aura nera. Prese la chitarra iniziando a suonarla con un leggera melodia che arrivò fino a casa di Amu. “Che cos’è questo suono?” “Non lo so Amu, ma temo che non sia nulla di buono. Presto andiamo.” Disse Ran seriamente. “Veramente mi devo vestire.” “E ALLORA SBRIGATI!!!” “Sì certo, datemi il tempo.” Il suono della chitarra di Seiji fece uscire da alcune persone le uova x che andarono subito da Seiji. Amu si vestì di corsa indossando una semplice t-shirt e de jeans corti strappati con i legghins sotto. “Forza andiamo ragazze.” “SI’” Amu uscì velocemente da casa correndo. “Non vi sembra strana questa melodia?” “In che senso?” Domandò Miki. “E’ la stessa che aveva usato Ikuto quando era controllato dalla Easter.” “Adesso che ci penso, è vero.” Ipotizzò Ran. “Venite, proviene dal parco.” Amu raggiunse il parco. “Accidenti, guardate quante uova x.” “OH NO, E’ TERRIBILE!!!” “Chi è il responsabile? Ma è quel ragazzino. Aspetta, non è Seiji il compagno di classe di Ami?” “Sì dev’essere lui, ma non è più in sé.” Seiji smise di suonare e guardò Amu. “Oh ma guarda, tu devi essere la sorella di quella mocciosa. Che cosa fai qui a quest’ora? Ritornatene a casa ex guardiana.” “No non posso, non sei in te e che cosa stai facendo.” “E invece lo so benissimo, vattene o sarò costretto a toglierti di mezzo.” Seiji sorrise diabolicamente. “No, io devo salvarti.” “Che fastidiosa. Uova x, attaccatela.” Le uova x si attorcigliavano intorno a Amu. “Ah!” OH NO AMU!!!” “Accidenti, non riesco a liberarmi.” “E’ inutile, questa uova x traggono la forza dalla mia chitarra.” “All’attacco paperelle del bagnetto.” “Numero del funambolo.” Gli attacchi di Rima e Yaya si unirono insieme spaventando le uova x. Amu si liberò. “Ragazzi, come avete fatto a trovarmi?” “Anche noi abbiamo sentito quella strana melodia. E così, siamo venuti qui.” Gli rispose Rima. “Bene, sono contenta.” “Forza Amu, ora tocca a te.” “Sì. Chara traformation, Cuore Amuleto.” “E così ti trasformi anche tu.” “Chi sarebbe questo bambino?” Domandò Nagihiko. “E’ Seiji, un compagno di classe di mia sorella.” “Com’è possibile?” “Seiji ascolta, non usare il potere oscuro. E’ pericoloso. Se dovesse succederti qualcosa non me lo perdonerei mai.” “Basta, stai zitta. Tu non sai quanto ho sofferto nella mia vita. Quindi non osare giudicarmi, hai capito?” “Ma io voglio solo aiutarti, tutto quel…” “HO DETTO DI STARE ZITTA!!!” Seiji aumentò la sua aura nera. “Che cosa gli succede?” Domandò Rima. “Non saprei, ma non mi piace.” “Ora assisterete alla mia nuova trasformazione. Chara trasformation: Diavolo della Morte.” Seiji si trasformò indossando una maschera bianca con delle strisce nere e una casacca nera col cappuccio e la sua chitarra diventò un’accetta. “Cavoli, ha effettuato una nuova chara trasformation.” Disse Nagihiko sconvolto. “Ehi ragazze, a me mi ricorda qualcosa.” “Sì lo so Yaya, a Ikuto. Solo che lui non era cosciente. Ma Seiji lo è eccome. Però non importa, dobbiamo fermarlo… altrimenti quel potere oscuro gli costerà la vita.” “Sì, hai ragione Amu. Però prima bisogna purificare quelle uova.” “Sì giusto, voi intanto cercate di attaccarlo.” “CERTO!!” Amu infatti purificò le uova e loro ritornarono ai loro proprietari. Rima, Yaya e Nagihiko lo attaccarono simultaneamente, ma non gli fecero niente.” “Allora, è tutta qui la vostra forza? Che delusione…” “Proviamo con questo: attacco speciale; Super Beach Volley.” Nagihiko creò una palla blu sferica che subito andò velocemente addosso a Seiji colpendogli la spalla. “Maldetto. Ora vedrete…” Seiji stava per attaccarli ma si bloccò… “Seiji che cos’hai?” Amu cercò di avvicinarsi a lui, ma la fermò. “Non osare avvicinarti sorella di Ami. Eh eh, per questa sera vi lascio vincere. Ci rivedremo ex guardiani.” Seiji andò via dileguandosi nella notte. “Se né andato…” Amu s’intristì. “Che cos’hai Amu?” Si preoccupò Rima. “Avete notato che prima Seiji era stremato?” “SI’ E’ VERO!!!” Annuirono i suoi amici. “Ma noi riusciremo lo stesso a salvarlo, vi do la mia parola.” Amu strinse i pugni. “SI GIUSTO, LO FAREMO ANCHE NOI!!” Dopo questa sera Amu salutò i suoi amici e ritornarono ognuno nella propria casa. Il giorno dopo tutti ripresero la loro solita vita. Seiji stava ancora dormendo, Deku lo svegliò… “Ehi Seiji, svegliati. Devi andare a scuola.” “No oggi, non me la sento Deku…” “Per quale motivo?” “Non lo so, ma mi sento senza energie.” “Sei sicuro? Prova a camminare.” Seiji si alzò dal letto e camminò, ma improvvisamente ebbe un capogiro e cadde in ginocchio. “Ah…” “Oh no, Seiji…” “Tranquillo Deku…” Deku guardandolo meglio notò che aveva una ferita sulla spalla. “Come ti sei procurato quella ferita?” “Non lo so, forse sono caduto o graffiato.” “Sì può essere…” Sua madre bussò alla sua camera. “Tesoro, devi andare a scuola. Posso entrare?” Seiji non gli rispose ed entrò. Vide che Seiji era inginocchiato a terra. “Oh santo cielo, che cos’hai? Stai male?” “Non ho niente mamma, ho solo un leggero capogiro.” Seiji si alzo ma cadde, sua madre lo prese al volo. “No tesoro se stai poco bene, è meglio se stai a casa. Oh sei anche ferito, aspettami qui.” Uscì di corsa dalla sua camera. “Hai visto? Tua mamma è molto premurosa…” Deku sorrise. “Sì, ma solo quando gli conviene.” “No dai, non è vero.” Seiji si sedette nel letto. Un minuto dopo sua madre ritornò con una valigetta di pronto soccorso. “Eccomi qua, tira su la manica.” Seiji ubbidì e tirò su la manica del pigiama. Sua madre gli disinfettò la ferita. “Ahi…” “Lo so che ti brucia, ma abbi un po’ di pazienza.” Poi ci mese un cerotto. “Ecco fatto.” “Grazie mamma…” “Figurati, ora mettiti a letto così per i prossimi giorni starai meglio.” “Va bene.” Seiji si mise a letto. “Adesso vado a lavoro, per qualsiasi cosa chiamami al telefono.” “Ok.” Sua madre andò via. “Hai visto? Che ti avevo detto? Come al solito è solo interessata al suo stupido lavoro.” “Ma ti ha fasciato la ferita.” “Si è solo sforzata di farlo.” Dopo un po’ Seiji si addormentò. “Oh si è addormentato. Deve stare proprio male. Spero che nei prossimi giorni stia un po’ meglio.” Intanto alla Seyo Academy Ami si accorse che Seiji non c’era. Seiji è assente, chissà… magari ha la febbre. “Ehi bambini, qualcuno di voi sa perché è assente Seiji?” Domandò preoccupato Nikaido. “No, non lo so maestro.” Disse un bambino con i capelli biondi. “Oh capisco… vabbè procediamo con la lezione intanto, poi si vedrà.” Le lezioni procedettero. Nel frattempo Seiji si era risvegliato. “Ah che bella dormita…” Seiji si stiracchiò. “Ehi Seiji, ti sei ripreso?” “Sì guarda…” Fece un salto in alto… “Oplà!!” “Ah che bello, mi fa piacere vederti stare bene.” “Grazie Deku. E scusami se ti ho fatto preoccupare.” Seiji gli accarezzò la testa. Le ore passarono fino al pomeriggio inoltrato. Ami mentre si accingeva a ritornare a casa era un po’ pensierosa. “Ami, a cosa pensi?” “A Seiji, volevo vedere come stava.” “Se vuoi, ti ci posso portare. Io posso sentire la presenza del suo shugo chara.” “Cavoli è vero, me l’ero scordata. Si andiamo.” “Molto bene, fammi concentrare.” Kimmy chiuse gli occhi… “Mm… vieni da questa parte.” Kimmy volò… “Sì arrivo.” Kimmy si fermò davanti a una piccola casa di mattoni marroni. “Eccola è questa.” La indicò Kimmy. “Ah vediamo, Yureihama… sì, dev’essere lui.” Ami suonò il campanello. Dlin Dlon… Seiji che era tranquillamente disteso a leggere un fumetto in camera sua sentì il campanello. “Chi sarà? Forse i tuoi genitori?” Domandò Deku. “No è impossibile, i miei rincasano tardi. Uff… vado a vedere.” Seiji si alzò dal letto e aprì la porta. “Ciao Seiji…” Ami gli sorrise e anche Kimmy. “E tu che ci fai qui? E soprattutto, chi ti ha detto dove abito? Nessuno lo sa…” “Kimmy ha sentito la presenza di Deku e mi ha portato qui a casa tua.” Seiji le guardò male. “Capisco… perché sei qui?” “Bè… mi ero preoccupata per te. Ho saputo che stavi male, come ti senti ora?” “Una mocciosa che si preoccupa per me? Ammirevole…” “Sei pur sempre un mio compagno di classe no? Ed è il mio dovere farlo.” Disse Ami seriamente. “Commovente. Ma come vedi, ora sto meglio. Quindi vai a casa…” “Va bene, ci vediamo domani.” Seiji sentì il richiamo dell’energia della chitarra. “Seiji, che cos’hai?” “Niente, fatti gli affari tuoi. Ciao!!” Seiji gli batté la porta in faccia. “Ma cosa? Aaaargh… non lo sopporto quel tipo. E io che mi sono preoccupata a morte, che stupida.” “Dai, non ti arrabbiare con Seiji.” “E come faccio a non prendermela? E’ davvero assurdo.” Ami ritornò a casa. “Sono ritornata…” “CIAO TESORO, BENTORNATA!!!” “Grazie…” “Com’è andata a scuola?” “Come al solito.” Ami salì su e bussò subito nella camera di Amu. Toc Toc… “Sì?” “Sono Ami, posso entrare?” “Ma certo, vieni pure…” Ami aprì la porta ed entrò. Kimmy salutò Ran, Miki e Suu andando subito a chiacchierare con loro. “Tutto bene oggi?” “Più o meno…” “Ti vedo un po’ giù, che succede?” “Oggi Seiji non c’era a scuola. E così sono andata a trovarlo a casa e ho visto che stava bene.” “Ah davvero? Meno male.” Amu gli sorrise. E’ meglio se non gli dico che ieri notte era al parco e non era più se stesso. “Però ho notato qualcosa in lui.” Cosa?” “A un certo punto si è innervosito e mi ha sbattuto la porta in faccia.” “Ah strano…” “Sì, ma per fortuna domani mi ha assicurato che viene a scuola.” “Sono contenta…” “Ok ora ritorno in camera mia.” “Sì…” Ami e Kimmy ritornarono nella loro camera. “Amu, pensi che Seiji sis ripresenterà al parco stasera?” Domandò Ran. “Non lo so, ma sicuramente sì.” Dopo questa discussione la famiglia Hinamori cenò in allegra, anche Amu era preoccupata per Seiji. Poi andarono a dormire. Capitolo 5 “Noi ti salveremo” Era il primo di ottobre, Amu era già al Liceo come sua sorella Ami. Appena vide Seiji fu molto sollevata. “Buongiorno Seiji, come stai?” “Fino a un minuto fa stavo bene, finché non ti ho incontrato.” “Ah mi mancavano le tue battute ironiche…” Seiji non gli rispose e si sedette al suo banco. “Come osa ignorarmi?” Nikaido entrò in classe e notò che c’era anche Seiji. ”Ah Seiji bentornato. Come ti senti oggi?” “Bene grazie.” “Mi fa piacere… ok iniziamo.” Durate la lezione Seiji avvertì di nuovo quella sensazione dell’energia oscura nella sua chitarra. “Seiji, cosa ti succede?” Domandò Deku. “No niente, tranquillo…” Gli sorrise. Che diavolo è questa sensazione che mi travolge dentro di me? E’ come se la mia chitarra mi stesse chiamando… Finite le lezioni tutti si apprestarono a ritornare a casa. Appena Seiji s’incamminò Ami lo seguì. “Seiji aspetta, posso fare la strada di casa con te?” “Ok ma non mi parlare, ragazzina.” Ami annuì e per tutto il tempo non gli parlò fino a quando Seiji non arrivò a casa sua. “Ok sono arrivato a casa, ciao.” “Ciao Seiji…” Entrò subito in casa. “Oggi l’ho visto molto strano…” “In che senso, scusa?” Domandò Kimmy. “Era più nervoso del solito rispetto a ieri…” “In effetti, l’ho notato anche io.” “Forse dovrei dirlo a mia sorella.” “Sì, è meglio.” Si avviarono verso casa ed entrarono. “Ciao a tutti.” “CIAO TESORO!!!” Amu salì di corsa di sopra ed entrò velocemente in camera di Amu. “Ciao Ami entra pure…” Disse ironicamente Amu. “Scusami per essere entrata così velocemente in camera tua, ma è un’emergenza.” “Cosa succede?” “Seiji oggi era molto nervoso.” “Perché cosa faceva?” “Si guardava sempre in giro.” “Bè… probabilmente era una tua impressione.” Gli sorrise. “Sorellona non mentirmi per favore. Se sai qualcosa, faresti bene a dirmelo.” “E va bene, te lo dirò: vedi… ieri notte io e i miei amici avevamo sentito una strana melodia. E così siamo usciti per vedere da dove proveniva… e veniva dal parco. E abbiamo proprio visto…” “Chi?” “C’era Seiji che suonava la chitarra, e attorno a lui c’erano un sacco di uova x.” “No, è impossibile. Non poteva essere lui, stava male ieri.” Amu gli mise le mani nelle spalle. “Ami ascoltami, so che non vuoi credere a questa cosa. Ma purtroppo è la verità, era come se fosse un’altra persona.” “In che senso, scusa?” “Intorno a lui c’era un’aura nera così come nella sua chitarra. Tra l’altro ha effettuato una nuova chara trasformation un po’ diversa dal solito. Ovvero…” “Ovvero?” “Più oscura e potente, la sua chitarra era diventata un’accetta piena di scheletri come arma.” “No è terribile. Seiji si era trasformato in quella cosa?” Ami s’intristì. “Sì, ma io e i miei amici riusciremo a salvarlo.” “Voglio salvarlo anche io.” “No è pericoloso. E poi tu non hai una chara trasformation. Fidati di me, lo salverò per te sorellina.” “Va bene, come vuoi. Tanto non ti posso far cambiare idea. Testarda come sei…” “Eh eh…” Dopo aver parlato con sua sorella Ami ritornò in camera sua. “Non preoccuparti Amu, in qualche modo riusciremo a salvare l’amico di tua sorella.” Le sorrise Ran. “Sì certo.” Stavolta cenarono tutti in silenzio. “Ehi come mai ce questo silenzio? Avete litigato?” “No mamma, che ti salta in mente? Mica ce il finimondo se per una volta stiamo in silenzio.” “Stavolta condivido in pieno con mia sorella.” Sorrise Ami. Dopo cena le due sorelle andarono entrambe in camera. Amu come al solito dopo cena si era fatta la doccia e aveva bevuto la bottiglia di latte tutta d’un fiato. Poi uscì in balcone a osservare il cielo pieno di stelle. “CHE COSA FAI AMU?” Domandarono le tre shugo chara in sintonia. “Niente di che. Osservo il cielo, non trovate che stasera è molto più luminoso del solito?” “Oooh… sì è vero. E’ stupendo.” Disse Miki guardandolo incantata. “E’ BELLISSIMO!!” Ami era seduta nel letto persa nei suoi pensieri. “Ami, che cos’hai?” Si preoccupò Kimmy. “Nulla tranquilla. E’ solo che vorrei essere più coraggiosa e aiutare le altre persone.” “Ma tu lo sei già…” “No voglio imparare a donare al mondo tanto amore e solidarietà.” Dopo queste parole Ami si mise il pigiama e si addormentò. Senza volerlo il suo desiderio venne ascoltato e durante la notte fece nascere un uovo sotto al cuscino. Amu stava per andare a letto quando sentì la stessa melodia dell’altra volta. “Oh no questa melodia…” E’ QUELLA DELL’ALTRA VOLTA!!” Esclamarono le sue shugo chara. Il suo cellullare squillò, Amu rispose subito. “Sì pronto?” “Amu, sono Rima hai sentito questa melodia?” “Purtroppo sì. E’ la stessa di ieri. Sicuramente sarà di nuovo Seiji al parco. Io e gli altri ci stiamo già dirigendo là, raggiungici appena puoi.” “Sì arrivo subito…” Amu chiuse il telefono. Indossò una t-shirt di maniche lunghe a righe rosse e nere, una specie di giacchetta con i pon pon, una gonna nera, delle calze fucsia e gli stivaletti neri. “Ok sono pronta, forza andiamo ragazze!!” “D’ACCORDO!!” Amu uscì di corsa da casa con le sue shugo chara. “Forza Amu, corri più in fretta.” La incitò Ran. “Sto correndo il più in fretta possibile.” Dopo un po’ arrivò al parco dove trovò subito i suoi amici già trasformati. “Eccomi ragazzi, scusate il ritardo.” Sorrise Amu. “Finalmente, ce ne hai messo di tempo.” La criticò Rima. “Bè scusami tanto Rima…” “Su non perdete tempo a litigare. Amu trasformati.” “Sì certo. Cuore mio schiuditi; chara trasformation, Cuore Amuleto.” “Bene, ci rivediamo cari guardiani. Ma stavolta non ve la caverete come l’ultima volta.” Sorrise malvagiamente Seiji. “Oh no, guardate quante uova x.” Esclamò Yaya. “Ora tocca a me. Cuore mio schiuditi; chara trasformation, “Diavolo della morte.” “Allora guardiani, siete pronti alla vostra ultima battaglia?” “Certamente, io e i miei amici ti fermeremo. Vero ragazzi?” “SI’!!!” Amu e i suoi amici iniziarono ad attaccare Seiji in contemporanea, ma non gli fecero nessun graffio. “Ma dai, è tutto qui quello che sapete fare? Mi deludete…” “Accidenti, sono sfinita…” “Avanti Amu, non ti arrendere.” La incoraggiò Ran. “Sì hai ragione, grazie Ran. Coraggio ragazzi, attacchiamolo di nuovo.” “SI’” Lo attaccarono un’altra volta. Intanto a casa di Amu, Ami stava parlando nel sonno. “Mm… Seiji io ti salverò…” “E dunque cosa aspetti? Vallo a salvare…” Ami si alzò di colpo. “Chi ha parlato?” Sotto al cuscino uscì un uovo viola con i cuori rosa. L’uovo si aprì e uscì Miru… “E tu chi sei?” “Sono Miru, il tuo secondo shugo chara.” “Cosa? Com’è possibile? Io ho solo Kimmy.” “Sì lo so, ma vedi… tu stanotte hai espresso il desiderio di poter aiutare gli altri che sia amore o amicizia. E quindi, sono nata io.” “Oh capisco. Accidenti, sento una presenza oscura.” “Sì la sento pure io. E proviene dal tuo amico Seiji vero?” “Eh? Come fai a saperlo?” “L’hai detto nel sonno.” “Oh accidenti, che imbarazzo…” “Però adesso non ce tempo da perdere. Seiji è circondato da un potere oscuro. Devi salvarlo.” “E come faccio? Io non sono in grado di fare la chara trasformation.” “Se ci credi e vuoi salvare Seiji puoi farla anche tu, fidati di me.” Miru le sorrise. “Sei sicura?” “Ma certo, su andiamo a salvarlo insieme.” “ASnche se non sono convinta, ci voglio provare lo stesso.” Ami si vestì. Ami e gli altri erano molto in difficoltà. “Oh ma che peccato, siete al limite dei vostri poteri. Volevo divertirmi unj altro po’ con voi, prima di annientarvi definitivamente.” Sorrise ironicamente. Amu si rialzò con fatica. “Seiji, perché fai tutto questo? Con il tuo odio non risolverai niente.” “Sentitela, una ex guardiana che mi fa la predica. Ti conviene stare zitta, tu non sai quanto ho sofferto in questi giorni.” “No non lo so, ma posso immaginarlo. Tutto quel potere oscuro che hai accumulato dentro di te finirà per stritolarti e farti stare male ancora di più.” “Tsk, non m’importa. Perché ormai questo potereo oscuro fa parte di me ed è l’unica cosa al mondo su cui io possa contare.” Seiji strinse il pugno. “No, non lo pensi sul serio. Tu non sai quello che dici. Ti sya manovrando…” “Basta, chiudi il becco. Aaaah… Danza oscura del diavovlo.” Seiji ruotò l’accetta dove fuori uscì unna sfera nera che colpì in pieno Amu facendola finire a terra. “Ahia…” “OH NO AMU!!!” Ma stranamente si rialzò anche se a fatica. “Tranquilli, sto bene…” “Hai ancora la forza di alzarsi, sei ammirevole. Ma con il mio prossimo attacco non ti rialzerai mai più.” Ami indossò un maglione rosso col collo lungo, dei jeans con la catenella attaccata e le converse. “Forza Miru, andiamo.” “Sì.” Ami uscì di casa in fretta. “Dannazione, così non arriveremo mai.” “Lascia a fare a me, facciamo il chara change.” “Assolutamente sì. Sai io sono una strega. So volare.” “Va bene, vai.” “Da ragazza insicura e inadeguata diventa un’esperta di amore. Chara Change.” Ami si alzò in volo e nella sua testa c’era un cappellino viola con il cuore. “Wow che bello, mi sento così leggera.” Ami sorrise. “Eh eh, e questo non è niente. Ho altri poteri illimitati.” “Buono a saperlo.” “Guada, siamo quasi arrivati al parco.” Indico Miru. “Sì, vedo mia sorella con i suoi amici. Accidenti, è in pericolo. EHIIII RAGAZZIIIII!!!” “Eh? Chi ha parlato?” “Guardate, ma quella non è Ami che vola?” Domandò Yaya indicandola. “COSA? COM’E’ POSSIBILE?” Esclamarono tutti allibiti. Ami scese a terra con delicatezza. “Ciao a tutti.” “Ami, cosa cci fai qui? E’ pericoloso per te. E poi ti avevo detto ieri che lo avrei salvato io Seiji.” “Lo so sorellina, ma non potevo starmene in camera senza fare nulla. E poi ho un nuovo Shugo Chara.” “Dai che bello.” “Ciao ragazzi, mi presento: io sono Miru.” Li salutò sorridendo. “CIAO MIRU!!” “Ci mancavi pure tu, mocciosa. Ottimo, così sconfiggerò anche te.” “Ma un momento, quello trasformato in quel modo sarebbe Seiji?” “Purtroppo sì Ami, ma non è in lui. Da quando ha accumulato il potere oscuro nato dall’odio per tutto è diventato così.” “No, non ci posso credere. Il Seiji che conosco io è diverso. E’ vero, è un po’ scontroso ma sotto sotto è gentile. Dimmi che non sei tu…” “E invece sono proprio io, cara Ami.” Ami restò sconvolta. “Che ti prende ragazzina? Ti ho sconvolto? Se lo sei è meglio che te ne ritorni a casa. Qui sei inutile…” Sorrise Seiji malvagiamente. “Ami non starlo a sentire, tu non sei inutile. Hai capito?” Ami annuì in silenzio. “Ora te la vedrai con me. Dia facciamo la chara trasformation.” “Va bene Amu.” “Chara trasformation: Quadri Amuleto.” “Oh una nuova chara trasformation, interessante.” Sogghignò. “Vai Amu, sei tutti noi!!” La incitò Yaya. “Luce abbagliante di Amu.” Il cielo si riempì di stelle luminose che invasero Seiji, ma lui rimase immobile indifferente a guardarle. “Questo sarebbe il tuo potere, guardiana? Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più.” “Ma è assurdo, il potere di Dia non gli ha fato nessun effetto. E dire che molto tempo fa a Ikuto aveva funzionato salvandolo dal suo potere oscuro.” “Forse ho capito…” “Che cosa hai capito Dia?” “Il suo cuore è impenetrabile perché è pieno di odio ed emozioni negative incontrastati, per questo non ha funzionato il tuo potere.” Disse seriamente Dia. “Oh no, questa non ci voleva.” Amu era impotente. “No cavoli. E ora cosa facciamo?” Domandò Rima. “Ehi guardiana, dai hai finito i tuoi giochetti? Io voglio ancora divertirmi. Ah ah ah ah!!” Ami cadde in ginocchio e gli scese qualche lacrima. “Ora smettila Seiji, tu non puoi essere pieno di odio e rancore.” “Eccone un’altra che osa criticarmi. Stai zitta, o eliminerò anche te.” “No tutto questo deve finire. IO TI SALVERO’!!!” Dal corpo di Ami uscì una luce abbagliante… “AMI CHE TI SUCCEDE???” Esclamarono tutti. “Credo di capire, sta effettuando una chara trasformation con Miru.” “Oddio che bello, finalmente.” Capitolo 6 “La Chara Trasformation di Ami” Ami effettuò una chara trasformation davanti a tutti. “Cuore mio schiuditi; chara trasformation, Strega dell’Amore.” Tutti rimasero incantati nella trasformazione di Ami. “Brava Ami, ti sei trasformata.” Le sorrise Amu. “Grazie sorellona. Ma stranamente mi sento pervasa da un’energia positiva e rilassante.” “E’ la tua forza che ti da questo potere.” Le rispose Miru. “E così ti sei trasformata anche tu? Ma non fa niente, non puoi battermi.” “Sorellina ho un’idea. Uniamo i nostri poteri.” “Sì ci sto, facciamolo.” “Bene, vieni a me scettro dell’amore.” Dalla mano di Ami apparì uno scettro a forma di cuore. “Forza, uniamo i nostri poteri.” Amu e Ami unirono i loro scettri insieme. “LUCE ABBAGLIANTE DELL’AMORE!!!” “’ Inutile, non ce la farete.” Dai scettri di Amu e Ami uscirono una pioggia di stelle e cuori riempiendo il cielo. “WOW CHE MERAVIGLIA!!!” Dissero i suoi amici ammirando il cielo. “Bello il cielo, ma non funziona.” Sorrise Seiji. Ma stranamente il potere delle due sorelle gli arrivò al cuore. “Hugh… che mi succede? Mi sento strano… che cosa mi avete fatto?” “Questo è il potere dell’amore Seiji.” Gli sorrise Ami. “No io sono pieno di odio, non riuscirai a farmi riscaldare il cuore da queste sciocchezze. Una volta ce l’avevo, ma da quando i miei genitori litigano e pensano solo al lavoro i miei sentimenti e le mie emozioni sono morti. E’ tutta colpa di loro.” “E’ vero, ma io farò in modo di farti perdonare dai tuoi. Guarda dentro al profondo del tuo cuore. E ripensa ai tuoi ricordi della tua infanzia.” Seiji chiuse gli occhi e ci ripensò e una marea di bolle dei ricordi gli scorse davanti, tra cui una in cui c’era lui da piccolo a sei anni che suonò la chitarra davanti ai suoi. E loro sorridevano felici come non mai. “Sì, hai ragione. Ho commesso un errore. Per colpa della mia vendetta e del mio egoismo non ho pensato a come si sentivano loro.” “Sì Seiji, loro hanno lavorato sempre sodo e duramente per riuscire a mantenerti. Tu hai pensato che non era vero, ma l’hanno fatto per te.” Le sorrise Ami. “Sì, ma ora non so cosa fare. Il mio cuore è pieno di odio e rancore.” “Tranquillo, ci penso io.” Ami andò da lui e lo abbracciò forte. “Perché mi abbracci?” “Gli abbracci hanno il potere di rallegrare tutto incluso il tuo cuore oscuro.” “Va bene, lo accetto.” Seiji sorrise. “E ora per finire; Scettro dell’amore donami tutta la tua forza.” Lo scettro s’illuminò e produsse una luca abbagliante che tolse tutto il potere oscuro a Seiji che ritornò normale. “Ah…” Seiji cadde in ginocchio. “Seiji, stai bene?” “Sì, grazie a te ragazzina.” Ami gli sorrise. “STAI BENE SEIJI?” Gli domandarono gli altri. “Sì ragazzi, vi chiedo scusa per prima.” “Tranquillo, non eri in te.” Sorrise Nagihiko. “In questi giorni mi ero sentito molto solo e pieno di odio.” “Seijiiii eccoti, mi sei mancato.” Deku abbracciò Seiji. “Oh Deku, scusami per non aver pensato ai tuoi sentimenti.” “E’ tutto a posto, l’importante è che sei ritornato normale.” “E così, tu sei lo shugo chara di Seiji?” Gli domandò Amu. “Eh sì, eh eh. Piacere di conoscervi…” “Cavoli, allora sei veramente uno scheletro?” “Sì, ma io prima ero diverso.” “In che senso?” “Ve lo spiego io: Deku prima era un normalissimo shugo chara. E’ diventato così per colpa dei miei sentimenti negativi. Vedete… il mio sogno è diventare un chitarrista. Vorrei tanto che lui ritornasse com’era prima.” All’improvviso il suo desiderio si esaudì e Deku subì una metamorfosi. “Che succede Deku?” Deku diventò umano grazie ai pensieri positivi di Seiji. Ora ha gli occhi verdi e i capelli castani. Indossava una camicetta nera, dei jeans strappati, le scarpe bianche e una fascetta con una nota. “CAVOLI SEI DIVENTATO UN ESSERE UMANO!!!” “Aaah davvero? Oddio che belloooo!!!” Deku esultò. “Grazie di avermi salvato, ragazzi.” “DI NULLA, E’ STATO UN PIACERE!!!” “Sorellona, ci sono ancora le uova x.” “Ah è vero, me l’ero scordata.” “Cavoli, è colpa mia se le ho radunate. Mi dispiace…” S’intristì Seiji. “No dai, non t’incolpare.” Nagihiko gli diede una pacca sulla schiena per confortarlo. “In fondo, è il nostro lavoro. Amu, ci pensi tu?” “Sì…” “No sorellona, stavolta faccio io.” “Sei sicura?” “Ovvio, tranquilla.” “Va bene, fai pure.” Amu le sorrise. “Scettro dell’amore: Purifica tutte le uova x.” In un colpo solo Ami purificò tutte le uova x… dopo di che ognuna di loro ritornarono dai loro proprietari. “Ecco fatto.” Ami sciolse la chara trasformation e anche gli altri. “Brava sorellina, sono fiera di te.” “Grazie Amu.” “LO SIAMO ANCHE NOI!!!” Gli sorrisero. “Cavoli, fare questa trasformazione mi ha stancato un po’.” “E’ normale, è la tua prima chara trasformation.” Le disse Miru. “Si’ è vero, era così anche per me.” Seiji era ancora in ginocchio. “Ehi Seiji, ce la fai ad alzarti?” “No…” “Aspetta, ti aiuto…” Seiji gli diede una mano sorreggendolo per le spalle. “Grazie piccola Ami, non ce l’avrei fatta senza di te.” “Figurati, è stato un piacere.” Le sorrise. Dopo un po’ vennero i genitori di Seiji, che gli corsero incontro. “SEIJI TESOROOOOO ECCOTI QUA!!!” “Mamma papà, che ci fate qui?” “Bè, io e tuo padre non ti abbiamo visto in camera tua. E così siamo usciti per cercarti dappertutto.” “Davvero mamma?” “Sì tesoro.” “Ti chiediamo scusa per averti trascurato per il lavoro, ma da stasera in poi ti promettiamo che staremo sempre con te.” Seiji andò da loro e li abbracciò. “Vi voglio bene.” “ANCHE NOI TE NE VOGLIAMO TESORO!!!” “Oh queste scene mi fanno commuovere…” Disse Yaya piangendo. “Ah Yaya, sei sempre la solita.” “Andiamo a casa, Seiji?” “Sì mamma, ma prima devo fare una cosa.” Seiji si avvicinò a Ami. “Ami? Devo dirti qualcosa.” “Cosa devi dirmi?” Seiji la bacò sulla guancia lasciando di stucco sia lei che gli altri. “Ti ringrazio bambolina, ci vediamo a scuola.” “Oh sì certo…” Fatto questo Seiji salutò tutti e andò via coi suoi genitori. Amu era rimasta imbarazzata. “Ami, non è che per caso t’interessa Seiji?” “Io interessata a quel presuntuoso? Ma non dire assurdità.” “All’inizio anche io mi rifiutavo di essere innamorata di Tadase ma poi…” Ami la interrompe. “Sì Amu, tutto molto bello. Ma ora è meglio se ritorniamo a casa anche noi. Dato che è tardi…” “Oh caspita è vero, ormai saranno le undici e venti. Ok sarà meglio andare, ciao ragazzi, a domani.” “CIAO RAGAZZE!!!” Amu salutò i suoi amici dopo di che tornò a casa di fretta insieme a Ami. “Ce l’hai le chiavi?” Domandò Ami. “Oh no, per la fretta di uscire di casa di salvare Seiji me le sono dimenticate.” “Ah è incredibile, sei veramente un disastro. Io fortunatamente mi sono ricordata di prenderle.” “Oh grazie Ami…” “Prego, ma non deve più capitare.” “Ok scusami ancora…” Ami aprì la porta piano e salirono di sopra in silenzio. “Buonanotte Ami.” “Buonanotte sorellona.” E cosi le sorelle Hinamori si misero il pigiama e ritornarono sotto le amate coperte del letto. Capitolo 7 “Amore o amicizia?” In questi giorni Ami era molto confusa riguardo ai sentimenti di Seiji. Era una domenica di pomeriggio e stava passeggiando al parco molto pensierosa quando vide proprio il suo amico Seiji che stava suonando la chitarra davanti a un pubblico vasto. “Guarda Ami, Seiji sta suonando la chitarra. Che bella melodia.” Sorrise Miru. “Sì, lo penso anche io.” Concordò Kimmy. Seiji finì di suonare e tutti applaudirono molto felici. “Grazie a tutti, alla prossima.” Mise la chitarra nella sua custodia e la gente andò via, Seiji notò Ami e gli andò incontro. “Ehilà Ami, che ci fai qui?” “Oh niente, passavo di qui per caso. Suoni veramente bene.” “Ti ringrazio, stavo pensando di frequentare un corso di chitarristi esperti. Così, divento ancora più bravo.” “Sì, faresti bene. Che strano…” “Cosa?” “Fino a un attimo fa mi detestavi. E ora sembri un'altra persona.” “Lo so, ma sono cambiato grazie a te.” “Oh ma dai, non ho fatto nulla di che.” Ami si grattò la testa. “No invece, hai fatto molto. Hai curato il mio cuore pieno di odio.” Seiji gli sorrise. “Sono contenta di vederti felice.” Deku si avvicinò a Miru. “Tu sei il nuovo shugo chara di Ami?” “Sì, piacere di conoscerti. Sono Miru.” “Il piacere è mio, bellezza.” Deku le baciò la mano. “Eh eh, grazie.” Ami e Seiji sorrisero. “Ti va di fare una passeggiata con me?” “Perché no?” “Bene, andiamo.” Ami passeggiò insieme a Seiji e lei pensò che era un po’ imbarazzata dato che non sapeva di cosa parlare. “Ami?” “Sì, cosa ce?” “Ce qualcosa che non va?” “No perché?” “Sei molto silenziosa. Di solito, tu chiacchieri in continuazione.” “Sì è vero, ma non so cosa dire… scusami.” “Eh eh, tranquilla. Ti capisco, anche io.” Quando vide Seiji che sorrideva il cuore di Ami batté molto forte. “Senti, posso farti una domanda?” “Sì, dimmi.” “Ce qualche ragazza che ti piace?” “Mm… al moment no. E a te?” “No.” “Oh capisco. Perché ti sei innamorata di me?” “Assolutamente no, come ti salta in mente di fare questa domanda?” Ami s’imbarazzò. “La tua faccia imbarazzata dice il contrario, eh eh.” “Oh insomma, piantala.” “Dai scherzavo, rilassati. Però parlando seriamente tu un po’ mi piaci.” Ami restò completamente di sasso. Seiji gli sventolò una mando davanti alla faccia. “Ami ci sei? Terra chiama Ami, ritorna tra noi.” “Io ti piaccio un po’?” “Sì ma per ora come amica, poi più in là si vedrà.” “Ah ok…” “Cos’è? Speravi che ti dicessi qualcos’altro?” “Ovviamente no…” “Certo, come no…” Ami camminò più velocemente. “Non dirmi che ti sei offesa?” “Io offesa? Ma figurati…” Ami era ferma con una mano sul fianco. “Allora, ti chiedo scusa così.” Seiji l’attirò a sé e la abbracciò. “Ma Seiji… che cosa fai?” “Questo è il mio modo di chiederti scusa, bambolina.” “Da quando in qua mi fai questi complimenti?” “Da oggi fino al resto della tua vita.” “Seiji scusa, che ti prende? Hai bevuto qualche pozione d’amore?” “No, le parole che dico provengono dal mio cuore.” Seiji la lasciò e guardò l’orologio. “Ah sono le cinque e un quarto, ti riaccompagno a casa.” “Va bene.” Ami e Seiji uscirono dal parco e la riaccompagnò a casa. “Grazie per aver trascorso questo pomeriggio con te.” “Figurati, è stato un piacere dolce fanciulla.” “Ancora con questi complimenti?” “Scusami, ma non riesco a farne a meno. Ciao Ami, alla prossima.” “Ok alla prossima.” Seiji andò via e Ami rientrò in casa. “Sono ritornata.” “BENTORNATA AMI!!” “Sì grazie…” Ami era confusa e andò subito di sopra in camera sua, ma prima che aprì la sua porta sua sorella la prese per mano e la trascinò velocemente in camera sua. “Insomma Amu, ma ti pare il modo?” “Scusami, ma dovevo farlo. Ho visto che eri con Seiji, quindi avevo ragione. Lui ti piace Siete usciti insieme oggi?” “Calmati sorellona; per prima cosa io e Seiji siamo usciti insieme per passeggiare, nulla di che. E seconda cosa, io a lui gli piaccio ma solo come amica.” “Sì per ora, ma poi quest’amicizia si trasforma in amore.” Sorrise ironicamente. “Non dire assurdità sorellona. A me l’amore non m’interessa minimamente.” “Sì, al momento non t’interessa. Anche io dicevo così quando…” Senza volerlo Amu pensò a Ikuto. “Quando?” “No niente, lascia stare.” Le shugo chara di Amu conoscevano Miru. “Voi siete le shugo chara di Amu?” “Sì, io sono Ran. Lei Miki, Suu e infine Dia.” “Wow, siete carinissime.” Gli sorrise Miru. “OH GRAZIE, ANCHE TU LO SEI MIRU!!” “Grazie ragazze.” Dopo questo fatto le sorelle Hinamori cenarono allegramente con i loro genitori e andarono a letto. Capitolo 8 “Il primo appuntamento” Era metà novembre di un pomeriggio freddoloso. Ami finite le lezioni stava ritornando a casa insieme a Seiji. “Aaah che stanchezza oggi a scuola…” Si stiracchiò. “Sì è vero… senti domani, cosa fai?” “Bè… visto che è domenica niente.” “Allora ti propongo di uscire con me.” Ami si fermò di colpo e la sua faccia diventò tutta rossa. “COSAAAA??? E PERCHE’?” Urlò a squarciagola in tutto la città del Giappone. “Ehi stai tranquilla, è solo un uscita tra amici.” “Sì, che equivale a Un primo Appuntamento.” “No, mia cara. Dai accetta, che ti costa?” “E va bene, ma non osare prendermi in giro per come mi vesto e altre cose ok?” “No, te lo prometto. Ti aspetto domani pomeriggio alle quattro vicino alla fontana del parco. Ti va bene?” “D’accordo. Ehm… io sono arrivata a casa. Ci vediamo domani.” “Sì, a domani.” Ami entrò velocemente in casa e andò camera sua non lasciando neanche il tempo ai suoi genitori e a sua sorella di salutarla. “Ah accidenti, sono nei guai fino al collo.” “Che bello, Seiji ti ha dato un appuntamento.” Disse radiosa Miru. “Che romantico.” Concordò Kimmy. “Ehi, chiariamo subito una cosa: Non è un appuntamento, ma una semplice uscita tra amici.” “Che cos’ha Ami, cara?” “Non lo so, le sarà successo qualcosa?” “Tranquille, vado a parlargli io.” “Grazie tesoro.” Amu salì le scale e bussò alla camera di Ami. “Ami, posso entrare?” “Sì, vieni.” Amu entrò in camera chiudendo la porta. “Cosa ti è successo? Sei entrata in camera tua come una furia.” “Ok ora te lo dico; Seiji mi ha chiesto di uscire domani pomeriggio.” “Ooooh un appuntamento, lo sapevo.” “Ti ci metti anche tu? Come ho già detto a Kimmy e Miru: NON E’ UN APPUNTAMENTO CHIARO??” Amu alzò le mani in segno di resa. “Va bene scusami, e perché ti ha chiesto di uscire?” “Seiji ha detto chiaramente che è una semplice uscita tra amici.” “Sei sicura che ti abbia detto così?” “Certo, perché dovrebbe mentirmi?” “Sai com’è… a volte i ragazzi mentono. Ti conviene stare in guardia.” “Per tua informazione sorellona, io so badare a me. Non son mica una sprovveduta come te che si dimentica le chiavi quando esce di fretta.” “E dai, è successo solo una volta.” “Eh meno male, guarda. Comunque, io non so cosa mettermi domani.” “Ascolta, se è solo un’uscita devi essere te stessa. Quindi normalmente con i vestiti che preferisci, d’accordo?” “Va bene, grazie dei tuoi consigli.” “Figurati, ritorno in camera mia.” “Ok…” Durante la cena Ami restò in silenzio per tutto il tempo. “Ami tesoro, tutto bene?” Gli domandò sua mamma preoccupata. “Sono un po’ agitata…” “E per cosa?” “Domani pomeriggio esco con il mio amico Seiji.” “COSA? LA MIA PICCOLA AMI HA UN APPUNTAMENTO CON QUEL BELL’IMBUSTO?” “Papà rilassati, non è un appuntamento. E’ solo una semplice uscita tra amici…” Sorrise Amu facendo l’occhiolino a Ami. “Sì, mia sorella ha ragione.” “Oh tesoro, che bello.” “Ma cara, non può uscire.” “Mio caro, Ami non è più piccola.” “Ben detto mamma.” Le sorrise. Suo papà si mise a piangere come al solito. Dopo cena tutta la famiglia guardò un po’ di tv, poi verso le dieci e mezzo andarono a dormire. Ami mentre era sotto le coperte si agitò compulsivamente, dopo si addormentò. La mattina dopo Ami si alzò verso le nove e mezzo e scese di sotto a fare colazione dove trovò subito sua sorella. “Ehi buongiorno sorellina.” “BUONGIORNO TESORO!!” “Sì, buongiorno a tutti. Non dovresti rimpinzarti di pancake.” “Devo farlo per mantenermi in forma.” “Vuoi ingrassare per non pensare a qualcuno che t’interessa a, per caso?” “Ma neanche per idea, come ti viene in mente?” “Se lo dici tu…” “Uffa, smettila.” “Amu tesoro, ce qualcun altro che ti piace?” “No mamma, non ti ci mettere anche tu. E piantiamola di parlare di queste cose senza senso per favore…” “Ok scusami, non ti faccio più queste domande.” “Ah bene… piuttosto sei pronta per la tua uscita con Seiji?” “Ovviamente, non sono per niente agitata.” “Si certo, lo vedo.” Sorrise Amu guardandola. “Sta zitta sorellona.” Ami finì di fare colazione. “Ok io sono a posto, adesso vado a prepararmi per rilassarmi un attimo.” “VA BENE, TESORO!!!” Ami andò in camera sua, si spogliò e indossò una camicia a quadri rossi e neri con le maniche corte con sotto una t-shirt nera, dei jeans strappati a vita bassa, e le sue converse preferite. “Che dite? Come sto?” Domandò a Kimmy e Miru. “STAI BENISSIMO!!” “Grazie ragazze.” Si pettinò i capelli, mise una giacchetta di jeans senza le maniche, salutò tutti e uscì di casa. “E così la mia sorellina sta crescendo, mi sembra ieri quando era piccola… che aveva tre anni ed entrava sempre in camera mia senza bussare.” “Eh sì è vero, che ricordi.” Concordò Ran. Ami stava passeggiando per il parco… “Ah che bella giornata oggi, non trovate?” “SI’, E’ STUPENDA!!” Dissero Kimmy e Miru in sintonia. “Sei più tranquilla ora?” Le domandò Miru. “Un po’ sì, grazie.” Le sorrise. Dopo mezz’ora ritornò a casa all’ora di pranzo e si sedette a pranzare. “Adesso che sei uscita sei rilassata?” Le domandò Amu. “Sì sorellona…” Le sorrise. “Mi fa piacere…” Dopo pranzo Ami andò nella sua camera distendendosi nel letto. Poi si addormentò senza volerlo… le ore passavano e si fecero le tre e mezzo. “Amiiii svegliati…” Ami si alzò di colpo. “Cosa è successo?” “Ehm… ti sei addormentata di colpo.” “Oh no, è tardi?” “No tranquilla. Sono solo le tre mezzo.” Ironizzò Kimmy. “Ah dannazione, devo cambiarmi.” “No, non ti cambiare. Stai benissimo anche così.” “Sei sicura?” “Ma certo, fidati di me.” Miru gli fece l’occhiolino. “Va bene. Perfetto, andiamo.” Ami prese la borsa, salutò di nuovo la sua famiglia e uscì di corsa. “Cavoli, spero di non arrivare in ritardo.” “Ma no tranquilla, dai.” Dopo un po’ raggiunse il parco fermandosi vicino alla fontana con il fiatone. “Ah sono arrivata in tempo, per fortuna. Oh mamma, che agitazione.” “Rilassati, fai dei bei respiri.” Le consigliò Miru. “Va bene…” Ami inspirò ed espirò… “Va meglio?” “Sì grazie…” Dopo un po’ arrivò Seiji. “Ciao Ami, è da molto che aspetti?” Ami osservò incantata Seiji: indossava una camicia blu e i jeans neri con la catenella attaccata. “Eh? No no…” Anche Seiji guardò Ami incluso il suo look. “Wow, oggi sei molto rocchettara.” “Oh sì, non ti piace?” “No, sei favolosa.” “Ma dai, non esagerare.” “No, dico sul serio. Tra l’altro anche io amo il look rocchettaro.” “Ah, mi fa piacere.” “Vogliamo andare?” “Sì…” Seiji la prese per mano. “Ma guarda, che non è necessario che mi tieni per mano…” Ami s’imbarazzò. “E invece sì. Sai questo parco del Giappone è molto grande… e tu potresti perderti.” “Va bene, allora ti tengo la mano solo per questo motivo.” “Eh eh, mi sembra ovvio. Tu pensi sempre male, piccola Ami.” “Ti sbagli, io non penso male.” “Sì lo so, tranquilla.” Passeggiarono per un po’, poi Seiji si fermò. “Ehi, ti va un gelato?” “Perché no?” “A che gusto?” “Al cioccolato, ma io non ho i soldi.” “Rilassati mia cara, pago io. Mi sembra il minimo…” “OH CHE ROMANTICO, SEIJI SI COMPORTO ESATTAMENTE COME UN PRINCIPE!!!” Dissero in coro Kimmy e Miru. “Oh insomma, piantatela, io odio queste smancerie delle favole.” “Tu dici che le odi, ma sotto sotto le ami.” “HO detto di no, uffa.” Seiji ritornò con due gelati al cioccolato, che glielo diede. “Ecco a te. “Grazie. Anche a te piace il cioccolato?” “Sì lo amo…” Ami s’imbarazzò… “Ci sediamo nella panchina?” “Oh sì…” Si sedettero in panchina gustandosi il loro gelato. “E’ buono?” “Sì molto…” “Oh aspetta, hai una macchia.” “Dove?” Seiji si bagnò il dito con la saliva e tolse la macchia di cioccolato sulla guancia di Ami e se lo leccò. “Qui, ora non ce l’hai più. Eh eh…” “Insomma Seiji, non era necessario che tu me la toglievi con la tua saliva.” “Hai paura che ti attacco i germi?” “Certamente, non è mica igienico sai?” “Oh andiamo, non fare la schizzinosa.” “Sarò anche una schizzinosa, ma io non mi metto di certo a fare queste cose.” “Ami dai, non litighiamo. Non roviniamo la nostra uscita.” “Sì hai ragione, scusami. Non so cosa mi è preso… probabilmente è colpa del mio nervosismo per quest’uscita.” “Tranquilla, lo immagino. E io farò qualsiasi cosa per farti rilassare.” Oh Seiji ti ringrazio, sei veramente cambiato. Eppure nei scorsi giorni mi detestavi molto e mi cacciavi facendomi sempre arrabbiare. E ora guardandoti adesso, sei diventata una persona migliore e gentile. Ami pensò questo di Seiji. Finirono i gelati e per un po’ stettero in silenzio. “Senti, volevo dirti una cosa.” “Sì dimmi…” “Com’eri da piccola?” “Che razza di domande fai?” “Dai voglio saperlo.” Lo disse seriamente. “D’accordo. Ero sempre casinista e facevo sempre impazzire mia sorella. Anche se avevo solo tre anni riuscivo già a vedere i shugo chara sia i suoi che gli altri.” “Ma veramente?” “Sì, te lo giuro.” Gli sorrise. “E’ fantastico.” “Già…” “E non solo questo… anche tu lo sei.” “Dai non scherzare Seiji…” la guardò seriamente e gli prese le mani. “Seiji ti senti bene? Hai un’aria seria…” Per tutta risposta Seiji l’abbracciò. “Seiji…” Si staccò da Ami. “Scusami, non so cosa mi sia preso.” “Ah tranquillo… guarda, il sole sta tramontando.” “Oh che bello…” Guardarono il tramonto ammaliati da tanta bellezza. Ami e Seiji restarono a guardare il tramonto fino alle cinque e un quarto, poi la riaccompagnò a casa. “Ti sei divertita oggi con me?” “Sì molto, ti ringrazio di questa uscita.” “Figurati, mia donzella. Buona serata Ami.” Seiji la baciò sulla guancia e andò via, Ami rientrò a casa. “Sono tornata.” “CIAO TESORO, COM’E’ ANDATA LA TUA USCITA CON SEIJI?” Dissero i suoi e sua sorella in contemporanea. “Tutto bene, grazie.” Ami andò in camera sua e si sdraiò nel letto. “Sei felice?” Le domandò Miru. “Sì dai… sono stata bene.” Sorrise. “Si vede…” Si spogliò e si mise subito il pigiama. “Ah così sto meglio. Amo stare in pigiama…” Kimmy e Miru le sorrisero. Si ridistese nel letto e piano piano si addormentò. “Oh sì è addormentata.” “Sì, doveva essere molto stanca per l’uscita di oggi con Seiji.” Durante la cena tutti erano a tavola, tranne Ami. “Amu scusa, ma tua sorella non cena?” Le domandò sua madre. “Aspetta, vado a chiamarla.” Amu salì su e bussò alla sua camera. “Ami, è pronta la cena. Non vieni?” Ma non ricevette nessuna risposta e così entrò e vide che stava dormendo. “Fossi in te non la sveglierei, sai era stanca già da prima.” L’avvisò sorridendo Miru. “Sì, hai ragione. E’ meglio lasciarla dormire.” Chiuse la porta e ritornò di sotto. “Ami si è addormentata, era stanca.” “Bè… è comprensibile. Vabbè dai, lasciamola dormire. Ceniamo noi tre stasera.” Decise suo padre. Cenarono e finito di mangiare Amu rientrò in camera sua. “Tua sorella si è addormentata?” Le domandò Ran. “Eh sì, era stanca. Però sono contenta che almeno lei si sia divertita con Seiji.” “Perché ho come l’impressione che non stiamo parlando solo di tua sorella?” Disse Miki. “Io non stavo parlando di me…” “Secondo me tu stai pensando al tuo principe azzurro, anche se non lo è per certi suoi modi…” Ipotizzò Suu. “Io non sto affatto pensando a quel maniaco di Ikuto.” Amu s’irritò voltando la testa dall’altra parte. “Dai Amu, non chiamarlo in quel modo. Non è un maniaco…” “Sentite, vi devo elencare tutte le cose che mi ha fatto? Partendo dal fatto che mi ha morso l’orecchio? O che ha appoggiato la sua testa sulle mie gambe come se fossero un cuscino?” “Si lo so, ma non è terribile…” “No certo. Per non parlare del fatto che dovunque andassi c’era sempre. Avete presente le cozze sui scogli?” “EH EH SI’…” Annuirono le sue shugo chara. “Ecco, Ikuto era peggio di una cozza. Mi stava sempre addosso…” “No poverino, lui è cotto di te. E anche tu lo sei, ma ti rifiuti di ammetterlo.” “Io cotta di lui? Non scherziamo per favore…” Si spogliò e si mise il pigiama. “Capisco che sei arrabbiata con lui, però ti sei dimenticata che ti ha salvato sempre la vita dalla Easter.” Le ricordò Ran. “E tu non lo hai neanche ringraziato.” “Che c’entra questo scusate? Allora lui che è partito per Parigi e non si è degnato nemmeno di chiamarmi? MI dispiace, ma questa non gliela faccio passare. Non voglio più sentir parlare di lui, ok? Ora vado a letto, buonanotte ragazze.” “BUONANOTTE AMU!!” Amu spense la luce e si addormentò profondamente. Capitolo 9 “Arriva Natale” Finalmente era arrivato il natale e con esso le tanto attese vacanze natalizie. Tutta la casa Hinamori era decorata di varie decorazioni natalizie. Amu e Ami si alzarono in contemporanea alle nove precise. “Ben svegliate principesse di papà. E buon natale” Disse il loro papà con le stelline negli occhi. “Sì buon natale papà, ma non hai un po’ esagerato con le decorazioni natalizie?” Disse Ami osservando tutta la casa. “E’ vero, concordo con Ami stavolta.” Ironizzò Amu. “Hanno ragione caro, ne hai messe troppe.” “Ma il natale è molto bellissimo, non trovate?” Non gli rispose nessuna. “Comunque, a parte questo… possiamo aprire i regali?” Domandò Amu. “No prima fate colazione e poi li aprite.” “VA BENE!!” Dissero in sintonia le sorelle Hinamori. Fecero una gustosa colazione a base di pancake. Amu vide che Ami li mangiava anche lei. “Ami, ma tu non eri a dieta?” “Dato che oggi è natale, prenderò un po’ di chili.” “Ma tu non hai bisogno di fare la dieta, stai benissimo così.” “Sì per ora…” “No dai, fidati di me.” “Uffa, va bene.” Finirono di fare colazione e andarono ad aprire i regali sotto l’albero di natale. Amu aprì il primo: era una piccola scatola con sopra scritto Bijou. L’aprì subito e trovò una collana con il teschio e i brillantini. “Wow bella, è proprio del mio stile. Chi me l’ha fatta?” “Io e tuo papà insieme. Sai, lui era indeciso e così l’ho aiutato.” “Vi ringrazio, me la mettete?” “Te la metto io sorellona…” Ami gliela mise subito. “Ecco fatto. Ti sta d’incanto…” “Grazie sorellina. Questo verde con il fiocco verde di chi è?” “E’ sempre tuo…” “Oh bene.” Lo aprì scartando la carta e trovò una graziosa sciarpa di lana nera a poi bianchi e viola. “E’ stupenda, questa si abbina alla mia maglia nera e rossa con i legghins viola.” “Questa te l’ho fatta io tesoro.” “Grazie papà…” Amu gli sorrise. Adesso era il turno di Ami: suo papà gli aveva regalato una maglia bianca con una stella dorata di lana pregiata. “E’ carinissima, grazie papà.” “Figurati tesoro.” Sua mamma invece gli aveva regalato un braccialetto con i cuori glitterati. “Oh mamma, è stupendo.” Ami abbracciò i suoi genitori. “Tu ti meriti questo e altro.” “Grazie di cuore, me lo metti?” “Certamente.” La mamma gli mise il braccialetto sulla mano destra. “Uuuh... come brilla.” Ami lo guardò meravigliata… “Però noi, non vi abbiamo regalato niente…” Sì, è vero…” Concordò Amu. “Non vi preoccupate, il regalo più bello per me e vostro padre siete voi due.” “OH MAMMA… CI FATE COMMUOVERE!!” le sorelle Hinamori abbracciarono i loro genitori. Dopo aver aperto i regali parlarono del più e del meno, poi ad Amu suonò il telefono. Drinn… “Amu ti squilla il telefono in camera.” “Cavoli, non sapevo che si potesse sentire la chiamata del mio telefono fino a qui. Scusate, vado a rispondere.” “Vai pure…” le disse sua madre. Andò velocemente in camera sua e vide che era Mutua; rispose subito. “Pronto, ciao Utau.” “Ciao Amu, buon natale.” “Anche a te.” “EHI AMU, BUON NATALE!!” Dissero in coro Sanjo, Nikaido e Kukai. “Chi è che ha urlato?” “In questo momento sono a casa della signorina Sanjo, Nikaido e quel casinista di Kukai.” “Io non sono casinista, mia cara.” Daichi se la rise. “Eh eh…” “Sta zitto Kukai.” “Oh che bello, ma dimmi. Perché mi hai chiamato?” “Questa sera hai da fare?” “Bè… essendo natale direi di no.” “Perfetto, allora vorrei invitare te e la tua famiglia a cena da noi. Vi va?” Amu ci pensò un attimo poi decise. “Sì, molto volentieri.” “Benissimo, allora stasera vi vengo a prendere alle sette e un quarto. Va bene?” “Va benissimo.” Amu sorrise. “Ok ci vediamo stasera, fatevi trovare pronti.” “D’accordo ciao.” Amu chiuse la chiamata. “Utau ti ha invitato a cena?” Le domandò Ran. “Sì, per essere precisi… a casa della signorina Sanjo e Nikaido, insieme a Utau e Kukai.” “CHE BELLO!!” “Sì, vado subito a dirlo ai miei genitori.” Amu scese di sotto correndo. “Mamma, papà, sorellina ho una bella notizia.” “DI COSA SI TRATTA?” Dissero loro in contemporanea. “Questa sera Utau ci ha invitato a casa di Sanjo e Nikaido.” “Ah ottimo…” “Siete contenti?” “Ovvio sorellina, è da un pezzo che non vedo Utau. Mi mancava…” “Quindi accettate?” “CERTO CHE SI’!!” la sua famiglia annuì felicemente. “Benissimo, mi fa piacere.” Amu e Ami ritornarono nelle proprie camere, mentre i loro genitori preparavano il pranzo. “Sono stupita dal comportamento di Utau.” “Perché?” “Vi ricordate che all’inizio era gelosa di me e del mio rapporto con suo fratello?” “Eh sì, è vero.” Annuì Ran. “Ehi, non avevi detto che non ne parlavi più di Ikuto? Quindi se lo nomini significa che un po’ ci tieni.” Sorrise ironicamente Miki. “No per niente, l’ho nominato per sbaglio.” “Sì certo, per sbaglio…” “Ok basta, da stasera in poi non lo nominerò mai più.” “Se lo dici te, ma non sarà facile. Ti sei dimenticata che Utau ti ha detto che a primavera inoltrata ritorna suo fratello?” Amu si coprì la faccia disperandosi. “Oh no, è vero… fammi pensare; Ah ho trovato, non uscirò più da casa.” “Cosa? Stai scherzando?” “No sono seria Ran. Pur di non vedere quel maniaco, io mi chiudo in casa.” “Ma sei impazzita per caso?” “Perché scusa?” “Non puoi stare sempre chiusa in casa solo per evitare di vedere Ikuto.” “Già Miki ha ragione, devi affrontarlo.” “Oh sì certo. Immaginate la scena, ehi Ikuto ciao quanto tempo… sai io ti ho sempre aspettato ininterrottamente come una povera idiota in questi giorni, e tu non si sei mai fatto sentire. Ah ma tranquillo, io non ho sofferto per causa tua.” “Dai, non essere tragica… non andrà così.” “Io non sono tragica. E ora vogliamo smetterla di parlare di quell’idiota? Da adesso in poi voglio pensare soltanto a me e ai miei fantastici amici.” “Si va bene ma…” “Niente ma Ran. Ho deciso così e basta…” “RAGAZZE, E’ PRONTO IL PRANZO!!” “Oh, bene si mangia.” Amu usci dalla sua camera e anche Ami che andarono velocemente a tavola. “Ehi, che velocità ragazze. Una volta ci mettevate una vita a uscire dalle vostre camere quando vi chiamavo.” Dichiarò la loro mamma. “Bè mamma… sai com’è ora siamo un po’ responsabili riguardo ai doveri della famiglia, vero Amu?” “Sì certo. Oh guarda quanto ben di dio, mamma stavolta ti sei superata in cucina.” “Oh grazie tesoro…” “Mm… è tutto così delizioso mia cara.” Il papà aveva gli occhi a cuoricino. Mangiarono assaporando il cibo con gusto. “Ah sono pienissima…” “Anche io sorellina.” “Non è ancora finito il pranzo, care ragazze. Ho fatto anche il dolce…” “No mamma, io non ce la faccio a mangiarlo.” “Dai almeno un pezzettino Amu...” “Va bene, mi sacrifico. Tu Ami lo mangi?” “Certo, io ho ancora un po’ di spazio nella pancia.” “Ah beata te.” “Ho una bella costituzione dimagrante.” Lo disse con orgoglio. La mamma portò il dolce a forma di stella di natale di pan di spagna ricoperta di puro cioccolato, dove sopra c’era scritto Merry Christmas. “OOOH CHE BEL DOLCE!!” Esclamarono tutti felici ed estasiati per il dolce. “Sono contenta che vi piaccia.” La tagliò in quattro pezzi e la mise nei loro piattini. Il papà, Amu e Ami la assaggiarono subito “AAAH E’ BUONISSIMA, COMPLIMENTI!!” “Lo sapevo che vi sarebbe piaciuta.” Sorrise compiaciuta e soddisfatta. Finirono il dolce, la mamma sparecchiò e lavò il tutto. Poi si sdraiarono tutti sul divano per digerire il pranzo. Amu e Ami di addormentarono ognuna vicino all’altra. “Guarda che carine, dormono vicine.” “Sì molto…” Disse il papà guardandole dolcemente. “Che dici? Andiamo a riposare anche noi? Così per stasera siamo rilassati e pronti per prepararci da Utau.” “Sì dai… aspetta gli metto una coperta sopra.” Prese una coperta e gliela mise sopra alle due sorelle sul divano. “Ecco fatto, andiamo.” “Sì…” I loro genitori andarono di sopra a riposare un po’. Dormirono fino alle cinque; La mamma e il papà si alzarono per primi. “Che ore saranno?” Suon marito guardò il suo orologio da polso. “Sono le cinque adesso, cara.” “Caspita, abbiamo dormito fino a adesso.” “Eh sì…” “Su andiamo a svegliare le nostre figlie. Altrimenti, non si svegliano più.” Sorrise. “Sì, hai ragione…” Scesero di sotto e svegliarono Amu e Ami. “Ehi dormiglione, svegliatevi.” Amu e Ami si svegliarono insieme. “Che succede? E’ tardi??” Disse Amu nervosa. “Oh no no, tranquilla tesoro. Sono solo le cinque…” Sorrise sua madre. “Cosa? E noi abbiamo dormito fino a ora? E per di più io ho dovuto vicino a mia sorella, che orrore. Si può sapere perché non mi avete portato in camera mia?” Disse Ami sconvolta. “Oh grazie della tua gentilezza sorellina…” “Ma tesoro, eravate così carine mentre dormivate insieme. Così ti ho lasciata stare dov’eri.” “Va bene, per questa volta la lascio passare. Ma solo per oggi…” “Molto bene, visto che è freddo… vi va un the?” “Assolutamente sì…” La mamma ripiegò la coperta sul divano e fece il the per tutti. “Ah com’è caldo e confortevole il the.” Disse Amu bevendolo con gusto e assaporandolo. “Siete pronte per la grande cena di stasera da Utau e Company?” “CERTO CHE SI’!!” Annuirono tutti felici. Bevvero il loro the e Amu stranamente sparecchiò e lavò le tazzine. “Come mai hai lavato le tazzine del the?” Le domandò sua madre. “Così, mi andava di farlo. Non dovevo?” “Bè sì… però mi hai sorpreso. Di solito tu non fai le faccende domestiche.” “E vabbè dai, mi andava e basta.” “Non è che vuoi chiedere qualcosa ai nostri genitori? Tipo la paghetta?” Ipotizzò Ami sorridendo ironicamente. “No sorellina, hai sbagliato in pieno. Sono cresciuta e sono una ragazza matura e responsabile. Vi sembra strano?” “ASSOLUTAMENTE NO!!” “Oh tesoro, siamo così fieri di quello che sei diventata.” “Sì anche io…” Suo padre l’abbracciò calorosamente. “Hugh… grazie papà. Ora potresti lasciarmi? Mi stai stritolando…” “Sì scusa…” Sciolse l’abbraccio… “Ragazze, ora andiamo a prepararci. Sono le cinque e mezzo.” “VA BENE, MAMMA!!” Le sorelle Hinamori andarono a vestirsi come i loro genitori. Amu indossò un vestito a tema natalizio. Una maglia nera con un albero d’oro glitterato, dei legghins e gli stivali lunghi. “Et voilà, come sto ragazze?” “SEI MOLTO FASHION!!” Le tre shugo chara la guardarono ammirando il suo look. “Oh grazie…” E Ami indossò la maglia a collo alto che gli aveva regalato il suo papà insieme ai jeans neri e le sue amate converse. “Fatto, come mi sta?” “BENISSIMO!!” Dissero Kimmy e Miru in contemporanea. “Vi ringrazio.” Finito di vestirsi scesero di sotto ad aspettare ai loro genitori. “Caspita, sei molto carina e luminosa stasera.” Disse Ami guardandola estasiata. “Tu dici? Dai, non esagerare. Comunque anche tu…” “Grazie mille…” “SI’, LO PENSIAMO ANCHE NOI!!” Dissero tutte le loro shugo chara. Dopo un po’ scesero la mamma e il papà. Amu e Ami li guardarono incantati dalla loro bellezza. Il papà indossava una camicia blu con sopra un gilet nero con i bottoni, i jeans marroni e le scarpe nere tirate a lucido. E la mamma invece aveva un vestito invernale rosso lungo fino alle ginocchia, i jeans neri e i stivaletti. “SIETE STUPENDI!!” “GRAZIE RAGAZZE, ANCHE VOI!!” “Allora, che ore sono adesso?” Domandò la mamma. Amu guardò l’orologio appeso in alto. “Le sei in punto, mamma…” “Ah bene, siamo in anticipo. Non ci resta che aspettare…” “Sì giusto.” Tutta la famiglia aspettarono le sette e mezzo. Amu nel frattempo si perse nei suoi pensieri ripensando a quello che gli avevano detto Ran, Miki e Suu su quell’impiastro di Ikuto. Da domani mi chiuderò in casa. E non uscirò neanche per le emergenze, così non incontrerò a qualcuno. Amu sorrise soddisfatta. “A cosa pensi?” le domandò sua sorella. “No niente, pensavo che sono molto felice di essere stata invitata da Utau.” Sorrise. “Sei sicura che è solo per questo?” “Ma certo, perché per cosa dev’essere?” “Nulla, pensavo che c’entrasse qualcun’altro.” “Assolutamente no, perché pensi questo?” “Non lo so, ma ho avuto questa strana sensazione.” “No hai sbagliato. Comunque cambiando argomento, non hai invitato anche il tuo amico Seiji?” “No, stasera vuole festeggiare il natale con la sua famiglia. E poi è ancora presto per invitarlo, non credi?” “Bè sì… effettivamente. Eh eh…” Fiuu… l’ho scampata bella. Pensavo che dicesse il nome di quello. Ma aspetta, mia sorella non può saperlo. Quindi perché ha avuto questa sensazione nel senso che pensavo qualcuno Sono così prevedibile? No non credo… devo stare molto attenta a come mi comporto con gli altri. Passò mezz’ora e finalmente vennero le sette e mezzo. Il telefono di Amu suonò e lei rispose subito. “Sì?” “Amu, sono Utau. Sono qui fuori in macchina. Venite…” “Sì subito…” Chiuse la chiamata. “Utau è qui fuori in macchina, andiamo?” “SI’!!!” Amu prese il porta shugo chara e la sua borsa. E anche Ami e la mamma, poi uscirono salendo nella macchina di Utau. “CIAO UTAU!!” “Ciao a tutti famiglia di Amu. Davanti ci stava la mamma, dietro in mezzo Ami, alla sua destra Amu e alla sua sinistra il papà. “Come state?” “BENE GRAZIE E TU?” “Bene dai. Ma aspetta un attimo, non mi dire che tu sei proprio Ami? La sorella piccola di Amu.” Utau la guardò attraverso il specchietto retro visore. “Eh eh, esatto…” le sorrise. “Cavoli, sei irriconoscibile. Quanti anni hai ora?” “Undici e mezzo.” “Accidenti come vola il tempo. Mi ricordo che fino a ieri avevi tre anni. E ora sei una splendida donna.” “Grazie…” Detto questo Utau mise in moto l’auto e partì. “Allora Ami, immagino che ora vai alle Seiyo Academy vero?” “Eh sì. Sai, sono molto brava ed eccello in tutte le materie a differenza di mia sorella.” Disse Ami vantandosene. “Oh insomma Ami, non è vero.” “Tranquilla, scherzavo. Ah ah ah…” “Ah bene…” “E’ normale che la sorella più piccola sia più brava a scuola. E dimmi, ce qualcuno che t’interessa?” “Oh sì, è…” Ami gli tappò la bocca. “No nessuno. Io detesto l’amore.” “Ah capisco… io da quando sto con Kukai sto benissimo. A volte mi fa arrabbiare, ma è normale. Poi lui per me farebbe qualsiasi cosa.” “Sono felice per voi…” Le sorrise Amu. “Ora rimani tu, cara Amu…” “Che vuoi dire?” “Non fare la finta tonta, sai a cosa mi riferisco.” Mu girò la testa da un’altra parte Utau sorrise ironicamente. Mi dispiace, ma non puoi scappare dai tuoi sentimenti Amu. Io farò in modo che tu e mio fratello vi fidanzerete. E’ vero che all’inizio ero gelosa del vostra rapporto d’intesa fin dall’inizio, ma poi ho capito che in realtà voi due vi amate, ma tu ti rifiuti di ammetterlo. E’ per questo che farò in modo di farvi rimanere da soli quando ritornerà tra un paio di giorni. Utau sorrise. “Perché hai sorriso?” “Oh niente, cose mie…” “Oh capisco…” “Ok siamo arrivati…” Utau parcheggiò vicino alla casa. Tutta la famiglia scese dall’auto, inclusa Utau. Davanti a loro c’era una graziosa casa coi mattoni rossi, ed era tutta piena di decorazioni natalizie. “OOOOH CHE BELLA CASA!!” Esclamarono tutti ammirandola. “Già, niente male eh?” Utau gli fece l’occhiolino. “Su entriamo, sennò vi congelate stando qua fuori.” Utau suonò. “Oh eccoli, sono arrivati.” Sanjo aprì la porta. “Buonasera ragazzi, benvenuti a casa mia. Prego, accomodatevi.” “GRAZIE!!” Entrarono in casa e Sanjo chiuse la porta. “Ehilà Amu, ciao!!” Kukai l’abbracciò. “Oh ciao Kukai.” “Ciao famiglia di Amu.” “Salve maestro Nikaido.” “Oh per favore Ami, chiamami Nikaido.” “Va bene Nikaido.” “Questa casa è molto calda e confortevole, complimenti.” Disse la mamma di Amu. “Oh grazie. Noi teniamo sempre i termosifoni accesi per questo terribile freddo. Ma bando alle ciance, spogliatevi e datemi i vostri giubbotti.” “D’ACCORDO!!” Diedero I loro giubbetti a Sanjo che li appese all’attaccapanni. “Nel frattempo sedetevi a tavola, io finisco di cucinare.” “D’ACCORDO!!” Tutti si sedettero a tavola Utau e Kukai stavano seduti vicino, Amu vicino a sua madre e Ami a suo padre. I due posti a capo tavola erano di Sanjo e Nikaido. “Bene, è pronto.” Sanjo mise il cibo nei piatti cupi; che erano i tortellini in brodo. “Oh io amo i tortellini in brodo.” Disse Amu. Anche gli altri annuirono. “Sono contenta che vi piaccia, buon appetito a tutti.” “ALTRETTANTO!!” Mangiarono assaporando i tortellini con gusto, parlando del più e del meno. “Utau scusa, dove sono Eru e Iru?” Domandò Amu. “Attualmente dentro le mie uova…” “Ah ho capito. Comunque anche mia sorella ha due shugo chara.” “Ma dai, davvero?” “Sì, si chiamano Kimmy e Miru. A dire il vero Kimmy è la prima e Miru è nata l’altro ieri dal mio desiderio di aiutare gli altri che sia amore o amicizia.” “Che cosa bella.” “Sì, lo penso anche io…” Sorrise Kukai. Erano le nove di sera e Sanjo portò il dolce mettendolo nei piatti di tutti. “Ecco a voi il dolce.” “UUUH CHE BUONO!!!” “Vi ringrazio di cuore.” Finito di mangiarsi il dolce Sanjo versò lo spumante nei calici inclusi Amu e Ami, anche se non bevevano brindavano lo stesso. “Brindiamo tutti a questo meraviglioso natale.” “BUON NATALE!!” Tutti brindarono felici ed entusiasti. A un certo punto il cellullare di Amu squillò. “Ah scusate…” Lo prese e si alzò allontanandosi dalla tavola. Lo aprì e vide che era un messaggio. “Chi è che mi scrive?” Sul cellullare c’era scritto: Buon natale mia principessa, non vedo l’ora di rivederti!!! Baci Ikuto. Vicino al testo c’era lo smile del bacio. Non posso crederci, come si permette di mandarmi un messaggio del genere? Amu cancellò il messaggio e strinse il telefono con rabbia. “Amu, va tutto bene?” Si preoccupò Utau ”Eh? Sì tutto ok…” “Chi ti ha scritto?” “Oh nessuno, era un messaggio pubblicitario.” “Ah ok… ah quasi mi dimenticavo, ho un regalo per te.” “Dai veramente?” Amu mise il suo telefono dentro alla sua borsa. “Sì, eccolo qua.” Utau gli diede una busta rosa con un fiocco nero. “Oh grazie Utau, che cos’è?” “Aprilo e lo scoprirai.” Amu aprì la busta e ci trovò una vestaglia blu di seta primaverile. “Oddio, ma è stupenda.” “Ti piace? L’ho fatta io…” “Wow si l’adoro. Ti ringrazio, ma da quando tu cuci?” “Bè… da un po’.” Utau si imbarazzò. “In ogni caso sei bravissima, l’hai fatta veramente bene…” “Grazie mille…” L’ha piegò e la rimise dentro la busta. Finirono di festeggiare il natale, si fecero di nuovo gli auguri e Utau li riaccompagnò a casa. Dopo questa serata andarono tutti a dormire stanchi ma felici. Capitolo 10 “Il ritorno di Ikuto” Il natale era finito ormai e adesso era arrivata la primavera insieme alle vacanze. Amu si alzò alle nove di buon umore. Aprì le tende… “Aaah… che bella giornata. Si vede che è arrivata la primavera.” “Buongiorno Amu, oggi sei di buon umore.” Le sorrise Ran. “Sì. Sapete la primavera mi rende molto felice… ce sempre il sole, gli uccellini che cantano…” “Sì, soprattutto Il grande ritorno di Ikuto.” Sorrise Miki. “Ragazze, che vi avevo detto?” “DI NON NOMINARTI IKUTO!!” “Ecco brave… e poi da oggi iniziano le vacanze primaverili, quindi niente scuola.” “EVVIVA!!” Esultarono le sue shugo chara. “Cosa farai oggi Amu?” “MI sembra ovvio no? Starò a casa a rilassarmi.” “Ma dai, non puoi restare sempre a casa con queste belle giornate.” “Già Ran ha ragione, dovresti uscire a prendere un po’ d’aria.” “E rischiare d’incontrare quel fesso? No grazie. Se necessario per evitare di vederlo, mi segregherò in casa fino a invecchiare.” “Dai Amu, non esagerare… esci solo per fare una passeggiata e non pensare a tu sai chi.” “E va bene oggi pomeriggio farò una passeggiata.” “Brava, fai benissimo.” Miki gli fece l’occhiolino. Detto questo Amu scese di sotto a fare colazione. “Buongiorno famiglia!!” “BUONGIORNO TESORO!!” “Sorellona, sbaglio oggi sei stranamente di buon umore?” “Certo, perché ci sono le vacanze primaverili. E tu non lo sei?" "Sì, ma sei sicura che sia solo per questo?” “Ovviamente, perché per cos’altro dovrei essere felice?” “No nulla, forse mi sono sbagliata.” “Eh sì, può darsi…” “Tesoro, oggi pomeriggio hai da fare?” Le domandò sua madre. “In verità dovevo fare una passeggiata al parco, ma nulla di che. Perché?” “Dovresti farmi delle commissioni.” “Ah va bene, te le faccio volentieri.” “Grazie tesoro. Sai mi stupisci ogni giorno di più, tempo fa ti saresti rifiutato di fare le mie commissioni. Invece oggi le fai con piacere, sono orgogliosa di te.” “Dai mamma, m’imbarazzi. Eh eh…” Finirono di fare colazione e le sorelle Hinamori ritornarono nelle loro camere. “Ragazze, oggi pomeriggio mia madre mi ha incaricato di fare delle commissioni per lei. Perciò devo uscire comunque.” “Ah ottimo, così ti fai una bella passeggiata rilassante.” “Sì, non vedo l’ora…” “Spero che tu non incontra qualcuno che detesti.” Ironizzò Miki. “No vedrete che non lo incontrerò, perché farò queste commissioni il più velocemente possibile.” “Tu dici?” “Certo, ok ora vado un attimo in balcone.” Amu aprì la finestra e andò in balcone. Che bella giornata. Non vedo l’ora di uscire, ma solo per fare le commissioni di mia madre e non incontrare quell’essere. “Ragazze, è pronto.” Urlò la loro mamma. Amu rientrò in camera e chiuse la finestra. “Bene, si mangia.” Uscì dalla sua camera e scese di sotto insieme a sua sorella… e pranzarono. “Ami, tu cosa fai oggi?” “Niente di che, sto a casa.” “Ma come? Io pensavo che uscissi con il tuo amico Seiji.” Le sorrise Amu ironica. “Ah che bella battuta sorellona. Per tua informazione sono ancora piccola per certe cose.” “Sì, quando ti fa comodo lo sei…” “Dai ragazze, non litigate.” “Va bene, scusami Ami.” “Scusa anche tu…” Si sorrisero. Finito di pranzare Ami guardò un po’ di tv e Amu dormì un po’. E naturalmente sognò Ikuto… “No Ikuto, vattene… non ti avvicinare…” “Oh Amu sta sognando Ikuto, poverina… anche se lo nega tiene molto a lui.” Disse seriamente Ran. “Già, si vede…” Poi dopo un po’ Amu si svegliò di colpo… “Oh no, accidenti. Ho sognato di nuovo a quell’idiota. Ormai è un incubo che mi tormenterà per tutta la mia vita.” Amu si mise le mani in faccia coprendosela. “Su Amu, non farla tragica. Non è il tuo peggior incubo.” “Non farla tragica? Scherzi spero… io non posso continuare a fare incubi su quel maniaco.” “Mia cara, tu continui a sognarlo perché lo ami dal profondo del tuo cuore.” Sorrise Miki. “SI’ E’ VERO!!” Concordarono Ran e Suu. “Oh mio dio, ma vi state ascoltando? Io penso che siete ubriache e non sapete quello che dite.” “No invece io e le altre sappiamo bene quello che diciamo.” “Sì certo, come no…” “Stai reagendo come qualche tempo fa; quando ti avevamo detto che eri cotta di Tadase. E poi vi eravate dichiarati… e lo stesso capiterà con Ikuto.” “Guardate che con Tadase è stato facile dichiararmi, dato che anche lui provava i miei stessi sentimenti. Con Ikuto invece proprio per niente, quindi smettetela di paragonare quell’ebete con Tadase.” “Scusaci Amu, ma era per farti capire che prima o poi anche tu troverai il coraggio di dichiararti a Ikuto.” Disse Ran seria e decisa. “Ora basta, ve lo dico chiaro e tondo: Io non mi dichiarerò mai a quell’essere inferiore.” “ESSERE INFERIORE? ADDIRITTURA? OOOH POVERO IKUTO, SE TI SENTISSE IN QUESTO MOMENTO GLI PRENDEREBBE UN COLPO!!” Dissero tutte e tre all’unisono. “Ah ora lo difendete pure? Complimenti. Sarei molto contento se starebbe male, così impara.” “Non essere cattiva con lui, dai.” “Io non cattiva con lui, casomai è il contrario. Ah adesso basta parlare di queste cose noiose. Che ore sono?” Amu guardò il display del suo cellullare. “Mm… sono le quindici e trenta. Sì, direi che posso uscire ad andare a fare le commissioni.” Si spogliò e indossò una felpa bianca leggera dell’Adidas, i legghins e le converse. Un look semplice e casual: “Ok ragazze io vado, voi aspettatemi qui ok?” “VA BENE!!” Detto questo Amu prese la sua borsa, uscì dalla sua camera e scese di sotto. “Eccomi mamma, sono pronta a fare le tue commissioni.” “Ah bene tesoro, ti ho fatto una lista.” Gli diede un foglio di carta. “Cosa? Ma sono tante cose…” “Certo, che ti aspettavi scusa?” “Bè delle poche cose…” “Eh no cara, è una lista lunga. Non mi dire che non ti va bene?” “Sì sì, va bene, Tranquilla.” “Ottimo.” Spero di non incontrare quell’individuo. “Perfetto, ecco a te i soldi. Se non ti bastano usa i tuoi.” “Ok mamma, a dopo.” “Sì, a dopo.” Amu uscì di casa… Ah uffa, io pensavo che erano poche cose. E invece è una lista lunga. E va bene pazienza, vorrà dire che cercherò di fare il più in fretta possibile. Ok cominciamo… Iniziò ad andare nei vari negozi di orto frutta, pane fresco ecc. Bene ho quasi finito, mi manca un’ultima cosa. Entrò nell’ultimo negozio, pagò e andò via. Ah che stanchezza, queste buste mi pesano un po’. Ho deciso vado al parco a sedermi un attimo nella panchina, così mi riposo un po’. Passò per il parco e si sedette in una panchina appoggiando le buste per terra. Ah ora mi rilasso un attimo… Chiuse gli occhi per rilassarsi, ma improvvisamente ci fu un’ombra, ed Amu riaprì immediatamente gli occhi. “Ciao Amu, sono ritornato.” Questa voce la riconoscerei tra mille. No non può essere… Era proprio Ikuto in carne e ossa. Indossava una giacca marrone con degli adesivi stemma pubblicitari stile da motociclista, dei jeans neri e le scarpe. Ikuto la osservò dalla testa ai piedi. “Wow, adesso che ti guardo meglio sei diventata proprio bellissima. Immagino che adesso farai il liceo. Bè? Non mi dici niente? Perché te ne stai lì a guardarmi seriamente? Non sei felice di vedermi, mia principessa?” “Un attimo fa ero contenta, la mia vita era perfetta senza di te. Ma ora che ti vedo, mi hai rovinato la giornata.” “Ehi che modi, per un ragazzo che tiene a te.” “Tu terresti a me? Accidenti, che bella battuta. Dovresti fare il teatro… se ci tenevi veramente a me, mi avresti telefonato per sapere come stavo, cosa facevo… ma figurati, non l’hai mai fatto.” “E’ che ero impegnato…” “Sì eri talmente impegnato da non poter neanche fare una sola chiamata.” “Amu ascoltami…” “No ascoltami tu. Ma per chi mi hai preso? Per uno dei tuoi piatti della cucina? Che fai, mi prepari, mi assaggi e poi ti faccio schifo e mi butti via.” “Ma cosa dici? Tu non sei uno dei piatti della cucina.” “Com’era quella frase che mi avevi detto molto tempo fa prima che partivi per Parigi? Non ti preoccupare, non essere triste. Molto presto ti telefonerò. Infatti ne ho ricevuto un sacco di telefonate in questi giorni.” “Mi dispiace Amu, capisco che ce l’hai a morte con me. Ma cercherò di farmi perdonare da te…” “Ma sentitelo, cercherai di farti perdonare. Non sprecare energie, è meglio.” “Non dire queste cose dai, io so che tu sei innamorata di me.” “Sì hai detto bene, lo ero. Ma adesso non più.” “No Amu per favore…” “Tu mi dicevi sempre che dovevo sbrigarmi a crescere perché ero troppo infantile, ricordi? E ora sono una ragazza matura e saggia. Tu invece sei rimasto il solito ragazzino che non sa mai quello che vuole.” “E’ vero, qualche volta non so cosa voglio. Ma su una cosa sono sicuro, voglio te.” “Chi pensi che sia? Un oggetto?” “No, non volevo dire questo. Scusami…” “D’accordo basta, mi hai stancato. Senti, io faccio la mia vita e tu ti fai la tua. Fine della storia, ciao.” Amu prese le sue buste e andò via lasciando Ikuto di sasso. Mi dispiace mia principessa, ma io non rinuncerò mai a te. Anche se mi odi e mi tratti male mi attrai sempre di più. Ti farò innamorare di nuovo di me. Ikuto sorrise dolcemente. Amu ritornò a casa. “Sono ritornata.” “AH TESORO BENTORNATA!!” “Grazie…” “Cara, come mai ci hai messo così tanto con le commissioni?” “Scusa mamma, ma c’erano molte persone nei negozi di sabato.” Ah sì, è comprensibile…” Appoggiò le buste nel tavolo. “Ecco qua le tue commissioni. Ah ho preso anche gli orsetti gommosi per me e mia sorella. Dato che piacciono anche lei, non ti dispiace vero?” “Assolutamente no tesoro, hai fatto bene.” “Grazie mamma, vado a portargliele.” Prese un sacchetto per lei e Ami e andò in camera di Ami bussando. “Ami, posso entrare?” “Sì certo, vieni.” Entrò… “Ti ho preso le tue caramelle preferite: gli orsetti gommosi.” Gliele diede. “Oh grazie sorellona, ti voglio bene.” “Figurati, anche io. Li ho presi anche per me.” “Ci avrei scommesso.” Si sorrisero. Poi Amu ritornò in camera sua… “Rieccomi qua ragazze.” “CIAO AMU!!” Dissero le sue shugo chara felici. “Allora, com’è andata?” “Benissimo, i negozi erano molto pieni di gente. D’altronde era sabato. Ne ho approfittato anche per prendere le caramelle che piacciono sia a me che Ami: gli orsetti gommosi.” “Ho capito, ma io non mi riferivo a questo.” Disse seria Ran. In un primo momento restò in silenzio, poi parlò. “Come volevasi dimostrare ho incontrato quell’essere di Ikuto al parco.” “Oh che bello, l’hai abbracciato per la felicità?” “Vi siete dichiarati?” “Ma assolutamente no, scherzate? Gli ho dato il ben servito dicendogli tutto il peggio possibile.” “NOOOO AMUUUU, POVERO IKUTO!!!” Dissero le sue shugo chara disperandosi. “Povero un par di scatole. Io ho sofferto per colpa sua in passato, ve lo siete dimenticato?” “No lo sappiamo, ma ora è ritornato solo ed unicamente per te.” “Ran senza offesa, ma ora non m’interessa più niente di lui ok? Gli ho detto chiaramente che deve fare la sua vita e io la mia. Storia chiusa…” “Secondo me Ikuto non si arrenderà per niente, e farà di tutto per riconquistarti.” “Per quanto mi riguarda può fare quello che vuole, ma non ci riuscirà. Io adesso non sono più l’ingenua ragazzina che si fa fregare.” Si spogliò e si mise il pigiama. “Sapete, quando gli ho detto che non ero più infantile ha fatto una faccia sconvolta. Oh poverino… dovevate vederlo.” “Amu non sei un po’ crudele con lui?” Le domandò Miki. “Io crudele? No per niente. E allora lui che tempo fa lo era con me? Io gli sto semplicemente ricambiando il favore riservandogli un trattamento speciale. E’ quello che si merita, dopo quello che mi ha fatto.” Amu sorrise malignamente spaventando Ran, Miki e Suu. “ODDIO AMU, FAI PAURA!!” “Muhahaha, fate bene. E non è finita qui, siamo solo all’inizio.” Passò mezz’ora e arrivò l’ora di cena. Questa volta la loro mamma aveva fatto la pizza in casa con vari gusti. “Accidenti mamma, io amo la pizza fatta da te.” “SI’, ANCHE NOI!!” Esclamarono tutti felici mangiando la pizza assaporandola con gusto. “Grazie, mi fa piacere che vi piaccia.” “Mm… che buona.” Finito di cenare guardarono la tv, poi andarono tutti a dormire. Capitolo 11 “Una strana sfida” Erano le tre del pomeriggio e Ikuto stava passeggiando nel parco immerso nei suoi pensieri. Oh Amu, sei davvero cambiata eh? Le tue parole mi hanno ferito è vero, ma sotto sotto io lo so che ti son mancato. Proprio in quel momento passarono Utau e Kukai che appena vide suo fratello andò subito da lui abbracciandolo. “Aaah Ikuto, bentornato. Mi sei mancato moltissimo.” Stavolta Ikuto ricambiò l’abbraccio. “Ciao sorellina, anche tu mi sei mancata.” “Caspita, ti trovo in forma.” “Oh grazie, anche tu.” “Ciao Ikuto.” Gli sorrise Kukai. “Kukai ciao, come mai sei con mia sorella?” “Perché stiamo insieme.” “Ah davvero?” “Sì, non ti arrabbiare per favore.” “Io arrabbiato? Ma no figurati, sono contento per voi. E bravo Kukai…” Ikuto gli diede una pacca sulla schiena. “Augh… eh grazie.” “E’ davvero incredibile, fino a molto tempo fa tu mi venivi sempre dietro. E adesso invece ti trovo che sei fidanzata con l’ex Jack Chair.” “Eh lo so, anche io sono stupita. Comunque parlando d’altro, com’è andata con Amu? Era contenta di rivederti?” “Sì, era talmente contenta che mi ha riempito di insulti e mi ha deriso moralmente e psicologicamente.” Ironizzò Ikuto. “No dai, veramente?” “Purtroppo sì… sembrava un’Amu completamente diversa dal solito. Era più sicura di sé…” “Ah fratellone non offenderti, ma tu non capisci le donne. Amu si comporta così per provocarti.” “Tu dici? Quindi Amu mi starebbe provocando?” “E’ ovvio. Lei fa la dura solo perché tiene a te. Anche se ti ha detto delle frasi cattive, ma tu non devi essere giù per questo. Altrimenti fai il suo gioco. Anzi devi resistere e lottare fino alla fine per il suo amore, hai capito?” “Certo sorellina, ti ringrazio. Sei diventata molto saggia in questi giorni. Sono orgogliosa di te.” “Grazie, lo sono anch’io.” Utau le sorrise. “Senti, dove potrebbe essere Amu in questo momento?” “Non saprei, ma essendo le tre e mezzo sicuramente in giro da qualche parte.” “Ah ok perfetto, grazie sorellina. Ora vi saluto, ciao.” “CIAO IKUTO!!” Ikuto corse via… “Tu che dici? Ce la farà Ikuto a riconquistare Amu?” “Non lo so, dipende tutto da lui. Io ho molto fiducia su Ikuto.” Utau sorrise. Amu in quel momento stava passeggiando sorridendo sotto agli alberi dei fiori rosa di Sakura. “Ah che belli i fiori di Sakura.” Sorrise Amu guardandoli ammirata. “I fiori sono belli, ma la tua bellezza li supera di gran lunga.” Amu riconoscendo la voce fece una faccia nauseata. “I tuoi complimenti mi sono del tutto indifferenti, Ikuto. Che cosa ci fai qui?” “E’ che volevo portarti in un posto speciale…” “In un posto speciale? No grazie, ho ben altre cose da fare.” “E va bene, non mi lasci altra scelta.” Ikuto la prese in braccio. “Che stai facendo? Mettimi subito giù…” Amu si agitò compulsivamente. “Smettila di agitarti, oppure dovrò baciarti per farti smettere.” Amu si fermò imbarazzandosi. “Non provarci neanche, si può sapere dove mi vuoi portare?” “Te l’ho detto, in un posto fantastico.” Ikuto s’incamminò. “Insomma, siamo arrivati? Sono stufa di stare in braccio a te.” “Un po’ di pazienza principessa, ci siamo quasi.” Dopo un po’ si fermò e mise giù Amu. “Eccoci qua.” “Ma come? Tutta questa strada solo per questo vecchio luna-park?” “Sì, volevo che ricordassi quella volta in cui ti ci avevi portato. Eravamo molto felici insieme.” “Oh mio dio, che noia. Ikuto, smettila di pensare al passato. Ora siamo nel presente e basta. Allora, perché siamo qua?” “Ti propongo una sfida, tu dovrai passare l’intero pomeriggio qua al luna-park con me.” “Cosa? No, non voglio.” “Ah quindi, deduco che non accetti la mia sfida perché hai paura di perdere.” Ikuto la provocò. “Io avrei paura di perdere? No mio caro, non mi conosci per niente.” “E invece ti conosco… e so che ami le sfide. Accetti?” “Ovvio.” “Molto bene.” Eh mia cara principessa, tu non lo sai che ti ho teso questa trappola per poter stare con te. “Da dove possiamo cominciare? Ah sì, andiamo dentro alle tazze.” “Sei impazzito? Ormai non ci entro più, sono troppo cresciuta e neppure tu ci entri.” “Mai dire mai, basta che ci stringiamo. Dai entriamo…” “D’accordo…” Amu e Ikuto si sedettero nella tazzina. Ma tu guarda se dovevo accettare una sfida di questo essere. Però se non accettavo, sicuramente mi avrebbe preso sempre in giro. Ikuto per rompere questo silenzio parlò di qualcosa. “Cos’hai fatto in questi giorni in mia assenza?” “Ma guarda, adesso t’interessi alla mia vita? Ammirevole…” “Dai, non dire così. Però, ho notato che non hai risposto al mio messaggio degli auguri di natale.” “E che ti aspettavi? Ah aspetta, forse pensavi che ti rispondessi tipo così: Buon natale anche a te mio principe, anch’io non vedo l’ora di rivederti? Eh no, ho letto il tuo messaggio e poi l’ho cancellato immediatamente.” “No che cattiva, ma non importa. Ti perdono lo stesso…” “Sì, fai come credi.” Amu per la noia tirò fuori il suo telefono e fece finta di scrivere a qualcuno. “Amu scusa, con chi stai messaggiando?” “Con un mio amico, perché non posso?” “Ah è così?” Ikuto girò la tazzina velocemente facendo cadere il telefono di Amu. “Ehi, ma sei impazzito? Se mi hai rotto il telefono, te la faccio pagare.” Scese dalla tazzina e prese il suo cellullare. “Ma qui non ce nessun messaggio. Quindi stavi facendo finta perché sei in imbarazzo con me, vero?” “Io non sono imbarazzata. Più che altro mi stai annoiando a morte; e dunque ho fatto finta che mi scrivessi con qualcuno. Però avrei voluto che fosse vero. Mi puoi ridare il mio cellullare?” “Ok tieni…” Gli ridiede il cellullare che lo rimise dentro la sua borsa. “Mm… che ore saranno?” Guardò il display che segnò le cinque. “Bene, sono già le cinque. Dato che ho passato mezza giornata con te in questo ex luna-park dei ricordi; posso dire di aver vinto la sfida. Mi riporti a casa?” “Eh no, la sfida non è ancora finita.” Sorrise Ikuto. “Uffa, che altro ce?” “Manca da fare un giretto sulla ruota panoramica.” “Ma io…” “Amu, che ti ho detto? Se non accetti vinco io la sfida.” “Ok accetto… ma dopo questo, me ne ritorno a casa.” “Certamente, su andiamo.” Amu e Ikuto salirono sulla ruota panoramica. “Wow, guarda che bella vista da quassù. Non trovi Amu?” “Sì carina…” Guardò di sotto con disinteresse. “Solo carina? Dai, è stupenda.” “Sì ok…” Improvvisamente la ruota panoramica si bloccò. “Oddio cosa succede?” “Non lo so, ma penso che si sia bloccata.” “Cosa? Ma non è possibile, Ora ho capito, sei stato tu a macchinare tutto questo, inclusa sta sfida falsa.” “No non è vero, io non ho manomesso la ruota. Non sarei mai capace di fare una cosa del genere. E la sfida era una scusa, lo ammetto.” “Ah lo sapevo fin dall’inizio. Tu volevi stare da solo con me. Vero Ikuto?” “Eh sì, hai indovinato.” “Complimenti, e ora per colpa tua siamo bloccati quassù.” “Stai tranquilla principessa. Prima o poi, si sbloccherà questa ruota.” Amu si alzò furiosa. “Lo sarò quando sarò scesa a terra.” La ruota si smosse e perse l’equilibrio cadendo sopra a Ikuto che la prese subito al volo in braccio. “Oplà, meno male che c’ero io. Sennò saresti caduta. A quanto pare, ti ho salvato come sempre. Questa scena mi ricorda qualcosa, ma non mi ricordo. Ah ora sì, qualche tempo fa mi eri caduta per sbaglio tra le mie braccia mentre avevi due gelati, uno alla vaniglia e un altro al cioccolato. E a me piaceva quello al cioccolato.” “Smettila di pensare al passato, te l’ho già detto.” Amu si allontanò subito da lui rimettendosi subito a sedere. “Non vedo l’ora di ritornare a casa, non ne posso più di stare qua.” “Non essere triste, sei con me. Se sei spaventata puoi abbracciarmi.” “Non lo sono, ma solo scocciata di stare qua con l’unica persona che detesto.” Ikuto si alzò e si sedette vicino a Amu prendendogli le mani. “Amu ascoltami. Anche se tu mi dici delle frasi cattive io so che non le pensi sul serio perché sei innamorata profondamente di me.” Oh sì, sono talmente innamorata… che per te mi butterei dal ponte di Brooklyn.” Ikuto non gli disse niente e cercò di baciarla e lei lo allontanò dandogli uno spintone. “Che ti salta in mente? Brutto maniaco che non sei altro.” “Scusami, non volevo.” “E invece sì, tu volevi benissimo approfittare della situazione.” “No no, ti sbagli. E’ stato un gesto impulsivo per la situazione.” “Sì certo, come no…” Il suo telefono squillò. “Oh sicuramente è mia madre.” Amu rispose subito al telefono. “Pronto mamma?” “Tesoro, dove sei? Sono le cinque e un quarto.” “So che sembra assurdo, ma sono rimasta bloccata sulla ruota panoramica del luna-park con una certa persona.” “E chi sarebbe?” “Lo vedrai tra un po’, quando mi riporterà a casa. Tra un po’ arrivo, lo spero. A dopo mamma.” “Ok a dopo.” Chiuse la chiamata e rimise il cellullare in borsa. “Ehi bellezza, io non sono una certa persona.” “Per me lo sei.” Dopo un po’ la ruota si sbloccò. “Ah meno male, si è smossa finalmente.” Amu tirò un sospiro di sollievo. “Oh peccato, io volevo che non si smovesse. Così restavo bloccato qua con te per tutta la notte.” Sorrise ironicamente Ikuto. “Sì, così mia madre e mio padre ti riempivano di bastonate se gli dicevo che ero con te.” “Ma tu non glielo avresti detto.” “E invece glielo dicevo, almeno ti sorbivi una bella ramanzina. Perché te la meriti.” La ruota panoramica arrivò a terra e Amu uscì velocemente. “Caspita, non vedevi proprio l’ora di scendere dalla ruota eh?” “Ovvio, dato che non ne potevo più di restare chiusa li dentro con un maniaco come te.” “Non essere crudele, non sono un maniaco.” “Sì lo sei…” “Va bene, per farmi perdonare ti offro una bibita. Cosa vuoi?” “Un the alla pesca.” Andò al distributore delle bibite e prese una lattina di the alla pesca. “Ecco a te, principessa.” Gli diede la lattina di the. “Grazie, ma smettila di chiamarmi Principessa. Perché io odio le favole coi principi e le principesse.” Aprì la lattina e bevve il the. “Ah davvero? Però è strano, perché tu sei sempre stata innamorata di Tadase e per te era un bellissimo principe.” Appena sentì queste parole sputò il the… “Come ti permetti di dire queste cose e nominare Tadase?” “Scusami, non volevo.” “Ora basta sono stanca, riportami a casa immediatamente.” “Ai suoi ordini, sua altezza.” Amu e Ikuto uscirono dal luna-park e la riaccompagnò verso casa. “Ti sei divertita oggi con me?” “No per niente, tu hai voluto sfidarmi. Ma in realtà era tutta una messinscena per poter uscire con me.” “Lo so, ma ci tenevo un sacco a uscire con te.” “Oh bravo, allora io per coerenza uscirò con un ragazzo qualsiasi no?” “Oh no, non credo proprio.” “Perché me lo impedirai? Ti ricordo che io e te non stiamo insieme. Quindi, io posso uscire con chi mi pare.” “Amu, non mi provocare. Sì te lo impedirò…” “Oddio che paura mi fai.” La mamma sentì dei passi vicino alla sua porta e aprì la porta di colpo abbracciando Amu. “Oh eccoti tesoro, finalmente.” “Scusami, se ti ho fatto preoccupare mamma.” “No tranquilla, l’importante è che sei arrivata a casa.” “Buonasera mamma di Amu.” “Ah Ikuto sei ritornato, che bello. Fatti abbracciare.” Abbracciò forte Ikuto. “Come stai?” “Molto bene grazie…” “Mi fa piacere. Quindi quando mi hai detto che eri con una certa persona, ti riferivi a Ikuto?” “Sfortunatamente sì…” “Ma come sfortunatamente?” “Eh sì, Amu non sopporta la mia presenza nonostante l’ho portata al nostro luna-park dei ricordi.” “Oh che romantico…” “Io direi che orrore.” “Amu non essere cattiva con Ikuto. In fondo, ti ha riaccompagnato a casa.” “Mamma, ma da che parte stai?” “Dai tesoro. Ikuto, vuoi cenare da noi?” “No la ringrazio, devo ritornare a casa. Mia madre mi starà aspettando.” “Ah sì, giusto. Allora magari, puoi venire a cena da noi la prossima volta.” “Perché no? Ora vi saluto, ciao.” Ikuto andò via, Amu rientrò in casa chiudendo la porta. “Mamma sei impazzita per caso?” “Perché? Che ho detto?” “Magari puoi venire a cena da noi la prossima volta.” Imitò la sua voce. “Perché scusa? Io pensavo che fosse un tuo amico.” “Punto uno non è mai stato un amico e punto secondo, lo odio a morte.” Detto questo Amu andò in camera sua sbattendo la porta violentemente. “Cara, che è successo?” “A quanto pare odia Ikuto.” Si buttò sul letto. “Ehilà ciao Amu, com’è andata la giornata?” Le domandò Ran. “E’ stata un vero inferno. Quel brutto scimmione mi ha sfidato ad andare al luna-park dove ci eravamo andati molto tempo fa.” “Oh che romantico…” Disse Miki con gli occhi a forma di cuore. “No non lo è per niente Miki. Sapete che in realtà era tutta una messinscena per poter stare con me?” “Bè… se lo ha fatto è perché voleva farsi perdonare.” “Facendo questa pagliacciata? Ma per favore. Tra l’altro, io mi sono annoiata a morte. E come se non bastasse, quando eravamo sulla ruota panoramica eravamo rimasti bloccati lassù per mezz’ora. Oddio, è stata veramente un incubo.” “No Amu. Io penso che in realtà ti sei divertita con Ikuto.” Suu gli fece l’occhiolino. “Assolutamente no Suu, non dire idiozie. Ho fatto anche una figuraccia.” “IN CHE SENSO?” Domandarono tutte. “La ruota si era smossa, io come al solito ho perso l’equilibrio e sono caduta tra le braccia di Ikuto, come qualche tempo fa…” “Ah capisco. Non era una figuraccia, se lui non ti prendeva… a quest’ora cadevi per terra.” “Preferivo cadere per terra, piuttosto che restare sopra di lui. Inoltre mia madre appena ha visto Ikuto l’ha abbracciato tutta contenta, aggiungendo che un giorno di questi lo avrebbe invitato a cena da noi.” “OH CHE BELLO!!” “No, non è bello per niente. Mia madre si è rinscemita. Si è dimenticata che molto tempo fa era stato in camera mia perché stava male?” “Veramente lo avevi ospitato tu ed era colpa tua, dato che non le avevi detto niente.” “Sì lo so, ma che c’entra? Lei non può di punto in bianco averlo perdonato e invitarlo a casa nostra come se non fosse successo niente… Io non permetterò che lo inviti.” “No non puoi impedirglielo. Lei è contenta, non distruggere la sua felicità.” Le sorrise Ran. “E va bene, non distruggerò la sua felicità. Allora, farò sentire a disagio Ikuto.” Sorrise diabolicamente. “Che cosa vuoi fare?” Le domandò Miki. “Oh, lo vedrete…” Ami bussò alla sua camera. “Sorellona, posso entrare?” “Ma certo, entra pure.” Ami entrò in camera. “Dunque, oggi sei stata al luna-park con Ikuto.” “Purtroppo sì, ma sono stata costretta.” “In che senso?” “Nel senso che mi ha sfidato a passare una giornata con lui.” “Ah ho capito, ed eri contenta?” “No disgustata, non vedevo l’ora di ritornare a casa.” “Sei sicura?” “Certo, perché dovrei mentirti?” “No no, ti credo. Ma sai, Ikuto non si arrenderà facilmente con te.” “Tsk, questo è da vedere.” Sorrise perfidamente. “Hai in mente qualcosa?” “Eh sì cara sorellina…” “Comunque, a me non dispiacerebbe averlo a cena.” Sorrise ironicamente. “Oh bene, ci mancavi pure tu ad essere contenta come la mamma. E io che pensavo che fossi dalla mia parte.” “Ma dai, qui non ci sono parti. Ikuto non è il nostro nemico…” “Per me lo è ok?” “Dovresti cambiare atteggiamento con lui, oppure lui se ne andrà per sempre.” “E’ proprio quello che voglio, così la mia vita sarà perfetta non avendolo più tra i piedi.” “Contenta tu, io ritorno in camera mia. Ma sappi che sbagli a comportarti così.” Detto questo Ami uscì dalla camera di sua sorella facendola infuriare ancora di più. “AAAAAH ACCIDENTI, CHE RABBIA!!!” Amu lanciò il cuscino con rabbia per terra. “Dai Amu calmati. Non devi prendertela…” Disse Ran. “Io non dovrei prendermela? Ma avete sentito quello che ha detto mia sorella? Anche lei sarebbe contenta di avere a cena quello scimmione. Non posso crederci, mia madre e mia sorella sono alleate nel volere Ikuto a casa mia. Dannazione, questa non ci voleva. Ah aspetta, mi rimane sempre mio padre. Lui sicuramente non sarà d’accordo. Eh eh, ho ancora una speranza.” Sorrise trionfante stringendo un pugno. “OH NO!!” Finito di parlare di questa discussione cenarono parlando allegramente tranne Amu. “Amu tesoro, come mai stai in silenzio? Sei arrabbiata?” “Solo perché hai detto a Ikuto che un giorno di questi lo inviti a cena da noi? Ma no figurati…” “Ma io pensavo che ti avrebbe fatto piacere che invitassi qui un tuo amico.” “No non mi fa piacere. Ti sei dimenticata di quello che mi ha fatto molto tempo fa? E poi, non è mio amico.” “Ah forse intendi quando stavi uscendo con Tadase e lui era uscito dalla sua camera proprio in quel momento?” “Oh bene, vedo che ti è ritornata la memoria. Un applauso gente…” “Lo so cara, ma ormai è passata quella faccenda. E noi dovremmo invitarlo molto volentieri.” “Sì, la penso anch’io come mamma.” “Ci avrei scommesso sorellina… papà almeno tu non sarai d’accordo spero.” “Bè… io…” Sua moglie lo guardò male. “Eh sì, concordo in pieno.” “Ma come? Io pensavo che odiassi profondamente quel maniaco di Ikuto.” “Lo pensavo pure io, ma sarebbe ingiusto non dargli una seconda chance.” “Bravo caro, così mi piaci.” Le sorrise. “Oh fantastico, di male in peggio.” E va bene, fate come volete. Ma prima o poi vi pentirete della vostra scelta di aver invitato qua quello scimmione.” Tutti restarono sconvolti dalle parole di Amu. “Ok ho finito di cenare. Con il vostro permesso, me ne ritorno in camera.” “Certo cara.” Amu si alzò e andò velocemente in camera sua e si buttò sul letto. “Ah accidenti, voglio morire.” “Che succede Amu?” Le domandò Ran preoccupata. “Anche mio padre è d’accordo di invitare Ikuto qui a cena.” “Ma dai, che bello.” Sorrise Miki. Amu la guardò male. “Miki non infierire per piacere. Però è strano… mio padre di solito odia qualsiasi ragazzo. E invece, stavolta è d’accordo con tutti. Ma certo, è chiaro.” “COSA SAREBBE CHIARO?” “Mia madre in realtà è un’aliena che ha fatto il lavaggio del cervello a tutta la famiglia, inclusa a me ovviamente.” “Insomma, ma che sciocchezze stai dicendo?” Ran era irritata. “Io non sto dicendo delle sciocchezze, ma è la pura verità. Altrimenti, come si spiega scusa?” “La tua famiglia vuole molto bene a Ikuto.” Sorrise Miki. “Ma dai è assurdo, loro non conoscono neanche la sua storia.” “Sì è vero, ma tu la conosci e potresti raccontargliela.” “Io dovrei raccontare la storia di Ikuto alla mia famiglia? Ma nemmeno per sogno…” “Su Amu, non essere testarda. Devi essere gentile con Ikuto, se ti fai vedere sempre arrabbiata lui…” Miki s’interrompe. “Lui cosa Miki?” “Bè… si prenderà gioco di te.” “No non succederà mai, io sono molto più furba e intelligente di lui. Ok starò al suo gioco…” Sorrise diabolicamente. “Oddio, fa di nuovo quello sguardo malefico. Non mi piace.” “GIA’, NEANCHE A NOI!!” Dissero spaventate Miki e Suu. Qualcuno bussò alla sua porta. “Sì?” “Tesoro, posso entrare?” “Sì vieni, mamma.” Sua madre entrò. “Mi dispiace di averti fatto infuriare per Ikuto.” “Non ce problema. Ho reagito in modo esagerato, scusami.” “Ma quindi, la rabbia ti è già passata?” “Certamente, se tu papà e la mia adorata sorellina volete invitare quell’es… volevo dire Ikuto a cena da noi è il benvenuto.” “Veramente?” “Sì mamma…” “Oh tesoro, ti ringrazio.” L’abbracciò calorosamente, gli diede la buonanotte e uscì dalla sua camera. “Ma allora, hai cambiato idea su Ikuto del fatto che la tua famiglia lo inviti qui.” “Eh eh eh, come si vede che voi non mi conoscete per niente. No, non ho cambiato idea. Farò finta di essere d’accordo…” “Che cos’hai in mente Amu?” “Spiacente, ma non posso dirvelo. Lo dovrete vedere coi vostri occhi.” Dato, che erano le dieci e mezzo si mise il pigiama. “Ok ora vado a letto, buonanotte ragazze.” “BUONANOTTE!!” Amu spense la luce e si addormentò profondamente. Capitolo 12 “Il Festival dello Sport” Le vacanze primaverili erano finite e ad inizio aprile era anche cominciato Il grande Festival dello Sport, che si tiene nel liceo Human Academy. Amu era molto entusiasta di questo festival. E infatti si era alzata alle sette precise. “Che bello ragazze, oggi a scuola ce il festival dello sport.” “Ma tu sei negata nello sport. Se vuoi, possiamo fare il chara change.” “Grazie Ran, ma preferisco farcela solo con le mie forze.” “Brava Amu, così mi piaci. Questo fa di te una ragazza matura e saggia.” Le sorrise Ran. “Devo esserlo per forza se devo liberarmi di quell’essere.” Sorrise diabolicamente. “Oh no, ancora con questa storia?” Ironizzò Miki. “Sì Miki, hai qualcosa in contrario per caso?” Amu si scrocchiò le dita. “Eh? No no, scusami…” “Bene, cambiamoci.” Amu si tolse il pigiama e indossò la divisa ufficiale sportiva del liceo, che consisteva in una t-shirt bianca a maniche corte, dei pantaloncini corti rossi e una felpa rossa con la cerniera e il cappuccio. “Come mi sta la divisa sportiva, ragazze?” “TI STA DIVINAMENTE!!” “Eh eh, lo sapevo.” E inoltre aveva anche la borsa sportiva a tracolla rossa con una striscia bianca. Dentro la borsa Amu ci mise dei vestiti di ricambio, gli stivaletti, un asciugamano e una bottiglietta d’acqua. Si lavò la faccia e si legò i capelli. “Su andiamo.” “SI’!!” Le sue shugo chara andarono dentro al loro mini bauletto e scese giù con la sua borsa sportiva. “Buongiorno a tutti.” “BUONGIORNO TESORO!!” Si sedette a fare colazione. “Allora cara, oggi hai il festival dello sport. Sei pronta?” “Certamente mamma, non si vede?” Amu gli fece una posa da vincente. “Sì tesoro. Senti, mi dispiace che io, tuo papà e la tua sorellina non possiamo vederti.” “Oh non vi preoccupate, voi avete i vostri impegni di lavoro. E la mia cara sorellina deve andare a scuola. Però alla fine vi racconterò com’è andata.” “Sì, non vedo l’ora.” Gli sorrise suo padre. “Anche io sorellona, vai e vinci per noi.” “Sì, lo farò.” Finì di fare colazione, salutò tutti e uscì di casa. “Ehi Amu.” “Cosa ce Ran?” “Sai, i tuoi genitori e la tua sorellina non potranno vederti… però Utau e Kukai sì.” “Ah sì, è vero. Ma non so se Utau è libera dai suoi impegni di cantante.” “Speriamo che lo sia…” Sorrise Miki. “E se venisse anche Ikuto?” “Per il suo bene, spero che non venga.” “Io spero di sì, così farebbe il tifo per te.” “Sì certo il tifo, ma riprendetevi ragazze. Quello se viene al festival mi porterà solo sfortuna. Vabbè, lasciamo perdere quell’essere. Mando un sms a Utau per sapere se viene a vedermi insieme a Kukai.” Amu prese il telefono dalla borsa e gli scrisse: Ciao Utau, oggi nella mia scuola ce il Festival dello Sport. Se non hai gli impegni verresti a vedermi? Ovviamente insieme a Kukai. Baci Amu. “Ecco fatto, vediamo cosa mi risponde.” Utau in quel momento era al centro commerciale con Kukai sommerso dalle buste. “Ehi Utau, ci possiamo riposare un attimo? Sono stanco…” “No caro tesoro, devo comprare ancora qualche cosa.” “Ah uffa… non ne posso più.” Gli arrivò un messaggio… “Ah mi è arrivato un messaggio, chi sarà? Ok sediamoci nella panchina.” “Oh menomale…” Utau e Kukai si sedettero in panchina. Prese il suo telefono e lesse il messaggio. Ciao Utau, oggi nella mia scuola ce il Festival dello Sport. Se non hai gli impegni verresti a vedermi? Ovviamente insieme a Kukai. Baci Amu. “E’ da parte di Amu, ci ha chiesto se andiamo a vederla a scuola per il festival dello sport. Per saperlo, dovrei chiamare la mia manager.” “A me piacerebbe vederle Amu nello sport.” Utau telefonò alla signorina Sanjo. “Signorina Sanjo, sono Utau.” “Dimmi tutto Utau.” “Oggi ho qualche concerto in programma?” “Mm... fammi controllare la mia agenda. No sei liberissima, perché?” “No perché Amu ha il festival dello sport a scuola. E ha invitato me e Kukai a vederla.” “Ah ottimo, allora puoi vederla. Io sfortunatamente non posso, ho un po’ da fare. Guardala anche da parte mia…” “Sarà fatto, arrivederci.” “Ciao Utau.” Chiusero entrambe la telefonata. “Molto bene, andiamo a vedere Amu.” “Ah grandioso…” “Però dobbiamo convincere anche qualcun’ altro a venire.” “E chi?” “Mio fratello, ovviamente. Chi pensavi? A un mio amico?” Sorrise ironicamente Utau. “Ma va, per niente.” “Il mio tesoruccio è geloso.” “No per niente…” Utau lo baciò a stampo. “Quando sei geloso ti amo ancora di più, bamboccione.” “Eh eh, anche io pazzerella mia.” “Dai andiamo, ti porto io un po’ di buste.” “Grazie mia cara…” Utau prese un po’ di buste e lei e Kukai uscirono dal centro commerciale. “Dobbiamo trovare mio fratello, dove potrebbe essere alle otto e mezzo?” “Non lo so, forse in giro al parco come l’altra volta.” “Sì, può essere. Devo rispondere a Amu.” Utau rispose al messaggio di Amu così: Ciao Amu, sei fortunata oggi non ho impegni. Quindi verrò insieme a Kukai. Baci Utau. “Fatto, partiamo alla ricerca di mio fratello.” Utau mise le buste dentro al cofano della sua auto e salirono subito dentro partendo a velocità. “Utau vai piano, non vorrei vomitare qui dentro.” “E tu cerca di non farlo. Altrimenti, ti prendo a schiaffi.” Oltrepassarono il parco e infatti lo videro proprio lì. “Eccolo lì al parco, che ti dicevo?” Utau parcheggiò vicino al parco e scese subito dall’auto trascinando Kukai con sé, correndo all’impazzata verso Ikuto. “IKUTOOOO!!!” “Utau, che succede?” “Ciao Ikuto, Utau voleva a tutti i costi vederti.” “Ciao Kukai, sì lo vedo.” “Scusami se ho urlato per tutto il parco, ma ho una bella notizia.” “Quale notizia?” Ikuto s’interessò molto. “A quanto pare la tua amata Amu oggi ha il festival dello sport a scuola. A invitato a me e Kukai. E allora, ho pensato di dirlo anche a te. Perché non vieni con noi?” “Ah capisco. Ti ringrazio dell’invito, ma è meglio se non vengo.” “Cosa? Ma perché scusa? E’ successo qualcosa tra te e Amu?” “Ti racconto: praticamente ieri ho architettato di sfidarla portandola al luna-park per poter stare con lei, sapendo che Amu ama le sfide ha accettato molto volentieri. Peccato che alla fine ha scoperto tutto e si arrabbiata a morte con me.” “Ora ho capito perché sei così giù. Però fratellone, se era arrabbiata vuol dire che è già qualcosa. Altrimenti non le avrebbe importato.” “Quindi devo farla arrabbiare più spesso?” “No, non dico questo. Ma devi farla impazzire; prima la innervosisci e poi quando lei abbassa le sue difese mostrandosi più vulnerabile, gli stai sempre vicino. Mi sono spiegata?” “Piò o meno sì…” “Non demordere al primo mach, continua a lottare per lei. Se ti arrendi subito gliela darai sempre vinta.” “Sì, hai ragione.” “Allora, vieni con noi al Festival?” “Certo.” “Perfetto, andiamo.” “Sì.” Quindi Utau, Kukai e Ikuto partirono alla volta del Festival dello Sport. Amu intanto era nello spogliatoio ad appoggiare la sua borsa e gli indumenti insieme a Rima e Yaya. “Siete pronte per il festival, ragazze?” “ALTROCHE!!” Esultarono Yaya e Rima. Il telefono di Amu squillò. “Chi ti scrive?” “Dev’essere Utau.” Prese il telefono e lesse: Ciao Amu, sei fortunata oggi non ho impegni. Quindi verrò insieme a Kukai. Baci Utau. “Ah che bello, allora Utau e Kukai vengono a vederci.” Sorrise Amu. “Molto bene. Quindi dobbiamo dare il massimo.” Yaya strinse un pugno. Anche loro erano già pronte con la divisa sportiva. Rimise il telefono in borsa. “Amu, noi ti aspettiamo qui.” “ANCHE NOI!!” Dissero le shugo chara di Amu, Rima e Yaya. “Ok, fate le brave.” Poi uscirono passeggiando per gli stand di cibi e bevande. “Ooooh guarda quanto cibo…” “Yaya, è ancora presto per pranzare.” “Uffa lo so, ma ho già fame.” Piagnucolò Yaya. “Su cerca di resistere…” “Ci proverò.” “Piuttosto, dove sarà Nagihiko?” “Ehi ragazze, eccomi qua. Scusate il ritardo, mi stavo cambiando.” Rima era incantata da Nagihiko. “Ehi Rima, ci sei?” “Sì scusa. Nagihiko, la prossima volta sii più puntuale per favore.” “Eccola la Rima puntigliosa.” Disse Yaya sottovoce a Amu. “Non preoccuparti, anche noi, siamo arrivate adesso. Sai che sport bisogna fare tra un po’?” “Sì, ho qui il foglio elencato. Dunque, prima ce l’atletica con la staffetta e i salti. Poi pallavolo, il tennis e il basket.” “Ah molto bene, sono carica.” Rima, Yaya e Nagihiko videro che Amu aveva uno sguardo di fuoco. “Ragazzi, mettiamocela tutta.” “SI’!!” Si diedero il cinque. Intanto Utau, Kukai e Ikuto erano seduti sugli spalti. “Caspita, da qui si vede tutto.” Disse Kukai osservando il campo di atletica. “Sì è vero caro…” Utau notò che Ikuto era con la testa da un'altra parte. “Che cos’hai fratellone? Sembri che sei in un altro mondo.” “Sono un po’ nervoso…” “Dai, stai tranquillo. Non devi innervosirti davanti a Amu.” Amu e i suoi amici erano nella squadra rossa, poi c’era la blu, la verde e il giallo. Ora c’era la gara della staffetta. Amu doveva correre e portare l’oggetto a Nagihiko. “FORZA AMU, SIETE TUTTI NOI!!” La incitò la sua squadra. “Pronti, partenza via.” Disse l’arbitro. Amu corse con tutte le sue forze e arrivò subito da Nagihiko che lo prese al volo e subito dopo corse lui. “VAI NAGIHIKO!!” “Guarda la squadra di Amu è in testa, grande Amu.” “Amu ha deciso di fare lo sport senza il chara change, e brava ragazza. Insomma Ikuto, non startene lì impalato. Fai il tifo per lei.” “Vorrei farglielo con tutto il cuore, ma non ci riesco. Se mi vedesse, si distrarrebbe e poi se la prenderà con me.” “Non è assolutamente vero. Amu sarà contenta.” “Purtroppo no sorellina…” “Questa staffetta viene vinta dalla Squadra Rossa.” “SIII’!!” Tutta la squadra di Amu esultarono e l’abbracciò. “Ehi calma ragazzi, siamo solo all’inizio.” Appena vide il suo sorriso il cuore di Ikuto ebbe un sussulto. “Ikuto sei tra noi? Amu ha vinto la prima gara.” “Ah sì…” Tutti applaudirono. “BRAVA AMU!!” Amu si accorse di Utau e Kukai e li salutò, però vide che c’era anche Ikuto e diventò seria. Che diavolo ci fa Ikuto nella mia scuola? Eppure avevo detto a Utau che doveva venire solo con Kukai. Vabbè lasciamo perdere, non posso rovinarmi questa giornata a causa sua. E’ meglio se mi concentro sullo sport. “Lo sapevo, adesso mi odia.” “Oh santo cielo, la vuoi smettere di torturarti con questa faccenda? Non devi demordere con lei, hai capito?” Ikuto non disse niente ma annuì. Gli amici di Amu si accorsero che c’erano Utau, Kukai e Ikuto. “Quindi hai invitato Utau, Kukai e Ikuto a vederci per il festival?” Domandò Yaya. “No veramente ho invitato solo loro due, a Ikuto per niente. Ma a quanto pare Utau l’ha invitato…” “Aspetta un attimo, non ci avevi detto che Ikuto era ritornato.” “Non ve l’ho detto perché non era importante. Tra l’altro voi odiavate Ikuto o sbaglio?” “Bè è vero… però molto tempo fa quando stava con la Easter.” Sorrise Nagihiko. “Cos’è improvvisamente amate tutti Ikuto? Non bastava la mia famiglia, ora pure voi.” “Ma no Amu, non pensare male. E’ solo che…” “Solo che cosa Nagihiko? Su parla…” “Osservandolo meglio mi sembra cambiato rispetto alle scorse volte…” “Oh non riesco a crederci, non puoi pensare queste cose su di lui. Per me è un nemico…” “AMU HA RAGIONE, NOI SIAMO CON TE!!” Concordarono insieme Yaya e Rima. “Ah grazie ragazze, almeno voi. Nagihiko prendi esempio da loro.” “Non posso, dovremmo perdonarlo e diventare suo amico.” “Ma ti senti quando parli? Il solo sentirtelo dire mi fa venire la nausea.” “Dai Amu, non voglio litigare con te per questo.” “Sì ha ragione, per colpa di Ikuto stiamo litigando. Concentriamoci sullo sport.” “SI’ ESATTO!!” Amu e la sua squadra rossa continuarono con lo sport. La seconda gara era la corsa con il salto ostacoli. “Amu stavolta faccio io, ti dispiace? Sono bravo in queste cose.” Gli sorrise Nagihiko. “No fai pure… metticela tutta, mi raccomando.” Gli fece l’occhiolino. “Certo, fidati di me.” “Bene mettetevi tutti in posizione…” Disse uno dello staff dello sport. Nagihiko e gli altri membri della squadra si misero in posizione. “Pronti, partenza via!!” Tutti corsero subito. “VAI NAGIHIKO!!” Nagihiko era già in testa ed era quasi arrivato agli ostacoli. “SI’, VAI COSI’!!” Esultò la sua squadra. Saltò con classe e velocitò gli ostacoli vincendo. “Vince Nagihiko della squadra rossa.” “EVVIVA BRAVO!!” La squadra corse da lui abbracciandolo. “Eh eh, grazie ragazzi.” “Io lo sapevo che ce l’avresti fatta in questa competizione di corsa a salto ostacoli.” Rima gli sorrise. “Ti ringrazio Rima.” Si guardarono incantati. Yaya prese Amu da parte. “Amu, non trovi che tra loro due ce del tenero?” “Oh sì, si vede…” Amu e Yaya ridacchiarono. “Ehi voi due, cosa state confabulando?” “NO NIENTE!!” Dissero in contemporanea. “Bene, e anche la seconda prova di atletica l’hanno vinta la squadra di Amu.” Kukai alzò un braccio trionfante. “Io ci avrei scommesso. E tu Ikuto, non dici niente?” “Ah sì, è stata fantastica.” “Solo fantastica? Io aggiungerei magnifica…” “Perfetto, passiamo alla terza gara. Il torneo di tennis.” Disse il responsabile del festival. “Chi vuole partecipare della propria squadra?” “Stavolta partecipo io.” Disse seria e decisa Rima. “Sei sicura Rima?” Gli domandò Nagihiko. “Sì certo. E’ vero che sono negata con gli sport, ma voglio provarci lo stesso.” “Sì fai bene, vai Rima.” La incoraggiò Amu. “Perfetto, seguimi.” Rima seguì il responsabile. In un altro campo sportivo c’era un campetto enorme di tennis immerso nella natura. “Forza Rima, metticela tutta.” L’arbitro diede una racchetta a Rima e a un ragazzo della squadra blu. “Pronti, in posizione. Ok vai Rima, inizia tu.” Rima fece palleggiare la pallina e poi fece una schiacciata alta che però il ragazzo la riprese e gliela rispedì a vicenda. “Cavoli, quel ragazzo ha parato la schiacciata di Rima.” “Sì l’ho visto Yaya, ma sono solo all’inizio.” FORZA RIMAAAA!!!” Rima e l’altro della squadra blu erano in parità. Rima aveva un po’ di fiatone… “Guardate, Rima inizia a essere stanca.” Amu si preoccupò. Il ragazzo fece l’ultima schiacciata, Rima si lanciò sulla palla ma la mancò. “Fine del torneo, vince la squadra blu.” Disse l’arbitro. La squadra blu esultò contenta. Amu i suoi amici si avvicinarono a Rima. “Scusatemi, ho perso.” “Tranquilla, l’importante è che ce l’hai messa tutta e ti sei molto impegnata.” Nagihiko gli mise una mano nella spalla. “Sì grazie…” Le sorrise. “SEI STATA BRAVISSIMA RIMA!!” Amu e Yaya l’abbracciarono. “Ouch… grazie amiche. Peccato che ho perso.” “Come ha detto Nagihiko, non conta vincere o perdere. Ma l’impegno che ci metti nel vincere.” “Grazie davvero…” “A tutti i partecipanti, dato che è mezzogiorno e mezzo. Avete la pausa di pranzo. Sentitevi liberi di mangiare e bere nelle apposite bancarelle gratuite per i partecipanti. E invece il pubblico deve pagare. A tra poco ragazzi.” Disse il responsabile. “Evviva, si mangia tutto gratis. Stavo morendo di fame.” “Sì concordo con Yaya. Anche io stavolta ho fame.” Disse Rima. “Bene, allora andiamo a pranzare.” Sorrise Amu. “SI’!!” Amu e i suoi amici si dirigevano alle bancarelle con il cibo. “Che dite? Pranziamo anche noi? Così Ikuto ne approfitta per parlare con Amu, vero fratellone?” “Non mi sembra il caso Utau, tanto non mi ascolterà.” “Smettila di compatirti e datti da fare per conquistarla. Hai capito?” “Va bene…” “Tesoro mio, io non ho i soldi con me. Ti dispiace pagare il pranzo per noi?” “Che cosa? Non sono mica un banchiere…” “Hai qualcosa da ridire caro?” Utau lo fulminò con lo sguardo. “No no, figurati. Pago io, eh eh.” “Bene, scendiamo.” Scesero di sotto… “Mm… dove sarà Amu?” Utau mise una mano sopra la fronte. “Ah eccola là…” la indicò Kukai. “Amuuuu…” “Utau ciao.” Amu le corse incontro insieme ai suoi amici e la abbracciò. “Che bello vederti, allora come sono andata alle gare?” “Sei stata bravissima finora… e anche voi ragazzi.” “GRAZIE UTAU!!” “Sì, lo penso anch’io.” Gli sorrise Kukai. “Stavate andando a pranzo?” “Sì.” Le sorrise. “Possiamo unirci a voi?” “Ma certo.” “Ciao Amu, sei stata brava.” “Oh ma guarda, c’eri anche tu. Non me n’ero accorta.” Ikuto s’intristì e Utau gli diede una gomitata per incoraggiarlo. “Ok andiamo a mangiare, sto morendo di fame” Quindi Amu e i suoi amici cercavano una stand di una bancarella con del buon cibo. “Uffa, io sono indecisa.” Si lamentò Yaya. Amu ci pensò un attimo e poi decise. “Che ne dite di Hamburger e patatine?” Ci pensavano un attimo e poi decisero. “SI’ DAI!!” Quindi Amu e Company andarono allo stand dove facevano gli hamburger e le patatine, dove ognuno pagò il suo tranne Kukai che doveva pagarlo per lui, Utau e Ikuto. Insieme agli hamburger prendevano anche delle bottigliette di coca cola. La cameriere glieli servì su degli appositi vassoi. Loro li presero e si sedettero a un tavolata grande con delle panchine di legno. Utau e Kukai stavano vicino a Amu e vicino a lei Ikuto e nell’altra panchina c’erano Yaya, Rima e Nagihiko. “Buon appetito a tutti.” Disse Amu felice. “ALTRETTANTO A TE AMU!!” Tutti gustarono l’hamburger. Utau gli parlò con gli occhi nel senso che doveva parlare con Amu. “Allora Amu, come stai?” “Fino a un attimo fa stavo da dio guarda…” “Immaginavo che mi avresti risposto così. Sai, io in realtà non volevo venire perché avevo paura che ti arrabbiassi con me e che facendo il tifo per te ti avrei messo a disagio.” “Oh per una volta hai detto una frase intelligente, bravo.” “Ma mia sorella mi ha convinto, e così sono venuto.” “Grazie al cavolo, tua sorella riesce sempre a convincerti col suo caratterino.” “Eh lo so, ma io ho intenzione di riconquistarti. Non importa quanto tempo ci vorrà ma io starò sempre vicino a te, qualunque cosa succeda.” Ikuto gli sorrise. “Oddio ora mi commuovo…” “La tua ironia è fantastica, come lo sei tu.” “Ah davvero?” Amu bevve un po’ di coca cola e poi gliela sputò in faccia. “Anche ora mi trovi fantastica?” Amu sorrise ironicamente. Tutti i suoi amici restarono sconvolti… “Amu, ma che hai fatto?” Domandò Utau sconvolta. “Utau per sbaglio, ho sputato la coca cola.” Ikuto si pulì il viso con il tovagliolo. “Sì Amu ha ragione, è stato uno spiacevole incidente.” “Ma che strano che tu mi dia ragione.” Amu si avvicinò nell’orecchio di Ikuto. “Sappi che questo è solo l’inizio della mia vendetta su di te.” Ikuto restò di sasso. “Cosa gli hai detto a Ikuto?” Domandò Utau “Oh nulla, solo che mi dispiace di questo incidente della coca cola nella sua faccia, vero Ikuto?” Lo guardò sorridendo. “Eh? Sì certo…” Oh Amu, perché mi tratti così? Io sto facendo di tutto per farmi perdonare da te. Ma nonostante le tue cattiverie io non mi arrendo e ti farò innamorare di nuovo di me, stanne certa. Finito di pranzare buttarono il tutto nel secchio e portarono i vassoi nei propri carrelli. “Aaah… ora sì che sono piena.” Sorrise Yaya soddisfatta. “SI’ ANCHE NOI!!” “Ora finché non riiniziano facciamo una passeggiata per digerire il tutto, che dite?” Propose Amu. “SI’!!” Amu passeggiò vicino a Yaya, Rima, Nagihiko e Kukai. E dietro c’erano Utau e Ikuto. “Come ti senti fratellone?” “Male. Io non pensavo che Amu si spingesse a fare certe cattiverie solo perché gli ho fatto un complimento.” “Dai non te la prendere. Però la faccenda mi puzza…” “Che vuoi dire?” “Sicuramente l’ha fatto apposta, e poi secondo me sta architettando un piano contro di te.” “Tu dici? No è impossibile, non lo farebbe mai.” “Pensaci un attimo scusa, Amu ha finto accidentalmente di sputare la sua coca cola sulla tua faccia. Se non è un piano malvagio questo allora non lo so…” “Che piano avrebbe in mente?” “Non lo so, ma cercherò di scoprirlo. Tu cerca di stare attento e guarda come si comporta, mi raccomando.” “D’accordo sorellina, la terrò sotto controllo.” “Bravo fratellone, non ti arrendere.” Utau gli fece l’occhiolino. Erano l’una e un quarto e il responsabile fece il suo annuncio. “AV VISO A TUTTI I PARTECIPANTI, TRA UN PO’ SI FARA’ LA GARA DI PALLAVOLO. SIETE PREGATI DID AV VICINARVI AL CAMPETTO QUI VICINO. PER QUANTO RIGUARDA IL PUBBLICO POTETE RIMETTERVI SEDUTI, GRAZIE DELLA VOSTRA COLLABORAZIONE!!” Detto questo Utau, Kukai e Ikuto salutarono i loro amici mentre ritornavano sugli spalti del pubblico. E mu e gli altri continuarono le loro gare. Ormai nella pallavolo Amu era esperta visto che ci aveva giocato molto tempo fa quando faceva le elementari alla Seiyo Academy. La squadra rossa doveva giocare contro quella blu Amu e Rima stavano davanti alla rete e Yaya e Nagihiko dietro di loro. “Siete pronti? Bene, il punteggio arriva a venti. Mettetevi in posizione. Ok parte la squadra rossa, via.” Nagihiko lanciò la palla a Yaya che a sua volta la passò a Amu e fece una schiacciata fortissima che mandò a segno il primo punto. “Primo punto per la squadra rossa.” Disse l’arbitro. “EVVIVA, VAI SQUADRA ROSSA. CONTINUATE COSI’!!!” Continuarono a giocare, adesso le due squadre erano pari. Mancava l’ultimo punto. “FORZA RAGAZZI, NON VI ARRENDETE!!” esultarono la loro squadra e gli amici di Amu. “Ragazzi ho un piano, fate come vi dico.” “D’ACCORDO!!” Amu fece una finta schiacciata per confondere la squadra blu e distrarli, invece passò la palla a Nagihiko che fece la speciale schiacciata “Tripla schiacciata”, dove la palla sembrava che si dividesse in tre. Gli altri non capirono e cercarono di prenderla… ma non ci riuscirono perché la mancarono mandando la palla a terra. “Attenzione: vincono questa gara di pallavolo la squadra rossa!!” “SIII’, ABBIAMO VINTO!!” “BRAVI RAGAZZI!!!” Tutta la squadra rossa andarono ad abbracciarli. Utau e Company applaudirono entusiasti. “Coraggio ragazzi, manca l’ultima gara. Mettiamocela tutta.” Sorrise Amu. “Se non sbaglio, dovrebbe essere il basket.” Disse Yaya. “OH NO, NOI SIAMO NEGATE PER IL BASKET!!” “Non vi preoccupate ragazze, io per fortuna ho un talento innato per il basket. Giocherò io e altri ragazzi della nostra squadra. Così voi vi riposate.” “Sei sicuro?” Domandò Amu. “Certo, fidatevi di me.” “Perfetto, allora buona fortuna.” Nagihiko gli fece l’occhiolino. “OK RAGAZZI, E’ GIUNTO IL MOMENTO DELL’ULTIMA GARA DI BASKET. QUESTA VOLTA LA SQUADRA ROSSA GIOCHERANNO CONTRO QUELLA GIALLA. VI DO DIECI SECONDI PER SCEGLIERE QJUATTRO COMPONENTI OGNUNO DELLA SQUADRA!!” “Mi scusi, io ho già deciso. Giocherò io e quei tre ragazzi.” “Molto bene, allora andate subito a posizionarvi nel campetto da basket.” “Si’.” Nagihiko e i tre ragazzi andarono nel campetto. “Ehi Nagihiko, mettiamocela tutta.” Disse il suo compagno di squadra. “Sì certo.” Gli sorrise. Amu, Yaya e Rima si sedettero in panchina a guardare la loro squadra. “Forza ragazzi, mettetecela tutta.” Esultò Yaya alzando le braccia come se avesse i pon pon. “Yaya, ti ricordo che non sei una cheerleader. Vedi di non farti notare facendoti riconoscere come al solito…” “Oh ma dai Rima, io sto solo facendo il tifo.” “Tranquilla Rima, lasciala fare il tifo a modo suo.” “Va bene, se lo dici tu l’accetto.” A un certo punto Amu vide sfocato e si strusciò gli occhi. “Amu, stai bene?” Domandò Rima preoccupata. “Sì, tranquilla. Sicuramente sarà solo la stanchezza.” “Sì è ovvio, oggi ti sei impegnata molto nelle varie gare.” “Sì…” Amu stava per cadere ma Rima l’afferrò al volo. “Che cos’hai?” “Non so, mi gira la testa.” “Qualcosa non va a Amu, penso che si sente male.” “Cosa? Dici sul serio?” Domandò Kukai. “Sì guarda, la sta sorreggendo Rima.” “Mi scusi professore, posso portare Amu in infermeria?” “Certo, fai presto.” “Sì, Yaya tu rimani qui. Quando Nagihiko ha finito avvisalo.” “Va bene.” “Su andiamo Amu, ti porto in infermeria.” Rima piano piano aiutò Amu portandola in infermeria. “Infermiera, alla mia amica gli gira la testa.” “Oh santo cielo, è meglio che mettiamo a letto. Mi aiuti…” “Sì subito…” L’infermiera e Rima misero Amu nel lettino sotto le coperte. Riaprì gli occhi… “Rima, mi dispiace averti fatto preoccupare per questo mio stupido malessere.” “Non fa niente, è mio dovere prendersi cura di una mia amica.” “Oh Rima, ti voglio bene.” “Anch’io e gli altri te ne vogliamo.” Si sorrisero. “Allora cara, se vuoi per i giramenti di testa ho una pillola speciale.” L’infermiera mise l’acqua in un bicchiere di plastica e glielo diede insieme alla pillola. “Ecco a te, ingoiala subito. Così ti sentirai meglio.” “Devo proprio?” “Se vuoi guarire sì…” “Ok…” Amu ingoiò la pillola con l’acqua. “Bleah… che schifo. E’ amara…” “Lo so, ma dopo che starai bene mi ringrazierai. Adesso riposati…” “D’accordo…” Amu richiuse gli occhi lentamente. “Grazie Rima…” “Figurati amica mia. Senta, posso rimanere accanto a Amu?” “Ma certo, le farà piacere avere un’amica a fianco. Ora vi lascio…” “D’accordo…” Intanto Nagihiko era in vantaggio con la squadra gialla. “Vai Nagihiko, continua così. Chissà come starà Amu? Spero bene…” La partita di basket durò circa mezz’ora e alla fine vinse Nagihiko e la sua squadra rossa. “SIGNORI E SIGNORE, VINCE QUESTO FESTIVAL DELLO SPORT LA SQUADRA ROSSA!!!” “SIII’, CE L’ABBIAMO FATTA!!” Tutta la squadra esultarono inclusa Yaya e il pubblico. “Bravissimi ragazzi.” Nagihiko andò ad abbracciare Yaya. “Bravo Nagihiko, lo sapevo che avresti vinto.” “Grazie, dove sono Rima e Amu?” “Bè Amu si è sentita male improvvisamente e Rima l’ha dovuta accompagnare in infermeria.” “Ah capisco. Andiamo a vedere come sta.” “Sì giusto…” Quindi Nagihiko e Yaya andarono subito in infermeria. “Ragazzi, allora chi ha vinto?” “Ovviamente noi cara Rima.” “Ah lo sapevo, bravo Nagihiko.” “Grazie, come sta Amu?” “Non saprei, ora la sveglio. Amu svegliati.” Amu riaprì gli occhi lentamente. “Mm… ehi ragazzi, come mai siete tutti qui?” “Amu, abbiamo vinto.” “Ah che bello.” “Tutto grazie a Nagihiko.” “Piuttosto, come stai?” “Bene grazie. L’infermiera mi ha dato una pillola speciale per i giramenti di testa. Ho fatto una bella dormita e adesso sto meglio. Che ore sono?” “Le cinque e dieci.” “Cavoli, non pensavo di aver dormito così tanto.” “Però, l’importante è che ti sei ripresa.” Sorrise Nagihiko. “Su andiamo a casa, ragazzi.” “SI’.” Amu scese dal letto. “Ce la fai a camminare?” “Sì tranquillo…” le sorrise. Uscirono dall’infermeria andando a prendere le loro borse e quant’altro. Appena usciti dalla scuola trovarono Utau, Kukai e Ikuto a complimentarsi con loro. “Complimenti ragazzi, siete stati bravissimi.” “Sì, confermo pure io.” Ikuto si avvicinò a Amu. “Ho notato che prima stavi poco bene, come stai ora?” Ikuto cercò di toccargli la faccia, ma lei lo scansò. “Non toccarmi. Potrei stare bene se tu te ne andassi per sempre dalla mia vita.” “Amu, lo pensi sul serio?” “Sì Ikuto…” “Bè… io non sparirò dalla tua vita perché tengo molto a te.” “Smettila di recitare. E ora se vuoi scusarmi, ritorno a casa. Sono stanca moralmente e fisicamente. Andiamo ragazzi?” “SI’ AMU!!” Amu salutò Utau e Kukai, ma non Ikuto. Andò via con i suoi amici. Utau vide Ikuto un po’ afflitto. “Fratellone, che cos’hai?” “No nulla, non ti preoccupare.” “Non mentirmi per piacere, ormai ti conosco.” “Va bene, te lo dico. Qualsiasi cosa io faccia, Amu mi tratterà sempre male allontanandomi da lei.” “Ikuto te l’ho detto e te lo ripeto: non ti puoi affliggere per Amu che ti tratta male. Così, fai vincere lei.” “Quindi secondo te, devo comportarmi male con Amu?” “Assolutamente no, devi essere indifferente e perseverante. Hai capito?” “Sì, ma non so se ce la faccio comportandomi così.” “Coraggio, non demordere.” “D’accordo sorellina…” Dopo di questa saggia discussione Utau, Kukai e Ikuto si salutarono e ritornarono ognuno a casa propria. Amu salutò i suoi amici e rientrò a casa dove l’aspettava tutta la famiglia. “Sono ritornata.” “BENTORNATA TESORO!!” “Grazie…” “Allora com’era il festival dello sport?” Domandò sua madre. “Molto bello e grande, con vari stand di cibi e bevande.” “Wow, bello.” Sorrise Ami. “In che squadra eravate?” Domandò il papà. “Nella squadra rossa. Indovinate un po’? Alla fine abbiamo vinto.” “CHE MERAVIGLIA, BRAVISSIMA!!” Tutti l’abbracciarono. “Vi ringrazio. Ora vado a farmi una doccia, ho sudato molto.” “Vai pure cara…” Andò in camera chiudendo la porta appoggiando la borsa per terra. “Io e le altre siamo contenta che tu e gli altri avete vinto al Festival.” “Grazie, anch’io Ran.” Le sorrise. Amu andò a farsi la doccia e nel frattempo pensò a quello scimmione. Bene, a quanto pare il mio piano sta procedendo alla perfezione con quella scimmia. Le mie shugo chara non sospettano niente, per fortuna. Caro Ikuto, ti farò pentire amaramente di essere ritornato. Amu sorrise diabolicamente. Finì di farsi la doccia, si mise l’accappatoio, si asciugo i capelli in un attimo, indossò il pigiama, mise a lavare la divisa dello sport e uscì dal bagno. “Aaah ora sto meglio…” Bevve come al solito la sua bottiglia di latte. “Si vede, una bella doccia è quello che ci vuole per rilassarsi.” “Concordo in pieno Miki.” “E dimmi, oltre a Utau e Kukai c’era anche Ikuto?” “Sfortunatamente sì, non posso credere che Utau abbia invitato anche lui.” “Bè… è normale, è pur sempre suo fratello.” “Sarà anche vero, ma io avrei preferito che non venisse.” “Su Amu, lo sappiamo che in fondo tu sei follemente innamorata di Ikuto. Anche se lo neghi.” “Smettetela di dire queste stupidaggini. E poi io lo amavo molto tempo fa, ora non più. Perché ora provo un odio profondo e incommensurabile per lui.” “Se lo odi è già qualcosa. Altrimenti, non te ne importava nulla.” “Miki provare l’odio, non significa affatto che tengo a lui. Ora basta parlare di queste cose noiose, voglio rilassarmi questa sera.” Cenarono chiacchierando come al solito e poi andarono tutti a dormire. Capitolo 13 “Una dolce vendetta” Era una domenica molto soleggiata con una brezza primaverile con gli uccellini che cinguettavano allegramente. Amu stava ancora dormendo beatamente e Ran la svegliava come al solito con i suoi incitamenti e la grinta di sempre. “EHIII AMU, SVEGLIATI. FUORI CE UN SOLE CHE SPACCA LE PIETRE!!” “Oh basta Ran, stai zitta e lasciami dormire un po’ di più. Sono ancora stanca e a pezzi per il festival dello sport.” Amu si girò dall’altra parte. “Lo so, ma non puoi restare a poltrire nel letto tutta la domenica con questa bella giornata.” La criticò Miki. “E invece sì, lasciatemi dormire.” Al piano di sotto qualcuno suonò il campanello. “Chi sarà a quest’ora?” La mamma aprì la porta e vide che era Ikuto. “Ikuto ciao, che ci fai qui?” “Buongiorno, volevo parlare un attimo con Amu.” “Ehm… ma certo accomodati.” “La ringrazio…” Ikuto entrò. “CIAO IKUTO!!” Lo salutarono il papà e Ami. “Caspita, tu sei la sorellina di Amu?” “Sì, che bello rivederti.” “Grazie, sei cresciuta. Quasi non ti riconoscevo. Quanti anni hai?” “Undici e mezzo.” Le sorrise. “Ikuto, gradisci dei pancake?” “Certo, la ringrazio.” La mamma glieli mise nel piatto. “Grazie.” “Figurati, io intanto vado a chiamare Amu.” “Va bene.” La mamma salì di sopra e bussò alla camera di Amu, ma non rispose. E quindi entrò… “Tesoro alzati…” “Insomma mamma, cosa ce? Oggi è domenica e si dà il caso che io di solito dormo di più, perciò non mi alzo neanche se scoppiasse la terza guerra mondiale.” “Neanche se ti dicessi che ce Ikuto qui da noi?” “No… cosa?” Amu si alzò di colpo. “Sapevo che avresti reagito così.” “Si può sapere perché è venuto?” “Non saprei, ma deve parlarti urgentemente.” “Sì certo, è solo una scusa. E tu lo hai fatto entrare ovviamente. Sia chiaro, io non mi smuovo dal letto.” “Tesoro per favore, non è educato fare aspettare una persona.” “Oh… e va bene.” “Brava cara, allora ti aspetto di sotto.” Uscì fuori e scese di sotto. “Mia figlia arriva.” “Ok grazie.” “Quel babbeo ha avuto il coraggio di venire a casa mia.” “Oh che romantico…” “Miki smettila di pensare alle favole, mi disgustano.” Si alzò dal letto, si lavò la faccia, si pettinò i capelli e scese di sotto. “Ah eccoti, buongiorno tesoro.” Le sorrise sua madre. “Lo era fino a un attimo fa…” Guardò Ikuto fulminandolo con lo sguardo. Infatti lui sentì un brivido che gli percorreva la schiena… poi Ikuto si ricordò di quello che gli aveva detto Utau. “Buongiorno Amu, ben alzata.” Gli sorrise ma Amu restò impassibile e indifferente. Si sedette e addentò subito un pancake. “Amu, è maleducazione non rispondere al saluto di un’ospite.” “Ok mamma. Sì buongiorno Ikuto…” “Così va meglio. Cosa ti porta qui da noi?” “Io lo so. Fammi indovinare, sicuramente ti ha mandato qui tua sorella per poter parlare con me.” “No veramente, sono venuto io di mia spontanea volontà.” “Ma davvero? Che strano…” “Quindi tu hai fatto il tifo per mia figlia al festival?” “Bè sì…” “Eh eh, su non ti vergognare…” Il papà gli diede una pacca sulla schiena. Ma guardatelo, fa il ragazzo innocente. Tsk, ma tanto con me hai i giorni contati mio caro. Amu mangiò il terzo pancake e bevve un succo d’arancia. E Ikuto ne mangiò solo uno. “Se devi parlarmi, vieni in camera mia Ikuto.” “D’accordo.” Amu e Ikuto si alzarono e andarono in camera chiudendo la porta. “Allora, che ce?” “Hai da fare oggi pomeriggio?” “Sfortunatamente no, perché?” “Volevo chiederti di uscire…” “Per fare cosa? Un’altra sfida?” “No basta con le sfide. Facciamo solo una semplice passeggiata al parco per rimediare all’uscita dell’altra giorno.” “Tu vorresti rimediare all’uscita disastrosa del luna-park con una passeggiata? Mi dispiace, ma no.” “Per favore Amu, questo è il mio modo per chiederti scusa.” “Caspita, che fantasia. In tutti questi anni invece di migliorare sei veramente peggiorato. Te lo dico sinceramente, io con te non ci esco neanche se fossi l’ultimo uomo sulla terra.” “E’ questo che pensi di me Amu?” “Certo.” “Sai, nonostante fossi a Parigi io non ho mai smesso di pensarti.” “Oh che gesto nobile da parte tua, però non hai pensato di telefonarmi. Sicuramente facevi fatica a comporre il numero e fare una semplice chiamata vero?” “In quel momento non potevo…” “Perché eri impegnato, chiaro. Come se fossi il Presidente degli Stati uniti.” Ikuto gli prese le mani… “Amu ti prego, accetta la mia uscita. Voglio rimediare…” Amu ci pensò un attimo. “Va bene, accetto…” “Davvero? Ti ringrazio di cuore…” “Oh di nulla.” Sorrise per finta. “Allora, ti aspetto al parco al centro della fontana alle quattro e mezzo. A dopo.” “Ma certo, non vedo l’ora. A dopo.” Detto questo Ikuto uscì dalla camera di Amu, salutò la sua famiglia e andò via. “Quindi oggi pomeriggio uscirai con Ikuto?” “Certo che no, gli ho fatto credere che ci andavo.” “No Amu, non puoi fargli questo. E’ terribile…” S’intristì Suu. “Perché lui non è stato terribile nei miei confronti?” “Ma è stato molto tempo fa. Ragiona Amu, se non vai alla sua uscita te ne potresti pentire amaramente.” “Io pentirmi per quello là? Ma nemmeno tra cent’anni guarda…” “Dai non dargli buca, sono sicura che ti divertirai a uscire con Ikuto.” “Basta, ho detto di no.” Caro Ikuto ora capirai come mi sono sentita io nell’attesa di una tua telefonata. Pranzarono e dopo Amu si rilassò in camera. “Non ci vuoi ripensare all’uscita con Ikuto?” “Di nuovo Ran? No, mi ha stancato la sua presenza.” Detto questo si distese nel letto a rilassarsi. Arrivarono le tre e mezzo e Ikuto era già al parco al centro vicino alla fontana. Il suo cellullare squillò, lo prese e vide che era Utau. Rispose subito… “Ciao fratellone tutto ok?” Sì grazie. E tu?” “Anche io, sono in pausa dalle prove del mio concerto.” “Ah ottimo.” “E tu che combini?” “Sono al parco.” “Ah e come mai?” “Ho proposto a Amu di uscire, per farmi perdonare e lei ha accettato.” “Ma dai veramente?” “Sì, sono molto contento.” “Però è un po’ strano…” “Che cosa?” “Bè… il fatto che abbia subito accettato. Non so a te, ma la faccenda mi puzza.” “Tu dici?” “Certo, Amu finora ti ha sempre allontanato, giusto?” “Sì, ma oggi l’ho vista diversa dal solito. Scusa, ma ora ti saluto.” “Va bene, anch’io. Tra un po’ riprendo le prove. Ma riferiscimi i dettagli della tua uscita.” “’D’accordo, ciao.” “Ciao fratellone.” Chiusero entrambi la chiamata. Dai vieni Amu, ti aspetto. Ikuto sorrise. Passarono le ore e Ikuto qualsiasi ragazza che passava di lì sperava che fosse Amu, e invece no. Non capisco, forse le sarà successo qualcosa? A casa di Amu… “Ah ah ah ah oddio…” “Perché ora stai ridendo?” “Sto immaginando la faccia di Ikuto mentre guarda ogni ragazza possibile e inimmaginabile nella speranza che posso essere io. Oh poverino, ah ah ah ah.” “Secondo me stai sbagliando.” La rimproverò Miki. “No, proprio per niente. Lo farò soffrire come ho sofferto io, così capisce come mi sentivo io.” Il pomeriggio passò in un attimo e Ikuto vedendo che non arrivava più andò via sconsolato. “Bene, e anche questa bella domenica mi sono rilassata precocemente. Domani ritorno a scuola, uffa.” “Eh ti tocca…” “Già…” Ami bussò alla porta… “Sì avanti…” Ami entrò. “Sorellona, alla fine cosa ti ha detto Ikuto stamattina?” “Nulla di che, voleva sapere com’era andato il festival e mi ha fatto le congratulazioni per aver vinto con i miei amici.” “Ti ha detto solo questo?” “Sì sorellina, perché non mi credi?” “Sì certo, scusami.” “Tranquilla…” Amu le accarezzò la testa, poi Ami ritornò in camera sua. Cenarono in allegria e spensieratezza. “Amu, cosa ti ha detto stamattina Ikuto?” “Oh santo cielo anche tu mamma? Me l’ha già detto mia sorella. Comunque niente di che, mi ha fatto le congratulazioni per aver vinto al festival.” “Ah ho capito, ma sei sicura?” “Sì mamma, non ti fidi di me?” “Sì tesoro…” “Eh meno male.” Finito di cenare i genitori e Ami guardarono un po’ di tv e Amu era distesa nel letto immersa nei suoi pensieri. “A cosa pensi?” Le domandò Miki. “Niente, visto che ho dato buca a Ikuto… ora mi lascerà in pace finalmente.” “Io non ne sarei così sicura.” “Perché dici così, Miki? E’ matematico che da adesso in poi sparirà per sempre dalla mia vita, dopo aver ricevuto una bidonata da me.” “Mi dispiace contraddirti, ma per come la vedo io… Ikuto non si arrenderà mai. Anzi, tenterà in tutti i modi di starti più vicino.” “Eh eh, questo lo vedremo…” Siamo solo all’inizio della mia vendetta. “Ok ragazze, mi di chiudono gli occhi. Buonanotte…” “BUONANOTTE!!” Amu spense la luce e si addormentò subito. Capitolo 14 “Il piano di Utau” Era metà aprile e iniziava a fare un po’ caldo. Amu si alzò di malavoglia. “Ah uffa, non ne posso più della scuola. Non vedo l’ora che arrivi l’estate.” “Dai Amu, non mollare.” La incitò Ran. “Sì grazie, ci provo.” Le sorrise. Si spogliò e indossò la divisa della scuola. “Ecco fatto, sono pronta. Anche se non mi va…” Si pettinò i capelli e si lavò la faccia. “A posto, venire qui dentro.” “AGLI ORDINI!!” Ran, Miki e Suu entrarono nel porta Shugo Chara. “Bene, andiamo.” Prese la borsa e scese di sotto a fare colazione. “Buongiorno a tutti.” “BUONGIORNO TESORO!!” “Ehi sorellona, oggi sei più raggiante del solito. Come mai?” “Perché mi sono svegliata così, non devo esserlo?” “Sì certo, ma pensavo che ci fosse un motivo.” “No, non ce nessun motivo.” Addentò il suo pancake. “Oggi a scuola ce qualcosa in programma?” Domandò sua madre. “No, oggi tutte regolare con le solite lezioni.” “Ah ho capito, e tu Ami?” “Tutto normale, a parte una verifica di storia.” “Oh piccola, allora immagino che sei nervosa.” Si preoccupò suo padre. “No per niente, io ho studio sempre un’ora prima. A differenza di mia sorella…” Sorrise ironicamente. “Non è vero. Se ti prendo…” Ami si alzò di colpo mancandola. “Dai ragazze, non litigate.” “Non stiamo litigando mamma. Non è colpa mia se io sono più brava a scuola di mia sorella.” “Insomma Ami…” “Ok la smetto. Ora vado, ciao.” Ami prese la cartella e uscì. “Mamma papà, siate sinceri. Secondo voi, io prendo pessimi voti a scuola?” “Ma no tesoro, tu vai benissimo. Finora non hai preso un brutto voto o mi sbaglio?” “No non sbagli, grazie mamma.” Bevve il suo solito succo d’arancia uscì di casa. Sento che oggi non incontrerò mai più quello scimmione. Amu sorrise soddisfatta mentre si recava a scuola. Intanto da un’altra parte Ikuto passeggiò nel solito parco sconsolato e perso nei suoi pensieri, quando qualcuno di sua conoscenza lo chiamò… “FRATELLONEEEE!!!” Ikuto vide Utau che correva da Ikuto abbracciandolo. “Utau piano, mi fai cadere.” “Scusami, ma mi mancavi.” “Il tuo uomo dov’è?” “Sta facendo la spesa.” “Ah ok…” “Allora, com’è andata l’uscita con Amu ieri?” “Non è mai venuta…” “No dai veramente?” “Purtroppo sì, io ho aspettato per mezz’ora al parco come un’idiota. E lei alla fine, non è mai venuta. Nonostante avesse accettato.” “Me lo sentivo che c’era qualcosa che non andava. Quindi ti ha fatto credere che sarebbe venuta per poi non presentarsi da te?” “A quanto pare sì. Per quante volte provi a riappacificarmi con Amu, lei troverà sempre il modo di cacciarmi via.” “No non è possibile, non può averti fatto questo. Lei è mia amica, ora basta. Le parlo io.” “No Utau, è meglio di no. Magari ha avuto un contrattempo, che ne sai?” “Sì può essere, ma io farò in modo che voi due passere l’estate insieme. A questo non ti dirà di no, lei ama il mare.” “Può darsi, ma cosa vuoi fare?” “Tu lascia fare a me, ho in mente un piano, Ma mi serve la tua collaborazione e quella degli amici di Amu. Ci stai?” “Non so quale sia il piano, ma sì dai.” “Perfetto, qua la mano socio.” Utau e Ikuto si strinsero le mani. “Allora restiamo d’accordo così. Adesso ti lascio, ho paura che quel tonto di Kukai sbagli nel fare la spesa. Ciaoo fratellonee.” Così com’era venuta andò via di corsa dal parco. Che sorella matta che ho, ma è per questo che le voglio bene. Amu mi dispiace, ma non ti libererai facilmente di me. Ikuto sorrise rianimato dalla sua forza di amore per Amu. Nel frattempo Amu stava facendo ricreazione con i suoi amici nella terrazza. "Anche oggi ce un sole fantastico.” Esultò Yaya. “Sì lo sappiamo Yaya. A volte, sei un po’ ripetitiva.” “Cosa? Non è assolutamente vero.” “Sì invece…” Amu sorrise pensando a loro due senza problemi. “Ce qualcosa che non va Amu?” “No perché Nagihiko?” “Hai un sorriso strano…” “No dai, è solo una tua impressione.” “Va bene…” Suonò la campanella della ricreazione, le lezioni procedettero e anche questa giornata di scuola terminò. Amu e i suoi amici uscirono e all’ingresso trovarono Ikuto. “Posso parlarti Amu?” “Ma certo, ragazzi voi andate. Ci vediamo domani…” “OK, A DOMANI AMU!!” Gli amici di Amu la salutarono e andarono via. “Che cosa vuoi Ikuto?” “Nonostante tu mi abbia dato buca all’uscita di ieri, io non mi arrendo e prima o poi riuscirò a riconquistarti.” “Oh che carino, ma tanto è inutile. Perché io farò ancora peggio. Questo è solo l’inizio di quello che tu hai fatto passare a me.” “Io capisco che tu mi odi a morte, ma non m’importa. Per farmi perdonare da te sono disposto anche a farmi odiare.” “Però ne hai di coraggio. Comunque, come hai fatto a sapere che ti davo buca? No non dire niente ti prego, lasciami indovinare. E’ stata tua sorella, immagino.” “Sì esatto, lei voleva venire qui per dirtene quattro, ma io l’ho fermata. Non volevo che voi due litigaste a causa mia.” “Ah però bravo. In questo caso hai fatto bene, ma io non cambio idea su di te. Tu molto tempo fa mi avevi detto che ero ingenua, però oro lo sei tu.” “Amu, ammetto che sei cresciuta e sei molto maturata soprattutto nella tua bellezza. Ma io riuscirò a sciogliere il tuo cuore duro e freddo.” “Fai come credi, ma non ci riuscirai. Devi dirmi altre sciocchezze o posso andare?” “No, puoi andare.” “Ah era ora, continua pure a sognare la tua vita da illuso caro Ikuto.” Amu se ne andò e anche Ikuto. “Eccomi, scusate il ritardo. Ma un certo scimmione mi ha intrattenuto.” “Ciao tesoro, tranquilla. Per scimmione intendi Ikuto?” “Sì mamma, conosci qualcun altro che mi infastidisce?” “Ma no tesoro, non offendere a Ikuto. Lui è sempre così carino e premuroso nei nostri confronti, soprattutto con te.” “Ma per favore, sta recitando la sua parte. Non lo capisci?” “Cara ti assicuro che non recitando, perché dici così?” “Ah certo, avevo dimenticato che tu lo difendi sempre. Perché non lo adotti come figlio?” Amu non lasciò il tempo di dire niente a sua madre che se ne andò subito di sopra in camera sbattendo la porta. “Oh accidenti, non capisco perché Amu odi tanto a Ikuto.” Pensò suo padre. “Non saprei, ma sicuramente gli avrà fatto qualcosa di male in passato. Mi ricordo che molto tempo fa Amu lo aveva ospitato segretamente in camera sua, perché non se la passava bene. Io lo sapevo, o meglio lo avevo sospettato e me la sono presa con loro, poi Ikuto si è scusato con me. E da allora, io lo considero parte della famiglia.” “Sì, ma a quanto pare a Amu non gli va bene.” “Oh no, cos’ho combinato? Non volevo farla arrabbiare.” Suo marito l’abbracciò calorosamente. “Tranquilla cara, non ti intristire. Prima o poi la rabbia le passerà.” Amu batté con violenza la borsa sulla scrivania. “Aaah dannazione, perché mi va tutto male?” “Non ti arrabbiare Amu…” “E’ impossibile non arrabbiarsi Ran, ora anche mia madre si è fissata con Ikuto e vuole più bene a lui che a me.” Si buttò sul letto. “Questo non è assolutamente vero. Tua mamma ti vorrà sempre bene a prescindere.” Le sorrise Miki. “Sì, concordo anche io.” “Io non so più che cosa fare…” “Devi fare pace con tua madre Amu, è l’unico modo.” “No, non ce la faccio. Ormai mia madre ha apertamente dichiarato che considera Ikuto parte della famiglia.” Si tolse la divisa della scuola e si mise il pigiama. Sua madre bussò alla sua camera. “Tesoro, posso entrare?” “Ok…” Entrò e chiuse la porta. “Non essere arrabbiata con me, ti prego.” “E perché non dovrei scusa? Hai detto chiaramente che consideri Ikuto parte della famiglia più di me.” “No, mi sono spiegata male. Lui è come se fosse parte della famiglia. Ma io voglio bene sia a te che a Ikuto.” “Basta mamma, non voglio più sentire parlare di quello scimmione ok?” “Ma perché? Cosa ti ha fatto?” “Non posso dirtelo, sono fatti molto personali.” “Oh capisco, allora non insisto. Ma quando sarai pronta a parlarmene, io ci sono.” Detto questo sua madre uscì, preparò la cena. Cenarono chiacchierando tranne Amu. Finito di cenare diede la buonanotte a tutti e andò a dormire con l’amaro in bocca. Capitolo 15 “incomprensioni Era un martedì mattina e Amu si alzò come sempre in perfetto orario e già pronta con la divisa della scuola. “Allora Amu, sei pronta per andare a scuola?” Disse allegra Ran. “Sì, non si vede?” Ran notò che aveva una faccia avvilita. “Oddio, stai male?” “No figurati, io voglio che le vacanze estive arrivano il più in fretta possibile.” “Sei sicura che è solo per questo il motivo? O è anche per tua mamma?” Ipotizzò Miki. “Non me la nominate per favore, da oggi sono in guerra con lei.” Fece una faccia furiosa con un’aura infuocata. “OH MAMMA MIA, E’ MEGLIO SE ANCHE NOI NON LA FACCIAMO ARRABBIARE!!!” Esclamarono tutte in contemporanea. “Già, vi conviene… se non volete fare una brutta fine.” Sorrise diabolicamente. “NO NO, PER CARITA’!!” Detto questo disse alle sue shugo chara di entrare dentro alla sua borsa e scese di sotto a fare colazione. “Buongiorno tesoro, hai dormito bene?” Le domandò sua madre sorridendole. Amu la ignorò del tutto e addentò un pancake. “E dai non ignorarmi cara, dimmi qualcosa.” “Cosa vuoi che ti dica? Grazie di avermi messa al mondo per poi pugnalarmi alle spalle preferendo Ikuto a me?” “Ma non è assolutamente vero. Io ti voglio bene e anche Ikuto.” “SMETTILA DI PARLARE DI IKUTO COME SE FOSSE UN MEMBRO DELLA NOSTRA FAMIGLIA!!!” Amu si alzò sbattendo le mani sul tavolo spaventando a morte tutta la sua famiglia. “Mi dispiace, io non avevo intenzione di…” “Non dire più niente mamma. Ormai ho capito tutto, tu vuoi più bene a Ikuto e non a me. Ne parli come se lo avessi partorito.” “Amu non dire queste cose, mi fa male sentirti parlare in questo modo.” “E’ quello che volevo, così sai come mi sento io. Adesso vado a scuola, ciao.” Prese la sua cartella e uscì di casa sbattendo la porta. “Sorellina aspetta…” “No lasciala stare, è giusto che sia arrabbiata con me.” “Ma mamma…” “Lasciami che sbollisca la rabbia, poi cercherà di parlarle. Tu vai a scuola Ami, o farai tardi.” “Va bene…” Ami salutò i suoi genitori e uscì di casa. “Accidenti, è tutta colpa mia.” “No cara, non ti devi incolpare.” “Era meglio se non invitavo Ikuto quel giorno a colazione, altrimenti Amu a quest’ora non se la sarebbe presa con me.” “Tu hai fatto semplicemente quello che sentivi di fare. Amu non può essere arrabbiata con te…” “Lo spero. Comunque io quando ieri le ho parlato ce l’aveva a morte con Ikuto, le ho chiesto perché ma lei ha detto che erano fatti molto personali.” “Ah ho capito…” “Ma come posso aiutarla se non si confida con me?” “Tranquilla, prima o poi ti parlerà. Bisogna solo darle del tempo.” “Sì, hai ragione.” Si abbracciarono… Intanto Amu nonostante seguiva le lezioni era immersa nei suoi pensieri. Alla ricreazione Amu andò come sempre in terrazza insieme ai suoi amici. “Ehi Amu, che cos’hai? Oggi ti vedo un po’ fuori dal mondo.” Gli disse Nagihiko preoccupato. “Ho litigato con mia madre.” “Oh davvero? Mi dispiace…” “Tranquillo.” “Posso sapere perché hai litigato con lei?” Domandò Rima. “Sì, voglio saperlo anche io.” “Volete saperlo? Va bene, ve lo dico. Mia madre ha accolto Ikuto a casa mia dicendo che lo considera come un membro della mia famiglia.” “Ma non è una cosa cattiva…” “Per me lo è Nagihiko. E’ come se avesse detto che vuole più bene a lui che a me. Io mi sono sentita ferita e umiliata… è la prima volta che discuto con mia madre e tutto per colpa di Ikuto.” Amu strinse i pugni per la rabbia… “Oh Amu, mi rendi triste anche me vedendoti così.” Yaya l’abbracciò calorosamente. “Yaya che fai?” “Un abbraccio manda via la tua tristezza.” “Ah ah, grazie Yaya. Un po’ ha funzionato…” “Ah meno male, sono contenta.” Amu le sorrise. “Adesso capite perché odio Ikuto? Da quando è ritornato mi ha causato un sacco di guai.” “No Amu, Ikuto non è tipo da causare guai.” “Sì invece, per colpa sua ho litigato con mia madre.” “Io penso che devi fare la pace con tua madre, non pensando a quello che ti ha fatto Ikuto.” Gli disse saggiamente Nagihiko. “Non lo so, devo pensarci…” “Certo, fai come vuoi.” E anche questa giornata di scuola finì. Amu appena uscita andò al parco sedendosi sull’altalena. Ah accidenti mamma, perché mi hai fatto questo? A un certo punto gli squillò il telefono. “Chi sarà?” Rispose senza guardare chi era. “Pronto, chi è” “Ehilà Amu, come stai?” Questa voce la conosco, non è possibile. “Oddio Tadase, sei proprio tu?” “Sì.” “Che bello risentirti, come va la tua scuola a Londra?” “Benissimo grazie, mi sono fatto un sacco di amici. E tu cosa mi racconti?” “In verità niente, a parte che è ritornato Ikuto.” “Ah bene.” “A dire il vero, non lo è per niente.” “Come mai, se posso saperlo?” “E’ una storia un po’ lunga ma te la faccio breve; da quando Ikuto è ritornato mi ha causato un sacco di problemi, si è messo in testa di riconquistarmi.” “Veramente? E tu sei d’accordo?” “Ovvio che no. E poi io non l’ho ancora perdonato del fatto che molto tempo fa quando era partito per Parigi non mi ha mai telefonato.” “Ah no? Non ti ha fatto una solo telefonata da allora?” “No ma figurati, perché mi ha detto che era molto impegnato.” “Bè… anch’io sono impegnato con la scuola però oggi che avevo un po’ di tempo ti ho chiamato.” “Sì almeno tu, in confronto a quella scimmia azteca.” “Scimmia azteca? Ah ah ah, bel soprannome.” “Sì, ora lo chiamo così.” Gli sorrise. “E non è tutto, per colpa sua ho litigato con mia madre.” “Dai davvero? Mi dispiace, ma per quale motivo?” “Perché mia madre una settimana fa l’ha invitato a fare colazione a casa mia, considerandolo come un membro della mia famiglia. E queste sue parole mi hanno ferito nel profondo dell’anima.” “Cavoli, mi spiace molto Amu.” “Ti ringrazio, e scusami se ti ho parlato dei miei stupidi problemi.” “Ma va tranquilla. Anzi, hai fatto bene a parlarmene. Così almeno ti sei sfogata un po’ con me.” “Oh Tadase, sei un ottimo amico.” “Grazie Amu, anche tu... quello che ti posso dire è cerca di fare pace con tua mamma e anche con Ikuto se puoi. Fai quello che ti senti di fare. Ora devo lasciarti, devo studiare. Ti richiamo quando posso ok?” “Va bene, grazie dei tuoi preziosi consigli.” “Di nulla, ciao.” Chiusero la chiamata. Amu restò seduta sull’altalena a pensare a cosa dovesse fare… “Cos’hai intenzione di fare Amu?” le domandò Ran. “Non lo so Ran, ho una tale confusione in testa.” “Io penso che devi ascoltare i consigli di Tadase.” Le suggerì Miki. “Nei sei certa Miki?” “Ma sì, non puoi certo continuare a essere arrabbiata con tua mamma. Se fai l’arrabbiata dimostri di essere ancora una ragazzina, soprattutto con…” “Con chi scusa?” “No nessuno.” “No adesso, me lo dici.” “E va bene, con Ikuto…” “Ah ora capisco, Ikuto ha fatto in modo che litigassi con mia madre. Affinché si fidasse di lui…” “No, non può averlo fatto.” “E invece sì, pensateci un attimo. Tutto torna, Ikuto convince mia madre a farsi accettare dalla mia famiglia con le sue innocenti parole. Maledetto, questa non gliela perdono.” Si alzò stringendo un pugno. “Ok ho deciso, faccio la pace con mia madre e farò la guerra con Ikuto. Muhahahah!!” “OH SANTO CIELO!!” Ritornò a casa alle cinque e un quarto. “Sono tornata.” “Ah eccoti tesoro finalmente, ti stavo aspettando. Io volevo chiederti scusa per…” Ma Amu la interrompe. “No tranquilla mamma, non mi devi alcune scuse. E’ tutto apposto. Anzi, sono io a doverti chiedere scusa per il mio comportamento da immatura.” “Oh tesoro no non è vero, questo ormai fa parte della tua crescita.” Detto questo l’abbracciò forte. “Hugh… piano mamma.” Subito dopo l’abbracciarono anche il papà e la sorella. “FINALMENTE AVETE FATTO PACE!!” Esclamarono felici. “Eh sì…” Andò di sopra in camera buttandosi soddisfatta nel letto. “Sei consenta di aver fatto la pace con tua mamma?” “Sì molto. E ora posso continuare la mia guerra personale con Ikuto.” Sorrise diabolicamente. “Ma no dai, poverino.” “Poverino un par di scatole. Questa volta ha superato ogni limite, non gliela faccio passare liscia. Caro Ikuto, ti renderò la vita un vero inferno. Eh eh eh eh!!” “Hai di nuovo quello sguardo inquietante che fa paura.” “Eh eh, meglio così.” E quindi Amu cenando con la sua famiglia ritornò a essere la ragazza allegra di prima ma solo in apparenza. Poi andò a dormire addormentandosi serenamente. Capitolo 16 “Cambiamenti” Amu dopo la scuola decise di fare un po’ di shopping con la paghetta settimanale che gli avevano dato i suoi genitori. “Che cosa ti compri Amu?” “Un po’ di vestiti da ragazza matura, Ran.” “Ah ho capito…” “Hai intenzione di svuotare i negozi?” “Eh eh, ma che ti salta in mente Miki? No solo metà negozio.” “Lo sospettavo…” Girò per tutti i negozi di ogni vestito possibile ed inimmaginabile, uscì con almeno quattro buste. “Ah ora sì che sono a posto. Mi mancava fare un po’ di shopping benefico. Adesso, possiamo ritornare a casa.” “AH BENE, INIZIAVAMO A ESSERE STANCHE!!” “Oh che pappa molli…” Uscì dal centro commerciale alle cinque e mezzo, prese l’autobus e dopo mezz’ora ritornò a casa. “Sono a casa…” “CIAO TESORO, BENTORNATA!!” “Grazie…” Sua madre notò che aveva delle buste. “Hai fatto un po’ di shopping?” “Sì, dato che era un pezzo che non lo facevo, ti dispiace?” “No no, hai fatto bene.” Amu notò che la tavola era apparecchiata per cinque. “Mamma scusa, perché hai apparecchiato per cinque persone?” “Non ti arrabbiare tesoro, ma ho invitato Ikuto a cena qui.” Sua mamma mise le mani a coppa. “No ma figurati, perché dovrei arrabbiarmi? Anzi, sono contenta…” “Oh davvero?” “Ma certo, ora vado in camera.” Le sorrise ed entrò in camera. “Ma allora hai cambiato idea su Ikuto?” Le domandò Ran. “Ovviamente no Ran, io disprezzerò sempre quel megalomane.” Sorrise diabolicamente. “Ah non cambierai mai…” “Eh no Miki.” Appoggiò le buste a terra. “Prima o poi devo buttare via i miei vecchi vestiti.” “Ma come? Se li butti via non ti dispiace?” “Assolutamente no. E’ ora di modernizzare il mio look… volete vedere il vestito per la cena di stasera?” “SI’ DAI!!” Amu aprì l’armadio appoggiando un vestito scintillante di paillette argentato. “WOOW, CHE BELLO!!” Ran, Miki e Suu erano incantate dal vestito. “Ma scusa Amu, non si sembra un po’ troppo scollato? E poi da quando tu indossi dei vestiti del genere?” “E anche se fosse? Meglio, così Ikuto resterà sconvolto a vita.” “Cosa c’entra Ikuto scusa?” Le domandò Miki. “Ho detto Ikuto? No mi sono sbagliata. Volevo dire che tutta la mia famiglia resterà sconvolta dal mio fantastico vestito.” “Ah ok, sì lo penso pure io…” Fiuu… che sollievo. Fortuna che mi hanno creduta. Ah bene, tutto procede per il meglio. Erano le sei e mezzo e sua madre iniziò a cucinare. E anche Amu si preparò, indossando il vestito che aveva comprato insieme a dei tacchi. “Ecco fatto, come sto ragazze?” “SEI VERAMENTE AFFASCINANTE, STENTIAMO A RICONOSCERTI!!!” le sue shugo chara erano ammaliate dal look di Amu. “Oh davvero? Vi ringrazio.” Eh eh, e ancora non avete visto niente mie care. “Ora mi rimangono i capelli, il trucco e ovviamente il profumo.” “Caspita, allora sei molto seria per questa sera.” “In apparenza sì…” Andò in bagno e si truccò leggera con uno sguardo sensuale. Si pettinò i capelli, si profumò e ritornò in camera. “Ora sì che sono pronta.” “ACCIDENTI CHE CAMBIAMENTO AMU!!” “Eh eh, lo so…” Verso le sette Ikuto suonò il campanello… “Ah dev’essere Ikuto. Caro, puoi aprire tu?” “Ma certo.” Il papà aprì la porta. “Buonasera.” “Ciao Ikuto. Vieni accomodati…” “Grazie.” Sorrise ed entrò chiudendo la porta. “Scusa, ma sto finendo di cucinare. Intanto siediti a tavola.” “Non si preoccupi, no aspetto in piedi.” “Come vuoi tu. Sai Amu è davvero contenta di sapere che ti abbiamo invitato a cena da noi.” “Ah veramente?” “Sì, io e mio marito pensavamo che non ti voleva e che ti avrebbe cacciato a randellate. E invece, pare che è d’accordo… però sei molto elegante stasera.” Infatti Ikuto indossava un camicia blu a maniche lunghe, un gilet senza maniche nero inclusi i jeans. “La ringrazio. Bè… di solito io non mi vesto mai elegante. Ma per stasera ho fatto un’eccezione, dato che è un’occasione speciale.” Dopo un po’ scese Ami, e lei aveva una semplice camicia a maniche lunghe a scacchi rossi e bianchi, un paio di jeans con una catenella e le sue adorate converse. “Ehilà Ikuto, benvenuto a casa nostra.” Ami l’abbracciò. “Ciao Ami, ti trovo bene.” “Grazie, ti piace il mio look?” “Sì molto.” “Anche a me, a me non piace vestirmi elegante.” “Eh lo so bene, mia cara.” Le sorrise sua madre. “Tua sorella, non scende? Non è bello far aspettare gli ospiti.” “Le ho bussato e ha detto che tra un po’ arriva. Sai, come effetto sorpresa.” “Ah capisco…” “Bene, è ora di entrare in scena. Voi aspettatemi qui.” “D’ACCORDO!!” Le risposero in sintonia Ran, Miki e Suu. Poi Amu uscì dalla camera camminando elegantemente. Mio caro Ikuto, resterai sconvolto a vita. Arrivò alle scale e le scese lentamente. “Eccomi qua, scusate il ritardo.” Tutti la guardarono incantati ed estasiati compreso Ikuto. “Ciao tesoro, sei a dir poco stupenda. Quasi non ti riconoscevo vestita così…” “Grazie mamma. Sai com’è, ho deciso di cambiare il mio look. Ti dispiace mamma?” “No no, stai benissimo.” “Ti ringrazio. Ciao Ikuto, benvenuto a casa mia.” “Ah, ehm… grazie. Stasera sei divina.” “Grazie.” Ma guardalo, è praticamente allibito dal mio look. Molto bene, ce l’ho in pugno. “Ok ragazzi è pronta la cena, sedetevi pure.” Tutti si sedettero cenando con gusto. “Ti piace il mio cibo, Ikuto?” “Sì. E’ tutto buonissimo, complimenti.” “Grazie mille. E a voi vi piace?” “SI’ MOLTO!!” “Allora Ikuto, di cosa ti occupi ora?” Ikuto stava per parlare ma Amu lo interrompe. “Di cosa vuoi che si occupi mamma? E’ ovvio che non fa niente dalla mattina alla sera se non inseguirmi e darmi fastidio per tutto il giorno.” “Amu insomma, non dire queste cose.” “Mamma, io ho detto solo la verità. Non è così Ikuto? O vuoi negarlo?” “No non lo nego, ma mamma di Amu… le posso assicurare che io non infastidisco a sua figlia.” “Sì lo so, ti credo. Amu non parlare male di Ikuto.” “Ma ci mancherebbe, io non parlo male di lui. Stavo scherzando, e Ikuto ci è cascato.” “Eh sì, confermo…” Amu questa sera si sta comportando in modo strano e insolito. “Oh era uno scherzo, tesoro sei sempre molto divertente.” Tutti risero. Mi dispiace contraddirti mamma, ma io non voglio essere divertente. Lo faccio apposta… “Ragazze cosa farete durante le vacanze estive?” “Io niente di che, vado al mare con un paio di amiche.” Disse sul vago Ami. “Ah ottimo. E tu Amu?” “Pure io andrò al mare con i miei amici.” “Ottimo, così vi divertirete entrambe. E tu Ikuto cosa farai quest’estate?” “Oh nulla, mi faccio solo delle semplici delle passeggiate.” “Ah ok…” Proseguirono con la cena chiacchierando allegramente. Poi finito di mangiare, la mamma di Amu sparecchiò e lavò i piatti. E guardarono un po’ di tv insieme a Ikuto. Amu invece stava seduta a tavola. “Amu che fai la seduta? Vieni qui seduta da noi a guardare la tv.” “No grazie, sto bene qua.” “Oh d’accordo.” Ma guardatevi, siete tutti li seduti a guardare la tv come su nulla fosse. Accogliendo in casa uno scimmione del genere. “Scusatemi, io vado a cambiarmi. Questo vestito inizia a starmi scomodo.” “VA BENE, TESORO!!” Ikuto la guardò da lontano andare su in camera. “Eccomi ragazze.” “COM’E’ ANDATA LA CENA?” “Oh benissimo, tutta la mia famiglia sta guardando ujn po’ di tv insieme a Ikuto. Adesso però devo cambiarmi.” “In che senso? Ah ti metti il pigiama?” le domandò Ran. “Sì, una specie mia cara Ran.” Amu tirò fuori dall’armadio il pigiama con la sottoveste. “Cosa? E questo lo chiami pigiama? A me sembra una lingerie per donne adulte.” Esclamò Miki sconvolta. “Certo che lo è Miki, o stai insinuando che io non sono adulta?” “No no, non mi permetterei mai. Lo sei eccome…” “Ambe…” Si tolse il vestito e indossò una lingerie di pizzo nero a canottiera lungo che gli arrivava a metà gambe e una vestaglia di seta nera. “Apposto, cosa mi dite?” “ANCHE QUESTA TI STA D’INCANTO!!” “Grazie ragazze…” “Ma quanto ci mette Amu a cambiarsi? Aaah che sonno…” Infatti i suoi genitori e sua sorella si addormentarono davanti alla tv tranne Ikuto. “Ok Scendiamo…” Riuscì dalla camera scendendo di sotto. “Eccomi famiglia. Oh cavoli, si sono addormentati.” “Io no però… ma questo è il tuo pigiama?” “Eh sì, non ti piace?” “No ti sta bene, ma tu non hai mai indossato questo tipo di pigiama.” Ikuto la guardò ammaliato… “Da stasera indosserò sempre questo.” Andò in cucina. “Cosa fai?” “Una tisana tranquillante per dormire, sai la tua presenza mi ha agitato molto. Però anche tu lo sei, mi pare…” “No, non lo sono. Sono tranquillissimo.” “Oh sì, si vede.” Ikuto la raggiunse in cucina sedendosi nella tavola. “Amu, cosa ti prende?” “In che senso scusa?” “Mi stai provocando affinché io ti salti addosso così facendo, scatenerai la furia dei tuoi genitori sbattendomi fuori casa?” Amu gli sorrise. “Ma cosa ti salta in mente sciocchino? Non farei mai una cosa del genere. Non sono così subdola e manipolatoria…” Amu gli accarezzò la guancia… “Che stai facendo?” “Niente, ti accarezzo un po’. Sei così teso, rilassati.” Ikuto gli prese la mano. “Amu smettila, o non potrei più rispondere delle mie azioni.” “Va bene, scusami. Era solo per farti tranquillizzare.” L’acqua del pentolino bollì e Amu prese un bicchiere con il manico e uno smile disegnato sopra, si versò la tisana e si sedette nel tavolo bevendola piano. “Ah è buonissima questa tisana, ne vuoi un sorso Ikuto?” “No grazie, sono apposto.” “Ok come vuoi… quindi, se ho ben capito tu quest’estate farai delle passeggiate tutto solo?” “Eh sì…” “Oh come mi dispiace. Se vuoi, posso passeggiare con te. Oh no non posso, che peccato. Io vado al mare con i miei amici.” Sorrise ironicamente. “Va bene, per questa volta ti permetto di prenderti gioco di me.” Gli sorrise. “Oh che onore… cavoli inizio a sentire caldo ora.” Amu si tolse la vestaglia appoggiandola sulla sedia. Ikuto avvampò per il calore e iniziò a sudare freddo. “Ikuto cos’hai? Hai la faccia rossa, stai male?” “No, sto benissimo. Però ora, è meglio che me ne vado.” Si alzò. “Ma come, di già?” “Bè sì… sono le dieci e mezzo.” Disse guardando l’orologio. “Ah è vero, non mi abbracci per salutarmi?” “E’ meglio di no. Buonanotte Amu…” “Ok buonanotte Ikuto.” Ikuto uscì quasi sbattendo contro la porta. Obiettivo raggiunto, eh eh. Povero Ikuto quante ne dovrai subire ancora. Amu si rimise la vestaglia e finì di bere la sua tisana Dopo un po’ i suoi genitori si svegliarono. “AH CAVOLI, CI SIAMO ADDORMENTATI DAVANTI ALLA TV!!” “Eh sì…” “Ikuto è andato via?” “Sì, un minuto fa. Era molto stanco, vi saluta.” “Ah grazie. Tua sorella si è addormentata. Mi tocca portarla a letto.” “Oh lascia stare cara, ci penso io.” “Ok caro.” Il papà prese in braccio Ami e la portò in camera. Sua madre spense la tv. Sua mamma notò che Amu aveva un pigiama diverso dal solito. “Scusa Amu, quello è il tuo pigiama?” “Certo mamma, non ti piace?” “Sì è bello, solo che non immaginavo che tu indossassi questa lingerie con la vestaglia.” “ Ho deciso che da stasera indosserò sempre questo,. Spero che non sia un problema.” “No no, figurati.” “Ok ora vado a letto, buonanotte mamma.” “Buonanotte tesoro.” Amu ritornò in camera sua, diede la buonanotte alle sue shugo chara, si tolse la vestaglia e si addormentò prfondamente sorridendo soddisfatta. Capitolo 17 “Estate, un meraviglioso batticuore” Amu e i suoi amici avevano finito l’ultimo giorno di scuola e tutti liceali inclusi loro si apprestarono a uscire da scuola esultando e gioendo per le attesissime vacanze estive. “SIII’, FINALMENTE E’ ARRIVATA L’ESTATE!!” Gridarono tutti contenti. “Allora ragazzi, domani pomeriggio verso le quattro e mezzo vi va di andare al mare?” Proporre Amu. “SI’ CERTO!!” Esclamarono tutti in contemporanea. “Benissimo, allora vi aspetto domani alla fermata del bus che porta oltre il mare ok?” “D’ACCORDO!!” Detto questo Amu li salutò e andò a casa. Gli amici di Amu passarono per il parco e casualmente incontrarono Utau e Kukai. “EHI RAGAZZI!!” “CIAO UTAU E KUKAI!!” “Come state?” “Bene grazie, e voi?” Domandò Nagihiko. “Benissimo. Io e Kukai siamo in pausa estiva dai miei concerti.” “Ah bene, anche noi. Infatti domani pomeriggio andiamo al mare con Amu. Non vediamo l’ora…” Si esaltò Yaya. “Mi dispiace, ma non ci andrete.” “Cosa? E perché scusa?” Domandò Yaya piagnucolando. “Ora vi spiego: sapete tutti che Amu fa la dura, ma in realtà ama follemente Ikuto.” “Io lo sapevo fin dall’inizio, però perché Amu non gli rivela i suoi sentimenti?” “Bè vedete… mio fratello nei giorni scorsi è sempre stato a Parigi per cercare di trovare nostro padre. Ma lui tutt’ora ha sempre pensato costantemente ad Amu. Lei però ce l’ha a morte con lui perché non gli ha mai telefonato.” “Ah ora capisco perché parla sempre male di Ikuto a tutte le ore del giorno.” Ipotizzò Rima. “Eh sì, mio fratello l’ama con tutto il cuore. E noi dobbiamo fare in modo che loro due debbano restare da soli affinché esprimono i propri sentimenti. Mi capite?” “Adesso sì, cosa vuoi che facciamo?” “Ora vi spiego il mio piano…” Utau gli disse che domani dovevano fingere d avere altri impegni e altre cose per non venire al mare con Amu. Loro annuirono, dopo di che si salutarono e andarono a casa. “Siete sicuri che dobbiamo seguire il piano di Utau? Io ho paura che ci rimarrà male non vedendoci domani.” Si preoccupò Rima. “Ma no tranquilla Rima, noi lo facciamo per il suo bene. Fidiamoci di Utau.” Gli sorrise Nagihiko. “VA BENE!!” “Sono tornata.” “CIAO TESORO!!” “Allora da oggi hai le vacanze estive.” “Sì mamma. Infatti domani pomeriggio vado al mare con i miei amici.” “Che bello, stasera ti vedo molto solare.” “Sì lo sono. Perché l’estate mi rende felice e stando con i miei amici lo sono ancora di più.” Detto questo andò allegramente in camera sua e si buttò sul letto. “Ah che bella l’estate…” “SI’ VIVA L’ESTATE!!” Si tolse la divisa di scuola e si mise subito il lingerie con la vestaglia. Improvvisamente il telefono di Amu squillò. “Chi sarà a quest’ora?” Guardò il display e vide che era Yaya e così le rispose subito. Gli disse che domani non poteva venire al mare perché ci andava con la sua famiglia ma molto lontano. Amu si dispiacque molto e annuì. A seguire li chiamò anche Rima e Nagihiko dicendo che anche loro andavano in vacanza da qualche parte con la loro famiglia, anche se non era vero. “Ho capito, non fa niente. Ciao.” Chiuse la chiamata. “Che succede Amu?” “Succede che i miei amici non vengono più al mare con me.” “NO PERCHE’?” Dissero sconvolte Ran, Miki e Suu. “Yaya ha detto che andava ala mare con la sua famiglia un po’ lontano dal Giappone. Invece Rima e Nagihiko vanno in vacanza da qualche parte sempre con la loro famiglia.” “Oh no, mi dispiace.” “Fa nulla. Io non mi faccio rovinare le mie vacanze estive per questo, vado al mare da sola.” Sorrise diabolicamente. “Ma se vai per conto tuo non ti annoi?” “No ma figurati, troverò il modo per divertirmi anche da per me.” “BRAVA BEN DETTO AMU!!” Intanto Ikuto si stava rilassando in camera sua quando il suo telefono squillò. “Pronto?” “Ciao fratellone, ti disturbo?” “No figurati, sono in camera mia a rilassarmi. Ma dimmi tutto…” “Ok. Ascolta, tu cosa fai domani?” “Nulla di che, passeggio in giro.” “Perfetto, Amu invece va…” Ikuto la interrompe. “Al mare con i suoi amici, lo so.” “Eh no, ho convinto i suoi amici a dargli buca per fare in modo che ci andasse solo con te.” “Davvero?” “Sì, ho detto ai suoi amici di inventare qualsiasi scusa per non andare con lei. E sicuramente a quest’ora gli avranno telefonato.” “Ah ho capito… e del fatto che vengo al mare con lei lo sa?” “Eh no, questa è una sorpresa. Sei contento?” “Bè… da una parte sono contento e dall’altra spaventato a morte.” “Ma no perché? Devi essere contento, è la tua occasione per stare insieme a Amu e approfittare per dichiarargli i tuoi sentimenti.” “Sì lo so, ma ho paura che se la prenda con me.” “Tu non devi essere titubante, agisci e basta. Hai capito? Non lasciarti sfuggire quest’occasione.” “Va bene sorellona, ci provo.” “Bravo. Domani pomeriggio verso le quattro e mezzo fatti trovare alla fermata del bus che porta oltre mare.” “D’accordo…” “Mi raccomando, quando arriva Amu tu devi fare l’indifferente e gli dici che passavi di lì per caso. Mi hai capito?” “Sì, spero solo di farcela.” “Sì dai ce la farai. Ora ti lascio, dopo raccontami com’è andata.” “Va bene, ciao sorellina.” “Ciao fratellone.” Ikuto e Utau chiusero la chiamata. La mattina dopo Amu si alzò alle nove e dieci tutta pimpante ed energica. “BUONGIORNO RAGAZZE, SVEGLIATEVI SU!!!” Le shugo chara si svegliarono un po’ insonnolite. “Oh insomma Amu, ti sembra il modo di svegliarmi? Io voglio ancora dormire.” “Sì Ran ha ragione, anche io.” “Oh che strano, la Ran che di solito sveglia a me con urli e incitazioni… oggi che è estate vuole dormire.” “Che c’entra scusa? Anche io ogni tanto ho bisogno di una dormita.” Si lamentò Ran. “E vabbè dai, per una volta vi sveglio io.” Le sorrise. “E va bene, Per questa volta, io Miki e Suu ti perdoniamo.” “Grazie ragazze, ora scendo di sotto a fare colazione.” Si mise la vestaglia e scese giù. “Buongiorno famiglia.” “BUONGIORNO A TE TESORO!!” Si sedette a tavola. “Che bello vederti felice, cara.” “Secondo me oggi verrà giù l’apocalisse per il fatto che mia sorella sia allegra.” Ironizzò Ami. “Sì può essere sorellona…” Le sorrise. “La mia ironia non ha funzionato, cavoli. Allora sei sana.” Amu le arruffò i capelli. “Sì, sono sana.” “Ehi dai, mi spettini.” “Perché? Devi uscire con il tuo amico Seiji forse?” “Niente affatto, cosa ti salta in mente? E comunque siamo solo amici per ora…” “Sì, hai detto bene. Per ora, eh eh.” “Ma che hai da ridere?” “No niente, scusa.” Allora tesoro, oggi pomeriggio divertiti con i tuoi amici.” “No mamma, non vengono più ala mare con me.” “No, come mai?” “Non lo so, ieri sera mi hanno telefonato in contemporanea, dicendomi che ognuno di loro aveva degli impegni: Yaya va al mare con la sua famiglia ma lontano dal Giappone e Rima e Nagihiko vanno in vacanza da qualche parte con le rispettive famiglia.” “Ah cavoli. E ora come fai?” “Che faccio secondo te? Vado al mare per conto mio…” “Sei sicura tesoro? Dopo non ti perdi?” “Mamma ho sedici anni, so badare a me stessa ormai.” “Hai ragione, scusami.” Finito di fare colazione ritornò in camera e senza volerlo ripensò a Ikuto a casa sua mentre la guardava intensamente in sottoveste e vestaglia, poi si ridestò e scacciò quel pensiero dalla sua testa. No Amu, così non va bene. Non puoi pensare a quel scimmione. “Amu, a cosa pensi?” “No niente, che il mare mi rilassa molto.” “Sì concordo. Anche se vai da sola al mare, fai bene ad andarci.” Ran le sorrise e Amu contraccambiò. A mezzogiorno e mezzo pranzarono. “Senti tesoro, ti propongo un’idea.” “Quale idea?” “Potresti andare al mare con Ikuto.” “Ma sei impazzita mamma? Neanche morta…” “Perché scusa? Almeno sei in buona compagnia.” “Piuttosto che stare in compagnia con quello scimmione, sto con un barbone.” “Dai Amu, Ikuto è un bravo ragazzo. Non ti farà nulla di male…” “Mi dispiace, ma non mi fido.” “Va bene, fai come vuoi.” Dopo pranzo Amu fece il suo solito pisolino pomeridiano. Sfortunatamente sognò Ikuto che si dichiarava a lei… poi si risvegliò verso le tre e mezzo. Si tolse la sottoveste, indossò il costume rosa con i teschi neri e sopra un vestitino bianco con il pizzo, un cappello marrone per ripararsi dal sole, dei sandali e una borsa dello stesso colore. Mise dentro la sua borsa un asciugamano, la crema per abbronzarsi, il portafoglio e un costume di ricambio. “Bene, sono pronta. Posso andare. Voi mi aspettate qui ok?” “VA BENE AMU!!” Poi uscì salutando la sua famiglia, sua madre gli raccomandò di non ritornare tardi. Ah che bello. Finalmente posso dedicare un’intera giornata a me, anche se non esco con i miei amici. Mi divertirò moltissimo... Appena arrivò alla fermata del bus notò qualcuno che mai potesse immaginare. “Non è possibile, cosa diavolo ci fai qui?” “Ciao anche a te Amu. Comunque stavo passeggiando da queste parti e ho pensato anche io di andare al mare.” “Non ci credo, è uno scherzo vero?” “No per niente, sono serio. Però oggi sei più bella che mai con quel vestito.” Gli sorrise guardandola incantato. “Non cambiare argomento. Non potresti passeggiare da altre parti anziché al mare? Io per tua informazione, oggi dato che i miei amici non hanno potuto venire con me sfortunatamente, ho pensato di poter dedicare un’intera giornata a me per conto mio… senza nessun’altro tra i piedi. Mi hai capito?” “Sì ho capito, ma non è bello andare al mare da soli. Non potrei mai lasciare una bella fanciulla come te al mare da sola.” “No non se ne parla, io me ne ritorno a casa.” Amu stava per andarsene ma Ikuto le prese per mano. “No non andartene per favore. Dai, ormai sei qui. Se non vuoi passare la giornata con me, fallo per te. Non puoi passare l’estate chiusa in casa, ti pare?” “E va bene come vuoi…” Ikuto le lasciò la mano e aspettarono insieme il bus. Amu guardò il suo look; Ikuto indossava una camicia a maniche corte blu, dei jeans bianchi corti e un paio di scarpette estive aperte. Però anche lui è stupendo oggi, no che vado a pensare? Accidenti, riprenditi Amu. Senza farsi vedere da Ikuto si colpì la fronte con un pugno. “Allora Ikuto, immagino che avrai raccontato a tua sorella della cena di ieri a casa mia.” “Sì infatti, era molto contenta.” “Benissimo, e gli hai detto anche che tu sudavi freddo e avevi le vampate a causa mia per il pigiama che avevo?” “Eh no, questo non glielo detto…” “Ci avrei scommesso, per te era molto imbarazzante. Oh come mi dispiace…” In realtà, non mi dispiace per niente… Arrivò il bus e Amu e Ikuto salirono su. Per mezz’ora restarono in silenzio… poi Amu lo spezzò. “Comunque l’altro giorno mi ha chiamato Tadase.” “Ah ottimo, come sta? E come la sua scuola a Londra?” “Gli va tutto a gonfie vele, si è fatto un sacco di amici.” Bene, sono contento.” “E’ stato lui a consigliarmi di fare pace con mia madre e di non arrabbiarmi con te.” “Ah capisco, e tu hai seguito i suoi consigli?” “All’inizio era molto confusa, ma poi ci ho pensato a lungo e ho fatto pace con mia madre.” “hai fatto bene. E per quanto riguarda me?” “In che senso?” “Andiamo, lo sai benissimo. Lo sai quello che io provo per te…” “Mi dispiace ma in questi giorni sono confusa…” “Va bene ti capisco, allora ti aspetterò con pazienza.” “Non perdere tempo con me. Perché non ti trovi una adatta a te?” “Per me se tu quella adatta, te l’ho già detto.” “Oh oddio, sei noioso quando parli di queste cose.” “Non m’importa, è quello che penso.” “Sì vabbè…” Ah non lo sopporto più… Amu sopirò. “Che ce? Sei stanca?” “No, ho caldo. Non vedo l’ora di farmi subito un bel bagno rinfrescante.” “Sì anche io, si muore.” “Pe una volta siamo d’accordo…” Finalmente arrivarono al mare, scesero. “Ah ecco il mare. E’ bello, non trovi?” “Sì…” Amu era un po’ nervosa… Non capisco perché sono nervosa? Eppure non è la prima volta che rimango sola con Ikuto. Certo ne è passato di tempo, però non mi devo innervosire. Sono una ragazza matura e senza freni inibitori. “Che dici, ci mettiamo vicino alla riva?” “Sì certo, andiamo.” “Eccola l’Amu dura e glaciale. Mi mancava…” Gli sorrise, ma lei lo ignorò andando verso la spiaggia. “Ehi aspettami…” Andarono verso il mare e si piazzarono vicino alla riva. Amu mise l’asciugamano sulla sabbia. “Tu non hai l’asciugamano?” “Eh no, ti dispiace se uso il tuo?” “Di norma non sarei d’accordo, ma per questa volta passo…” Poi si tolse il vestito lentamente e Ikuto la guardò incantato sudando freddo. Amu andò subito in acqua… “Bè non restartene lì impalato a fissarmi. Non vieni a farti il bagno? Non avevi caldo?” “Sì arrivo…” Amu intanto si tuffò con classe. Ikuto si tolse i vestiti e aveva un costume a calzoncini nero. Anche lui si tuffò nel mare velocemente. “Amu dove sei?” Si guardò intorno e non la vide, poi Amu riapparì in superficie. “Eccomi qua, ti sei spaventato?” “Sì, non ti trovavo più.” “Oh accidenti, sembri mia madre. Ascolta ti propongo una sfida.” “Quale sfida?” “Facciamo una gara di nuoto fino a quello scoglio basso lassù, che ne dici?” “Sì dai.” “Bene. Pronti, partenza via.” Ami nuotò subito in vantaggio. “Che ti prende Ikuto? Sei già stufo? O non ce la fai a battere una ragazza?” “No ce la faccio, ora ti raggiungo.” Ma per sua sfortuna vinse Amu, Ikuto arrivò dopo. “Hai visto? Era ovvio che vincevo io. Tu avendo vent’anni ormai hai una certa età…” “Sì, concordo in pieno…” Amu si arrampicò sullo scoglio e si sedette, lo stesso fece Amu. “Caspita, da quassù ce una bella vista.” “Sì, è stupenda.” E non mi riferisco solo al panorama. “Oggi ti vedo molto diversa dal solito.” “Cosa vuoi dire?” “Sei molto solare e rilassata…” “E’ l’effetto del mare, mi ha sempre rilassato.” “Si vede, mi fa piacere vederti così.” “Anche se il mare mi rilassa io su di te non cambierò idea.” “Lo so tranquilla, saprò aspettare. Oh aspetta…” “Che ce? Oddio, ho un insetto sulla faccia?” “No no… hai i capelli davanti agli occhi.” Ikuto glieli spostò. “Ah che spavento.” “Ah ah ah ah…” “Che hai da ridere scusa?” “Scusami, ma sei molto divertente.” “Io non voglio esserlo…” “Va bene scusa…” Ikuto che si scusa spontaneamente. Sicuramente verrà giù l’apocalisse. Verso le cinque e mezzo iniziò a piovere leggermente. “No non è possibile, come fa a piovere d’estate?” “Non saprei, ma è meglio che andiamo. Perché la pioggia aumenta sempre di più.” “Sì hai ragione…” Amu e Ikuto scesero dalla scoglio e si rituffarono nel mare nuotando fino alla riva. Si vestirono e cercarono un posto dove ripararsi. “Accidenti, e ora dove ci ripariamo?” Ikuto notò che più giù c’era un hotel. “Entriamo dentro a quell’hotel Love of Summer.” “Ma non abbiamo i soldi per pagare un hotel.” “Non preoccuparti, ho la mia carta di credito.” “Ok andiamo…” Corsero verso l’Hotel ed entrarono subito. “Ah menomale.” “Buonasera, come posso esservi utili?” Disse la reception sorridendogli. “Buonasera, vorremo prenotare una cena con camera.” “Possibilmente separate…” Aggiunse Amu. “Ehm… mi dispiace, ma ce rimasta solo una camera matrimoniale per le coppie.” “Senta, chiariamo subito una cosa. Io non sto insieme a questo qui, mi ha capito? E non dormo con lui.” Ikuto la prese un attimo da parte. “Amu ascolta, dobbiamo fingere di stare insieme. Così ci dà la camera.” “Uffa, ma devo proprio?” “Sì dai…” “D’accordo.” “Mi scusi, la mia ragazza scherzava prima. Ci può dare gentilmente la camera?” “Oh certo. Mamma mia, siete una splendida coppia. Ecco a voi la chiave.” “GRAZIE!!” Esclamarono insieme. Il receptionist gli diede una chiave dorata con il numero 102 a forma di cuore. Ikuto pagò con la carta di credito e poi salirono con l’ascensore. “E’ da non credere. Io che devo fingere di essere la tua ragazza per avere questa dannata camera…” “Su rilassati mia principessa, considerala come il nostro viaggio di nozze.” “Smettila di scherzare. Oh cavoli, questo è un incubo.” Arrivarono al primo piano fino alla camera 102. “Eccola qua.” Ikuto aprì la porta. “Prego, dopo di te.” Amu entrò e subito dopo Ikuto. “Wow che lusso…” La camera era bianca, c’era una finestra con le tende rosa che affacciava sul mare. Il letto era rosso e bianco con la trapunta e disegnato c’era un cuore rosso. E alla fine c’era un semplice bagno con la doccia. “Oh mio dio, si vede che è la camera delle coppie. Che orrore…” “Non ti piace?” “No, odio le cose sdolcinate. Ah quasi mi dimenticavo, devo chiamare mia madre. Sennò si arrabbia…” Amu prese il telefono e provò a chiamarla. “Oh n, non ce campo qua. Accidenti, lo sapevo. Ora scatenerà la sua furia con me!!” Si mise le mani sulla testa. Ikuto si avvicinò a lei mettendogli le mani sulle spalle. “Ehi stai tranquilla…” “Come posso stare tranquilla scusa? Tu non conosci la furia di mia madre. Se non mi vede ritornare a casa si scatenerà l’inferno.” Come se non bastasse, sono tutta zuppa.” “Vai a farti la doccia…” “Sì certo, e io dovrei fidarmi che tu non mi spii?”” No, non lo farei mai. Non sono quel tipo d’uomo…” “E va bene, vado a fare la doccia.” Rimise il telefono nella borsa, Prese un costume di ricambio e andò a farsi la doccia. Ma tu guarda, in che razza di situazione dovevo finire. Oggi avevo intenzione di andare al mare per conto mio… e improvvisamente mi ritrovo Ikuto che passava di lì per caso. Ah cavoli, è tutto così assurdo. Finì di farsi la doccia, si asciugò per bene con l’asciugamano. Si mise l’accappatoio, prese il suo vestito e i due costumi e uscì dal bagno. “Ho fatto, vai pure.” “D’accordo.” Ikuto andò a farsi la doccia. Amu si avvicinò alla finestra… Accidenti quanto piove, temo che non smetterà. Questa pioggia mi rende malinconica. Dopo un po’ Ikuto uscì dal bagno. “Ho fatto…” “Madonna, mi hai spaventato.” “Scusa, cosa guardi?” “La pioggia, mi mette tristezza.” “Se vuoi ti consolo io…” Ikuto sorrise maliziosamente. “No grazie, preferisco essere depressa tutto il giorno che essere consolata da te.” “Eh che cattiva, mi hai offeso.” “So che stai fingendo, quindi non ci casco.” Amu si sedette sul letto sconsolata, Ikuto fece lo stesso. “Ah che rottura, ci mancava solo la pioggia oggi. E per di più d’estate…” “E vabbè pazienza…” “Comunque, non sapevo che avessi una tua carta di credito.” “Eh mia cara, ci sono tante cose che non sai di me.” “Tanto meglio, non voglio saperle.” “E’ un vero peccato, ti perdi un sacco di cose interessanti.” “Hh sì lo immagino…” Lo disse ironicamente. “Sai, mentre ero a Parigi ti ho pensata ininterrottamente.” “Sì, resta il fatto che non mi hai mai chiamato.” “Sono dispiaciuto, te l’ho detto.” “Sì vabbè… hai altre scuse da dirmi Ikuto?” “Non essere crudele con me, per favore. Mi sei mancata. Io pensavo che una volta ritornato…” “Ti avrei abbracciato piangendo come una ragazzina vero? Non penso proprio…” “Io so che quello che dici non lo pensi sul serio. Parli così perché sei rimasta ferita da allora.” “Io sarei rimasta ferita da allora? E’ quello che tu vuoi credere ancora, mio caro. ““Amu so che sei innamorata di te, ma non me lo dici per orgoglio.” “Smettila di dire queste sciocchezze, ti diverti a farmi arrabbiare?” Amu si alzò di scatto. “Non ti arrabbiare, ti prego.” “E’ colpa tua se mi fai arrabbiare. Pare che ti diverti a vedermi nervosa…” Amu incrociò le braccia. E Ikuto in tutta risposta si avvicinò a lei abbracciandola. “Che stai facendo?” “Ho letto che gli abbracci diluiscono lo stress e alleviano il nervosismo.” Amu s’imbarazzò ma se lo tenne per sé. Maledetto Ikuto, io sono tranquillissima. Eppure il mio cuore non smette di battere. Amu lo scansò d’impeto. “Ok grazie, ora sto meglio.” “Ah ottimo…” “Già, ehm… che ore sono?” “Ikuto guardò l’orologio nel muro. “Dovrebbero essere le sei e mezzo…” “Ah ok. Allora, prepariamoci per la cena. Vado a cambiarmi in bagno.” “Va bene.” Amu riandò in bagno, si tolse l’accappatoio, si mise il costume asciutto e il vestitino. Poi riuscì… “Ho fatto, vai.” “Ok…” Poi Ikuto si rivestì nel bagno… “A posto…” “Ok andiamo.” “Aspetta…” “Che altro ce?” “Ricorda che dobbiamo fingere di essere fidanzati in questo hotel.” “Guarda che lo so, mio caro.” “Bene. Quindi, non ti dispiacerà se ti prendo per mano.” “In realtà sì, ma devo farlo per forza.” Amu e Ikuto uscirono dalla camera chiudendola e mise la chiave in tasca. Poi scesero di sotto, si sedettero in un tavolo vicino alla finestra e attesero la cena. “Allora cara, ti piace questo hotel che ho scelto per te?” “Che cavolo stai dicendo?” Fece una faccia schifata. “Fingo di avere una recitazione da fidanzati. Dai, ora tocca a te.” “Uff, va bene. Oh sì, adoro questo posto tesoro mio. Così va meglio?” “Direi di sì. Però, reciti molto bene. A meno che non dicevi sul serio.” “Ah ah, che bella battuta. Io non dico mai sul serio, a parte il mio odio per te.” “Oh tesoro, non scherzare.” La prese in giro Ikuto. “Io non stavo scherzando mio caro. Questa me la paghi…” Lo guardò fulminandolo. Verso le otto e mezzo il cameriere servì la cena con vari piatti prelibati che erano: il contorno, il primo e il secondo nei vassoi. “Ecco a voi, scusate per il ritardo e buon appetito.” Disse il cameriere sorridendogli. “GRAZIE!!” Poi il cameriere andò via. “Buon appetito, mia cara.” “Sì, anche a te caro.” Mangiarono in silenzio assaporando con gusto il cibo dell’Hotel. “Ti piace questo cibo?” “Sì molto…” Uffa, per quanto dovrò recitare la parte della sua fidanzata? Non vedo l’ora che finisca questo incubo. Finirono di cenare alle nove e dieci. “Basta, sono piena.” “Non vuoi il dolce?” “No.” “Bene, ritorniamo in camera.” Si alzarono e ritornarono in camera. Amu si appoggiò alla finestra toccandosi la pancia. “Mi ci vorrà parecchio, per digerire tutta quella roba che ho mangiato stasera. Cavoli, avrò sicuramente preso qualche chilo.” “Per me stai bene così, non sei grassa.” “Io dovrei credere alle tue parole? Di solito voi uomini dite tutti che siamo grasse.” “E’ vero, ma io non te direi mai.” “Bè grazie caro… a quest’ora mia madre sarà arrabbiata con me.” “No dai… vedrai, che in qualche modo le spiegheremo la situazione.” “Oh sì, e come intendi spiegargliela? Mamma di Amu, sua figlia non ha potuto rispondere al telefono perché non c’era campo. E siccome pioveva molto, non è potuta ritornare a casa. Ma non si preoccupi, è stata tutto il tempo in un hotel a dormire insieme a me.” “Stai tranquilla gli dirò tutto, tranne queste ultime parole.” “Ah bè… vorrei ben vedere guarda.” Improvvisamente ci furono dei tuoni e Amu si spaventò un po’ chiudendo leggermente gli occhi. “Che cos’hai? Hai paura dei tuoni?” “C-hi i-io? Ma f-figurati. Piuttosto ora ho sonno, quindi vado a letto.” Si mise sotto le coperte girandosi dall’altra parte. I tuoni continuarono e si spaventò di più. Ikuto la seguì e andò a letto anche lui. “Se hai paura dimmelo.” “Se te l’avrei detto, tu mi avresti preso in giro.” “No per le proprie paure mai.” “AH!!” Tremò dalla paura, Ikuto la girò su di sé e l’abbracciò. “Cosa stai facendo?” “Se hai paura, resterai abbracciata a me fino a quando non ti sarà passata.” “Non ci penso nemmeno, lasciami.” “No, su stai tranquilla.” I tuoni proseguirono e Amu senza accorgersene si tenne stretta a Ikuto ancora di più. Durante questa incessante pioggia con i tuoni Amu e Ikuto alla fine si addormentarono. Capitolo 18 “In punizione” Aveva smesso di piovere e fuori c’era di nuovo una giornata soleggiata. Ikuto si svegliò alle otto e notò che Amu era ancora abbracciata a lui che dormiva profondamente e lui la osservò con dolcezza. Oh Amu sei così bella e dolce. Se solo sapessi, quanto ti amo dal profondo del mio cuore. Ma tu per orgoglio non ricambi i miei sentimenti, ma non importa. Io ti aspetterò per sempre mia principessa. Dopo un po’ Ikuto si riaddormentò… e Amu che aveva finto di dormire tutt’ora si risvegliò verso le nove staccandosi lentamente dalle braccia di Ikuto, si alzò dal letto. Oh bene, ora me ne ritorno a casa. Spero che mia madre dormi ancora… addio Ikuto. Prese la sua borsa, si rimise il cappello e uscì lentamente dalla camera dell’hotel. Salutò il receptionist e uscì… Ah finalmente ha smesso di piovere, che bella giornata. Passeggiò sorridendo gustandosi il tepore del sole caldo, poi si fermò perché notò un ragazzo coi capelli rossi e gli occhi castani che stava facendo surf sorridendo con enfasi. Però che bravo quel ragazzo con il surf… poi uscì dal mare con la tavola e si accorse di Amu. “Ehi tu, mi stavi guardando?” Gli sorrise. “Io? No figurati, scusami.” Detto questo Amu se ne andò. Il ragazzo la guardava andare via incantato. Però non è niente male quella ragazza… stai pur certa che ti rivedrò chiunque tu sia. Amu ritornò alla fermata del bus aspettando pazientemente. Quel ragazzo era carino. Chissà, potrei uscire con lui per far ingelosire Ikuto. Sì buona idea, farò così. Venne il bus e Amu lo prese poi dopo mezz’ora di strada arrivò a casa. “Bene, sono arrivata. Spero che mia madre stia ancora dormendo.” Aprì lentamente la porta di casa sua e la richiuse. “Buongiorno Amu, bentornata.” Per sua sfortuna trovò sua madre con lo sguardo arrabbiato e le braccia incrociate. “Ah ciao mamma, ti sei svegliata presto. Pensavo che ancora dormivi...” “Non cambiare argomento. Si può sapere perché non mi hai chiamato? Se avevi intenzioni di stare al mare fino a questa mattina potevi anche dirmelo.” “Sì hai ragione mamma, ma ce stato un contrattempo. Io ho provato a chiamarti ma non c’era campo e…” Sua madre la interrompe. “No basta così, sei in punizione.” “Cosa? Ma è assurdo… lasciami il tempo di spiegare.” “No tesoro, mi dispiace. Sei in punizione stai a casa e uscirai solo se necessario. Intanto fai colazione.” “Va bene.” Si sedette e fece colazione. “Cara stavolta l’hai fatta grossa.” “Gli disse suo padre. “Ma se non mi lasciate il tempo per spiegare cosa è successo ieri, non potete punirmi.” “Tesoro, questo ti servirà per crescere e riflettere sui tuoi errori dell’adolescenza.” “Gli errori della mia adolescenza? Oh ti ringrazio tanto per la tua comprensione.” Si alzò irritata con un due pancake. “Dove vai signorina? Deve fare colazione a tavola.” “Bè dato che sono in punizione, vado in camera mia no? O me lo vieti?” Detto questo andò in camera sua sbattendo violentemente la porta. “Santo cielo, mia figlia è diventata una ribelle. Non la riconosco più.” “Ma no cara dai, è solo una fase. Anche tu eri come lei…” Batté con violenza la borsa e il cappello per terra. “Ah dannazione, è tutta colpa di Ikuto come al solito.” “CIAO AMU B…” Le interrompe. “Non dite una sola parola, o vi lancio dalla finestra.” “AAAAH NO TI PREGO…” Ran, Miki e Suu si spaventarono. “Ah scusatemi ragazze, non dovrei prendermela con voi. Ma con Ikuto.” I suoi occhi erano infiammati di rabbia. “Perché? Cosa c’entra Ikuto?” Le domandò Ran. “Sì infatti, per quale motivo?” “Ora vi racconto tutto.” Così Amu raccontò il tutto alle sue fidate shugo chara. “Ah ora ho capito. Cavoli, non pensavo che tu potessi incontrare Ikuto proprio da quelle parti. E quindi dopo che ha piovuto vi siete dovuti rifugiare in un hotel.” Disse sorpresa Ran. “Sì.” “E avete dormito insieme in una camera matrimoniale che era per le coppie vero?” “Purtroppo sì, questo hotel si chiama Love of Summer, ed è adatto a tutte le coppie. E come se non bastasse io dovevo fingere di stare insieme a Ikuto. Il solo ripensarci mi disgusta... e in tutto ciò quella scimmione si è divertito a prendermi in giro e ha approfittato della situazione.” “IN CHE SENSO?” Vollero sapere le sue shugo chara. “Bè ecco… a un certo punto ci sono stati dei forti tuoni. E io purtroppo ho paura. Allora mi sono infilata subito a letto sotto alle lenzuola, Ikuto per farmi passare la paura mi ha tenuta abbracciata tutta la notte per tranquillizzarmi e farmi passare la paura.” “Oh che uomo romantico e premuroso.” Gli occhi di Miki erano due cuori. “Non dire niente, potrei vomitare guarda. Piuttosto, avrei preferito passare la giornata con la morte.” “EEEEH CHE ESAGERATA DAI!!” “Oh certo, voi difendetelo sempre a quella scimmia azteca. Ho temuto che mi avesse saltato addosso…” “Ma no, Ikuto non è tipo da fare queste cose. Lo sai, dovresti conoscerlo.” “Può darsi, ma non fido ugualmente. E ora per colpa sua, mia madre mi ha messo in punizione.” Mangiò i due pancake, si spogliò e si rimise l’intimo e il pigiama con la sottoveste. Il costume lo rimise nel cassetto e il vestito e il costume a lavare. Intanto nell’Hotel Ikuto si svegliò lentamente e toccò l’altra parte del letto e scoprì che era vuota. “Lo sapevo che approfittavi per andartene, cara Amu. Ma io non mi arrenderò nel conquistarti.” Detto questo uscì dalla camera, scese giù ridando le chiavi al receptionist, lo pagò e lo ringraziò, poi uscì ammirando la bellezza del mare. Passeggiò immerso nei suoi pensieri. Utau e Kukai che passeggiavano di lì videro Ikuto. “EHI CIAO IKUTOOO!!!” “Ciao Kukai e sorellina.” Utau gli corse incontro abbracciandolo. “Piano, mi stritoli.” “Scusa, allora com’è andata la giornata con Amu ieri?” Volle subito sapere Utau. “Bè all’inizio bene. Ma poi a lungo andare male.” “No, come mai? Raccontami.” Quindi Ikuto le raccontò tutta la storia fino al dormire insieme all’hotel. “Ah ho capito. E così questa mattina Amu se n’è andata di soppiatto eh?” “Sì…” “Coraggio fratellone, non ti arrendere. Devi riuscire a conquistarla.” “Ti ringrazio di cuore per sostenermi.” “Figurati…” “Comunque, ho notato che Amu era molto tranquilla, solare e rilassata quando ero al mare insieme a lei.” “Te l’avevo detto che l’altro giorno che il mare lo adora.” “Sì, è stupenda vederla radiosa. Il contrario di quando si arrabbia e fa la fredda, sembrava un’altra persona.” “Eh bè… era l’effetto del mare che l’aveva cambiata.” “Sì, ma solo per un attimo.” “Dai non demordere amico…” Kukai gli fece l’occhiolino. “Grazie, ora vado a casa a darmi una ripulita. Alla prossima.” “OK CIAO IKUTO!!” Ikuto salutò sua sorella e Kukai e andò via. “Accidenti, quest’uscita tra loro due è stato un fiasco totale.” “Al momento sì, ma conoscendo tuo fratello non si arrenderà.” “Sì, hai ragione tesoro.” Utau gli diede un bacio a stampo e poi continuarono a passeggiare sulla spiaggia. Nel frattempo Amu stava sdraiata sul letto con le braccia dietro al collo. “Sei arrabbiata Amu?” Le domandò Ran. “Secondo te?” “Ehm sì scusa…” “Mia madre a volta mi tratta ancora come una bambina peggio di mia sorella Ami. Si è dimenticata che ho sedici anni?” “Io penso che per tua mamma sarai sempre la sua bambina a seconda della tua età.” Le sorrise Miki. “Sì, lo penso pure io.” “Ah non scherziamo… tutto ciò è veramente assurdo.” Qualcuno bussò alla porta. “Tesoro, posso entrare?” “Fai come vuoi.” Sua madre entrò e si sedette nel letto. “E adesso cosa ce mamma? Mi vuoi proibire di fare altre cose?” “No cara, io ti ho messo in punizione affinché tu ripensi a quello che hai fatto.” “Oddio ancora? Ti ho già detto mille volte che ho provato a telefonarti, ma il mio telefono non aveva una sola tacca. Possibile che non mi credi?” “Io penso che sia una scusa…” “NON E’ UNA SCUSA OK?” “Tesoro stai tranquilla, ti prego.” “E’ impossibile stare tranquille con te. Perché non mi sbatti fuori di casa, così non dovrei più avere problemi con me.” “Ma cosa dici tesoro? Non lo dire neanche per scherzo.” “Lo so, ero ironica. Scusa, ora vorrei stare da sola.” “Oh certo cara. Ma ricorda che anche se sei in punizione io ti voglio sempre bene, a prescindere.” Amu non gli rispose e sua madre uscì dalla sua camera. Pranzarono in silenzio poi Amu parlò. “Dov’è mia sorella?” “Sta a casa da una sua amica fino alla fine delle vacanze estive.” “Cosa? Ma non è giusto, lei è ancora piccola.” “Può darsi cara, ma i genitori della sua amica ci hanno avvisato.” “Bè certo, era ovvio. E’ evidente che qui si stanno ribaltando i ruoli.” “No tesoro, non è vero…” “Sì come no… non ho più fame. Con permesso…” Si alzò e andò velocemente in camera. “Ah cavoli, io non so più come comportarmi con Amu. Temo che la situazione mi stia sfuggendo di mano…” “No cara non dire così. Nostra figlia deve ancora crescere per capire i suoi sbagli. E quando lo capirà, ci perdonerà.” “Lo spero…” “Hai fatto pace con i tuoi?” “No Ran, ormai è tempo perso con loro.” “Ma se provi a parlargli sono sicura che cambieranno idea.” “Miki, ci ho già provato. Non mi vogliono credere, mia madre ora ha dalla sua parte anche mio padre. Come se non bastasse.” Amu si buttò sul letto esausta e piano piano si addormentò e stavolta sognò quel bel ragazzo che aveva visto sul mare. Verso le due e dieci qualcuno suonò il campanello. “Chi sarà a quest’ora? Caro puoi andare ad aprire tu, che io sto lavando i piatti?” “Va bene cara…” Il papà andò ad aprire e vide che era Ikuto. “Ikuto ciao, che ci fai qui?” “Buonasera, scusate il disturbo ma devo parlarvi.” “Sì certo, entra pure.” “Grazie.” Ikuto entrò e chiuse la porta. “Ciao Ikuto, quanto tempo.” “Salve, devo dirvi una cosa che riguarda Amu.” “Ah ok. Aspetta che finisco di lavare i piatti, intanto accomodati sul divano.” “Va bene.” Si sedette sul divano. Midori finì di lavare i piatti, si asciugò le mani e si sedette. “Allora, dicci tutto Ikuto.” “Immagino che avrete messo in punizione Amu, vero?” “Bè sì, ho dovuto… non mi ha telefonato.” “Sì, ma non è colpa sua. Ma mia…” “Ikuto, non ti devi assumere la colpa per difendere mia figlia.” “No, sto dicendo la verità. Ora vi dico com’è andata veramente…” E così Ikuto gli raccontò per filo e per segno la giornata trascorsa con Amu. Ovviamente, tralasciando la parte nell’aver dormito insieme in Hotel. Su questo gli disse che avevano dormito in camere separate. “Ah adesso, ho capito tutto. Finora è stata sempre con te, perché non volevi che andasse al mare da sola, dico bene?” “Sì esatto. Per ciò, se dovete punire qualcuno. Punite a me, sono io il solo responsabile di questa faccenda.” “Noi punire te? No non lo faremo mai, sei un ragazzo molto bravo e generoso. E Amu è fortunata ad averti conosciuto.” “La ringrazio. Adesso che sapete la verità, le toglierete la punizione?” I suoi genitori ci pensarono un attimo, poi decisero… “Dato che non è colpa sua ma tua, per questa volta sì.” “Ah che bello, grazie.” “Però mia figlia, ora è arrabbiata con noi per questo.” “Lo immagino, ma se vuole posso provare a parlagli per fargli cambiare idea.” “Ne sei sicuro?” domandò il papà. “Sì certo.” Ikuto era molto serio. “Va bene, vai pure.” Detto questo Ikuto salì su e bussò alla porta della camera di Amu che la fece svegliare di colpo. “Mamma, ti ho già detto che voglio essere lasciata in pace.” “Non sono tua mamma…” Amu si alzò di colpo. “Ikuto, cosa ci fai qui?” “Posso entrare?” “Ok…” Entrò chiudendo la porta. “Stavi riposando?” “Direi, visto che oggi è stata una giornata pesante con l’aggiunta della punizione da mia madre.” “Ti sbagli, non lo sei più.” “Cosa? E per quale motivo?” “Ho detto tutta la verità ai tuoi assumendomi la colpa, tralasciando la parte nell’aver dormito insieme.” “Non ricordarmelo prima che vomito. Comunque, non mi pare di aver chiesto il tuo aiuto.” “Ma se non lo avessi fatto, saresti stata ancora in punizione. Quindi un grazie sarebbe il minimo.” “Oh accidenti che mi tocca fare. Ok grazie…” “Figurati. Ce anche un'altra cosa.” “Che altro ce ancora?” “Sai, non è stato carino da parte tua andartene questa mattina lasciandomi da solo in camera d’hotel. Avevo progettato di offrirti la colazione e riaccompagnarti a casa spiegando la situazione ai tuoi.” “Oh come mi dispiace, se non altro l’hai fatto lo stesso no? Allora, devi dirmi altro?” “Devi fare la pace con i tuoi.” “Solo perché me lo chiedi tu?” “No, fallo per te stessa.” “E va bene…” “Brava ragazza.” Amu ridiscese giù con Ikuto. “Mamma papà, mi dispiace di essermela presa con voi.” “Oh no tesoro, è colpa mia che non ho voluto credere alle tue parole.” “Quindi non sono più in punizione?” “No tesoro, grazie a Ikuto.” Amu non disse altro e corse ad abbracciarli, Ikuto li guardò sorridendo. Dopo aver risolto questa situazione Ikuto salutò tutti inclusa Amu e se ne ritornò a casa felice e soddisfatto. Capitolo 19 “Arriva Keichi” Questa volta Amu andò al mare per conto suo promettendo a sua madre che sarebbe ritornata a casa prima di cena. Ora indossava una semplice canottiera, dei jeans corti con le frangette e i suoi sandaletti preferiti. “Anche oggi pomeriggio si sta proprio bene.” “Guarda chi si rivede, ciao misteriosa ragazza.” Amu si girò e vide che era il ragazzo dell’altro ieri. “Ah ciao, scusami se l’altro ieri ti ho fissato. Magari t’infastidivo mentre facevi surf.” “Oh no tranquilla, non mi hai infastidito anzi… comunque piacere, io sono Keichi Yamamoto.” “Io sono Amu Hinamori, piacere.” Si strinsero le mani. Nel momento in che gli toccò la mano provò una bella sensazione. Però che mani calde e sensibili, ha un tocco veramente delicato. Ho trovato il ragazzo ideale per far ingelosire quello scimmione di Ikuto. Amu sorrise diabolicamente. “Cosa fai da queste parti?” “Il mio sport preferito è il surf. E ora lo stavo andando a fare. Se vuoi, mi puoi assistere.” “Sì volentieri…” “Molto bene, vado.” Keichi si tuffò in mare, salì sulla sua tavola e fece il surf. Oh mamma mia che bravo, ha un’espressione così bella mentre fa surf. Eh sì, tu sei la mia cavia perfetta. Dopo mezz’ora finì e uscì dal mare. “Come sono andato giudice?” “Sei stato assolutamente divino.” “Wow che onore detto da te, grazie.” “Ma figurati. Scusa la domanda, ma stai uscendo con qualcuno in questo momento?” “No sono liberissima, perché?” “Volevo chiederti di uscire domani pomeriggio, o corro troppo?” “No va benissimo. Così ne approfittiamo per conoscerci meglio.” “Sì giusto. Ti va bene domani al parco alle quattro?” “Certamente, mi aspetti al centro della fontana?” “Sì dai…” “Perfetto. Oggi passeggiamo un po’ qui sul mare?” “Sì.” Mentre passeggiarono Amu gli fece un po’ di domande. “Posso sapere cosa fai nella vita e quanti anni hai?” “Certo, ho diciannove anni e sono il presidente di una ditta editoriale.” “Ma dai, veramente?” “Sì, lo trovi strano vero?” “No è fantastico.” Ah quindi dev’essere il classico figlio ricco di papà. E’ perfetto… “Mi fa piacere che ti piaccia.” “Come fai a essere già un presidente così giovane?” “Bè mio padre mi ha educato fin da piccolo a essere un grande presidente di lavoro come lui. Io volevo giocare con gli altri bambini ma lui non voleva, perché m’imponeva di studiare a dovere per essere come lui. E così sono stato costretto a diventarlo. Dopo aver compiuto diciott’anni me ne sono andato di casa e con il mio stipendio mi sono comprato una villa a due piani con la piscina.” “Caspita, che bello. Mi piacerebbe vederla la tua casa.” “Un giorno di questi, te la faccio vedere.” “Però mi dispiace che tu non abbia avuto un’infanzia felice.” “Tranquilla, ormai ci sono abituato.” “Ma non ti mancano i tuoi genitori?” “Un po’ sì. Ogni tanto li vado a trovare.” “Ah bene. Che ore sono?” Keichi guardò il suo orologio da polso. “Le cinque e mezzo… vuoi che ti riaccompagno a casa? Ho la macchina.” “Sì grazie, però non parcheggiare davanti a casa mia. Altrimenti i miei mi faranno un sacco di domande.” “No tranquilla.” “Ok andiamo.” Keichi riaccompagnò Amu a casa con la sua macchina. “Tu abiti lì?” “Eh sì, non ti piace?” “No al contrario, hai una casa molto carina inclusa tu.” “Oh grazie…” “Allora, ci vediamo domani pomeriggio.” “Sì, a domani.” Scese dall’auto, salutò Keichi ed entrò in casa. “Ciao famiglia.” “CIAO TESORO, BENTORNATA!!” Amu abbracciò sua madre. “Oh tesoro, è successo qualcosa?” “No nulla, avevo voglia di abbracciarti.” “Ah ti adoro cara.” “Anch’io mamma…” Fatto questo salì su e andò in camera. “Ciao ragazze.” Appoggiò la borsetta sulla scrivania. “Ciao Amu, stasera sei particolarmente allegra. Come mai?” Volle sapere immediatamente Ran. “Bè… diciamo che ho conosciuto un nuovo amico.” “Oh interessante, come si chiama?” Le domandò Miki. “Keichi Yamamoto, ha diciannove anni e pensate che è un presidente di un’azienda editoriale.” “COSA? VERAMENTE? MA E’ COSI’ GIOVANE!!!” Esclamarono le sue shugo chara. “E’ quello che gli ho detto anch’io. Vedete, lui non ha avuto una bella infanzia… perché suo padre l’ha costretto sempre a imparare il suo lavoro. E lui dopo aver compiuto diciott’anni se n’è andato da casa sua e ne ha comprato una tutta per sé. Ha una villa a due piani e la piscina. E un giorno mi ha promesso che me la farà vedere.” “UUUH CHE BELLO!!” “Domani pomeriggio esco con Keichi.” “Ma Ikuto non si arrabbierà?” “E allora? Se si arrabbia o no per me è indifferente. Userò Keichi per vendicarmi di lui.” “Amu, non puoi fare così. Se Keichi lo scopre se la prenderà con te.” Protestò Miki. “No non si arrabbierà con me. Anzi, io penso che mi aiuterà con il mio piano.” “QUALE PIANO SCUSA?” “Quello di fare ingelosire Ikuto.” “Ah ma quindi tu ci tieni a lui.” Sorrise ironica Miki. “Io tenere a lui a Ikuto? Non scherziamo. Ho intenzione di farlo soffrire amaramente per quello che mi ha fatto in passato.” Amu sorrise diabolicamente. “Oh povero Ikuto.” S’intristì Suu. “Ma quale povero Suu, sii più realista. E’ colpa di Ikuto, se son arrivata a questo punto della mia vita. E non provate a dirmi che non è vero…” Finita questa discussione Amu si tolse i vestiti e si mise il suo solito pigiama lingerie e sottoveste. Cenarono in tutta tranquillità… “Come sta la mia sorellina?” “Molto bene, sai l’altro ha chiamato. Ha detto che si sta divertendo molto.” “Che bello, sono contenta per lei.” Amu sorrise. “ANCHE NOI TESORO!!” Finito di cenare sua madre sparecchiò, lavò i piatti e guardarono la tv. Poi ad Amu verso le nove e mezzo gli venne sonno. Quindi diede la buonanotte ai suoi genitori e andò a letto pensando alla fantastica uscita con Keichi. Capitolo 20 “Complicazioni.” Era il giorno di ferragosto e mancavano poche settimane alla fine delle vacanze estive e al via di riprendere la scuola, ma ad Amu non importava dato che il pomeriggio doveva uscire con Keichi. Quindi si alzò più contenta del solito alle otto e mezzo, aprendo le tende facendo entrare la luce del sole in camera sua. “Hugh Amu, chiudi le tende. Ce troppa luce…” Protestò Miki. “Dai ragazze svegliatevi, oggi è il mio giorno della rivincita su quello scimmione. Muhahaha!!” Rise maleficamente alzando le braccia al cielo. “Io penso che ti andrà male questa volta, facendo finta che ti piaccia Keichi.” “Non credo proprio, mia cara e ingenua Ran.” “Ehi, io non sono ingenua. Dico sempre quello che penso nel modo giusto…” “Certe volte si e altre no, vabbè… lasciamo perdere.” Andò subito a lavarsi la faccia per bene e scese di sotto a fare colazione. “Buongiorno famiglia.” “BUONGIORNO TESORO!!” Gli dissero in contemporanea i suoi genitori. “Che bello vederti felice in questi giorni. Ma posso chiederti perché?” “Mm bè… diciamo che oggi pomeriggio devo uscire con un nuovo amico.” “Solo amico?” “Certo mamma, perché cos’altro dev’essere?” “No no, niente. Però sono contenta che conosci nuove persone…” “Sì anche io.” Mi dispiace mamma, ma non posso dirti del mio piano. Soprattutto adesso che ti fidi di me, non voglio litigare di nuovo con te. Ne soffrirei moltissimo, perciò scusami. Finì di mangiare il secondo pancake, bevve un po’ di succo e ritornò in camera. “Come ti vesti per l’uscita con Keichi?” Le domandò Miki curiosa. “Mm… pensavo di indossare questi.” Amu aprì l’armadio prese i vestiti e li mise sul letto: era un top bianco con tre bottoni davanti, dei jeans corti a scacchi bianchi e neri e dei stivaletti. “Scusa Amu, ma non ti sembrano un po’ stravaganti e sensuali?” Le domandò Ran perplessa. “Sì, perché non vi piacciono?” “No sono carini, solo che questi vestiti fanno capire che fai sul serio con lui.” “E allora? Meglio, tanto lo scopo è quello…” Sorrise malvagiamente. “Cavoli, quindi sei decisa riguardo a far soffrire Ikuto.” “Certamente, perché non devo farlo? Dovrei essere clemente con Ikuto e perdonarlo subito? Non esiste proprio, se l’è cercata.” Pranzarono a mezzogiorno e mezzo. “Sei emozionata per quest’uscita con il tuo amico?” “No mamma, mica è il primo appuntamento.” “Sì lo so, però è la prima volta che esci con un nuovo amico.” “Aaah… eh in effetti sì. Ma sono tranquillissima e felice.” “Che bello tesoro.” “Era tutto squisito.” “Non vuoi il dolce cara?” “No grazie, sono a posto.” Ritornò in camera e si distese nel letto. Prevedo una giornata molto divertente. Chiuse per un po’ gli occhi addormentandosi. Poi verso le tre visto che non si svegliava Ran la chiamò. “Amu svegliati…” “Mm… che ce Ran?” “Sono le tre, devi prepararti per l’uscita.” “Oh mamma è vero, grazie di avermi svegliato.” Amu si alzò di colpo. “Eh eh, figurati.” Andò in bagno a pettinarsi e ritornò in camera. Si spogliò indossando i vestiti che aveva affatto vedere alle sue shugo chara. “Come sto ragazze?” “SEI FASHION COME SEMPRE!!” “Vi ringrazio.” Anche Keichi resterà completamente ammaliato da me. Si profumò, prese la borsa e scese di sotto. “Allora io vi saluto.” “Va bene tesoro, ma questi vestiti non…” “No, non sono esagerati. Ciao mamma.” Detto ciò uscì e dopo mezz’ora arrivò al parco fermandosi al centro della fontana ad aspettare il suo amico. Dunque, sono le tre e mezzo. Bene, sono in anticipo. Il mio piano sta procedendo benissimo. Amu sorrise soddisfatta. Poi verso le quattro arrivò Keichi preciso. “Ciao Amu, è tanto che aspetti?” “No, sono appena arrivata. Wow sei molto elegante.” “Oh grazie, anche tu.” Keichi indossava una camicetta nera con vari fiori colorati, dei jeans sul verde acqua con i risvolti e le scarpe bianche. Amu notò che portava gli occhiali. “Ma tu porti gli occhiali?” “Sì, sai da lontano non ci vedo. Mi stanno male?” “Oh no ti stanno benissimo. Mi ricordi un mio vecchio compagno di scuola.” “Come si chiamava se posso saperlo?” “Kairi, era molto serio e formale. Però era simpatico. Allora passeggiamo intanto?” “Certo, andiamo.” Amu e Keichi iniziarono a passeggiare chiacchierando allegramente. Intanto dall’altra parte del parco anche Ikuto stava passeggiando poi si fermò perché vide Amu che passeggiava con un ragazzo. Si nascose dietro un albero e li osservò. E ora chi diavolo è quel ragazzo con Amu? Amu si accorse che c’era Ikuto e allora adottò una strategia. “Keichi scusa, ti dispiace se ti tengo a braccetto?” “No, fai pure.” “Oh grazie…” Amu lo prese a braccetto sorridendo perfidamente a Ikuto. Non ci credo, l’ha preso a braccetto. Non mi dire che stanno insieme!!! No è impossibile… no, questo è troppo. Ikuto uscì allo scoperto e si avvicinò di corsa a loro due. “Scusate, interrompo qualcosa?” Sorrise ironicamente Ikuto. “A dire il vero sì, vattene Ikuto.” Lo fulminò con lo sguardo. “Ciao, sei un amico di Amu?” “Sono un amico intimo veramente…” “Smettila di dire idiozie e vattene, per favore.” Ikuto non la ascoltò e iniziò a interrogare Keichi. “Comunque piacere, sono Ikuto. E tu chi sei?” “Keichi Yamamoto, piacere. Da quanto tempo conosci Amu?” “Eh bè ormai da una vita… so cosa le piace e cosa no.” “Dici sul serio?” “Ora basta, smettila di fargli le domande. Lo stai mettendo a disagio.” “Perché non dovrei? Non è mica il tuo ragazzo.” Accidenti, mi ha scoperto. Non ho altra scelta, devo cambiare strategia. Mi tocca baciarlo, così ci crederà. “E invece Keichi e io stiamo insieme, se non fosse vero non potrei fare questo.” Amu baciò Keichi davanti allo sguardo sconvolto di Ikuto. Però anche Keichi lo era… “Ora ci credi, mio caro? Oh cavoli, sembri sconvolto. Scusa, non volevo. Andiamo Keichi.” “Eh sì…” Amu lo prese per mano e andarono via. Quando si furono allontanati abbastanza da Ikuto Amu si sedette in una panchina insieme a Keichi ancora incredula a quello che aveva fatto. Keichi nonostante era sotto choc cercò di parlargli. “Amu, perché mi hai baciato e hai detto a Ikuto che stiamo insieme se ci conosciamo appena?” “Scusami se ho fatto queste cose, ma volevo dare una bella lezione a quell’idiota. In fondo ti stava mettendo a disagio facendoti tutte quelle domande.” “Può darsi, ma non è solo per questo che lo hai fatto. Dimmi la verità per favore…” “Va bene, ti racconto tutto di Ikuto.” E quindi Amu raccontò tutto il suo odio per Ikuto. “Ora ho capito tutto. Per ciò vuoi fargliela pagare per averti fatto soffrire in passato perché non ti ha cercato più?” “Sì esatto, ti sembra una cosa stupida?” “Assolutamente no, è comprensibile che tu vuoi vendicarti di lui.” “Allora non sei arrabbiato per quello che ti ho fatto?” “Ora che so la verità no.” “Che bello, sono contenta. Quindi mi aiuterai?” “Certamente, da oggi sarò il tuo finto ragazzo.” “Grazie mille.” Lo abbracciò felice. “Eh eh figurati. Però dobbiamo fare sul serio per questa relazione.” “Ovvio, io sono serissima per questa cosa.” Sorrise seriamente. “Bene, qua la mano socia.” Si strinsero le mani. Verso le cinque e mezzo Keichi la riaccompagnò a casa. “Grazie per oggi, sono stata benissimo.” “Di nulla, è stato un piacere.” Amu lo baciò sulla guancia e andò via. “Sono a casa.” “BENTORNATA TESORO!!” “Grazie.” “Com’è andata la tua uscita con Keichi?” “Benissimo mamma.” “Oh sono contentissima…” poi salì su ed entrò in camera. “Rieccomi qua, ragazze.” “BENTORNATA, TUTTO A POSTO L’USCITA?” “All’inizio sì, dopo no.” “Perché cos’è successo?” Volle sapere subito Ran. “Come al solito ci ha disturbato quello scimmione di Ikuto, che si è messo a fare il terzo grado a Keichi facendogli un sacco di domande. Allora siccome non la smetteva, ho dovuto dirgli che io e lui stiamo insieme. Ma visto, che non mi credeva ho baciato Keichi davanti a lui.” “Oh mio dio, che coraggio.” Sorrise divertita Miki. “Già… e avreste dovuto vedere la sua faccia sconvolta. Ah era impagabile, ah ah ah ah…” “Ikuto non si meritava questa cosa, ora starà malissimo.” S’intristì Suu. “Non m’importa, sono affari suoi. Così impara a non credermi…” “E se Keichi s’innamorasse sul serio di te, cosa faresti?” “Cara Ran, a Keichi ho detto tutto quello che mi ha fatto Ikuto in passato. E ora che sa la verità, mi aiuterà a vendicarmi di lui. Da oggi in poi sarà il mio finto ragazzo. E no, non s’innamorerà di me.” “Va bene, se lo dici tu.” “Il mio piano di vendetta sta procedendo bene. Però ai miei genitori dirò che è solo un amico, altrimenti anche loro s’impicceranno oltre a Ikuto.” Intanto Ikuto che era in camera sua era rimasto sconvolto dal bacio di Amu a Keichi. Decise di telefonare a sua sorella per sfogarsi un po’. Infatti la chiamò… “Utau?” “Ehi fratellone…” “Ti disturbo?” “No affatto, dimmi tutto.” “E’ successa una cosa terribile con Amu.” “Oddio cosa le è successo? Non farmi spaventare.” “Non è successo nulla, tranquilla… se non che si è fidanzata con un certo Keichi.” “Dai veramente? E io speravo che voi due finalmente vi foste fidanzati.” “Non scherzare Utau, la cosa è molto seria.” “Va bene scusami. Ma perché cos’hanno fatto?” “Siccome io non ci credevo del fatto che loro stessero insieme, Amu ha baciato Keichi davanti a me.” “No non è possibile.” “Purtroppo è la verità…” “Oh accidenti, questa è una notizia terribile.” “Sì molto. E ora cosa faccio? L’ho persa per sempre…” “Non dire idiozie Ikuto, non puoi arrenderti in questo modo.” “Ma cosa vuoi che faccia scusa? Li devo separare, facendomi odiare ancora di più da Amu?” “No non ti odierà. Hai mai pensato che stare insieme a Keichi potrebbe non essere vero?” “Come fai a dirlo?” “Ah non lo so. Ormai da Amu ce da aspettarsi di tutto.” “Mm… non saprei.” “Ikuto svegliati, sta fingendo di stare insieme a quello là. Dovresti pedinarli di nascosto senza farti vedere.” “Devo proprio?” “Sì, dammi retta.” “Ok lo farò.” “Bravo fratellino, ora ti lascio. Buona serata.” “Anche a te sorellina, ciao.” Chiusero entrambi la chiamata… Amu dopo aver cenato verso le nove e mezzo andò a letto e si addormentò subito sorridendo soddisfatta. Capitolo 21 “Una relazione falsa” Mancava una settimana alla fine delle vacanze estive e ovviamente Amu si era dimenticata di fare i compiti. E da allora si era chiusa in casa a farli. “Sei la solita Amu, ti sei dimenticata di fare i compiti.” La rimproverò Ran. “Sta zitta Ran, devo concentrarmi.” “Ok scusami…” Erano le tre del pomeriggio e qualcuno suonò alla porta. La mamma di Amu andò ad aprire. “Buonasera.” “Ciao Ikuto, che succede?” “Posso entrare o disturbo?” “No figurati, entra…” Entrò e chiuse la porta. “Potrei parlare con Amu?” “Bè…ora sta facendo i compiti. Però ora glielo dico, seguimi.” “Va bene…” Salirono su, sua madre bussò alla camera di Amu. “Sì, cosa ce?” “Tesoro, ce qui Ikuto che vorrebbe parlarti. Può entrare?” “Ok…” “Io vi lascio, ritorno di sotto.” La mamma ritornò giù e Ikuto entrò. “Che cosa vuoi Ikuto? Spero che sia una cosa veloce, devo fare i compiti.” “Ah quindi, ti sei dimenticata dei compiti da fare? Non cambierai mai.” “Sì sfotti pure…” “Non ti sto sfottendo, se vuoi ti aiuto. Così finisci prima…” “Non sei obbligato ad aiutarmi. E comunque, avrei preferito l’aiuto del mio ragazzo Keichi. Ma sfortunatamente oggi aveva un impegno imprevisto a lavoro.” “Oh lo immagino, poverino.” Sorrise sarcasticamente. “Sì certo, si vede che sei dispiaciuto.” Ikuto prese una sedia e si sedette vicino a Amu. “Chi ti ha detto di sederti vicino a me, scusa?” “Dai, lasciati aiutare. Cosa devi fare?” “Matematica, inglese e Storia dell’arte.” Ikuto aiutò Amu a fare i compiti… “Basta sono stanca, facciamo una pausa.” “Ok pausa concessa, se vuoi posso dire a tua mamma di prepararci una buona merenda. Che ne dici?” “Sì, va bene.” “Ok, torno subito.” Appena Ikuto uscì il cellullare di Amu squillò e lei rispose subito. “Ciao amore, come stai?” “Ciao piccola tutto bene, come stanno procedendo i compiti?” “Eh piano piano procedono, ora sto facendo una pausa.” “Fai benissimo, scusami se non sono potuto venire ad aiutarti. E’ colpa del mio maledetto lavoro…” “Ma va, tranquillo. Con calma li finirò da sola i compiti.” “Molto bene, anch’io sono in pausa dal lavoro. Sono super stressato…” “Oh lo immagino. Povero amore mio…” “Grazie di preoccuparti per me.” “E’ mio dovere, dato che sono la tua ragazza.” In quel momento Ikuto era dietro la porta della sua camera ad ascoltare la conversazione. “Ora devo lasciarti, devo ritornare a lavoro.” “Oh va bene, alla prossima amore.” “Certo amore, alla prossima.” Appena Amu riattaccò Ikuto entrò con un vassoio dove c’erano due crepes alla nutella e due succi d’arancia. “Stavi parlando con il tuo ragazzo?” “Ovvio, perché ti disturba?” “No figurati, però sai… mentire al tuo falso ragazzo di fare i compiti per conto tuo non va bene.” “Prima di tutto non è il mio falso ragazzo. E seconda cosa ho dovuto mentirgli altrimenti se la sarebbe presa con me e con te.” “Ah allora ti sto a cuore…” “Basta, stai zitto.” “Comunque, tua mamma ci ha preparato questa merenda.” Ikuto appoggiò il vassoio sulla scrivania. “Ah meno male, avevo fame.” Amu prese subito la sua crepes e la mangiò e Ikuto fece lo stesso. “Senti un po’, non è un po’ stano?” “Che cosa?” “Il fatto che il tuo ragazzo lavori a metà agosto?” “Che ce di male? Ha avuto un imprevisto a lavoro e basta.” “Io non mi fiderei e andrei a controllarlo al tuo posto.” “Uffa, ma falla finita per cortesia. Tu dici così perché vuoi farmi essere diffidente di Keichi, ma non ci riuscirai ok?” “Non voglio fare assolutamente niente tra voi due, però io avrei dei dubbi.” “Piantala di fare il gufo della malora.” Finito di mangiare la crepes bevve in un sorsata il succo. Anche Ikuto finì di fare merenda. “Continuiamo?” “Sì, è meglio. Sennò non finisco più…” Verso le cinque e dieci finirono. “Ah finalmente ho finito…” Amu si stiracchiò sulla sedia. “Già, tutto grazie a me.” “Ok per stavolta ti ringrazio Ikuto.” Le sorrise. “Figurati mia cara…” Si alzò per fare un po’ di stretching. “Sei tutta in criccata?” “Sì.” “Ti faccio un massaggio?” “No grazie, preferisco essere tutta dolorante che farmi fare un massaggio da te.” “D’accordo non insisto…” “Anzi, me lo faccio fare con Keichi. Non ti dispiace vero?” “Amu, puoi anche smetterla di fingere di stare con lui.” “Ancora insisti? Ti ho già detto che è vero.” Ikuto l’abbracciò di colpo. “Che stai facendo? Lasciami andare brutto maniaco che non sei altro…” “Fammi restare abbracciato a te per un po’.” “No, non voglio… staccati.” “Shh… non rovinare questo momento.” “Guarda, che lo racconto a Keichi di quello che mi hai fatto.” “No, non glielo dirai.” Dopo un po’ la lasciò andare e le prese il viso. “Ascolta Amu, io non voglio forzarti a essere innamorata di me. Adesso stai insieme a Keichi che sia vero o finto non lo so, ma sappi che se un giorno cambi idea tu cercami… e io ci sarò.” Gli sorrise dolcemente. Dette queste parole Ikuto riprese il vassoio e se ne andò lasciando Amu sconvolta. Salutò i suoi genitori e ritornò a casa. Amu cadde per terra… “Amu cos’hai? Ti senti male?” le domandò Ran preoccupata. “Io finora ho sempre fatto tutto il possibile per vendicarmi di Ikuto e farlo soffrire con ogni mezzo possibile. Ma nonostante tutto, lui non ha reagito e ha lasciato che io lo manovrassi. Perché?” “Te l’avevo detto un giorno fa mi pare, Ikuto si lasciava fare del male da te pur di farsi perdonare. Non ha mai smesso di amarti in tutti questi anni.” Le sorrise Miki. “Non è possibile, io l’ho sempre trattato male. E lui non ha reagito in alcun modo, anzi, si è sempre preso cura di me. Non so più che fare, sono confusa…” “No Amu, non ti disperare dai. Tu hai voluto vendicarti ma ora non serve più perché è chiaro che tieni molto a lui. Anche se ti rifiutavi di ammetterlo fin dall’inizio.” Amu si mise le mani in faccia disperata… “Su riprenditi…” Cercò di consolarla Suu. “No, non capite… io sono stata proprio una bastarda con Ikuto. Se gli dico quello che provo non mi perdonerà mai per quello che gli ho fatto.” “No non è vero, Ikuto ricambierà. Non penso che ti rifiuta.” “Ho sbagliato tutto, come ho potuto fargli questo?” “Perché eri accecata dall’odio e dal rancore che hai perso di vista i tuoi sentimenti per lui.” “Adesso è finita per sempre con Ikuto.” “No non è finita, devi dirgli quello che provi.” “Non ce la faccio, ho paura che si arrabbi.” “No coraggio…” Sua madre bussò la porta. “Tesoro, posso entrare?” Non ricevendo una risposta entrò e appena la vide per terra coese da lei. “Oddio tesoro, che cos’hai?” “Niente mamma, ho un po’ di mal di cuore.” “Oh capisco, sei innamorata di Ikuto?” “Tempo fa lo ero, ma siccome lui non mi hai chiamato quando era a Parigi ho sempre pensato a vendicarmi di lui. Ma nonostante tutto non ha reagito e mi ha permesso di trattarlo male. Sono una persona orribile.” Sua madre le prese le mani. “No tesoro, non lo sei… io e papà siamo orgogliosi e felice di avere una figlia come te e Ami. E’ vero sei un po’ ribelle, testarda e orgogliosa… ma a quest’età chi non lo è?” “Come facevi a sapere che mi piace Ikuto?” “Noi mamma sappiamo sempre tutto, mia cara. E sapevo anche che tra te e Tadase non andava più.” “Eh sì, perché io mi ero innamorata solo della sua facciata. Cosa devo fare ora con Ikuto?” “Questo non te lo so dire, ma devi sentire il tuo cuore cosa sente quando lo vedi. Ora vado a preparare la cena, tesoro. Tu rifletti su quello che ti ho detto… e fai la cosa giusta ok?” “Grazie mamma, non dire a nessuno che mi hai visto in questo stato.” “No tranquilla, resterà un segreto tra noi due.” Le sorrise e scese giù. “Tua mamma è molto saggia.” “Eh sì…” “Allora che cosa vuoi fare?” Le domandò Miki. “Telefono a Keichi e gli dico che domani pomeriggio la nostra falsa relazione finirà.” “BRAVA AMU, COSI’ SI FA!!!” Esultarono le sue shugo chara. “Grazie ragazze.” S’imbarazzò… Si alzò, prese il suo telefono e chiamò Keichi, che dopo un po’ rispose. “Ehi tesoro, ciao.” “Ciao Keichi, puoi parlare ora?” “Sì, ho finito di lavorare ora. E in questo momento sto ritornando a casa. Volevi dirmi qualcosa?” “Ascolta, domani sei libero?” “Fortunatamente sì.” “Bene, perché volevo parlarti di una cosa. Ci possiamo vedere alle quattro al parco come al solito?” “Certo che sì.” “Perfetto, allora ci vediamo domani.” “Sì, a domani.” Chiusero la chiamata. “Spero di fare la cosa giusta, ho paura che Keichi se la prenda con me.” “Ma certo che la fai. In fondo, era solo finzione il fatto che stavate insieme.” “Sì, hai ragione Ran.” Si sorrisero. “Non potevi continuare a stare insieme a una persona per finta.” “Già, domani glielo dico con calma.” Cenarono e Amu chiacchierò allegramente con i suoi genitori. I “Papà, devo dirti una cosa.” “Dimmi cara.” “Se io dichiarassi i miei sentimenti a Ikuto, tu saresti contento?” “Bè di solito, io mi dispero. Ma avendo conosciuto Ikuto… posso dire che è un bravo ragazzo. Quindi sì.” “Ti ringrazio di cuore, papà.” “Di niente.” Gli sorrise. “Mia sorella quando rientra a a casa?” “Tra qualche settimana.” “Ah benissimo…” Finirono di cenare alle otto e un quarto, poi guardarono un po’ di tv in completo relax. Verso le nove e dieci Amu andò a dormire. Capitolo 22 “Le parole che non ti ho detto” Era l’ultima domenica delle vacanze estive di metà agosto, la giornata era un po’ soleggiata e nuvolosa. Amu si era alzata alle nove in punto aprendo le tende. “Ehilà, buongiorno Amu. Oggi sei mattiniera eh?” “Eh sì Ran. Oggi sono pronta a far finire la mia finta relazione con Keichi e a rivelare i miei sentimenti a Ikuto.” “BRAVA AMU, COSI’ SI FA!!” Si mise la vestaglia, andò in bagno a lavarsi la faccia e scese di sotto a fare colazione. “Buongiorno famiglia.” “BUONGIORNO TESORO!!” “Ah Amu, poco fa ha chiamato la mamma dell’amica di tua sorella. Ritorna oggi pomeriggio.” “Che bello, non vedo l’ora di rivederla.” Finì di fare colazione e ritornò in camera distendendosi sul letto. “Tutto bene Amu?” “Certo, pensavo a come reagirebbe Ikuto nel sapere quello che provo per lui.” “Per me sarà felicissimo e sicuramente li contraccambierà.” “Tu dici Miki?” “Ma certo, lui non è tipo da rifiutare i sentimenti altrui. Nemmeno a te.” Oh Ikuto quanto devi aver sofferto essere trattato così male da me. Ma oggi cambierà tutto, sarò sempre sincera con te. Te lo posso assicurare… A mezzogiorno e mezzo pranzarono poi Amu fece il suo solito pisolino pomeridiano. Sognò Ikuto ma questa volta era molto felice… poi si risvegliò verso le tre e dieci stiracchiandosi. “Hai fatto una bella dormita?” “Sì Ran, ora mi preparo.” Amu indossò una camicetta a maniche corte a pois colorata, dove sotto portava un vestitino nero legato con una cintura rossa, dei legghins viola e le scarpe bianche. Come accessori un bracciale nero e una collana a forma di cuore. “Bene, sono pronta. Mi manca solo da pettinarmi i capelli e mettermi il profumo.” Infatti andò in bagno a pettinarsi i capelli e a mettersi il profumo. “Io vado ragazze.” “BUONA FORTUNA AMU!!” “Grazie.” Prese la borsetta, scese, salutò i suoi genitori e uscì. Dopo mezz’ora arrivò al parco alle tre e mezzo. Bene, sono in anticipo. Dai Keichi vieni presto, così mi libero di questo enorme peso per sempre. E finalmente potrò confessare i miei sentimenti a Ikuto. Amu sorrise all’idea. Poi finalmente Keichi arrivò correndo. “Ehi Amu, scusa il ritardo. Ma dovevo finire delle faccende di lavoro a casa mia.” “Tranquillo, ci sediamo in panchina?” “Certo…” Keichi indossava una t-shirt bianca a maniche corte dell’Adidas, dei jeans neri e delle scarpe della stessa marca. Si sedettero… “Ascolta, io ieri ti ho mentito.” “In che senso?” “Ricordi quando ti avevo detto che stavo facendo i compiti da sola? Bè non era vero… in realtà, mi stava aiutando Ikuto. Scusami, ora sarai arrabbiato.” “Ma va tranquilla, non mi devi nessuna scusa. In fondo stiamo insieme per finta mia cara.” “E poi ti volevo dire che Ikuto sapeva fin dall’inizio che non stavamo insieme.” “Cosa? Ma se tu mi hai baciato davanti a lui.” “Lo so Keichi, però ripensandoci su… mi sono accorta che ho sbagliato tutto quello che ho fatto a Ikuto.” “Ma fino a un attimo fa era desiderosa di fargliela pagare. E ora cosa ti ha fatto cambiare idea? Scommetto che è stato Ikuto, ma non gliela farò passare liscia.” Keichi strinse il pugno. “No Keichi, non ce ne sarà bisogno. Questa decisione l’ho presa io, Ikuto non c’entra niente. Nonostante io l’abbia trattato male e sofferto, lui non ha mai reagito. Perché mi ha sempre amato… e adesso anche io. Ti prego, finiamola qui e capiscimi.” Keichi ci pensò per un po’, poi decise. “Va bene. Immagino, che a questo punto non posso farti cambiare idea. Comunque lo avevo capito fin dall’inizio che nonostante i tuoi modi freddi e glaciali con Ikuto, tu ne eri ancora innamorata.” “Davvero?” “Sì, l’ho capivo dai tuoi occhi. Anche quando hai dovuto baciarmi a malincuore davanti a lui.” “Scusami per tutto…” “Ma dai, non ti devi scusare. E’ tutto a posto.” “Sei sicuro?” “Sì, ora hai intenzione di rivelare i tuoi sentimenti a Ikuto?” “Sì, sul serio. Sarà meglio che vada…” “Aspetta, posso darti un abbraccio di amicizia per salutarci?” “Va bene.” Amu e Keichi si abbracciarono. “Ora vai amica mia e confessa il tuo amore all’uomo della tua vita.” “Sì lo farò, grazie di avermi sempre supportato.” “Figurati, è stato un vero piacere. E ricorda, il nostro non è un addio ma solo un arrivederci.” Amu gli sorrise dopo di che corse via alla ricerca di Ikuto. A un tratto si mise a piovere leggermente poi di più. Oh no, ci mancava solo la pioggia adesso. Ma non importa, non mi fermerà mai. Sorrise soddisfatta. Corse uscendo dal parco fregandosene altamente di bagnarsi. Accidenti, sono sfinita. Ikuto dove sei? Nonostante la stanchezza Amu continuò a correre interferita fino ad arrivare alla zona centro del Giappone, poi si fermò vicino a un vicolo perché era sfinita. Dannazione, non lo trovo da nessuna parte. In questa incessante pioggia gli uscirono un po’ di lacrime. “Amu sei tu?” Improvvisamente nel buio di quel vicolo uscì proprio Ikuto. “Ah finalmente, ti ho trovato. Ma che ci fai qui?” “Di solito vengo a rifugiarmi in questo vicolo quando devo pensare. Tu piuttosto, sei tutta bagnata, così ti prenderai un malanno. Vai a casa…” “Non me ne vado, senza averti detto qualcosa d’importante.” Ikuto si avvicinò a Amu. “E’ un altro dei tuoi sporchi trucchi? Il tuo ragazzo non si arrabbierà se mi vede con te?” “STAI ZITTO E ASCOLTAMI UNA BUONA VOLTA!!” Gli urlò nervosa e disperata spaventando Ikuto. “Va bene, dimmi tutto. Ti ascolto…” “Avevi ragione tu alla fine, facevo finta di stare con Keichi per farti ingelosire. E direi che ha funzionato alla grande.” Sorrise tristemente. “Amu…” “Lasciami finire, io ero in collera con te e non avevo nessuna intenzione di perdonarti per non avermi mai chiamato molto tempo fa quando eri a Parigi. Ero talmente accecata dall’odio e dalla vendetta da non riconoscermi più. E poi l’altro ieri dopo che mi hai detto quelle frasi piene di amore e allo stesso tempo di tristezza, mi hai mandato in una totale confusione. Al punto da non capire più niente, però ho ripensato ai bei momenti trascorsi insieme a te. E qui ho capito che non potevo più fare a meno di te. Perciò ti chiedo scusa per tutto quello che ti ho fatto fino a adesso. E se non vorrai perdonarmi, io sparirò per sempre dalla tua vita.” Amu finì di parlare. Per mezz’ora Ikuto stette in silenzio. “Bene, ho recepito il messaggio. Me ne vado.” Amu stava per andare via ma Ikuto l’attirò a sé e l’abbracciò calorosamente. “Ikuto…” “Te l’avevo detto che io ti avrei sempre aspettato o sbaglio? Ti perdono, mia principessa.” “Grazie Ikuto, sono molto felice.” Ikuto sciolse l’abbraccio ma la tenne sempre stretta a lui. “Guarda, sei tutta bagnata.” “Già, anche tu per colpa mia.” “Non importa, vuol dire che ci ammaleremo insieme.” “Non scherzare sciocchino…” Le sorrise. Ikuto gli sorrise a sua volta e la guardò intensamente. “Ti amo Amu Hinamori.” “Anche io Ikuto Tsukiyomi.” Si baciarono intensamente. “Scusa non ho capito cosa mi hai detto, lo puoi rifare?” “Come vuole lei sua altezza...” Ikuto la ribaciò una seconda volta ma con più trasporto e Amu ricambiò. “Ora basta, sennò non mi fermo più. Ti riaccompagno a casa, altrimenti stai male.” “Va bene, amore.” Ikuto sorrise nel sentirsi chiamare così. La prese per mano e la riaccompagnò a casa verso le cinque e un quarto. “Grazie di avermi accompagnato.” “Figurati, mia principessa. Ci si vede.” Ikuto gli diede un bacio a stampo e andò via. Poi Amu rientrò… “Sono tornata, scusate il ritardo.” “BENTORNATA TESORO!!” “Indovina chi è ritornata?” Ami appena sentì la voce di sua sorella uscì di corsa dalla sua camera e corse da lei abbracciandola forte forte. “Ciao sorellona mia.” “Ciao sorellina, quanto tempo. Sei cresciuta di un millimetro.” “Eh sì, si vede eh?” “Ti sei divertita a casa della tua amica?” “Sì molto.” “Sono contenta, sai mancava molto la tua presenza.” Si sorrisero. “Eeeetciù…” “Hai preso freddo tesoro?” “Bè sì perché…” Amu racconto tutta alla sua famiglia la sua dichiarazione d’amore a Ikuto. “Cosa? Tu ti saresti dichiarata a Ikuto sotto alla pioggia? Ah sorellina che bella notizia, sono felice per voi due.” “Grazie Ami.” Sua madre gli sentì la fronte. “Oh santo cielo, tu scotti e sei anche tutta bagnata. Vai a farti una doccia e mettiti immediatamente sotto alle coperte. Stasera ti preparo un bel brodino caldo e poi subito a letto intesi?” “Sì mamma scusami…” “Tranquilla, tra un po’ vengo a misurarti la febbre.” “Va bene…” Salì su e andò in camera. “Ciao ragazze.” “Ciao Amu, allora com’è andata?” “Tutto a meraviglia, ho lasciato Keichi e lui lo sospettava che amassi ancora Ikuto. Ha saputo capirmi e mi ha incoraggiato a dichiarare i miei sentimenti a Ikuto. E così ho corso finché ho potuto sotto alla pioggia incessante che non finiva mai. Ma nonostante corressi dappertutto, non lo trovavo da nessuna parte, poi lo vidi che era in un vicolo al centro del Giappone. E lì gli ho detto tutta ka verità… e lui ha mi ha perdonato e ci siamo baciati sotto la pioggia.” “AH CHE MERAVIGLIA!!” Ran, Miki e Suu avevano gli occhi a forma di cuore. “Sì molto, ma mi sa che ho preso l’influenza.” Amu sorrise. “Eh bè ci sta, sei stata per mezz’ora sotto alla pioggia abbracciata all’uomo della tua vita.” Le sorrise Miki. “Eh già…” Si fece la doccia in un attimo, si asciugò i capelli e questa volta indossò una tuta grigia che era una felpa col cappuccio e dei pantaloni. “Ancora non riesco a crederci che ho confessato i miei sentimenti a Ikuto. Mi sembra tutto un sogno…” Amu si distese nel letto. “Lo credo bene. Ora goditi il momento più che puoi, te lo meriti.” Le sorrise Ran. “Sì’ certo…” Sua madre bussò alla porta. “Tesoro, posso?” “Sì, vieni mamma.” Entrò con il termometro elettronico. “Mettiti questo sotto l’ascella e quando suona lo togli.” “Ok…” Si mise il termometro sotto l’ascella. “Quindi tu e Ikuto state insieme ufficialmente?” “Credo proprio di sì…” “Oh che bello, sono così contenta per voi due. Ero stufa dei vostri battibecchi.” “Eh eh, sì lo immagino. Ma sicuramente papà non sarà d’accordo.” “Non ti preoccupare se ha qualcosa da ridire, ci penso io.” “Grazie mamma.” Il termometro suonò. “Ora puoi toglierlo.” “Sì.” Tolse il termometro e sua madre legge. “Quant’è?” “Trentasette e sei, caspita. Mi sa che domani dovrai restare a casa.” “Ah uffa, io domani volevo rivedere i miei amici.” “Mi dispiace tesoro, ma non puoi fare altrimenti. Sennò la febbre non ti scende…” “Va bene, però mi rattrista. Odio l’influenza…” “Lo immagino cara, adesso vado a prepararti un bel brodino caldo.” “Ok…” Sua mamma ritornò di sotto a cucinare. Il telefono di Amu squillò e appena vide che era Ikuto gli rispose subito. “Ciao amore.” “Ciao piccola, allora come stai?” “Purtroppo avevi ragione tu, mi è venuta la febbre.” “Eh lo sapevo, quanto hai?” “Trentasette e sei…” “Accidenti, è molto alta.” “Già. Domani purtroppo non posso andare a scuola…” “Mi dispiace, ma non t’intristire… vedrai che ti rimetterai. Ho una proposta da farti amore.” “Uh quale?” “Domani pomeriggio potrei farti compagnia così mi prenderò cura di te, che ne dici?” “No sei impazzito? Così ti attacco la febbre…” “Starò attento, tranquilla principessa. Dai non dirmi di no…” “E va bene puoi venire, ma non starmi troppo vicino.” “No non preoccuparti mia principessa.” “A che ora vieni?” “A sorpresa…” “Oooh… adoro le sorprese.” “E io adoro te bambolina, ti saluto. A dopo bellezza.” “A dopo amore.” Chiusero entrambi la chiamata… “Ah quindi Ikuto domani pomeriggio ti farà da dottore?” le sorrise Miki ironica come sempre. “Sì, ma sicuramente mi vedrà in un pessimo stato. Che figuraccia. Avrei voluto dirgli di no, ma non ce l’ho fatta. E’ irresistibile quando mi implora con quella voce.” “Eh lo so, è la caratteristica degli uomini.” “Sì, ma lui è diverso.” La cena era pronta e Amu mangiò il minestrone. “Mangia piano che è bollente…” “Sì mamma. Comunque è buono…” “Oh grazie…” “E’ ingiusto, anche io voglio avere la febbre… Così non vado a scuola neanche io. Sorellona, me la attacchi?” “No Ami, almeno tu devi andarci.” Le sorrise sua madre. “Eh sì ha ragione, invece a me stufa stare a casa.” “Ma davvero ti stufa?” “Certo, vorrei rivedere i miei amici… ci tengo.” “Ah capisco, vabbè ci sta.” Finì di mangiare la minestra. “Sono a posto…” “Bene, ora vai subito a letto.” Bevve l’acqua. “Ok, buonanotte.” “BUONANOTTE AMU!!” Si alzò e andò in camera mettendosi sotto le coperte addormentandosi immediatamente. Capitolo 23 “Maledetta febbre” Era un lunedì di inizio settembre delle otto di mattina e Amu stava ancora male. “Mamma, mia sorella non fa colazione?” “No tesoro, sta ancora male purtroppo. Però ora gliela porto…” Mise un pancake e un succo d’arancia su un vassoio e andò nella camera di Amu. “Tesoro, sei sveglia?” “Sì mamma.” “Ti ho portato la colazione.” “Grazie ma non ho fame…” “Lo so cara è normale, ma devi mangiare qualcosa. Altrimenti t’indebolisci… guarda, ti ho portato il tuo pancake preferito e un buon succo d’arancia pino di vitamina A.” “Va bene, ci provo.” “Brava tesoro…” Gli appoggiò il vassoio sul letto e Amu si alzò leggermente e mangiò il pancake. Sua madre gli sentì la fronte… “Accidenti, scotti più di ieri. Oggi pomeriggio devo fare un po’ di commissioni con tuo padre e poi ne approfitto per prenderti qualche medicina anti influenza.” “Sì è meglio grazie, sennò non mi passa più. Ah mamma, oggi viene anche Ikuto a prendersi cura di me.” “Oh che carino, ma se ti sta vicino prenderà l’influenza anche lui.” “No ha promesso, che starà attento.” “Ah che bravo ragazzo…” “Eh sì.” Finì di mangiare il pancake poi bevve tutto d’un fiato il succo d’arancia. “Ora sono a posto, grazie.” “Figurati…” Gli prese il vassoio e ritornò di sotto. “Ha mangiato cara?” “Per fortuna sì.” “Meno male…” Ami finì di fare colazione. “Ho finito.” “Bene, ecco la tua merenda e il tuo pranzo.” “Grazie mamma, ciao.” “CIAO AMI!!” Ami mise la merenda e il pranzo dentro la borsa e uscì. “La nostra Amu scotta più di ieri, oggi pomeriggio passiamo anche in farmacia per prendergli delle medicine speciali anti influenza.” “Certo cara, così guarisce subito.” “Ah oggi viene anche Ikuto.” “Cosa? E perché scusa?” “Caro è normale, ormai è il suo ragazzo. Vuole prendersi cura della nostra Amu.” “Sì ma figurati. Sicuramente sì approfitterà di lei mentre è influenzata…” “Assolutamente no, non è un tipo da fare queste cose. Dai fidati di lui…” “Mm… e va bene, ci proverò. Anche se non sarà facile.” “Ah accidenti, odio avere quest’influenza.” “Eh lo immagino Amu, ma devi avere pazienza. Se stai al caldo sotto alle coperte, ti passerà. “Le disse Suu sorridendo. “Lo spero Suu, perché già non ne posso più.” “Tranquilla. E poi oggi pomeriggio viene il tuo amato.” “Sì, non vedo l’ora.” “E’ davvero incredibile, fino a un attimo fa lo odiavi a morte. E ora lo ami con tutto il cuore.” “Eh sì è vero Miki. Sono stupita quanto te… l’amore cambia tutto. Eeeetciù…” “SALUTE!!” “Grazie, ah accidenti.” Poi pranzarono come sempre a mezzogiorno e mezzo. Questa volta mangiò anche Amu anche se poco… “Dopo pranzo ti rimisuro la febbre.” “Ok mamma…” Finito di pranzare, sua madre sparecchiò e lavò i piatti. “Siediti sul divano, così ti rimisuro la febbre.” Si sedette sul divano, accese il termometro, lo smosse e poi Amu se lo rimise sotto l’ascella. Il termometro suonò… “Ok vediamo…” Amu lo tolse e glielo diede. “Mm… trentasette e sette. Hai visto? Ti è aumentata di un millimetro. E’ meglio che stai sotto le coperte…” “Ma io ho caldo mamma…” “Lo immagino tesoro, è l’effetto della febbre. Ma vai a letto lo stesso.” “Va bene…” Amu ritornò in camera e riandò a letto. “Quanto hai ora?” “Trentasette e sette…” “Oh cavoli…” “Eh lo so Ran, mia madre oggi pomeriggio va a prendermi delle medicine anti influenza. E mi ha consigliato di stare a letto, nonostante ho caldo…” “Posso immaginare che hai caldo, ma devi resistere.” “Voglio Ikuto accanto a me ora.” Sorrise. “Cosa dici? Non può starti vicino con la febbre.” “Non m’importa… eh eh.” “Ehi ragazze, penso che Amu stia delirando con la febbre.” Disse sottovoce Ran a Miki e Suu. “Io non sto affatto delirando, avete capito? So quello che dico…” Poi senza accorgersene si addormentò. “Eh? Si è addormentata…” “Meglio così, almeno non combina casini. Spero che non qualche pazzia con Ikuto.” “Già, anche io…” Verso le tre e dieci i genitori di Amu si preparavano a uscire. “TESOROOOO, NOI USCIAMO. A STASERA!!” Ma Amu non le rispose e quindi uscirono. “Ok ragazze, è nostro preciso dovere tenere sotto controllo Amu. Siete d’accordo?” “SI’!!” Esultarono Miki e Suu. A un certo punto Amu si risvegliò. “I miei sono usciti?” “Ehm sì…” “Oh perfetto.” Si alzò dal letto. “Che cosa fai? Tu devi stare a letto.” “Ora lo vedrete...” Si tolse la tuta e indossò un vestitino nero di pizzo. “Ah adesso sto meglio.” “Sei impazzita? Non puoi indossare quel vestito leggero. Prenderai ancora più freddo.” “Sentite, tra poco verrà il mio uomo. Io non posso farmi vedere in tuta. Devo essere perfetta e bella anche con la febbre. Che figura ci faccio?” “Ma ti sembrano discorsi da fare? Scusa se te lo dico, però sei fuori di testa.” “Non me ne frega Ran. Ah devo sistemarmi i capelli…” Andò in bagno. “Oddio non ci posso credere, Amu con la febbre non ragiona.” Ran si disperò. “SI’ E’ VERO!!” Sì pettinò per bene i capelli, si mise il profumo e ritornò in camera. “Ecco qua, sono pronta.” “Ritorna a letto Amu, per favore.” “Senti Ran, non sei mia madre ok? Già mi basta lei…” “Io, Miki e Suu abbiamo paura che ti si alzi la febbre.” “Tsk, questo lo vedremo mie care. La febbre non mi fermerà.” Sorrise diabolicamente. Verso le quattro suonò il campanello. “Ah bene, è arrivato il mio amore. Vado subito ad aprirgli.” Amu corse subito di sotto. “No Amu fermati…” “Ormai è andata, sicuramente a Ikuto gli verrà un colpo vedendola vestita in quel modo.” “Eh sì…” Aprì la porta… “Ciao amore mio.” Infatti Ikuto restò sconvolto… “Tesoro perché ti sei vestita così? Prendi ancora più freddo…” Lo invitò a casa sua. “Non importa, tanto mi riscaldi tu no?” “Lo vorrei tanto ma non posso.” “E dai amore, non dirmi di no.” Gli sentì la fronte. “Scotti moltissimo.” “Infatti mia madre è uscita per prendere le medicine. Approfittiamo di questo momento…” Lo abbracciò calorosamente. “Amore non posso approfittare di te, sei influenzata e non sai quello che dici.” “E invece lo so, vieni con me.” Lo prese per mano, lo portò in camera, lo buttò sul letto e si mise sopra di lui. “Amu che stai facendo?” “No Amu, non fare pazzie.” Disse Ran sconvolta. “Sta zitta Ran.” “Con chi parli?” “Ah giusto, dimenticavo che Ikuto non avendo più Yoru non può vederci purtroppo.” “Già… peccato.” “Nessuno. Fammi tua qui ora…” “Cosa vuoi dire?” “Oh andiamo, hai capito benissimo amore. Non fare il finto tonto.” “Sì hai ragione, lo so. Ma non posso farlo ora. Lo faremo quando sarai pronta…” “Dai amore, non puoi opporti. Io ho voglia di te…” “Anche io, ma non ora. Abbi pazienza amore…” “Sei veramente cattivo amore. E va bene, visto che non ti decidi a farmi tua. Inizio io…” Amu si avvicinò a Ikuto. “No ferma…” Chiuse gli occhi. Ma accadde l’impensabile… alla fine Amu svenne addormentandosi sopra di lui. “Non ci credo, si è addormentata. Ah meno male…” Ikuto si alzò spostando leggermente Amu. “Accidenti, stavi proprio delirando eh amore? Non fa niente, ti amo lo stesso.” L’alzò e la mise sotto le coperte. “Ora riposati mia dolce principessa.” Le accarezzò la guancia. Qualcuno suonò il campanello. “Saranno ritornati i suoi genitori chissà…” Scese di sotto e aprì subito la porta e trovò la sorella. “Ehi ciao Ami.” “Ciao cognatino bello…” “Ah quindi hai saputo che io e Amu stiamo insieme?” “Certo, me l’ha detto la scorsa settimana Amu. Ti dispiace?” “No affatto, sono contento.” “Mi fa piacere.” Entrò e chiuse la porta. “Com’è andata a scuola?” “Tutto normale e stancante come al solito. A proposito, cosa ci fai qui a casa mia?” “Mi sto prendendo cura di Amu.” “Sei sicuro? Non è che hai approfittato della situazione?” “No, non lo farei mai. Non sono quel tipo d’uomo.” “Ah meno male…” Fortuna che mi ha creduto… “Dove sono i miei genitori?” “Sono andati a prendere delle medicine per Amu, purtroppo gli è salita la febbre.” “Oh no, e cosa fa ora?” “Sta dormendo, è molto accaldata.” “Povero sorella…” “Tranquilla, prima o poi si rimetterà.” “Sì speriamo…” Verso le cinque e venti finalmente rientrarono i genitori con quattro buste più una di varie medicine anti febbre. “SIAMO A CASA!!” “Ah che bello…” “Ikuto, come sta Amu?” “All’inizio stava delirando ma dopo un po’ si è addormentata.” “Ah ottimo…” Meglio non dirgli che ha messo un vestitino leggero e che ha tentato di saltarmi addosso. Sennò mi ammazzano… “Ora è meglio che vada a casa.” “Va bene, grazie del tuo aiuto.” “Si figuri…” “basta con questo lei, ormai sei il ragazzo di mia figlia. Dammi del tu.” “D’accordo Midori, ciao.” “CIAO IKUTO!!” Ikuto andò via… “Ok preparo la cena; caro, Ami voi intanto apparecchiate la tavola. “AGLI ORDINI!!” Quindi tutta la famiglia fece la sua parte nell’aiutare a preparare la cena. Intanto Amu si risvegliò un po’ intontita… “Mm… che è successo?” “Ah finalmente ti sei risvegliata.” “Ikuto è venuto?” “Sì, ma mi sa che è andato via.” “Ah peccato…” Appena si alzò vide che aveva un vestitino leggero. “Ma cosa? Perché indosso questo vestito?” “Non ti ricordi niente?” “No perché cosa ho fatto?” “Bè… questo dovresti dirlo al tuo amato.” “Va bene, glielo dirò domani. In ogni caso non posso restare così, sto morendo di freddo.” Si ricambiò togliendosi il vestitino e si rimise la tuta. “Ah così va meglio. Brr… che freddo.” E ritornò a letto. “Che bello stare sotto alle coperte…” Sua madre bussò. “Tesoro, sei sveglia?” “Sì mamma, vieni pure.” Entrò. “Come ti senti?” “Insomma…” “Ti ho preso varie medicine anti influenza. Questa sera dopo cena, prendi subito la medicina e vai aletto subito.” “Sì grazie…” “Di nulla. Sai… io, tuo padre, tua sorella e perfino Ikuto ci preoccupiamo per te.” “Vi ringrazio di cuore… però mi dispiace di non aver salutato come si deve il mio amato Ikuto.” “Tranquilla, tanto lo rivedi. E’ incredibile che prima lo odiavi a tal punto di non vederlo… e ora lo vuoi sempre accanto a te.” “Sì, sono stupita anche io. Si vede che sto maturando…” “Oh tesoro, sono così felice sentirti parlare così. Vado a finire di cucinare, cosa vorresti mangiare stasera?” “Il solito minestrone con molte verdure.” “E minestrone sia…” Le sorrise e scese giù… “Tua mamma è fantastica.” “Sì molto. Fortuna che mi sono rimessa la tuta. Sennò me ne avrebbe detto quattro.” Sorrise. “AH AH AH AH, GIA’!!” Cenarono alle otto e dieci. “Ehi sorellona, come stai?” “Insomma, ma stasera dopo cena prendo la super medicina che ha preso mamma. Così domani sarò guarita… “Oh finalmente…” “Eri preoccupata?” “Beh sì… non devo?” “Certo, grazie.” Amu le arruffò i capelli. “E dai, non mi spettinare…” “E chi vuoi che ti veda in pigiama? Ah ho capito, forse Seiji.” “Ancora? La pianti con questa storia?” “Dai scherzo sorellina, ah ah.” “Lo so, mi mancava la tua ironia.” Si sorrisero. “Che bello vedervi unite e sorridenti.” “Ho finito di mangiare mamma.” “Ah bene, è il momento della medicina.” Prese una bustina dalla scatola, l’agitò un po’. Poi mise l’acqua in un bicchiere, versò il contenuto, la girò con un cucchiaino per mezz’ora e magicamente diventò un’aranciata. “Ecco a te tesoro, bevila tutta d’un fiato.” “Ok…” Amu bevve la medicina. “Puah, è amara.” “Dai su, pensa che stai bevendo il tuo succo della mattina.” “Va bene, ci provo.” Finì di bere tutta l’aranciata della medicina. “Fatto, mamma mia è terribile questa medicina.” “Lo so cara, ma almeno con questa ti passerà. Adesso va a letto.” “Ok buonanotte…” “BUONANOTTE AMU!!” Amu salì su e andò subito a letto e si addormentò spensierata. Capitolo 24 “Amore Eterno” La mattina dopo Amu si alzò puntualmente alle sette e dieci. “Buongiorno ragazze.” “EHI BUONGIORNO AMU!!” “Come stai oggi?” “Benissimo guardate…” Fece una giravolta su se stessa. “Ottimo, sono contenta.” Amu le sorrise. Andò in bagno a lavarsi la faccia per bene, poi si tolse la sottoveste e la vestaglia e indossò la divisa della scuola. “Sono pronta come sempre.” Però si guardò i capelli. “Che succede?” “Stavo pensando di tagliarmi i capelli, sono molto lunghi non trovate?” “Bè ora che li guardo, direi di sì. Come li volevi fare?” Le domandò Ran. “Magari taglio solo le punte, non voglio esagerare. Ma tra qualche giorno li taglio…” “Sì giusto.” “Chissà se il mio Ikuto si accorgerà del mio taglio?” “Sì dai, ora è meglio che andiamo.” “Sì, mi stavo dimenticando della scuola. Eh eh, andiamo.” Ran, Miki e Suu entrarono nel porta Shugo chara, Amu prese la cartella e scese di sotto a fare colazione. “Buongiorno a tutti.” “BUONGIORNO TESORO!!” “Come stai oggi?” “In forma smagliante mamma.” “Mm… fammi sentire la fronte.” Gli sentì la fronte ed era tiepida. “Oh non scotti più, che sollievo.” Sua madre l’abbracciò fortissimo. “Hugh… fai piano mamma, mi stritoli così.” “Scusami… è che sono contenta che ti sei ripresa.” “Sì anche io.” “Aspetta a festeggiare, cara sorellona.” “Che vuoi dire?” “Perché quasi sicuramente devi recuperare i compiti che non hai fatto ieri.” Le sorrise perfidamente. “COSAAAA??? OH NOOOO!!! E’ VERO!! QUESTA NON CI VOLEVA!!” L’urlo di Ami riecheggiò in tutta la casa. “Calmati tesoro dai…” “Ma come faccio a calmarmi scusa? Ho paura che saranno un sacco di compiti.” Si disperò mettendosi le mani in testa. “Puoi sempre farti aiutare dal tuo ragazzo. La scorsa estate non ti aveva aiutato?” “Oh sì, giusto. Il mio amore mi aiuterà. Problema risolto…” “Ah ma dai, tu vuoi solo sfruttarlo.” “Ma assolutamente no, cosa ti salta in mente?” “D’accordo, io vado ciao.” “Tesoro, non devo prepararti il pranzo e la merenda?” “No grazie, per la merenda prenderò qualcosa al distributore degli snack. E per il pranzo, non preoccuparti… perché ora alla Seiyo Academy hanno fatto la sala mensa.” “Wow, che tecnologia.” “Eh già, ciao.” “CIAO AMI!!” Ami prese la cartella e uscì. “La mia sorellina sta crescendo inclusa la mia ex scuola che cambia radicalmente ogni giorno. Vado anche io, a stasera.” “SI’ CIAO…” Anche Amu uscì e corse velocemente verso la scuola. Appena i suoi amici la rividero l’abbracciarono fortissimo dicendogli che gli era mancata molto. Intanto Ikuto stava passeggiando in centro insieme a sua sorella e gli aveva raccontato subito la novità. “Ma dai veramente? Non è uno dei suoi soliti scherzi da Amu la Vendicativa?” “Assolutamente no, è la pura verità.” “Quindi ora state ufficialmente insieme?” “Sì sorellina.” “Aaah che bello, fatti abbracciare. Sono così felice per voi.” “Grazie mille…” “Ma come si è confessata?” “Non ci crederai mai, ma sotto alla pioggia.” “Oh che romantico…” “Sì talmente romantico che ieri Amu aveva preso la febbre.” “Oddio no. E tu ti sei preso cura di lei?” “Certamente.” “Ah ottimo. Ma non è che hai approfittato della situazione per fare qualcosa a Amu?” “Oh mio dio no, non sono quel tipo d’uomo.” “Hai ragione scusa.” “Tranquilla…” Il telefono di Ikuto suonò. “Oh chi sarà mai? La tua amata?” Ikuto prese il telefono e infatti sul display c’era scritto Amu. “Sì scusami…” Rispose. “Ciao amore, ti disturbo?” “No, sono con mia sorella.” “Ah salutamela.” “Sarà fatto. Volevi dirmi qualcosa?” “Oggi dopo scuola mi vieni a prendere? Così dico ai miei amici che stiamo insieme, dato che non mi credono.” “Ma certo amore.” “Ok grazie, a dopo.” “A dopo amore.” Chiusero la chiamata. “Siete carinissimi insieme. Hai visto? Te lo dicevo che prima o poi avrebbe cambiato idea su di te.” “Eh sì…” Verso le undici e dieci Ikuto e Utau si salutarono e andarono via. Passò mezz’ora e come d’accordo appena Amu uscì dalla scuola con i suoi amici all’uscita trovò Ikuto, che non gli diede il tempo di salutarla baciandolo davanti a tutti facendoli restare a bocca aperta. “Ciao amore mio.” “Ciao anche a te amore.” “COSAAAA? TU E IKUTO STATE INSIEME?” “Sì, adesso mi credete?” “Eh direi di sì... che bello, sono contento per voi.” Si rallegrò Nagihiko. “SI’ ANCHE NOI, TANTI AUGURI A VOI!!” Esultarono Rima e Yaya. Dopo questa novità Amu salutò i suoi amici e ognuno andò a casa. Amu teneva la mano a Ikuto. “Senti amore…” “Sì dimmi.” “Che cosa ti ho detto mentre ero influenzata ieri?” “Oh nulla di che…” “Quel tuo nulla di che significa che ho fatto qualcosa, ti pregherei di dimmelo oppure non esco più con te.” “E va bene te lo dico, ma poi non te la prendere con me. Hai detto che dovevo farti tua mentre stavi sopra di me.” “Oddio davvero? Ma io non mi ricordo niente.” “E’ più che normale, quando hai la febbre non sai quello che dici.” “Tu hai approfittato di me?” “No amore, non faccio così. Tu stavi per saltarmi addosso, ma poi alla fine sei svenuta e ti sei addormentata.” “Ah meno male. Oddio che vergogna…” “Tranquilla amore…” “Come faccio a stare tranquilla scusa? Io stavo per… ah non riesco neanche a dirlo per l’imbarazzo che provo.” Amu si coprì la faccia ma Ikuto gliele prese. “Amore mio, se mai un giorno io e te lo faremo… ti prometto che sarà bellissima e speciale.” Amu sorrise e lo baciò a stampo. Ikuto la riaccompagnò a casa. “Sei arrivata…” “Ma io non voglio che tu vada via, vieni in camera con me dai…” “Eh eh, magari amore. I tuoi si arrabbierebbero, è già tanto che tua mamma mi ha permesso di dargli de tu…” “Dai davvero?” “Sì, te lo giuro. Ora entra a casa.” “Va bene amore, a domani.” Si diedero un bacio lungo, Ikuto andò via e Amu rientrò a casa. “Sono a casa.” “CIAO TESORO!!” “Com’è andata a scuola?” “Bene, come al solito.” Detto questo andò su in camera buttandosi sul letto. “Ciao Amu tutto bene?” “Sì stavo solo pensando a quanto mi ha detto Ikuto.” “Perché che ti ha detto?” “Volle sapere subito Ran. “Che io e lui lo faremo quando saremo pronti.” “Cosa vuole dire?” “E dai Miki, se ci pensi ci arrivi pure tu…” “Ah ho capito, e tu sarai pronta?” “Che domande fai Suu, ovvio. La mia prima volta dev’essere bellissima e speciale. Già me lo immagino, io in camera sua. Ovviamente quando ce sua madre, che lo aspetto in un intimo con pizzo e merletti e gli dico: ciao amore, ti stavo aspettando. Ah che bello…” “Sì tutto molto bello, peccato che non hai la chiave della casa di Ikuto.” Sorrise ironicamente Miki. “Lo so benissimo cara Miki, chiederò a Ikuto di prestarmi le sue chiavi così posso fare una copia.” Sorrise perfidamente. “E pensi che lui te le darà?” “Mi sembra ovvio, è il mio ragazzo. Deve darmele…” “Sì giusto.” Miki esultò. Si tolse la divisa e indossò la tuta. Cenarono e poi Amu andò a dormire addormentandosi subito. Capitolo 25 “Un appuntamento speciale.” E anche questa settimana di scuola era finita. Sabato mentre Ikuto accompagnava a casa Amu come sempre gli aveva chiesto un appuntamento e lei ha accettato entusiasta. Questa mattina si era alzata alle nove precise, aprì le tende e diede il buongiorno alle sue shugo chara, ma loro non le risposero. “Ei ragazze, che vi succede? Perché avete quelle facce tristi?” “Bè vedi… Amu tra un paio di giorni io, Miki, Suu e Dia scompariremo.” “Cosa? E’ uno scherzo vero?” “No, te lo avevamo detto molto tempo fa. Dai bambini nascono gli schugo chara, stanno con loro fino alle superiori e poi ognuno scompare.” “Ah ora mi ricordo…” Amu s’intristì. “Non essere triste Amu, noi saremo sempre racchiuse nel tuo cuore.” “Sì, può darsi… ma se sarò in difficoltà a chi chiederò il mio aiuto?” “Hai il tuo Ikuto che sarà sempre accanto a te, non dimenticarlo.” “Sì è vero ragazze…” Amu sorrise. Scese di sotto a fare colazione. “Buongiorno tesoro, oggi sei molto mattiniera. Di solito dormi fino a tardi.” “Buongiorno mamma, sì lo so ma non avevo più sonno. Così mi sono alzata presto.” “Ce qualcosa che ti preoccupa?” “No nulla, perché?” “Mi sembra che hai una faccia preoccupata.” “No, è solo una tua impressione.” “Ah va bene, meglio così.” Non posso certo dirgli che le mie shugo chara che loro non sanno della loro esistenza tra qualche giorno scompariranno. Mi prenderebbero per pazza. Dopo aver fatto colazione ritornò in camera sua e andò sul balcone a prendere un po’ d’aria immersa nei suoi pensieri. Poi dopo un po’ rientrò in camera chiudendo la finestra. “Ti senti bene Amu?” “Sì tranquilla Ran, orami sono consapevole che tu e le altre da un giorno all’altro mi lascerete.” “OH AMU…” Ran, Miki e Suu andarono da lei e l’abbracciarono. “NOI TI VORREMMO SEMPRE BENE!!” “Anche io ragazze…” Pranzarono verso mezzogiorno e mezzo. “Cosa fai oggi pomeriggio tesoro?” Le domandò sua madre curiosa come sempre. “Esco con il mio Ikuto.” “Eh brava la mia sorellina… ci dai dentro con lui eh?” “E dove andate di bello?” “Quasi sicuramente al centro di Shibuya a fare un po’ di shopping.” “Non mi dire che spenderai tutta la tua paghetta.” “No mamma, non dire sciocchezze. I vestiti me li prende Ikuto.” “Ah bè allora…” “Oh povero il mio cognatino, sfruttato senza pietà da mia sorella.” “Uffa, ti ho già detto che non lo sfrutto.” Amu sospirò esasperata. “Va bene scusami…” “Tranquilla sorellina.” Finito di pranzare Amu andò a farsi un pisolino pomeridiano. Verso le due e dieci qualcuno suonò: La mamma di Amu che aveva da poco finito di lavare i piatti si stava rilassando sul divano a guardale la tv con il resto della famiglia. “Vado io cara?” “No vado io, tranquillo.” Aprì la porta e vide che era Ikuto. “Ciao Ikuto, come mai sei venuto qui così presto? Tu e Amu non dovete andare al centro Shibuya verso le quattro?” “Sì, lo so. Ma volevo passare del tempo con Amu a casa prima. Ti dispiace?” “Oh no, prega entra.” “Grazie.” Lo fece accomodare nel soggiorno e chiuse la porta. “Solo che Amu ora sta riposando, la vado a svegliare?” “No, la sveglio io. Rilassati ora…” “Ok grazie.” Detto questo Ikuto salì lentamente le scale al piano di sopra. “Scusa cara, ma tu lo lasci andare tranquillamente in camera di nostra figlia? E se le saltasse addosso?” Disse agitato il papà. “No non lo farà, è un bravo ragazzo.” “Mm ok… se lo dici tu.” Aprì la porta silenziosamente e notò che la sua amata Amu stava dormendo serenamente. Appena chiuse la porta si risvegliò piano piano. “Mm? Chi è?” Sì strusciò gli occhi. “Ciao amore mio.” “Oh cavoli, dev’essere un’allucinazione. Vedo il mio amore in camera mia.” “No, sono reale amore.” “Oddio amore ciao, perché sei venuto a quest’ora? Non sono ancora le quattro.” “Scusami se ti ho svegliato, ma volevo stare accoccolato a te nel letto prima di uscire.” “Ma certo, vieni pure amore. Ti faccio spazio…” Amu si spostò un po’ e Ikuto si sdraiò nel letto vicino a lei. Amu si avvicinò abbracciandolo. “Ah ora sto meglio, ti disturbo?” “No per niente.” “Ma mia madre era d’accordo che venivi qui?” “Sì tranquilla… ora se vuoi, puoi riposare.” “Va bene amore, mi svegli tu quando è ora di andare via?” “Sì.” Richiuse gli occhi e Ikuto la guardò dolcemente. Oh Amu sei ancora più bella quando dormi. Ti proteggerò da chiunque ti faccia del male, te lo prometto. “Ran, Miki, Suu, Dia non andatevene vi prego… restate con me.” “Eh? Sta sognando. I suoi shugo chara…” “Ehi Ran hai sentito? Ci sta sognando…” “Eh sì, la nostra Amu è molto triste.” “Chi ha parlato?” “Ikuto sono Ran, mi senti?” “Sento delle voci, ma non vedo nessuno. Che strano… non è che sto impazzendo?” “Ah accidenti, ci sente ma non ci vede.” “Già, è un vero peccato. Il suo Yoru è dentro di lui. Ma ormai non si ricorda…” Verso le tre e dieci Ikuto la svegliò… “Amore sono le tre e dieci, svegliati.” “Sì, mi sveglio. Però non è giusto. Stavo così bene tra le tue braccia.” “Eh lo so mia principessa…” Si alzarono dal letto. “Puoi uscire un attimo? Devo cambiarmi…” “D’accordo…” Ikuto uscì dalla camera. “Amu, sai che prima ci stavi sognando?” “Ah davvero?” “Sì, eri molto triste. Non volevi che andavamo via…” “Oh mi dispiace, era meglio se me lo tenevo per me.” “No, fai bene a sfogarti.” Amu si tolse la tuta e indossò un vestitino rosa e un paio di stivaletti. “Ecco fatto, sono pronta. Amore puoi entrare…” Ikuto entrò subito e la guardò incantato. “Allora, come sto?” “Sei incantevole come sempre, amore mio.” “Grazie amore, mi resta solo da pettinarmi e mettermi il profumo. Hai la pazienza di aspettare ancora?” “Per te sempre…” “Grazie.” Andò in bagno a pettinarsi i capelli e a profumarsi. “Et voilà, possiamo andare.” “Bene.” Prese la borsetta e scesero insieme. “Io e Ikuto andiamo.” “VA BENE, DIVERTITEVI!!” “Sì ciao…” Uscirono e andarono ad aspettare il treno alla stazione del Giappone. “Senti amore, ma è vero che mi compri i vestiti?” “Certo amore, tutti quelli che vuoi. O pensavi che scherzassi?” “In verità sì…” “Amore mio, io ho deciso che voglio sempre renderti felice fino alle fine dei miei giorni.” “Oh amore, mi commuovo.” Lo baciò intensamente e lui ricambiò. Il treno arrivò, salirono timbrando il biglietto. Si sedettero, ma Amu si sedette sopra a Ikuto. “Amore perché ti sei seduta sopra di me?” “Perché solitamente tutte le coppie fanno così. Se ti do fastidio mi tolgo…” “No no, rimani pure. E’ una bella sensazione averti seduta sopra di me. Mi ricorda qualcosa…” “Ah forse intendi di quella volta che mentre ero uscita con Tadase, io per sbaglio era inciampata su di te con due gelati in mano?” “Sì esatto. E tu ti eri arrabbiata molto con me.” “Già, e tu te la ridevi…” Si sorrisero. A un certo punto Ikuto le guardò il collo… “Che ce amore? Ho qualche insetto sul collo?” “No no, tranquilla. E’ solo che…” “Solo che cosa?” “Mi viene voglia di darti tanti baci nel tuo splendido collo.” “Beh… allora fallo.” “Qui davanti a tutti?” “Oh ma dai amore, nel treno ci saranno sì e no quattro gatti. O non hai il coraggio?” Sorrise sfidandolo. “MI stai sfidando amore?” “Chissà, forse sì…” “Bene, lo faccio finché non siamo arrivati.” Ikuto iniziò a bacarle il collo facendo provare un immenso piacere a Amu. Poi la vocina interna del treno annunciò Il Centro di Shibuya. “Bene amore, siamo arrivati. Che peccato… avrei continuato volentieri.” “Sì, lo so bene. Dai scendiamo.” Il treno si fermò e scesero. “Wow, guarda quanti palazzi. Non immaginavo che il centro Shibuya fosse così grande.” “Ti piace amore?” “Eccome, lo adoro. E’ la prima volta che vengo qui grazie a te.” “Figurati amore, entriamo dentro.” Entrarono nel più grande centro commerciale del Giappone. “Uuuh che meraviglia amore…” “Tu lo sei di più…” “Eh eh, lo so.” Gli sorrise. Ikuto gli comprò un sacco di vestiti. Uscirono dal quinto negozio con quattro buste. “Sei soddisfatta amore?” “Sì molto, grazie. Che ore sono?” Ikuto guardò il display del suo telefono. “Le cinque e mezzo, sei stanca?” “Bè… un po’. Torniamo a casa?” “Certo amore, andiamo.” Uscirono dal centro commerciale e ritornarono in stazione in attesa del treno. “Amore, hai comprato i biglietti di ritorno?” “Sì, l’ho fatti un minuto fa.” “Bravo il mio amore…” Lo baciò a stampo. Il treno arrivò e salirono. “Grazie amore di questa splendida giornata con te.” “Ed è solo l’inizio… il bello deve ancora venire.” “Oh amore…” Ritorna ritornarono in Giappone verso le cinque e un quarto. Ikuto la riaccompagnò a casa dandogli le sue buste. “Ti sei divertita oggi amore?” “Sì molto, grazie ancora.” “Di niente…” Si baciarono, Ikuto andò via e Amu rientrò a casa. “Eccomi qua.” “BENTORNATA TESORO!!” “Grazie.” “Oh vedo che hai fatto un bel po’ di shopping.” “Ebbene sì mamma, ti dispiace?” “Assolutamente no, sono contenta.” Dopo questa vivace discussione Amu andò in camera. “Ciao ragazze.” “CIAO AMU!!” “Hai fatto un buon shopping?” Le domandò Ran. “Sì ovvio, guarda quante buste.” “Oooh che belle, complimenti.” “Grazie Miki.” Le sorrise. Poi tolse i vestiti dalle buste e li mise dentro l’armadio. E infine si tolse i vestiti e si rimise la tuta. “Ah ora va meglio, amo stare con la mia tuta.” Si buttò nel letto. Cenarono alle otto e dieci. La mamma di Amu guardandola meglio notò che aveva dei piccoli segni rossi. “Tesoro scusa, ma cosa sono quei puntini rossi sul collo?” “Già, è quello che vorrei sapere pure io.” Annuì sua sorella curiosa. “Ehm… mi hanno pizzicato le zanzare. Sapete com’è, siamo a metà settembre.” “Ma le zanzare ci sono solo d’estate.” “Bè allora, mi avrà punto qualche insetto smile alla zanzara.” “Sì può essere…” Questi segni rossi sono opera del mio caro amore. Eeeh… fortuna che mi hanno creduto. Dopo cena la mamma sparecchiò e lavò i piatti. Dopo di che guardarono tutti la tv. Poi Amu verso le nove e mezzo andò a letto dando la buonanotte a tutti incluse le sue shugo chara. Capitolo 26 “Un triste addio” Amu si alzò come sempre allegra e solare alle sette precise. Aprì le tende. “Buongiorno ra…” Purtroppo vide che Ran, Miki e Suu erano chiuse. “NOOO!! RAN, MIKI, SUU!!” Il suo urlo si sentì fino di sotto. “Oddio, cosa è successo alla mia Amu?” Si agitò suo padre. “Vado a vedere io, tranquilli.” Ami corse subito di sopra entrando velocemente in camera di sua sorella. “Sorellona, cos’è successo?” Amu gli indicò le sue uova. “Perché ti si sono chiuse? Non è che non credi più in te stessa?” “No macché… tu non lo sai ma quando raggiungi una maggiore età, le uova del cuore ti si chiudono, e poi piano piano scompaiono.” “Cosa? Dici davvero?” “Sì sorellina… Io ho ancora Dia. Però anche lei prima o poi se ne andrà.” “Quindi anche Miru e Kimmy se ne andranno via da me?” “Quando avrai la mia età sì, ma a voglia ancora. Quindi cerca di passare più tempo con loro.” “Sì lo farò, grazie. Cosa dico ai miei genitori del tuo urlo?” “Digli che ho fatto un brutto sogno, così non si preoccupano.” “Va bene, allora io vado a scuola, ci vediamo stasera.” “Sì, a stasera.” Detto questo Ami uscì dalla sua camera, ritornò di sotto tranquillizzando i genitori del fatto che Amu aveva fatto un brutto sogno e poi andò via. “Amu, sei stata molto coraggiosa a dire a tua sorella a passare del tempo con le sue shugo chara prima che andranno via.” “Dia sei tu?” “Sì…” Dia uscì dall’uovo. “Non mi rimani che tu.” “Sì, ma presto andrò via anche io.” “Lo so, ma non sarò triste. Anzi, vi ricorderò sempre soprattutto per i bellissimi momenti passati insieme.” “Sì è vero…” detto questo Dia ritornò nel suo uovo. Amu si preparò, andò in bagno a lavarsi la faccia, mise la divisa, si pettinò i capelli e scese di sotto. “Eccomi, scusate il ritardo.” “Tranquilla tesoro, ti è passato il brutto sogno?” “Oh sì…” “Cos’avevi sognato?” “Che voi mi cacciavate di casa.” “Oh no cara, noi non lo faremo mai.” “Già, per fortuna che era un sogno.” Fiuu mi hanno creduto, menomale… Finì di fare colazione salutò i suoi genitori, uscì e andò a scuola pensando alle sue shugo chara. Appena entrò nella sua classe vide che tutti i suoi amici erano tristi. “Ehi ragazzi, che vi succede?” “Le nostre uova si sono chiuse.” Disse Yaya triste. “Anche a voi eh?” “Ma come? E’ successo anche a te?” le domandò Rima. “Sì, con Ran, Miki e Suu. Mi rimane solo Dia, ma tra un po’ anche le se ne andrà. Ma ragazzi, non dobbiamo essere tristi per loro. Perché saranno sempre dentro di noi.” “Ma a mi mancherà la mia piccola Pepe.” “Sì lo immagino Yaya, a tutti noi ci mancheranno i nostri amati shugo chara. Ma pensateci un attimo, guardate fin dove siamo arrivati grazie a loro. Sono stati sempre con noi, ci hanno aiutato a essere la persona che vogliamo diventare. E questo è un ottimo risultato, non trovate?” I suoi amici ci pensarono un attimo e poi annuirono. “Sì, hai ragione Amu. Cavoli, sei diventata molto saggia.” Disse Nagihiko sorpreso. “Eh eh, grazie. Domani è il nostro ultimo anno. Quindi godiamoci a pieno questi momenti, siete d’accordo?” “SI’ GIUSTO!!” Tutti alzarono i pugni al cielo. Intanto altrove, anche le uova di Kukai e Utau si erano chiuse. “E così i nostri amati shugo chara ci stanno per lasciare.” “Sei triste tesoro?” “No affatto, anzi sono soddisfatto. Stando insieme a Deichi ho imparato molte cose grazie a lui.” “Lo stesso vale per me, Eru e Iru mi hanno insegnato tante cose della vita. Ma dobbiamo sorridere per loro.” “Sì certo…” Si baciarono. Anche Ami da domani avrebbe frequentato la 1° media. Ormai aveva tredici anni e i suoi capelli erano cresciuti di un millimetro. Amu terminò anche questo penultimo anno di scuola, salutò i suoi amici. Ma prima di ritornare a casa decise di passare del tempo col suo Ikuto seduti in una panchina del parco. “E così domani è il tuo ultimo anno di scuola.” “Eh sì amore… mi sembra ieri che ci andai non sapendo dov’era la mia scuola. Domani cambieranno tante cose.” “In che senso amore?” “Per cominciare starò per sempre con te.” “Ah su questo non avevo dubbi, lo stesso vale per me.” “Ran, Miki e Suu si sono chiuse. Mi rimane solo Dia… ma anche lei a breve mi lascerà.” “Sì lo immagino, anche il mio Yoru l’ho salutato molto tempo fa quando ero a Parigi. Però so che rimarrà sempre dentro di me, perché non mi ha amai lasciato. Quindi tu non devi essere triste.” “Non lo sono, tranquillo amore.” Gli sorrise. “Sai, adesso che ci penso… quando avevi fatto la chara trasformation con Dia mi eri sembrata un angelo.” “Davvero?” “Certo amore, non ho mai smesso di ringraziarti per avermi salvato dal potere oscuro delle uova x.” Dopo questa discussione Ikuto la riaccompagnò a casa e la salutò baciandola. “Sono a casa.” “Oh eccoti tesoro, pensavo che non ritornassi più.” “Ero con il mio Ikuto.” “Ah va bene, sei perdonata.” “Grazie mamma.” Andò in camera. “Sono ritornata ragazze. Ah mi ero dimenticata che non ci sono. Dia ci sei?” Però ormai anche Dia si era chiusa. “Dia anche tu ti sei chiusa…” Nonostante si fosse chiusa Dia le parlò un’ultima volta. “Amu, io e le altre saremmo sempre nel tuo cuore. Non dimenticarlo mai, ti vogliamo bene.” “Anche io ve ne voglio.” Poi non parlò più. Cenò e subito dopo andò a letto consapevole che le sue amate shugo chara non le avrebbe più riviste, ma molto contenta per aver passato molto tempo con loro. Quando Amu e tutti i suoi amici si erano completamente addormentati nelle proprie case, le loro uova ritornarono dentro di loro per sempre. Capitolo 27 “E’ tempo di cambiare” Oggi era l’ultimo anno per Amu e i suoi amici. Ormai aveva diciott’anni e per l’occasione si era tagliata un po’ i capelli. “Allora tesoro, oggi è il tuo ultimo anno eh?” “Eh sì mamma…” “Sei nervosa?” “No, sono tranquilla. Perché so che dopo la scuola ci saranno molti cambiamenti.” “Eh sì, è vero.” “Uffa, non è giusto che tu finisci la scuola e io no…” “Cara sorellina questa è la vita. E poi anche se finisco la scuola vedrò sempre i miei amici. Però anche tu oggi inizi la prima media insieme al tuo amico Seiji vero?” “Pare proprio di sì…” “Non sei agitata?” “E perché dovrei scusa?” “Bè sai… alle medie iniziano i primi amori.” “Sorellona te lo avevo già detto, io…” “Non t’innamorerai mai lo so. Però prima o poi accadrà.” Amu gli fece l’occhiolino. “Ok io vado a scuola, a stasera.” “A STASERA AMI!!” Ami prese la cartella e uscì. Amu finì di fare colazione e anche lei uscì di casa. Intanto Ikuto stava passeggiando per il centro del Giappone allegro e spensierato per la sua Amu. “Oh ragazzi sono così triste, oggi è il nostro ultimo anno.” S’intristì Yaya. “Dai Yaya, non essere triste. Anche dopo alla fine della scuola continueremo a vederci.” “Sì Amu ha ragione.” Le sorrise Rima. “Ragazze, anche se oggi è il nostro ultimo anno non finisce niente, perché ce sempre un nuovo inizio.” “Ben detto Nagihiko.” E quindi Amu e i suoi amici finirono anche l’ultimo anno diplomandosi a pieni voti venendo applauditi dal pubblico inclusi Utau, Kukai e Ikuto. “CONGRATULAZIONI RAGAZZI!!” Lanciarono le pistole con le stelle filanti. “GRAZIE RAGAZZI!!” Amu corse ad abbracciare Ikuto. “Brava amore, sono fiero di te.” “Grazie amore.” Amu lo baciò. Utau e Kukai tossirono. “Utau Kukai, ci siete anche voi. Non me n’ero accorta. Scusatemi…” “Ma figurati Amu, quando vedi il tuo uomo non esiste nessun’altro.” Ironizzò Utau. “Scusami…” “Tranquilla, scherzavo. Eh eh, complimenti per il tuo diploma.” “Grazie Utau.” “Ormai sei mia cognata.” “Sì è vero, ah ah.” “Ehi studentella, sei stata brava.” Kukai le arruffò i capelli. “Eh eh, grazie.” “Da adesso in poi si fa sul serio, ragazza.” “Eh sì, lo so.” Amu salutò i suoi amici e andò via con Ikuto. “Amore sei diventata ancora più bella, soprattutto i tuoi capelli.” “Grazie amore. Ho tagliato leggermente le punte…” “Si vede. E sei diventata anche un po’ più alta.” “Mi sembra ovvio amore, ora ho diciotto anni.” “Caspita, sembra ieri che ne avevi sedici. Come vola il tempo…” “Eh sì.” “Cosa vorresti fare in futuro?” “Bè ancora non lo so, però qualcosa farò. Ma pensavo di fare la stilista di moda.” “Sì fai bene, ti ci vedo molto amore.” “Dai non scherzare…” “No, sono serio.” Gli sorrise. “Qualsiasi cosa tu decidi di fare, sappi che io ti appoggerò sempre.” “Grazie amore, ti amo.” “Anche io e tanto.” La riaccompagnò a casa, si salutarono baciandosi. Appena Amu entrò a casa tutta la famiglia l’abbracciò molto calorosamente facendo commuovere Amu. Festeggiarono il diploma di Amu con una cena piena di vari cibi e un bel brindisi. “BRINDIAMO TUTTI ALLA NOSTRA AMU!!” “SI’!!” Da oggi in poi m’impegnerò al massimo per i miei obiettivi qualunque essi siano. Ran, Miki, Suu, Dia vi ringrazio infinitamente per avermi fatto diventare la persona che sono adesso. Vi voglio bene. Ringraziò ancora una volta la sua famiglia e andò a dormire con il sorriso. Il giorno dopo Ikuto aveva invitato Amu a casa sua. Era un inizio di ottobre e iniziava a fare freddo. “Tua mamma non ce?” “No è a lavoro, ti dispiace?” Ikuto l’abbracciò da dietro. “No figurati, così posso stare sola con te.” Si girò verso di lui e lo baciò e Ikuto ricambiò baciandola appassionatamente. La prese in braccio e l’appoggiò sul letto mettendosi sopra di lei. “Ricordi quando mi avevi detto quando avevi la febbre di farti tua?” “Sì perché?” “Bè… io ti desidero in questo momento. Ma non ti voglio obbligare. LO farò quando sarai pronta.” Amu gli prese il viso e sorrise. “No amore, io sono pronta. Aspettavo questo momento da una vita…” “Sei sicura?” “Sì amore, procedi pure.” “Come vuoi tu mia principessa… ti prometto che sarò dolce e delicato con te.” “Smettila di parlare e inizia a farlo…” Ikuto rise e iniziò spogliandosi, lo stesso fece Amu. Dapprima la bacio dappertutto, poi entrò dentro di lei dolcemente. “Ti faccio male?” “No anzi è piacevole, continua… ma più veloce.” “Ok amore…” Ikuto continuò a insinuarsi dentro di lei a un ritmo accelerato provocando un piacere immenso a Amu. Verso le cinque e dieci finirono stremati sul letto restando abbracciati calorosamente. “Sei stato fantastico amore.” “Grazie, anche tu.” “Ora è meglio che ritorno a casa, altrimenti i miei se la prenderanno con te.” Si stava per alzare ma Ikuto glielo impedì abbracciandola. “No, non te ne andare amore.” “Ma devo amore dai, tanto ci vediamo.” “E va bene…” Amu si rivestì, salutò Ikuto baciandolo e uscì da casa sua. “Oh Amu ti amo moltissimo, mi rendi sempre felice. Accidenti, devo sistemare la mia camera prima che ritorni mia madre. Sennò capirà che ho fatto qualcosa.” Si rivestì e si mise a sistemare subito la camera togliendo ogni traccia nel letto. “Ah ecco fatto. Ho i capelli spettinati.” Se li sistemò al meglio… Amu ritornò a casa stanca ma felice. “Sono a casa.” “BENTORNATA TESORO!!” “Mamma scusa, posso parlarti in privato?” “Ma certo, andiamo.” Salirono su in camera chiudendo la porta e si sedettero nel letto. “Allora, dimmi tutto cara.” “Io e Ikuto…” “Tu e Ikuto?” Volle sapere subito sua madre. “Lo abbiamo fatto.” “Oddio, cosa ti ha fatto? Ti ha dato uno schiaffo?” “No mamma macché… ho avuto la mia prima volta con lui.” Per un po’ di tempo sua madre restò in silenzio. “Non dire niente, so che sei delusa da me. Mi dispiace, immagino che resterò sempre in punizione fino al matrimonio.” Poi parlò. “Ma no tesoro non sono delusa ma sorpresa. Sai, è normale farlo con la persona che ami. Ma dimmi, ti ha fatto male?” “All’inizio sì, ma dopo un po’ mi ci sono abituata. Più che altro, mi sento strana.” “E’ logico tesoro, ma Ikuto ha usato le dovute precauzioni con te?” “Sì certo, io non voglio certo rimanere incinta a diciott’anni.” “Eh eh, sì hai ragione.” Si sorrisero. “io credevo che tu ti saresti arrabbiata con me e Ikuto per questo fatto.” “No tesoro scherzi? Ti confesso un segreto, anche io l’ho fatto alla tue età.” “Wow davvero?” “Ebbene sì…” “Che coraggio hai avuto. Mi prometti che non lo dici a papà?” “Ovvio tesoro, questa cosa rimarrà tra te e me.” “Grazie mamma.” L’abbracciò. “Figurati tesoro, ora ritorno a cucinare. Tuo padre penserà che sono scomparsa.” “Sì giusto, eh eh.” Uscì dalla camera di Amu e scese di sotto. “Di cosa avete parlato tu e Amu?” “Oh nulla di che, cose di donne…” “Ah capisco.” Cenarono alle otto e venti poi guardarono tutti un po’ la tv. Verso le nove e dieci andò a dormire pensando al suo amato Ikuto. Capitolo 28 “Il matrimonio” Ormai erano due anni e cinque mesi che Ikuto stava insieme a Amu. Decise di compiere il grande passo per chiederle di sposarla. Stava passeggiando nel centro del Giappone insieme a sua sorella Utau che oggi pomeriggio era libera dai suoi impegni. E ne approfittò per dirglielo subito. “Oddio vuoi chiederle di sposarla?” “Sì sorellina, faccio male?” “No fai benissimo, tanto ormai è da molto che state insieme. Ci sta… sono così contenta.” “Grazie, anche io. Sono un po’ nervoso…” “No dai, stai tranquillo. Andrà tutto bene vedrai. Quel tonto di Kukai invece non vuole sposarmi…” “Cosa? E perché?” Detesta i matrimoni, non li tollera.” “Ah ma dai, veramente?” “Purtroppo sì… eh vabbè pazienza. Comunque, quando vuoi fargli la proposta?” “Domani pomeriggio al parco, ho già pensato a tutto.” “Posso sapere come?” “Ma certo sorellina.” Ikuto gli spiegò per filo e per segno che sorpresa aveva preparato domani. “Uuuuh che romantico. Hai capito il mio fratellino?” “Eh eh, grazie…” Intanto Amu che adesso aveva diciannove anni stava cercando un buon lavoro come stilista di moda supportata dalla sua famiglia. “Mamma, ho trovato un lavoro.” “Ah che bello tesoro, che lavoro è?” “E’ un azienda di moda, si chiama Fashion Star.” “Che meraviglia. E dove si trova?” “Nel centro del Giappone, devo prendere il treno.” “Ma dopo non è pericoloso tornare a casa da sola?” “No mamma tranquilla. E comunque tranquilla, ci andrò con Ikuto tutti i giorni. Così va meglio?” “Se sei con lui sì. Quando inizi?” “Dunque, mi hanno detto che il periodo di prova inizia a gennaio.” “Ottimo, siamo alla fine di ottobre. Quindi Al momento puoi svagarti.” “Sì mamma, eh eh.” Si sorrisero. Cenarono festeggiando il nuovo lavoro di Amu e andò a dormire alle nove e dieci come sempre. Il giorno dopo di un sabato mattina si alzò precisa alle nove, si mise la vestaglia e andò a fare colazione. “Buongiorno.” ”BUONGIORNO TESORO!!” “Ami?” “E’ a scuola.” “Anche il sabato? Cavoli…” “Bè anche tu ci andavi…” “Oh sì è vero, ah ah.” Finì di fare colazione ritornò in camera e guardò sorridendo teneramente la borsa delle sue uova. Il suo telefono squillò e Amu rispose senza vedere chi era. “Pronto?” “Buongiorno mia principessa.” “Ehilà, ciao amore.” “Ti ho disturbato?” “No affatto, stavo guardando il mio porta shugo chara.” “Ah capisco, ti mancano?” “Un po’ sì, però so che sono dentro al mio cuore.” “Sì amore, è vero. Senti, oggi hai da fare?” “Ovvio che no amore, è sabato sciocchino.” “Eh eh, hai ragione. Allora verso le quattro precise ti vengo a prendere, così facciamo una passeggiata al parco. Che ne dici?” “Dico che è perfetto.” “Benissimo…” “E adesso voglio dirtela io una cosa.” “Dimmi amore.” “Bene, ho trovato un lavoro presso l’Azienza Fashion Star nel centro del Giappone a un’ora e mezzo di treno da qui.” “Oddio che bello amore, sono felice per te.” “Ti ringrazio, anche i miei genitori lo sono. Non vedo l’ora di cominciare.” “Ah quando inizi?” “A gennaio faccio un periodo di prova, poi più in là spero che mi assumeranno.” “Sì, lo spero anche io per te amore. Altrimenti, se la vedranno con me.” “Dai amore ah ah, se non sono assunta pazienza. Tanto ci saranno altre opportunità.” “Sì concordo, ora ti lascio. Ci vediamo alle quattro.” “Va bene amore, a dopo.” Chiusero entrambi la chiamata. “E quindi, si è chiesta il motivo dell’uscita?” le domandò sua sorella curiosa. “Stranamente no.” “Meglio così…” “Senti, pensavo anche d’invitare Tadase al matrimonio. Che ne pensi?” “Non devo decidere io, tu sei l’artefice di tutto.” Utau gli fece l’occhiolino. “Sì giusto. D’accordo lo invito; ovviamente Amu non lo deve sapere. Sarà una sorpresa.” “Uuuh… ben fatto fratellino. Adesso ti lascio, quel babbeo di Kukai esige la mia presenza.” “Va bene. Comunque, invito anche a voi.” “Lo sapevo, ciao.” “Ciao sorellina.” Utau andò via e dopo un po’ anche Ikuto. Andò in una gioielleria prese due fedi nuziali di quaranta carati dorate; la prima di Amu era incorniciata da un cuore con degli strati di gemme e quella di Ikuto con una chiave. Caro amore mio, molto presto diventerai mia moglie. Non vedo l’ora, ti renderò molto felice. Prese il cellullare e chiamò Tadase. “Sì, chi è?” “Oh ma che bella parlata, si vede che hai studiato l’inglese.” “Ikuto, sei proprio tu?” “Esatto, ti disturbo?” “No, sono in pausa pranzo. Allora come stai?” “Benissimo grazie e tu?” “Anche io, ci sono novità?” “Bè in verità sì…” “Dimmi tutto.” Ikuto gli raccontò per filo e per segno del suo fidanzamento con Amu, del diploma, il suo nuovo lavoro e per finire il matrimonio. “Cavoli, non posso credere che tu e Amu vi sposate. E quando glielo dirai?” “Oggi pomeriggio al parco con tanto di quartetto di violinisti.” “Wow, sei veramente diventato un uomo. Mi sembra ieri che ti odiavo perché stavi sempre vicino ad Amu. Dovevo saperlo fin dall’inizio che tra me e Amu non andava più.” “Mi dispiace Tadase.” “No non scusarti, me ne sarei dovuto accorgermene prima di questo fatto. Ma a parte questo, sono molto contento per voi.” “Ti ringrazio di cuore. E tu che mi racconti?” “I miei studi al collegio proseguono bene. E poi mi sono fidanzato.” “Ah ottimo e chi è?” “All’inizio era una mia compagna di studio che mi aiutava, ma poi passando sempre del tempo con lei ci eravamo innamorato l’uno dell’altro.” “Che bello…” “Sì. Comunque, si chiama Meredith Haward.” “Ah ho capito. Ascolta, io vorrei invitarti al mio matrimonio. Sempre se puoi. Puoi portare anche la tua ragazza.” “Mm… devo chiedere un giorno di permesso al preside. Ma sicuramente mi dirà di sì…” “Lo spero tanto. Ad Amu farebbe piacere rivederti dopo tanto tempo.” “Sì anche a me. Ora devo lasciarti. Devo ritornare a studiare, ti faccio sapere se vengo al tuo matrimonio. Ah quando vi sposate?” “Dato che siamo alla fine di ottobre, all’inizio di novembre.” “D’accordo, ciao Ikuto.” “Ciao Tadase.” Chiusero la chiamata. Amu dopo pranzo fece il solito pisolino pomeridiano. Poi verso le tre si alzò e indossò una camicetta con delle rose rosse, un gilè di jeans senza maniche, dei jeans a vita bassa e le sue converse preferite. “Bene, sono pronta. Ragazze, come sto? Ah accidenti, mi dimentico sempre che le mie shugo chara non ci sono più. Eh vabbè pazienza… Ah devo sistemarmi i capelli e mettermi il profumo ovviamente.” Sì pettinò i capelli e si profumò. Come d’accordo Ikuto venne a prendere Amu alle quattro precise. Salutò i suoi genitori e uscirono. “Amore, ti devo bendare.” “Perché scusa?” “E’ una sorpresa…” Ikuto le bendò gli occhi con un foulard. “Ma così non vedo niente.” “Tranquilla, ti guiderò io. Ti fidi di me?” “Ma certo amore.” “Molto bene, allora andiamo.” “Sì, mio principe.” La prese per mano guidandola. “Senti, ma non puoi darmi un indizio per la tua sorpresa?” “Eh purtroppo no, devi avere un po’ di pazienza.” “La pazienza non è il mio forte, ma ci proverò.” “Brava il mio amore…” “Siamo arrivati?” “Ci siamo quasi amore…” Entrò nel parco e si fermò proprio vicino alla fontanella dove vicino c’era un quartetto di violinisti. “Eccoci qua.” Ikuto gli tolse la benda. “Ma perché ci sono questo quartetto di violinisti?” “Ora lo vedrai; ragazzi procedete.” I violinisti iniziarono a suonare una dolce melodia. “Oh che bella sorpresa amore.” “E non è finita qui.” “Eh? In che senso amore?” Tirò fuori dalla sua tasca una scatolina rossa, tirò fuori la fede nuziale e s’inginocchiò. “Amu Hinamori vuoi sposarmi?” Amu restò senza parole… “Stai dicendo sul serio amore?” “Sì amore.” Ci pensò e poi decise. “Oddio amore, sì voglio sposarti.” Lo disse piangendo di gioia. Sì alzò e gli mise la fede, poi si baciarono. Tutto la gente che era al parco applaudì felice. “Ancora non riesco a credere che diventerò tua moglie.” “E io il tuo futuro marito…” Si sorrisero. “Amore ho un’idea.” “Quale idea?” Gli domandò curioso. “Stasera potresti cenare a casa mia così diamo l’annuncio, che ne pensi?” “Sì, è un’ottima idea amore. Ma ho paura che tuo padre non approvi il nostro matrimonio.” “Lo so amore, ma deve farlo per forza. Ormai sono grande abbastanza… e poi ci penserà mia madre a fargli cambiare idea. Forza, andiamo a casa.” “Ogni tuo desiderio è un ordine futura signora Tsukiyomi.” “Ah il solo sentirtelo dire mi rende molto felice.” Si presero per mano e fecero la strada verso casa. “Sono tornata.” “BENTORNATA TESORO!!” Gli sorrisero i suoi genitori. “Ci sono anche io.” “Ah ciao Ikuto, come mai sei qui?” “Mamma, può cenare qui?” “Assolutamente sì tesoro.” “Grazie ti adoro. Adesso noi andiamo in camera.” “Sì, quando è pronto vi chiamo.” Detto questo salirono su in camera chiudendo la porta. “Amore, avverti tua madre che non ci sei a cena.” “Va bene.” Ikuto prese il telefono, chiamò sua madre e le disse che non c’era a cena. “Fatto.” “Ma come, di già? Non gli hai detto con chi eri?” “No, io non mi sbilenco quando parlo con mia madre.” Ikuto la prese in braccio. “Ma che fai amore?” “Dato che tra non molto sarai la mia sposa, mi alleno a prenderti in braccio e a portarti nel letto.” Infatti la distese nel letto. “Bè… direi che ti riesce benissimo questa parte.” “Oh sì. E non solo questa…” La baciò appassionatamente. “Amore, che ti prende? Questa sera sei molto sensuale…” “Sei tu che mi fai essere così.” “Ah addirittura?” “Sì amore…” Continuò a baciarla, ma sul collo. “Amore, se fai così mi fai venire le vampate. E poi non mi sembra il caso, di sotto ci sono i miei genitori.” “Hai ragione, ma non riesco a resisterti. Potrei farti mia per tutti i giorni della mia vita.” “Sì, lo so. Però in questo momento no, restiamo solamente abbracciati.” “Va bene amore.” Ikuto si mise vicino ad Amu abbracciandola dolcemente. Cenarono alle otto e dieci chiacchierando tutti allegramente. Amu e Ikuto si diedero un’occhiata. Fu Amu a decidere di dirglielo. “Scusate, io e Ikuto volevamo dirvi una cosa.” Si alzarono entrambi dalla tavola. “Sì, diteci pure.” “Io e Ikuto a inizio novembre ci sposiamo.” Appena sentì queste parole il papà di Amu si sputò l’acqua. “Oddio, davvero tesoro?” “Sì mamma, sei contenta?” “Sono sorpresa ma contentissima. Sarà dura non averti più in casa nostra, ma ci farò l’abitudine.” Le sorrise. “COSAAAA?? NOOOO, NON E’ POSSIBILE!! LA AMIA AMU NON PUO’ SPOSARSI!!!” “Papà ho diciannove anni. Io e Ikuto oramai stiamo insieme da due anni, quindi mi sembra ovvio che ci sposiamo. Cerca di accettarlo, lo faresti per me?” “E va bene cara, se Ikuto ti rende felice ci sta. Ehi tu, non azzardarti a far soffrire mia figlia o te la vedrai con me chiaro?” “Sì stai tranquillo, mi prenderò cura di lei come ho sempre fatto.” “Bene, e ora che è tutto chiarito brindiamo a questa meravigliosa coppia di sposi.” “SI’, CONGRATULAZIONI RAGAZZI!!” “GRAZIE A TUTTI!!” Esclamarono felici Amu e Ikuto. Tutta la famiglia brindarono con lo champagne. Dopo cena Amu salutò il suo futuro marito baciandolo e andò a dormire col sorriso sulle labbra. Il mese di ottobre finì e finalmente arrivò il grande giorno del matrimonio. Amu aveva preso in anticipo il suo vestito da sposa un giorno prima e anche Ikuto. Ikuto aveva prenotato una grande chiesa del Giappone. La cerimonia si teneva alle nove precise. Infatti Amu si era già alzata alle otto e stava facendo colazione. “Allora tesoro, sei pronta per il tuo matrimonio?” “Sì mamma, ma sono un po’ nervosa.” “E’ normale. Sai, lo ero anche io. Ma dopo aver visto tuo padre all’altare mi sono tranquillizzata. E sicuramente, sarà così anche per te.” “Sì è vero…” Le sorrise. “Sorellina mi mancherai…” S’intristì Ami. “Dai non essere triste Ami. Possiamo sempre telefonarci. Ovviamente a tutti.” “Può darsi, ma non sarà lo stesso averti qui.” “Fatti forza. Ora sta a te seguire il tuo percorso di vita e occuparti di mamma e papà.” “Sì ci proverò.” “Brava sorellina…” Le sorrise. “Tesoro, è meglio che ti prepari ora.” “Sì giusto mamma, me ne stavo dimenticando.” Finì di mangiare l’ultimo pancake e andò velocemente in camera. Si tolse la vestaglia e quant’altro osservando il suo abito da sposa sul letto. Bene, è il momento. Lo indossò mettendoselo lentamente insieme alle scarpette bianche con il tacco e poi andò in bagno guardandosi incantata davanti allo specchio. Però all’improvviso non riuscì più a respirare e quindi chiamò urlando sua madre. “MAMMAAAAA AIUTAMI!!!” Sua madre appena sentì la voce di Amu si precipitò subito in bagno. “Che succede tesoro, stai male?” “Sì, non riesco a respirare.” Andò da lei prendendogli le mani. “Tranquilla cara, sei solo agitata. E’ normalissimo. Ora fai dei bei respiri…” “Ok ci provo…” Amu fece dei grandi respiri. “Come va?” “Un po’ meglio, grazie mamma.” “Figurati. Accidenti, ti sta benissimo questo vestito.” “Oh grazie…” “Permetti che ti acconci i tuoi capelli?” “Certo mamma…” Sua madre le acconciò i capelli per bene mettendogli un cerchietto con dei fiori blu e il velo. “Ecco fatto, ora sei pronta. Dai scendiamo, così tuo papà e tua sorella vedono il tuo vestito.” “Ok mamma…” Amu scese lentamente le scale seguita da sua madre. Appena la videro restarono senza parole. “Oddio tesoro, sei meravigliosa.” “Sì, concordo anche io stavolta.” “Vi ringrazio di cuore. Che ore sono?” “Le otto e mezzo tesoro, ma non ti preoccupare. La sposa arriva sempre in ritardo.” “Sì, lo so per fortuna…” Gli sorrise. “Ora però, dobbiamo prepararci noi. Su sbrighiamoci.” “VA BENE!!” Nel frattempo la chiesa iniziava riempirsi di molte persone inclusi gli amici di Amu e la famiglia completa di Ikuto. Lui era già all’altare. Tadase era già venuto con Meredith e si era messo in fondo affinché Amu non lo vedesse. Ikuto indossava uno smoking bianco dove sotto portava una camicia blu con la cravatta. E attaccata una spilla a forma di rosa. Passò mezz’ora e verso le nove e dieci davanti alla chiesa si fermò una limousine bianca. Dapprima scese la mamma e la sorella, poi il papà a braccetto con sua figlia. Ami e la mamma entrarono in chiesa e si sedettero in prima fila. Quando Amu entrò in chiesa accompagnata da suo padre partì la melodia giapponese tradizionale degli sposi. Tutti la guardarono incantati e felici. Finì di accompagnarla all’altare e andò a mettersi vicino a sua moglie. “Bene, ora ci siamo tutti. Iniziamo con la cerimonia.” Sorrise il sacerdote. La cerimonia iniziò fino a che arrivò il momento di scambiarsi le fedi. “E ora puoi baciare la sposa.” Amu e Ikuto si baciarono e tutti li applaudirono felici. Iniziarono a incamminarsi verso l’uscita e gli lanciarono subito il riso. “Amore, è il momento di lanciare il bouquet.” “Ah sì giusto.” Amu si girò. “Siete pronte? Tre, due uno!!” Lo lanciò in aria e senza volerlo lo prese sua sorella. “Ahi ahi sorellina, la prossima volta ti sposi tu con Seiji.” “Cosa? Non ci penso minimamente a sposarmi. Lo detesto…” S’imbarazzò Ami. “Sì, dici così all’inizio. Eh eh…” “Ciao Amu…” “Questa voce, non è possibile.” Amu vide proprio Tadase. “Eh eh, sei veramente cambiata.” Gli sorrise. Amu si coprì la bocca incredula. “Oddio Tadase sei qui veramente? Non sei un illusione?” “No sono qui…” “Posso abbracciarti?” “Certamente.” Amu non se lo fece ripetere due volte e lo abbracciò forte forte. “Mi sei mancato moltissimo.” “Anche tu…” Si staccò da lui osservandolo meglio. “Ma guardati, con questi capelli corti non ti riconoscevo. Chi ti ha invitato?” “Tuo marito. Era un’altra sorpresa.” “E’ incredibile, non lo avrei mai immaginato capace di fare questa cosa.” “Già, neanche io.” “E lo studio a Londra?” “Visto che nella mia scuola sto andando bene, il preside mi ha dato delle ferie per questa settimana.” “Che bello, sono contenta. Sei venuto da solo?” “No con la mia compagna.” “Ciao io sono Meredith Haward.” “Il piacere è tutto mio.” Si strinsero le mani sorridendosi. “Tadase mi ha parlato molto di te, incluso che siete stati insieme alle elementari.” “Bè sì… per un periodo. Però non è andata perché mi ero accorta che ero sempre innamorata di Ikuto.” Ikuto gli sorrise. “Siete bellissimi insieme, congratulazioni.” “Ti ringrazio Meredith.” “Ikuto figliolo, felicitazioni a te e tua moglie.” “Grazie papà, non pensavo che saresti venuto.” “Figurati caro, ho dovuto convincerlo io. Altrimenti non si schiodava da Parigi.” “Eh eh, sì è vero cara.” Si sorrisero. Il papà di Amu pianse di felicità. “Caro, non piangere dai.” “Scusa tesoro, ma sono felice e triste allo stesso tempo per la nostra Amu.” “Ti capisco. Io mi sto trattenendo. Ora per Amu inizierà una nuova vita, si creerà una famiglia. E chissà, forse un giorno ci porterà un nipote o una nipote.” “Ma cara, non è troppo presto per avere una famiglia per nostra figlia?” “No caro, non più.” Il fotografo chiamò tutti a raccolta per una foto davanti alla chiesa con gli sposi prima che partissero. E quindi la fecero sorridendo. Era arrivato il momento di partire. Amu salutò la sua famiglia e quella di Ikuto, lo stesso fece lui. Poi Amu abbracciò un’ultima volta Tadase e anche Meredith. “Ciao Tadase, grazie di essere venuto al mio matrimonio. E anche a te Meredith, ti sei trovata proprio un ragazzo speciale. Non lasciartelo scappare.” “No, non lo farò tranquilla.” Le sorrise Meredith. “Ciao Amu e ancora auguri.” Amu e Ikuto salirono sulla limousine sotto l’applauso di tutto il pubblico e partirono stanchi ma felici. Capitolo 29 “Verso il Futuro” Erano passati tre anni dal matrimonio di Amu e Ikuto. Adesso loro vivevano in una graziosa casetta tradizionale a Tokyo. Dal loro amore avevano avuto un figlio di sette anni. Si chiama Ukyo Hinamori. Un bambino vispo e sempre energico con i capelli di suo padre e gli occhi di sua madre. Era un pomeriggio inoltrato e Ukyo aveva finito di giocare fuori casa e rientrò verso le cinque proprio quando i suoi genitori stavano parlando di qualcosa d’importante. “Cosa? Hai ricevuto un’offerta di lavoro per diventare un violinista di un quartetto professionale a Parigi?” “Sì amore…” “E’ fantastico però…” “Che succede?” “Ecco, non so bene il perché ma mi sembra di aver già vissuto questa scena.” “Dici davvero?” “Credo di sì…” Ukyo corse da loro. “Papà ma quindi parti per sempre a Parigi lasciandoci da soli?” Ikuto gli accarezzò la testa. “No piccolo. Anzi volevo dirvi che voi verrete con me. Ho prenotato l’Hotel anche per voi.” “ODDIO DAVVERO???” “Sì. Domani mattina partiremo.” “Oddio che bello amore…” ”Evviva, partiamo per Parigi.” Ukyo esultò. “Forza facciamo le valigie; famiglia Hinamori.” “AGLI ORDINI!!” Esclamarono felici Amu e Ukyo. E così la famiglia Hinamori partirono a Parigi per realizzare il sogno di Ikuto di diventare un bravissimo violinista. Anche in Giappone la famiglia di Amu procedeva bene; Ami ormai aveva sedici anni e si frequentava con Seiji come appurato da sua sorella. La famiglia Hinamori continuarono le loro vite felici e soddisfatti di quello che erano diventati con alte aspettative verso un nuovo futuro. FINE.
   
 
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