Conducimi, Maestro
Per i segreti abissi
Popolati dal tuo estro
Pregno di Marie e crocifissi.
I Santi lascia star, giochiam coi fanti,
madonna bella delle brame mie.
Fante di Cuori a te metto davanti
per arricchir d'amor le tue poesie.
Io Marinella prendo a mio modello,
come l'amore rosso il suo mantello.
E sia.
Sarņ la tua callipigia
Non chiamarmi steatopigia!
Non osar!
Avvicinati, lasciati amar.
E qui t'adoro, Venus Callipigia,
che s'alza il peplo e guarda i suoi bei glutei.
Ci metto tutta la materia grigia
per non sentirmi come in mezzo ai flutti.
Il cuore mio si fa tutto rovente
sgambetto intorno sul carbone ardente.
Sgambetta sgambetta
Poetastro anchilosato!
Con occhiali e barbetta
E il cuore affascinato.
Conducimi, Maestro
Su rive infuocate.
Insegnami il tuo estro
Con mani guantate.
La Terra brucia e non ti basta il fuoco?
Incendierņ il tramonto di passione,
stai attenta a non bruciarti in questo gioco
a ogni verso puoi perder la ragione.
Il guanto sfilo come al corpo il manto
la mano bacio, preso dall'incanto.
Cantami, o divo
La dolcezza funesta
Di giorni incendiati
Perduti nella foresta.
Non suono, non alito
Immobile tutto.
Tremendo l'anelito
Il mio cuore distrutto.